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Covid-19, intervista al professor Giordano: "Scuole impreparate, pochi i vaccini promettenti"

Covid-19, intervista al professor Giordano: "Scuole impreparate, pochi i vaccini promettenti"

Grazie all'amicizia di lungo corso con il direttore Guido Picchio, la Redazione di Picchio News ha nuovamente raggiunto l’accademico napoletano di fama mondiale, il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e rappresentante del Ministero dell'Ambiente italiano. 

Al professor Giordano, abbiamo chiesto di illustrarci l'evoluzione dell’emergenza Covid-19 in Italia, vista la recente impennata della curva dei contagi nel nostro Paese. 

1) Prof. Giordano la curva dei contagi da Covid-19 è in aumento così come i numeri di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Alla luce di questi dati possiamo parlare di seconda ondata epidemiologica in Italia?

"I dati sanitari ed epidemiologici ci mostrano un trend in aumento. I pazienti che necessitano di cure ospedaliere sono altrettanto in aumento ma, ad oggi, ancora vi è un controllo e una gestione della situazione. Dobbiamo scongiurare il collasso delle terapie intensive e subintesive. Sono necessarie pertanto, misure restrittive mirate ma rigide"

2) Considerando la fase di marzo, quale potrebbe essere ora l’atteggiamento corretto per non rischiare di ritornare alla pesante situazione vissuta nella prima parte dell’emergenza sanitaria? C'è un rischio di un nuovo lockdown entro Natale? 

"Il rischio di nuovo lockdown è ovviamente da evitare: necessità economiche, politiche ed anche psicologiche imporrebbero di non chiudere nuovamente. La crisi diventerebbe troppo difficile da sanare. Come ho anticipato nella risposta precedente bisogna chiudere laddove necessario, bisogna meglio organizzare le attività collettive ma non chiudere quelle fondamentali"

3) Il Governo ha varato nuove misure di contenimento volte a limitare assembramenti  e spostamenti soprattutto  per quanto riguarda la movida. Ritiene che queste norme riusciranno fattivamente a risolvere il problema dell’innalzamento dei contagi?

"Le norme da sole non riusciranno a risolvere il problema. Stiamo parlando di una emergenza sanitaria mondiale: è necessaria la collaborazione di tutti: politici, personale medico ma, soprattutto, dei cittadini. Atteggiamenti irresponsabili non sono assolutamente consentiti. Non possiamo sprecare la grande opportunità di ricominciare, dobbiamo rispettare le regole che ci vengono imposte. La gestione della pandemia dipende da noi, dalla nostra responsabilità"

4) Il Comitato Tecnico Scientifico e il Premier Conte hanno rivolto particolare attenzione a palestre e piscine che ora saranno 7 giorni sotto esame. Dal suo punto di vista perché questi luoghi sono indicati come più sensibili per nuovi casi di positività?

"Purtroppo la gestione dello sport è molto complicata. Lo sport è un diritto delle persone e, notoriamente, un toccasana per la salute fisica e psichica delle persone. Tuttavia, condivido l’avvertimento, in quanto nelle palestre e nelle piscine possono esplodere, facilmente, focolai. La responsabilità etica, in questa situazione critica, è richiesta in tutti gli ambiti"

5) Le strutture sanitarie italiane stanno tornano a lavorare lavorando a pieno ritmo, così come gli operatori. Cosa manca ancora sotto questo aspetto per una gestione efficace di tutto l’apparato?

"Forse non sono state attrezzate a sufficienza; in alcune regioni i posti letto in terapia intensiva non sono sufficienti se rapportati alla densità di popolazione. Non bisogna farsi trovare impreparati"

6) Il nuovo Governatore della Regione Marche Acquaroli in merito al Covid Hospital di Civitanova ha affermato che sarà riaperto solo quando ce ne sarà un reale bisogno. Data la sua esperienza ritiene che quel momento sia arrivato?

"Spero di no. Queste settimane saranno cruciali per capire definitivamente come evolverà la situazione. In più l’incubo influenza stagionale è alle porte, questo potrebbe peggiorare la situazione. I sintomi del nuovo coronavirus sono pressoché paragonabili a quelli dell’influenza, quindi si verificheranno situazioni di panico e affollamenti in ospedale. Non dobbiamo consentire che le strutture sanitarie diventino esse stesse focolai di infezione per non rivivere la situazione dello scorso inverno"

7) Avendo lei origini campane, come giudica l'operato e le uscite sopra le righe di cui si è reso ultimamente protagonista il governatore Vincenzo De Luca?

"Sicuramente le scelte prese dal governatore non sono attribuibili a lui come singolo soggetto; ogni politico e’ generalmente consigliato da un team di esperti. Mi rendo conto che la concomitanza delle lacune del sistema sanitario campano insieme alla alta densità di popolazione della Regione abbiano reso necessarie alcune decisioni apparentemente eccessive.

Ma se da un lato comprendo il voler tutelare la salute di una intera regione, dall’altro non comprendo come si sia potuti arrivare impreparati ad oggi. Si parla di apertura di scuole da mesi, e dopo pochissime settimane migliaia di lavoratori si sono trovati con i figli a casa. Bisognava attrezzare per tempo scuole, trasporti pubblici e sistema sanitario. Tutto ciò va riferito non solo alla Campania ma al Paese intero"

8)  Molti scuole stanno chiudendo e ogni giorno diverse classi vengono messe in isolamento. In un ambiente così delicato pensa che le misure anti covid messe in campo siano state sufficienti? 

"Come ho anticipato nella risposta precedente, è incomprensibile come mai la scuola, un diritto fondamentale, sia arrivato in modo così fortemente impreparato all’apertura"

9) Ad oggi esistono dei tempi certi per la messa in commercio di un vaccino efficace. A tal proposito su quali fronti si sta lavorando?

"La sperimentazione di un vaccino necessita di fasi più o meno lunghe per garantire non solo l’efficacia ma soprattutto la tutela per la salute umana. Nonostante, la pressione esercitata da questa pandemia, la maggior parte degli approcci vaccinali sta rispettando le norme della fase pre-clinica e clinica. Fortunatamente, la scienza sta facendo passi da gigante, riducendo i tempi da 3-5 anni a 12-18 mesi per ottenere un vaccino. Gli approcci più promettenti di vaccini si contano sulle dita di una mano, ma il fatto che i dati ottenuti da diversi gruppi vadano nella stessa direzione, rende gli stessi robusti, affidabili"

10) Una volta che avremo trovato e messo in commercio un vaccino efficace contro il Covid-19, sarà realmente disponibile per tutti?

"L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attuando una serie di iniziative per accelerare lo sviluppo, sia a livello pubblico che privato, soprattutto per ottenere una produzione accessibile alla popolazione mondiale. Trattandosi di una pandemia, di un’emergenza sanitaria mondiale, la capacità di distribuzione globalmente equa deve essere garantita prima del termine degli studi clinici"

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