Da Spoleto a Tolentino per le acque salsobromoiodiche: la storia della famiglia Bernardini
Un intervento chirurgico mal riuscito, un'infezione dagli effetti devastanti e nessun rimedio. È la storia travagliata della famiglia Bernardini di Spoleto che da diversi anni combatte con le conseguenze di un intervento di rimozione parziale di tonsille e adenoidi sulla figlia Benedetta, all'epoca una bambina di appena 3 anni di età e che da quel momento ha combattuto quotidianamente con problemi sanitari sempre più seri, fino a costringere Benedetta a mettere un apparecchio acustico.
“Abbiamo girato diversi centri specialistici, parlato con molti medici, fino a che non abbiamo interpellato il dottor Roberto Bovo, Otorino luminare dell'Ospedale di Padova - spiega la famiglia Bernardini -. Lui ci ha consigliato le cure inalatorie, ma da eseguire solo in un centro in cui ci fosse l'acqua salsobromoiodica. Dopo una ricerca sulle strutture termali italiane abbiamo scoperto con vero piacere che ce n'era una a non molti chilometri da noi”.
"Spoleto Infatti dista solo circa 45 minuti di auto da Tolentino - continuano - che è facilmente raggiungibile grazie al completamento della Quadrilatero, la nuova superstrada che in meno di un'ora ti permette di raggiungere lo stabilimento termale tolentinate e sottoporre non solo Benedetta alle cure, ma tutti noi."
Sì, perché visti gli effetti benefici immediati sulla ragazza tutta la famiglia Bernardini ha deciso di farsi coccolare dalle mani esperte degli operatori termali tolentinati. Benedetta, la sorella e il papà fanno le inalazioni, l'aerosol e le docce nasali, la mamma le cure balneoterapiche per un fastidio alle articolazioni.
“I risultati si sono visti da subito. Già alla prima visita fatta a Padova dopo un ciclo di cure inalatorie a giugno il dottore ha notato un evidente miglioramento. Erano anni che aspettavamo un riscontro positivo, abbiamo passato duri momenti di sconforto e ora grazie alle acque termali di Santa Lucia possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo. Torneremo tutti gli anni in primavera e in autunno, proprio come consigliano i medici, perché i risultati ci sono, le terapie sono efficaci e non vogliamo più rischiare un peggioramento" conclude la famiglia Bernardini.
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