Covid, le Marche tra le regioni con più nuovi casi: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Bentrovati lettori nel secondo appuntamento agostano della mia consueta rubrica settimanale che analizza l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. La crescita dei casi nella nostra regione si assesta ad un +40% settimanale, ben sopra la media nazionale, e risultiamo una delle regioni con la crescita maggiore.
A livello nazionale i dati ospedalieri stanno rallentando: la loro crescita si attesta ad un +30% settimanale.
Leggendo il decreto sui cambi di zona, notiamo che la zona bianca persiste fino a 150 casi al giorno per 100.000 abitanti (che nella mia tabella sono 214 giornalieri per milione). Considerando questo parametro, molte regioni farebbero il cambio al giallo per i contagi più che per i dati ospedalieri.
La regione peggiore permane la Sardegna che ha superato il limite per le terapie intensive, ma non ancora quello per i ricoveri (rileggendo il decreto questi limiti devono essere entrambi superati per il cambio zona). Le Marche sono circa a metà del valore soglia, ma se si continua a crescere del 40% settimanale, tale valore lo si supera in fretta.
Guardando invece il Regno Unito, i contagi hanno smesso di diminuire, ma ciò che sta diminuendo sembra essere la letalità che passa dallo 0.35% allo 0.25% e il tasso di ospedalizzazione che scende dal 3% a circa l'1.8%. Vedendo questi dati si dovrebbe seriamente iniziare a pensare alla possibilità di un approccio simile terminata la campagna vaccinale.
Attualmente il Regno Unito conta il 69.3% della popolazione con almeno una dose ricevuta e il 58.1% degli abitanti ha completato il ciclo vaccinale. L'Italia ha il 67.1% della popolazione con almeno una dose ricevuta e il 58.5% di vaccinati che hanno completato il ciclo, pertanto possiamo presumere che avremo - in proiezione - simili dati di occupazione ospedaliera e decessi. A mio avviso non è corretto aprire tutto finché vi sono individui che aspettano la prima dose o il richiamo, ma invece di parlare di restrizioni si dovrebbe seriamente iniziare a pensare alla possibilità di un'apertura completa o quasi.
Ultima nota, i Green pass falsi. Da ingegnere informatico, vi esorto a non rivolgervi a sedicenti hacker o vie traverse della rete per procurarsi pass contraffatti. In primis è un reato poiché si utilizzerebbe un documento falso, in secondo luogo il QR del pass contiene firme crittografiche che non è assolutamente facile poter falsificare, anzi allo stato attuale è impossibile ricrearle correttamente senza la chiave originaria che presumibilmente è in possesso unicamente di pochissimi responsabili del progetto.
Il costo di questi pass fasulli, e neanche funzionanti, si aggira a cifre di oltre i 300 euro, che equivarrebbero a ben 20 tamponi o più.
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