Eravamo rimasti alle Marche “Ohio d’Italia”, oggi s'inizia a guardare alle Marche come la “piccola Waterloo del PD”. Quella che, dalle parti di Matteo Ricci, doveva rappresentare la regione start dell’ascesa del Campo Largo, rischia di rivelarsi fatale per gli equilibri interni di un partito che “galleggia” intorno al 20% dei consensi.
Benvenuti nelle Marche, assurte agli onori delle cronache nazionali per rappresentare il grimaldello con cui scassinare il centrodestra dell'epoca Meloni. Le eccezioni di Genova e dell’Umbria avevano illuso il partito della Schlein della felice intuizione dell’alleanza con Conte ed il duo degli inseparabili Bonelli-Fratoianni.
Ma nelle Marche si gioca un’altra partita, e questo non è stato colto dagli uffici romani di un PD che conferma la sua distanza dalle “cose di casa nostra”. A molti esponenti "centristi" è piaciuta di più la mossa di Calenda, scettico su un campo troppo largo per essere vero.
Ricci, dal canto suo, si è distinto per una campagna movimentista, dalla bici al marchigiano dietro la porta, fino ai comizi d’amore, dove però sono emersi più insulti che carezze, appena sufficienti a scaldare i cuori degli astanti. La battaglia si è trasferita nelle piazze, dove i due schieramenti hanno radunato le truppe di sostenitori per ingaggiare una disputa sui numeri.
Le mille persone in spiaggia per il Ricci agostano non sono state più bissate dagli eventi targati PD che si sono succeduti di lì a poco. Di contro, Acquaroli può vantare le 3mila persone a Pesaro e le oltre 2mila in piazza ad Ascoli, ma anche Baldelli non ha scherzato con le oltre mille in quel di Pergola. Bonaccini, Salis, Gori, Boschi, Serracchiani scaldano davvero poco, e non hanno conquistato la leadership tematica nelle faccende di casa nostra.
Da Bologna, Genova, Bergamo, Firenze e Udine è un po' difficile capire quali siano le questioni marchigiane più "calde" ed entrare nel merito di temi chiave come infrastrutture, sanità e sviluppo. Più facile tuffarsi nelle promesse tipo “soldi per le giovani coppie", “asili gratis per le mamme”, “pullman gratis per gli studenti”, e così via. Senza specificare poi chi dovrà pagare queste regalie e con quali risorse.
Eccoci dunque all’ultima settimana “santa” di campagna elettorale.
Ricci gira oggi in giacca e cravatta, stile proto-Governatore, bazzica anche i comuni più piccoli dell'entroterra per intascare qualche consenso in più, dando l'impressione però che abbia prodotto il massimo della spinta possibile per una rimonta al limite dell’impossibile. Di probabile, in caso di sconfitta, c’è il “redde rationem” in casa PD.
Mugugni su Bonaccini troppo appiattito sull’eccessivo baricentro della Schlein verso gli estremi; l’area centrista dei dem, con Gentiloni in testa, dubita che questo PD rappresenti una vera alternativa alla Meloni; lo stesso Franceschini, sembra quello che osserva il fiume dall’alto in attesa di veder passare il cadavere.
E Ricci? Con un'eventuale sconfitta il suo destino sembra segnato: parcheggio a Bruxelles e buona pace per la sua ambizione di scalare la vetta della segreteria nazionale.
In casa PD qualcuno è già pronto a voltare pagina. Anzi, a stracciare il libro di chi ha confuso il progressismo con l’estremismo, rivelandosi incapace di creare un’alternativa credibile al centrodestra. Mancano più o meno 100 ore all’esito nell’Ohio d’Italia, un'elezione che, a questo punto, potrebbe rivelarsi l'Ohio dell'attuale classe dirigente del PD.
Regionali, Fratoianni a Civitanova Marche per sostenere Tommaso Corvatta e Patrizia Sagretti
Martedì sera, 23 settembre, Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra, sarà a Civitanova Marche in sostegno delle candidature di Tommaso Corvatta e Patrizia Sagretti, candidati nella Provincia di Macerata alle prossime regionali del 28-29 settembre. L’appuntamento è in Piazza XX Settembre alle ore 21:00.
Tommaso Corvatta, medico di medicina generale e già Sindaco e consigliere comunale di Civitanova Marche, milita in Sinistra Italiana dove può coniugare la battaglia delle ingiustizie e quella per la tutela e il miglioramento del Sistema sanitario Nazionale; Patrizia Sagretti, agronoma e candidata indipendente, si è impegnata da sempre nei temi sociali, su tutti il lavoro e immagina una Regione su misura di lavoratrici e lavoratori.
“Siamo orgogliosi di avere due candidature così forti, radicali, ambientaliste e di sinistra: le loro storie politiche, associative e personali parlano chiaro su che idea abbiamo, noi di Avs, di Regione Marche. Pensiamo ad una Regione solidale, giusta, che inverta la rotta in materia sanitaria e di lotta al cambiamento climatico” commenta Leonardo Piergentili, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana e co-portavoce provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra.
Alla fine, la verità viene a galla, nonostante gli sforzi di chi prova a tenerla sommersa per il proprio interesse. E così, adesso, leggiamo sugli organi ufficiali della stampa che il famoso drone che aveva colpito Lublino, in Polonia, non era russo, come tutti in Europa senza un attimo di esitazione avevano invece sostenuto a tambur battente. Pare infatti che fosse polacco, secondo quanto ora ammesso dagli stessi organi della propaganda che inizialmente non avevano alcun dubbio sull'origine russa del drone.
In effetti, benché non ne avessimo le prove, ci pareva decisamente strano che il drone potesse essere russo: da subito, la notizia puzzava di false flag, di invenzione della propaganda per giustificare, more solito, il manicomiale riarmo europeo e la demenziale narrazione secondo cui la Russia di Putin aspira a invadere l'Europa.
Perché dunque Varsavia ha taciuto? Perché non si è ammesso da subito che non era russo il drone in questione? La vicenda ricorda, a tratti e con le debite proporzioni, quella della famosa provetta agitata da Colin Powell per giustificare l'invasione dell'Iraq.
A stupire non è soltanto il vergognoso livello della propaganda europea, ma anche il fatto che, al cospetto di una così grave notizia, non si sia registrato il dovuto moto di indignazione da parte delle istituzioni europee. Ricordiamo che, dopo l'accaduto, Varsavia aveva schierato 40.000 uomini dell'Esercito e Macron aveva inviato tre caccia a sostegno della Polonia. L'Italia, per parte sua, aveva giurato fedeltà agli alleati del Patto Atlantico.
Perché non si ammette onestamente che quella della imminente invasione russa dell'Europa è una menzogna, utilizzata dagli euroinomani delle brume di Bruxelles soltanto per giustificare l'ingiustificabile riarmo dell'Europa fatto sulle spalle degli ignari cittadini europei? Perché non si ammette che non è la Russia, ma l'Europa a volere a tutti i costi la guerra?
L'abbiamo ribadito diverse volte e lo facciamo anche ora: se la Russia aggredirà l'Europa, ciò accadrà perché l'Europa l'avrà portata allo sfinimento e l'avrà provocata oltre ogni misura, come in effetti sta facendo oscenamente da mesi.
E dire che in un suo recente intervento, Papa Leone XIV si è rivolto con parole decisamente critiche alla Russia di Vladimir Putin: ha dichiarato, infatti, che "la Nato non ha cominciato alcuna guerra". Con queste parole, il pontefice intende dire che la responsabilità reale del conflitto in atto è integralmente russa e deve essere ravvisata nell'invasione dell'Ucraina nel 2022.
Insomma, la logora narrazione dell'Occidente imperialista o, meglio, dell'uoccidente liberal-atlantista: il quale, come non ci stanchiamo di sottolineare, ha gradualmente preso ad accerchiare la Russia fin dagli anni Novanta, quando, venuta meno l'Unione Sovietica ingloriosamente, ha mirato unicamente a normalizzare la Russia e a renderla, per così dire, una dependance di Washington, trovando però in Vladimir Putin una fermissima resistenza.
Insomma, in antitesi con quanto sostenuto dal pontefice, la guerra è stata indubbiamente occasionata dalla NATO e dalla sua libido dominandi planetaria. Gioverebbe oltretutto far notare pacatamente a Leone XIV che di guerre la NATO ne ha principiante davvero parecchie, dalla Serbia all'Iraq per citarne due soltanto.
Insomma, il nuovo pontefice - le cui origini americane potrebbero indubbiamente orientarne lo sguardo - sposa integralmente la causa dell'imperialismo di Washington. Non l'avremmo mai immaginato, ma ci troviamo oggi a rimpiangere perfino Bergoglio, il quale, nonostante la sua teologia del nulla e la sua religione smart e low cost, sul tema bellico era perfettamente nel vero, quando sosteneva che la guerra era principiata per via dell'abbaiare scomposto della NATO ai confini della Russia.
Grande partecipazione all’iniziativa "Oltre gli Ostacoli", organizzata da Maika Gabellieri, candidata alle elezioni regionali delle Marche con "Noi Moderati". L’incontro ha visto come ospite d’eccezione la senatrice Giusy Versace, testimone di resilienza, determinazione e impegno civile.
Aprendo l’evento, Maika Gabellieri ha presentato la senatrice come “un esempio di forza e di donna capace di trasformare le difficoltà in opportunità, restituendo fiducia e speranza nella politica”. La candidata ha sottolineato come l’iniziativa non sia stata pensata in chiave elettorale, ma come un momento di ascolto e confronto con le realtà associative del territorio, per costruire risposte concrete ai bisogni della società.
La senatrice Giusy Versace ha condiviso con il pubblico la propria esperienza personale e politica, sottolineando come l’impegno di chi sceglie di dedicarsi alla collettività rappresenti un atto di responsabilità e di amore verso il prossimo. Ha ricordato le battaglie portate avanti in Parlamento per il riconoscimento di diritti e sovvenzioni agli atleti paralimpici, frutto di un lavoro costante a favore dell’inclusione.
Nel suo intervento ha inoltre ribadito il valore insostituibile dello sport, della famiglia e dell’aggregazione come strumenti fondamentali per la crescita dei giovani e per la costruzione di una società più consapevole e solidale. Infine, ha voluto rimarcare l’importanza della partecipazione democratica, invitando i cittadini a recarsi alle urne non solo come segno di rispetto verso chi ha lottato per conquistare il diritto di voto, ma anche come gesto di responsabilità: contribuire alle scelte politiche del Paese significa essere protagonisti del cambiamento, evitando di restare distanti e limitarsi in seguito alla sola critica.
Le testimonianze delle associazioni hanno rappresentato un momento centrale dell’incontro. Rachele Villotti ha illustrato l’esperienza di Cavalli delle Fonti (Onlus), che attraverso l’ippoterapia accompagna i ragazzi con disabilità in un percorso di integrazione, rivendicando per loro il diritto di svolgere le stesse attività dei coetanei normodotati.
Nestore Toscano ha invece ripercorso la crescita di Anthropos, società sportiva avviata nel 1989 con soli nove iscritti e oggi realtà consolidata con oltre 250 atleti, con impianti in tredici comuni e capace di affermarsi con un palmarès prestigioso a livello nazionale e internazionale, ed ha riconosciuto in Maika Gabellieri (con la quale ha collaborato durante il suo mandato di assessore) una "figura politica attenta e attiva".
A chiudere, Teresa Biancucci ha presentato L’Orchestra Parallela, fondata da Renzo Morreale per dare voce a ragazzi e adulti con disabilità attraverso la musica, un progetto che oggi conta sessanta iscritti ed è diventato simbolo di inclusione culturale nel territorio. Nel suo intervento finale, Maika Gabellieri ha ribadito il senso profondo dell’iniziativa: "Ascoltare il territorio significa dare dignità a chi ogni giorno costruisce valore con il proprio impegno. La politica deve partire dall’ascolto, trasformando i bisogni in azioni concrete e misurabili. Solo così possiamo restituire fiducia ai cittadini”.
Ha chiuso l’incontro Tablino Campanelli, coordinatore regionale di Noi Moderati, ringraziando tutti i partecipanti e sottolineando come eventi come “Oltre gli Ostacoli” rappresentino un esempio di politica vicina alle persone e capace di raccogliere le sfide del presente.
Nel cuore di Macerata, a Piazza Vittorio Veneto, si è svolta una delle tappe conclusive della campagna elettorale del centrosinistra. Matteo Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche, è tornato nella città con il sostegno della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, per lanciare un messaggio chiaro a pochi giorni dal voto del 28 e 29 settembre: “È tempo di cambiare, è tempo di ridare una speranza ai marchigiani”.
L’incontro si è svolto in un clima partecipato, con l’obiettivo di sottolineare quelle che per il candidato di centro sinistra sono le carenze dell’attuale giunta regionale guidata da Acquaroli e presentare un’alternativa fatta di diritti, servizi pubblici, lavoro e futuro per i giovani.
“Se dopo cinque anni non hai combinato nulla sulle liste d’attesa e sulla sanità – ha detto Ricci dal palco – è ora di cambiare. Non possiamo continuare a sentire giustificazioni e scaricabarile. Se vanno avanti così, per spiegare i problemi della sanità finiranno per dare la colpa a Garibaldi”.
Il candidato ha puntato l’attenzione sulle mancanze della giunta Acquaroli in materia di salute mentale, disabilità, dipendenze e disturbi alimentari: “Temi scomparsi dal dibattito pubblico, che invece devono tornare centrali. Vogliamo rimettere al centro la questione sociale”.
Elly Schlein ha rafforzato il messaggio, sottolineando come il disegno della destra sulla sanità sia “preciso e pericoloso”. “Nelle Marche – ha detto – la gente paga la sanità due volte: prima con le tasse, poi per curarsi fuori regione. Noi vogliamo che la salute sia davvero un diritto, non un privilegio per chi può permetterselo”.
Tra i punti più applauditi, la proposta di introdurre un salario minimo legale, definito da Ricci come una “priorità di giustizia sociale”. “Sotto i nove euro non è uno stipendio, è sfruttamento”, ha dichiarato. Schlein ha aggiunto: “La precarietà genera paura del futuro, e noi dobbiamo combatterla”.
Grande attenzione è stata riservata anche ai giovani. Ricci ha proposto misure per favorire il rientro di chi è emigrato all’estero: “Chi torna, non pagherà le tasse per cinque anni. E per i neolaureati che restano nelle Marche, vogliamo introdurre bonus che li incentivino a restare”.
Sul fronte economico, non è mancata la critica alla recente introduzione della ZES da parte del governo: “Se dopo cinque anni la Regione ha bisogno che il governo nazionale intervenga per stimolare l’economia, significa che qualcosa non ha funzionato. Noi vogliamo aiutare le imprese ad aprirsi a nuovi mercati, non chiuderci con i dazi e la logica del nazionalismo economico”.
Ricci ha parlato anche di cultura e identità, lamentando lo scarso interesse della destra per il patrimonio artistico e culturale della regione: “Siamo la terra di Rossini, Leopardi, Padre Matteo Ricci – e non quello che si candida, ironizza – eppure la cultura viene trattata come un lusso. Va invece valorizzata e comunicata meglio”.
In chiusura, il messaggio è stato netto e condito da un 'pugno chiuso' - in segno di vittoria e scevro da ideologie politiche - rivolto al pubblico: “Se Acquaroli dopo cinque anni si nasconde dietro la maschera di Giorgia Meloni – ha detto Ricci – è la dimostrazione che non c’è un progetto per le Marche. Io invece la faccia ce la metto, e non mi nascondo. Andiamo a vincere, per dare una speranza vera a questa terra”.
Si è svolta ieri sera a Villa Giustozzi, a Pollenza, la chiusura della campagna elettorale di Luca Buldorini, vicepresidente della Provincia di Macerata e candidato al Consiglio Regionale per la Lega. Un evento partecipato e sentito, che ha visto la presenza di cittadini, sostenitori, amministratori locali e figure di rilievo del partito.
Una serata che ha rappresentato il culmine di un percorso elettorale intenso e determinato, come ha sottolineato lo stesso Buldorini, dichiarando: “I temi sono i cittadini. Iniziamo col portare avanti quanto già avviato con il buon governo di centrodestra. Non dimentichiamo che la vittoria di cinque anni fa, lo strappo alla mala gestione della sinistra, è stato merito della Lega. Oggi ci ripresentiamo con la stessa convinzione, lo stesso impegno e senso di responsabilità”.
Nel cuore del suo intervento, Buldorini ha posto l’accento su una delle priorità per il territorio: le infrastrutture e in particolare la Valpotenza, definita “non solo un’opera viaria, ma il futuro per i nostri figli e nipoti”, evidenziando come attorno a quest’opera strategica ruoti la rinascita economica, turistica e culturale di una vallata ricca di potenziale.
A testimoniare il radicamento e l’esperienza amministrativa del candidato, è intervenuto anche il deputato Riccardo Augusto Marchetti, che ha ricordato il percorso politico di Buldorini all’interno della Lega: “Luca ha fatto tutta la gavetta, è partito dalla militanza, ha avuto incarichi a livello regionale, è diventato vicepresidente della Provincia di Macerata. La sua è una candidatura che nasce dal territorio e dalla base. Ha costruito relazioni solide a livello istituzionale, anche grazie al legame diretto con il ministro Matteo Salvini. Sull’opera della Valpotenza ha avuto un ruolo determinante”.
Presente anche Angelica Sabbatini, candidata indipendente per la Lega nella Provincia di Macerata, che ha raccontato la sua prima esperienza in una campagna elettorale regionale, sottolineando la passione civica che la lega a Buldorini: “Noi non facciamo politica per mestiere o per necessità. Abbiamo le nostre vite, le nostre famiglie. Facciamo politica per servizio, con serietà, competenza e concretezza. Questo è un valore aggiunto, oggi più che mai”.
Ma la serata non è stata solo politica. Buldorini ha voluto che parte del ricavato dell’evento fosse devoluto all’associazione "Noi per Loro" di Porto Recanati, composta da famiglie che vivono quotidianamente la disabilità. La scelta ha richiamato l’attenzione sulle fragilità sociali presenti nel territorio.
Tra i presenti anche Luca Paolorossi, sindaco di Filottrano e candidato della Lega nella provincia di Ancona, che ha rinunciato alla sua personale chiusura di campagna per essere al fianco di Buldorini: “Siamo amici da tanti anni. Anche se siamo di province diverse, siamo parte dello stesso progetto. Politica per noi vuol dire stare al servizio dei cittadini. Stasera ho scelto di sostenere Luca perché ci credo. La prossima settimana sarà lui a sostenere me.” E scherza con un sorriso: “L’ultima volta dissi che portavo Filottrano in provincia di Macerata. Stavolta porto tutta la provincia di Macerata sotto Filottrano”.
A rendere ancora più speciale la serata è stato anche l’eccellente menù di Villa Giustozzi, che ha saputo valorizzare i sapori dei con piatti raffinati e genuini, apprezzati da tutti i presenti. Inoltre la serata si è conclusa con lo spettacolo di Lando e Dino, appignanesi doc come Buoldorini, e amici del candidato di lunga data.
Civitanova Marche - Lo scorso venerdì, presso il ristorante Petè, si è svolto un incontro molto partecipato da numerosi imprenditori del Maceratese dedicato al tema dell’internazionalizzazione delle imprese, con particolare attenzione alle opportunità offerte dai rapporti commerciali con gli Stati Uniti.
L’iniziativa è stata promossa dal senatore Salvatore Piscitelli, candidato al consiglio regionale delle Marche con la lista I Marchigiani per Acquaroli.
Ospite d’eccezione della serata Simone Crolla, Consigliere Delegato di AmCham – American Chamber of Commerce in Italy, organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1915 con l’obiettivo di rafforzare le relazioni economiche e politiche tra Italia e Stati Uniti. Crolla, già deputato della Repubblica, ha offerto una panoramica sulla situazione politica ed economica attuale negli USA, evidenziando il ruolo strategico del mercato americano per l’export delle aziende italiane.
All’incontro è intervenuto anche Silvano Martinotti, imprenditore e presidente di Sport&Ambiente di Confindustria Cisambiente, nonché membro del Comitato Milano-Cortina di Confindustria per le prossime Olimpiadi invernali, che ha sottolineato il valore delle sinergie tra impresa e territorio.
La campagna elettorale di Piscitelli prosegue così con uno sguardo rivolto allo sviluppo economico del territorio, puntando sull’internazionalizzazione del Made in Marche e sull’ampliamento dei rapporti commerciali con l’estero come leve di crescita e competitività.
Egregio signor Sindaco, stimatissimo pare un’enfasi eccessiva, capisco di starle in uggia e, del resto, chi fa il mio mestiere per definizione deve stare antipatico a chi comanda, ma che lei arrivasse a rubarmi il mestiere mai me lo sarei creduto.
Le dico subito che in Consiglio comunale lunedì scorso il gioco delle tre carte o delle due lettere non le è venuto benissimo, si può fare meglio: magari se frequenta le piazzole dell’autostrada dove di solito gli imbonitori esercitano l’antica arte del “carta vince carta perde” piglia un po’ di dimestichezza. Oh, sia detto a suo onore, sempre meglio del suo apprendista: l’assessore cazzuola che a domande precise ha contrapposto spocchiose reticenze omissive.
Cose dell’altro mondo e infatti c’è stato un inatteso sbarco di alieni venuti a stupirsi di come si vive a “lie-town” (per la traduzione consulti l’Oxford Dictionary of English e anche se non vende più i computer Apple le basta Google: credo peraltro sia la fonte principale di una sua assessora che nella “scemeggiata” consiliare la guardava con occhi compassionevoli).
Pare li abbiano chiamati per la festa dei commercianti, considerando la sua piece in Consiglio comunale sembra più la farsa dei commedianti (con tutto il rispetto per chi fatica in negozio ogni santo giorno e forse meriterebbe che le sue istanze fossero rappresentate con un po’ più di serietà).
Per la verità ultimamente l’Associazione Culturale dei Commercianti del Centro Storico – un’intitolazione che pare un romanzo a puntate – si è data agli spettacoli pare finanziati da un munifico costruttore che, legato da parentela familiare, sponsorizza la campagna elettorale di un candidato vannnacio-leghista.
Chissà se tutti i commercianti sono d’accordo con questa liaison. Comunque valorizzare il centro storico con simili iniziative è davvero una cosa da marziani.
Lei Sindaco-croupier ce l’ha spiegato: “Che io li sordi li do a tutti”. Vannaccia miseria viene da dire: perché non c’abbiamo pensato prima? Mettiamoci in fila: Macerata è davvero il paese di Bengodi e Calandirino è tra noi!
Dicono che lei Sindaco sia molto seccato delle mie giullarate. Le ricordo un passo del De Principibus di Niccolò Machiavelli: “Uno errore dal quale e principi con difficultà si defendano, se non sono prudentissimi, sono gli adulatori de’ quali le corti sono piene; perché gli uomini si compiacciono tanto nelle cose loro proprie e in modo vi si ingannano, che con difficultà si defendano da questa peste. Perché non ci è altro modo a guardarsi dalle adulazioni, se non che gli uomini intendino che non ti offendino a dirti el vero”.
Vede sindaco lei è vittima quanto meno di adulazione. Ma forse anche di una certa frequentazione. Lei – dica la verità – però un po’ a fare il piacione ci si acconcia.
È come i vestiti, pardon le camicie nuove dell’imperatore. Lei se la prende col Giullare che dice: “Il Re è nudo”, ma si dovrebbe guardare da chi le fa fare brutte figure in pubblico. Quella che ha fatto lunedì è pessima. Ha cercato di metterci una toppa, ma siccome è nudo non sa dove appiccicarla e le è rimasto il buco.
Ci ha fatto sapere che la sua famosa lettera del 2 luglio in cui pietiva dal presidente della Regione Francesco Acquaroli 20 mila euro per la festa dei commercianti del centro storico comandata dal suo camiciaio di fiducia è conseguente a un atto della Regione medesima.
La festa, scrive lei, si fa il 4 e 5 ottobre con ricchi premi e cotillons.
Incalzato da Andrea Perticarari - acuto consigliere del Pd - ha perso la brocca. Devo dire che Perticarari pareva Cicerone con Catilina, gli è mancato solo il “quosque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?” (fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza?), ma l’ha messa alle strette.
M’è parsa anche sconfortante la difesa della par condicio elettorale fatta dal segretario generale, che credo sia come lo yogurt: a scadenza breve, per giustificare la censura che lei ha imposto ai lavori del Consiglio.
Una rappresentazione, se lo lasci dire da chi come giullare sta sempre in scena, miserevole; la farsa si poteva intitolare “il volto pavido del potere”! E guardi lei ha impedito la diretta sul web, ma c’erano abbastanza persone che hanno dato vita a un robusto e fragoroso passa parola.
Ci ha spiegato che ha scritto la lettera perché in Regione era già stato presentato un progetto a nome dell’Associazione culturale - e si sottolinea culturale – commercianti del centro storico.
Come rafforzativo aggiunge che la manifestazione la fa anche il Comune con la Pro loco.
Le chiede Perticarari: ci fa vedere dov’è protocollato il progetto, quale delibera di giunta parla di questa manifestazione?
E lei sventola il calendario degli avvenimenti previsti dal Comune da cui si evince che esiste una data per una non meglio precisata manifestazione dei commercianti: il 20 e 21 settembre.
A Perticarari che glielo fa notare lei risponde: “Eh, mi sarò sbagliato!”.
Guardi Sindaco io ci ho provato in tutti i modi a scambiare le date battendo sul computer i diversi numeri: non c’è modo di confondersi.
Le viene chiesto dal consigliere del Pd perché il Comune dice di partecipare a questa festa senza una deliberazione.
E lei risponde: “Ma lo voi capì che quelli so soldi della Regione? Il Comune non ci mette una lira, se la Regione mi dà 20 mila euro che fo: non li piglio? E’ da quando so Sindaco che vo pigliando i soldi”.
Che siano del Comune o della Regione i soldi arrivano sempre dalle tasse di tutti noi.
Diceva Margaret Thatcher: “Non esistono i soldi pubblici, esistono solo i soldi che i contribuenti danno al settore pubblico. Non andrebbe mai dimenticato che le risorse drenate dalle disponibilità individuali per essere utilizzate dalla Pubblica Amministrazione richiedono di essere spese per offrire servizi utili ai cittadini”.
La Thatcher per i liberali e anche per quelli della sua parte politica (a proposito con chi sta lei? Con Salvini? Con la Meloni? Con Vannacci? Di certo non sta con chi l’ha eletto: la lista civica) è una sorta di libro della legge, ma forse lei non sa chi era Margaret Thatcher.
Nella sua farsa in Consiglio comunale ha brandito la lettera sua alla Regione, il calendario degli eventi e la lettera di risposta della Regione.
Che la smentisce clamorosamente. Non c’era alcun progetto presentato e la Regione non destina a quel progetto fantasma quei soldi che lei ha preteso, ma li dà al Comune per iniziative a sostegno del commercio.
Le chiede Perticarari: “Ma il protocollo di queste missive dov’è?”
Lei a quel punto si è descamiciato, ha cominciato ad alterarsi e ha gridato: “E che ne sapìo? La Regione mi dà sti soldi, ma i soldi so di quello che l’ha chiesti col progetto, e magari non je bastano neanche. Glieli dà Acquaroli”.
Si rende conto? Sotto campagna elettorale lei fa figurare il presidente della Regione come uno che fa voto di scambio.
Lo fa diventare Scialacquaroli, non credo ne sia felice, perché butta soldi dei contribuenti in una iniziativa di cui nulla si sa.
E non ne sa nulla neppure lei perché alla fine proprio a seguito della risposta della Regione le è toccato di fare – alla chetichella – mercoledì per una festa che comincia oggi una delibera da 15 mila euro gestiti da una società di Ascoli chiamata in corsa a cercare di evitare la brutta figura.
E che per questo s’è dovuta affidare agli alieni. Lei pensa davvero che dei pupazzi da quinta elementare possano dare lustro a un centro storico disegnato da Vanvitelli, Contini, Tibaldi, Torelli, Aleandri e in epoca fascista da Bazzani?
Ma lei lo sa che Macerata è un trattato di architettura vivente?
Sindaco, da giullare a giullare, mi ascolti. Noi dobbiamo sì enfatizzare, talvolta anche prendere in giro, ma ci deve essere un fondo di verità sempre nelle storie che raccontiamo.
Un giullare non s’adira – come è successo a lei beccato con le mani nella marmellata – e se deve smascherare qualcuno lo fa.
Lei invece ha cercato di occultarsi e di occultare la verità.
Abbiamo capito che: non è vero che c’era un progetto già presentato in Regione prima della sua lettera; che lei ha scritto quella lettera per fare un piacere a qualcuno (sotto dettatura? La verità ora ce la può dire Sindaco); che far diventare il presidente della Regione Francesco Scialacquaroli non è politicamente profittevole; che il suo amico non aveva la minima idea di cosa fare, ma voleva mettere le mani sui ventimila euro; che lei ha dovuto tentare di mettere una toppa al pasticciaccio brutto dell’Associazione culturale commercianti del centro storico con una delibera che smentisce tutta la sua ricostruzione.
È davvero roba da marziani.
Ah, mi raccomando; si goda la festa anche se stavolta causa gli sberleffi di un giullare non le è venuta con la camicia!
"Bisogna fermare il massacro di Gaza. Che cosa aspetta Meloni a dirlo con forza, ad applicare le sanzioni e a fermare le armi italiane che vanno in Israele? Che cosa aspetta a riconoscere lo Stato palestinese come stanno facendo altri Stati europei? Noi faremo la nostra parte, dal 1° ottobre, quando governeremo la Regione Marche, riconosceremo lo Stato di Palestina, proporremo di boicottare le aziende coinvolte nella guerra e faremo diventare il gemellaggio tra Pesaro e Rafah un gemellaggio regionale, affinché tutti i marchigiani possano aiutare le popolazioni massacrate". Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della Regione Marche, alla manifestazione per Gaza, organizzata dalla CGIL al porto di Ancona.
"Non riusciamo più a guardare immagini ignobili dove vengono massacrati civili, donne, bambini e giornalisti anche nel momento del massimo bisogno, quando sono assetati e affamati e vanno a cercare acqua e cibo - dichiara Ricci -. L’Italia ha sempre avuto un ruolo nella questione mediorientale. Questo silenzio non è accettabile perché chi è ancora in silenzio, dopo questo dramma, è complice, ma le Marche non saranno complici di questo massacro quotidiano".
"L'inaugurazione dell’avvio dei lavori del Campus è stata solo una pagliacciata. Quella che è stata organizzata dal senatore Castelli e dal presidente della Provincia Parcaroli non è altro che una meschina messa in scena che aveva come unico scopo la propaganda elettorale". Questa è la netta presa di posizione di Matteo Pascucci, segretario Pd Tolentino.
"Ciò che in realtà hanno inaugurato non è l’avvio dei lavori del Campus, ma l’avvio dei lavori di precantierizzazione. Per i non addetti ai lavori quello che hanno inaugurato altro non è che l'allestimento del cantiere (transenne, recinzioni, servizi, ecc.). In realtà - aggiunge Pascucci - ad oggi il progetto definitivo, quello cioè necessario per l’inizio vero e proprio dei lavori, non è ancora completo. Come candidamente affermato dai tecnici della provincia, proprio il giorno dell’inaugurazione davanti ad alcuni professori e giornalisti, alcune autorizzazioni sarebbero ancora mancanti e quindi il Campus non può iniziare".
"Detto questo, fa sorridere la dichiarazione di Parcaroli di voler richiamare Striscia la Notizia per far vedere l’inizio dei lavori. Sì Signor Parcaroli, chiamiamo veramente Striscia. Vediamo se avrà il coraggio di ripetere la colossale figuraccia fatta qualche tempo fa davanti a tutta Italia", sottolinea Pascucci.
"Ci dispiace che a quella farsa di inaugurazione abbia partecipato anche il sindaco Sclavi. Ci dispiace soprattutto che non sia proprio lui il primo ad essere indignato per una simile offesa alla città e non batta i pugni per i nove ingiustificabili anni di attesa. Da nove anni a Tolentino, studenti e professori, fanno scuola in un capannone. Non è più tollerabile. A San Severino hanno inaugurato il nuovo Istituto scolastico ed i ragazzi sono già nelle classi. A Tolentino inauguriamo soltanto l’inizio della realizzazione della recinzione e non l'avvio del progetto definitivo che ancora deve essere completato".
"Per il secondo anno consecutivo aumenta la Tari. Caricato il 9% in più sull'ultima bolletta, quella del conguaglio 2025 che sta arrivando in questi giorni nelle case. Lo scorso anno il rincaro è stato dell’8%, dunque il 17% in più in due anni".
A dirlo è Lidia Iezzi, consigliera comunale di minoranza del Pd e candidata alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 settembre, che punta il dito contro il sindaco Fabrizio Ciarapica, anche lui in corsa per la Regione con Forza Italia.
"Un aumento che porta la firma di Ciarapica, sindaco della città che in provincia produce più rifiuti di tutti e che, insieme a Parcaroli (sindaco di Macerata e presidente della Provincia), è stato incapace nell’assemblea Ata di individuare un sito per una nuova discarica alternativa a quella di Cingoli, dove conferire e smaltire i rifiuti - attacca Iezzi -. Uno stallo dovuto alla scelta di non scegliere, per non dover affrontare le proteste dei territori, e che ha costretto il Cosmari ad abbancare e smaltire fuori provincia i rifiuti, a costi notevolmente superiori rispetto a quelli che la comunità avrebbe sostenuto se il sito fosse stato individuato e collocato nel territorio maceratese".
"Sono totali le colpe di Ciarapica e del centrodestra, che oggi ricadono tutte sulle spalle dei cittadini. Questa destra che chiede voti con lo slogan abbasseremo le tasse è quella che ha firmato i salassi sulle bollette della tassa dei rifiuti e su quelle dell’acqua prima - aggiunge la consigliera -. Anche oggi chiedono il voto per continuare a gestire il potere senza governare, senza fare scelte scomode, senza assumersi alcuna responsabilità per scaricare sui cittadini il prezzo delle loro incapacità, certificate dalle bollette Tari che stanno arrivando”.
"Aggravata – aggiunge Iezzi – da ulteriori sei euro che ogni utente è chiamato a pagare quale contributo al fondo perequativo per formare il bonus sociale sui rifiuti introdotto dal Governo Meloni. Però le somme necessarie a finanziarlo vengono tolte ai cittadini, chiedendo loro la tassa ulteriore di sei euro per ogni famiglia che dovranno riscuotere i Comuni. La filiera delle tasse è servita".
Un confronto serrato, aperto e concreto. Con questo spirito Coldiretti Marche ha organizzato un incontro con i candidati alla presidenza della Regione Marche, Francesco Acquaroli e Matteo Ricci, per discutere delle principali priorità del settore agricolo regionale.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Maria Letizia Gardoni, presidente regionale di Coldiretti, che ha sottolineato le difficoltà attuali dell’agricoltura marchigiana. “Crisi internazionali, dazi e l’accordo Mercosur rischiano di penalizzare le nostre filiere – ha affermato –. L’ulteriore taglio della Pac previsto dall’Ue potrebbe colpire in modo particolare le piccole e medie imprese. Chiediamo alla Regione impegni concreti per tutelare il comparto”.
Francesco Fucili ha evidenziato le criticità della zootecnia nelle aree interne, dai rincari dei costi alla concorrenza estera sleale, fino alle emergenze sanitarie. “Ogni azienda che chiude significa perdita di presidio umano e sociale. Servono politiche che riconoscano il valore economico, ambientale e culturale del lavoro degli allevatori”, ha sottolineato.
Il presidente Stefano Mazzoni ha invece richiamato l’urgenza di interventi contro i cambiamenti climatici, con eventi estremi che minacciano le produzioni ogni anno. Tra le proposte, invasi moderni, piani di tutela idrogeologica e strumenti assicurativi accessibili.
Non sono mancati i riferimenti al settore vitivinicolo, primo prodotto agroalimentare marchigiano per export. Tommaso Di Sante ha indicato come priorità la semplificazione burocratica e la promozione internazionale, per affrontare il calo dei consumi e il rischio di nuovi dazi.
Acquaroli e Ricci, incontrati separatamente, hanno risposto alle sollecitazioni di Coldiretti illustrando i rispettivi programmi per l’agricoltura, firmando poi il documento con cui l’organizzazione ha sintetizzato le richieste e le proposte. L’iniziativa rappresenta un segnale chiaro di attenzione verso un settore strategico per economia, ambiente e identità delle Marche.
Ultimi scampoli di campagna elettorale prima del voto. Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Marche, è atteso a Macerata sabato 20 settembre per il comizio intitolato “Amore per le Marche”, che si terrà alle ore 20 in Piazza Vittorio Veneto. Con lui sarà presente anche Elly Schlein, segretaria nazionale del PD, a sostegno della candidatura unitaria di Ricci e per presentare il programma del cambiamento.
“I giovani marchigiani devono poter restare e ritornare, afferma Ricci. Abbiamo bisogno di loro, abbiamo bisogno del futuro marchigiano. Non possiamo far finta di niente quando i dati ci dicono che, solo nell’ultimo anno, 2.609 giovani laureati si sono trasferiti altrove".
Tra le proposte avanzate dal candidato PD, due misure concrete per incentivare il ritorno e la permanenza dei giovani: un’esenzione per cinque anni dall’IRAP e dall’IRPEF per i laureati under 40 che rientrano nelle Marche, e un assegno da 15.000 euro finanziato dal Fondo Sociale Europeo, destinato a master, specializzazioni o avvio di attività imprenditoriali sul territorio.
L’iniziativa del comizio a Macerata rappresenta un momento chiave della campagna elettorale per presentare agli elettori le priorità del programma e le strategie per valorizzare le risorse giovanili della regione.
“Dicono che Acquaroli non sia bravo nella comunicazione. Fidatevi più di un politico più bravo nel fare che nel parlare”. Con queste parole la premier Giorgia Meloni ha lanciato dal palco di Piazza Roma uno dei messaggi più forti della serata, durante l’evento di punta della campagna elettorale del centrodestra a sostegno della candidatura di Francesco Acquaroli alla presidenza della Regione Marche (LEGGI QUI).
Nell’era dei social, la comunicazione politica passa sempre più da video brevi, slogan e post capaci di raggiungere in tempo reale milioni di utenti. Ma un comizio resta il terreno più autentico: il contatto diretto con la piazza, senza filtri. E ad Ancona, tra flash e applausi, il nostro direttore Guido Picchio, nonché fotoreporter, ha immortalato con i suoi scatti le espressioni più emblematiche dei protagonisti, che raccontano meglio di tante parole il tono e l’intensità dell’evento.
Nle suo intervento Acquaroli ha scelto un avvio “soft”, con dati e risultati concreti dell’operato di governo a fare da apripista al suo discorso. Poi, progressivamente, ha alzato i decibel fino a concludere con un appello deciso: “Cogliete la straordinaria opportunità del 28 e 29 settembre, per completare riforme attese da dieci anni e portare al termine il lavoro iniziato cinque anni fa”.
Un profilo che i cittadini presenti in piazza riconoscono e apprezzano: “Caratterialmente un po’ mite. Parla poco ma lavora molto”, dice una signora. “Umano, preparato, molto corretto”, aggiunge un’amica, ricordando il suo impegno in situazioni di forte disagio nell’entroterra anconetano. Un giudizio che di fatto anticipa e conferma le parole della Meloni.
La premier, al contrario, non lascia spazio a interpretazioni. Si presenta sul palco accolta dal coro “Giorgia, Giorgia”, mimando un piccolo balletto che strappa applausi e sorrisi alla piazza.
La sua comunicazione è carismatica, fortemente gestuale, carica di pathos. Rivendica il ruolo dell’Italia in Europa – “arrancavamo in fondo alla fila, ora siamo noi a dettare il passo” – e non risparmia toni duri contro gli avversari, salvo poi stemperare con battute e selfie dal palco che accorciano la distanza con il pubblico. “Giorgia è una grande, Giorgia For Ever”, dichiarano nelle nostre interviste, segno tangibile di un rapporto diretto che si alimenta nella piazza.
Toni più istituzionali per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che alterna richiami alla piazza – “Libertà, Libertà” scandito a gran voce – a riferimenti alla figura di Silvio Berlusconi, il fondatore di Forza Italia, capace ancora di accendere gli animi con la sola evocazione del suo nome.
Sul conflitto in Medio Oriente resta cauto, ribadendo la condanna ad Hamas ma anche la critica alle azioni dell’esercito israeliano. La diplomazia resta la sua cifra, confermata anche davanti alla piazza di Ancona.
Infine, Matteo Salvini. Si presenta sul palco tra cori da stadio, “Matteo, Matteo”, e ringraziamenti con le mani giunte. Il suo discorso è scandito da attacchi al centrosinistra e a Ricci, avversario diretto di Acquaroli: “Fatevi sentire per Ricci che pensava di vincere queste elezioni”. Dice di non volere parlare delle indagini della magistratura sul candidato di centrosinistra, ma di fatto ne parla.
Non manca il tema sicurezza – “ancora troppi balordi in giro, rimandiamoli a casa loro” – marchio di fabbrica del leader leghista. Immancabile il riferimento al ponte sullo Stretto, “il più importante al mondo”. Poi un momento di raccoglimento: Salvini ricorda l’attivista americano Charlie Kirk, ucciso durante un dibattito pubblico, e invita la piazza a un minuto di silenzio prima di chiudere con un appello al voto per Acquaroli.
Dal pragmatismo di Acquaroli alla grinta di Meloni, passando per l’equilibrio di Tajani e la provocazione di Salvini, il comizio di Ancona ha mostrato come la comunicazione dei leader politici sia sempre più centrale per rafforzare identità, consenso e fiducia. I social restano il megafono quotidiano, ma la piazza – con le sue sensazioni, cori e applausi – rimane il banco di prova più autentico della politica italiana.
La Photogallery Completa di Guido Picchio
Migliaia di persone, una piazza strapiena. Così viene accolto a Pesaro, Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della Regione Marche, assieme alla segretaria nazionale PD, Elly Schlein, al presidente nazionale PD, Stefano Bonaccini, e ai candidati dell’Alleanza del Cambiamento.
“Fino alla Vittoria. Sta crescendo un'onda, giorno dopo giorno, che ci porterà a vincere il 28 e il 29 settembre. Questa piazza è la dimostrazione che i marchigiani vogliono cambiare, vogliono uscire dalla mediocrità di questi anni e vogliono ridare una speranza alla nostra regione", dichiara Ricci. "Dobbiamo investire sulla sanità pubblica, perché in questi cinque anni la sanità è peggiorata drammaticamente, l'economia marchigiana è ferma per cui dobbiamo aiutare le nostre imprese, e dobbiamo tenere qui i nostri ragazzi perché abbiamo bisogno di loro per il futuro delleMarche", prosegue Ricci. "Dobbiamo ridare una speranza a tutti. Questa è la campagna che stiamo facendo, giorno dopo giorno, fino alla vittoria, per cambiare le Marche ad avere finalmente una regione protagonista e conosciuta in Europa”, conclude.
ANCONA – Piazza Roma si è riempita già dalle prime ore del pomeriggio di mercoledì 17 settembre per quello che è stato il momento clou della campagna elettorale del centrodestra nelle Marche. Sul palco, al fianco del candidato presidente e governatore uscente Francesco Acquaroli, sono arrivati i vertici della coalizione: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
A fare gli onori di casa il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, che ha ricordato come “una piazza così mi fa venire in mente il maggio 2023, quando le Marche decisero di cambiare il proprio destino”, e non ha mancato di sottolineare la giornata speciale, coincidente con il suo compleanno.
Dopo i saluti istituzionali, hanno preso la parola i rappresentanti delle liste che sostengono Acquaroli. Giacomo Rossi (Civici Marche) ha rivendicato il ruolo del movimento come “il più grande della regione”, invitando a “non tornare nelle buie e sinistre tenebre” e riconoscendo al governatore di aver riportato le Marche “al centro dell’azione politica nazionale”.
Arnaldo Giorgi (I Marchigiani per Acquaroli) ha ricordato la recente nascita del gruppo, “per valorizzare ciò che è stato fatto per migliorare la vita dei marchigiani”.
A seguire, l’intervento del segretario nazionale Udc Antonio De Poli, che ha ricordato le “70 pagine di programma, con centinaia di opere realizzate: non parole ma fatti”.
Il presidente nazionale di Noi Moderati Maurizio Lupi ha invece insistito sul tema della visione unitaria del centrodestra: “Da oltre 30 anni lavoriamo per cambiare l’Italia. Oggi le Marche hanno già raccolto risultati importanti – dall’aeroporto rilanciato alla crescita del Pil – ma serve un nuovo patto per completare le riforme”.
Accolto dal coro “Francesco, Francesco”, è salito poi sul palco Acquaroli. Il presidente uscente ha rivendicato i risultati del quinquennio: “Siamo la prima regione in Italia per utilizzo dei fondi sociali europei, sopra la media nazionale per occupazione giovanile e femminile, e la seconda per crescita del Pil. Cinque anni fa eravamo tra le ultime, oggi i numeri parlano chiaro”.
Sul turismo ha sottolineato: “Abbiamo registrato oltre un milione e 300mila presenze in più ogni anno. Le Marche meritano sviluppo e competitività”. Poi l’affondo: “Chi ci dà lezioni oggi sono gli stessi che dieci anni fa, quando falliva Banca Marche, hanno girato la faccia dall’altra parte. Il 28 e 29 settembre tocca a voi darci la spinta per completare questo lavoro”.
A salire poi sul palco il ministro degli esteri Antonio Tajani. Il segretario di Forza Italia ha insistito su infrastrutture ed economia: “Abbiamo voluto che Marche e Umbria entrassero nella ZES unica, per dare alle imprese nuove opportunità di crescita. Stiamo lavorando per la Freccia Rossa e collegamenti moderni. Nessuna impresa sarà lasciata sola".
Tajani ha rivendicato l’impegno del governo per il ceto medio: “Meno tasse per tutelare la spina dorsale del Paese, che non deve trasformarsi in ceto povero”. E ha lanciato un attacco al centrosinistra: “Si è sciolto come neve al sole. Oggi c’è solo la sinistra estremista di Schlein e Conte. Noi siamo il centro del centrodestra, e difendiamo libertà e moderazione”.
Da ministro degli Esteri, ha affrontato anche i temi di politica internazionale, con un riferimento al conflitto in Medio Oriente: “Non siamo complici di nessun genocidio e di nessun crimine. Vogliamo difendere il diritto della Palestina a rimanere dov’è, ma non siamo alleati con Hamas, che è soltanto un’organizzazione terroristica. Condanniamo quello che fa Hamas, ma non siamo d’accordo con le azioni dell’esercito israeliano”.
Dopo Tajani, è stato il turno di Matteo Slavini. Il leader della Lega ha ricordato le ultime opere inaugurate: “Sono stato a Jesi per aprire il nuovo Interporto delle Marche. Stiamo progettando un ponte che sarà il primo al mondo. C’è chi parla e chi fa: noi lavoriamo”.
Sul tema della sicurezza e immigrazione ha ribadito: “Ancora troppi balordi in giro, troppi immigrati irregolari che devono tornare velocemente a casa loro”. E sulle elezioni: “Non vinceremo perché il candidato del centrosinistra è indagato, ma perché i marchigiani sanno chi lavora meglio”.
A chiudere il comizio il presidente del consiglio Giorgia Meloni. La premier ha ripercorso i risultati ottenuti: “Cinque anni fa le Marche erano una regione in declino. Oggi hanno basi solide: infrastrutture, sanità, ricostruzione. Sono tra le più virtuose d’Italia. Le Marche sono tornate a farsi valere”. Sulla comunicazione politica ha lanciato un messaggio chiaro: “Dicono che Acquaroli non sia bravo a comunicare. Fidatevi di un politico più bravo a fare che a parlare”.
Meloni ha anche difeso le scelte del governo: “In Italia si entra solo legalmente. Non saranno gli scafisti a decidere chi può venire a casa nostra”. E ancora: “Ci vuole coraggio a parlare di salario minimo: in dieci anni di governo, se fosse stata la soluzione, avrebbero potuto farlo loro”.
Infine l’appello finale alla piazza: “Abbiamo invertito la rotta, ma ora servono tutte le energie per questi ultimi dieci giorni. Mettetecela tutta”.
Il comizio si è chiuso con l’Inno di Mameli, intonato da una folla gremita che ha accompagnato con bandiere e applausi la conclusione della giornata.
(Foto Guido Picchio)
Dopo le giornate di festa dedicate a San Nicola, che hanno visto una grande partecipazione popolare, a Tolentino si riaccende il dibattito politico. I gruppi di maggioranza in Consiglio comunale — Tolentino Popolare, Riformisti Tolentino, Tolentino Civica e Solidale — intervengono pubblicamente sui risultati del Consiglio comunale dell’8 settembre scorso, definendolo «un momento cruciale per il futuro del servizio idrico e per la città intera».
Durante la seduta è stata infatti approvata la delibera relativa alla fusione tra Si Marche e Unidra, che porterà alla nascita del gestore unico del servizio idrico integrato nell’Aato 3, mantenendo la gestione dell’acqua in mani pubbliche.
«Con questo voto — spiegano i gruppi — si compie un passo fondamentale per evitare la privatizzazione dell’acqua e garantire un servizio di qualità, con scelte strategiche e investimenti che restano radicati sul territorio. È un risultato importante, frutto di un lungo lavoro di condivisione, che tutela anche i livelli occupazionali».
Un ruolo di rilievo è stato attribuito al Comune di Tolentino e all’Assm, che – assieme agli altri soggetti coinvolti – hanno contribuito a definire un’intesa capace di superare visioni politiche diverse e portare a una decisione unitaria.
«Ringraziamo il sindaco Mauro Sclavi, l’Assm e tutti coloro che hanno lavorato per difendere il modello in house e un servizio pubblico essenziale, nell’interesse dei cittadini e del territorio», aggiungono i consiglieri di maggioranza.
Ma nel comunicato non manca una critica netta all’atteggiamento delle opposizioni durante la seduta. «È emersa in aula una certa confusione tra i gruppi di opposizione — si legge ancora — con astensioni e voti contrari anche su delibere tecniche fondamentali, come le variazioni di bilancio necessarie per coprire le spese elettorali e gli interventi di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico in contrada San Giuseppe».
Una scelta che, secondo la maggioranza, tradisce una logica «di ripicca politica» e danneggia il bene comune.
«Ci ha sorpreso l’atteggiamento di alcuni esponenti del centrodestra, anche candidati alle prossime regionali, che si sono sempre professati vicini ai cittadini, ma che hanno votato contro interventi vitali come la sistemazione di una strada fondamentale per i pendolari e il collegamento tra San Severino e il centro storico. È stato un comportamento inspiegabile, che mette al primo posto i personalismi politici».
Nel mirino anche la dichiarazione del consigliere Pieroni, che ha motivato la sua astensione sostenendo di non aver avuto il tempo di approfondire.
«Preferiamo non commentare oltre», chiosano i gruppi di maggioranza, lasciando intendere un certo disappunto per un atteggiamento ritenuto poco responsabile su atti di interesse generale.
Simone Livi, consigliere regionale e presidente del gruppo consiliare "Fratelli d’Italia" alla Regione Marche, sarà protagonista di un webinar in diretta streaming dedicato al confronto con gli elettori. L’appuntamento, aperto a tutti i cittadini, è in programma venerdì 19 settembre alle ore 18:30.
Durante l’incontro, i partecipanti potranno porre domande, esprimere critiche e condividere idee sull’operato della Giunta Acquaroli e sugli obiettivi futuri della Regione Marche. Il webinar sarà moderato da Francesco Marconi, responsabile della comunicazione social di Fratelli d’Italia Macerata.
Per garantire un dialogo civile e costruttivo, tutti i messaggi contenenti linguaggio volgare, violento o non ritenuti adatti alla pubblicazione saranno filtrati. I cittadini potranno inviare le proprie domande e osservazioni tramite WhatsApp o SMS al numero 375 714 77 70 o via email all’indirizzo simonelivimarche@gmail.com, indicando un nome per mantenere la riservatezza.
Simone Livi invita caldamente tutti i cittadini a partecipare, anche solo come ascoltatori, per far sentire la propria voce, chiarire dubbi e contribuire con proposte costruttive. Per aggiornamenti sull’evento e per ricevere il link della diretta, è possibile seguire i canali ufficiali di Simone Livi su Facebook, Instagram e sul suo blog personale www.simonelivi.it
Tolentino diventa il cuore della campagna elettorale del centro-sinistra. Giovedì 18 settembre, alle ore 18:00, in Piazza Martiri di Montalto, si terrà un incontro pubblico con Matteo Ricci, candidato presidente alle elezioni Regionali Marche 2025, affiancato dalla deputata del Partito Democrativo Debora Serracchiani e dalla capogruppo di Italia Viva alla Camera dei deputati Maria Elena Boschi.
Un evento pubblico, organizzato con la partecipazione dei candidati locali a sostegno di Ricci, che sarà dedicato ai temi della sanità di prossimità, del sostegno alle imprese, del rilancio economico delle aree interne e delle infrastrutture, indicati tra i punti centrali del programma.
Al termine, la piazza ospiterà un momento conviviale con una cena tramite food truck, pensata per proseguire il dialogo con i cittadini in un clima informale.
È stata presentata ieri al bar Guido 1970 di Porto Recanati la candidatura al Consiglio Regionale delle Marche dell'ex senatore Salvatore Piscitelli, nella lista I Marchigiani per Acquaroli. All’iniziativa, molto partecipata, era presente anche il presidente della Regione e candidato alla riconferma, Francesco Acquaroli.
Dopo l'introduzione della conduttrice Manuela Cermignani e il saluto della senatrice Elena Leonardi, ha preso la parola Piscitelli. Nel suo intervento il candidato ha ringraziato Acquaroli per la presenza a Porto Recanati, definendolo "un politico e amministratore capace" e sottolineando la necessità di "proseguire con determinazione l'ottimo lavoro svolto" dalla giunta uscente.
Piscitelli ha poi richiamato l'importanza di riavvicinare i cittadini alla politica, "concretezza ed esperienza della società civile", e ha illustrato alcune priorità del suo programma: una proposta di legge sulle concessioni demaniali marittime, il sostegno a rappresentanti "con preparazione professionale" e l'attenzione alla Zes unica del Mezzogiorno, considerata un’opportunità di rilancio economico anche per le Marche.
A seguire è intervenuto il presidente Acquaroli, che ha ricordato alcuni risultati del mandato in corso, tra cui il rilancio della sanità e la progettazione di nuove infrastrutture. Ha poi ringraziato Piscitelli per la scelta di sostenere nuovamente la coalizione di centrodestra. Da oggi è aperta a Porto Recanati, in via Masaniello 3, la sede elettorale del candidato.