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Architetto, ci spiega cosa c'era di offensivo e lesivo della sua persona?

Architetto, ci spiega cosa c'era di offensivo e lesivo della sua persona?

Nella giornata di ieri, girovagando in rete, ci siamo imbattuti in un articolo del Corriere della Sera che riportava di una polemica nata nella Diocesi di Cremona relativamente ad un incontro-dibattito con la comunità cattolica gay-lgbt. La polemica è nata in seguito all’indignazione di alcuni “cristiani tradizionalisti” che ritengono inopportuna la scelta della location per questo dibattito, tanto da scrivere una lettera al vescovo, Antonio Napolioni. Il prelato, come è noto, è un sacerdote di Camerino e noi, che siamo una pubblicazione di territorio, abbiamo ritenuto opportuno riportare la notizia. Titolo: “Gay e lesbiche nella Chiesa; il vescovo di origini camerti finisce al centro di una polemica nazionale”. Nel testo la notizia, solo la notizia, senza commenti e con tanto di link all’articolo del Corriere della Sera. Poiché i nostri articoli contengono sempre almeno una foto, e poiché tendiamo ad utilizzare, sempre quando è possibile, foto di nostra proprietà, abbiamo messo mano al nostro archivio, trovando effettivamente una foto di don Antonio. Pubblicando circa cento articoli al giorno, (quando le circostanze non richiedono particolare attenzione) non stiamo tanto a guardare e pubblichiamo la prima foto del nostro archivio che viene fuori dalla ricerca. Nel caso specifico di ieri, il vescovo di Cremona è ritratto in primo piano, mentre in secondo piano si vede il viso di un’altra persona. Una foto scattata in una occasione pubblica aperta alla stampa e già pubblicata altre volte sul nostro sito (senza che nessuno si risentisse).

Ieri sera ci siamo ritrovati una PEC nella casella di posta, firmata da un noto architetto del territorio, di cui conoscevamo il nome, avendo avuto ruoli “pubblici”, ma non ricordavamo certo il viso. La missiva in questione è la seguente, la riportiamo integralmente con tanto di maiuscoli, errori grammaticali e refusi:

“spettabile direttore,

noto con disappunto che la  testata da lei diretta ha pubblicato a corredo dell'articolo dal titolo "Gay e lesbiche nella Chiesa; il vescovo di origini camerti finisce al centro di una polemica nazionale"  (il link: https://picchionews.it/attualita/gay-e-lesbiche-nella-chiesa-il-vescovo-di-origini-camerti-finisce-al-centro-di-una-polemica-nazionale) una foto che mi ritrae di fianco  a mons. Napolioni IN UNA CIRCOSTANZA CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL CONTENUTO DELL'ARTICOLO.

Ritengo che l'associazione di questa immagine  con l'articolo in epigrafe possa essere fuorviante e comunque lesiva della mia persona, veicolando pesino allusioni gratuite e immotivate. la foto poteva benissimo essere ritagliata  senza che io vi fossi ritratto e senza che questo ne pregiudicasse   l'efficacia.  ora, con la presente, dopo averle chiesto di persona per via telefonica di voler provvedere ad eliminare la fotografia con la massima velocità e avendo ricevuto da parte sua un fermo diniego, sono formalmente a diffidarla dall'ELIMINARE IMMEDIATAMENTE LA FOTOGRAFIA CHE MI RITRAE INSIEME A MONS. NAPOLIONI ASSOCIATA AL SUDDETTO ARTICOLO del sito web news da lei diretto.

se ciò non dovesse avvenire sarò costretto a tutelare i miei diritti secondo le modalità previste dalla legge.

allego screenshot dell'immegine pubblicata

distinti saluti

...firma...”

E’ doveroso, a questo punto, da parte nostra, dire che ieri sera non c’è stato alcun diniego a togliere la foto, ma all’architetto è stato semplicemente risposto che eravamo fuori redazione, che non ricordavamo la foto e che appena rientrati all’indomani (oggi n.d.r.) avremmo valutato se toglierla o meno. Poco dopo, alle 21,10, abbiamo ricevuto la PEC in questione, indirizzata, oltre che al nostro direttore, a Franco Elisei (presidente Ordine Giornalisti delle Marche) e al consiglio di disciplina dell’Ordine Giornalisti delle Marche.

Subito, uno dei nostri collaboratori ha provveduto ad assecondare la richiesta dell’architetto, tagliando la foto in questione (con il risultato grafico che ognuno di voi può giudicare). La nostra scelta è stata di mera cortesia, ritenendo che con la pubblicazione di quella foto non abbiamo commesso alcun tipo di scorrettezza e che, di fatto, ogni eventuale azione nei nostri confronti si sarebbe conclusa con un nulla di fatto e con buon pace del sedicente offeso. Non pensavamo di offendere nessuno e, tanto meno, “di ledere una persona” e dare adito a interpretazioni fuorvianti o chiacchiere di paese. Anche perché, lo ripetiamo, fino a ieri sera l’architetto era per noi un perfetto sconosciuto relativamente alla sua figura. In ogni caso ci scusiamo, offendere non era nelle nostre intenzioni e se l’abbiamo fatto, macchiandoci di leggerezza e non certo di dolo, ci dispiace.

Tuttavia, essendo noi stati cortesi nei suoi confronti assecondando la sua richiesta, non possiamo esimerci dal chiedere all’architetto di essere a sua volta cortese e risponderci ad un paio di semplici domande che gli rivolgiamo direttamente: che cosa, caro architetto, l’ha offesa così tanto, al punto di arrivare a scrivere una PEC di diffida alle 21,10 di un lunedì sera? Che c’è di fuorviante nella foto (più e più volte pubblicata) di un articolo che riassume in quattro righe un articolo del Corriere della Sera e che lei ritiene, invece, veicolo di allusioni gratuite e immotivate? E quali sarebbero queste allusioni gratuite e immotivate? Davvero, ci aiuti a capire, così da metterci nelle condizioni di non ripetere i nostri errori: il problema per lei sta nell’essere ritratto a fianco a un vescovo (anticlericalismo?) o sotto ad un titolo in cui compaiono i termini “gay” e “lesbiche” (omofobia?)? In nessuno dei due casi, francamente, riusciamo a vedere il dramma ...o l’offesa. Anche perché, ripetiamo, quella foto è stata pubblicata altre volte e non si era mai risentito nessuno.

Con cortesia e in attesa di una sua risposta,

la Redazione di Picchionews

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