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Ospedale Macerata, Menghi replica a Carancini: "Polemiche inutili, occorre riformare la Sanità"

Ospedale Macerata, Menghi replica a Carancini: "Polemiche inutili, occorre riformare la Sanità"

Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione del conigliere regionale della Lega Anna Menghi in merito all'ospedale di Macerata. 

“Non ho voluto nutrire la polemica sollevata dal Pd all’indomani della conferenza stampa che si è svolta sabato scorso, presso la sede del palazzo municipale, a Macerata, per fare il punto sulla questione del nuovo ospedale, tema già affrontato nel corso dell’ultima campagna elettorale e tornato alla ribalta in queste settimane di grande preoccupazione per la pandemia in atto. Non sono intervenuta, nonostante le numerose richieste, anche da parte dei giornalisti, perché credo che questo non sia il tempo dei conflitti, bensì di una ritrovata pace tra le forze politiche, visto che in ballo c’è il futuro di un Paese che dobbiamo ricostruire, da tutti i punti di vista. Ho ritenuto che farlo avrebbe alimentato quel bisogno, anche un po’ narcisistico se vogliamo, di visibilità e attenzioni da parte di chi, abituato ad averne in abbondanza negli oltre vent’anni di governo della sinistra a Macerata e nelle Marche, non è stato mai disposto, fin dall’inizio di questa nuova legislatura, ad accettare la sconfitta e a farsi da parte, dando vita, semmai, ad un’opposizione onesta e costruttiva, per il bene dei territori amministrati.

Quando però la polemica è andata oltre il limite della decenza politica, ho risposto positivamente all’invito di dire la mia, considerandola un’occasione di chiarimento ad ampio raggio.

L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, con il quale sono in contatto giornaliero, ha già avuto modo di chiarire che l’ospedale nuovo a Macerata si farà. Non si tratta di un vezzo estetico, ma della necessità di dotare il capoluogo maceratese di un nosocomio all’altezza delle sue risorse umane eccellenti, medici e infermieri che da anni (troppi) attendono spazi e mezzi adeguati per svolgere al meglio il proprio lavoro e che invece hanno operato fino ad oggi in strutture vecchie e fatiscenti, con strumentazioni non sempre in grado di garantire alti standard nella cura dei malati.

Tale concetto, ribadito dal Sindaco Sandro Parcaroli in più occasioni, non è in discussione e mi stupisco di come qualcuno abbia tentato di mistificare, tirando in ballo fatti mai accaduti e definendo chi se ne sta occupando un illusionista, capace di ingenerare confusione nei cittadini o, cito testualmente, di cancellarne i diritti a vedersi realizzato quanto invece promesso (solo promesso purtroppo) dalla sinistra in questi ultimi anni.

Per chi come me è abituato a non fare di certi temi un motivo di propaganda, la verità dei fatti conta più di tante parole e i fatti dicono come stanno le cose, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Se domani Saltamartini andasse al Ministero per firmare l’accordo, come ha raccomandato oggi l’ex Governatore Ceriscioli in un’intervista, non partirebbero i lavori per 230 milioni come ha detto, in quanto tale accordo non esiste. E questo non lo dico io, ma gli organismi preposti per il controllo, gli stessi che il PD ha nominato e voluto, i quali, a proposito della procedura di project financing, fanno sapere che, una volta fatta la proposta, tale procedura, avrebbe dovuto essere approvata dall’Amministrazione, la quale invece, su tale atto, non si è mai espressa. Tale circostanza, facilmente documentabile, avrebbe avviato, in caso di approvazione, la procedura di gara, fatto quest’ultimo che non è mai avvenuto. E non è tutto.

L’ex Governatore Ceriscioli fa sapere per mezzo stampa che la proposta di project financing è stata anzitempo mandata all’Anac, perché ne approvasse il contenuto, ma anche questo non risulta agli atti. Ad oggi la proposta è stata unicamente presentata al DIPE, dipartimento della presidenza del Consiglio dei Ministri per la programmazione e il coordinamento della politica economica, per un parere consultivo, ricevendone, peraltro, una serie di indicazioni di miglioramento, a riprova della fase embrionale in cui ancora si trova il progetto decantato da chi in questi giorni, sui giornali non fa che sparare a zero contro tutti.

Dico anche che, a casa mia, quando vuoi costruire un edificio, devi prima avere un terreno disponibile su cui farlo. Al momento non c’è neppure l’accordo con i privati per quello che era stato individuato come unico e disponibile all’edificazione di un polo ospedaliero più ampio di quello attuale. Dire il contrario è una menzogna facilmente verificabile, perché chi fa politica sa (lo sanno pure i cittadini per fortuna) che la pubblica amministrazione parla attraverso i suoi atti, si esprime attraverso i percorsi cui i suoi tecnici danno vita e noi del centro-destra su quelli siamo sempre disposti e pronti a confrontarci, anche pubblicamente, in modo leale.

Tutto il resto è mera propaganda politica, cavalcata, lo ripeto, da chi non è disposto a riconoscere il valore dell’avversario. E mi dispiace che i cittadini, già provati da un anno di pandemia e dalla crisi economica più grave della storia, debbano assistere alla dispersione di energie preziose che dovrebbero invece essere impiegate nella soluzione ai gravi problemi del Paese.

Il centro destra ha sempre espresso chiaramente, anche in campagna elettorale, di non approvare la visione ospedale-centrica della sinistra, ma di puntare a creare, rafforzandola, una sanità territoriale di qualità, capace di offrire a tutti servizi altrimenti lontani. Tale formula, già applicata in alcune regioni con successo, avrebbe garantito in questo anno dominato dal Covid19 un maggior controllo dei territori. Va da sé che l’attuale organizzazione della sanità regionale, così come voluta dai precedenti governi della sinistra, non sia adeguata a rispondere ai reali bisogni della gente. E questo non lo dice Anna Menghi, lo dicono i dati che arrivano ogni giorno sul fronte dei ricoverati in terapia intensiva e dei morti, ahimè troppi per un Paese che si considera tra i più progrediti al mondo.

C’è ancora chi strumentalizza chi non ce l’ha fatta, mentre onorarne la memoria significherebbe occuparsi seriamente di riformare una sanità che, così come è oggi concepita, non è assolutamente all’altezza di questa come di altre emergenze.

Contrariamente a quanto dichiarato da Romano Carancini in merito ad un mio presunto disinteresse verso il territorio dell’Area vasta 3, voglio dunque ricordare che sono anni che lotto per veder realizzati progetti di qualità in campo sanitario, non foss’altro perché sono una dipendente dell’azienda ospedaliera regionale da oltre vent’anni e nessuno più di me sa in quali condizioni si sono spesso trovati a lavorare gli operatori sanitari, che oggi, in tempi di Covid, tutti applaudono e ringraziano.

Io li applaudivo anche quando in Consiglio Comunale, a Macerata, facevo opposizione alle manovre vuote di una sinistra che prometteva cose irrealizzabili e li ringraziavo anche quando li vedevo fare il meglio che potevano in strutture vecchie e mal dotate di strumentazione all’altezza di una sanità evoluta.

Anche in questa occasione la sinistra ha voluto anteporre i propri interessi a quelli dei cittadini. In un momento che definire epico è poco, in cui tutti siamo chiamati ad unire le forze per il bene comune, certe polemiche non sono solo sterili e dannose, ma rischiano di alimentare quell’avversione verso la politica che è legittimamente manifestata dai cittadini nelle piazze di tutta Italia.

Il Covid deve averci insegnato almeno una cosa, che il futuro non può essere pianificato con le stesse logiche del passato. Per questo, quando si parla di nuove strutture per la sanità, è necessario considerare le nuove esigenze organizzativo-funzionali di cui un ospedale di primo livello avrà bisogno per essere all’altezza delle sfide che la scienza sarà chiamata ad affrontare nei prossimi anni. Per questo sono orgogliosa di far parte di un centro destra che, in questa regione come nel resto d’Italia, sta lottando tenacemente per far emergere il meglio che il Paese può ancora esprimere". 

Picchio News
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