Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione del conigliere regionale della Lega Anna Menghi in merito all'ospedale di Macerata.
“Non ho voluto nutrire la polemica sollevata dal Pd all’indomani della conferenza stampa che si è svolta sabato scorso, presso la sede del palazzo municipale, a Macerata, per fare il punto sulla questione del nuovo ospedale, tema già affrontato nel corso dell’ultima campagna elettorale e tornato alla ribalta in queste settimane di grande preoccupazione per la pandemia in atto. Non sono intervenuta, nonostante le numerose richieste, anche da parte dei giornalisti, perché credo che questo non sia il tempo dei conflitti, bensì di una ritrovata pace tra le forze politiche, visto che in ballo c’è il futuro di un Paese che dobbiamo ricostruire, da tutti i punti di vista. Ho ritenuto che farlo avrebbe alimentato quel bisogno, anche un po’ narcisistico se vogliamo, di visibilità e attenzioni da parte di chi, abituato ad averne in abbondanza negli oltre vent’anni di governo della sinistra a Macerata e nelle Marche, non è stato mai disposto, fin dall’inizio di questa nuova legislatura, ad accettare la sconfitta e a farsi da parte, dando vita, semmai, ad un’opposizione onesta e costruttiva, per il bene dei territori amministrati.
Quando però la polemica è andata oltre il limite della decenza politica, ho risposto positivamente all’invito di dire la mia, considerandola un’occasione di chiarimento ad ampio raggio.
L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, con il quale sono in contatto giornaliero, ha già avuto modo di chiarire che l’ospedale nuovo a Macerata si farà. Non si tratta di un vezzo estetico, ma della necessità di dotare il capoluogo maceratese di un nosocomio all’altezza delle sue risorse umane eccellenti, medici e infermieri che da anni (troppi) attendono spazi e mezzi adeguati per svolgere al meglio il proprio lavoro e che invece hanno operato fino ad oggi in strutture vecchie e fatiscenti, con strumentazioni non sempre in grado di garantire alti standard nella cura dei malati.
Tale concetto, ribadito dal Sindaco Sandro Parcaroli in più occasioni, non è in discussione e mi stupisco di come qualcuno abbia tentato di mistificare, tirando in ballo fatti mai accaduti e definendo chi se ne sta occupando un illusionista, capace di ingenerare confusione nei cittadini o, cito testualmente, di cancellarne i diritti a vedersi realizzato quanto invece promesso (solo promesso purtroppo) dalla sinistra in questi ultimi anni.
Per chi come me è abituato a non fare di certi temi un motivo di propaganda, la verità dei fatti conta più di tante parole e i fatti dicono come stanno le cose, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Se domani Saltamartini andasse al Ministero per firmare l’accordo, come ha raccomandato oggi l’ex Governatore Ceriscioli in un’intervista, non partirebbero i lavori per 230 milioni come ha detto, in quanto tale accordo non esiste. E questo non lo dico io, ma gli organismi preposti per il controllo, gli stessi che il PD ha nominato e voluto, i quali, a proposito della procedura di project financing, fanno sapere che, una volta fatta la proposta, tale procedura, avrebbe dovuto essere approvata dall’Amministrazione, la quale invece, su tale atto, non si è mai espressa. Tale circostanza, facilmente documentabile, avrebbe avviato, in caso di approvazione, la procedura di gara, fatto quest’ultimo che non è mai avvenuto. E non è tutto.
L’ex Governatore Ceriscioli fa sapere per mezzo stampa che la proposta di project financing è stata anzitempo mandata all’Anac, perché ne approvasse il contenuto, ma anche questo non risulta agli atti. Ad oggi la proposta è stata unicamente presentata al DIPE, dipartimento della presidenza del Consiglio dei Ministri per la programmazione e il coordinamento della politica economica, per un parere consultivo, ricevendone, peraltro, una serie di indicazioni di miglioramento, a riprova della fase embrionale in cui ancora si trova il progetto decantato da chi in questi giorni, sui giornali non fa che sparare a zero contro tutti.
Dico anche che, a casa mia, quando vuoi costruire un edificio, devi prima avere un terreno disponibile su cui farlo. Al momento non c’è neppure l’accordo con i privati per quello che era stato individuato come unico e disponibile all’edificazione di un polo ospedaliero più ampio di quello attuale. Dire il contrario è una menzogna facilmente verificabile, perché chi fa politica sa (lo sanno pure i cittadini per fortuna) che la pubblica amministrazione parla attraverso i suoi atti, si esprime attraverso i percorsi cui i suoi tecnici danno vita e noi del centro-destra su quelli siamo sempre disposti e pronti a confrontarci, anche pubblicamente, in modo leale.
Tutto il resto è mera propaganda politica, cavalcata, lo ripeto, da chi non è disposto a riconoscere il valore dell’avversario. E mi dispiace che i cittadini, già provati da un anno di pandemia e dalla crisi economica più grave della storia, debbano assistere alla dispersione di energie preziose che dovrebbero invece essere impiegate nella soluzione ai gravi problemi del Paese.
Il centro destra ha sempre espresso chiaramente, anche in campagna elettorale, di non approvare la visione ospedale-centrica della sinistra, ma di puntare a creare, rafforzandola, una sanità territoriale di qualità, capace di offrire a tutti servizi altrimenti lontani. Tale formula, già applicata in alcune regioni con successo, avrebbe garantito in questo anno dominato dal Covid19 un maggior controllo dei territori. Va da sé che l’attuale organizzazione della sanità regionale, così come voluta dai precedenti governi della sinistra, non sia adeguata a rispondere ai reali bisogni della gente. E questo non lo dice Anna Menghi, lo dicono i dati che arrivano ogni giorno sul fronte dei ricoverati in terapia intensiva e dei morti, ahimè troppi per un Paese che si considera tra i più progrediti al mondo.
C’è ancora chi strumentalizza chi non ce l’ha fatta, mentre onorarne la memoria significherebbe occuparsi seriamente di riformare una sanità che, così come è oggi concepita, non è assolutamente all’altezza di questa come di altre emergenze.
Contrariamente a quanto dichiarato da Romano Carancini in merito ad un mio presunto disinteresse verso il territorio dell’Area vasta 3, voglio dunque ricordare che sono anni che lotto per veder realizzati progetti di qualità in campo sanitario, non foss’altro perché sono una dipendente dell’azienda ospedaliera regionale da oltre vent’anni e nessuno più di me sa in quali condizioni si sono spesso trovati a lavorare gli operatori sanitari, che oggi, in tempi di Covid, tutti applaudono e ringraziano.
Io li applaudivo anche quando in Consiglio Comunale, a Macerata, facevo opposizione alle manovre vuote di una sinistra che prometteva cose irrealizzabili e li ringraziavo anche quando li vedevo fare il meglio che potevano in strutture vecchie e mal dotate di strumentazione all’altezza di una sanità evoluta.
Anche in questa occasione la sinistra ha voluto anteporre i propri interessi a quelli dei cittadini. In un momento che definire epico è poco, in cui tutti siamo chiamati ad unire le forze per il bene comune, certe polemiche non sono solo sterili e dannose, ma rischiano di alimentare quell’avversione verso la politica che è legittimamente manifestata dai cittadini nelle piazze di tutta Italia.
Il Covid deve averci insegnato almeno una cosa, che il futuro non può essere pianificato con le stesse logiche del passato. Per questo, quando si parla di nuove strutture per la sanità, è necessario considerare le nuove esigenze organizzativo-funzionali di cui un ospedale di primo livello avrà bisogno per essere all’altezza delle sfide che la scienza sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni. Per questo sono orgogliosa di far parte di un centro destra che, in questa regione come nel resto d’Italia, sta lottando tenacemente per far emergere il meglio che il Paese può ancora esprimere".
Dopo il consiglio dell’Unione Montana “Marca di Camerino” tenutosi lunedì scorso nel garage della Contram SpA, il presidente dell’ente, Alessandro Gentilucci, ha voluto chiarire, atti alla mano e in modo inequivocabile, a chi imputare i ritardi della permanenza della compagnia Carabinieri di Camerino nei container ricevendo il consenso unanime dei sindaci per il fatto che "non si può fare più di quanto sin qui concesso all’Agenzia del Demanio".
Non solo, Gentilucci ha voluto rimarcare la differenza "tra come lo Stato si comporti con i cittadini del territorio camerte e come si comporti con i cittadini di Macerata".
La vicenda è quella legata all’immobile sito in via Varano - zona Vallicelle - a Camerino, di proprietà dell’Unione Montana, in cui è previsto l’insediamento della nuova caserma della compagnia Carabinieri.
“Nella originaria comunicazione avuta con la Legione Carabinieri Marche Comando di Macerata si parla della necessità di individuare una soluzione temporanea per ospitare la compagnia di Camerino, e di locazione da riconoscere all’Unione Montana per l’utilizzo dell’immobile di sua proprietà - spiega Gentilucci -. Quindi due temi: temporaneità e locazione. Tale opzione è stata accettata dall’ente, e questo a marzo 2018. Dopo di che la locazione, nel dicembre 2018, si è trasformata, per volontà dell’Agenzia del Demanio, in diritto di superficie per 60 anni. Ed anche questa opzione è stata accettata dall’Unione Montana".
"Con l’unanimità dei sindaci viene approvata, nel novembre 2019, una delibera di “donazione dell’immobile” ma, fino alla metà del 2020, l’Agenzia del Demanio non la sottoscrive perché non autorizzata alla firma - aggiunge il presidente dell'Unione Montana -. Il 22 giugno 2020 viene firmato un protocollo d’intesa dal presidente dell’Unione, dal sindaco di Camerino e dai referenti del comando Carabinieri e dell’Agenzia del Demanio, con allegata planimetria dell’immobile da cedere. Ma a luglio 2020 l’Agenzia del Demanio modifica l’atto richiedendo tutta l’area intorno all’immobile ed anche l’autorimessa, con diritto di superficie. L’Unione si è resa nuovamente disponibile concedendo la sola autorimessa in comodato d’uso gratuito mentre l’area restante con diritto di superficie. L’Agenzia del Demanio ha chiesto però che i costi notarili, pari a 3.000 euro, oltre ai costi di frazionamento fossero a carico dell’Unione, e quindi dei cittadini dell’area montana. Ed anche questo è stato accettato".
"Nell’ottobre 2020 tutti i sindaci, all’unanimità, hanno richiesto, ponendo una condizione risolutiva della concessione, che il Demanio garantisse l’agibilità dell’immobile attraverso il certificato antincendi - prosegue Gentilucci -. Questa clausola non è stata accettata per cui lunedì il consiglio dovrà discutere del progetto dell’impianto antiincendio e del riparto delle spese per i suddetti lavori, ossia di come farsi carico di ulteriori 30.000 euro, questo il costo previsto, che non ci sarebbe stato se non si fosse deciso di donare. Fermo restando l’importanza del ruolo della compagnia Carabinieri per la sicurezza ed il controllo del territorio e la volontà di trovare una soluzione condivisa, non possiamo non riscontrare come in altro contesto si sia seguito un percorso totalmente diverso: a Macerata sono stati stanziati dallo Stato 6,1 milioni di euro per l’adeguamento sismico dell’edificio di proprietà della Provincia che ospita il comando Carabinieri, immobile su cui lo Stato continuerà anche a pagare l’affitto alla stessa Provincia. A Camerino invece l’Unione Montana non solo concede gratuitamente l’immobile allo Stato, ma si fa persino carico dei costi della donazione, del frazionamento e di quelli dell’impianto antincendio".
"Da un lato, dunque, lo Stato paga la totale ristrutturazione di un immobile e paga l’affitto, dall’altro, nel caso specifico l’Agenzia del Demanio, acquisisce l’immobile gratuitamente e fa ricadere i costi dell’operazione sui cittadini devastati dagli eventi sismici. Voglio ringraziare il Prefetto per la disponibilità sempre dimostrata e anche sottolineare che l’Unione ha agito in modo collaborativo e leale, cercando di valutare il miglior percorso per garantire la presenza della compagnia Carabinieri insieme ai tanti uffici ospitati nell’immobile di Vallicelle che, ricordo, sono Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Servizi Sociali ATS 18, Unione Montana, Istituto scolastico comprensivo Ugo Betti, Servizio Agroalimentare Regione Marche distretto di Camerino, Fondazione Perlingeri e diversi altri. Era necessario ristabilire un punto di verità per evitare ricostruzioni pretestuose che non rendono onore al lavoro svolto per tutelare gli interessi e la dignità delle comunità amministrate” conclude Gentilucci.
"La direzione di Area Vasta 3 della provincia di Macerata, nella giornata del 13 aprile scorso, ha pubblicato un avviso di mobilità interna per il reclutamento di 8 dirigenti medici di discipline varie: Cardiologia, Chirurgia generale, Anestesia e Rianimazione, Pediatria, Psichiatria, da destinare alla copertura dei posti negli ospedali di Macerata e Civitanova Marche. L’avviso di mobilità interna, nell’escludere il nosocomio camerte dalla possibilità di essere destinatario di personale dirigente medico, è rivelatore di quali siano i veri intendimenti della politica regionale in materia di sanità, avviata dal centrosinistra prima e perseguita ora dal centrodestra".
È quanto afferma, in tono fortemente polemico, il sindaco di Camerino Sandro Sborgia.
"Appare, infatti, sempre più chiara la volontà di continuare in quel processo di lento e silenzioso svuotamento dei servizi sanitari dell’entroterra avviato nel 2015, implementato nel 2017 in conseguenza degli eventi sismici e che oggi subisce un ulteriore accelerazione sotto la copertura degli effetti dovuti all’emergenza pandemica" ha tuonato il primo cittadino camerte.
"Il provvedimento amministrativo diramato dall’azienda sanitaria smentisce clamorosamente le promesse e rassicurazioni circa il paventato rischio chiusura o ridimensionamento fatte dall’assessore Saltamartini, insieme ai consiglieri regionali Pasqui e Marinelli, proferite nel corso dell’ultimo incontro di qualche mese fa, tenuto presso il Lanciano forum - attacca Sborgia -. Al contempo, nel sollevare il velo delle ambiguità sul disinteresse per l’ospedale camerte, offende l’intelligenza dei tanti cittadini della città ducale".
"Sappiano comunque che l’amministrazione comunale di Camerino e le altre comunità camerti sinceramente legate al nostro presidio ospedaliero, non assisteranno passivamente allo smantellamento del presidio ospedaliero di Camerino - conclude Sborgia -. La carta costituzionale riconosce ai cittadini della montagna lo stesso diritto alle cure garantite a coloro che abitano in territori meno disagiati. Nel rispetto delle condizioni imposte dalla emergenza pandemica chiameremo a raccolta i cittadini dell’entroterra e avvieremo tutti insieme ogni legittima iniziativa per contrastare la realizzazione di questo scellerato disegno".
"Sono 350.948 le persone che si sono prenotate per essere vaccinate. E 279.061 cittadini che hanno ricevuto la prima dose, su un milione e 200.000 marchigiani da vaccinare". Lo annuncia l'assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini.
"In questa settimana dovremmo chiudere la vaccinazione della platea degli over 80 che si erano prenotati nei punti vaccinali, mentre a livello domiciliare ne mancano 3.000 circa" ha aggiunto l'assessore "Lunedì si apre lo slot delle poste per la prenotazione (e dopo qualche giorno con la vaccinazione) per i familiari o caregiver delle persone disabili. Sono 99.000 ma nel frattempo 1.600 hanno ricevuto il vaccino in vari Ospedali, allorquando hanno accompagnato i loro familiari o assistiti".
"Anche la categoria dei disabili marcia speditamente. Sono 140.000 e il piano prevede un’accellerazione per chiudere entro la fine del mese - puntualizza Saltamartini -. La vaccinazione della categoria 60-70, composta da circa 200.000 persone, verrà vaccinata all’inizio di maggio. I sieri di aprile, circa 210.000 non coprono le fasce di età di cui sopra".
"E’ per questo che lo slot, già pronto a cura di Poste italiane, partirà in prossimità dell’effettiva vaccinazione. I rifornimenti, per il momento, sono regolari anche se il piano degli arrivi per maggio e giugno ancora non è stato comunicato. Si dovrebbe trattare di un rifornimento massiccio di 600-700.000 dosi" ha concluso Saltamartini.
"È stato detto tutto e il contrario di tutto sull'ospedale, ma resta un fatto: l’incomprensibile strategia politica della Regione Marche, e a ruota, la mancanza di chiarezza dell’amministrazione guidata dal sindaco Sandro Parcaroli".
È quanto dichiara David Miliozzi, capogruppo in consiglio comunale della lista "Macerata Insieme" in merito al nuovo ospedale che dovrà sorgere a Macerata.
"La procedura proposta dall'assessore Saltamartini è una procedura lunghissima che certamente avrà delle difficoltà applicative evidenti. Tra l'altro i soldi per una procedura del genere non ci sono. La giunta Acquaroli ha impiegato 7 mesi per dirci che si cambiava progetto per l'ospedale di 1 livello" spiega Miliozzi, che aggiunge "Ora il tema politico è un altro: Parcaroli ha capito che le liste politiche che lo appoggiano a Macerata hanno già scelto di declassare il nostro ospedale? L'assordante silenzio della Lega e di Fratelli di Italia di Macerata è molto significativo. Il sindaco tragga su questo le sue considerazioni politiche".
"Macerata Insieme nasce per cambiare la politica degli annunci. Lo abbiamo fatto nei confronti della passata amministrazione e lo faremo con la stessa determinazione con questa giunta" annuncia in conclusione Miliozzi, facendosi portavoce della sua lista.
"Con un post notturno l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini sembra essersi rimangiato tutto quello che aveva pomposamente dichiarato nella conferenza stampa di sabato scorso a Macerata (leggi qui) e soprattutto ha preso l’impegno politico ed amministrativo di costruire a Macerata, nell’Area Vasta 3 (ma anche in tutte le altre Aree Vaste della regione Marche), un nuovo ospedale di 1° livello".
Lo scrive in una nota pubblicata sul proprio profilo Facebook il consigliere regionale del Partito Democratico, Romano Carancini.
Secondo l'ex sindaco di Macerata, l'assessore alla sanità utilizza il DEA "per fare con i cittadini il gioco politico delle 3 carte (qui c’è, qui non c’è, poi c’è ancora e poi non c’è più) e alla fine prendersi gioco di tutti (in gergo popolare si utilizzerebbe un’altra espressione molto più efficace)".
"Il DEA, acronimo di Dipartimento Emergenza Accettazione, non c’entra nulla con la classificazione, per livelli di complessità di cura, degli ospedali di base, 1° livello e 2° livello, come stabilito dall’oramai famoso decreto Balduzzi (DM 70/215) - puntualizza Carancini -. Ribadisco non c’entra nulla e questo ennesimo tentativo di far credere cose non vere dimostra quanto il titolo di illusionista (anche bravo: si veda a tal proposito la definizione nel dizionario) gli si addica perfettamente".
"Il DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) altro non è che un’aggregazione funzionale di Unità Operative (quelli che una volta si chiamavano reparti) che, in ambito ospedaliero, mantengono la propria autonomia e responsabilità clinico-assistenziale ma che riconoscono la propria interdipendenza - spiega ancora Carancini -. Va inoltre precisato che esistono DEA di 1° livello e DEA di 2° livello, ovviamente con aggregazioni di Unità Operative differenti per numero e intensità di cura. Nel DEA di 1° livello confluiscono un minor numero di Unità Operative rispetto al DEA di 2° livello. A far parte del DEA 1° livello sono Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione, con dotazione di posti letto di terapia intensiva e, nei capoluoghi di provincia, le Centrali Operative. Il DEA di 1° livello sta sempre nell’ambito della struttura degli ospedali di 1° livello ma può stare anche in ospedali di base laddove questi coprano un bacino di utenza tra 150.000 e 300.000 persone".
Quindi, Carancini fa capire come in provincia di Macerata ci possa essere un solo ospedale di 1° livello, ma al contempo come possano esserci più DEA di 1° livello ("come concretamente avviene oggi per Macerata e Civitanova Marche" ribadisce).
Il consigliere regionale del Pd ritiene "fuorviante" l'aver associato al dibattito sull’ospedale di 1° livello il concetto di DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione): "Non è corretto perché serve a confondere le persone, a rendere più complicata la questione che invece i cittadini hanno diritto di capire anche negli aspetti più tecnici, perché possano, quindi, elaborare, un’opinione consapevole. In democrazia questa è una forma della partecipazione".
"Dunque, va chiesto al rappresentante della Giunta Regionale se l’ospedale nuovo che la Regione intende costruire è di 1° livello, indipendentemente dal DEA. Perché delle due l’una. O l’assessore alla sanità non sa che la classificazione degli ospedali per intensità di cura è concetto distinto dai DEA, associandoli impropriamente, e questo sarebbe di una gravità inaccettabile. Oppure egli utilizza strumentalmente questo tecnicismo dei DEA di 1° livello per confondere e rassicurare i cittadini facendo credere una cosa diversa da quella che invece intende realizzare, e questo sarebbe un aspetto che esigerebbe le dimissioni dell’assessore" attacca Carancini.
"In parte, però, mi confortano le parole del primo cittadino di Macerata il quale, facendo anche lui retromarcia, si è invece impegnato esplicitamente in Consiglio Comunale sull’ospedale di 1° livello, promettendo di incatenarsi qualora Saltamartini si penta di notte ancora una volta. Alla luce dell’ennesima ambiguità di Saltamartini, chiedo che il Sindaco Sandro Parcaroli faccia luce su cosa abbia voluto dire l’assessore regionale con il suo post notturno" ha concluso il consigliere Carancini.
"Parola d’ordine qualità. Questo è il principio che muove il progetto iniziato qualche giorno fa nelle mense delle scuole maceratesi, dopo aver avuto diversi confronti con i genitori e averli informati per tempo. Analizzare per migliorare è questo il concetto di fondo di una questione che, forse proprio perché in molti casi travisata e compresa non correttamente, sta facendo discutere con non poche polemiche". L’associazione Pensiero e Azione - movimento politico e culturale nato dalla lista che si è presentata alle elezioni comunali sotto il nome Parcaroli Sindaco, e oggi organo attivo e che fa da garante e da tramite tra le scelte dell’amministrazione e le necessità e bisogni dei cittadini - si schiera a favore e in supporto delle scelte dell’amministrazione comunale riguardo alle mense, portate avanti dall’assessore Cassetta con tutti gli uffici competenti in materia.
"Scelte difficili da prendere, ma che sono necessarie soprattutto in un momento come questo in cui la consapevolezza sulla qualità della vita e dell’alimentazione, in questo caso specifico, assumono significati più profond" - continuano nella nota -.
"Lavoro che si basa su valori precisi e dichiarati: la qualità prima di tutto che, come spiegato più volte, rimarrà invariata e uguale in tutte le scuole, la rivisitazione del menù, grazie all’apporto di una professionista del settore, la biologa e nutrizionista Renata Alleva a cui è stato affidato l’incarico di analizzare e migliorare quello attualmente proposto nelle scuole e il giusto utilizzo delle risorse. Il tutto modificando alcuni aspetti nell’organizzazione e preparazione del pasto che sono molto semplici: le mense serventi si occuperanno di preparare il secondo piatto e il condimento del primo, mentre quelle di destinazione si occuperanno in sede solo del primo piatto. Il secondo piatto e il condimento vengono trasportati, con un tempo di percorrenza di pochi minuti, sempre in temperatura e garantendo la qualità, da una ditta esterna che si occupa ora anche dello scodellamento. Un meccanismo che è già in vigore e con successo nella scuola Padre Matteo Ricci. In questo modo, riorganizzando quindi un servizio che merita una revisione, si potranno implementare e migliorare le attrezzature in cucina, si potrà investire in formazione del personale e con la possibilità di adeguare il menù".
A chi dice che queste scelte serviranno a ridurre il personale, l’associazione Pensiero e Azione, sottolineando quanto già anticipato dall’assessore Cassetta e come comunicato ai genitori con una lettera formale inviata dall’amministrazione, risponde"che non solo non verrà ridotto ma che con la riorganizzazione avrà un’opportunità di crescita personale e l’attrezzatura più efficiente per operare nell’ottica di un miglioramento. La sperimentazione servirà ad analizzare un sistema, a capire come pianificare meglio le risorse, garantendo qualità e pasti equilibrati sani e sicuri".
“Siamo soddisfatti che sia stata approvata in modo unanime una risoluzione che ha recepito tutti i contenuti proposti da un documento della Lega illustrato dal collega Andrea Maria Antonini – dichiarano il capogruppo Renzo Marinelli e i consiglieri regionali del Carrroccio- Il dibattito avvenuto in aula ha sancito una netta linea di demarcazione tra passato e futuro: la Lega ha ribadito che lo stato dell’arte della ricostruzione materiale e le prospettive di quella socio-economica sono tali da non consentire ulteriori indugi.”
La Lega era già sul pezzo dallo scorso dicembre quando ha presentato una proposta di legge di deputati Patassini e Marchetti concepita per capitalizzare l’esperienza delle ZES strutturandola a misura del territorio del Sisma Centroitalia.
“È una PdL che, nei contenuti, tiene ben presente quali siano le necessità dei territori terremotati – spiegano Marinelli e i consiglieri Lega – Sappiamo bene che non tratta solo di colmare le asimmetrie economiche e logistiche, ma di ripensare un modello di sviluppo socio-economico che sia da volano per tutte le Marche, beneficiando della posizione strategica di fulcro nel collegamento tra Roma e il Mare Adriatico. Un dato per tutti: la PdL prevede che i centri decisionali ed operativi siano ubicati all’interno del cratere”.
Nel dettaglio, con il documento unitario si impegna la giunta ad attivarsi anche in attuazione di quanto previsto dalle politiche nazionali ed europee per l’istituzione di un’area a fiscalità agevolata del cratere nei modi e nelle sedi opportune condividendo le finalità e le misure della PdL Patassini-Marchetti; per la ricostruzione sociale e la microeconomia delle comunità appenniniche consentendo ai comuni di attuare misure di sostegno alla residenzialità di privati garantendo i servizi necessari per contrastare il fenomeno dello spopolamento; per il cofinanziamento dello sviluppo delle imprese esistenti in ogni settore merceologico e l’insediamento di nuove attività economiche, in particolare start-up innovative ed imprese ad alto contenuto tecnologico; per affrontare il problema della mancata ricostruzione delle unità immobiliari private, in particolare le seconde case e quelle con multiproprietari, azione determinante per procedere con la riqualificazione dei borghi prospettata anche dal programma di legislatura; a promuovere ogni opportuna azione diretta alla realizzazione della pedemontana che unisce l’alto fabrianese all’ascolano.
“Su un tema che coinvolge migliaia di cittadini marchigiani intrappolati dall’immobilismo della regione abbiamo definito finalmente una linea prioritaria di intervento da porre al centro di dell’azione dei governi regionale e nazionale concludono Marinelli e i suoi consiglieri - Come Lega, ancora una volta, abbiamo affrontato il tema in maniera seria attraverso proposte efficaci che abbiamo voluto e saputo costruire andando oltre le appartenenze”.
“L’UdC Popolari Tolentino, l’Associazione Tolentino Popolare, Forza Italia Tolentino esprimono pieno apprezzamento alla mozione n.58 “Piano di coordinamento per la realizzazione di impianti crematori”, presentata all’Assemblea Legislativa delle Marche, il 23 marzo 2021, dai Consiglieri Latini (UdC Popolari Marche), Marcozzi (Forza Italia), Pasqui (Forza Italia), Rossi (Civitas-Civici) e Santarelli (Rinasci Marche).
Grazie a questa iniziativa la Regione Marche viene impegnata a regolamentare in maniera chiara anche i prerequisiti per la geolocalizzazione di eventuali futuri nuovi impianti crematori che non potrà prescindere dalla tutela della salute nel pieno rispetto della cultura delle popolazioni residenti e della sicurezza dell’ambiente con scrupolo per l’armonia dei luoghi”. Si esprimono così, in una nota congiunta, le tre compagni politiche che ribadiscono il loro no alla costruzione del forno crematorio a Tolentino.
“La Regione potrà individuare la realistica utilità di eventuali ulteriori impianti crematori convenendo che le comunità più popolose esprimono già statisticamente una quantità congrua di esigenze crematorie, spiegano. Sarebbe irragionevole quanto sconveniente che piccoli e medi centri dell’entroterra, già martoriati e spopolati a causa del sisma 2016, possano ospitare impianti crematori evidentemente incoerenti in relazione ai bisogni locali, dal momento che la ricostruzione genera nuove disponibilità di spazio in ogni Cimitero.
“Al di fuori di un piano di coordinamento regionale, non appare poi prudente lasciare che qualunque Comune possa deliberare l’installazione di impianti crematori, gravando un intero bacino che ad oggi rimarrebbe escluso da qualsiasi capacità giuridica di reazione. L’aria è di tutti. L’acqua è di tutti. La rete stradale è per tutti. I luoghi della memoria sono di tutti. Bisogna tutelare specialmente ciò che non può essere confinato. Ogni scelta ha una conseguenza solo apparentemente impercettibile sugli equilibri ecologici e sanitari così come di recente la pandemia ci ha insegnato. Ci sono argomenti che impattano fortemente sui residenti, sull’ambiente e sulle colture non solo circostanti, al punto che a tutela non potranno bastare pareri urbanistici, sanitari o tecnici. Siamo convinti che occorra innestare una concreta sensibilità amministrativa di alto valore sociale che riesca a coinvolgere le comunità nei progetti e nei processi, lasciandosi alle spalle epoche in cui d’imperio venivano prese decisioni così importanti per la comunità e per le generazioni future”.
Leggere che il Sindaco di Tolentino abbia dichiarato sulla stampa locale “Il tempio crematorio non lo dobbiamo fare per forza“ può essere un buon inizio per una auspicabile inversione di tendenza da parte della Giunta comunale che, a gennaio 2020, diede parere favorevole al progetto dell’impianto”.
“In attesa del nuovo piano di coordinamento della Regione Marche sul tema degli impianti crematori, è necessario un vero confronto con tutte le forze politiche cittadine”, spiegano le tre compagni politiche di Tolentino.
“All’Amministrazione comunale di Tolentino chiediamo intanto di sollecitare con urgenza l’esecuzione della ricostruzione post-sisma del nostro Cimitero e nel contempo curarne col massimo impegno il decoro proprio perché in rovina a causa del terremoto dal 2016.
La sepoltura tradizionale a Tolentino rimane la scelta ampiamente prevalente. Il Cimitero deve rimanere, anche per chi preferisce la cremazione, il luogo sacro e di quiete dove al defunto è conferita la più alta dignità possibile.
Il Cimitero è il luogo della preghiera, della pietà popolare, del ricordo e del rispetto per le persone che ci hanno preceduto, della memoria privata e civile, come testimonia il Famedio dei Caduti dove riposano i giovani martiri di Montalto”.
(Nella foto di copertina Diego Aloisi, coordinatore associazione Tolentino Popolare, Alessandro Massi e Montemarani Fabio)
“Sarà nostra cura realizzare il Nuovo ospedale di Macerata Dea di primo livello; questo è il mandato elettorale del 20 e 21 settembre 2020 del centrodestra.
Adesso, per nascondere il bluff dell’Ospedale unico mai nato a Macerata, ma neppure a Pesaro, il PD frammischia la classificazione del plesso di primo livello, con altre inesistenti catalogazioni”. Così, in un post Facebook l’assessore alla sanità regionale Filippo Saltamartini, che torna a parlare del nuovo Ospedale di Macerata, dopo il botta e risposta con gli esponenti del Pd.
Non solo a Macerata, ma in tutta Italia – sottolinea Saltamartini - il Sistema Spoke & hub del decreto Balduzzi, distingue gli ospedali in DEA (Dipartimento emergenza accettazione) di primo livello e DEA di secondo livello. Quello che li distingue è la complessità dei servizi ospedalieri erogati e la popolazione del bacino di riferimento.
Quello di Macerata, come quello di Pesaro, Ancona, Fermo e Ascoli Piceno sono tutti DEA di 1^ livello. DEA di 2^ livello è solo l’Azienda Universitaria di Torrette.
Il PD che per nascondere il fallimento del Progetto dell’Ospedale unico di primo livello (nel piano socio sanitario approvato ed ancora in vigore) bocciato a livello finanziario dalla stessa Commissione incaricata Regione (Giunta Ceriscioli) e Asur, adesso frammischia, per cercare di confondere le idee, una presunta retrocessione che le norme vigenti neppure consentirebbero e che nessuno ha mai ventilato”.
“Il centrodestra ha vinto le elezioni per funzionalizzare la rete dei piccoli ospedali territoriali e per potenziare quelli per acuti DEA di primo livello”, spiega l’assessore regionale.
L'idea del PD di sostenere il costo iniziale dell’Ospedale di Macerata di 203 milioni, per remunerare fino a oltre 800 milioni il project financing , con remunerazione del capitale privato fino al 5%, quando è possibile assumere mutui, con Cassa depositi e prestiti, sotto l’1% si commenta da sola. Solo nulla di più di un bluff”. Insiste Saltamartini “.
Peraltro, la bocciatura del project financing che avrebbe portato la Regione Marche a realizzare una spesa immaginifica di quasi 2 miliardi per gli ospedali unici di Pesaro e di Macerata, è qualcosa che solo nel libro delle promesse elettorali poteva essere scritta”.
"Non c’è nulla del passato, non ci sono gli 800 milioni per l’Ospedale di Pesaro e non ci sono gli 800 milioni per l’Ospedale unico di Macerata: ma solo macerie – ha detto Saltamartini - .
Per chi non si è mai preoccupato dell’Ospedale di Macerata, ma solo di allestire posti per profughi, il risultato non poteva essere che questo.
La realizzazione di 2 nuovi Ospedali di Macerata e di Pesaro e l’intervento sul Plesso di San Benedetto del Tronto sono 3 obiettivi che la maggioranza regionale ha messo nella sua agenda”.
“Continuare a rimestare, sul progetto dell’Ospedale unico, persino bocciato dalla Commissione incardinata dall’Asur e dalla Regione targata PD, per incompatibilità finanziaria e con le norme di contabilità pubblica, serve solo per creare confusione e nascondere il nulla dopo i 10 anni dell’ultima giunta PD di Macerata.
L'Ospedale nuovo DEA di primo livello di Macerata si farà – conclude Saltamartini - come quello di Pesaro e di San Benedetto del Tronto. Non aspetteremo certo 20 anni come ha fatto il PD” – ha concluso l’assessore alla sanità Saltamartini - .
“Siamo un partito che si basa sul confronto, per questo oggi porteremo le nostre proposte sulle riaperture a Mariastella Gelmini, Ministro degli Affari regionali del Governo Draghi in quota centrodestra. Noi continuiamo a vedere nel Centrodestra un valore e cerchiamo di fare del nostro meglio per risollevare una Regione che per troppo tempo ha visto soffocare molte attività”.
Questo è quanto annunciato questa mattina dal Capogruppo Fdi alla Camera dei Deputati, On. Francesco Lollobrigida, in conferenza stampa ad Ancona alla presenza dell’On. Emanuele Prisco, commissario regionale Fdi, e dei vertici regionali del partito. Sul piatto la ripartenza post-Covid e la ricostruzione delle aree terremotate.
“La pandemia – prosegue Lollobrigida – non è più un’emergenza, ormai è una crisi sanitaria ed economica. Non possiamo sapere quando finirà la crisi sanitaria, ma non possiamo immaginare che si sacrifichi l’economia di una Nazione in maniera definitiva: le imprese sono state la spina dorsale di questa Regione e possono rappresentare la spinta per la ripartenza delle Marche, ma hanno bisogno di certezze, perché comparti come quello turistico non possono ripartire senza date precise".
"Le proteste dei ristoratori ci hanno molto colpito e, pur condannando sempre ogni forma di violenza, va riconosciuto che le loro istanze sono correttissime - aggiunge Lollobrigida -. Sono sparite le zone gialle dove si potevano svolgere, pur con limitazioni, alcune attività. Perché non far ripartire le attività all’aperto visto che, secondo gli studi, solo un contagio su mille avviene all’aperto? Fratelli d’Italia vuole ragionare su aperture sicure”
"Dobbiamo spingere la campagna vaccinale, mettendo anche le associazioni di categoria in condizione di poter collaborare, permettendo di ripartire il prima possibile – sostiene l’On. Emanuele Prisco, Commissario regionale di Fratelli d’Italia nelle Marche – Non è possibile vedere mezzi pubblici delle grandi città sovraccarichi di cittadini mentre bar e ristoranti, magari con spazi all’aperto, rimangono chiusi. Andremo a chiedere al Ministro Gelmini che il Governo cambi rotta rispetto all’atteggiamento e ai provvedimenti del Governo Conte II”
"Ringrazio Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida e tutta Fratelli d’Italia per citare costantemente il ‘modello Marche’. Le Marche sono una delle prime regioni italiane per partite IVA, l’impegno delle attività economiche familiari piccole o medio-piccole sono fondamentali per il nostro benessere. Il mondo delle partite IVA ha sofferto tantissimo con la pandemia: alcune attività sono rimaste aperte malgrado fossero in perdita, altri hanno chiuso e altri ancora hanno sospeso l’attività. Questo non può accadere ancora, pena il tracollo sociale ed economico e una fortissima depressione dei nostri cittadini. Non dobbiamo abbassare la guardia dal punto di vista sanitario, ma dobbiamo iniziare a progettare il futuro ipotizzando anche una convivenza col virus” ha affermato Carlo Ciccioli, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale.
È di pochi giorni fa l’approvazione del DL 44/2021 che tra le misure per contrastare la pandemia contiene anche una riforma per il presente e il futuro di tutti i concorsi pubblici.
"Il ministro Brunetta inserisce la valutazione dei titoli come passaggio obbligatorio per essere ammessi alle prove d’esame dei concorsi: in sostanza, ciò che prima dava dei punti aggiuntivi nelle graduatorie finali ora sarà richiesto e valutato dall'inizio, sostituendo le attuali prove preselettive". È quanto affermano Pietro Casalotto (Responsabile Lavoro PD Marche) e Giovanni Gostoli (Segretario Regionale PD Marche).
"La conseguenza è purtroppo semplice - spiegano i dem -: la valutazione preventiva di master, corsi, dottorati ed esperienza pregressa, combinata con il sempre altissimo numero di domande di partecipazione rispetto ai posti disponibili, impedirà di fatto di poter anche solo sostenere le prove d’esame a diplomati, laureati anche con il massimo dei voti e lavoratori che non hanno potuto ottenere questi titoli per mancanza di tempo e denaro o perché a inizio carriera".
"E non è tutto: questo decreto si applica anche ai concorsi già avviati che per l'emergenza covid non abbiano ancora iniziato le prove - aggiungono Gostoli e Casalotto -. Stiamo parlando di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro nel pubblico impiego in un periodo in cui è necessario andare a rinnovare la pubblica amministrazione per le grandi sfide della ripartenza dopo l’emergenza Covid".
"Non può essere questa la direzione da intraprendere: l'accesso ai concorsi pubblici deve restare alla portata di tutti i cittadini, e a tutti deve essere data la stessa possibilità di dimostrare le proprie capacità nelle prove d’esame, sia che abbiano o meno titoli ed esperienze in più rispetto ai requisiti richiesti. Il PD delle Marche è contrario a quello che è un vero e proprio colpo mortale alla speranza dei giovani e di chi ha scarsi mezzi economici di poter lavorare nella Pubblica Amministrazione e chiede al Parlamento di modificare questa norma: serve una riforma ma non questa" concludono Gostoli e Casalotto.
"Noi come Comune di Macerata, insieme alla Regione Marche, abbiamo tutta l'intenzione di portare avanti il progetto del nuovo ospedale di Macerata, ma scordatevi la parola unico. E ci impegniamo a farlo nel minor tempo possibile".
È quanto ha annunciato il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli nel corso di una conferenza stampa tenutasi quest'oggi presso la sala consiliare del Comune di Macerata, alla presenza dell'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, della Direttrice dell'Area Vasta 3 Daniela Corsi, dei consiglieri regionali Anna Menghi e Renzo Marinelli e del consigliere del comune di Macerata con delega alla sanità Giordano Ripa.
"Sogno un ospedale moderno. I cittadini maceratesi dovranno entrare in un posto dove vivere i giorni più brutti della loro vita nel modo più bello possibile - ha aggiunto il primo cittadino -. L'area su cui sorgerà è già stata individuata (contrada della Pieve, ndr), c'è una trattativa in corso quindi ancora non possiamo dire di più".
Di certo il progetto di realizzazione dell'ospedale portato avanti dalla Giunta Ceriscioli verrà completamente rivisto. Lo ribadisce a chiare lettere l'assessore Saltamartini nel ripercorrerne le tappe della sua approvazione: "La precedente Giunta regionale ha aderito a un'idea di project financing, a seguito della quale sono state presentate due proposte. Proposte che il 28 gennaio del 2020 sono state inviate al Dipe (Dipartimento Programmazione Economica) per avere una valutazione sulla congruità dell'opera. La risposta arriva il 3 aprile 2020, con la richiesta di aggiornare gli atti a disposizione per poter dare il disco verde al project financing".
"Il 2 settembre del 2020, e dunque 20 giorni prima delle elezioni, il gruppo di lavoro che era stato incaricato per valutare la congruità del progetto con il costo complessivo a carico della collettività, presenta le sue valutazioni - prosegue Saltamartini -. Il progetto riguardava l'ospedale unico di tutta l'Area Vasta 3 con 500 posti letto a disposizione al costo di 203 milioni di euro e veniva affidato in gestione fino al 2050, al costo di 893 milioni e 510mila euro. Quindi l'ospedale di Macerata, che per la sua realizzazione, partiva da un investimento iniziale di 203 milioni più i 36 che la Regione passava alla ditta appaltatrice, alla fine sarebbe costato, fino al 2050, 893 milioni. Se invece l’opera fosse stata appaltata con metodi tradizionali, sarebbe costata 539 milioni. Si parla di una differenza di oltre 300 milioni".
"È un'utopia pensare di spendere quasi un miliardo di euro per l'ospedale di Macerata - ha ribadito l'assessore alla sanità -. Si tratta di progetti avanzati un anno prima delle elezioni che non avevano alcuna possibilità di essere realizzati e non validati né dal Dipe né dai tecnici a cui era stata affidata la valutazione complessiva. Quindi questa ormai è storia passata, che dimostra come la politica talvolta sia vuota di contenuti. Era tutto un bluff, qualcosa di inesistente".
Riguardo a cosa farà la Giunta Acquaroli in merito al progetto del nuovo ospedale, Saltamartini spiega: "Porterò in Giunta la prossima settimana il progetto per il riavvio del Piano Socio Sanitario. La nostra idea è quella di procedere con il sistema tradizionale e con dei prestiti a cui la Regione accederà con Cassa Depositi e Prestiti. In questo momento i tassi di interesse hanno tassi agevoli e quindi contiamo di poter costruire questo plesso con le risorse pubbliche".
"Si tratterà di un nuovo plesso che dovrà offrire servizi aggiuntivi. Dopo un anno di Covid la tecnica di realizzazione dell'ospedale dovrà essere per forze di cose diversa, pensando a percorsi sporchi e percorsi puliti, ma è chiaro che il nuovo ospedale di Macerata sarà un ospedale di eccellenza per acuti" ha proseguito l'assessore.
In merito alle perplessità riguardanti la lungaggine della procedura con appalto tradizionale, Saltamartini ha affermato: "I tempi dovranno essere accelerati al massimo, non possiamo prestabilire quali saranno, ma il nostro impegno è di voler realizzare l'ospedale il prima possibile. Chiediamo qualche mese per poter dimostrare che la nostra volontà si tradurrà in fatti concreti. Voglio rassicurare i cittadini maceratesi".
"Il sindaco mi chiama almeno dieci volte a settimana riguardo il nuovo ospedale di Macerata (ride, ndr), quindi vi garantiamo che i tempi verranno accorciati il più possibile" ha poi chiosato Saltamartini.
Riguardo alla riconversione del vecchio ospedale in via Santa Lucia (che stando a dati del 2019 - in periodi ordinari - assicura 339 posti letto per acuti, 33 posti al day hospital e 19 al day surgery), Parcaroli ha affermato: "Ci sono tanti progetti sul tavolo, ma ancora non posso dire nulla. È una chicca che abbiamo e di certo dobbiamo migliorarla e valorizzarla"
Il sindaco di Matelica Massimo Baldini ha rinnovato le deleghe di Assessore al Consigliere Comunale Rosanna Procaccini.
"A seguito delle dimissioni dell’assessore Rosanna Procaccini, causate soprattutto dalla non curanza in cui versa l’ospedale di comunità “E. Mattei”, abbiamo avuto incontri molto proficui con le massime autorità politiche e sanitarie regionali, le quali ci hanno assicurato la loro attenzione sul tema. Tutti sappiamo quanto all’assessore stiano a cuore i servizi socio sanitari matelicesi; ciò è testimoniato dall’attività di volontariato prestata negli anni a favore della Croce Rossa Italiana locale, provinciale e regionale. Rosanna è stata sempre al mio fianco per ovviare e risolvere i problemi quotidiani e straordinari dettati dalle molte emergenze che ci circondano".
Così Baldini ha spiegato la sua scelta aggiungendo come "dopo diversi incontri con i referenti politici comunali e provinciali che sostengono la nostra maggioranza consiliare" abbia fatto "predisporre il Decreto per la riassegnazione di tutte le deleghe".
"A tutt’oggi all'ospedale di Matelica non si è potuto attuare l’inserimento dei servizi necessari previsti nell’ultimo Piano Socio Sanitario Regionale, in quanto alcuni locali della struttura sono stati dati in uso alle Case di Riposo di Pieve Torina, Castelsantangelo sul Nera e Pioraco, le cui strutture erano state fortemente danneggiate dal sisma del 2016" ha ricordato il sindaco, che ha continuato affermando come la sua Giunta non possa "permettere che gli anziani presenti nelle case di riposo ospitate presso l’ospedale di comunità di Matelica vengano messe in strutture non idonee ad ospitare persone fragili".
"Abbiamo chiesto ed ottenuto di riattivare quanto prima i servizi sospesi alla cittadinanza presso la struttura ospedaliera di Matelica - ha annunciato, quindi, Baldini - e abbiamo chiesto l’impegno formale della Regione Marche e del Commissario Straordinario Giovanni Legnini ad aiutare i Sindaci dei Comuni di Pievetorina, Castelsantangelo sul Nera e Pioraco a trovare un’urgente sistemazione alle case di riposo per poter accogliere, quanto prima, dignitosamente ed in sicurezza gli ospiti. Tutto questo in attesa di una attenta valutazione del nuovo Piano Socio Sanitario Regionale da attuare nell’Ospedale di Comunità “Enrico Mattei”. Abbiamo avuto rassicurazioni su queste problematiche e al più presto saranno sistemati i locali a piano terra dell’ospedale di comunità e saranno riattivati i servizi ambulatoriali".
Se si provano a digitare sul più diffuso motore di ricerca in Internet le parole "la regione dei Teatri” la prima voce che compare è: Marche. E il risultato non è frutto di un’indicizzazione algoritmica ma la definizione significativa di una realtà consolidata da secoli di storia.
Le Marche sono la regione dei teatri, caratterizzate cioè da un una “ densità” teatrale rispetto alla popolazione e al numero di Comuni che non ha uguali in Italia e forse nel mondo. Basti pensare che le “piccole” Marche hanno sul proprio territorio più teatri che in tutta l’Italia meridionale. Insomma, non solo le Marche del Museo diffuso, ma in egual misura le Marche del Teatro diffuso.
Un “caso Marche” dunque, peculiare e assolutamente originale, degno di essere riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità. E’ da queste considerazioni che è scaturita la volontà dell’assessorato regionale alla Cultura di sottoporre alla Direzione Unesco del Segretariato generale MIC, l’esame di una proposta di una candidatura Unesco dei Teatri storici marchigiani come un unicum.
“Abbiamo avuto un primo incontro molto promettente con la Direzione del Segretariato generale Unesco del Ministero – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Giorgia Latini – nel corso del quale ho presentato la straordinaria ricchezza di teatri storici delle Marche e rappresentato la volontà di investire su questo patrimonio anche attraverso la candidatura Unesco. E’ proprio in questa direzione che si muove la politica culturale regionale, da un lato promuovendo progetti e programmi di recupero, restauro e riallestimento dei teatri ‘Innovateatri’, con l’obiettivo di adeguare e riallestire lo spazio di spettacolo dal vivo delle Marche, dall’altro sostenendo nuove forme di gestione degli spazi teatrali con una crescente partecipazione delle compagnie locali e dei giovani per creare dei veri e propri teatri di comunità.”
Un patrimonio unico per capillarità di teatri storici (ora 68 con il distacco di alcuni comuni del pesarese in Emilia Romagna, ma alla fine degli anni '90, secondo il “ Libro bianco” edito dalla Regione Marche come ricognizione del patrimonio esistente, erano 71 e nel 1868 addirittura 113), un patrimonio unico anche sotto il profilo architettonico e artistico (alcuni “gioielli” furono progettati dai più famosi architetti teatrali dell’epoca), un patrimonio unico a livello culturale per la funzione sociale a cui hanno assolto nei secoli: ogni più piccolo comune con il suo teatro al centro del nucleo storico conquistava una compiuta autonomia e autosufficienza e un ruolo di prestigio nel territorio circostante, rispondendo anche ad un più complesso processo di aggregazione sociale e di rilancio occupazionale della comunità.
Il “caso Marche”, dunque, alla luce della sua storia e della sua tradizione teatrale, per unicità nel contesto nazionale e valore artistico e socio-culturale, potrebbe soddisfare i requisiti di riconoscimento Unesco sia come patrimonio culturale materiale che immateriale, cioè un’espressione e una tradizione che una comunità riconosce come parte integrante del proprio patrimonio culturale tanto da garantire un senso di identità e continuità.
“E i teatri rappresentano ancora un punto di riferimento e di aggregazione sociale – ha concluso Giorgia Latini – e vorrei coinvolgere in questo processo di promozione della candidatura Unesco, gli enti locali e le comunità , gli operatori culturali per raggiungere questo prestigioso riconoscimento.”
Paola Castricini è la neo segretaria Pd della provincia di Macerata e Franco Antonini il presidente dell’assemblea dem. Ieri sera l’assemblea provinciale PD, riunita in video collegamento nella piattaforma Zoom, ha votato all’unanimità la proposta espressa nella relazione introduttiva dal segretario regionale Pd, Giovanni Gostoli.
La soluzione “è il frutto di un percorso di dialogo e riconciliazione che è avvenuto grazie all’impegno di tanti, nella consapevolezza che tornare a parlarsi, mettere l’interesse generale della comunità prima delle ambizioni personali e gestire insieme questa fase costituente, è il modo più giusto per preparare al meglio la prossima stagione congressuale”, ha detto il Segretario Gostoli durante i lavori dell’assemblea, citando i componenti che nelle ultime settimane si sono seduti attorno a un tavolo.
Iniziativa promossa dallo stesso segretario regionale Pd che ha visto la partecipazione alle discussioni del tavolo unitario tutte le sensibilità del partito maceratese e figure istituzionali volute dal numero uno di Piazza Stamira, quali: Franco Antonini, Romano Carancini, Leonardo Catena, Irene Manzi, Francesco Micucci, Mario Morgoni, Roberto Paoloni, Giovanna Salvucci e Narciso Ricotta.
Ieri sera era presente in videocollegamento anche il capogruppo Pd in regione, Maurizio Mangialardi.
“Dopo Pesaro anche a Macerata si apre una fase nuova per superare le divisioni del passato e lavorare uniti per rigenerare il Pd. E’ un primo passo e c’è molto ancora da fare, prima di tutto mettere al centro le questioni vere che interessano i marchigiani. Però essere riusciti a costruire una proposta unitaria è una grande vittoria prima di tutto dei circoli, della base del partito e dei cittadini che hanno a cuore il destino della nostra comunità. Da coloro i quali da tempo chiedono di andare oltre le divisioni - afferma Gostoli - Auguri di cuore di buon lavoro a Paola e Franco, a tutto il Pd macetaratese”.
Insomma, anche il Pd maceratese sceglie la strada della riconciliazione e di ripartire dalle donne: “Sono orgoglioso che negli ultimi anni nel Pd e in Regione, grazie al Partito Democratico, siano stati fatti dei passi avanti sul protagonismo delle donne. Oggi tre federazioni provinciali su cinque sono a guida femminile. Per noi la questione della della parità di genere non è un tema da predicare, ma da praticare”, conclude il segretario regionale Gostoli.
Infine, ieri sui social network il segretario regionale ha voluto affidare un pensiero all’on. Laura Boldrini che ha annunciato la malattia e il suo imminente ricovero: “Sei una donna forte, coraggiosa e combattiva. Dalle Marche, la tua terra, un grande abbraccio dall’intera comunità delle democratiche e dei democratici. Forza Laura, siamo con te!”.
“La parola screening ha un significato ben preciso e lo si ottiene quando si raggiunge l’80/90% di coloro a cui è rivolto. Se su una popolazione studentesca di 6.400 alunni a Civitanova si sono sottoposti al tampone solo in 302, cioè neanche il 4,7% degli aventi diritto - di poco superiore al 10% se la base di riferimento è solo quella delle scuole superiori - come si fa a parlare di screening?” Lo afferma, in una nota, il capogruppo Pd di Civitanova Marche, Giulio Silenzi, il quale ritiene fallimentare la campagna screening rivolta agli studenti che c’è stata in questi giorni in città (in occasione del rientro in presenza) e attacca poi il sindaco Fabrizio Ciarapica.
“Come si fa ad affermare che c’è stata una buona affluenza – continua Silenzi - solo Ciarapica ne è capace, solo lui riesce a trasformare un flop in un risultato esaltante e lo rielabora in termini di propaganda a discapito di una visione realistica che permetterebbe invece di capire perché gli studenti non abbiano usufruito di un servizio gratuito e indispensabile in tempi come questi e con la riapertura delle scuole.
Era già capitato – prosegue il capogruppo Dem - quando la Regione aveva organizzato lo screening di massa, che non raggiunse neanche il 30% della popolazione interessata. C'è ancora molto da fare sul piano della sensibilizzazione, ma soprattutto dell’organizzazione di questi servizi che, ad esempio, dovrebbero essere approntati nelle vicinanze delle scuole e così farebbero registrare sicuramente numeri diversi, come dimostrano i risultati ottenuti nei Comuni dove lo screening è stato realizzato nei pressi degli edifici scolastici. Se su 302 studenti i positivi sono stati due, per la logica dei numeri su migliaia di tamponi sarebbero stati molti di più. E invece ci sarà chi, non sapendo di essere positivo, ritornando a scuola rischierà di contagiare altre persone. Ecco perché lo screening è importante se fatto bene, altrimenti una buona iniziativa come questa può vanificarsi ed è un vero peccato”, conclude.
“Il nostro obiettivo è dal primo momento quello di lavorare al massimo per vaccinare al più presto il maggior numero di persone possibile. Ringrazio il commissario generale Francesco Paolo Figliuolo e il capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio per l’apprezzamento dimostrato nei confronti del lavoro che le Marche della Sanità stanno facendo nonostante difficoltà di ogni tipo. Hanno confermato come le Marche sono tra le prime regioni italiane nella vaccinazione degli over 80 e sono pronte a sviluppare nuove potenzialità all’arrivo delle dosi di vaccino che, ci hanno assicurato, arriveranno in maniera costante così da consentirci di programmare al meglio il prosieguo della campagna vaccinale”
Così l’assessore alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini al termine dell’intensa giornata in cui i due delegati del governo hanno toccato con mano le dinamiche della campagna vaccinale nelle Marche sia presso gli hub di Macerata ed Ancona, che a livello programmatico con l’assessore e la giunta regionale tutta.
“Il generale ha definito l’hub di Piediripa che abbiamo inaugurato oggi come un centro modello frutto dell’unione tra istituzioni e privati che fa la forza della comunità. La sinergia tra Regione, Comune di Macerata, Cucine Lube, Fondazione Carima e Unicredit dimostra come tutti siamo protesi a riversare ogni nostra energia politica e sociale nella lotta al covid – conclude Saltamartini – Sono orgoglioso che le Marche abbiano dimostrato di essere all’avanguardia anche in questo campo grazie allo spirito di autentica solidarietà che è insito nell’animo di ogni marchigiano”.
"Occorre subito un cambio di passo a Macerata prima che sia troppo tardi". Questo è quanto dichiarato da Mattia Orioli, Coordinatore provinciale del Nuovo CDU, il quale spiega "sono trascorsi 6 mesi dalle scorse elezioni Comunali di Macerata ed oramai la macchina amministrativa dovrebbe essere a pieno regime nella realizzazione del programma amministrativo di svolta e di cambiamento per la città, ma per ora si nota ben poco rispetto a tutto ciò, piuttosto si avverte un certo immobilismo, che di fatto si limita all’ordinario e quanto di precedente era stato già definito e programmato dalla scorsa amministrazione".
"Infatti, non nascondiamo per ora la delusione nei confronti della figura del sindaco Parcaroli che a nostro modo di vedere avrebbe dovuto dare quella marcia in più per la città e qual dinamismo che un imprenditore può dare ad una Macerata oramai da troppo tempo ingessata - affonda Orioli -. Certamente non tutto è da buttare, alcune cose sono state anche buone, come il nuovo centro vaccinale, se pur molto tardivo, ma almeno si è posto rimedio ad una necessaria e più che ovvia esigenza, e si fa menzione anche del lodevole impegno di alcuni assessori e consiglieri di maggioranza che con capacità, e competenza stanno cercando di creare iniziative propositive per la città. In modo particolare, tra questi possiamo citare l’assessore allo sport Sacchi, il quale ha lavorato bene affinché Macerata potesse aggiudicarsi insieme ad altre il titolo di città Europea dello sport 2021; aspetto importante affinché si possa tentare di avviare un processo dinamico e di economia cittadina per creare nuovi posti di lavoro".
"E’ vero bisogna tener conto della pandemia, cosa peraltro già presente anche per la precedente amministrazione, ma a maggior ragione il programma portato in campagna elettorale, e in particolare alcuni progetti come quello di Valleverde, sono ancor più necessari ed imprescindibili, per far fronte ad una crisi occupazionale, economica e sociale che dovremmo affrontare proprio a causa della pandemia - sottolinea Mattia Orioli -. L’esempio di Valleverde è uno dei tanti tasselli, ma occorrerebbe parlare anche di altri progetti come l’Intervalliva (tra la Vallata del Chienti e del Potenza). Progetti che possono ricreare condizioni di lavoro e di economia, ad una città che rischia lo svuotamento e la desertificazione".
"Avevo suggerito una cabina di regia per la crisi economica e sociale dovuta al Covid coinvolgendo la società civile e laddove possibile anche le opposizioni, ma non abbiamo ricevuto risposta, anzi abbiamo notato una certa indifferenza e distanza da queste problematiche popolari - conclude Orioli -. Per questo diciamo a Parcaroli, basta selfie e inaugurazioni, la ricreazione è finita, e la campagna elettorale pure, dia se ne è capace, il cambiamento tanto auspicato, e non deluda i Maceratesi che hanno riposto tanta fiducia in questa svolta, soprattutto ora con la crisi che imperversa, per questo occorre un cambio di passo prima che sia troppo tardi".
“L’auspicio è che la visita nelle Marche del commissario straordinario Figliuolo possa dare quella spinta alla campagna vaccinale che tutte le marchigiane e i marchigiani si attendono. Purtroppo i dati regionali continuano a essere poco incoraggianti e i rallentamenti nella somministrazione dei vaccini allontanano sempre più quel ritorno alla normalità da tutti auspicato, contribuendo anche ad alimentare tensioni che minano la coesione sociale nei nostri territori. Tale risultato è frutto anche del netto diniego che la giunta Acquaroli ha contrapposto a ogni forma di collaborazione avanzata dalla minoranza, che con mozioni e interrogazioni ha tentato in questi mesi di invertire la rotta ponendo temi concreti, divenuti poi anche di rilevanza nazionale come nel caso dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario”.
A dirlo sono i consiglieri del gruppo assembleare del Partito Democratico all’Assemblea legislativa delle Marche, che contestualmente rivolgono un appello al commissario Paolo Francesco Figliuolo: “Abbiamo l’esigenza che il governo nazionale vigili attentamente su quanto sta accadendo nella nostra regione e sul pieno rispetto dei criteri contenuti nel Piano del Commissario straordinario per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale; campagna che nelle Marche fin dall’inizio ha scontato e continua a scontare gravi inefficienze. Basti pensare all’opaca vicenda dei cosiddetti ‘riservisti’, ovvero coloro che a fine giornata si mettono in fila davanti ai centri vaccinali sperando di poter fruire di dosi avanzate.
È possibile che la Regione Marche, in tema di vaccini, assecondi un meccanismo che prevarica le priorità individuate dal Piano nazionale, anziché procedere con una razionale programmazione? È possibile che a nessun esponente della giunta, e tanto meno all’assessore alla Sanità Saltamartini, venga in mente di preparare una lista di soggetti fragili come persone affette da patologie croniche, disabili, caregivers a cui destinare i vaccini non somministrati durante la giornata?”
Altro tema dolente, su cui i consiglieri regionali del Pd intendono richiamare l’attenzione del commissario Figliuolo è quello dei pochi punti vaccinazioni nella regione: “Chiediamo al commissario di farsi carico di questa incresciosa situazione, individuando nuovi centri di vaccinazione che coprano in particolare il fabbisogno delle aree interne, a oggi le più penalizzate dalla poca lungimiranza della giunta regionale. Insomma, sappiamo che gli impegni del commissario sono tanti, ma, dati alla mano, crediamo che non sfuggirà al suo occhio esperto l’urgenza di unaridefinizione organizzativa della campagna vaccinale marchigiana”.