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Servizio Idrico Integrato, lo stato di agitazione continua: "La politica deve assumersi la responsabilità'"

Servizio Idrico Integrato, lo stato di agitazione continua: "La politica deve assumersi la responsabilità'"

Oggi si è tenuto, presso la Prefettura di Macerata, il tentativo obbligatorio di conciliazione riguardo lo stato di agitazione del personale delle aziende concessionarie e operative che gestiscono il Servizio Idrico Integrato nell’ambito dell’AATO3. L’incontro, convocato a seguito della proclamazione dello stato di agitazione da parte delle organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, ha messo in evidenza la persistente incertezza riguardo al futuro della gestione del servizio, un tema che coinvolge oltre 500 lavoratori e l’intera comunità.

"La motivazione che ha portato alla mobilitazione sindacale è il permanere di una situazione di stallo in merito alla costituzione di unsoggetto Unico di Gestione del Servizio Idrico. Nonostante la scadenza imminente delle attuali concessioni (giugno per CMA/Astea e dicembre per le altre), la mancanza di un percorso chiaro da parte dell’Assemblea dei sindaci dell’AATO3 sta creando preoccupazione tra i lavoratori. Senza una decisione concreta, infatti, la privatizzazione del servizio, attraverso una gara europea, sarebbe inevitabile", si legge in un comunicato congiunto dei sindacati .

Durante il tavolo di conciliazione, coordinato dal viceprefetto Ferraccioni, sono intervenuti i rappresentanti delle Aziende coinvolte, con l’eccezione di Valli Varanensi Srl, i quali hanno assicurato che si sta lavorando su un percorso che dovrebbe portare alla costituzione del soggetto unico di gestione, consentendo la proroga delle concessioni in scadenza e risolvendo la problematica del socio privato in Astea. "I sindaci sono uniti nella volontà di giungere a una soluzione", ha dichiarato il sindaco di Tolentino, presente in collegamento.

Nonostante queste rassicurazioni, i sindacati hanno ribadito la necessità di atti concreti da parte dei sindaci e dell’Assemblea dell’AATO3 per garantire la continuità del carattere pubblico della gestione e la tutela occupazionale dei lavoratori. "Siamo favorevoli alle intenzioni espresse dalle Aziende, ma senza azioni concrete, non possiamo fermare lo stato di agitazione del personale", dicono i sindacati, rappresentati sindacali

Il tentativo di conciliazione si è quindi concluso con un mancato accordo, e i sindacati hanno dichiarato che, se non verranno prese misure decisive a breve, si procederà con azioni di mobilitazione, incluso lo sciopero generale del personale. "Se non si arriva a una soluzione, saremo costretti ad intensificare le nostre azioni per difendere il servizio pubblico e i diritti dei lavoratori", affermano.

Parallelamente, gli incontri territoriali organizzati dalle segreterie Confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno visto una grande partecipazione da parte dei cittadini. L’assemblea pubblica di ieri a Cingoli, che ha seguito quelle di Recanati, Macerata, San Severino, Tolentino, Muccia e Civitanova Marche, ha visto centinaia di persone presenti. "La comunità è preoccupata e chiede che la politica si assuma finalmente le proprie responsabilità", dichiarano i rappresentanti sindacali.

Il messaggio che emerge da queste mobilitazioni è chiaro: i cittadini e i lavoratori chiedono alla classe politica di garantire la difesa del carattere pubblico del servizio idrico e di evitare che l’acqua, un bene fondamentale, venga sacrificata in nome del profitto. "Il tempo sta scadendo", concludono i sindacati, ribadendo la necessità di una soluzione urgente e condivisa.

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