Prima le innumerevoli e intense scosse di terremoto che hanno raso al suolo interi paesi e distrutto città, borghi e villaggi. Poi la fitta e interminabile nevicata che ha sepolto case e macerie; ha interrotto strade e generato valanghe. Ieri un’altra immane sciagura si è abbattuta, improvvisa, sui nostri territori. In particolare su Tolentino e Cingoli. Risparmiando, per fortuna, i piccoli centri dell’entroterra, duramente provati da ogni calamità naturale possibile e immaginabile. Annunciato con un giorno di anticipo (dalla Protezione Civile come il maltempo?) ieri si è materializzato a Tolentino l’onorevole Renato Brunetta capogruppo alla Camera di Forza Italia. Con lui c’era pure la sua collega di partito, Renata Polverini. Ad attenderli con il vestito buono della domenica, le scarpe che odoravano di buon lucido e la fascia tricolore a tracolla, il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi. Poiché sono bloccato a casa da una fastidiosa influenza non ho potuto essere presente di persona, quindi non so dire se Pezzanesi calzasse pure i pedalini bianchi e corti d’ordinanza. Lo lascio alla vostra immaginazione.
Quello che posso dire, osservando le foto, è che l’aver indossato la fascia tricolore per accogliere due semplici parlamentari senza alcun incarico istituzionale, si è rivelato uno sgarbo a tutta la città. Sgarbo che vale il doppio, visto che il signor sindaco, non ha avuto la stessa attenzione e sensibilità istituzionale, nell’indossare il tricolore in strada e per le vie, al cospetto dell’allora ministro degli esteri – esso sì alta carica istituzionale – Paolo Gentiloni, attualmente Presidente del Consiglio dei Ministri. Se qualcuno si domandasse perché il sindaco di un grande centro come Tolentino non è il capofila di tutti i sindaci terremotati, già da questo episodio trarrebbe una risposta apprezzabile. Se aggiungiamo che buona parte delle verifiche effettuate a Tolentino, agli immobili lesionati, sono inservibili perché non eseguite nella forma e nei modi previsti dalla legge abbiamo il quadro più completo. Politicamente, tuttavia, Pezzanesi aveva qualcosa da farsi perdonare da Forza Italia visto che per cinque anni li ha tenuti fuori dal banchetto principale, relegandoli a mangiare in cucina, come quei parenti che si cibano con le mani e, a tavola, fanno sgradevoli rumori. Parenti di cui ci si vergogna e non si vogliono mostrare agli ospiti. Servono voti, ne servono tanti, servono adesso. E allora ben vengano gli ossequi, i salamelecchi e gli encomi a Brunetta. Il quale, come suo costume, senza nemmeno aver visto una casa lesionata, ha bocciato tutto e tutti. Ma fin qui ci siamo, perché questo è sempre un dato soggettivo. Quello che Brunetta, mentendo racconta male, probabilmente perché nemmeno lo sa, è quando dice che il “99% degli emendamenti di Forza Italia è stato bocciato.” Lui, infatti, Renato Brunetta il 14 dicembre scorso, giorno in cui si approvava definitivamente il decreto sul terremoto, non c’era. Non era presente, perché, come si evince dagli atti era in missione. Altro che “dare battaglia in Parlamento”. L’onorevole Renato Brunetta, l’appena autonominatosi santo protettore dei terremotati di tutto il globo terracqueo, il giorno in cui si approvava la legge, invece di presenziare e metterci la faccia, era altrove. Però la Polverini che era lì a due passi poteva dirglielo, visto che l’unico suo intervento, in tutto l’iter del decreto, è stato quello, del 14 dicembre in aula, in cui annunciava il ritiro di tutti gli emendamenti di Forza Italia per trasformarli in ordini del giorno. Così come del resto hanno fatto tutti gli altri gruppi di opposizione, per senso di responsabilità. Per non far decadere il decreto che, se emendato, sarebbe dovuto ritornare al Senato e nel frattempo sarebbe scaduto. Ma il suo meglio, Brunetta doveva ancora darlo. Lui infatti, dai territori disastrati, ha annunciato la sua ricetta miracolosa: un’assicurazione obbligatoria, contro il terremoto, ma immagino anche contro altre calamità naturali. Il tutto in una location (quelli di Forza Italia i posti li chiamano così) che in poco più di quaranta anni ha patito sette-otto terremoti di cui tre sempre più distruttivi. Ecco, questa sì che è una pensata vincente. Basterebbe trovare un’agenzia assicurativa che nel cuore della zona sismica rossa ti assicuri e una volta trovata, cercare una banca che ti eroghi un mutuo, pari al doppio del valore dell’abitazione, solo per pagare il premio dell’assicurazione. Un'idea geniale, ma soprattutto alla portata di tutte le tasche, questa qui di Brunetta... Terminato questo sketch, e come le circostanze in questi casi impongono, all’onorevole Brunetta, i dirigenti locali di Forza Italia – visibilmente divisi tra loro in diverse fazioni, l'una contro l'altra armata - hanno offerto un piccolo rinfresco a base di dolci e altre leccornie. Le cronache narrano di come l’entroterra abbia resistito bene anche stavolta al passaggio di quest’altra calamità naturale.
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