"Questa non è l'Europa che vogliamo": Coldiretti Marche in piazza a Bruxelles per difendere l'agricoltura
Una nutrita delegazione di Coldiretti Marche sarà il 18 dicembre a Bruxelles al fianco degli agricoltori europei per una mobilitazione cruciale. L’obiettivo è chiaro: "Rimettere in carreggiata un’Unione Europea percepita come sempre più distante" e inascoltata rispetto alle esigenze del settore primario.
La manifestazione, che segue l’assemblea nazionale della scorsa settimana intitolata senza mezzi termini “Questa non è l’Europa che vogliamo”, punta a riportare l’agricoltura al cuore delle politiche comunitarie.
Il messaggio che Coldiretti porterà nella capitale belga è netto: l’Europa deve ripartire dall’economia reale, dai corpi intermedi e dal lavoro dei campi. Al centro della contestazione c'è una burocrazia comunitaria definita miope, accusata di aver contribuito al declino di interi comparti e di mettere a rischio l’agroalimentare, un settore che è il primo per valore dell’export europeo.
Pur riconoscendo il ruolo storico della Politica Agricola Comune (PAC), l'organizzazione ne contesta l'attuale impostazione, ritenuta penalizzante per la produzione interna. Sotto accusa, in particolare, la tendenza ad aprire la strada a importazioni senza reciprocità, indebolendo così la sovranità alimentare. Nel mirino anche l’accettazione di cibo ottenuto con standard di produzione che sono rigorosamente vietati agli agricoltori europei, sacrificando il principio di precauzione in nome della produttività.
La linea di Coldiretti è quella di un europeismo convinto: In, ma non acritico. L’organizzazione rivendica il proprio ruolo nel proporre soluzioni concrete, come dimostra l'anticipazione del tema strategico delle dogane e dei controlli alle frontiere.
La piattaforma che sarà presentata a Bruxelles si basa su pilastri fondamentali: sostegno ai giovani, uso di tecnologia “buona”, difesa della PAC e un chiaro "no" al fondo unico e ai tagli al settore.
L’obiettivo ultimo è scongiurare la rinazionalizzazione delle politiche agricole e rilanciare invece investimenti, innovazione e competitività. Il mondo agricolo marchigiano, come ribadito dall’organizzazione, è pronto a far sentire la propria voce nel cuore delle istituzioni comunitarie, convinto che "senza contadini non c’è futuro per l’Europa".

cielo coperto (MC)
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