Oggi una squadra di protezione civile, coordinata dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico della regione Marche, ha effettuato un'esercitazione in Località Pioraco, nella provincia maceratese.
Hanno partecipato all'evento oltre 70 uomini e la simulazione ha visto l'intervento di più squadre di ricerca delle Protezioni Civili di Sefro, Pioraco, San Severino Marche, Matelica, Camerino e Castelraimondo che hanno ritrovato i due target preventivamente nascosti. Nella ricerca impegnate anche le unità cinofile della protezione civile di Jesi.
Anas ha completato lo studio di fattibilità tecnico-economica per la progettazione del collegamento tra il porto di Ancona, la strada statale 16 “Adriatica” e l’autostrada A14.
Il tracciato si sviluppa complessivamente per circa 3 km ed è costituito da due tratti. Il primo si estende per 2 km dallo svincolo di Torrette sulla SS16 fino all’area costiera, attraversando un versante collinare che rende necessaria anche la realizzazione di due tratti in galleria. Il secondo, lungo circa 1 km, si sviluppa lungo la costa e prevede l’adeguamento della Via Flaminia e il relativo collegamento con l’accesso al Porto.
Il costo stimato per la realizzazione delle opere è di 98 milioni di euro.
Lo studio era stato avviato sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto da: Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, Regione Marche, Comune di Ancona, Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico centrale, Anas e Rete Ferroviaria Italiana.
Una storia lunga 60 anni che ha attraversato (e attraversa tutt’oggi) cinque continenti, partendo da Recanati. Una storia fatta di passione, sacrificio e di un grandissimo amore, quello per la musica e per ogni suo genere. Abbiamo incontrato Stelvio Lorenzetti, Amministratore Delegato della Eko Music Group, che ci ha raccontato la storia dell’azienda e del suo fondatore, Oliviero Pigini: un viaggio sulle note del rock and roll e dei live dei mitici anni ’70, ’80, ’90 fino ad arrivare ai giorni nostri.
“La Eko nasce nel 1959 grazie all’intuito del fondatore Oliviero Pigini, originario di Castelfidardo – ci ha raccontato Stelvio Lorenzetti -. Oliviero non conosceva la chitarra. Vendeva principalmente fisarmoniche insieme allo zio, Marino Pigini, che lo mandò in America proprio per vendere lo strumento musicale che produceva da oltre 40 anni. Oliviero, di ritorno dal lunghissimo viaggio e affascinato dal mondo d’oltreoceano, spiegò allo zio che ormai la fisarmonica era ‘morta' e stava partendo una nuova tendenza, quella del rock and roll e della chitarra. Marino era scettico e decise di continuare a produrre fisarmoniche. Oliviero decise quindi di lasciare l’azienda dello zio e si mise in proprio, iniziando a vendere chitarre, importandole dalla Jugoslavia. Chiamò questi nuovi strumenti GMI (giocattoli musicali italiani), ma ben presto si accorse che erano brutti e rozzi e non poteva continuare vendendo dei pezzi di bassa qualità. È qui che scatta la scintilla: insieme ai fratelli Paladino, Oliviero, nel 1959, fonda la Eko e inizia produrre chitarre. Ma la sua intuizione geniale non si fermò qui: iniziò a investire anche nell’insegnamento della chitarra, uno strumento allora sconosciuto ai più, creando delle scuole di musica e "convertendo" i fisarmonicisti, con l’aiuto di un grande chitarrista classico di Frosinone, Mario Gangi. A quel punto, richiesta e offerta si incontrarono e la chitarra iniziò a essere venduta in tutto il mondo”.
“Tutto inizia a Recanati, la madre Eko nasce lì, dove oggi c’è anche un busto di Oliviero – ha continuato Lorenzetti -. Nel 2008 ci siamo poi spostati nella sede attuale qui a Montelupone. La produzione delle chitarre Eko inizia con la classica, la western e l’elettrica: quella che attecchiva di più era la western, il cosiddetto modello ‘Ranger’, che invase tutto il mondo, dall’America, passando per il Giappone e raggiungendo l’intera Europa. Per le elettriche c’era sempre la Fender americana che dominava il mercato, mentre la chitarra classica era riconosciuta come un prodotto della cultura spagnola. La velleità degli strumenti Eko era una: conquistare il mercato mondiale di tutti i tipi di chitarra. E così è stato e, a oggi, vendiamo in tutti e 5 i continenti.”
“La nostra produzione oggi si sviluppa però in Cina dove abbiamo stabilito delle collaborazioni con cinque fabbriche e, da lì, esportiamo in tutto il mondo anche se stiamo, piano piano, cercando di riportare una parte della produzione in Italia – ha spiegato l’Amministratore Delegato -. Il 70% del valore della chitarra infatti è dato dalla manodopera e il 30% dalla materia prima; quest’ultima ha sempre lo stesso costo in ogni parte del mondo perché il legno, le corde e le meccaniche sono sempre gli stessi. C’è un approccio diverso però nell’acquisto dello strumento: oggi la gente cerca chitarre che non costino una fortuna perché solo in pochi si possono permettere strumenti da 3mila euro. La Eko parte da una qualità media e arriva a una qualità alta che viene venduta al pubblico con una cifra contenuta: lì noi ci fermiamo perché il nostro target è quello.”
La produzione della Eko si aggira sulle 100mila chitarre l’anno e vanta oltre 100 modelli. Solidità, ottimo suono, giusto prezzo e il classico gusto italiano con l’attenzione ai dettagli e alla colorazione: sono queste le caratteristiche che rendono il marchio recanatese grande in tutto il mondo. “Una serie di qualità che il mercato ama, accetta e recepisce” ha commentato Lorenzetti.
“Tutti i più grandi artisti italiani sono nostri amici e vengono spesso a trovarci e noi siamo felici di offrire loro strumenti di prima qualità: Jovanotti, Renato Zero, Claudio Baglioni, Ron, Negramaro, Edoardo Bennato, Biagio Antonacci, Negrita, Saturnino, Luca Colombo, Massimo Varini e tantissimi altri artisti famosi – ha continuato Lorenzetti -. Avere la possibilità di “usare” la loro immagine per promuovere il nostro marchio ci fa piacere: in questo modo Eko sale sopra a tutti i palchi italiani e non solo. Collaboriamo anche con moltissimi artisti americani, inglesi, australiani, spagnoli e sudamericani.”
“Quando Oliviero iniziò, si rese conto che stava partendo anche il rock and roll pesante – ha proseguito Lorenzetti -: quello dei concerti dal vivo e quindi della chitarra elettrica che, da sola, non suona. Decise quindi di iniziare a commercializzare anche gli amplificatori per chitarra e nacque “l’amplificazione Eko”. All’inizio acquistava gli amplificatori da terzisti, la FBT nacque grazie alla Eko. Poi, col tempo, la produzione degli amplificatori fu fatta internamente. In questo modo la Eko diede il via a tutto il reparto elettronico locale: i produttori si resero conto che con l’elettronica era possibile fare molte cose. Nacque poi la moda degli organi elettronici e se ne vendevano moltissimi ai tempi: Oliviero, insieme alla Thomas americana e alla Vox inglese diede vita alla EME, Elettronica Musicale Europea, a Sambucheto, per la costruzione appunto di organi elettronici."
“Nel 1967 Oliviero morì e alla Eko venne a mancare il condottiero – ha proseguito Lorenzetti -. I due soci che rimasero, Pierdominici e Vignoni, i quali si occupavano più di produzione e non avevano le stesse qualità imprenditoriali del fondatore e, nel 1985, arrivò anche la grande crisi, la Eko venne spazzata via e i sindacati la fecero fallire. Nel 1987, Don Lamberto Pigini, fratello di Oliviero, decise di ricomprare il marchio e, l’anno dopo, mi chiamò. Ci mettemmo in società e rifondammo l’azienda, decidendo di rimanere sempre qui perché Recanati è la patria della Eko e la Eko deve rimanere qui, continuando a essere un’eccellenza del nostro territorio. Oggi stiamo cercando di riportare la produzione in Italia, con il lancio di due nuove chitarre: “Infinito”, in onore dei 200 anni dalla prima stesura della poesia e la “Ranger Futura”, in onore del nostro modello storico. Due chitarre che verranno prodotte interamente in Italia.”
Sull’elettronica, che al giorno d’oggi sta prendendo sempre più piede, Lorenzetti ha espresso il suo punto di vista. “Prima c’erano le sale di registrazione e di incisione invece oggi i vari componenti delle band registrano il loro pezzo singolarmente, magari trovandosi anche in diverse parti del mondo, e poi l’elettronica e la tecnologia pensano al resto: la cosiddetta home recording. Fortunatamente però per la chitarra è diverso: i chitarristi hanno una determinata forma mentis e hanno determinate richieste. Il mercato della chitarra è sempre molto forte e fortunatamente ci sono sempre i live: lì l’elettronica non può dare gli stessi risultati.”
“Quanto tempo ci vuole per fare una chitarra? Il tempo che ci vuole per fare una chitarra – ci spiega sorridendo il liutaio Roberto Fontanot, uno dei più importanti e famosi in Italia -. Creare una chitarra è un lavoro di grande pazienza per dare vita a uno strumento raffinato e delicato: un lavoro fatto principalmente dalla scelta delle materie prime. Per produrre chitarre Eko siamo noi stessi a creare il design tramite il pc, poi la macchina del controllo numerico, con la quale riusciamo a produrre con precisione ciò che vogliamo, pensa al resto. Dopo l’assemblaggio si passa poi alla verniciatura a led (studiata appositamente insieme alla ICA di Civitanova Marche) che non appesantisce il legno. Ci vogliono circa 200 step di produzione per fare una chitarra senza considerare la parte iniziale, quella di selezione degli alberi, che vengono scelti e abbattuti insieme ai Carabinieri Forestali.”
Un lavoro lungo e meticoloso, come ci ha mostrato Roberto, fatto di amore e passione e che conferisce allo strumento quelle qualità uniche e necessarie per chi, della musica, non può farne a meno.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'Avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa alla liceità dell’installazione di telecamere di sorveglianza al di fuori della propria abitazione.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da un lettore di Macerata che chiede: “Posso andare incontro a responsabilità se collocosulla mia proprietà,delle telecamere puntate verso la strada antistante?”
Il caso di specie ci offre la possibilità di far chiarezza su una questione molto delicata, su cui ha avuto modo recentemente di pronunciarsi la Corte di Cassazione, con sentenza n. 20527/2019,in relazione alla condotta di due cittadini, che avendo installato un sistema di videosorveglianza sul muro perimetrale della loro abitazione, erano stati accusati dagli abitanti della zona,di violenza privata ai sensi dell’art. 610 c.p., il quale punisce espressamente: “Chiunque con violenza o minaccia costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa, è punito con la reclusione fino a 4 anni”.
Nel caso in esameinfatti, i vicini dei due imputati, avevano lamentato la lesione del diritto alla libera autodeterminazione, perché costretti a tollerare di essere costantemente osservati e controllati nell’espletamento delle loro attività quotidiane, nonché obbligati a cambiare alcune delle loro abitudini, come l’individuazione di percorsi alternativi per rientrare a casao di altre aree di sosta dei veicoli, pur di sottrarsi alle riprese delle telecamere.
Tuttavia, la Corte di Cassazione adita, nell’effettuare il necessario bilanciamento tra i due distinti diritti fondamentali vantati dalle parti opposte: da un lato la libertà individuale dei vicini, dall’altra, la sicurezza personale cui era finalizzata l’istallazione delle telecamere da parte dei due imputati, rilevava che questi ultimi, perfettamente in linea con i principi sanciti nel Codice in Materia dei Dati Personali, che stabilisce che: “Chiunque istalli un sistema di videosorveglianza deve provvedere a segnalarne la presenza, facendo in modo che qualunque soggetto che si avvicini all’area interessata dalle riprese sia avvisato della presenza di telecamere già prima di entrare nel loro raggio di azione”, avevano in effetti posto in essere le opportune segnalazioni tramite appositi cartelli, collocati a ridosso dell’area interessata, ed in modo tale da risultare ben visibili, effettuando dunque, tutte gli avvertimenti e le precauzioni idonee a consentire a chiunque di autodeterminarsi, selezionando scientemente i comportamenti da tenere.
Tali risultanze, unitamente peraltro, alla constatazione della totale assenza di alcuna coartazione nei confronti degli abitanti della zona, atta ad integrare la fattispecie criminosa in esame, aveva determinato la Suprema Corte nell’escludere la sussistenza delle accuse mosse ai danni dei due soggetti, i quali venivano perciò assolti.
Pertanto, in risposta alla domanda del nostro lettore e in linea con la più recente giurisprudenza di legittimità, si può affermare che: “L’istallazione di sistemi di videosorveglianza con riprese del pubblico transito, non costituisce in sé un’attività illecita, e neppure è ravvisabile, nel prospettato cambiamento di abitudini registrato da parte degli abitanti, una grave offesa al bene giuridico della libertà di autodeterminazione”, dal momento che“non può ragionevolmente escludersi che il sistema di videosorveglianza sia finalizzato proprio alla protezione di beni primari quali la sicurezza, la vita e la proprietà privata, essendo stata peraltro rispettata la prescrizione della preventiva informazione al pubblico” (Cass. Pen.; Sez. V; Sent. n. 20527/19; Dep. il 13.05.2019).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima.
La prima alle 20:30, la seconda circa un ora dopo, quando erano le 21.35. Due scosse di terremoto hanno interessato la provincia maceratese nella serata odierna.
La prima è stata registrata lungo la costa, in mare, a una distanza di 19 chilometri dalla costa di Civitanova Marche e a una profondità di 8 chilometri. La seconda ha avuto come epicentro Muccia ed è stata registrata a otto chilometri di profondità; quest'ultima è stata avvertita nell'entroterra maceratese.
Il Ministro dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, ha comunicato la promozione a primo dirigente dell'Ing. Antonio Giangiobbe, già vice comandante di lungo corso presso il Comando Provinciale di Campobasso.
Sposato con tre figli, l'Ing. Giangiobbe è stato impegnato in diverse attività istituzionali, sia in ambito locale che presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Dal 27 maggio sarà il Comandante dei Vigili del Fuoco di Macerata, succedendo all'Ing. Pierpaolo Patrizietti che andrà a dirigere il Comando di Taranto.
L'Ing. Giangiobbe, già conoscitore della realtà marchigiana, avendo partecipato alle attività emergenziali a seguito degli eventi sismici che hanno interessato, nel recente passato, le zone dell'Umbria e delle Marche, porterà con sé tutta l'esperienza maturata nel territorio molisano.
L'Ing. Patrizietti ha preso servizio presso il Comando di Macerata il 15 settembre del 2017. "Sono stato promosso Dirigente Superiore con decorrenza primo maggio 2019 e, per questo, verrò trasferito al Comando di Taranto, dove prenderò servizio dal 27 maggio - ha spiegato Patrizietti che, prima di Macerata, ha passato tre anni presso il Comando di Ravenna -. A Macerata ho trascorso questi due anni avendo a che fare con la gestione del terremoto e abbiamo impostato il discorso per quanto riguarda l'agibilità delle nostre sedi che hanno subito danni a causa del sisma. Per la sede centrale, di proprietà della Provincia, abbiamo ottenuto il C.I.R., mentre per la sede di Camerino stiamo lavorando con l'Agenzia del Demanio per ottenere il certificato dall'Ufficio Ricostruzione."
"Abbiamo lavorato parecchio in questi anni e abbiamo ottenuto ottimi risultati - ha concluso Patrizietti -. Lascio un comando che è un gioiello dal punto di vista operativo e della gestione amministrativa e lo dico avendo conosciuto, in questi anni di servizio, moltissime realtà. Infine ringrazio tutti i miei colleghi per questi due anni di lavoro."
"È pienamente legittima la delibera della Regione Marche che assegna risorse Ue non solo al recupero e miglioramento del patrimonio edilizio pubblico e privato danneggiato dal sisma, ma anche ad iniziative di valorizzazione turistica". A stabilirlo è il Tar delle Marche che ha respinto il ricorso presentato da alcuni Comitati dell'area terremotata contro la Regione Marche per la sospensione e l'annullamento del provvedimento approvato dalla Giunta il 14 gennaio che attiva una serie di iniziative di promozione turistica del territorio regionale, finanziandole con i fondi di cui al Por/Fesr Marche 2014-2020-Asse prioritario 8.
A fronte di una dotazione complessiva di circa 250 milioni di euro destinati alla ricostruzione e prevenzione, 7,5 milioni sono destinati alle iniziative di promozione turistica.
"Dopo mesi di polemiche sui fondi europei nelle aree terremotate, dove la Regione ha sempre affermato di aver usato le risorse come previsto e come programmato arriva una sentenza del Tar che conferma questa visione - sottolinea il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Parole le sue, ha specificato, - che non hanno alcuna nota di trionfalismo, ma piuttosto dell''umilta'' di chi continua a lavorare all''emergenza più'' importante nella nostra Regione, ma lo vorrebbe fare in un clima costruttivo, positivo e sereno."
"La sentenza - secondo il Presidente - aiuterà tutti a ritrovare la strada del dialogo e a comprendere che la Regione ha ben operato nell''utilizzo di questi fondi. Si potrà quindi continuare a lavorare perché queste risorse possano essere motore di sviluppo per il territorio, mettendo fine alle polemiche e cercando sempre più di trovare strade, metodi, strumenti e semplificazioni per rispondere ai bisogni di tutti i cittadini."
"La sentenza del Tar pubblicata ieri, motiva la legittimità della delibera, sottolineando che la decisione della giunta regionale trova piena legittimazione nel Por/Fesr approvato dalla Commissione Ue - ha concluso il Presidente -. Inoltre per quanto riguarda il fatto che i beneficiari dei fondi non sono i Comuni del cratere, il Tar condivide pienamente il fatto che la promozione turistica passi anche attraverso fiere internazionali o eventi analoghi o tutte le altre iniziative indicate dalla delibera impugnata."
Sul tema interviene anche l'assessore al Turismo della Regione Marche Moreno Pieroni: "Dopo le numerose polemiche circa l'utilizzo dei fondi europei per la valorizzazione turistica, sfociate in una denuncia al Tar, quest'ultimo con una sentenza emessa nei giorni scorsi ha ritenuto Legittimo il provvedimento adottato dalla Giunta Regionale, riconoscendo il buon operato della Regione".
L'assessore attacca in maniera diretta l'Onorevole Patrizia Terzoni: "Ritengo giusto che i Comitati del terremoto abbiano voluto chiedere chiarimenti, ma trovo invece incredibile come alcuni sedicenti pseudo onorevoli, su tutti l'On. Terzoni dei 5 Stelle, appoggiata da alcuni 'esimi' colleghi del centro-destra, abbiano strumentalizzato questa vicenda, senza neanche studiare la documentazione, dimostrando grande disonestà intellettuale".
"Ma fatto ancora più grave, che denota grande ignoranza in materia, è pensare di fare promozione turistica dividendo le Marche! Questi grandi strateghi che non conoscono neanche il territorio, - prosegue Pieroni - visto che non lo frequentano molto, anzi direi sono sempre assenti, farebbero bene a restarsene a Roma, magari eviterebbero queste brutte figure!"
"Tornando alla sentenza del Tar, che conferma la buona fede con cui quotidianamente cerchiamo di essere vicino al territorio, promuovendone le eccellenze, rappresenta un ulteriore stimolo a continuare il lavoro iniziato di concerto con i Comuni interessati e le Associazioni di categoria e soprattutto a tenere sempre alta l'attenzione laddove si presentino maggiori criticità" conclude Pieroni.
Le richieste di chi è rimasto senza casa e senza lavoro sono le stesse da circa tre anni e vengono gridate a gran voce da tutti quei piccoli comuni dell’entroterra marchigiano (e non solo) che non ne possono più. Richieste gridate a gran voce che però, in molti, sembrano non sentire.
Questa mattina nella Capitale c’erano Norcia, Pieve Torina, Ussita, Camerino, Caldarola, Tolentino, San Severino Marche, Castelsantangelo sul Nera e molti altri comuni delle quattro regioni (Marche, Abruzzo,Lazio e Umbria) colpite dal sisma del 2016.
Il Corteo che ha sfilato a Roma, organizzato dal Comitato Terremoto Centro Italia, ha visto la partecipazione di circa 500 persone che, sotto al Palazzo di Montecitorio, hanno chiesto risposte chiare e precise al governo in merito alla ricostruzione.
“Arrivati sotto a Montecitorio, nessuno è sceso, era un deserto – le parole di Susanna, che fa parte del Comitato Commercianti Caldarola -. Parlo a nome di tutte le piccole attività che sono state abbandonate in questi anni: vogliamo dei segnali chiari in merito alla ricostruzione. Non importa se oggi non abbiamo incontrato nessuno, sappiamo che alle orecchie dei nostri politici arriverà la nostra manifestazione e continuano, a gran voce, a chiedere loro delle risposte, per noi e per i nostri figli.”
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato inagibile, a seguito delle scosse di terremoto dell’ottobre 2016, un edificio sito in via Castello al Monte di proprietà dell’Istituto Suore Convittrici del Bambin Gesù interessato da lavori di ripristino per una spesa complessiva di circa 82mila euro.
Il provvedimento consentirà il rientro degli inquilini che vi risiedevano precedentemente nell’abitazione.
Nulla di fatto per i ricorsi presentati al TAR dalla società In-Gioco srl e dalla Federazione Italiana Tabaccai contro l’ordinanza sindacale del Comune di Macerata finalizzata a regolare e limitare l’accesso agli apparecchi di gioco nelle sale scommesse e video lotterie e nei locali pubblici.
Il Tribunale Amministrativo regionale ha respinto infatti i ricorsi contro l’annullamento dell’ordinanza del marzo 2018 che stabilisce che non si può giocare dalle ore 7 alle ore 10 e dalle 15 alle 20. Il divieto vale per tutte le sale ed esercizi commerciali, bar e tabaccherie che hanno macchine da gioco.
Il provvedimento del sindaco Carancini si inserisce nelle facoltà previste dalla legge regionale n. 3/2017 “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network”. E proprio a questa normativa si rifà la motivazione di respingimento del TAR ai ricorsi: “Il provvedimento comunale impugnato – si legge nell’atto – si pone come attuativo di tali indirizzi legislativi e, sotto il profilo motivazionale, poggia sulla stessa ratio… Nell’ordinanza sindacale impugnata si dà adeguatamente contro della specifica situazione esistente nel territorio di macerata ‘frequentata da molti giovani’ studenti. Il provvedimento inoltre è stato emanato sulla base dei dati e delle informazioni in possesso del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asur Area Vasta 3 e dell’Agenzia dei Monopoli di Stato, da cui risulta una diffusione di concessioni leggermente superiori alle medie nazionali da cui emerge che il 68% di essi dichiara di aver giocato d’azzardo almeno una volta e addirittura il 94% dei medesimi dichiara che, pur essendo minorenne, ha trovato esercenti. Genitori o altri adulti che non hanno impedito loro di giocare…”.
Le recenti sentenze del Tar seguono quella emessa sempre dal Tribunale Amministrativo delle Marche nel gennaio scorso. Infine, da ricordare, che anche il Consiglio comunale si era espresso all’unanimità con un ordine del giorno in merito al gioco d’azzardo e ludopatia, auspicando la disciplina dell’orario di gioco e la valorizzazione di locali NO SLOT.
Il sindaco del Comune di Macerata, Romano Carancini, interviene sulla questione del polo natatorio di Fontescodella: “Ho depositato stamattina presso la Procura della Repubblica di Macerata, assistito dagli avvocati Massimo Bertola e Paolo Giustozzi, un atto di querela nei confronti del Sig. Bommarito Giuseppe a seguito dell’articolo pubblicato su un giornale locale on-line l’11 aprile scorso dal titolo “Piscine, il grande flop di Carancini: un delirio di favori non dovuti che ha ferito e lacerato Macerata”.
" In oltre 9 anni di mandato da Sindaco ho sempre accettato serenamente critiche e giudizi sul mio operato, chiunque li avesse espressi, cittadini o organi di stampa, nella consapevolezza che, rispondere della fiducia accordata, volesse dire, in particolare, mai sottrarsi al confronto ed al controllo per gli impegni presi e le responsabilità assunte - afferma Carancini in una nota - .
Nell’articolo, il legittimo diritto di critica è stato violentato ripetutamente - continua Carancini - , travalicando abbondantemente i limiti elementari del rispetto della mia persona e dell’Istituzione che rappresento, con una manifesta falsa ricostruzione dei fatti riguardanti la vicenda delle piscine e con accuse infamanti nei miei riguardi, della Amministrazione della città e della Istituzione nella sua articolazione.
Ho tanto rispetto del ruolo che rivesto, delle tante oneste persone che fanno ogni giorno l’Istituzione e la servono e della fiducia delle persone nell’interesse delle quali ho il compito di amministrare la città, che ho considerato mio dovere far accertare alla Magistratura la diffamazione per i gravi fatti attribuiti, mettendo a disposizione, nella totale ed incondizionata trasparenza, un’analitica ricostruzione dei fatti e dei documenti esistenti.
Sul piano politico ed amministrativo della vicenda, come ho sempre fatto, riferirò in Consiglio Comunale già lunedì prossimo, nel rigoroso rispetto del mio dovere di Sindaco.”
I revisori dei conti hanno bocciato il bilancio consuntivo 2018 del Comune di Macerata.
Tra le contestazioni che vengono fatte ci sono: pochi fondi per le cause e spese per incarichi legali troppo alti. Tra le altre contestazioni, anche quelle relative alla riscossione delle multe delle quali su 1,2 milioni accertati sono entrati in cassa solo il 44%, costituendo quindi una perdita per le casse comunali. Per tali ragioni vengono invitati gli organi competenti "ad adottare i provvedimenti conseguenti".
Queste conclusioni sono state fatte dall'organo di revisione composto dai dottori commercialisti Ugo Maria Fantini e Fabrizio De Iulis e dal ragioniere commercialista Alberto Luchini.
Un altro elemento interessante che emerge dal report è quello legato agli accantonamenti dai contenziosi: il Comune ha infatti fissato la quota in circa due milioni, i revisori controbattono dicendo che per rientrare nei parametri della Corte dei Conti, la cifra da indicare è di 3,5 milioni di euro.
Tra le altre richieste del report dei revisori dei conti c'è quello relativo al rapporto sulle società partecipate che dovrebbe essere almeno trimestrale e non annuale come è avvenuto.
Infine non buone notizie, usando un eufemismo, per le casse del comune nelle entrate: quelle del 2018 per quanto riguarda Tarsu, Tia e Tari sono diminuite di 272.521 euro rispetto al 2017 - si legge nel report - mentre invece quelle relative agli incassi per l'Imu sono diminuite di 620.140 euro.
Insomma un altro grattacapo non indifferente per il Comune di Macerata e la Giunta Carancini, se si pensa che negli ultimi anni non si ricorda un giudizio negativo espresso dai revisori dei conti sul bilancio consuntivo.
La Giunta Regionale a dicembre 2018 ha ripartito i fondi POR FESR relativi all’ASSE 8 per un totale di 8milioni di euro sul territorio del cratere, con esclusione dei territori ricadenti nel bacino del fiume Nera già finanziati con i fondi emergenziali del sisma.
"Con soddisfazione, grazie anche a mirate capacità programmatorie, devo sottolineare che 4 milioni di euro degli 8 milioni previsti riguardano la provincia di Macerata - ha spiegato il sindaco di Montecavallo Pietro Cecoli -. Il progetto che qui oggi presentiamo, come voi sapete, è stato costruito con la partecipazione condivisa del territorio tra gli uffici regionali e i tecnici comunali, anche se impegnati nelle più gravose questioni della ricostruzione. L’indirizzo politico è stato quello di curare particolarmente il territorio montano da tempo abbandonato sotto il profilo idrogeologico, nello specifico dei fiumi."
"Come potete vedere dalla mappa che illustra la collocazione deli interventi, ci occupiamo del territorio maceratese del bacino del Chienti tra i comuni di Camerino, Montecavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti e Valfornace - ha concluso -. I fondi comunitari impongono una tempistica serrata e confidiamo, una volta sviluppate tutte le tutele ambientali nella redazione del progetto, di andare all’appalto dei lavori entro fine anno o al massimo entro i primi mesi del 2020. I tecnici regionali sono qui a disposizione per illustrarci nel dettaglio il progetto a livello di fattibilità e per recepire, dopo la presentazione di oggi, ogni utile indicazione per sviluppare, nella successiva fase di progettazione, eventuali approfondimenti."
La Riduzione delle emissioni di gas serra grazie alla maggiore efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e l’introduzione di buone pratiche per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici sono gli obiettivi del Piano di Azione per il Clima e l’Energia (PAESC) che la prossima settimana verrà sottoposto all’attenzione del Consiglio comunale per la relativa approvazione. Il Piano rappresenta l’esecuzione programmatica del secondo Patto dei Sindaci, il primo venne approvato nel 2013, ovvero l’impegno volontario dei Comuni di perseguire a livello locale gli obiettivi della strategia ambientale della Comunità Europea
La base di conoscenza scientifica sui fenomeni in atto e l’individuazione delle azioni possibili e dei loro effetti sono stati ottenuti grazie a due progetti finanziati dalla Comunità Europea. Il provvedimento contiene due progetti, Empowering e Life Sec Adapt.
Empowering riguarda gli obiettivi di mitigazione cioè di riduzione delle emissioni di gas serra attraverso una serie di azioni votate in particolar modo all’efficientemente energetico e a modelli di produzione e consumo carbon free. Life Sec Adapt, invece, riguarda l’adattamento climatico cioè la capacità di ridurre l’impatto ambientale, economico e sociale dei cambiamenti climatici già in corso. Entrambi i piani di azione hanno come anno di riferimento il 2030 e prendono lo spunto da un lavoro di conoscenza scientifica che consente di comprendere come, anche a livello del nostro territorio, si possa intervenire per ridurre le emissioni di gas serra e come i cambiamenti climatici impattino sulla nostra vita quotidiana.
Due i punti che caratterizzano la delibera. Il primo riguarda l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra fissato nel 2030 al 50% rispetto all’anno di riferimento ovvero il 2005. Si tratta di un valore superiore a quello richiesto dalla Comunità Europea che si ferma al 40%. Sulla base dei risultati ottenuti fino ad oggi, che indicano una riduzione del 26% nel 2016, superiore già a quello richiesto dal primo patto dei sindaci che fissava il 20% per il 2020, l’Amministrazione comunale ha ritenuto infatti che la comunità maceratese potesse porsi un obiettivo più ambizioso mantenendo al centro della propria azione l’impegno contro i cambiamenti climatici.
La seconda novità della delibera riguarda proprio l’introduzione, per la prima volta, nelle scelte politiche e amministrative del Comune di Macerata del concetto di adattamento climatico. Un lavoro di approfondimento scientifico e di condivisione di buone pratiche già utilizzate altrove ha permesso infatti di individuare quali sono e saranno i principali impatti dei cambiamenti climatici in corso, come ad esempio l’aumento delle temperature e la siccità alternata a brevi periodi di forte piovosità, e quali politiche possono essere implementate per aumentare la capacità di adattamento del territorio naturale, di quello urbano e anche della comunità.
È tra le affascinanti vedute dei Monti Sibillini, a Penna San Giovanni, che mercoledì 22 maggio si terrà il taglio del nastro del Ristorante di Borgo Pilotti Beauty Clinic Hotel & SPA, “Le Clarisse”, guidato dalla chef Vicky e dal suo staff. La struttura andrà ad arricchire l’offerta dedicata già messa in campo dall’imprenditore Corrado Pilotti.
“Già il 50% della struttura è operativa, mentre per il ristorante attendiamo mercoledì 22 quando si procederà con il taglio del nastro – ha commentato Corrado Pilotti -. Proporremo, su prenotazione a pranzo e cena, nella splendida location de “Le Clarisse”, i piatti rivisitati della tradizione marchigiana, tutti accompagnati dai vini della nostra cantina che conta 70 etichette di cui il 50% tutte marchigiane. La struttura alberghiera conclude così la sua offerta insieme all’Hotel, con le sue 12 suites già operative.”
“La parte beauty, clinic e spa si sta invece completando e, per la fine dell’estate, saremo operativi al 100% con tutti i servizi dedicati da noi offerti, volti a migliorare la salute e a rinforzare le energie degli ospiti, facendo ritrovare loro relax e benessere – ha concluso Corrado -. Ciò che Borgo Pilotti vuole offrire è un ideale punto di arrivo per il completo comfort dei nostri clienti, con la possibilità di coniugare la propria permanenza con i servizi della struttura sanitaria.”
Un progetto innovativo dunque che fonde insieme benessere, sanità, estetica, comfort e piacere nella splendida cornice delle montagne di Penna San Giovanni.
È obbligatoria la prenotazione per tutti i servizi del Borgo Pilotti Beauty Clinic Hotel & SPA.
Per informazioni chiamare il numero: 0733 1650978 o visitare il sito https://borgopilotti.it/
In calo i reati nelle Marche nel primo trimestre 2019. Il monitoraggio effettuato periodicamente dal Viminale su reati e accoglienza, dopo l'approvazione del decreto Sicurezza, registra una diminuzione del 12,7%. Tra le province Ancona registra un -10,8%, Ascoli Piceno -13,4%, Fermo -10,7%, Macerata -15,6% e Pesaro Urbino -12,7%.
Si riducono anche gli stranieri ospiti delle strutture di accoglienza. In tutta la regione erano 4.385 il 13 maggio 2018 mentre ad un anno di distanza sono diventati 3.045 (-30,56%). Diminuiscono in tutte le province: Ancona (-3,96%), Ascoli Piceno (-28,47%), Fermo (-32,38%), Macerata (-53,13%) e Pesaro Urbino (-48,06%). "Vogliamo fare sempre di piu' e meglio- dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini- i numeri sono rassicuranti ma non ci accontentiamo. Abbiamo segnalato agli amministratori locali nuovi strumenti, in collaborazione con le Prefetture, per aggredire le grandi piazze di spaccio, isolare balordi e sbandati, per effettuare sgomberi. Auspico che i sindaci sappiano utilizzarli al meglio, mentre il piano che rinforzera' tutte le questure d'Italia sara' decisivo per ridurre ulteriormente la criminalita'".
(Fonte Agenzia Dire)
Il Sindaco Fabrizio Ciarapica, a causa del blocco della viabilità per il passaggio del Giro d’Italia, con l’ordinanza n° 29 del 16-05-2019, ha deciso la chiusura anticipata delle attività didattiche alle ore 11 delle scuole di ogni ordine e grado per la giornata di sabato 18.
La decisione è scattata per consentire il regolare transito dell’Ottava tappa del Giro d’Italia prevista sul nostro territorio dopo le ore 12, in particolare sulla S.S.16 e lungo le vie: Martiri di Belfiore, G. Carducci, E. De Amicis, Principe di Piemonte e Cristoforo Colombo.
Tale decisione è stata assunta al fine di eliminare rischi per la sicurezza dei cittadini, per agevolare studenti e familiari nel rientro a casa e, anche, per consentire ai ragazzi di assistere alla storica manifestazione giunta alla sua 102a edizione.
Sabato 18 maggio, alle ore 17 avrà luogo con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo Nazzareno Marconi la solenne riapertura della chiesa Santi Giuseppe e Filippo Neri di Chiarino, piccola località rurale lungo la strada tra Recanati e Loreto, dove intorno al 1255, da umili genitori, nacque Angelo Clareno. Esisteva in quella contrada l'antica chiesa di San Lorenzo, elencata nella bolla di Innocenzo IV del 22 marzo 1249.
L'attuale chiesa parrocchiale, posta sulla cima del colle, fu eretta fra il 1860 e il 1867. Presenta una unica navata, coperta con volta a tutto sesto, in camorcanna, ed abside emicicla. Fu consacrata dal vescovo Tommaso Gallucci il 19 gennaio 1873, dedicata ai Santi Giuseppe e Filippo Neri.
Il 20 dicembre 1919 un fulmine atterrò il campanile e gran parte del tetto. Tra il 1921 e il 1923 per la cura del parroco don Antonio Capodaglio fu rimessa a nuovo, col contributo del Municipio di Recanati. Al nuovo allestimento degli interni contribuirono Benedetto XV e vari benefattori. L'artista, Luigi Emiliani, seppe esprimere con grande originalità, con un linguaggio che attinge dalla Secessione Viennese, i contenuti fondamentali della fede.
I rimaneggiamenti verificatisi tra il 1957 e il 1961, ed ancora nel 1967, hanno variato gran parte delle cromie dell'aula e del presbiterio; si conserva tuttavia la decorazione Liberty all'interno dell'abside, che denuncia ancora tutta la sua forza espressiva.
Danneggiata dal sisma 2016, la chiesa è stata interdetta. Nella primavera dell'anno corrente è iniziato l'intervento di consolidamento, terminato il 26 aprile. Progettato dall'arch. Stefano Pasquali in collaborazione con l'ing. Guglielmo Cervigni, è stato eseguito dalla ditta Edil 93 e C. snc di Stacchiotti Luciano, con fondi dell'8x1000 alla Chiesa Cattolica e con i sacrifici della Parrocchia.
Sono stati eseguiti interventi strutturali locali mirati al ripristino delle lesioni sulle murature portanti, la sostituzione della struttura in legno del tetto con nuove capriate di sezione adeguata e realizzando un efficace collegamento tra il tetto e i paramenti murari con cordoli perimetrali in acciaio, come previsto dalla vigente normativa sismica.
A completamento dell’intervento strutturale inoltre sono stati realizzati la pulizia ed il rinforzo estradossale della volta in camorcanna.
Il Comune di Civitanova Marche ha reso omaggio alla Lube Volley con uno striscione che troneggia sul balcone del Palazzo Comunale in piazza XX Settembre. Sullo striscione si legge: "Grazie Lube Volley, Civitanova Campione d'Italia". Il sindaco Fabrizio Ciarapica, dopo essere stato assente a Perugia nel giorno della festa scudetto per via di una riunione di giunta, si recherà sabato (18 maggio, ndr) a Berlino per assistere alla finalissima di Champions League, nella quale la formazione di coach De Giorgi fronteggerà lo Zenit Kazan (dove seguire la partita).