Aggiornato alle: 17:37 Domenica, 13 Luglio 2025 cielo coperto (MC)
Varie San Severino Marche

"Rinascimento Marchigiano": a San Severino l’ultima tappa della mostra sulla rinascita post sisma

"Rinascimento Marchigiano": a San Severino l’ultima tappa della mostra sulla rinascita post sisma

La Città di San Severino Marche dal 12 luglio al 19 ottobre ospita l’ultima significativa tappa della mostra itinerante “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”.

Dopo aver incantato il pubblico a Roma, Ascoli Piceno e Ancona, l’esposizione trova la sua degna conclusione nel Piano Nobile del Palazzo Comunale, nella suggestiva piazza Del Popolo, offrendo un percorso culturale e spirituale che restituisce al pubblico capolavori rinascimentali strappati alle macerie del sisma del 2016 e tornati a risplendere grazie a importanti interventi di restauro.

L’iniziativa, promossa da Anci Marche e dal Pio Sodalizio dei Piceni con il sostegno della Regione Marche, del Ministero della Cultura e di numerosi enti locali, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino, con il contributo del Commissario straordinario alla Ricostruzione sisma 2016, del Comune di Ancona, del Comune di Ascoli Piceno e del Comune di San Severino Marche e con il patrocino della Fondazione Marche e Cultura, rappresenta un'occasione unica per ammirare opere di inestimabile valore artistico e simbolico.

“La mostra rappresenta un simbolo tangibile della resilienza e della determinazione delle nostre comunità nel preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale colpito dal sisma - sottolineato il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che aggiunge - Le opere esposte, tra cui importanti capolavori, testimoniano non solo la ricchezza artistica delle Marche, ma anche l'impegno profuso nel loro restauro e nella loro restituzione alla collettività”.

Curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, l'esposizione si inserisce in un dibattito più ampio sulla “restanza”, un concetto evocato dal senatore Guido Castelli, Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016: “La restanza non è sinonimo di 'restare' - spiega Castelli, citando Vito Teti, che prosegue - Non si resta o si fugge: si resta e si fugge. Nella 'restanza' c’è un movimento e una radice, c’è un viaggio dentro e un viaggio fuori”. Le grandi tragedie, come il terremoto, “aiutano spesso a capire meglio le cose, sé stessi e ciò che ci appartiene (e a cui apparteniamo). In questo l’arte aiuta. L’arte è sempre un viaggio”.

Il patrimonio artistico e culturale, gravemente ferito dal sisma del 2016, è una "prodigiosa sintesi" del territorio e delle sue comunità. “Non c’è nostalgia o compiacimento di qualcosa che è stato perduto e che si vorrebbe recuperare – invano – ma c’è la consapevolezza che in quello che si è perso si produce qualcosa di nuovo, per tutti” - aggiunge Castelli, rimarcando come la mostra sia “uno di quei 'ponti' che Papa Francesco reclamava nell’azione dell’uomo”.

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche, ha descritto la mostra come “molto più di un evento espositivo, ma l’occasione per scoprire attraverso le opere d’arte i meravigliosi territori del nostro entroterra, duramente colpito dal sisma del 2016. Questo progetto - prosegue Acquaroli - rappresenta un segno concreto e tangibile della volontà collettiva di recuperare, proteggere e soprattutto valorizzare il patrimonio culturale che è stato danneggiato. Ogni opera restaurata porta con sé non solo una bellezza artistica inestimabile, ma anche il racconto delle storie e delle tradizioni che legano indissolubilmente le comunità marchigiane ai loro luoghi d’origine, rafforzando il legame tra l'arte e i Cammini della Fede, itinerari spirituali che attraggono migliaia di visitatori”.

Anche Marco Fioravanti, presidente di Anci Marche, nel catalogo che accompagna l’esposizione ha ribadito l'importanza di non disperdere l'enorme patrimonio artistico danneggiato dal sisma: “Grazie al grande impegno di Anci Marche e del Pio Sodalizio dei Piceni... non solo si sono recuperate tante opere che rappresentano la storia e la cultura della nostra comunità ma si sono realizzati eventi espositivi che hanno prodotto una significativa valorizzazione e promozione del territorio”.

Come evidenziato dai curatori Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, il sisma del 2016 ha causato “danni materiali ed immateriali, determinanti per la disgregazione dell’identità stessa di una vasta area”. La mostra nasce proprio per arginare questo effetto a lungo termine, selezionando opere che provengono dai luoghi colpiti dalle scosse e che si collocano lungo i cammini percorsi dai pellegrini.

Tra i capolavori esposti, si possono ammirare il trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli, di cui è stata recuperata la preziosità degli smalti e la delicatezza dei dettagli, il Cristo sul sepolcro di Pietro Alamanno e il polittico di Funti di Nicola Filotesio detto “Cola dell’Amatrice”. Spiccano anche il San Rocco del palazzo comunale di Caldarola, oltre a dipinti seicenteschi di Giuseppe Puglia e Ludovico Trasi, e una monumentale pala d’altare del fiorentino Cesare Dandini.

Il restauro, affidato a restauratori e tecnici marchigiani, ha permesso di “restituire continuità alle immagini, pur non nascondendo lo stato di degrado della pellicola pittorica”, e di ritrovare la ricchezza del patrimonio storico-artistico dell'entroterra marchigiano. La Soprintendenza ABAP per le province di AP-FM-MC e il Segretariato Regionale delle Marche hanno attivato depositi attrezzati e laboratori di restauro, dimostrando un impegno costante nella salvaguardia di questi beni.

L’allontanamento delle opere d’arte dai paesi danneggiati dal sisma era stato accompagnato dalla comprensibile apprensione dei cittadini. “Era fondamentale, pertanto, far ritornare alla luce l’eredità di quella gente” - sottolineano i curatori. “È un dovere perché l’arte, in quanto rappresentazione estetica della bellezza, ha il potere di sollevare, di alleviare e di curare le ferite, materiali e spirituali, della natura umana. Ma al contempo è capace di dare un contributo fondamentale alla rinascita e alla crescita”.

La mostra “Rinascimento marchigiano” a San Severino Marche non è solo un'esposizione di opere d'arte, ma un profondo messaggio di rinascita, un inno alla capacità di una comunità di risorgere dalle proprie ceneri, custodendone e valorizzandone la bellezza e l’identità.

La mostra sarà visitabile presso la Galleria d'Arte Moderna "Filippo Bigioli" del Palazzo Municipale nei seguenti orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 e la domenica e festivi dalle 11 alle 19.

Picchio News
Il giornale tra la gente per la gente.

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni