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Dalla prima scossa di terremoto del 24 agosto ad oggi: dopo 6 anni crepe sui muri, fratture sociali

Dalla prima scossa di terremoto del 24 agosto ad oggi: dopo 6 anni crepe sui muri, fratture sociali

Nella notte del 24 agosto 2016 alle 3.36 una forte scossa di terremoto di magnitudo di 6.0, con epicentro nel comune di Accumoli, ha dato inizio ad una serie di eventi sismici che hanno colpito l'Italia centrale: Abruzzo Marche, Umbria e Lazio. Non solo centri storici abbandonati, non solo immobili che portano ancora il segno della furia devastante del terremoto, non solo l'esodo dei giovani...ma anche fratture sociali tra chi resta.

In tutti i comuni dell’entroterra maceratese e marchigiani visitati sino ad ora da Picchionews la situazione che ci raccontano è la stessa. Chi ha deciso di restare, ha scelto per amore della sua terra (leggi la storia di Isabella). Ha scelto di restare nelle SAE (Soluzione abitative in emergenza) invece di chiedere il CAS (contributo autonoma sistemazione) allontanandosi dal proprio paese, per il legame con la terra, con le proprie radici, con la propria storia.

Molti pensavano fosse un passaggio temporaneo in attesa di rientrare nelle proprie abitazioni. Sono trascorsi sei anni. E molti sono quelli che con lucida arrendevolezza ci dicono: "Io in questa casetta finirò i miei giorni" .

In tutto ciò la lentezza della ricostruzione ha snervato anche gli animi più miti con le inevitabili conseguenti fratture. Forse era inevitabile incolpare la burocrazia, entrare in conflitto con le proprie amministrazioni comunali, se pur loro stesse sono ad essa subordinate.

Senza dimenticare, a complicare la situazione, l'emergenza sanitaria del Covid che ha fortemente rallentato le attività a causa delle restrizioni; in aggiunta con la disposizione del superbonus 110%, molte imprese edili hanno abbandonato le zone terremotate per un guadagno più redditizio. Nel frattempo si continua a vivere nelle Sae dove si è perso il contatto con l'altro, con il vicino di casa (come ci hanno raccontato a Visso Giancarlo e Anna), con la comunità che era abituata a riunirsi nella piazza del paese, al bar, al circolo cittadino.

Chi non vive la realtà dei paesi terremotati, e non ha vissuto il prima ed il dopo, non può capire lo stravolgimento che persone di tutte le età, soprattutto gli anziani, hanno dovuto subire, con inevitabili ripercussioni sulla salute fisica e psichica. Dalla redazione di Picchionews la più calorosa e affettuosa vicinanza, nella speranza - una volta ancora - che chiunque governerà il paese il 26 settembre contribuisca a velocizzare un percorso sin qui troppo ad ostacoli, come denunciato anche dall'ordine degli architetti (leggi qui)





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