Marche, i cibi tipici del Natale e della Vigilia: ecco i piatti legati alla tradizione
“Il magro per la Vigilia e la quintessenza del grasso e della carne per il giorno di Natale”. La tradizione culinaria marchigiana durante le festività natalizie può esser racchiusa in questa massima. Ma quali sono i piatti tipici della tradizione che si vedranno in tavola il giorno della Vigilia e a Natale?
Eh sì, perché ogni regione ha un menù tipico delle feste, un mix di piatti che accomuna tutte le case, provincia per provincia, da nord a sud. Ma indovinate un po’, in realtà questo fatto non si verifica in una regione: le Marche, appunto, che hanno fatto della pluralità un loro vessillo. Proprio come cambia il dialetto quasi da un paese all’altro, così cambiano i piatti tipici della vigilia di Natale.
VIGILIA
Tra i piatti protagonisti della tavola nella giornata della Vigilia l’ingrediente principe era e resta il pesce. Nelle Marche si usava mangiare pesce conservato, un piatto povero, che essendo essiccato, poteva conservarsi più a lungo e raggiungere facilmente località più lontane dalla costa, come l’entroterra. Le nostre nonne servivano in tavola “sua maestà” lo stoccafisso e il baccalà, cucinato con le patate e gli aromi dell’orto, in un tripudio di sapori che ancora oggi tocca le corde del cuore.
Già nel 1781, nel Maceratese, era usanza preparare “cavoli in turbante di Vigilia” e “selari di Vigilia con salsa di tarantello”. Il protagonista è sempre il pesce, che, nel primo caso costituisce il “turbante” e nel secondo si trova sottoforma di insaccato, realizzato con la trita della pancia del tonno. Scendendo ancora più a sud, nella provincia di Fermo, si scopre la tradizione gustare i maccheroncini di Campofilone conditi per l’occasione con il sugo di pesce, mentre nell’Ascolano si preferiscono i “Cefeluotte” (bucatini) con sugo di tonno e olive.
NATALE
Il pranzo natalizio non può che non iniziare con gli antipasti: non possono mancare, una fetta di pecorino, affettati locali, prosciutto, una tartina di fegatini (o tonno), l’immancabile carciofino sottolio, che la tradizione vuole aperto per l’occasione, e le olive.
Primi piatti - La scelta è tra i cappelletti (rigorosamente fatti a mano) con brodo di cappone e i vincisgrassi. Nel Fermano non possono mancare i maccheroncini di Campofilone al ragù.
Secondi piatti - Troviamo come piatto della tradizione (soprattutto nel Maceratese) la gallina bollita e il cappone arrosto. In alternativa i piatti rustici a base di carne: il coniglio in salmì e il pollo in potacchio, entrambi aromatici e ricchi di gusto. Nel Pesarese la cucina di mare la si ritrova con i secondi piatti, in particolare con la specialità, quale sua maestà il brodetto di pesce di Fano.
Dolci - Il piatto forte del pranzo di Natale marchigiano arriva a fine pasto, con i tanti dolci tradizionali, ideali da preparare in anticipo e aggiungere al cesto natalizio da regalare a parenti e amici. Tra i dessert più caratteristici ricordiamo i Cavallucci di Apiro, dei biscotti di frolla ripieni di sapa, il Frustingo a base di frutta secca e fichi, "Lu Serpe" al cioccolato e il torrone di Camerino. Immancabile anche la pizza dolce marchigiana (o pane nociato).Tornando al frustingo si tratta un'antica ricetta che risale addirittura agli Etruschi e che ne fa il dolce più antico delle Marche e dell’Italia. Un trionfo di sapori e di gusti, dunque, ma legati alla tradizione.
(Foto di copertina raffigurante il frustingo tratta dalla pagina Facebook sei Marchigiano se)
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