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Covid, casi ancora in crescita nelle Marche: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro

Covid, casi ancora in crescita nelle Marche: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro

Bentrovati lettori nel primo appuntamento agostano della mia consueta rubrica settimanale che analizza l’andamento del contagio da coronavirus nella regione Marche e in Italia. La velocità di crescita dei contagi è in diminuzione, ma rimaniamo attorno ad un incremento del 40% settimanale. Un valore, di certo, non sostenibile a lungo. 

Dopo l'esponenziale crescita dei contagi dovuta ai festeggiamenti per gli Europei (raddoppio a 6 giorni), anche i dati ospedalieri sono cresciuti di circa il 50% in una settimana.

Ora con il 10% di terapie intensive occupate si passa in zona gialla e la Sardegna praticamente è condannata al passaggio la prossima settimana. La nostra regione è al 2.5% di posti occupati, ma bisogna mantenere alta l'attenzione e non farsi ingannare dall'apparente margine di sicurezza.

Come detto la maglia nera va alla Sardegna, ma anche il Lazio rischia molto. 

Per concludere, vorrei fare qualche considerazione sui vaccini. In settimana ha fatto scalpore, sui social, il caso di una ragazza che raccontava di essere stata colpita da miocardite dopo il vaccino (Pfizer).

Proprio a tal riguardo il 9 luglio l'AIFA ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dell'Ema, che riportava l'evidenza di 164 casi di miocardite e 157 casi di pericardite sui vaccinati con sieri a mRna (Pfizer e Moderna) su un totale di 197 milioni di dosi. Facendo una semplice divisione otteniamo 1.62 casi per milione di dosi, ovvero 1 su circa 600.000.

L'evento di miocardite o pericardite rimane comunque decisamente raro. I più colpiti sono i giovani adulti di sesso maschile dopo la seconda dose: sui 321 casi riportati 5 sono stati purtroppo fatali, i sintomi sono stati riscontrati entro 14 giorni dalla somministrazione.

Ho voluto riportare questo fatto per due motivi. Il primo è, appunto, sottolineare l'estrema rarità dell'evento. Se parliamo di decesso, parliamo di 1 su 40 milioni, mentre la mortalità del covid anche nelle fasce relativamente giovani rimane comunque attorno a 1 su 1000 - 1 su 10000.

La seconda motivazione riguarda il fatto che questo studio, seppur pubblicato il 9 luglio dall'AIFA, almeno al 24 Luglio non era riportato sul consenso informato che viene presentato al momento della vaccinazione. Fatto che sinceramente, a mio avviso, dovrebbe essere presente nella sezione dei possibili sintomi. 

 

 

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