Ogni anno i media, nell'analizzare dettagliatamente l'andamento dell'economia italiana, evidenziano che il mercato della lettura dei tarocchi è in grado di produrre elevati profitti senza subire mai alcuna flessione. Al pari cioè del cosiddetto made in Italy, anche l'universo della cartomanzia riesce ad attirare moltissimi clienti che, in questo caso mossi da una morbosa curiosità verso il proprio futuro, sono disposti a pagare cifre esorbitanti pur di acquisire anticipazioni sugli eventi che caratterizzeranno la loro vita.
Desta certamente stupore appurare che in una società avanzata esista ancora chi riponga fiducia nelle previsioni dedotte dall'interpretazione delle carte e pertanto resta interessante tentare di spiegare i motivi che alimentano questo imperituro fenomeno. Occorre anzitutto segnalare che da sempre l'essere umano, a prescindere dalla sua solida o povera preparazione culturale, cade nella tentazione di aggrapparsi a singolari strumenti conoscitivi ogniqualvolta la ragione restituisca risultati imprecisi o fallimentari.
Non accontentandosi, quindi, di rimanere inerme di fronte a vicende enigmatiche, tende a provare ad esempio la via esoterica allo scopo di capire una realtà che appare impenetrabile. A questo aspetto bisogna poi aggiungere che ai cartomanti si chiede di solito di individuare soluzioni veloci volte a porre fine ad una crisi sentimentale: la separazione dal partner rappresenta un avvenimento che mina più di ogni altro la serenità di chi lo patisce e l'urgenza di superarla spinge dunque non poche persone a ricorrere alla dimensione esoterica.
Ritenere che dall'esame della simbologia dei tarocchi sia possibile dedurre verità assolute appartiene alla convinzione o alla disperazione di chi intende recuperare una preziosa condivisione coniugale destinata altrimenti a svanire. Sia pure molti sentendo legittimamente l'esigenza di respingere questa visione delle cose, sono obbligati tuttavia a prendere atto che c'è molta gente che al contrario abbraccia l'idea che la volontà individuale sia senza influenzata da energie parallele intuibili soltanto attraverso il ricorso alla cartomanzia.
Il notevole successo ottenuto dai cartomanti sul web
Internet da anni regala un'invidiabile visibilità mediatica alle imprese che usano intelligentemente strategie di web marketing per reperire clienti. A questa efficace piattaforma pubblicitaria non potevano non partecipare anche i cartomanti e soprattutto quelle aziende che propongono al telefono per l'intera giornata una lettura dei tarocchi. Non è un caso che ad esempio in vetrine virtuali che accettano annunci di varie categorie campeggino banner e messaggi promozionali riferibili proprio ai protagonisti dell'universo esoterico.
Sui social i profili gestiti dai cosiddetti professionisti dell'arte del predire, inoltre, risultano innumerevoli e sono quotidianamente animati da video seducenti che tendono ad attrarre perfino coloro che non hanno mai nutrito verso l'interpretazione delle carte alcun interesse. Non occorre peraltro dimenticare che ancora più potente è nei siti controllati dalle società che veicolano una cartomanzia telefonica il consiglio che attraverso il loro intervento una coppia destinata al collasso ha ottime probabilità di disattendere questo triste epilogo e conquistare una rinnovata tranquillità.
Ci tengono tutte a sottolineare che i simboli dei tarocchi, se acutamente analizzati, sono capaci di offrire spunti di riflessione fondamentali per scoprire le strade più opportune da percorrere per raggiungere una più stabile unità di intenti. Le statistiche di Google, tese a registrare le ricerche dedicate a questo singolare settore, rivelano che decine di migliaia di utenti ogni giorno desiderano trovare sulla rete un cartomante in grado di garantire loro prospettive sentimentali più ottimistiche.
I pareri di un'impresa di cartomanzia telefonica sul consenso maturato in venti anni di attività
I proprietari di cartomantidellasoluzione sostengono che la figura dei cartomanti, richiesta da sempre anche da personaggi della politica o dello spettacolo per comprendere meglio la loro vita privata e pubblica, emana un fascino senza tempo perché promette di soddisfare in tempi rapidi i bisogni primari e dunque non rinviabili di ogni individuo.
La mancanza di un'occupazione lavorativa e specialmente la voglia di continuare un romantico percorso di coppia costituiscono aspetti che, se non risolti, determinano uno sconforto tanto profondo da sollecitare non poche persone a ritrovare l'unica ancora di salvezza nella consulenza di un cartomante. Il che vuol dire che la ragione che si dimostra attraverso la scienza e la tecnologia come un mezzo essenziale per ottenere risposte credibili non riuscirà a distrarre la gente dal desiderio di usufruire di altri strumenti interpretativi per assicurarsi una presunta felicità immediata.
Il mondo della mobilità sta cambiando rapidamente, e con esso anche le abitudini di spostamento delle persone. Le opzioni di trasporto sono sempre più diversificate, offrendo soluzioni pensate per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla convenienza, alla sostenibilità e alla flessibilità. Tra queste, il car sharing sta emergendo come una valida alternativa al noleggio tradizionale, attirando chi cerca un modo pratico e vantaggioso di spostarsi senza dover investire in un veicolo privato o in contratti di noleggio a lungo termine.
Ma cosa rende il car sharing così interessante rispetto alle tradizionali opzioni di noleggio? In questo articolo esploreremo i principali vantaggi del car sharing, confrontandoli con le caratteristiche del noleggio tradizionale, per capire perché sempre più persone scelgono questa formula innovativa per i propri spostamenti.
1. Una flessibilità senza pari
Il car sharing sta guadagnando sempre più popolarità tra i consumatori grazie alla sua incredibile flessibilità, che lo rende una scelta ideale per chi cerca un’alternativa conveniente e dinamica al noleggio tradizionale. A differenza delle formule di noleggio tradizionale, che impongono un contratto con durata fissa e costi aggiuntivi per ogni giorno di utilizzo, il car sharing permette di avere accesso a un’auto per il tempo strettamente necessario, sia per poche ore che per qualche giorno. Questo rende il car sharing perfetto per chi ha bisogno di una vettura per brevi periodi, come un viaggio improvviso, un’uscita in città o un appuntamento speciale, senza dover sostenere l’impegno economico di un noleggio a lungo termine. Inoltre, i costi sono solitamente allineati al tempo effettivo di utilizzo, evitando il pagamento di tariffe forfettarie che potrebbero risultare poco vantaggiose per chi utilizza il veicolo solo per una breve distanza o per una singola giornata.
Rispetto al noleggio tradizionale, il car sharing consente una gestione delle spese più trasparente, poiché non ci sono costi nascosti legati a extra come il carburante o l'assicurazione, che vengono generalmente inclusi nel prezzo. A questo si aggiunge la possibilità di trovare l'auto giusta per ogni necessità, scegliendo tra una varietà di modelli e tipologie di veicoli, senza la necessità di fare i conti con la burocrazia legata al noleggio tradizionale.
2. Sostenibilità ed eco-friendly
Un altro punto di forza del car sharing è la sua capacità di ridurre l’impatto ambientale rispetto al noleggio tradizionale. Le flotte di car sharing sono spesso composte da modelli di auto più ecologici, comprese vetture elettriche o ibride, che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’abbattimento della congestione del traffico urbano. Gli utenti che scelgono di utilizzare il car sharing, quindi, non solo risparmiano in termini economici, ma fanno anche una scelta consapevole per il bene dell'ambiente. In un'epoca in cui la sostenibilità è diventata un tema sempre più rilevante, il car sharing si presenta come una soluzione ideale per chi desidera minimizzare la propria impronta ecologica senza rinunciare alla comodità e all’efficienza dei trasporti.
Inoltre, a differenza del noleggio tradizionale, che prevede la produzione e gestione di singole auto per ciascun cliente, il car sharing consente di ottimizzare le risorse, utilizzando un numero ridotto di veicoli a beneficio di molti utenti, riducendo la necessità di costruire nuove auto e abbattendo così la domanda di materie prime e l’inquinamento legato alla produzione.
3. Accessibilità e comodità
La praticità del car sharing si estende anche alla sua accessibilità, nettamente superiore rispetto alle modalità di noleggio tradizionale. Con il car sharing, non è necessario recarsi in una sede fisica per ritirare il veicolo, né compilare lunghe pratiche burocratiche. Tutto avviene tramite app: l’utente può localizzare il veicolo più vicino, prenotarlo e sbloccarlo direttamente dallo smartphone, in pochi secondi. Questo servizio è particolarmente utile in contesti urbani dove i mezzi pubblici non coprono tutte le esigenze o dove possedere un’auto rappresenta più un onere che un vantaggio.
Per chi invece ha bisogno di un’auto per periodi più lunghi, piattaforme come yoyomove.com offrono una valida alternativa al car sharing. Il sito propone offerte di noleggio auto flessibili e competitive, ideali per privati e aziende, con una vasta gamma di modelli disponibili e soluzioni pensate per adattarsi a ogni tipo di necessità. Con Yoyomove, è possibile accedere a un servizio completo, comodo e conveniente, senza le rigidità tipiche dei contratti di noleggio tradizionali.
4. Economicamente conveniente
Se paragonato al noleggio tradizionale, il car sharing offre un risparmio notevole, soprattutto per chi non ha necessità di disporre di un veicolo per un intero mese o per periodi continuativi. Il pagamento avviene su base oraria o giornaliera, evitando l’obbligo di impegnarsi in contratti con costi fissi mensili, che spesso non rispecchiano l’effettivo utilizzo. Inoltre, le spese legate alla manutenzione e all’assicurazione sono generalmente incluse, il che rappresenta un ulteriore vantaggio rispetto al noleggio a lungo termine, dove questi costi possono gravare sul cliente.
In altre parole, il car sharing è l’opzione ideale per chi ha un utilizzo saltuario dell’auto e non vuole affrontare le spese legate all’acquisto e alla gestione di una vettura privata. Non solo il cliente ha accesso a una rete di veicoli sempre disponibili, ma può scegliere il tipo di auto più adatto al suo bisogno in qualsiasi momento, senza dover pagare per costi fissi, come nel caso di un noleggio tradizionale.
Il percorso di condivisione avviato dalla Provincia relativamente allo sviluppo viario della vallata del Potenza è stato allargato anche ai sindaci dei Comuni che saranno interessati dal nuovo tracciato.
Il Presidente Sandro Parcaroli e il Vicepresidente Luca Buldorini, con il supporto del dirigente dell’Ufficio Viabilità Matteo Giaccaglia e delle Associazioni di categoria che fanno parte del tavolo istituzionale per lo sviluppo viario della vallata, infatti, hanno organizzato un primo incontro con i sindaci dei comuni di Montecassiano, Montelupone, Potenza Picena, Recanati e Porto Recanati, per spiegare come sta procedendo la pianificazione dei lavori e il successivo cronoprogramma.
Agli amministratori è stato anche richiesto di inviare, nelle prossime settimane, eventuali idee od osservazioni che potranno essere sottoposte ai progettisti per proseguire davvero con una programmazione condivisa.
“Il percorso partito nei mesi scorsi con la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa tra Regione Marche, Provincia di Macerata e Associazioni di categoria – ha ricordato Parcaroli -, ha portato prima all’istituzione di un Tavolo tecnico e poi alla redazione di un Quadro esigenziale che ha suddiviso l’intervento di riqualificazione della vallata del Potenza in sette lotti funzionali distribuiti lungo l’asse viario dalla nuova Pedemontana delle Marche, nel comune di Matelica, fino al nuovo casello dell’A14 che sarà realizzato a Porto Potenza".
"Successivamente la Provincia è stata individuata come soggetto attuatore del lotto 1 – Villa Potenza - Sambucheto, finanziato con 30 milioni di euro a valere sui fondi Fsc. A maggio è stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento del servizio Docfap (Documento di fattibilità delle alternative progettuali che, attualmente, si trova nella fase di verifica dei requisiti dichiarati del raggruppamento di professionisti risultato primo in graduatoria", ha concluso Parcaroli.
"Entro il mese di agosto ci sarà l’affidamento definitivo ai professionisti che dovranno elaborare diverse proposte progettuali relativamente all’intero percorso da Villa Potenza al nuovo casello di Porto Potenza e, poi entro dicembre, la scelta del migliore tracciato tra le alternative presentate – ha aggiunto Buldorini -. Questo al fine di evitare una progettazione parziale che comporterebbe un disallineamento operativo e tecnico rispetto alla programmazione complessiva dell’opera".
"Per questo adesso siamo in una fase molto importante, di ascolto e condivisione e tutti i contributi ricevuti saranno inoltrati ai progettisti per essere valutati. Il nuovo collegamento viario si inserisce in una visione strategica della vallata e la Provincia sta lavorando da mesi, con il prezioso supporto delle Associazioni di categoria e della Regione, per procedere in maniera condivisa e con grande senso di responsabilità, alla concretizzazione di un’opera attesa da decenni e che restituirà dignità a un’intera vallata", ha concluso Buldorini.
È stato consegnato ufficialmente al sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, il Passaporto del Cicloturista, realizzato da NoiMarche BikeLife: un simbolo concreto dell’impegno del territorio nella promozione del cicloturismo e della mobilità sostenibile. Il Passaporto è un vero e proprio strumento di viaggio e scoperta, pensato per accompagnare i cicloturisti lungo i percorsi delle Marche.
Consente di collezionare i timbri dei comuni aderenti, degli info point, dei bike hotel e delle strutture bike friendly presenti lungo l’itinerario. Ogni timbro rappresenta il ricordo tangibile di un’esperienza vissuta: una tappa significativa, un incontro speciale, un momento autentico pedalando tra paesaggi suggestivi.
Il sindaco Ciarapica ha accolto l’iniziativa con grande entusiasmo, sottolineando l’importanza strategica del cicloturismo per lo sviluppo locale: "Questo passaporto è un invito a scoprire il nostro territorio in modo lento, autentico, immersivo. Un viaggio tra borghi, natura e accoglienza – ha dichiarato – Ringrazio NoiMarche BikeLife perché continua a tracciare nuove strade per un turismo attivo, coinvolgente e a misura d’uomo, che unisce istituzioni, operatori e appassionati di bicicletta sotto un’unica grande visione di territorio".
Il passaporto, che può essere scaricato direttamente dal sito di Noi Marche, ritirato nei vari info point del percorso o richiesto agli operatori turistici dei comuni Bike Friendly, soci di Noi Marche, si inserisce all’interno del progetto "Strade di Marca", un anello cicloturistico permanente che attraversa il cuore delle Marche: dal mare, attraverso le colline, fino alle montagne.
“E’ stato pensato per accompagnare il viaggiatore lungo l’intero itinerario di Strade di Marca – spiegano gli ideatori Loredana Miconi e Mauro Fumagalli - . Durante il percorso, infatti, è possibile effettuare soste nei punti ufficiali di timbratura e raccogliere i timbri che testimoniano il passaggio. Ogni timbro diventa così il segno concreto di un’esperienza vissuta: un modo per raccontare il proprio viaggio tappa dopo tappa, scoprendo la varietà dei paesaggi marchigiani e il valore dell’incontro con le comunità locali.”
Il passaporto sarà distribuito in occasione delle principali fiere di settore in Italia, tra cui la Fiera del Cicloturismo, Italian Bike Festival, Base Up, TTG e alla BIT – Borsa Internazionale del Turismo.
La fortuna ha fatto tappa a Chiesanuova di Treia, regalando una bella sorpresa a un cliente della storica Tabaccheria Fiorani, attiva sin dal 1963. Venerdì 25 luglio, su una giocata sulla ruota di Milano, un fortunato - o una fortunata - ha centrato una quaterna al Lotto, portando a casa una vincita di 13.206,60 euro.
Una cifra che, soprattutto in questo periodo di ferie e in tempi tutt’altro che semplici, rappresenta una piacevole ventata di ottimismo e, perché no, un aiuto concreto. La Tabaccheria Fiorani è molto più di una semplice ricevitoria: da oltre sessant’anni è un vero punto di riferimento per la comunità di Chiesanuova, soprattutto per le fasce più anziane della popolazione.
In un periodo in cui tante attività nei piccoli centri faticano o chiudono, la famiglia Fiorani continua a offrire un servizio completo: oltre a tabacchi e Lotto, si trovano edicola, cartoleria, libreria, ricariche, alimentari, giochi, SuperEnalotto e minimarket. Una realtà che resiste nel tempo e continua a essere al centro della vita del paese, coniugando tradizione e servizio. E ora anche con un pizzico di fortuna in più.
Dopo le polemiche nate a seguito del rinvio dello spettacolo Macbeth al Macerata Opera Festival, intervengono il sindaco di Macerata e presidente dell'associazione arena Sferisterio, Sandro Parcaroli, e la sovrintendente Lucia Chiatti, facendo chiarezza sulle difficoltà legate al maltempo e annunciando nuove misure in caso di pioggia.
"Al di là della pioggia dell’altra sera, che è stata un po’ un ‘casotto’, le serate stanno andando bene - ha dichiarato Parcaroli - anche ieri sera (27 luglio), nonostante qualche goccia. Purtroppo, sulla pioggia non posso fare niente. Guardando le previsioni, la prima settimana di agosto sembra buona, forse solo domenica ci sarà una pioggerellina".
Il primo cittadino ha poi annunciato che si discuterà a breve in Consiglio di Amministrazione una linea più chiara per eventuali rinvii: “È logico che ora diremo: se alle 21.30 o 21.45 piove, si sospende, si restituiscono soldi e biglietti. Non possiamo andare avanti fino a tarda ora, anche per questioni tecniche e di sicurezza. Il palco è di legno, con la pioggia diventa pericoloso, e io non voglio che a una festa succeda qualcosa che rovini tutto”.
Sulla stessa linea la sovrintendente Chiatti, che ha ribadito l’importanza del meteo per garantire la buona riuscita degli spettacoli: “Ci auguriamo che il meteo ci assista, perché è un elemento fondamentale che non dipende da noi né dal pubblico. Senza le condizioni giuste, non si può vivere appieno l’emozione dell’opera, che è frutto di un intero anno di lavoro e grandi sacrifici”.
Nel frattempo, il Macerata Opera Festival prosegue con il suo ricco cartellone. L’auspicio è che il cielo torni sereno non solo sullo Sferisterio, ma anche tra il festival e il suo pubblico.
Un milione e mezzo di euro per rafforzare legalità, sicurezza e rispetto delle regole lungo le coste italiane a maggiore vocazione turistica durante la stagione estiva. È questo l’obiettivo di “Spiagge Sicure – Estate 2025”, il progetto promosso dal Ministero dell’Interno.
Tra i 50 comuni selezionati in tutta Italia c’è anche Civitanova Marche, che riceverà un finanziamento di 30.000 euro. Le risorse saranno utilizzate per potenziare la sicurezza, attraverso controlli mirati e una presenza più efficace delle forze dell’ordine.
"Siamo orgogliosi di rientrare nel progetto 'Spiagge Sicure' - dichiara il sindaco Fabrizio Ciarapica -. Questo contributo rappresenta un’opportunità in più per potenziare ulteriormente le attività di controllo e prevenzione, in un periodo particolarmente delicato come quello estivo. Ringrazio il Ministero dell’Interno e il Governo per l’attenzione dimostrata verso i territori costieri e per aver incluso Civitanova Marche tra le località meritevoli di questo contributo. Un ringraziamento va anche all’assessore Cognigni, con cui stiamo lavorando fianco a fianco su questi temi, condividendo una visione chiara: rendere Civitanova una città sempre più sicura, vivibile e accogliente per tutti”.
Oltre a Civitanova Marche, figurano nel progetto località come Sabaudia, Camogli, Vernazza, Pantelleria, Santa Cesarea Terme, Nettuno, Isola del Giglio, Salve, Santa Flavia e molte altre dislocate su tutto il territorio nazionale.
Passaggio di consegne al vertice del Distretto Biologico Marche, il più grande d’Europa per superficie certificata in rapporto al totale regionale: Andrea Passacantando è il nuovo presidente. Succede a Giovanni Battista Girolomoni, che ha guidato, dal 2021, con competenza e visione, la prima fase di sviluppo del Distretto, contribuendo in modo determinante alla sua affermazione a livello nazionale e al raggiungimento di traguardi significativi: oltre il 25% della superficie agricola regionale è oggi condotta con metodo biologico, coinvolgendo oltre 2 mila operatori.
Il nuovo presidente sarà affiancato dal Consiglio di Amministrazione composto da Bastianino Marco Pittalis, Mario Ramadori, Annunzio Di Cola, Maria Letizia Gardoni, Sabina Pesci, Luca Bianchi, Fabrizio Cardellini, Stefano Giorgi, Alessandro Tramontano, Giovanni Battista Girolomoni, Francesco Torriani.
Imprenditore agricolo, già vicepresidente del Distretto, presidente regionale di Copagri Marche fino a gennaio 2025 e da giugno 2025 anche presidente del Cermis – il Centro ricerche e sperimentazione per il miglioramento vegetale “Nazareno Strampelli” – Andrea Passacantando è una figura di riferimento dell’agricoltura marchigiana, da anni impegnato nella promozione dell’innovazione in campo agricolo e nella valorizzazione del biologico.
«Raccolgo il testimone con grande senso di responsabilità – dichiara Andrea Passacantando – e con la volontà di proseguire nel solco tracciato da Giovanni Girolomoni, a cui va il mio personale ringraziamento e quello di tutto il comparto. Lavoreremo per consolidare il ruolo del Distretto come laboratorio di sostenibilità e modello di sviluppo agroalimentare, in dialogo costante con i produttori, le istituzioni, i cittadini e i consumatori».
Vicepresidente è Sabina Pesci che entra a far parte del Comitato esecutivo insieme al presidente Passacantando, a Annunzio Di Cola e Giovanni Battista Girolomoni. L’obiettivo è di rendere sempre più concreta l’applicazione del Piano Strategico del Distretto, in sinergia con la Regione Marche e tutti gli attori della filiera.
Riconosciuto ufficialmente dalla Regione Marche nel 2021, e a seguito del progetto ‘La biodiversità che ci unisce’ finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Decreto DG PQA prot. n. 573899 del 30/10/2024), il Distretto Biologico Marche intende valorizzare la sua grande vocazione territoriale con circa 92 mila ettari investiti in agricoltura biologica.
Il progetto, della durata di due anni, mira a mettere a terra, entro fine 2026, una serie di attività per diffondere la cultura del biologico come modo di pensare e di produrre, con ai primi posti la qualità del cibo, la salute e il benessere, l’etica del lavoro e il rispetto della biodiversità. Finanziato per 400 mila euro, il progetto prevede azioni di informazione, attività di consulenza e promozione delle produzioni biologiche, sia alle imprese aderenti e non, con l’obiettivo di diffondere le conoscenze scientifiche sui prodotti biologici e il metodo di produzione, rafforzando così l’identità del marchio ‘Bio’ e conquistando sempre più la fiducia dei consumatori.
Tolentino - A seguito di una segnalazione, il Comune ha deciso di intervenire con misure straordinarie in viale G. Murat, dove un tratto di strada è attualmente interessato da un restringimento della carreggiata a causa dell’occupazione parziale da parte di un cantiere per la ricostruzione post-sisma.
Gli agenti della polizia locale hanno effettuato un sopralluogo per verificare la fondatezza dell'indicazione e hanno rilevato una situazione di potenziale pericolo dovuta sia alla curvatura del tratto stradale che alla stretta larghezza residua della carreggiata in prossimità del cantiere. Una condizione resa ancora più critica dall'eccessiva velocità con cui molti veicoli percorrono la via.
Per questo motivo è stata emessa un’ordinanza comunale con l’obiettivo di garantire la sicurezza stradale, sia per i conducenti sia per i pedoni. Il provvedimento stabilisce che, a partire dall’installazione della prescritta segnaletica e fino alla conclusione dell’occupazione stradale, il limite massimo di velocità sarà ridotto a 30 km/h per tutti i veicoli.
Sarà inoltre installato un dosso artificiale omologato di altezza massima di 5 cm 20 metri prima del restringimento della carreggiata, e un secondo dosso della stessa altezza alla fine del restringimento. Entrambi saranno segnalati da appositi cartelli di presegnalazione, con pannello aggiuntivo che indica la presenza dei dossi.
Contestualmente, sarà spostato l'attuale attraversamento pedonale provvisorio, posizionato subito dopo l’intersezione tra Via G. Murat e Via XXV Aprile, in modo da garantire maggiore visibilità e sicurezza per i pedoni.
Tutte le installazioni saranno realizzate a cura della ditta esecutrice dei lavori, incaricata anche della manutenzione e della rimozione al termine dell’intervento. L’ordinanza rimarrà in vigore fino alla cessazione dell’attuale assetto viario e al completo ripristino delle normali condizioni di circolazione.
Pochi secondi senza elettricità rischiano di far saltare la produzione, danneggiare i macchinari e compromettere milioni di euro di investimenti. È stata una settimana da incubo l’ultima passata alla Panatta Srl, l’azienda di Apiro leader mondiale nella realizzazione di attrezzature per il bodybuilding e il fitness, con i vari reparti costretti a fronteggiare ripetute mancanze di corrente tanto che i responsabili sono stati costretti a fermare i macchinari dei settori meccanica e verniciatura: 4 robot di saldatura e 3 torni, per evitare di bruciare le schede, oltre a 15 saldatrici, 2 impianti di verniciatura con i forni di cottura polveri e le relative sabbiatrici con all’interno le turbine che generano il movimento.
"Danni al momento incalcolabili – denuncia Rudy Panatta, fondatore e proprietario della società – perché il solo rallentare la produzione ci mette sotto il pericolo di incappare in penali per mancata consegna. E anche dove queste non siano contemplate, si tratta comunque di un danno alla nostra immagine e a quella dello stesso Made in Italy, visto che lavoriamo con oltre 90 distributori internazionali”.
Proprio Panatta si è subito attivato per segnalare il disservizio alle autorità preposte e chiedere loro una veloce risoluzione. “Dal nostro stabilimento partono ogni giorno tra i 10 e i 15 container di attrezzature – spiega Panatta – dirette in tutto il mondo. I clienti ci scelgono per qualità e precisione che nascono da un’organizzazione del lavoro estremamente accurata e perfezionata in 60 anni di attività. Il fare impresa vive già di innumerevoli variabili e lo vediamo bene anche rispetto al periodo di tensioni internazionali che stiamo vivendo. Ma un Paese industrializzato come l’Italia e una regione manifatturiera come le Marche non se ne possono permettere di ulteriori, soprattutto se parliamo di infrastrutture energetiche”.
Nel 1934, quando gli commissionarono un’opera teatrale per tirar su sterline per una chiesa nei sobborghi di Londra, il grande Thomas Stearns Eliot era ben consapevole del deserto sociale e spirituale in cui viveva, delle cause di quella desolazione, del compito che era chiesto – ieri come oggi – a ciascuno di noi.
Il Meeting di Rimini di quest’anno ha preso dai Cori da ‘La Rocca’ alcuni versi fra i più efficaci e ne ha fatto il titolo della sua 46ª edizione: Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi. L’altra sera, nell’arena Cecchetti, i versi di Eliot, a cui Mattia Bartolini ha dato voce, sono stati il filo rosso dell’evento “Meet the Meeting”, coordinato da Sara Bettucci e promosso da “Arca Centro culturale” in collaborazione con il Comune, le aziende Boccadigabbia, Cruciani di Montecosaro, Frola, Vichi e Maurizi arredamenti. Centoventi persone, fra loro anche la presidente dell’Ordine provinciale degli architetti Barbara Baiocco, hanno ascoltato il racconto di chi, oggi, sta costruendo con mattoni nuovi nei luoghi dove si trova: rifacendo un’abbazia a Norcia o intrecciando vimini a Mogliano, dando un’opportunità a bambini e ragazzi in difficoltà in Ancona o realizzando il Meeting per l’amicizia fra i popoli sulla riviera romagnola. Un racconto che le immagini proiettate alle loro spalle hanno reso più reale e suggestivo. L’assessore Barbara Capponi, in apertura di serata, aveva parlato proprio «di comunità dove ciascuno si prende cura di qualcun altro», sottolineando il valore umano e culturale del Meeting.
David Napolitano, architetto e musicista di Foligno, è uno che per mestiere costruisce nel senso letterale del termine. Dal 2020 è architetto dell’abbazia di San Benedetto in Monte, a Norcia, dove vivono ventidue monaci, età media intorno ai trent’anni. Lì la parola “deserto” non è un modo di dire. Terremoti come quello del 2016 danno bene l’idea di cosa sia una “terra desolata”, una “waste land”. Sul “Monte” i benedettini sono andati dopo il terremoto che aveva distrutto il monastero e la basilica al centro di Norcia. Avevano acquistato un convento cappuccino abbandonato e diroccato. David è arrivato lì dopo che il priore - oggi abate - Dom Benedetto Nivakoff, un asciutto americano di Stamford, Connecticut, aveva licenziato altri dieci suoi colleghi con la vocazione dell’archistar, riottosi ad entrare in una mentalità e in uno stile di vita come quelli del monastero e della sua Regola. E pensare che Brunello Cucinelli, il più noto imprenditore umbro, proprio in quella comunità monastica era andato a chiamare padre Cassian Folsom per tenere un corso di formazione ai suoi collaboratori. «Io e i monaci stiamo realizzando un’opera contemporanea, che mantenga il senso dell’eterno e del sacro – ha detto David, al lavoro a Norcia insieme al pittore Fabrizio Diomedi – e che trascenda il tempo e le mode». La cosa che lo ha sorpreso di più, in questi anni, è stato l’atteggiamento degli abitanti della Norcia devastata dal terremoto che, invece di protestare perché si buttavano i soldi nelle chiese invece che nelle case, tutte le domeniche andavano a Messa lassù sul Monte e si informavano su come andassero i lavori. «Loro avevano bisogno di avere quei luoghi sacri – ha commentato David – L’esigenza primaria non è solo quella di un tetto sulla testa ma avere dei segni che richiamino la nostra identità e la nostra storia, come un monastero e la sua chiesa».
A Mogliano, Gianluca Maurizi, costruisce non con i mattoni ma con il vimine di salice. Quello di Mogliano è un territorio dove da secoli una intera comunità si dispiega intorno a questo “saper fare”: intrecciare vimini ed esportare il prodotto in tutta Italia e fuori. Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso ci fu una crescita esponenziale: duemila addetti per trecentocinquanta imprese, in ogni famiglia almeno una persona lavorava in questo distretto. Poi la crisi e la concorrenza asiatica si sono fatte sentire anche in questo settore e la gente ha cominciato a trascurare questa straordinaria tradizione artigianale. Sembrava un declino inarrestabile, finché undici anni fa Gianluca, che all’epoca faceva l’assicuratore, raccolse la sfida di un altro imprenditore, suo amico, e insieme ad artigiani del distretto mise in piedi la “Scuola d’intreccio Carteca” (presidente Augusto Corradini, ultrasettantenne, fra i più esperti artigiani di Mogliano), per tramandare alle nuove generazioni appunto l’arte dell’intreccio. Si fecero avanti una decina di vecchi artigiani che misero a bottega ragazzi disposti ad imparare un mestiere. In questi anni, Carteca ha organizzato una dozzina di sessioni di venti lezioni ciascuna, anche in collaborazione con lo Sprar di Fermo, alle quali hanno partecipato oltre un centinaio di giovani, italiani e stranieri. Ci sono stati anni in cui hanno dovuto aprire delle liste di attesa e selezionare i candidati. A seguire è nata la “Bottega Intreccio”, una srl che promuove il lavoro degli artigiani del paese, con un catalogo di arredo di tutto rispetto e con collaborazioni con aziende di moda. Quest’anno erano presenti all’Expo di Osaka. «I mattoni nuovi? – si è chiesto Gianluca – Sono le relazioni e i rapporti che i nostri progetti hanno creato fra le persone. Nella “Scuola d’intreccio” il maestro trasferisce non solo delle tecniche ma anche amore e passione per il lavoro e quindi per la vita».
Un amore e una passione che Anna Maria Sgro, una educatrice e madre di famiglia, e una giovane, Silvia Giacometti, hanno trasmesso raccontando la loro esperienza nella cooperativa “Il Piccolo Principe”, nata in Ancona nel gennaio del 2000 dalla volontà di sei mamme accomunate da una passione educativa profonda. La cooperativa si dedica a bambini e ragazzi che sono nati con dei limiti o che vengono considerati “difficili” dalle loro scuole. Al suo interno ci sono vari percorsi, fra cui “Oltrescuola”, di cui si occupa Silvia, e “Arianuova”, nata per introdurre al lavoro ragazzi con disabilità motorie, cognitive o relazionali. «La prima cosa che abbiamo capito – ha detto Anna Maria – è che nella vita non si può andare avanti da soli. L’incontro con amici, artisti, professionisti ci fa guardare i nostri figli come un grandissimo valore e rende l’imprevisto carico di una bellezza che non ti saresti mai aspettata». Anna Maria ha riportato le parole della mamma di un adolescente, definito “non scolarizzabile” e con due insegnanti di sostegno. «Ci ha detto: finalmente ho trovato qualcuno che considera mio figlio non “un problema” ma un ragazzo che ha un cuore grande come il nostro».
Nelle sue conclusioni, Eugenio Andreatta, responsabile della comunicazione del Meeting di Rimini, ha indicato nelle testimonianze di David, Anna Maria, Gianluca e Silvia «esempi potenti di Meeting in atto, “mattoni nuovi” che potenziano la realtà in una storia di rapporti». «Il Meeting – ha spiegato – è il posto dove non si teorizza il futuro ma dove si racconta come nei più singolari deserti può comunque fiore qualcosa».
Dopo il sopralluogo al Comparto Trieste, al nuovo asilo che sorgerà nell’ex area Micheletti, ai lavori in corso al PalasRisorgimento e nella tensostruttura di via Tacito, prosegue l’attività di monitoraggio e supervisione dei cantieri da parte del Sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica. L’ultimo sopralluogo si è svolto nel cantiere dell’ex Liceo Classico di Civitanova Alta, dove sono in corso lavori di consolidamento e messa in sicurezza finanziati con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per un importo complessivo di 2,2 milioni di euro.
L'intervento prevede la realizzazione di una palificata per contrastare la spinta del terreno in prossimità del muro di sostegno lungo Vicolo del Forno e dell'edificio dell’ex Liceo, al fine di stabilizzare la porzione di versante interessata dal dissesto idrogeologico. Il muro sarà oggetto di risanamento e stuccatura delle pareti a vista. Per l’edificio dell’ex Liceo, che si affaccia su Vicolo del Forno e Vicolo Bonaparte, sono previsti interventi di riparazione e consolidamento dei solai, delle volte e della struttura portante.
“Il nostro impegno nella cura e nella valorizzazione del patrimonio storico e infrastrutturale continua – ha dichiarato il Sindaco Ciarapica -. In questi giorni sto verificando di persona lo stato di avanzamento dei lavori nei vari cantieri aperti in città. Tutto procede come da programma, anche per la messa in sicurezza dell'ex Liceo, un luogo simbolo della nostra città. Il termine previsto dei lavori è febbraio 2026 e insieme agli uffici monitoreremo il cantiere con attenzione per garantire il rispetto dei tempi. Questo intervento è solo il primo passo verso un progetto di recupero e valorizzazione più ampio che restituirà alla città Alta una nuova scuola, quella di Sant’Agostino, il palazzo della delegazione e il Palazzo Ducale.
L’impresa appaltatrice dei lavori nell’ex Liceo è la A.D. Restauri & Costruzioni, mentre la progettazione, la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza sono affidati all’azienda Acale.
Nonostante un meteo incerto, Piazza Bracaccini a Montefano ha vibrato di entusiasmo domenica 27 luglio alle ore 21, accogliendo una folla numerosa per la sua attesa inaugurazione. L'evento ha segnato la rinascita della piazza, evento atteso e desiderato dalla popolazione.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Angela Barbieri, l'intera Giunta Comunale (il Vicesindaco Mirco Monina e gli Assessori Franca Tronto, Nicola Caporaletti e Cinzia Alba Grazia Calvia, e i consiglieri comunali Gilberto Accattoli, Lorenzo Lampa, Giovanni Quatraccioni e Pamela Vissani). Erano presenti anche l'architetto Silvana Lisi, ideatrice e direttrice dei lavori, e la geometra Laura Carnevali in rappresentanza dell'ufficio tecnico comunale. A completare il quadro delle presenze istituzionali e della comunità, il parroco di San Donato, Don Iagnesh Shantappa Konganawor, il Vicesindaco del comune di Montecassiano Katia Acciarresi, e il Presidente Stefano Bonacci con il team della S.S.D. Montefano Calcio.
"L'intervento che abbiamo realizzato in piazza è una vera e propria trasformazione," ha dichiarato il sindaco Barbieri. "Abbiamo reso la piazza degna di questo nome, ampliando gli spazi esterni per le attività e migliorando l'accesso al paese. Vogliamo che la piazza sia viva, un luogo di incontro e condivisione per tutti."
Prima del taglio del nastro e della benedizione della piazza da parte di Don Iagnesh Shantappa Konganawor (Don Ignazio), l'amministrazione comunale ha voluto dare un segno forte di solidarietà, aderendo all'iniziativa "Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio". Alle 22 le campane del paese hanno suonato a lungo, un gesto simbolico per far sentire la voce di Montefano fino a Gaza, dimostrando vicinanza alla popolazione palestinese.
La serata è proseguita con un momento di grande passione sportiva: la presentazione della prima squadra della S.S.D. Montefano Calcio, che si prepara al prossimo campionato di Eccellenza, e del settore giovanile. L'ingresso trionfale degli Ultras della Montefanese, con striscioni, fumogeni viola e cori, ha infiammato l'atmosfera, celebrando il forte legame tra il club e la sua tifoseria.
Il Montefano Calcio si appresta a vivere una fase di significativo rinnovamento, con un focus particolare sul settore giovanile. Dopo 17 anni, Alfredo Camilloni cede il testimone a Federico Camilloni come responsabile, segnando un passaggio generazionale volto a infondere nuova linfa alla società. L'obiettivo è formare non solo atleti, ma anche persone che rappresentino con orgoglio i valori di rispetto ed educazione del Montefano Calcio.
È stato presentato anche il nuovo staff tecnico quasi interamente rinnovato, guidato dal mister Lorenzo Bilò, che avrà anche il ruolo di responsabile tecnico per il settore giovanile. Con lui, Andrea Zepponi, Mattia Casaccia e Marco Salvucci. Un plauso speciale è stato rivolto al direttore sportivo Lorenzo Gigli per l'allestimento della squadra e al dottor Brasca e a Lorenzo Calisti e Patrick Morichetti per il supporto medico. Il capitano Simone Bonacci, a nome della squadra, ha ringraziato per l'invito, sottolineando l'entusiasmo per l'inizio della preparazione atletica e l'accoglienza dei nuovi volti in quella che considera una vera e propria "famiglia". Come simbolo di gratitudine e amicizia tra la squadra e la comunità, il Capitano Bonacci ha inoltre avuto il piacere di donare un gagliardetto ufficiale della Montefano Calcio al Sindaco Barbieri.
La nuova Rosa della S.S.D. Montefano Calcio per la Stagione 2025-2026 presentata in Piazza Bracaccini: La rosa dei calciatori per la prossima stagione si presenta come un mix promettente di esperienza e gioventù, con un'età media che testimonia l'investimento del club sul futuro. Troviamo volti consolidati come il capitano Bonacci Simone (classe 1991), Bambozzi Lorenzo (classe 1994), Cingolani Andrea (classe 1995), Ferretti Daniele (classe 1986) e Frulla Mattia (classe 1992). A questi si affiancano giocatori nati negli anni '90 come Camilloni Federico (classe 1999), Martedì Mattia (classe 1998), Palmucci Matteo (classe 1997) e Rombini Federico (classe 1997).
Il focus sul settore giovanile è evidente dalla significativa presenza di talenti nati nel nuovo millennio: del 2003 abbiamo Stampella Tommaso, mentre i classe 2004 sono Fossi Dawit e Straccio Leonardo. Numerosa la rappresentanza dei classe 2005 con Nardaccione Angelo, Rosolani Corrado e Strappini Nicola. Ancora più giovani, i nati nel 2006 sono Cingolani Samuele e Grassi Francesco. Infine, a completare la rosa con un occhio al futuro, troviamo i giovanissimi del 2007: Angelucci Leonardo, Castignani Davide e Galeotti Lorenzo, e i classe 2008: D'Angelo Stefano, Moglie Alessio, Monina Marco e Talozzi Giorgio. Questa combinazione di esperienza e nuove promesse costituisce la solida ossatura della squadra che rappresenterà il Montefano nella stagione 2025-2026.
A fine inaugurazione, è stata inoltre aperta la mostra dell'artista Teresa Marasca, intitolata “Evanescente”, presso il Museo Ghergo, arricchendo ulteriormente l'offerta culturale della serata. La serata si è poi conclusa con l'esibizione musicale di Dave Orlando e un brindisi corale, offerto dall’amministrazione e reso possibile grazie al prezioso supporto dei volontari della Pro Loco di Montefano e dell'Associazione "La Rondinella".
La rinnovata Piazza Bracaccini presenta significative migliorie estetiche e funzionali: un manto stradale in sanpietrini, passaggi pedonali ben definiti, e un nuovo sistema di illuminazione a LED a basso consumo. Completano l'opera nuovi arredi urbani che rendono lo spazio più accogliente. Questo progetto, dal costo totale di 344.000,00 €, ha beneficiato di un contributo di 95.290,51 € dal GAL Sibilla.
Si è presentato ufficialmente alla stampa questa mattina il nuovo prefetto della provincia di Macerata, Giovanni Signer, 63 anni, originario di Caltanissetta, con una lunga carriera nei servizi investigativi alle spalle.
Dopo aver conseguito la laurea a Palermo, Signer ha mosso i primi passi professionali nelle questure di Catania e Enna, per poi assumere incarichi di crescente responsabilità a Savona, Caltanissetta, Brescia e infine Bari, dove ha ricoperto il ruolo di questore fino al nuovo incarico a Macerata.
“Vengo dai servizi investigativi, con 17 anni di esperienza nella squadra mobile. Ogni incarico è diverso, ma il metodo resta: ascolto e comprensione della comunità. L’obiettivo è lavorare su più livelli per garantire un ambiente sano”, ha detto il prefetto nel suo primo incontro ufficiale con i giornalisti.
Tra le priorità evidenziate da Signer spiccano la ricostruzione post-sisma, la sicurezza del territorio e la gestione della movida a Civitanova Marche. “Non ci sono situazioni di emergenza, ma nulla va mai sottovalutato. I cittadini vivono in un contesto tranquillo e vogliono mantenerlo tale”, ha sottolineato.
Il nuovo prefetto ha già avviato una serie di incontri istituzionali con il questore e i comandanti di carabinieri, polizia e guardia di finanza, puntando sul coordinamento tra forze dell’ordine e amministrazioni locali. “Durante l’estate, il litorale attira molti turisti: è essenziale garantire una presenza attiva. Ma l’attenzione deve essere estesa a tutti i comuni e ai sindaci, senza eccezioni”.
Sul fronte della ricostruzione, Signer ha indicato come elemento critico la necessità di un rigoroso controllo sugli appalti e sui subappalti, per prevenire il rischio di infiltrazioni criminali nei cantieri. “La parte fondamentale è il controllo. È lì che si annida il vero pericolo”, ha avvertito.
Infine, una riflessione sulla percezione della sicurezza, spesso influenzata da fattori come il degrado urbano e l’incuria. “La sicurezza è anche una questione di percezione. Il decoro urbano gioca un ruolo fondamentale: ciò che sembra trascurato può essere scambiato per pericoloso”.
Con un profilo pragmatico e un approccio fondato sull’ascolto, Giovanni Signer si appresta ora ad affrontare una nuova fase della sua carriera, al servizio della provincia di Macerata.
Il comune di Recanati rivoluziona le modalità di consegna dei sacchetti per la raccolta differenziata all’utenza domestica. Sono due, infatti, i nuovi distributori automatici dei sacchetti, unici nel loro genere nel territorio, installati dal Comune in collaborazione con il Cosmari che gestirà gli impianti, uno situato a ridosso del centro storico in via Emanuela Loi, all’intersezione con viale Adriatico, e in località Le Grazie presso il piazzale di viale Passionisti.
Questo secondo distributore è ubicato presso la Chiesa di S. Maria della Pietà e accanto alla casetta dell’acqua. Le macchine saranno in funzione h24, sette giorni su sette, garantendo la massima versatilità di utilizzo da parte della cittadinanza. I distributori saranno operativi da oggi, lunedì 28 luglio.
"Con l’adozione dei nuovi distributori, l'amministrazione comunale di Recanati ha messo in atto una vera e propria rivoluzione nell’ambito della raccolta differenziata - ha commentato Sabrina Bertini, assessore con delega alla raccolta differenziata -. Grazie a questi macchinari all’avanguardia, saremo in grado di ottimizzare la consegna dei sacchetti e, di conseguenza, l’impiego del personale comunale deputato a questa mansione. Siamo gli unici nel territorio maceratese ad avere distributori in grado di erogare tutti i sacchetti della differenziata, grazie ad un’opera di ricerca in Italia di una macchina adatta allo scopo. Ringraziamo il Cosmari per il lavoro costante che abbiamo messo in campo, in particolare il geometra Mancinelli, componente del CdA Cosmari, che ha sostenuto la nostra richiesta di installazione".
L’adozione dei due distributori è stata resa possibile anche grazie all’eliminazione dei microchip dai sacchetti blu, da cui non era possibile derivare una tariffazione puntuale sui consumi. La grande versatilità di utilizzo dei distributori è infatti connotata dalla possibilità di ritiro a qualsiasi ora del giorno in qualunque giorno della settimana. L’attuale modalità di ritiro imponeva agli utenti di recarsi di persona presso l’ufficio preposto alla consegna negli orari di apertura stabiliti, una condizione certamente scomoda per la maggior parte della cittadinanza.
Da venerdì 1° agosto, gli uffici del Comune consegneranno i sacchetti solo il mercoledì dalle ore 7:45 alle ore 12:45, mentre ogni sabato sarà possibile recarsi presso l’isola ecologica di via Volponi a Villa Musone dalle 9:00 alle 13.00. Presso questi punti di ritiro verranno consegnati i sacchi per le utenze non domestiche e per le utenze domestiche ulteriori sacchetti non erogati dai distributori automatici, in caso di esigenze dettate da un maggior consumo. Il primo ritiro delle utenze domestiche dovrà essere effettuato presso l’ufficio comunale.
Per il ritiro dei sacchi attraverso il distributore sarà necessario presentare la tessera sanitaria dell’intestatario dell’utenza domestica e basterà seguire le istruzioni mostrate sul display. Il kit completo consta di un rotolo di sacchi gialli per indifferenziata, un rotolo blu per la plastica, due per l’organico e cinque per la raccolta carta. La quantità di sacchi consegnata è stata calibrata da Cosmari sulla base della stima di sacchetti necessari a coprire 60 giorni di utilizzo.
Colmurano – Cresce la preoccupazione tra i residenti per l’installazione di un’antenna 5G sulla torre dell’acquedotto di Viale De Amicis, in una delle aree più frequentate del paese. Da alcuni giorni sono in corso i lavori condotti da INWIT S.p.A., società specializzata in infrastrutture per le telecomunicazioni, che ha scelto come sito operativo una struttura di proprietà della Tennacola S.p.A., già fondamentale per la distribuzione dell’acqua nel territorio comunale.
La decisione, ritenuta da molti “calata dall’alto” e senza confronto pubblico, ha subito sollevato un'ondata di malcontento tra i cittadini. Il malumore è aumentato dopo lo smantellamento del giardino “Lilliput Magicabula”, l’unica area verde attrezzata per bambini della zona, eliminata per fare spazio ai nuovi apparati. La torre si trova infatti in una zona molto vissuta, con scuole, ambulatorio medico, farmacia, attività commerciali, pensiline di attesa e aree di aggregazione frequentate ogni giorno da famiglie e anziani.
“Non è solo una questione estetica o ambientale – spiegano i cittadini – ma di metodo e di rispetto della comunità.” L’assenza di una comunicazione chiara e l’avvio dei lavori in modo rapido, secondo alcuni “strategicamente accelerato”, hanno alimentato sospetti e richieste di trasparenza. Nonostante il parere urbanistico positivo da parte del Comune, la cittadinanza contesta la mancata applicazione del principio di precauzione, l’assenza di un piano antenne e soprattutto la scelta di non coinvolgere la popolazione.
“Chiediamo che i lavori vengano sospesi immediatamente e che venga avviato un processo partecipativo vero e trasparente”, afferma il gruppo promotore dell’iniziativa, che ha già richiesto formalmente tutta la documentazione relativa al progetto.
Secondo quanto riportato dal gruppo di residenti, il progetto sarebbe noto all’amministrazione comunale già da marzo 2025, ma nessuna informazione è stata diffusa pubblicamente, né è stato avviato un percorso di confronto con la cittadinanza. La scelta del sito, inoltre, appare ancor più controversa se si considera che il Comune aveva indicato altri luoghi alternativi per l’installazione delle antenne, che però sono stati respinti da INWIT, che ha invece optato per un sito privo di vincoli specifici e - secondo i cittadini - più “facile” da sfruttare proprio per l’assenza di un piano antenne comunale.
Un altro elemento che alimenta la tensione è l’impatto sociale dell’intervento: la zona interessata non è solo densamente abitata, ma è anche punto di ritrovo per le famiglie, con un ambulatorio, una farmacia, diverse attività commerciali, una fermata dello scuolabus e il plesso scolastico comunale nelle vicinanze. Due panchine rosse, recentemente installate dall’AVIS locale come simbolo contro la violenza di genere, e una fontanella pubblica contribuivano a rendere quel luogo uno spazio di socialità e cura condivisa.
“Non siamo contrari alla tecnologia o al progresso,” chiariscono i promotori della protesta, “ma pretendiamo trasparenza, informazione e il rispetto del principio di precauzione, riconosciuto a livello europeo”. Un principio che impone, in assenza di certezze scientifiche sugli effetti a lungo termine, di adottare misure di tutela della salute pubblica, in particolare in zone sensibili come questa.
La richiesta è chiara: fermare i lavori e aprire un tavolo di confronto. I cittadini hanno inoltrato una richiesta formale di accesso agli atti, ma finora non è stata ricevuta alcuna risposta, mentre i lavori proseguono rapidamente.
A tutto ciò si aggiunge un paradosso: il Comune di Colmurano è tra i promotori del progetto “Families’s Land”, iniziativa per il rilancio dei piccoli borghi e il miglioramento della qualità della vita per famiglie e nuovi residenti. “Come si può parlare di vivibilità e valorizzazione del territorio, quando si elimina l’unico spazio giochi per bambini per installare un’antenna che genera incertezza e paura?”, si chiedono i promotori della protesta.
Il gruppo di cittadini ha annunciato nuove iniziative per informare la popolazione e sensibilizzare l’opinione pubblica, con l’intenzione di difendere i propri diritti e promuovere uno sviluppo sostenibile, che metta la salute, l’ambiente e la partecipazione democratica al primo posto.
Quanti abbiano letto 1984 di Giorgio Orwell (ed è una lettura consigliatissima sempre e, a maggior ragione, nel nostro tempo massimamente orwelliano), ricordano senz'altro la figura emblematica di Emmanuel Goldstein. Egli è il nemico principale del Partito che governa Oceania. A causa della sua opposizione al Grande Fratello, ogni giorno, dalle ore 11.00, in ogni ufficio e in ogni luogo pubblico, si tengono manifestazioni di isteria collettiva contro di lui: i "Due minuti d'odio", come liqualifica il capolavoro di Orwell.
Le masse ipnotizzate dalla propaganda del Grande Fratello sospendono ogni attività per manifestare istericamente il proprio livore verso Emmanuel Goldstein, di cui pure non sanno nulla se non ciò che il partito dice loro quotidianamente sul suo conto, presentandolo appunto come il nemico per eccellenza, come la minaccia che mette a rischio la pace del loro mondo. Anche in questo caso, come in molti altri, la fantasia distopica di Orwell appare superata di diverse misure dal nostro presente compiutamente distopico.
Anche l'odierno occidente, rectius uccidente, ha il suo Emmanuel Goldstein, che si chiama però Vladimir Putin. A tutte le ore, radio, televisioni e giornali della civiltà fintamente democratica del Grande Fratello ripetono propagandisticamente che è lui il nemico, il pericolo massimo, la suprema minaccia per il paradiso occidentale. E le masse tecnonarcotizzate e teledipendenti si prestano con ebete euforia a questa recita di isteria collettiva, esibendosi in altrettante tragicomiche variazioni dei due minuti d'odio di orwelliana memoria.
Quando l’ordine del discorso imbocca la via della “reductio ad hitlerum” (come la appellava Leo Strauss) dell’avversario, occorre davvero iniziare seriamente a preoccuparsi. Non è una novità, invero. Quante volte, di grazia, in questi anni è stata evocata la figura di Hitler in riferimento a quelli che di volta in volta l’Occidente a trazione atlantista ha individuato come suoi nemici, vale a dire quasi sempre come ostacoli rispetto alla americanizzazione del mondo pudicamente detta globalizzazione? Abbiamo rapidamente visto negli anni Hitler prendere corpo in Saddam e in Milosevic, in Gheddafi e in Assad.
L’osceno canovaccio era sempre il medesimo e nondimeno i più, artatamente manipolati, continuavano a prestargli fede, senza accorgersi della manipolazione ideologica in atto. Non deve dunque destare maraviglia il fatto che ora compaia un nuovo Hitler nella lista, Vladimir Putin. Era, au fond, la cosa più prevedibile del mondo. Il dispositivo perverso di hitlerizzazione dell’avversario presenta una serie di conseguenze non trascurabili, delle quali voglio qui evidenziarne solo alcune.
La hitlerizzazione dell’avversario nega in forma apriorica ogni possibile via del negoziato, della diplomazia e della possibile risoluzione pacifica delle contese. Con l’avversario si può trattare pacificamente, cercando accordi diplomatici. Con Hitler bisogna invece necessariamente intraprendere la guerra totale, senza mediazione possibile. In tal guisa, la hitlerizzazione dell’avversario diventa un pericoloso strumento per giustificare la guerra totale, vuoi anche la guerra mondiale che troppo spesso è stata disinvoltamente evocata da più parti in queste settimane.
Lo schema del nuovo Hitler rende sempre giustificabili i disastri più osceni, presentati di volta in volta come risposte dolorose ma necessarie al male assoluto. È una vecchia e collaudata pratica del potere il far credere che la contraddizione e il nemico siano al di là del muro, nello spazio esterno rispetto alla società totalmente amministrata dal potere stesso: in tal guisa, sempre defocalizzando lo sguardo rispetto alle contraddizioni interne alla nostra società, si produce una unificazione fittizia dell'interno, chiamato a cooperare in funzione della resistenza al nemico esterno, di cui magari, come oggi (ma lo stesso vale per Emmanuel Goldstein), si dice che è pronto a invadere la nostra civiltà.
Come nel romanzo di Orwell, vi è sempre e comunque Emmanuel Goldstein dietro a ogni contraddizione, dietro a ogni stortura, dietro a ogni male, così accade oggi nell'ordine discorsivo dominante, che sempre e di nuovo indica Putin - il novello Emmanuel Goldstein - come il responsabile di ogni male. Qualcuno osa dissentire rispetto all'Unione Europea della vestale dei mercati apatridi Ursula von der Leyen? Deve esserci dietro la longa manus di Putin. Qualcuno osa criticare le politiche imperialistiche a stelle e strisce? Deve essere un agente segreto inviato da Putin in occidente.
Qualcuno ha il coraggio di mettere in discussione gli assetti della sempre più asimmetrica globalizzazione neoliberale? Di necessità, è un subdolo infiltrato della Russia di Putin. Rileggere Orwell può davvero giovare a un risveglio collettivo dall'incantesimo ipnotico della società dello spettacolo e della manipolazione millimetrica delle coscienze. Spegnete radio e TV, leggete Orwell. Chi ve lo sta suggerendo è, naturalmente, una spia mandata da Emmanuel Goldstein...si è prodotta una scena degna della caverna di Platone: schiavi che amano le proprie catene.
L’uomo è spinto da un bisogno ancestrale di attribuire un significato alla realtà, ma non sempre è possibile svelare l’arcano. Senza una regola o uno scopo che gli conferisca appartenenza ad un sistema prestabilito di convenzioni sociali, l’essere umano prova disorientamento, come sospeso in un vuoto esistenziale.
Nel silenzio e nel non fare, la mente umana si smarrisce, così l’uomo per sentirsi al sicuro e placare l’inquietudine interiore, cerca sicurezza nel rumore delle voci esterne. Nella corsa affannosa per l’approvazione altrui, insegue un’ identità che non gli appartiene, così l’illusione di una stabilità costruita sul consenso degli altri, rivela presto la sua fragilità.
Rischiamo di perderci nella confusione di altre opinioni, che diventano rumore per la nostra anima. Siamo molto di più di ciò che mostriamo, siamo essenza, siamo l’ascolto silenzioso di noi stessi nella solitudine. Il ritiro si rivela una fonte svelatrice della nostra unicità, sia nelle sue fragilità che nella forza.
Uscire dal confronto è una conquista difficile in un’epoca in cui ogni attimo viene manifestato. Rischiamo di restare travolti e condizionati da ideali e sogni altrui, perdendo la nostra visione. Arriva il momento di fermarci, non per cercare un senso, ma per vivere ogni esperienza con un suo significato molto più profondo di quello apparente. Lontano dal frastuono che confonde, possiamo ascoltare quella melodia, solo nostra, che ci indica la giusta strada.
Proviamo ad affidarci alle coincidenze, che in realtà tali non sono, a cogliere il momento giusto e a perderci nel mistero della vita. Accogliamo le emozioni senza spiegarle, viviamo il dolore con presenza senza doverlo subito guarire, troviamo il coraggio di sperimentare, anche quando la mente ci suggerisce di scappare.
Non abbiamo bisogno di essere perfetti ma di sentirci vivi, di sbagliare per poi comprendere. Non esiste il fallimento, ognuno è libero di scegliere il proprio personale successo, importante è esserci con verità. Lasciamoci attraversare dalla bellezza dell’ignoto, che racchiude in sé una saggezza antica, oltre ogni interpretazione razionale.
Torna come ogni domenica la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana "Chiedilo all'Avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa alla violenza di genere e specificatamente ai casi di femminicidio. Ecco l’analisi dell’avv. Oberdan Pantana, all’approvazione del disegno di legge che introduce il "reato di femminicidio".
Il disegno di legge, approvato all'unanimità dal Senato con 161 voti favorevoli, introduce nel codice penale l'art.577-bis, tipizzando con precisione il nuovo reato di femminicidio per evitare incertezze applicative. La norma sancisce che commette femminicidio «chiunque cagiona la morte di una donna, quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o è conseguenza del rifiuto della stessa di stabilire o mantenere una relazione affettiva ovvero di subire una condizione di soggezione o comunque una limitazione delle sue libertà individuali, imposta o pretesa in ragione della sua condizione di donna, è punito con l'ergastolo».
Il testo, frutto di una mediazione tra i gruppi parlamentari, si distingue per la chiarezza definitoria della fattispecie e si accompagna a una serie di misure collaterali di rilievo: l'estensione del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi anche alle persone non più conviventi ma legate all'autore del delitto da vincoli di filiazione, e l'introduzione di una specifica aggravante che comporta un aumento di pena da un terzo alla metà se il reato viene commesso con le modalità proprie del femminicidio.
Tale aggravante trova applicazione anche in relazione a delitti come lesioni gravi e gravissime, mutilazioni, deformazioni del viso, stalking e violenza sessuale, per i quali la persona offesa dovrà essere informata dell'eventuale richiesta di patteggiamento e potrà depositare memorie e deduzioni.
Sul piano della prevenzione, il provvedimento rafforza l'utilizzo del braccialetto elettronico, incrementando la distanza minima dalla persona offesa da 500 a 1.000 metri, ed elimina ogni limitazione di durata alle intercettazioni nelle indagini relative a reati di femminicidio e violenza di genere.
Centrale è anche l'impegno a potenziare la formazione degli operatori del settore e a rafforzare la protezione delle vittime, ponendo particolare attenzione sia al sostegno ai centri antiviolenza sia alla promozione di programmi di riabilitazione rivolti agli uomini maltrattanti.
L'approvazione unanime del provvedimento rappresenta, in definitiva, non solo un salto di qualità nell'arsenale normativo contro la violenza di genere, ma anche un segnale culturale e istituzionale rilevante, che impegna il legislatore e la società civile in uno sforzo condiviso di prevenzione e tutela. Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Dopo anni di disagi per gli automobilisti, la strada comunale Squartabue si appresta finalmente a essere sistemata. L'amministrazione comunale di Recanati ha approvato, con delibera di Giunta, un progetto mirato alla messa in sicurezza e riqualificazione dell’importante arteria viaria, che collega la zona industriale di Squartabue alla SP105 in direzione Cerretano, costeggiando l’ex Cava San Biagio.
Una strada spesso al centro di segnalazioni da parte dei cittadini, a causa dei frequenti allagamenti in caso di piogge intense e della pavimentazione fortemente danneggiata, con vere e proprie buche pericolose per la circolazione. A peggiorare la situazione, anche il degrado ambientale legato all’abbandono di rifiuti lungo i margini della carreggiata.
Il progetto, promosso dall’Assessorato ai Lavori Pubblici guidato dal vicesindaco Roberto Bartomeoli, rappresenta una risposta concreta a una criticità sentita da tempo: "I disagi nella circolazione veicolare lungo la strada Squartabue sono da tempo un problema per molti automobilisti, che hanno fatto numerose segnalazioni in merito – ha dichiarato Bartomeoli –. In questo senso è per noi prioritario affrontare la situazione rispondendo con una soluzione concreta. Il progetto di sistemazione che abbiamo approvato ha le caratteristiche necessarie a riconsegnare alla cittadinanza e agli utenti del territorio una strada finalmente sicura e percorribile”.
Con questo intervento, l’obiettivo dell'amministrazione è ripristinare la piena funzionalità della strada, migliorando al tempo stesso sicurezza, viabilità e decoro urbano in un’area strategica per i collegamenti tra Recanati e i comuni limitrofi.