Anche le vicende complicate, talvolta, possono avere un lieto fine – ha scritto il parroco Don Giuseppe Scuppa nella prefazione dell’opuscolo realizzato per la parrocchia dall’associazione Belforte nel Cuore sulla croce del Quattrocento recuperata e tornata a splendere nella chiesa di Sant’Eustachio a Belforte del Chienti.
"E’ una grande gioia – ha ribadito il parroco – rivedere la croce a casa sua dopo tante ricerche ed una estenuante burocrazia".
Dopo l’apertura in musica del coro Selifa di San Ginesio, diretto magistralmente dal maestro Mario Baldassarri, si sono alternate le due relazioni degli storici dell’arte.
Umberto Maria Milizia, già insegnante di Storia degli stili all’Accademia delle Belle arti di Frosinone, ha sottolineato il valore ed il significato della croce nei vari periodi della storia e le varie interpretazioni dell’immagine del Cristo.
La dottoressa Benedetta Montevecchi, esperta di restauro e conservazione nonché docente in Storia della suppellettile ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha descritto peculiarmente la fattezza della croce e descritto ogni immagine decorativa della stessa, sia al culmine degli assi che i particolari di ciascuno di essi ben intarsiati in lamina d’argento "spesso - ha detto - rovinato da una pulizia non accorta di sacrestani dell’epoca ma anche di qualche restauratore poco avveduto. La nostra, per fortuna, non ha subito tali angherie".
Un ritrovamento ed un restauro importante che, di fronte ad un gigante dell’arte come il Polittico di Giovanni Boccati, testimonia come a Belforte ci sia stato un momento di grande attenzione.
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