Il Tolentino non riesce ancora a sbloccarsi tra le mura amiche dello stadio della Vittoria. Contro l'Osimana arriva un pareggio, il terzo consecutivo in campionato nelle sfide casalinghe. La partita, valida per la sesta giornata di Eccellenza Marche, termina sul 2-2, con le squadre che si spartiscono i due tempi. Nel primo vanno a segno Alessandroni e Mafei per i giallorossi, nel secondo Tortelli e Iori per i cremisi.
Un risultato che consente all'Osimana di mantenere due punti di vantaggio in classifica rispetto al Tolentino (11 contro 9). Da segnalare il clima disteso sugli spalti a suggellare lo storico gemellaggio che lega le due tifoserie.
LE FORMAZIONI - Il Tolentino deve fare ancora a meno di Tizi e Capezzani. Passarini sceglie, quindi, di confermare la formazione capace di sbancare Trodica una settimana orsono con Rozzi in cabina di regia ed i giovani Mariani e Papavero lanciati dal 1'. L'unica eccezione è rappresentata dalla presenza di Cappa sulla trequarti. Labriola, invece, rivoluziona la sua Osimana mantenendo in blocco soltanto il tridente rispetto all'undici che ha battuto il Matelica. In porta c'è il 2007 Verdini.
LA CRONACA - L'Osimana parte all'arrembaggio e trova l'immediato vantaggio al 3'. Mafei, dimenticato dalla difesa cremisi, fa la sponda per Alessandroni che di testa insacca da due passi, indisturbato. Dormita dei padroni di casa. La reazione del Tolentino è flebile e non va oltre uno sterile possesso palla, che non trova sbocchi di fronte all'ordinato pressing ospite.
La differenza tecnica tra le due squadre appare evidente e viene consolidata al 25' con il raddoppio giallorosso. Sul corner di Caruso, Mafei svetta più alto di tutti e batte nuovamente Marricchi. Subito il secondo colpo, il Tolentino prova ad abbozzare una reazione. Al 29' Papavero non trova, per questione di centimetri, l'ottimo inserimento di Tortelli.
Ora i padroni di casa attaccano davvero. Al 33' Verdini è incerto nell'uscita su un cross insidioso di Papavero, ma Caruso - alle sue spalle - è attento e si rifugia in corner. Il ritmo della partita è tutt'altro che forsennato. Il direttore di gara, piuttosto ciarliero, non aiuta in tal senso a movimentare la contesa.
Al 42' la punizione di Ercoli viene neutralizzata senza difficoltà da Marricchi. Al 44' Papavero si libera, seppur in maniera macchinosa, per il tiro: alto di poco.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi il Tolentino prova fin da subito il forcing, sebbene in maniera confusionaria. A rendersi più pericolosa, però, è sempre l'Osimana. Al 54' Gigli fa tutto benissimo e lascia partire un tiro insidioso su cui Marricchi compie una grande parata.
A non cambiare sono anche le innumerevoli interruzioni di gioco, agevolate da un arbitraggio balbettante. Al 63', improvviso, arriva il gol dei padroni di casa. Su un cross deviato di Cappa si avventa Tortelli che è il più lesto di tutti a trovare il pallone e freddare Verdini.
Al 67' Moscati, sin lì in ombra, si mette in proprio e con un diagonale potente sfiora il secondo palo. Risponde Mafei al 70' con una conclusione debole, afferrata da Marricchi. L'Osimana pensa soltanto a difendersi, è assedio cremisi.
La generosità del Tolentino viene premiata al 75'. Moscati si libera di avversari in serie e suggerisce splendidamente per Iori che, in maniera chirurgica, scaglia un tiro che bacia il palo prima di terminare in rete.
I padroni di casa vogliono vincere. Al 78' Verdini è attento su una punizione velenosa di Cappa. All'85' cambio spregiudicato per Passarini che lancia un messaggio inequivocabile ai suoi: dentro Pietrani per Tortelli. Il direttore di gara concede sei minuti di recupero. Al 91' Moscati, un altro giocatore rispetto alla versione del primo tempo, danza sul pallone e carica il destro: alto. Tre minuti più tardi è Alessandroni a scaldare i guantoni di Marricchi. Null'altro accade nel restante extra-time: cala il sipario su una sfida ricca di emozioni.
Tabellino Tolentino - Osimana 2-2
TOLENTINO: Marricchi; Romoli, Tomassetti, Strano, Mariani (59' Marasca); Rozzi (71' Salvucci), Tortelli (85' Pietrani), Papavero (59' Romitelli); Cappa; Moscati, Iori. All: Passarini
OSIMANA: Verdini, Falcioni, Caruso, Ercoli, Pigini, Fermani, Pagliarini, Olivera (68' Patrizi), Gigli (67' Manini), Mafei, Alessandroni All: Labriola
Arbitro: Andrea Eletto (Macerata) Assistenti: Fabio Catani (Fermo), Giacomo Caporaletti (Macerata)
Reti: 3' Alessandroni (O), 25' Mafei (O), 63' Tortelli (T), 75' Iori (T) ammoniti: Fermani, Olivera, Cingolani, Iori; corner 5-3; recupero: 2' e 6'
Prestazione di carattere e successo di prestigio per la Maceratese, che supera 2-1 L’Aquila all’Helvia Recina al termine di una gara intensa e combattuta. I biancorossi ribaltano lo svantaggio iniziale con le reti di Osorio e Marras, conquistando la terza vittoria in campionato e salendo a quota 9 punti in classifica.
La partita
Partenza vivace dei biancorossi, subito pericolosi al 7’ con un tiro-cross di Osorio che sfiora la traversa. Al 14’ però sono gli ospiti a passare in vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Brunetti trova la deviazione vincente di testa per lo 0-1.
La reazione della Maceratese è immediata: al 18’ Ambrogi inventa per Papa, che calcia a lato a tu per tu con Michelin, ma l’azione viene fermata per fuorigioco. Al 22’ è Gagliardini a salvare i suoi con un grande intervento sul tentativo in lob di Banegas. Ambrogi ci prova ancora da fuori al 25’, ma il tiro finisce alto. Il primo tempo si chiude senza ulteriori emozioni.
Nella ripresa L’Aquila si fa subito vedere con un tiro-cross di Cioffredi (2’), poi al 7’ un fallo di Morganti su Sparacello porta al rigore per gli ospiti: Banegas spreca calciando a lato e la Maceratese resta in partita.
Al 14’ arriva la più nitida occasione biancorossa: Osorio serve basso in mezzo per Ruani, che però calcia debolmente. È il preludio al pareggio, che si materializza al 18’: punizione perfetta di Marras e incornata vincente di Osorio per l’1-1 che infiamma l’Helvia Recina.
Passano pochi minuti e la Maceratese completa la rimonta: al 23’ Cirulli, lanciato in contropiede, viene steso da Michelin, rigore ineccepibile. Dal dischetto Marras è glaciale e firma il 2-1.
Negli ultimi minuti i biancorossi difendono con ordine, resistendo al forcing finale degli abruzzesi. Dopo cinque minuti di recupero il signor Saccà di Messina fischia la fine: grande festa in campo e sugli spalti per una vittoria meritata e dal peso specifico enorme.
TABELLINO
Serie D – Girone F
Maceratese-L’Aquila 2-1
Maceratese: Gagliardini, Perini, Morganti, Mastrippolito, Ciattaglia, Ruani, Ambrogi, Marras, Gagliardi, Papa (7’ st Cirulli), Osorio
A disposizione: Cusin, Sciarra, Vanzan, Lucero, Nasic, Sabattini, Lorenzi
All. Possanzini
L’Aquila: Michelin, Cioffredi (29’ st Astemio), Trifelli, Tavcar, Buchel, Zampa, Di Renzo, Banegas, Sparacello, Scognamiglio (29’ st Carella), Brunetti
A disposizione: Pareiko, Corigliano, Lombardi, Mantini, Tomas, Ndoye, Tondi
All. Coraggio (Pochesci squalificato)
Marcatori: 14’ pt Brunetti (L), 18’ st Osorio (M), 24’ st rig. Marras (M)
Arbitro: Saccà (Messina)
Assistenti: Barretta (Pistoia) – Poneti (Firenze)
Ammoniti: Morganti (M), Tavcar, Zampa (L)
Note: spettatori numerosi, pomeriggio soleggiato.
Doveva essere una semplice gara di Terza Categoria, quella andata in scena sabato pomeriggio allo stadio “Ferruccio Orselli” tra Union Picena e Nuova FC, valida per la seconda giornata del Girone D. Si è invece trasformata in un pomeriggio di sport e polemiche, con un finale destinato a far discutere a lungo.
La partita, equilibrata e combattuta, si era aperta nel segno dei padroni di casa: al 26’ Olivieri porta in vantaggio la Union Picena con un preciso colpo di testa su cross calibrato. La reazione degli ospiti non si fa attendere: anche la Nuova FC trova il pari, sempre di testa, con Pascucci che anticipa tutti sul primo palo e batte l’incolpevole portiere locale.
Ad inizio ripresa gli ospiti ribaltano il risultato grazie a una gemma di Tommaso Bianchi, autore di un elegante colpo di tacco che vale l’1-2. Ma la gioia dura poco: Baldoncini e Marzola firmano la rimonta della Union Picena, che si riporta avanti e sembra avviata a conquistare i tre punti.
Poi, a dieci minuti dal termine, l’episodio che ha acceso la miccia. Dopo un contrasto acceso, un giocatore locale viene espulso per aver colpito un avversario. Ne nasce un parapiglia generale, culminato con il triplice fischio anticipato del direttore di gara, che si sarebbe sentito minacciato.
La sorpresa arriva venti minuti più tardi: tra lo stupore generale, l’arbitro richiama le squadre in campo per concludere la gara. Una decisione che ha lasciato attoniti giocatori e tifosi, e che ha subito alimentato accese discussioni sugli spalti e fuori dal campo.
A fine partita, il presidente della Nuova FC, Gianrico Bonvecchi, ha commentato con toni pacati ma decisi: "Oggi non voglio parlare del risultato, siamo stati battuti da una squadra forte con la quale abbiamo giocato alla pari. Ma non posso tacere su ciò che è accaduto nel finale: un nostro giocatore è stato colpito con un pugno, l’arbitro si è sentito minacciato e ha dichiarato la fine della partita. Poi, dopo venti minuti, ci ha chiesto di tornare in campo. Una situazione surreale".
Bonvecchi ha anche riportato testimonianze dei suoi tesserati, spiegando che "i miei ragazzi mi hanno raccontato di essere stati minacciati da un giocatore squalificato che indossava un cappuccio e occhiali scuri. Non è accettabile in nessun campo di calcio".
Nonostante la confusione, la Nuova FC ha scelto di riprendere a giocare. Il presidente ha aggiunto: "Voglio fare un plauso ai miei giocatori perché hanno deciso di continuare a testa alta, anche dopo un episodio così spiacevole. La sconfitta deve servirci per crescere".
Infine, Bonvecchi ha voluto lanciare un messaggio più ampio: "Mi auguro che quanto accaduto spinga tutti a riflettere. Gli episodi di violenza e intimidazione verso gli arbitri non devono più ripetersi. Come società abbiamo il dovere di educare i nostri tesserati al rispetto e al fair play".
Una partita dunque che lascia più interrogativi che certezze e che, con ogni probabilità, avrà strascichi anche nei prossimi giorni nelle sedi federali.
In occasione dell’Overtime Festival, la rassegna maceratese dedicata al racconto, al giornalismo e all’etica sportiva, il Picchio Podcast ha accolto un ospite d’eccezione: Serse Cosmi, uno degli allenatori più iconici e passionali del calcio italiano. A Macerata per portare in scena lo spettacolo “Solo Coppi Temo”, Cosmi si è raccontato a cuore aperto in un’intervista intensa e piena di aneddoti, tra calcio, vita e musica.
Cosmi ha spiegato come la scelta di salire su un palco sia nata quasi per gioco, ma si sia presto trasformata in un bisogno profondo: “Da un anno a questa parte ho avuto la voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso. Il teatro mi ha sempre appassionato, e con l’aiuto di Alessandro Ricci e del jazzista Giovanni Guidi è nato questo spettacolo". Il titolo “Solo Coppi Temo” nasce proprio da una scritta che il padre di Cosmi aveva lasciato sull’Ape di famiglia: “Mio padre era un fanatico di Coppi. Quando l’ho perso avevo solo 15 anni, e non ho mai avuto la possibilità di raccontargli ciò che è successo dopo. Il teatro è diventato il modo per farlo, per dirgli quello che non ho mai detto”.
Una storia familiare che diventa metafora di vita: “Quel motto, Solo Coppi temo, è rimasto un modo di vivere. Ho affrontato salite, discese, e tanta fatica. Ma vivere, come pedalare, resta bellissimo”.
Il racconto di Cosmi torna poi agli inizi, quando da insegnante di educazione fisica si ritrovò, quasi per caso, a fare l’allenatore della squadra del bar del paese: “Non potevo giocare perché ero tesserato, così mi fecero allenare gli amici. Non vincevamo mai, finché una volta vincemmo… e da lì è iniziato tutto.”
Una carriera che lo ha portato fino alla Serie A, ma che lui descrive più come una discesa che come una fatica: “Dai dilettanti ai professionisti mi sembrava tutto naturale. La vera salita è venuta dopo, quando devi restare ai vertici. All’inizio, invece, era solo entusiasmo”.
Nel 2000, dopo 5 promozioni in 10 anni con Pontevecchio e Arezzo, la grande occasione in Serie A con il Perugia. Impossibile non parlare del suo legame con il Grifo, la squadra della sua città e della sua vita: “Allenare il Perugia è stato come realizzare il sogno di un bambino. Da tifoso in curva a mister in panchina. Non potevo chiedere di più”.
Cosmi ricorda anche il suo rapporto con Luciano Gaucci, presidente vulcanico e visionario: “Di lui si è detto tanto, spesso senza conoscerlo davvero. Era un uomo generoso, di intuito incredibile. Con lui c’era un rapporto diretto, umano. Oggi nel calcio questo manca: i fondi, le società moderne, hanno tolto il contatto personale”.
Durante l’intervista, Cosmi rivendica con orgoglio quella che considera la sua vera abilità: “La mia più grande qualità è stata valorizzare talenti sconosciuti, farli crescere e far guadagnare tanti soldi ai presidenti. Ma questa è una cosa che non mi è mai stata riconosciuta fino in fondo”.
Tra i nomi che emergono, Marco Materazzi, Fabrizio Miccoli e Luis Muriel, tre esempi di talento e carattere cresciuti anche grazie alla sua guida: “Miccoli era il più forte che abbia mai visto. In allenamento faceva cose incredibili. Materazzi era ingestibile, ma se capiva che poteva fidarsi di te, ti avrebbe seguito ovunque”. Ma il ricordo più emozionante è legato al Lecce: “Retrocedemmo, ma con la curva che applaudiva. Quella scena vale quanto una vittoria. Gente straordinaria, cuore vero del Sud”.
Fuori dal campo, Serse Cosmi rivela un’altra delle sue passioni: la musica. “Mi piace la house, ma anche i cantautori: D’Andrea, Gaber, De Gregori. Non mi sento un DJ, piuttosto un selezionatore musicale. Ma se devo mettere un disco, lo metto con gusto”.
Tra parole, aneddoti e riflessioni, Serse Cosmi si conferma per ciò che è sempre stato: un uomo diretto, passionale, autentico.Al Picchio Podcast ha mostrato ancora una volta la parte più vera di sé — quella di chi non ha mai cercato di piacere, ma di essere sé stesso. Oggi, con “Solo Coppi Temo”, porta la sua storia dal campo al palcoscenico, con la stessa grinta e la stessa sincerità che lo hanno reso unico.
Perché la vita di Serse Cosmi è stata davvero come una tappa di montagna: partita tra i tornanti dei campi dilettantistici e arrivata, a forza di cuore e coraggio, sul traguardo della Serie A. Ha affrontato discese vertiginose e salite interminabili, ma non ha mai smesso di pedalare. E forse è proprio questo il segreto del suo viaggio.
La Climacalor San Severino non conosce… Paganini ed infatti si ripete a distanza di sei giorni dall’impresa casalinga ai danni del Basket Macerata andando a piegare sul proprio parquet la Vigor Matelica per 75-67. Si conferma così il trend delle recenti stagioni secondo cui chi si impone nel memorial Toti Barone, nella fattispecie la Vigor, paga dazio in campionato. Cabala a parte, l’avvio dei biancorossi di San Severino è veemente ed il primo quarto parla chiaramente ospite (+9 per i ragazzi di Funari). All’intervallo lungo si giunge con i padroni di casa, in cui il giovane play-guardia Pacini conferma quanto di buono fatto vedere nel citato memorial Barone, in progresso, anche se sempre a rincorrere (28-34). Capitan Severini e soci, però, riprendono dopo la pausa con il piglio autoritario che consente loro di guadagnare altri 5 punti di gap al 30’ (45-56). Match in ghiacciaia ed ultimo periodo in controllo per il secondo hurrà consecutivo del top-scorer Vissani (23 lunghezze per l’ala settempedana) e compagni. Da sottolineare l’ispirata serata in attacco del regista e capitano Severini, secondo miglior marcatore del quintetto ospite con 17 punti in bisaccia.
Coach Funari rende merito ai suoi: «È stata una partita solida contro una squadra che darà filo da torcere a tutti in questa stagione. Siamo stati bravissimi ad approcciare il match nel modo giusto, imprimendo subito i ritmi che volevamo in attacco e andando ad intasare le linee di passaggio in difesa. Nel finire del secondo quarto abbiamo avuto un calo di intensità che ha permesso alla Vigor di rientrare parzialmente, ma non ci siamo disuniti e con la giusta reazione nel secondo tempo abbiamo ripreso in mano la gara. Portiamo a casa due preziosi punti, la bella reazione del gruppo nei momenti di difficoltà e molte indicazioni su dove andare ad intervenire per continuare a crescere partita dopo partita».
Gli fa eco il diesse Gabriel Cingolani, autore del colpaccio in fase di basket mercato in particolare con gli ingaggi del duo in panchina Funari-Di Battista e di “Mr. Fantastic” Alessio Magrini: «Complimenti ai ragazzi per l’impegno che stanno profondendo e per la bella alchimia che si sta creando tra loro e i due coach. Saluto il ritorno sul parquet di Giacomo Vignati dopo più di un anno di stop e l’esordio nel finale del derby del quindicenne Aron Laaouli. Vorrei inoltre ringraziare i numerosi nostri tifosi accorsi al derby. Hanno creato una bella cornice di pubblico. Venerdì prossimo, con palla a due alle 21.45, li aspettiamo al palas Ciarapica contro Osimo, avversaria altrettanto giovane». Poco importa se si gioca di venerdì 17… La Climacalor San Severino è a caccia del tris!
VIGOR MATELICA-CLIMACALOR SAN SEVERINO 67-75
VIGOR MATELICA: Pacini 18, Galeassi 3, Chiaraluce, Fianchini, Eleonori 10, Ferretti 14, Franch 8, Dichiara 9, Panfili n.e., Brugnola, Weht 5, Iacono n.e.
All. TrulloCLIMACALOR SAN SEVERINO: Magnatti, Vignati, Bottacchiari n.e., Laaouli, Ortenzi 10, Severini 17, Migliorelli 7, Atodiresei, Della Rocca 2, Corvatta, Magrini 16, Vissani 23
All. FunariNOTE: parziali: 10-19, 18-15, 17-22, 22-19; progressivi: 10-19, 28-34, 45-56, 67-75; nessun uscito per 5 falli.
Add. stampa Luca Muscolini
Alla Galleria Antichi Forni di Macerata, nel cuore dell’Overtime Festival, è andata in scena una narrazione vibrante e appassionata: quella di “La Bomba. Lo spettacolo di Alberto Tomba”, libro firmato dal giornalista Giuseppe Pastore. L’incontro, moderato da Gerardo De Vivo (Agenzia Area), ha offerto al pubblico un viaggio dentro la carriera e la leggenda di uno degli atleti italiani più iconici del Novecento, riscoprendone la potenza comunicativa, atletica e simbolica.
Pastore, firma brillante e volto noto di Cronache di Spogliatoio, ha raccontato il desiderio che lo ha spinto a scrivere il libro: “Volevo riportare Alberto Tomba al centro del discorso, anche per chi non ha vissuto in diretta le sue imprese. Chi ha meno di quarant’anni, spesso, non ne ha memoria viva. Eppure Tomba è, a mio avviso, tra i primi cinque sportivi italiani maschi di tutti i tempi. Il libro racconta la sua parabola, dall’ascesa al ritiro, cercando di restituire il suo mito nella sua interezza, senza retorica ma con ammirazione”.
Attraverso uno stile accessibile e narrativo, Pastore cerca di rendere giustizia non solo ai successi sportivi di Tomba – le medaglie olimpiche, le Coppe del Mondo, la celebrità internazionale – ma anche alla sua dimensione più privata, più tecnica, più umana: “È stato un atleta moderno, attentissimo alla gestione del corpo, della mente, della comunicazione. In anticipo sui tempi, diremmo oggi. Una figura attualissima, nonostante il suo silenzio pubblico degli ultimi anni”.
L’incontro ha toccato anche il modo in cui Cronache di Spogliatoio ha rivoluzionato la narrazione sportiva in Italia, creando un linguaggio fresco, diretto, capace di coinvolgere una community attiva, giovane ma tutt’altro che superficiale: “Lo storytelling è centrale. Non basta più la notizia, serve la storia, il contesto, il perché. Il pubblico interagisce, ci corregge, ci stimola. Non siamo il giornalista sul piedistallo: siamo in dialogo continuo. E questo ci arricchisce”.
E proprio da questa relazione tra racconto e sport nasce anche un’altra passione di Pastore: il cinema. “Cinema e sport condividono la necessità di emozionare. Entrambi raccontano storie vere o verosimili, che rispecchiano le emozioni che viviamo ogni giorno. E quando una storia sportiva riesce a commuovere, ispirare, o anche solo far riflettere, allora diventa universale. È questo che provo a fare: condividere ciò che mi ha emozionato, nella speranza che emozioni anche altri”.
Tra riflessioni sulla memoria sportiva, la responsabilità del racconto e il ruolo dei media nell’educare ed emozionare, la presentazione di “La Bomba” è stata molto più di un semplice lancio editoriale. È stato un tributo a uno sportivo leggendario, ma anche un invito a riscoprire la bellezza delle storie, di qualunque campo – reale o simbolico – siano protagoniste.
ECCELLENZA - Colpo in attacco per il Chiesanuova. È un nuovo giocatore biancorosso l’attaccante Matteo Perri, classe 1997, punta apprezzata e che ben conosce l’Eccellenza avendola disputata negli ultimi due campionati tra K-Sport Montecchio e Maceratese, 7 reti nell’annata nel capoluogo.
Ha iniziato la stagione al Sambiase, squadra di Lamezia Terme che milita in serie D e con il suo arrivo il Chiesanuova si augura di risolvere il problema della sterilità offensiva.
Lascia invece il gruppo di Mobili il giovane Niccolò Bartoloni. Classe 2006, portiere, era stato preso in estate dalla Settempeda, poi l’arrivo last minute dell’esperto Monti gli ha chiuso lo spazio.
Visione, provocazione e libertà di pensiero. È questo il calcio raccontato da Lele Adani, Nicola Ventola e Antonio Cassano, protagonisti al Teatro Lauro Rossi di Macerata con lo spettacolo “Viva il futbol on the road”, evento di chiusura della seconda giornata di Overtime Festival 2025. Un dialogo sincero, senza filtri, dove i tre ex calciatori hanno proposto la loro idea di calcio schietta e in controtendenza, lontana dalle convenzioni e dalle retoriche del pallone moderno. Il pubblico maceratese, ancora una volta, ha risposto con un tutto esaurito, confermando il successo del format che unisce competenza, ironia e passione.
«Questa sera si parlerà solo ed esclusivamente di calcio», aveva chiarito in apertura il conduttore Rai Marco Ardemagni, e così è stato.Con Cassano collegato da casa, Adani e Ventola sul palco hanno dialogato per quasi due ore sui temi più attuali del calcio italiano e internazionale, tra analisi tecniche, battute e stoccate che non hanno risparmiato nessuno.
«Ardemagni ma sei quello dell’anno scorso?», ha esordito in collegamento da casa Cassano, rompendo subito il ghiaccio con il pubblico e richiamando il siparietto della passata edizione. Adani, invece, ha voluto sottolineare il legame con il festival e il teatro: «Mi piace questo luogo, questa energia e questo teatro bellissimo».
L’incontro si è aperto con l’analisi dello 0-0 tra Milan e Juventus, una delle partite più attese ma anche più deludenti della scorsa settimana. «Il cambiamento spaventa e spesso ti porta a tornare indietro», ha spiegato Adani. «Poi però non ci si può lamentare se ci sono partite così. Oggi o ci si accontenta o ci si ribella. Di fronte a questo scempio bisogna ribellarsi». Nel mirino, inevitabilmente, Massimiliano Allegri, tornato sulla panchina rossonera dopo undici anni. Cassano non ha risparmiato giudizi: «Conte è un allenatore vero, a differenza di Allegri. Uno è un fenomeno, l’altro pensa solo al risultato e ai soldi in tasca».
Dal grigio di San Siro, la discussione è passata alla luminosità di Napoli e Roma, le squadre che più hanno impressionato in questo avvio di stagione. Spazio anche al Como di Fabregas e Nico Paz, modello virtuoso per Adani: «È un progetto sano perché non è italiano. C’è una rete che sa cercare giocatori bravi, un allenatore visionario e una comunicazione condivisa con il club. Non si fanno mettere i piedi in testa dai canoni italiani».
Inevitabile il tema calciomercato, tra arrivi eccellenti e trattative sfumate. Cassano ha commentato con ironia e amarezza gli arrivi di De Bruyne e Modric in Serie A: «Una volta i migliori giocavano da noi. Oggi arrivano a fine carriera, ma almeno ringraziamoli. Il problema è che in Italia si pensa ancora come trent’anni fa: ai vertici ci sono persone di 70 o 80 anni». Ventola ha invece analizzato i retroscena di mercato: «La Juve, non vendendo Vlahovic, non ha potuto prendere Kolo Mouani e ha ripiegato su Openda. È la squadra che ha pagato di più questa situazione».
Ardemagni ha poi sollevato un tema culturale: l’Italia come “fucina di portieri e allenatori”, ma con pochi giovani protagonisti. Adani ha risposto senza mezzi termini: «In Italia la parola lavoro spaventa come la parola merito. È più importante che l’amico dell’amico stia lì, anziché un giovane talento. Non siamo più i numeri uno, e se vogliamo tornare a esserlo dobbiamo meritarcelo».
Non poteva mancare un passaggio sulla Nazionale Italiana, reduce dal folle 4-5 con Israele, ribattezzato da Adani in telecronaca «partita da pranzo al sacco». «È stata difficile da commentare — ha ammesso — ma per fortuna non è stato un pranzo al sacco indigesto». Ventola ha espresso fiducia: «Gattuso è l’allenatore giusto, tira fuori il meglio da quello che abbiamo». Cassano ha rincarato: «Sono convinto che ci porterà al Mondiale, magari attraverso i playoff. Ma oggi abbiamo pochi veri fenomeni: l’unico è il portiere. E se hai il portiere più forte del mondo al massimo fai 0-0, mentre con un attaccante forte vinci 3-2».
Adani ha poi riservato una stoccata al presidente FIGC Gravina: «Non rispetta i bambini che non hanno mai visto un Mondiale, comunicando i risultati con superficialità e presunzione».
In platea anche Patrizia Panico, icona del calcio femminile, e la giornalista Monica Bertini, che ha definito i tre protagonisti «belle persone oltre che grandi professionisti». Dopo le domande del pubblico e gli immancabili selfie finali, il trio ha lasciato il palco tra gli applausi.
“Viva il futbol” si conferma così un contenitore di idee, a volte divisive ma sempre autentiche, dove si parla di calcio con libertà e senza filtri. Un linguaggio diretto e genuino che continua a conquistare teatri e web, celebrando quel gioco che, più di ogni altro, sa ancora unire e far discutere.
Si dice che tre indizi fanno una prova e pertanto la prosecuzione della partnership tra Fisiomed e il Chiesanuova Football Club dimostra l’intesa totale e la robustezza del legame. Un connubio che è stato ribadito nell’incontro andato in scena nella sala conferenze del polo del Gruppo Medico, a Sforzacosta. Nell’occasione Fisiomed ha rinnovato il suo ruolo di medical partner e sponsor ufficiale del club biancorosso per la terza stagione consecutiva.
Anzi da questa annata il Chiesanuova diventa la società calcistica più importante per Fisiomed. Per il sodalizio della frazione di Treia (realtà più piccola per numero di abitanti, circa 800, nel campionato di Eccellenza che è il massimo torneo regionale) erano presenti il presidente Luciano Bonvecchi, la segretaria Lucia Sacchi e una nutrita rappresentanza di calciatori guidata da capitan Carlo Mongiello.
A fare gli onori di casa naturalmente Enrico Falistocco, amministratore di Fisiomed: “Oggi mi sento a casa – ha esordito- e se tre indizi fanno una prova, questo connubio che prosegue è testimonianza del legame e della stima che ci unisce. Il Chiesanuova è una delle più importanti realtà calcistiche non solo della provincia, ma anche delle Marche visto che siete protagonisti in Eccellenza e venite da due semifinali playoff. Con il presidente Bonvecchi c’è stata empatia fin dal primo momento e sono felice di poter condividere con il sodalizio biancorosso la terza stagione assieme. La partenza del campionato non è stata quella desiderata, ma ci sono le basi tecniche e organizzative per risalire la china e magari ripetere le ultime due stagioni sensazionali. Forza ragazzi”.
Il presidente Bonvecchi ha aggiunto: “Ammiro Fisiomed, nel loro campo che è anche ben più grande e delicato del nostro, sono un riferiemto e un fiore all’occhiello per Macerata. Abbiamo riconfermato immediatamente questa collaborazione, riconoscendo a Fisiomed velocità e bravura nel risolvere dubbi e problemi fisici dei nostri giocatori. Anzi non solo dei giocatori. Purtroppo il nostro campionato è iniziato male, nei 3 anni con Fisiomed mai eravamo partiti così. Forse ci eravamo abituati bene ma credo che abbiamo tutto il tempo per recuperare e tornare in alto. Però dobbiamo venirne fuori con le nostre armi di grinta, cuore e appartenenza”.
In occasione dell’incontro di calcio tra S.S. Maceratese 1922 e L’Aquila 1927, in programma domenica 12 ottobre alle ore 15 allo stadio Helvia Recina “Pino Brizi”, la polizia locale di Macerata ha emesso un’ordinanza per regolare la circolazione stradale e la sosta nelle aree adiacenti l’impianto sportivo.
Le misure di sicurezza e viabilità entreranno in vigore a partire dalla mattinata di domenica, con l’obiettivo di garantire un afflusso ordinato dei tifosi e agevolare il lavoro delle forze dell’ordine e dei mezzi di soccorso.
Nel piazzale Helvia Recina “Stadio Pino Brizi”, in tutte le aree normalmente destinate a parcheggio, sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata dalle ore 12:00 fino a cessate esigenze, eccetto veicoli di soccorso e di polizia. Dalle ore 13:30 scatterà inoltre il divieto di transito nel settore d’ingresso riservato ai tifosi ospiti e sarà istituita una corsia di marcia delimitata per i veicoli in uscita da via Fratelli Palmieri, con direzione obbligatoria a destra verso via dei Velini (lato centro città).
Su via dei Velini, sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata e divieto di transito dalle ore 12:00 nel tratto compreso tra i civici 125/A e 151, ovvero tra i due ingressi al piazzale dello stadio. Dalle ore 13:30 scatterà il divieto di transito all’intersezione con via Due Fonti e contrada Fontezucca, esteso a tutti i veicoli fino all’ingresso a monte del piazzale. All’intersezione con via Due Fonti e contrada Fontezucca sarà consentita la direzione sia a destra sia a sinistra. Sarà inoltre in vigore il divieto di transito all’intersezione con la traversa di via Vittime delle Foibe, con direzione obbligatoria a sinistra per tutti i veicoli, eccetto quelli della tifoseria ospite, dei mezzi di soccorso e dei residenti o clienti delle attività fino all’ingresso a valle del piazzale stadio.
Per la tifoseria ospite, i veicoli potranno sostare lungo via dei Velini sul lato destro, con tre posti riservati ai disabili nelle vicinanze dell’ex bar Le Monde. I mezzi dovranno essere parcheggiati rivolti verso Villa Potenza per agevolare il deflusso a fine partita, e la sosta sarà consentita fino al termine della manifestazione. Dalle ore 14:30, verrà istituito uno sbarramento fisico con chiusura della corsia di marcia in direzione Macerata–Villa Potenza.
I tifosi locali potranno utilizzare, se necessario, via Murri e il parcheggio Garibaldi. In via dei Velini 138 (bocciofila XXIV Maggio) sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati fino all’ingresso dello stadio dalle ore 12:00 alle 18:00, con divieto di transito dalle 13:30 salvo autorizzati, forze dell’ordine e mezzi di soccorso. Su contrada Fontezucca sarà infine temporaneamente revocata la direzione obbligatoria a destra per consentire il passaggio degli autobus del servizio urbano.
La Polizia Locale invita cittadini e automobilisti a prestare attenzione alla segnaletica temporanea e a programmare per tempo gli spostamenti, al fine di evitare disagi e garantire lo svolgimento sicuro della partita.
(Credit foto: Francesco Tartari)
Una giornata di grande emozione e orgoglio nazionale per tre giocatori della Cucine Lube Civitanova, protagonisti pochi giorni fa del trionfo mondiale con la Nazionale azzurra nelle Filippine. Fabio Balaso, Mattia Bottolo e Giovanni Gargiulo sono stati infatti ricevuti oggi al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme a tutti i componenti delle selezioni maschili e femminili dell’Italvolley.
Nel Salone delle Feste, il Capo dello Stato ha accolto le due rappresentative azzurre, accompagnate dai rispettivi staff, dal presidente del Coni Giovanni Malagò, dal segretario generale Carlo Mornati e dal presidente federale Giuseppe Manfredi. Presente in platea anche il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.
Tra strette di mano, sorrisi e parole solenni, Mattarella ha voluto ringraziare personalmente gli atleti per le emozioni regalate all’Italia con i recenti successi iridati. "Siete stati formidabili – ha detto il Presidente – grazie ancora per le emozioni che avete trasmesso. Siete stati seguiti in maniera appassionata da tutti gli italiani, da tutto il Paese!".
La giornata celebrativa è poi proseguita a Palazzo Chigi, dove la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso il suo apprezzamento agli azzurri: "Avete rappresentato e difeso nel migliore dei modi i nostri colori, portandoli con orgoglio in cima al mondo".
Visibilmente emozionato anche Giovanni Gargiulo, centrale della Lube e una delle rivelazioni del torneo, che ha raccontato il suo stato d’animo: "Una giornata intensa, ricca di emozioni indescrivibili, soprattutto quando siamo entrati nel salone del Quirinale. Trovarmi al cospetto del Presidente Mattarella mi ha fatto prendere realmente coscienza della nostra impresa. Per me è stato come trovarmi di fronte a tutto il popolo italiano. Porterò sempre nel cuore questa esperienza".
Un riconoscimento importante, dunque, per tre protagonisti che portano in alto il nome di Civitanova Marche e della Lube, simboli di eccellenza sportiva italiana nel mondo.
“Il primo set l’ho perso al tie-break, ma ho appena fatto il break. Sono 2-1, ma la partita è ancora lunga”. Così Chiara Icardi, giornalista sportiva e volto di Sportmediaset, sintetizza con una metafora perfetta il momento della sua carriera.
Una vita che ha avuto due tempi ben distinti: prima in campo, da tennista con punti WTA, poi davanti alle telecamere, ai microfoni e alle parole, come voce del racconto sportivo italiano.
Per la prima volta ospite di Overtime Festival, Icardi si dice “emozionata e felice di essere qui, in un luogo che ho sempre ammirato da spettatrice. Ho sempre pensato che un giorno mi sarebbe piaciuto arrivare su questo palco, e oggi quel giorno è arrivato”.
L’emozione è doppia: stasera, infatti, sarà lei a intervistare Pablo Trincia, giornalista e podcaster tra i più seguiti in Italia. “Mi sento onorata — racconta —. Trincia ha la capacità rara di catturarti, di farti entrare nel racconto come se fossi parte della storia. Quando parla, diventi personaggio anche tu. Penso che da questa serata imparerò molto, e questo mi rende davvero felice”.
Icardi è una voce nuova, ma già matura, nel panorama della comunicazione sportiva. Dalla conduzione dei telegiornali di Sportmediaset al programma serale della TV ufficiale della Serie A, fino alla radio e al padel, la sua esperienza attraversa linguaggi e formati diversi.Eppure, il suo approccio resta sempre lo stesso: umano, empatico, profondo. “Per me il racconto sportivo è la capacità di emozionare. Spesso ci concentriamo solo sul risultato, ma la bellezza dello sport è nel percorso. È nel sacrificio, nella tensione, nella sconfitta che costruisce la persona. Anche quando non arrivi alla vittoria, tutto ciò che ti ha portato fin lì merita di essere raccontato”.
Da ex atleta, Icardi conosce bene quel linguaggio del corpo e dell’anima che solo chi ha vissuto lo sport dall’interno può comprendere davvero. “Immedesimarmi in chi scende in campo mi viene naturale. So cosa significa la pressione, la paura, l’adrenalina. Anche se non sono mai arrivata ai livelli dei grandi campioni, certe emozioni sono uguali per tutti, dal numero uno al numero novecento del mondo”.
Dal tennis all’informazione, il passaggio è stato una scelta di libertà. “Ho iniziato a giocare a tre anni — racconta —, mio padre era maestro di tennis. Ho amato lo sport, ma il mio carattere ‘fumantino’ mi ha fatto capire che l’agonismo non era la mia strada. Ho deciso di cambiare vita, di studiare le lingue, di scrivere. È stato il primo grande bivio, e sono felice di averlo preso".
Oggi, Icardi alterna la serietà della conduzione televisiva alla leggerezza della radio: “La radio è stata una scoperta meravigliosa. Mi diverte, mi fa stare bene. In TV, invece, ritrovo quella tensione buona che mi fa sentire viva: i cinque minuti prima della diretta sono come i cinque minuti prima di un match. L’adrenalina è la stessa".
Nel suo percorso ha incontrato tanti protagonisti della Serie A, dal campo agli spogliatoi: “Ricordo con affetto le interviste a Roberto Donadoni e Ivan Cordoba. Mi hanno trasmesso valori veri, visioni sincere del calcio. Ma anche Marco Giampaolo mi ha colpito tantissimo: una persona profonda, curiosa, appassionata, lontana dall’immagine fredda che a volte si percepisce dall’esterno”. E poi, con un sorriso: “Allegri? Un personaggio che fa bene al nostro mestiere. Una battuta sua può riempire una settimana di trasmissioni!”
Quando le chiediamo a che punto della partita sente di essere oggi, la metafora sportiva torna a colorare il discorso: “Immagino una partita al meglio dei cinque set. Il primo l’ho perso al tie-break ma nel secondo ho appena fatto il break. Sono 2-1 e mi sento nel ritmo giusto. La partita è lunga, ma la sto giocando come voglio io”.
Chiara Icardi sarà protagonista questa sera, alle 21, sul palco del Teatro Lauro Rossi di Macerata, insieme a Pablo Trincia per una conversazione dal titolo “Girare il mondo per raccontare storie: una scelta di vita”.
Prosegue senza soste il mercato del Trodica Calcio 1968, che ufficializza un nuovo importante innesto: l’arrivo in rosa dell’esterno Lorenzo Marchionni, classe 1994, noto per le sue qualità tecniche e la grande esperienza sul campo.
Marchionni, originario di Grottazolina, vanta un lungo percorso tra club marchigiani e abruzzesi. Tra le sue esperienze, spiccano le stagioni con Real Forio in Eccellenza Campania, e in Italia centrale con Ascoli, Fabriano Cerreto, Montegiorgio, oltre alle esperienze abruzzesi con Notaresco, L’Aquila e Giulianova.
L’ingresso di Marchionni nella squadra rappresenta un’importante opportunità per il Trodica: l'esterno porterà corsa, freschezza e alternative offensive, incrementando le opzioni a disposizione di mister Buratti e contribuendo a rendere la squadra più competitiva per la stagione 2025/26. Il club saluta, intanto, Sebastian Greco e Andrei Salvucci, ringraziandoli per l’impegno profuso e augurando loro le migliori fortune per il futuro.
Picchio News apre un nuovo capitolo. Nasce "Picchio Podcast", un format che vuole andare "oltre la notizia", per raccontare storie, volti e idee del nostro territorio. Un luogo di parole e ascolto, dove le persone si raccontano e le esperienze diventano spunti per capire meglio il presente.
E per inaugurarlo, un ospite speciale: Michele Spagnuolo, ideatore e presidente dell’Associazione culturale Pindaro, che proprio oggi inaugura la quindicesima edizione di Overtime Festival, la manifestazione nazionale dedicata al giornalismo e al racconto dell’etica sportiva. “È la quindicesima edizione, ma è sempre una prima volta – racconta Spagnuolo –. Ogni anno è una sfida diversa, uno stimolo nuovo".
Un traguardo importante, costruito quest'anno attorno a un tema dal valore universale: le scelte. E allora gli abbiamo chiesto come 15 anni fa ha scelto di dare vita ad Overtime Festival. “Tutto è nato quindici anni fa da una grandissima passione per il mondo dello sport, mia e di mio fratello. Insieme a un gruppo di studenti universitari di Perugia decidemmo di creare un’associazione per restare uniti anche dopo il percorso di studi. Volevamo parlare di sport e di racconto sportivo. L’abbiamo chiamata Pindaro, in onore del primo nella storia a scrivere di sport. All’inizio facevamo piccoli eventi in giro per l’Italia – mostre di fotografia, di cinema o di fumetto – sempre legati al mondo dello sport e della cultura. Poi, nel 2011, con un po’ di pazzia, decidemmo di riunire tutto in un unico contenitore. Lo dico sempre ridendo: eravamo in un pub di Pesaro e, alla terza pinta di birra, nacque Overtime”.
Da quella sera è iniziata un’avventura che non si è più fermata. In quindici anni, Overtime è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento nazionale, portando a Macerata campioni, giornalisti, registi e appassionati da tutta Italia. “Negli anni è cambiato tanto il modo di raccontare lo sport – spiega Spagnuolo –. Oggi è tutto molto più veloce, anche la comunicazione in generale. Ma noi cerchiamo, con un taglio romantico – non nostalgico, romantico – di continuare a raccontare le storie belle, quelle fatte di valori ed etica sportiva. Se quindici anni fa siamo stati i primi a creare un festival solo sullo storytelling sportivo, oggi fortunatamente se ne parla molto di più. E anche se i media sono cambiati, credo che si possa ancora raccontare lo sport in maniera sana, bella e corretta”.
Tantissimi i ricordi, ma due in particolare restano indelebili. “Ci sono stati centinaia di ospiti, ognuno ha lasciato un segno. Però due momenti li porto nel cuore: la storia di Gianni Maddaloni, che a Scampia con la sua palestra porta avanti un concetto di sport popolare per togliere i ragazzi dalla strada; e poi l’appuntamento con don Ciotti, davanti al quale chiesi a mia moglie di sposarmi. Quello resterà per sempre indimenticabile.”
Nel tempo, è cambiato anche il modo di organizzare un festival. “Oggi è più difficile, vuoi perché Overtime è cresciuto molto, vuoi perché la burocrazia è sempre più stringente. C’è da firmare qualche modulo e qualche carta in più rispetto a quindici anni fa. Però abbiamo sempre mantenuto un punto fermo: tutti gli eventi sono gratuiti. È una scelta precisa, perché pensiamo che la cultura dello sport debba essere accessibile a tutti. E ci piace entrare nelle scuole, parlare ai giovani, cercare di trasmettere messaggi positivi”.
Dietro le quinte, una squadra che è una vera famiglia. “Scherzo sempre dicendo che io ci metto la barba, ma dietro c’è una squadra incredibile. Quest’anno siamo circa cinquanta persone, tutte volontarie. Ci sono i ragazzi più giovani, che portano entusiasmo, e il gruppo storico, quello con cui tutto è iniziato, che continua con la stessa passione di sempre”.
L’edizione di quest’anno sarà come sempre densa di appuntamenti: convegni, talk, interviste, proiezioni, mostre, degustazioni. “Anche quest’anno, come mi dicono sempre, non ci siamo regolati – scherza Spagnuolo –. Ci saranno eventi da mattina a sera per cinque giorni, per tutti i gusti. Alcuni più mainstream, altri di nicchia, dedicati a sport o temi particolari. È bello vedere come ogni anno si crei una comunità di persone diverse ma unite dallo stesso spirito”.
Un festival che ha fatto dell’etica sportiva la sua bandiera. “In alcuni sport parlare di etica è complicato, ma noi cerchiamo di tenerla viva. Penso che lo spirito di Overtime si veda nel momento del fine giornata: tutti insieme, ospiti e volontari, a cena, a ridere e parlare di sport davanti a un bicchiere di vino. È un po’ come il terzo tempo del rugby: è lì che ritroviamo la vera essenza dello sport”.
E dopo quindici anni di racconti e incontri, la curiosità resta intatta. “Io sono una persona molto curiosa, mi piace ascoltare per imparare. E ti garantisco che da ogni ospite, da ogni storia, c’è sempre qualcosa da portare a casa. Il problema è che in quei giorni corro talmente tanto che non riesco a godermi tutto fino in fondo… ma ogni volta resto stupito dalla bellezza delle persone che incontro”.
Alla fine, gli chiediamo chi gli piacerebbe avere un giorno sul palco di Overtime. “Un sogno? Roberto Baggio. Per ciò che rappresenta come sportivo e come uomo. Ma tra quelli che ho già conosciuto, Gianluca Vialli è uno che mi ha lasciato tanto. Un grande sportivo, ma soprattutto una grande persona”.
L’appuntamento con la quindicesima edizione di Overtime Festival è da oggi a Macerata: cinque giorni di incontri, emozioni e storie di sport.Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, con il programma completo disponibile sul sito e sui canali social del festival.
Mattinata speciale presso la nuova sede del Gruppo Medico Fisiomed di Sforzacosta, dove lo schiacciatore Rusi Zhelev si è sottoposto alla consueta visita medico-agonistica pre-campionato.
Classe 2001, Zhelev è appena rientrato in Italia dopo aver festeggiato con la nazionale bulgara la storica medaglia d’argento ai Campionati Mondiali di volley maschile nelle Filippine. Con la squadra più giovane del torneo, la Bulgaria ha raggiunto la finale, eguagliando il miglior risultato della propria storia ottenuto nel 1970.
Acquistato quest’estate da Banca Macerata Fisiomed, club che parteciperà al prossimo campionato di Serie A2, Zhelev sarà un punto di riferimento nel reparto martelli guidato dal tecnico Romano Giannini. La visita presso Fisiomed, medical partner e co-title del club, ha consentito di completare il necessario esame di idoneità sportiva, grazie a spazi e personale messi a disposizione dalla struttura.
Dopo gli esami, l’atleta si è intrattenuto brevemente con Enrico Falistocco, amministratore del Gruppo Medico, consolidando il rapporto tra la società e la struttura sanitaria.
Grazie al doppio successo nel derby di coppa con l'Aurora Treia, la C.F. Maceratese conquista il pass per le semifinali di Coppa Marche Eccellenza. La gara di andata, disputata a Treia, si era conclusa con un 4-0 in favore delle biancorosse grazie alle reti di Bettei, Marangoni, Baldassarrini e Elia. Risultato confermato anche nella gara di ritorno allo stadio Della Vittoria, 8-0 al fischio finale per la C.F. Maceratese con i gol di Polenta, Stollavagli, Polverini, Fodali, tripletta di Baldassarrini e al gol della classe 2010 Droghetti.
Appuntamento per la semifinale di andata per domenica 12 ottobre alle 14:30 allo Stadio della Vittoria, l'avversario delle biancorosse sarà la Polisportiva Mandolesi. Gara di ritorno in programma una settimana dopo a Porto San Giorgio.
Questa la rosa della prima squadra della C.F. Maceratese: Borghiani Ilaria, Bettei Isabella, Scortichini Eva, Polenta Sofia, Fodali Arwa, Creti Alessandra, Gazzurelli Agnese, Fermani Aurora, Baldassarrini Caterina, Ranalli Mascia, Marangoni Susanna, Polverini Yasmine, Cernetti Veronica, Ciccalè Giulia, Bernabei Viola, Gigli Aurora, Stollavagli Sofia, Elia Aurora, Baiocco Nicole, Droghetti Sara, Tomassoni Giulia, Balletti Laura.
La Civitanovese Calcio 1919 comunica di aver sollevato dall’incarico l’allenatore Andrea Mercanti. “Si tratta di una decisione profondamente sofferta, maturata al termine di un’attenta e serena riflessione condivisa tra la società e l’area tecnica. La scelta nasce dalla volontà di dare una svolta alla stagione, restituendo entusiasmo, fiducia e continuità di risultati all’ambiente rossoblù”, si legge nella nota ufficiale diffusa dal club.
La società ha inoltre voluto ringraziare il tecnico per il lavoro svolto in questi mesi: “La società desidera esprimere a mister Mercanti il più sincero ringraziamento per la serietà, la disponibilità e l’impegno dimostrati nel corso del suo incarico, augurandogli le migliori fortune umane e professionali per il prosieguo della carriera”.
Il bilancio di inizio stagione non ha premiato Mercanti, che nelle prime cinque giornate di campionato ha raccolto tre sconfitte e due pareggi. In mezzo, la soddisfazione per la qualificazione ai quarti di finale di Coppa dopo la vittoria ai rigori contro la Sangiustese e il successo esterno per 2-0 sul campo del Chiesanuova nel match d’andata. Proprio quella doppia vittoria, unita al buon pareggio di Tolentino, sembrava aver rilanciato le sue quotazioni. Tuttavia, la sconfitta interna per 2-1 contro l’Urbania, la seconda consecutiva al Polisportivo, ha spinto la dirigenza a intervenire.
Come successore di Mercanti è stato scelto Daniele Marinelli, ex allenatore di Maceratese, Cluentina e Montegranaro, che nel pomeriggio ha diretto il suo primo allenamento in rossoblù.
Intanto, Andrea Mercanti ha affidato ai social il suo saluto ai colori rossoblù: "Noi abbiamo dato sempre il massimo siamo stati onesti, leali e molto professionali mettendo ( forse 24 ore al giorno) la Civitanovese prima di tutto e tutti e ringrazio ugualmente chi mi ha dato la possibilità di allenare la squadra della mia città e della mia vita ! L.amore la passione e il cuore che abbiamo sempre messo in ogni singolo allenamento e gara ufficiale con tutti i ragazzi ( nessuno escluso ) e con tutto il mio staff tecnico rimarranno nei miei pensieri e ricordi per sempre !
Da uomo di sport so' bene che ci possono essere anche questi tristi momenti di profonda delusione ma dobbiamo sempre reagire, farci forza andando avanti con quei valori morali e sportivi che ho sempre cercato di onorare rispettare e trasmettere ai ragazzi nel mio percorso sportivo.
Ciao Citano' un giorno spero di rincontrarti e di emozionarni ancora una volta come ho fatto spesso in questi due mesi!!".
La S.S. Maceratese comunica che, nel corso della scorsa settimana, gli attaccanti Cristiano Marsilii e Mamadou Alfred Koné hanno risolto consensualmente il proprio contratto con la società.
“La Società desidera ringraziare entrambi i calciatori per l’impegno, la serietà e la professionalità dimostrati durante la loro permanenza in biancorosso, augurando loro le migliori fortune per il prosieguo della carriera”, si legge nella nota ufficiale diffusa dal club.
Marsilii e Koné, dopo essere stati valutati nel precampionato, non sono riusciti a ritagliarsi spazio nelle scelte di Mister Possanzini. L’ivoriano non ha mai esordito in gare ufficiali, mentre l’ex Chieti ha collezionato soltanto due brevi apparizioni nelle prime giornate di campionato, finendo poi stabilmente fuori dai convocati.
Le loro partenze aprono ora la possibilità per la dirigenza biancorossa di tornare sul mercato alla ricerca di una punta centrale di ruolo, tassello che al momento manca nell’organico. Il profilo più accreditato resta quello di Jonathan Ciabuschi, centravanti attualmente fuori rosa all’Atletico Ascoli, giocatore che unirebbe fisicità e capacità realizzativa all’attacco maceratese.
Nel frattempo, la squadra riprenderà oggi pomeriggio gli allenamenti al campo dei Pini, in vista della delicata sfida casalinga di domenica contro L’Aquila, match che sarà trasmesso in diretta su Rete8. Prima di arrivare all’Helvia Recina, gli abruzzesi saranno impegnati mercoledì nei trentaduesimi di finale di Coppa Italia sul campo dell’Albalonga.
Grande spettacolo e tanta emozione al Palasport Fontescodella, dove la CBF Balducci HR Macerata ha fatto il suo ritorno ufficiale in Serie A1 Tigotà con una prova di grande carattere, chiusa con una sconfitta al tie-break (2-3) contro l’Honda Cuneo Granda Volley. Un debutto amaro solo nel punteggio, perché le arancionere hanno regalato al pubblico un match vibrante, intenso e carico di emozioni.
In un Fontescodella gremito e colorato d’arancione, la città di Macerata ha risposto presente per celebrare il ritorno nella massima serie. L’atmosfera è stata quella delle grandi occasioni, in un inedito Monday Night che ha visto tutte le squadre della A1 scendere in campo in contemporanea.
Già dal riscaldamento il calore del pubblico si è fatto sentire. Non sono mancati nemmeno i tifosi arrivati da Cuneo, presenti nonostante la lunga trasferta in un giorno lavorativo.
Nel prepartita, emozioni e parole di orgoglio dai vertici societari. Il presidente Pietro Paolella ha raccontato: “Emozionato come il primo giorno di scuola. Bello, bello veramente, perché ritornare nella massima serie — per me che sono nato e vivo a Macerata — è un grande orgoglio. È una felicità difficile da descrivere, ma sono veramente felice".
Il Commendatore Franco Balducci ha aggiunto: “Siamo pronti, faremo senz’altro un buon campionato, con la speranza di fare molto di più di quello che siamo. Il campo lo dirà: è una squadra nuova, ma dagli allenamenti si vede che può fare molto bene".
Anche l’AD Massimiliano Balducci ha espresso la sua emozione: “È sempre un’emozione, a prescindere dalla categoria, iniziare un nuovo campionato. Questa volta lo è ancora di più, perché torniamo ai massimi livelli. Sappiamo che sarà una stagione piena di difficoltà, ma anche di gioia”.
Prima del fischio d’inizio, momento di fair play con l’omaggio floreale all’ex arancionera Safa Allaoui, consegnato dal DS Maurizio Storani. Poi spazio allo spettacolo in campo: primo set al cardiopalma chiuso da Macerata 30-28 dopo una lunga battaglia punto a punto, seguito da un secondo parziale dominato 25-12. Le ospiti hanno però reagito con orgoglio, vincendo il terzo set 29-27 e ribaltando il quarto 25-18. Nel tie-break le arancionere sono state ad un passo dal successo (14-11), ma Cuneo ha completato una rimonta incredibile (16-14), portando a casa i primi due punti stagionali. Sugli scudi Bintu Diop, autrice di 30 punti e miglior realizzatrice della serata.
Nonostante il rammarico per l’occasione sfumata, il pubblico ha tributato un lungo applauso alla squadra, riconoscendo la grande prestazione e l’intensità mostrata. Una serata che segna non solo l’inizio del campionato, ma anche il ritorno ufficiale di Macerata nel grande volley italiano.
Le arancionere torneranno in campo domenica alle 17:00, ancora al Pala Fontescodella, per affrontare la Wash4green Monviso Volley.
Un traguardo storico per l’agility dog italiano e una grande soddisfazione per la provincia di Macerata. Andrea Buongarzoni di Urbisaglia, insieme alla sua inseparabile Brigitte, ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali FCI di Agility Dog 2025, disputati dal 17 al 21 settembre a Kalmar, in Svezia.
Buongarzoni faceva parte della nazionale italiana impegnata nella categoria Medium, in squadra con Martina Magnoli Klimesova con Malinka, Viennalisa Di Tullio con Witch e Giacomo Blessent con Like. Il quartetto azzurro ha centrato un risultato senza precedenti: terzo posto assoluto tra le 29 squadre in gara, portando l’Italia sul podio mondiale per la prima volta nella storia di questa categoria.
L’evento, organizzato dalla Federazione Cinologica Internazionale (FCI), ha riunito oltre 500 binomi provenienti da 40 Paesi. Tra percorsi di altissimo livello tecnico e una concorrenza serrata, la prestazione degli italiani ha brillato per precisione, velocità e grande affiatamento tra atleta e cane.
«È stata un’esperienza incredibile – racconta Buongarzoni – poter rappresentare l’Italia in un contesto così prestigioso e tornare a casa con una medaglia mondiale è un’emozione che non si dimentica. Brigitte è stata straordinaria, ha dato tutto in ogni manche. Questo risultato è il frutto di tanto lavoro, passione e fiducia reciproca».
L’impresa di Buongarzoni e Brigitte, insieme a quella dei compagni di squadra, conferma l’eccellente livello dell’agility dog italiano, capace di competere ai massimi livelli internazionali.Un orgoglio per l’intero movimento cinofilo nazionale e, soprattutto, per Urbisaglia e la provincia di Macerata, che possono vantare un atleta capace di portare il nome del territorio sul podio del mondo.