Sta per Zona Economica Speciale e si traduce così: le Marche le nuove Isole Cayman d’Italia. Lo ha annunciato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ad Ancona prima e poi a Cessapalombo, scegliendo una simbolica duplice tappa marchigiana, passando in meno di tre ore dal Capoluogo all’entroterra maceratese per comunicare un provvedimento storico che coinvolge le Marche intere.
Per le imprese Zes significa molte cose: enormi benefici fiscali, crediti d’imposta per acquistare macchinari, riduzione dei dazi doganali d’importazione, meno tasse, riduzione del 50% dell’imposta sui redditi e sui profitti societari per le nuove imprese che investono qui, aiuti per Ricerca e Sviluppo, formazione dei dipendenti, incentivi all’occupazione, disponibilità di aree industriali a prezzi ridotti e sgravi sulla tassazione immobiliare.
Per ogni euro investito nelle Marche ci saranno più di due volte e mezzo di ritorni in benefici (il rapporto è 1:2,6): nuove attività, nuova occupazione, soprattutto giovanile, meno costi per le imprese, più competitività e più opportunità per sviluppare i loro processi di internazionalizzazione che generano l’aumento del PIL regionale.
Con la Zes le Marche, retrocesse dall’Unione Europea nel 2018 tra le regioni “in transizione”, quelle ad un passo dal sottosviluppo, hanno grandi prospettive di crescita e ritorneranno ad essere una delle locomotive d’Europa, orgoglio del Made in Italy nel mondo, uno dei territori a più elevato livello di benessere e qualità della vita.
Il PD s’aggrappa al sentimento che più di tutti prevale nelle ultime settimane: l’invidia di chi, come la tanto vituperata filiera istituzionale Ancona-Roma, le cose le annuncia e le fa, riparando ai disastri dei governi passati, guarda caso tutti a guida PD e dintorni.
Molti esponenti della sinistra, anche a livello nazionale, agitano un sentimento anti-Marche senza precedenti, additando l’annuncio del Presidente del Consiglio come fosse un escamotage elettorale pro-Acquaroli, dimenticandosi che la Presidente Meloni ha voluto inserire nella Zes anche l’Umbria, regione da qualche mese passata a guida PD.
Dalle parti di Ancona e Macerata, dalle zone del sisma a quelle dell’alluvione, molti si ricordano di Presidenti del Consiglio che venivano a farsi i selfie o le passeggiate, lesinando spiccioli e promesse vuote.
Il girone dantesco degli invidiosi sta esplodendo e si avvicina una riscrittura in chiave moderna della Divina Commedia con nuovi personaggi e nuove pene da scontare.
Giornata storica per le Marche, da segnare in rosso sul calendario, una di quelle destinate a cambiare il volto di questa regione.
Gioco, partita e incontro. Il PD al tappeto è già al lavoro per le regionali del 2030.
“La ricostruzione post-sisma nella Città di San Severino Marche sta finalmente procedendo spedita, superando le lungaggini burocratiche e procedurali che, soprattutto in una prima fase, hanno rallentato la rinascita del nostro territorio”.
“Oggi i cantieri aperti sono la prova inconfutabile che la ricostruzione è in atto e che le nostre comunità stanno tornando alla normalità – afferma il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che spiega - Dopo anni difficili, durante i quali abbiamo lottato contro numerosi ostacoli per dare risposte certe ai nostri concittadini, finalmente stiamo vedendo segnali concreti di rapidi progressi nella ricostruzione. Per tali importanti risultati, ringrazio il Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016, senatore Guido Castelli e la struttura commissariale, la Regione Marche e l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, altre istituzioni pubbliche e gli uffici comunali competenti. Grazie a tali sinergie stiamo assistendo a un’accelerazione significativa e a una semplificazione delle procedure che sta permettendo di restituire alla città edifici privati e pubblici, luoghi di culto e infrastrutture fondamentali per la vita di tutti i giorni”.
Per dare un'idea della mole di lavoro svolto e in corso, il sindaco riprende i numeri presentati nel corso dell’ultima riunione del Consiglio comunale: “Il finanziamento complessivo delle pratiche private, di quelle che fanno riferimento agli edifici pubblici e ai luoghi di culto, e dei contributi concessi per la delocalizzazione delle attività produttive, ammonta a oltre 480 milioni di euro, precisamente 482.399.239 euro. In particolare - sottolinea la Piermattei - per la sola ricostruzione privata, la cifra già stanziata supera i 441 milioni di euro, somma destinata al recupero di 745 edifici. Le pratiche presentate, per un totale di 1.006, riguardano 424 immobili interessati da interventi di ricostruzione leggera, altri 135 da ricostruzione pesante, 441 dall’Ordinanza 100 e 6 dall’Ordinanza 13/2017. A oggi, sono 460 le pratiche concluse per contributi sisma e 46 per contributi fuori sisma. A questi si devono aggiungere oltre 50milioni di euro per le opere pubbliche che sono in progettazioni o addirittura in fase di cantierizzazione tra cui, cito una sola opera, la costruzione di una nuova Casa di riposo. Il 13 settembre la Città di San Severino Marche inaugurerà la nuova sede dell’Itts “Divini”, l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale, scuola che ospiterà oltre 700 studenti il cui cantiere era fermo da anni per varie vicissitudini. Il Commissario Castelli ha capito l’importanza strategica e sociale di tale struttura e si è preso la responsabilità di portare a termine l’opera”.
Per il sindaco di San Severino Marche la ricostruzione non deve però limitarsi al ripristino delle sole strutture materiali, fronte sul quale anche lei è impegnata da tempo, in collaborazione con la Struttura commissariale e l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione: “Non possiamo e non dobbiamo pensare solo a ricostruire case e palazzi. La vera sfida che ci attende è quella della rigenerazione economica e sociale – aggiunge la Piermattei che anche in questo caso spiega - Dobbiamo creare le condizioni affinché le persone, soprattutto i giovani, vogliano tornare e rimanere a vivere qui. Ciò significa incentivare nuove attività, sostenere quelle esistenti e investire in progetti che diano impulso al nostro tessuto produttivo, culturale e sociale. Servono risorse dedicate e un piano strategico che vada oltre il cemento, per restituire piena vitalità ai nostri borghi e al nostro territorio”.
In questo contesto di ritrovata unità e slancio, il sindaco Piermattei ha più volte lanciato un appello alla responsabilità, criticando le strumentalizzazioni politiche legate all'avanzamento dei lavori: “È inaccettabile che i cantieri, simbolo di speranza e rinascita, diventino oggetto di strumentalizzazioni elettorali. Questo approccio rischia di turbare il clima unitario che, con fatica, è stato costruito e che, grazie a un costante lavoro di squadra che ha visto protagonisti la Struttura commissariale, la Regione Marche e il Comune, ha consentito di raggiungere grandi risultati. La ricostruzione appartiene a tutti, è un processo complesso e delicato che richiede la collaborazione di tutte le forze in campo. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di garantire un futuro solido e prospero alla nostra comunità, senza distinzioni di colore politico. L'invito che rivolgo a tutti è di lavorare insieme, con serietà e dedizione, per completare l'opera di ricostruzione e gettare le basi di una vera e propria rigenerazione per la nostra San Severino Marche, per la nostra regione e per tutte le terre del cratere. Solo così riusciremo, tutti insieme, a rinascere dopo il sisma”.
Giampiero Feliciotti, presidente dell'Unione montana Monti Azzurri, interviene sui propri social sulle critiche rivolte negli scorsi giorni al commissario Guido Castelli: "Non conoscer il mandato del commissario, oltre quello della ricostruzione fisica delle case, è, per un addetto ai lavori, cosa molto grave, e non ci saranno parole che potranno indurre suoi adepti discepoli a migliorare la propria posizione per incapacità intellettuale del maestro".
Conclude: "Purtroppo – e grazie a Dio, come si dice – la vita è una gran bella cosa ed è piena di cose ben diverse dalle sole campagne elettorali, che, a mio avviso, nell'era digitale sarebbero da eliminare, organizzando nuovi sistemi di sollecitazioni obbligatorie da parte di tutti i cittadini, come compito civico di indirizzo, evitando queste scorribande che rasentano momenti di inciviltà negli ultimi giorni effervescienti, causa questi battibecchi del nulla".
Gigliola Bordoni annuncia ufficialmente la sua candidatura al Consiglio regionale delle Marche nella lista civica "I Marchigiani per Acquaroli", a sostegno del presidente uscente Francesco Acquaroli. "Una decisione che nasce dall’ascolto e dall’esperienza sul territorio, a contatto con i cittadini, con l’obiettivo di restituire voce a Monte San Giusto in Regione - dice Gigliola Bordoni -. Intendo la politica come servizio per la comunità. Per il dialogo e per i ponti costruiti. Anche quando le opinioni divergono, ma contribuiscono a stimolare un confronto serio.
"Una politica che non strilla e promette, ma lavora pancia a terra per traguardi possibili - aggiunge in una nota -. Che crea occasioni di partecipazione e affonda le radici nel civismo, il civismo vero. Cui non ho mai rinunciato. E sarà così anche stavolta, nel progetto cui ho aderito con entusiasmo".
La candidata respinge con decisione ogni lettura polemica sulla sua scelta, smentendo che la candidatura sia frutto di dissapori con precedenti esperienze amministrative: "Non corrisponde infatti al vero la ricostruzione per la quale la mia candidatura sarebbe figlia di un risentimento dopo la chiusura di un certo percorso amministrativo. Tutt’altro. Al contrario è quell’opportunità che manca da troppo tempo a piccoli borghi come il nostro per ritrovare rappresentanza. Basta campanilismi, non servono approcci ideologici. Serve proseguire con pragmatismo, in continuità con il lavoro svolto dal presidente Francesco Acquaroli e la sua squadra, affrontando le sfide aperte e completando le opere avviate".
Bordoni si dice pronta a "metterci la faccia", all’interno di una lista civica che definisce una “casa ideale” per chi vuole ripartire da un progetto condiviso, concreto e partecipato. Tra i temi chiave del suo impegno politico figurano il rafforzamento della rete di sostegno sociale per famiglie in difficoltà e cittadini fragili; la promozione dei diritti fondamentali, con un’attenzione particolare all’inclusione, alla libertà e alla protezione degli individui; la valorizzazione del territorio attraverso il sostegno alle imprese locali, all’agricoltura, al turismo e al commercio; il recupero del patrimonio immobiliare esistente come risposta alla crisi abitativa; la difesa della sanità pubblica con servizi efficienti, di prossimità e qualità; investimenti mirati nei giovani, nella formazione e nelle opportunità di lavoro; infine, una visione politica fondata sulla sostenibilità ambientale, sulla trasparenza e sulla partecipazione attiva dei cittadini.
"Mi impegno per un territorio che torna protagonista - conclude Bordoni - rilanciando così un messaggio di presenza, ascolto e azione al servizio della comunità".
San Ginesio – In risposta alle recenti critiche sollevate dai deputati del Partito Democratico, Irene Manzi e Augusto Curti, riguardo all’uso di 1,27 milioni di euro destinati alla promozione delle attività del commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma, Guido Castelli, il sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, interviene con una nota dura e chiara.
"Come sindaco di uno dei Comuni più colpiti dal sisma, non possiamo tacere davanti a un comportamento che definisco irresponsabile e divisivo", esordisce Ciabocco, sottolineando il lungo e complesso lavoro di ricostruzione condiviso da istituzioni e comunità. Il primo cittadino rimarca come il nuovo corso imposto da Castelli abbia dato "finalmente un’accelerazione concreta al processo di rinascita, dopo anni di stasi e inefficienze".
"La ricostruzione ha cambiato passo", afferma Ciabocco, ricordando che "non è più tempo di parole: parlano i cantieri, le gru, le case che si stanno ricostruendo". Il sindaco evidenzia come il commissario abbia portato "ordine, metodo e velocità", superando una fase caratterizzata da burocrazia paralizzante e rimpalli di responsabilità. "Oggi abbiamo numeri in crescita, procedure semplificate e una fiducia ritrovata nei cittadini", rimarca, sottolineando che chi oggi attacca "ignora o finge di ignorare questi risultati".
Ciabocco pone inoltre l’accento su un aspetto fondamentale: la rigenerazione economica e sociale, oltre alla semplice ricostruzione materiale. "Non ci basta rimettere in piedi le case. Ricostruire senza rigenerare sarebbe un errore imperdonabile", sostiene, invitando a sostenere gli imprenditori coraggiosi che sono rimasti, a creare incentivi per attrarre nuove attività e a finanziare progetti dedicati ai giovani, alla cultura, all’innovazione e alla formazione.
"Abbiamo bisogno di risorse dedicate, di una visione strategica e di un patto condiviso che metta al centro le persone e il futuro", conclude il sindaco, auspicando che "ogni energia politica si unisca, non si divida".
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Invidiometro a mille in casa PD. Adesso le sparate ad alzo zero danno un po' di tregua ad Acquaroli e s’indirizzano verso il Commissario Guido Castelli, ritenuto, dal duo inedito del PD Manzi-Curti, troppo comunicativo e poco concentrato sulla ricostruzione post sisma.
Battaglia di numeri a parte valga solo una considerazione “tecnica”. La ricostruzione va sicuramente fatta, e solo i malpensanti possono dire che, salvo alcune eccezioni, non proceda a gonfie vele.
Ma, soprattutto, va comunicata.
La ricostruzione di case, edifici pubblici, luoghi di culto e infrastrutture, non può essere relegata ad un dibattito tra "addetti ai lavori". A questo ci hanno pensato i predecessori di Castelli, alcuni dei quali si sono distinti per il Festival delle Ordinanze incomprensibili o, nel caso della indimenticabile Commissaria in quota PD De Micheli, per bizzarre inaugurazioni, come quella del plesso scolastico di San Ginesio subito stoppata dalla Soprintendenza.
Tradurre il linguaggio tecnico in una comunicazione comprensibile a tutti i soggetti coinvolti - cittadini, imprese e amministrazioni locali - è la migliore arma di difesa per la cattiva burocrazia, quel cancro autoreferenziale che frena le opere pubbliche e mina alla trasparenza delle procedure amministrative.
Comunicare è anche un obbligo istituzionale, è fondamentale per trasferire informazioni alle popolazioni colpite dal sisma, sull’andamento delle opere, sulle politiche finalizzate al rilancio di aree ad elevato rischio di spopolamento.
Una corretta comunicazione ci preserva anche dal proliferare di informazioni non corrette che nascono sulla scia di strumentalizzazioni politiche.
Il saper fare le opere, quindi, va di pari passo con il saperle correttamente comunicare, saperne comunicare soprattutto i benefici nel medio-lungo periodo. Ma anche nell’immediato. Considerato che già i cantieri, con i loro movimenti di tecnici e operai, offrono un’accelerazione nei consumi in termini di accoglienza, servizi di ristorazione, affitti e così via.
Fare e comunicare vanno di pari passo, sono elementi indivisibili alla base dell’agire politico di chi è chiamato a gestire una piccola o una grande e complessa opera, come quella della ricostruzione, che interessa più regioni del Centro Italia.
Investire in comunicazione meno dello 0,1% delle risorse disponibili, come in questo caso specifico, non solo è lecito, ma è addirittura va considerato una miseria per qualsiasi esperto di settore.
Ogni polemica profuma d’invidia e manifesta tutta la debolezza della grande ammucchiata a sinistra, quella che, sulle spese pubbliche, viaggia a geometria variabile a seconda dei territori e delle appartenenze politiche, nella vana speranza che "ci sia un Giudice a Berlino".
Anche se i veri giudici saranno i marchigiani il 28 e 29 settembre prossimi.
Venerdì 1° agosto, ad Ancona, Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) ha presentato ufficialmente la propria lista di candidati alle elezioni regionali delle Marche. L’incontro, ospitato nella sede elettorale di Matteo Ricci presso la Galleria Dorica, ha visto la partecipazione dei portavoce nazionali Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, accanto allo stesso Ricci, candidato alla Presidenza della Regione.
Una lista che è insieme proposta politica e biografia collettiva: frutto di un lavoro capillare, partecipato, radicato nei territori. AVS si presenta all’appuntamento elettorale con un gruppo eterogeneo che intreccia esperienze istituzionali, competenze professionali, militanza sociale, visione ecologista e passione civile. Un progetto che mette al centro giustizia sociale, transizione ecologica, dignità del lavoro ed equità territoriale, in netta discontinuità con le scelte dell’attuale giunta regionale.
Il contributo di AVS alla stesura del programma della coalizione rappresenta uno dei segmenti più avanzati e coerenti dell’intero fronte progressista: dalla Legge sul Clima alla proposta per un Salario Minimo Marchigiano, dalla difesa della sanità pubblica alla promozione dell’ospitalità diffusa, dalle politiche per le aree interne a quelle per la cultura, i giovani e la formazione.
Accanto a profili emergenti, trovano spazio nomi che hanno già offerto un contributo significativo nella vita pubblica marchigiana. È il caso, tra gli altri, di Sandro Bisonni, già consigliere regionale; Giovanni Gaspari, sindaco storico di San Benedetto del Tronto; Andrea Nobili, avvocato ed ex assessore alla cultura ad Ancona, poi garante dei diritti regionali; Caterina Di Bitonto, ex assessora comunale e oggi imprenditrice agricola; Enzo Piermarini, già consigliere a Montecassiano; Patrizia Sagretti, agronoma e attivista; Caterina Osimani, consigliera a Osimo; Agnese Santarelli, capogruppo AVS a Jesi; Enrico Pergolesi, consigliere comunale a Senigallia. Tra i candidati, anche Gianluca Carrabs, capogruppo AVS nel Consiglio Comunale di Urbino e figura di riferimento per l’economia ambientale e il rilancio delle aree interne, e Sabrina Santelli, imprenditrice e già assessora a Pergola, impegnata nei temi dell’innovazione e della giustizia sociale. Entrambi tra i promotori del Patto per il Clima, il Lavoro e la Salute, simbolo dell’impegno concreto di AVS per una Regione più giusta, più verde e più coesa.
CANDIDATI – MACERATA
1. BISONNI SANDRO
Nato il 26/05/1968 a San Severino Marche (MC), residente a Tolentino (MC). Già Consigliere regionale, attualmente ingegnere e insegnante.
2. CIOMMEI LAURA
Nata il 06/05/1971 a Tolentino (MC), residente a Tolentino (MC). Docente di sostegno.
3. CORVATTA TOMMASO CLAUDIO
Nato il 19 gennaio 1963 a Civitanova Marche (MC), residente a Porto Recanati (MC). Medico di medicina generale.
Già sindaco di Civitanova Marche (2012–2017) e consigliere comunale (2017–2022).
4. HOXHA ARIANA
Nata il 22/09/1977 a Durazzo, Albania. Residente a Macerata (MC). Insegnante presso l'Istituto Enrico Fermi di Macerata.
5. PIERMARINI ENZO
Nato il 10/11/1960 a Montecassiano (MC), residente a Montecassiano (MC), loc. Sambucheto 6. Elettricista in pensione. Consigliere comunale di Montecassiano fino a gennaio 2025.
6. SAGRETTI PATRIZIA
Nata il 29 dicembre 1958 a Macerata (MC), residente a Macerata. Agronoma. Libera professionista dal 1984 al 2020, poi dipendente del Consorzio di Bonifica Marche dal 2021. Attiva nei comitati cittadini “Residenti centro storico” di Macerata.
Con una nota stampa anche il gruppo consigliare di Fratelli D'Italia si pronuncia sulla tema della discarica cittadina: "È noto a tutti che il Consiglio comunale di Macerata, nella seduta del 27 luglio 2021, si è espresso chiaramente contro l’ipotesi di realizzare una nuova discarica sul territorio comunale.
Vi è da dire che l’amministrazione Parcaroli, ancor prima della proposizione della citata mozione, aveva comunque il proposito di non realizzare un’ulteriore discarica nel Comune di Macerata e, con la presentazione della mozione da parte del Partito Democratico, emendata e migliorata dalla maggioranza, l’amministrazione si è ufficialmente impegnata ad adottare “tutte le iniziative legittimamente esperibili, anche in sede giudiziale ove fosse ritenuto necessario, per evitare la realizzazione di una discarica in una delle quattro aree indicate dall’ATA”.
Anche la giunta il 16 settembre 2021 ha espresso contrarietà all’approvazione di qualsiasi atto successivo che preveda l’inserimento nel Comune di Macerata di aree o siti potenzialmente idonei alla realizzazione di una discarica, stante le peculiarità del territorio, in relazione alla vocazione turistica e culturale dei luoghi del capoluogo provinciale.
Una posizione chiara, inequivocabile, espressa da un organo democratico che rappresenta l’intera cittadinanza maceratese. Una presa di posizione che oggi torna d’attualità dopo che le ipotesi emerse nell’ambito dello studio condotto dall’Università Politecnica delle Marche – incaricata da ATA – sembrano ancora prendere in considerazione aree del territorio comunale come possibili sedi della futura discarica provinciale.
Riteniamo che tra i parametri presi in considerazione da detto studio sarebbe stato opportuno inserire (dandogli un punteggio) quello relativo al fatto che un territorio sia stato già interessato o meno dalla presenza di una discarica”
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia interviene con fermezza nel dibattito, ricordando che Macerata ha già ospitato due discariche nel corso della sua storia recente e che questa responsabilità ambientale è stata ampiamente adempiuta. È tempo che altri territori si assumano le proprie responsabilità”.
Il gruppo di Fratelli d’Italia ribadisce quindi la sua netta contrarietà a ogni ipotesi di localizzazione di una nuova discarica nel territorio maceratese. “Riteniamo doveroso rispettare la volontà già espressa dal Consiglio comunale – affermano – e dalla giunta che da un indirizzo politico, continueremo a vigilare affinché non venga meno l’impegno assunto nei confronti dei cittadini”.
“Al primo consiglio regionale che faremo presenterò un ordine del giorno affinché la Regione Marche riconosca lo Stato di Palestina”, così Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della Regione Marche.
“Noi non viviamo in una bolla, non abbiamo le bende agli occhi, non ci voltiamo dall’altra parte. - dichiara Ricci - Non è possibile continuare ad assistere ad un massacro quotidiano, indegno, di bambini, di donne, di innocenti, uccisi anche quando vanno a cercare, affamati, il cibo. - prosegue - Dobbiamo mettere fine a questa politica agghiacciante di Netanyahu. Ed è compito anche di chi governa un territorio avere un profilo più alto. Noi non siamo amministratori di condominio. Noi abbiamo il compito di rappresentare la nostra comunità e abbiamo il compito, quotidiano, di rafforzare i valori sui quali la nostra comunità si basa, che sono i valori della Costituzione e della Resistenza. Noi non faremo le cene per festeggiare la marcia su Roma, noi festeggeremo il 25 aprile con la Regione in prima linea”.
Tappa finale a Macerata per la giornata marchigiana dell’On. Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega Salvini Premier, Ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Il leader del Carroccio è arrivato in Piazza Mazzini intorno alle 19:30, accolto da una folta rappresentanza di dirigenti e amministratori locali, con un incontro pubblico presso il gazebo della Lega.
La visita rientra in un tour che ha toccato diverse città della regione, partito al mattino da Pesaro, per poi proseguire verso Fano e Senigallia, fino a concludersi proprio a Macerata, che Salvini ha definito “dulcis in fundo”, ricordando con soddisfazione l’invito ricevuto da tempo dal sindaco Sandro Parcaroli.
Attimi di apprensione si sono vissuti poco prima dell’arrivo del Ministro, quando la consigliera regionale Anna Menghi ha accusato un malore: è stato necessario l’intervento di un’ambulanza e il trasferimento al pronto soccorso, ma la situazione sembra essere sotto controllo.
A fare gli onori di casa insieme al sindaco Sandro Parcaroli, c’erano il segretario regionale della Lega Marche Giorgia Latini, il segretario cittadino e capogruppo consiliare Aldo Alessandrini, il delegato provinciale Mauro Lucentini, il vicepresidente regionale Filippo Saltamartini e numerosi esponenti della Lega a livello comunale e regionale.
Salvini ha parlato con i giornalisti, tracciando un bilancio della giornata e affrontando alcuni temi politici chiave, tra cui le prossime elezioni regionali e il caso giudiziario che coinvolge Matteo Ricci, attuale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche: “Ho passato l’intera giornata senza polemizzare sulle inchieste che riguardano Ricci e il PD. Non voglio vincere per le indagini ai danni degli altri, anzi gli auguro di dimostrare la sua innocenza: le accuse sono pesanti. Ma, a differenza della sinistra che ci condanna ancora prima dei processi, io credo nella presunzione d’innocenza. Noi vinciamo per ciò che abbiamo fatto, non per i problemi degli altri”.
Sui sondaggi e sulla performance del partito, il Ministro ha tagliato corto: “Tutti sbagliano qualcosa. A Macerata mi accontento di essere il primo partito. L’importante è vincere nelle Marche e confermare il buongoverno di Francesco Acquaroli. Ho visto liste aperte, con candidati nuovi. Anna Menghi qui ha fatto un lavoro eccezionale. Ma tutti i nostri candidati corrono per vincere: ciò che conta è il successo della coalizione”.
Parole di stima anche per il sindaco Sandro Parcaroli, che ha però definito affettuasamento 'invecchiato': “Parcaroli candidato per un nuovo mandato? Calma! Facciamogli finire questo mandato, che è già invecchiato di parecchio... È sicuramente uno dei sindaci con cui mi sento più spesso, un valore aggiunto per la città. Sono molto orgoglioso di lui”.
Salvini ha poi ricordato gli investimenti portati sul territorio dal Ministero delle Infrastrutture: “Oggi festeggiamo anche il contributo fisso di 400mila euro che permetterà di sostenere il festival allo Sferisterio. E poi ci sono i fondi per la Val Potenza: decine di milioni di euro per il rilancio infrastrutturale dell’area”.
Non sono mancate alcune contestazioni, isolate e non accese, che hanno richiesto comunque l’intervento dei carabinieri per l’identificazione di alcune persone.
L’incontro si è concluso con selfie di rito con i cittadini e un breve momento conviviale, prima che il Ministro si dirigesse allo Sferisterio per assistere alla rappresentazione del Macbeth.
A confronto con la politica per sollecitare impegni concreti sulle aree interne per il loro sviluppo economico e per incontrare i bisogni reali di chi vuole abitarci. È questa la base del dialogo instaurato con i candidati Presidente per la Regione Marche, Francesco Acquaroli e Matteo Ricci, in visita nei giorni scorsi alla Panatta, nell’ headquarters ad Apiro, nel cuore della provincia di Macerata. Concetti che Angela Tosti Panatta, Presidente dell’azienda marchigiana leader mondiale nel settore della progettazione e realizzazione di attrezzature per il bodybuilding e il fitness, ha a cuore e che applica da sempre nella sua visione di impresa. «Abbiamo dimostrato - commenta Angela Panatta – che, quando si investe nelle aree interne e in politiche di welfare forti e attente, non solo si mettono le basi per una crescita solida nel tempo ma si attirano talenti».
Ricci lo scorso 4 luglio e Acquaroli il 31 hanno visitato lo stabilimento che occupa oltre 220 dipendenti, «sui quali abbiamo investito con benefit e percorsi aziendali di crescita professionali e di soddisfazione personale – aggiunge Angela Tosti Panatta- Tutto questo perché crediamo che l’investimento in risorse umane sia fondamentale per garantire alti standard di qualità e sostenere la nostra espansione aziendale”. Ciò si traduce in livelli retributivi più alti della media nazionale, bonus bebè di 1.000 euro per nato, asilo nido gratuito, palestra aziendale gratuita e una mensa convenzionata dove si mangia con 3 euro, abitazioni ammobiliate in comodato gratuito, prestiti fino a 3 mila euro a tasso zero».
«Come la nostra, tante imprese fanno di tutto per mantenere presidi economici e sociali nelle aree interne più svantaggiate. Tuttavia, tutto questo non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa dei privati – ha sottolineato Angela Tosti Panatta ai due candidati – ma deve essere sostenuto da una politica regionale e nazionale che investa concretamente nelle infrastrutture. Penso alle strade, ma anche – e questo è fondamentale – a una rete elettrica stabile, senza continui sbalzi di tensione, che causano danni significativi ad aziende come la nostra. Questi sono valori che fanno parte del DNA della nostra impresa. Abbiamo intrapreso questo percorso imprenditoriale sei decenni fa, con l’obiettivo di portare il made in Italy – e in particolare il made in Marche – nel mondo.
Oggi la nostra azienda è un player globale nel settore. Chiediamo che anche la politica regionale dimostri fiducia nelle aree interne, sostenendo chi investe e chi ha scelto di viverci.»
Conte rifila una scoppola amichevole a Ricci e mette una pietra tombale al purismo dei Cinquestelle. "Non ci sono ragioni per chiedere al candidato alla presidenza della Regione Marche un passo indietro", ha dichiarato l’avvocato del popolo, per un giorno giudice della sinistra. Tutto previsto.
Ricci ha parlato ai giudici, Conte ha parlato ai suoi e ha detto "go on". Come si poteva pensare che colui che ha messo in ginocchio le casse dello Stato con il 110 – della serie: "tu ristrutturi casa io ti do quello che hai speso più un mancia del 10%" –, dopo aver massacrato l’Italia sotto Covid con il duo Speranza-Arcuri, dei quali si sono (per fortuna) perse le tracce, potesse stoppare Ricci in piena campagna elettorale, l'antesignano del campo largo in quel di Pesaro, città passata in poco tempo da Capitale della Cultura a Capitale degli Affidamenti.
Il giudice Conte oggi ha detto sì. Si vada avanti con Ricci ma ha fatto notare che, se la situazione dovesse precipitare con altre novità giudiziarie a carico dell’esponente del PD, si è sempre in tempo - quelli del movimento multitasking 5 Stelle - a sfilarsi per sbandierare l’orgoglio duro e puro della legalità (sempre a macchia di leopardo, però, vedi i casi Todde in Sardegna, e così via).
Un’occasione mancata per smarcarsi dal partito di una Segretaria ostaggio di Giani (in Toscana), De Luca (Campania) e di Emiliano più Vendola (Puglia), contando i pochi punti percentuali di distanza da quello che ancora si arroga il diritto di essere il partito guida di una sinistra sempre più allo sbando.
Giuseppi non se l’è sentita di far saltare il tavolo, con buona pace dei mal di pancia di molti suoi “duri e puri”, ed ha scelto di passare per il buon alleato che chiude un occhio, senza però essere disposto a chiuderne due.
La sua fiducia in Ricci infatti non è totale: "Se dovessero emergere fatti nuovi – ha detto il foggiano pentastellato - ne trarremmo le dovute conseguenze". Una mossa machiavellica, quella di Conte, a cui si aggiunge un'altra postilla non di poco conto: l'invito a Ricci di adottare misure più rigorose, quali "un protocollo sulla legalità e un codice etico che possa prevenire i conflitti di interesse".
Siamo al limite del ridicolo. Il giurista Conte, sull'onda mediatica di Affidopoli, riscrive la nuova legislazione degli appalti, come se non bastasse l'Anac – Autorità Nazionale Anticorruzione -, il Codice Appalti da pochi mesi in vigore, il Mepa – Mercato della Pubblica Amministrazione - e l’attività di tutte le società che registrano il rating reputazionale delle imprese e dei fornitori della Pubblica Amministrazione.
La legalità parallela dell’avatar Conte sembra più un avvertimento al suo alleato del Pd piuttosto che una cosa seria, tipo “questione morale”. D’altronde, quando sono in ballo “cose di sinistra”, parliamo di bazzecole, quisquilie e pinzillacchere.
È ufficiale la candidatura di Barbara Antolini al Consiglio Regionale delle Marche per Forza Italia. Avvocato, consigliera comunale a Macerata, attiva da anni nel territorio con impegno istituzionale e passione civile, Antolini afferma: "Per me la politica è, prima di tutto, servizio. Credo nel valore delle istituzioni come luogo di ascolto e risposte concrete. E credo che, oggi più che mai, ci sia bisogno di competenza, coerenza e radicamento nei territori".
Dal 2020 Barbara Antolini è impegnata nel consiglio comunale di Macerata, dove ricopre il ruolo di Presidente della Commissione Servizi Sociali, Cultura e Istruzione. Parallelamente, svolge la professione di avvocato ed è punto di riferimento per Forza Italia a livello locale: è coordinatrice cittadina del partito e, dal 2024, anche coordinatrice dei Comuni della provincia per Azzurro Donna, il movimento femminile di Forza Italia.
"Mi candido al Consiglio Regionale - prosegue - per portare la voce dei territori interni, troppo spesso dimenticati. Per rappresentare l’esperienza concreta dell’amministrazione locale. Per continuare a difendere la legalità, i diritti, la famiglia, le imprese, i giovani. Per una Regione più giusta, moderna e vicina ai cittadini".
"È una scelta che nasce dall'ascolto e dal desiderio di costruire, insieme, il futuro delle Marche. Con competenza, serietà e passione. Una donna, un impegno, un futuro", conclude Antolini.
Con una nota stampa Forza Italia e Lega Tolentino denunciano la situazione zanzare: "A Tolentino la situazione legata alla presenza massiccia di zanzare sta diventando insostenibile. Da settimane ormai cittadini, famiglie, attività commerciali e turisti lamentano disagi continui, punture frequenti e un generale senso di abbandono rispetto a un problema che, nei mesi estivi, si ripresenta puntuale e sempre più invasivo".
"Come rappresentanti locali di Forza Italia e Lega, riteniamo doveroso farci portavoce del malcontento crescente - sottolineano Roberto Scorcella (Forza Italia) e Giovanni Gabrielli (Lega) -, che sta montando anche sui social e nei quartieri più popolosi della città. Il disagio è reale, concreto, quotidiano. E se da un lato riconosciamo l’impegno dell'amministrazione comunale, che ha avviato trattamenti larvicidi e distribuito materiale informativo per la prevenzione, dall’altro dobbiamo constatare che tutto ciò non è minimamente sufficiente a risolvere il problema".
"La campagna larvicida nei tombini e nelle caditoie, avviata ad aprile, e il monitoraggio tramite ovitrappole possono anche rappresentare una strategia scientificamente corretta, ma i risultati sul campo sono del tutto insoddisfacenti - si legge ancora nella nota -. Tolentino continua a essere invasa dalle zanzare. I cittadini vogliono risposte immediate, non solo brochure o inviti a rimuovere l’acqua stagnante nei vasi da fiori".
"È per questo che chiediamo con forza all’Amministrazione comunale, e in particolare al sindaco Mauro Sclavi, un deciso cambio di passo - pungono Scorcella e Gabrielli -. Serve tornare agli interventi "di una volta", con trattamenti adulticidi mirati, efficaci, visibili e regolari, specialmente durante i mesi più caldi e nelle aree a maggiore densità abitativa. Disinfestazioni notturne, mezzi comunali nei quartieri, attenzione ai parchi, alle scuole, alle zone commerciali: questa è la risposta che Tolentino si aspetta".
"Quando, nell’ottobre 2024, si è verificato un caso di Dengue, l’Amministrazione ha saputo intervenire prontamente con disinfestazioni estese anche su suolo privato. Segno che, se si vuole, si può fare. Perché oggi invece si scelga di agire solo con strumenti blandi e poco efficaci, non ci è chiaro. Ma se l'obiettivo è davvero tutelare la salute e la vivibilità urbana, bisogna agire ora. Tolentino non può essere ostaggio delle zanzare ogni estate. È ora che il Comune faccia la sua parte con determinazione e senza indugi", concludono Scorcella e Gabrielli.
Tolentino – Il Comune di Tolentino ha deciso di dire basta ai bivacchi e agli accampamenti abusivi nelle aree pubbliche. Con un’ordinanza firmata dal sindaco Mauro Sclavi e già entrata in vigore, l'amministrazione comunale introduce una serie di divieti tesi a contrastare fenomeni di degrado urbano sempre più frequenti negli ultimi mesi.
Il provvedimento, valido fino al 31 dicembre 2025 (salvo proroghe o revoche legate al superamento delle condizioni di allarme), mira a preservare il decoro, la sicurezza e la vivibilità degli spazi cittadini. Nel mirino del Comune ci sono in particolare le occupazioni improprie di parchi, marciapiedi, aree verdi e spazi monumentali, trasformati in bivacchi mediante tende, sacchi a pelo, coperte, oggetti vari e addirittura fuochi accesi liberamente.
Secondo quanto riferito dal comunicato ufficiale dell’Amministrazione, questi comportamenti non solo contrastano con l’immagine e la fruibilità della città, ma generano anche "una diffusa percezione di insicurezza tra residenti, esercenti e turisti", oltre a provocare danni ambientali e spese straordinarie per la pulizia e la riqualificazione urbana.
L’ordinanza vieta su tutto il territorio comunale il campeggio, bivacco e accampamento in spazi pubblici o aperti al pubblico mediante tende, coperture, costruzioni varie, sacchi a pelo, coperte e simili. È vietato anche il posizionamento di oggetti, attrezzature o veicoli che occupano spazi esterni alla propria sagoma.
Viene inoltre imposto il divieto di accensione di fuochi a fiamma libera, così come quello di abbandonare avanzi di cibo, bevande o rifiuti. Non sarà più tollerato l’uso improprio degli arredi urbani, come panchine utilizzate per dormire o fontane pubbliche adibite all’igiene personale.
Il provvedimento prevede anche il divieto di permanenza prolungata e non giustificata in spazi pubblici, se tale comportamento comporta un pregiudizio al decoro urbano e alla sicurezza pubblica. Sono inoltre vietati l’imbrattamento e il danneggiamento di beni pubblici o privati con scritte, disegni o altri segni.
L’inosservanza dei divieti sarà punita con sanzioni amministrative da 25 a 500 euro. Alla contestazione dell’infrazione, i trasgressori saranno tenuti a cessare immediatamente il comportamento illecito e, se possibile, a ripristinare i luoghi danneggiati a proprie spese. È previsto anche il sequestro cautelare e la confisca dei mezzi utilizzati per commettere la violazione.
Il Comune ha incaricato le forze dell'ordine e la polizia locale di vigilare sull’attuazione dell’ordinanza. Gli uffici comunali, inoltre, potranno agire legalmente per ottenere il risarcimento dei danni provocati al patrimonio pubblico, e nei casi più gravi potranno presentare querela nei confronti dei responsabili.
L’ordinanza arriva in risposta a una serie di episodi recenti che, secondo il Comune, hanno messo in evidenza la mancanza di strumenti normativi adeguati per contrastare il degrado legato all’uso improprio degli spazi pubblici.
Con questa iniziativa, l’Amministrazione comunale punta a riaffermare la centralità della legalità, del rispetto degli spazi comuni e della qualità della vita urbana: "La città è un bene di tutti e come tale va rispettata. Non possiamo permettere che comportamenti fuori controllo compromettano il decoro e la sicurezza dei nostri spazi pubblici", ha dichiarato il sindaco.
Cresce la tensione politica a Macerata sulla questione della discarica provinciale, tema ormai da anni al centro del dibattito e ancora lontano da una soluzione concreta. A sollevare con forza il problema sono le forze di opposizione, che accusano l’attuale amministrazione di immobilismo, scelte opache e mancanza di visione. La critica è condivisa da Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico, che con due comunicati separati denunciano il caos amministrativo e i rischi che i cittadini maceratesi potrebbero subire in termini di costi e qualità della vita.
Secondo AVS Macerata, «sulla discarica provinciale da ben 5 anni ormai stiamo aspettando che la politica faccia una scelta definitiva, ma come oramai è palese a tutti, i continui rinvii, le non decisioni, il mancato coraggio di scegliere e la totale assenza di una visione organica del territorio hanno portato a una vicenda tragicomica. Una situazione che ha solo fatto crescere il malcontento generale e provocato un aumento significativo della TARI». AVS ricorda come nel 2020 fossero stati individuati 84 siti idonei, poi ridotti a 70, risaliti a 84, scesi a 35 e infine agli attuali 23. «Dopo 5 anni siamo ancora fermi a 23 siti. È stata stilata una graduatoria tecnica che vede al primo posto Macerata, ma è evidente che la scelta definitiva, quando sarà fatta, non seguirà logiche tecniche ma interessi politici».
Critiche anche alla narrazione sull’inceneritore: «Non eviterà affatto la discarica, ci vorranno anni per costruirlo e, come spiegato più volte, non elimina le discariche ma ne crea tre: in aria, in acqua e a terra. La vera soluzione sta nel riciclo, nella riduzione dei rifiuti e nel riuso. Con le tecnologie attuali si può recuperare fino al 90% dei materiali, mentre l’attuale sistema ne porta in discarica circa il 50%». AVS conclude augurandosi un cambio di rotta a partire dalle prossime elezioni regionali.
Non meno dura la presa di posizione del Partito Democratico di Macerata, che attacca direttamente il sindaco Sandro Parcaroli, anche presidente della Provincia. «Dopo cantieri infiniti, strade intasate, parchi chiusi e verde pubblico trascurato, ora rischiamo anche di ritrovarci la discarica. Parcaroli dimostra di non governare né la sua maggioranza né i rapporti con gli altri sindaci del territorio». Il PD accusa l’amministrazione di destra di aver cestinato anni di lavoro sul sito della discarica, perdendo tempo prezioso e portando Macerata al centro di una situazione pericolosa: «Abbiamo buttato via tutto per boria e arroganza, e ora la città è lo zimbello della provincia».
Nel comunicato si citano anche altre emergenze: l’ospedale ancora fermo, la gestione del servizio idrico a rischio privatizzazione, e ora la possibilità concreta che la discarica venga collocata proprio a Macerata, nonostante – sottolineano i democratici – «i cittadini abbiano già dato in passato».
Il candidato presidente del centrosinistra alle Marche, Matteo Ricci, ha voluto esprimere il suo apprezzamento per il sostegno espresso da Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, in un momento delicato della campagna elettorale.
«Ho molto apprezzato le parole di Conte sulle Marche e concordo con lui nel rafforzare in Regione i presidi di legalità, di trasparenza e di controllo su affidamenti diretti, nomine e consulenze — ha dichiarato Ricci —. Ringrazio il Movimento 5 Stelle per la fiducia. Ora riprendiamo la campagna elettorale e cambiamo le Marche insieme».
Il sostegno di Conte è arrivato con una conferenza stampa tenuta nella sede del M5S a Roma, in cui il leader pentastellato ha chiarito la posizione del suo movimento riguardo alle recenti indagini che coinvolgono Ricci. «Non ci sono condizioni per chiedere un passo indietro a Ricci», ha affermato Conte, sottolineando che «chiedergli un passo indietro sarebbe un brutto precedente, sarebbe fare di tutta l’erba un fascio».
Conte ha rivendicato l’onestà come valore fondante del Movimento 5 Stelle, ricordando i principi di etica pubblica e legalità che ispirano il suo partito. Dopo aver esaminato attentamente le carte e le risposte fornite dall’ex sindaco di Pesaro durante l'interrogatorio durato cinque ore (LEGGI QUI), il leader M5S ha affermato che non sono emersi elementi rilevanti a carico del candidato del centrosinistra.
«Abbiamo apprezzato che Ricci non ha ceduto alla tentazione di accusare una “giustizia a orologeria” e che non si è avvalso della facoltà di non rispondere, che pure è legittima per qualsiasi indagato», ha spiegato Conte. «Noi riteniamo che questa facoltà spetti a tutti, ma chi ha un incarico pubblico deve anteporre la massima trasparenza. Lasciamo che la Procura di Pesaro faccia il suo corso».
Da questa valutazione nasce quindi la decisione del Movimento 5 Stelle di non ritirare il sostegno a Ricci nella coalizione di centrosinistra. Conte, tuttavia, ha aggiunto una postilla: «Se dovessero emergere fatti nuovi, ne trarremmo le dovute conseguenze».
Il leader pentastellato ha anche annunciato che il M5S chiederà a Ricci l’adozione di misure più rigorose, quali «un protocollo sulla legalità» e «un codice etico che possa prevenire i conflitti di interesse». Nelle Marche, dunque, Conte ha scelto una linea garantista ma ferma, ribadendo la necessità di trasparenza e rigore morale, pur confermando la fiducia nel candidato del centrosinistra.
"Lunedì 4 agosto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, sarà nelle Marche. Un momento istituzionale per confrontarci sui progetti di sviluppo per la nostra regione". Lo annuncia sui social il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
L'evento, aperto ma ad invito, si svolgerà ad Ancona, alla Mole Vanvitelliana, alle 10.30, e sarà, secondo quanto si è potuto apprendere, un'occasione per trattare temi riguardanti lo sviluppo regionale, tra infrastrutture, cantieri, alta velocità, porto e altre questioni.
MONTE SAN GIUSTO – Gigliola Bordoni annuncia la candidatura come consigliere regionale nella lista civica “I Marchigiani per Acquaroli”, esprimendo un forte desiderio di contribuire al bene del paese.
“Una decisione che nasce dall’ascolto e dall’esperienza sul territorio, a contatto con i cittadini, con l’obiettivo di restituire voce a Monte San Giusto in Regione – dice Gigliola Bordoni –. Intendo la politica come servizio per la comunità. Per il dialogo e per i ponti costruiti. Anche quando le opinioni divergono, ma contribuiscono a stimolare un confronto serio. Una politica che non strilla e promette, ma lavora pancia a terra per traguardi possibili. Che crea occasioni di partecipazione e affonda le radici nel civismo, il civismo vero. Cui non ho mai rinunciato. E sarà così anche stavolta, nel progetto cui ho aderito con entusiasmo. Non corrisponde infatti al vero la ricostruzione per la quale la mia candidatura sarebbe figlia di un risentimento dopo la chiusura di un certo percorso amministrativo. Tutt’altro. Al contrario è quell’opportunità che manca da troppo tempo a piccoli borghi come il nostro per ritrovare rappresentanza. Basta campanilismi, non servono approcci ideologici. Serve proseguire con pragmatismo, in continuità con il lavoro svolto dal presidente Francesco Acquaroli e la sua squadra, affrontando le sfide aperte e completando le opere avviate. Ci metto la faccia nella lista civica ‘I Marchigiani per Acquaroli’, composta da amministratori locali, professionisti, civici e rappresentanti del terzo settore. Una ‘casa’ ideale dove ripartire. Mi impegno per un territorio che torna protagonista”.
Le priorità per Bordoni: “La rete di sostegno sociale per famiglie in difficoltà e cittadini fragili; la promozione dei diritti fondamentali, con attenzione all’inclusione, alla libertà e alla protezione degli individui; la valorizzazione del territorio, sostenendo imprese locali, agricoltura, turismo e attività commerciali; il recupero del patrimonio immobiliare esistente per affrontare la crisi abitativa; la difesa della sanità pubblica con servizi efficienti, di prossimità e qualità; gli investimenti per i giovani, nella formazione e nelle opportunità di lavoro; la tutela dell’ambiente con scelte responsabili e sostenibili; una politica trasparente e partecipata, vicina ai cittadini”.
MACERATA – È prevista per venerdì 1° agosto la visita a Macerata dell’On. Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega Salvini Premier, Ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Il leader del partito sarà presente alle ore 19.00 in Piazza Mazzini, presso il gazebo della Lega, per un incontro pubblico al quale prenderanno parte i rappresentanti comunali, provinciali e regionali della Lega Marche, unitamente agli eletti e ai candidati in vista delle prossime elezioni regionali.
Successivamente, l’On. Salvini si recherà presso l’Arena Sferisterio, dove assisterà alla rappresentazione del Macbeth di Giuseppe Verdi. L’appuntamento rientra nella serata intitolata “Territorio e Comunità”, alla quale prenderanno parte anche i 55 sindaci della provincia di Macerata, a testimonianza della coesione istituzionale e dell’attenzione al patrimonio culturale del territorio.
«La presenza del Segretario Federale On. Matteo Salvini rappresenta per la Sezione Comunale di Macerata motivo di grande orgoglio – dichiara l’Avv. Aldo Alessandrini, Segretario cittadino e Capogruppo consiliare della Lega –. La sua partecipazione alla serata allo Sferisterio conferma l’impegno concreto che il partito riserva alla valorizzazione della storica Arena, sostenuta anche grazie all’intervento dell’On. Giorgia Latini, attraverso un rilevante contributo ministeriale annuale».
Non solo Macerata. Matteo Salvini, sarà nelle Marche venerdì 1° agosto per una giornata ricca di appuntamenti istituzionali, culturali e di dialogo con il territorio. La giornata del Ministro inizierà a Pesaro, con una colazione di lavoro alle 13:00 a Palazzo Ciacchi, insieme a una delegazione ristretta di Confindustria e ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Abruzzo e Puglia. A seguire, alle 14:15, sempre nella stessa sede, Salvini parteciperà a un dibattito pubblico con Aldo Isi, Commissario straordinario per l’alta velocità, dedicato al potenziamento della rete ferroviaria adriatica.
Nel pomeriggio, tappa a Fano alle 15:30, dove il Ministro sarà ospite della tradizionale Festa del Mare, portando il suo saluto agli operatori della pesca e partecipando alla degustazione della tipica “Moretta”.
Alle 17:00 sarà a Senigallia per visitare il Summer Jamboree, il celebre festival dedicato alla cultura americana degli anni '40 e '50.
Il tour marchigiano si concluderà in serata proprio a Macerata, dove dopo l'incontro in piazza, Salvini assisterà alle 21:00 allo Sferisterio alla rappresentazione del “Macbeth” di Giuseppe Verdi, uno degli appuntamenti di punta del Macerata Opera Festival 2025.
«Questa serata rappresenta un momento importante per Macerata e per lo Sferisterio – afferma l'on. Giorgia Latini, segretario regionale Lega Marche -. È anche il frutto di un lavoro che abbiamo portato avanti nei mesi scorsi con l’approvazione, a mia prima firma, della proposta di legge che garantisce un contributo annuo di 400 mila euro all’Associazione Arena Sferisterio. Una misura strutturale pensata per sostenere stabilmente la programmazione artistica e salvaguardare un’eccellenza culturale che rappresenta un patrimonio identitario. Mi fa particolarmente piacere che il Vicepremier Matteo Salvini sia presente proprio in questa occasione, alla quale parteciperanno anche i sindaci della Provincia».