Via intitolata a mons. Tarcisio Carboni. Il vescovo Marconi: «Avanti nelle vie del Signore come lui avrebbe voluto»
Commozione, preghiera e la testimonianza di fede e di vita di un “pastore con l’odore delle pecore” si sono unite nel grande applauso che ha accompagnato l’intitolazione della via che conduce al Seminario Redemptoris Mater di Macerata a mons. Tarcisio Carboni. Un cerimonia che anticipa di poco più di un mese l’anniversario dei 30 anni dalla sua morte, sopraggiunta il 25 gennaio del 1995.
Carboni fu vescovo di Macerata e Tolentino dal 1976 al 1985 e, successivamente, vescovo della Diocesi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia fino alla scomparsa. Missionario in Brasile, a mons. Carboni si deve, tra le sue opere, la riscoperta e l’apertura del processo di beatificazione di padre Matteo Ricci. Certamente non casuale la scelta del luogo per l’intitolazione: fu infatti san Giovanni Paolo II a benedire la prima pietra del Seminario durante la sua visita a Macerata nel 1993 accolto proprio dal vescovo Carboni.
«Tarcisio Carboni è stato un uomo in ricerca, vicino alla gente, attento a portare la Parola di Dio a tutti (“Predica Verbum” era il suo motto episcopale) e disposto a farsi tutto a tutti perché ognuno potesse ricevere la presenza del Signore – ha affermato il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi –, si è adoperato perché moltissime realtà ecclesiali potessero nascere e crescere nella nostra Diocesi. Ringraziamo il Signore per il dono di questa presenza e gli faremmo un torto e ci fermassimo invece di continuare ad andare avanti nelle vie del Signore, per aiutare la gente a crescere nella fede».
Insieme al rettore del Seminario Redemptoris Mater don Davide Tisato, presenti alla cerimonia, tra i tanti, anche i Catechisti Itineranti del Cammino Neocatecumenale nelle Marche, Abruzzo e Malta Eusebio e Giulietta Astiaso, don Osvaldo Giacomelli e Stefano Tumini: «Vorrei sottolineare un aspetto della personalità del vescovo Carboni – ha spiegato Eusebio Astiaso –, la fede, lo zelo, l’amore per i giovani e ogni uomo della terra, ai lontani e ai vicini della Chiesa. È stato un uomo che ha saputo leggere i segni dei tempi, amava il Cammino e lo ha sostenuto. A lui oggi viene intitolata una strada che passa per la città di Maria e arriva al cielo».
L’intitolazione è stata resa possibile su proposta del consigliere Marco Bravi, dopo la delibera del Consiglio comunale di Macerata dello scorso 25 marzo. A scoprire la nuova toponomastica della strada (già via Alessandro Filippucci) è stato il sindaco Sandro Parcaroli, accompagnato dal vice sindaco Francesca D’Alessandro, dal consigliere regionale Anna Menghi e dall’assessore Oriana Piccioni. Presente alla cerimonia anche il primo cittadino di Ortezzano, Carla Piermarini, sindaco della città natale di mons. Carboni prossima anch’essa a dedicargli un luogo simbolo del paese. «Una via per seguire il suo esempio – ha affermato il sindaco Parcaroli –, si tratta di un gesto ispirato dalla cittadinanza e che assume un valore ulteriore perché istituito su volontà del consiglio comunale. Non possiamo che esserne felici e siamo profondamente grati per quanto mons. Carboni ha fatto per Macerata».
Parole riprese dal promotore, il consigliere Bravi: «L’attaccamento della cittadinanza a mons. Carboni è evidente e tanti sono stati gli ispiratori di questa giornata – ha detto –, in molti anche nelle scorse ore hanno dimostrato questo sentimento, così come i tanti presenti a questa cerimonia».
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