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Salvezza con 11 firme, D’Angelo trascinatore giallorosso: "La mia miglior stagione"

Salvezza con 11 firme, D’Angelo trascinatore giallorosso: "La mia miglior stagione"

Dopo sette anni, Massimo D’Angelo è tornato a indossare la maglia della Recanatese, e lo ha fatto da protagonista. Una stagione intensa, fatta di ostacoli ma anche di grandi soddisfazioni personali e collettive, culminata con una salvezza conquistata con una giornata d’anticipo nel girone F di Serie D.

Un traguardo tutt’altro che scontato, soprattutto in una stagione iniziata con ambizioni ben diverse, eredità della recente retrocessione dalla Serie C. Ma le difficoltà non hanno tardato ad arrivare: cambi di uomini, di prospettive e di scenari, che hanno ridimensionato gli obiettivi iniziali. Eppure, la compattezza del gruppo ha fatto la differenza.

"Siamo contenti di aver raggiunto la salvezza prima dell’ultima giornata, perché poi le cose si possono sempre complicare quando si arriva alla fine, dove nulla è scontato" afferma D’Angelo, che ha saputo caricarsi la squadra sulle spalle, diventando un riferimento dentro e fuori dal campo.

Il centrocampista giallorosso ha chiuso il campionato con 11 reti, molte delle quali pesanti: la doppietta contro l'Avezzano, la punizione allo scadere che ha deciso il derby d’andata contro la Civitanovese e il rigore dell’1-1 in quello di ritorno al Polisportivo, che ha di fatto sancito la parola salvezza. "È stato il mio miglior anno a livello personale - racconta D’Angelo -. Mi sono sentito importante, sia come giocatore che come uomo spogliatoio, insieme agli altri veterani. Questo mi ha dato la forza per spingermi oltre. Venivo da quasi un anno di inattività, quindi la mia situazione iniziale non era delle migliori. Ma, aumentando la condizione fisica e trovando continuità, sono arrivati gli 11 gol stagionali, merito di tutta la Recanatese".

Dietro i numeri, però, c’è molto di più: la voglia di lottare, l’unione di uno spogliatoio che ha saputo trasformare le difficoltà in motivazione. "Il calcio è uno sport di squadra – spiega – e nel nostro caso ci sono stati tanti fattori che hanno cambiato il percorso. Ma quello che non è mai cambiato è stato il nostro attaccamento alla maglia. Quando c’è questo, anche se gli obiettivi cambiano, puoi comunque arrivare al traguardo".

 

 

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