Dal Nabucco all'intelligenza artificiale per essere più fantasy : il Macerata Opera Festival 2026 si svela a Roma (FOTO e VIDEO)
Palcoscenico internazionale e autentica fucina di grandi voci del futuro, il Macerata Opera Festival ha presentato a Roma, alla Sala Spadolini della sede del Ministero della Cultura, il cast della 62ª edizione, confermandosi uno degli appuntamenti lirici più autorevoli del panorama europeo.
Il direttore artistico Marco Vinco ha illustrato la visione complessiva del festival e il lavoro che ne è alla base. «Dietro questo festival c’è un grandissimo lavoro che parte dal giorno dopo la chiusura dell’edizione precedente - ha spiegato, ricordando il successo della scorsa stagione e la scelta precisa di ringiovanire gli interpreti -. Abbiamo avvicinato nuovi pubblici e ringiovanito i cast: oltre il 50 per cento dei cantanti di quest’anno è under 35. Ho scelto gli interpreti uno a uno, girando per l’Europa».
Un rinnovamento che passa anche dall’immagine: «Con le grafiche che hanno contraddistinto questa e la scorsa edizione vogliamo dare una nuova veste all'opera, troppo spesso vista come un’arte impolverata. La lirica è una musica forte e deve arrivare a tutti».

Entrando nel dettaglio artistico, Vinco ha presentato i cast che animeranno lo Sferisterio nell’estate 2026, dove si alterneranno voci di riferimento come Piero Pretti, Franco Vassallo e Marco Filippo Romano, accanto a nuove stelle già affermate come Anastasia Bartoli e Ariun Ganbataar, senza dimenticare giovani promesse quali il baritono Grisha Martirosyan. Torna inoltre la marchigiana Marta Torbidoni, oggi tra le voci più interessanti della sua generazione, insieme a Ruzil Gatin, già applauditissimo Conte d’Almaviva al Mof 2022.
Il festival si aprirà il 17 luglio con la nuova produzione del Nabucco firmata dal regista belga Paul-Émile Fourny, con l'Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Fabrizio Maria Carminati. Protagonista sarà il soprano Anastasia Bartoli, Abigaille di forte personalità scenica e vocale, con una voce ricca di colori e acuti svettanti, capace di imporsi anche per «un’immagine moderna e provocatoria, decisamente fuori dalla routine».
Accanto a lei il giovane baritono mongolo Ariun Ganbataar, recente rivelazione al Teatro Regio di Parma, apprezzato per «potenza vocale, proiezione adamantina del suono e gusto nel fraseggio», espressione di una sorprendente tradizione lirica proveniente dalla Mongolia.

Al debutto allo Sferisterio anche il mezzosoprano Laura Verrecchia, reduce da una stagione di prestigio tra Fenice di Venezia, Opera di Roma e Maggio Musicale Fiorentino. Tra i ritorni al MOF figurano il basso Alberto Comes nel ruolo di Zaccaria, il tenore Alessandro Scotto di Luzio come Ismaele e il giovanissimo soprano Alessia Camarin nei panni di Anna.
Dal 18 luglio tornerà in scena la produzione de Il Barbiere di Siviglia firmata da Daniele Menghini, con la direzione musicale di Gianluca Martineghi. Il cast riunisce specialisti del repertorio rossiniano e una rivelazione assoluta come Grisha Martirosyan nei panni di Figaro, vincitore di Operalia, già applaudito a Salisburgo e alla Royal Opera House di Londra, oggi considerato dalla critica «un eccellente Figaro rossiniano».
Il Conte d’Almaviva sarà ancora Ruzil Gatin, mentre Rosina vedrà protagonista il mezzosoprano Raffaella Lupinacci, voce belcantista di solida esperienza rossiniana. Marco Filippo Romano vestirà i panni di Bartolo, mentre Riccardo Fassi tornerà come Don Basilio dopo le affermazioni alla Wiener Staatsoper, Bayerische Staatsoper e Opera di San Francisco. Debutto allo Sferisterio per Giulia Mazzola come Berta e per il giovane baritono Valerio Morelli nel ruolo di Fiorello.
Dal 19 luglio sarà la volta della ripresa de Il Trovatore nella regia di Francisco Negrin, con Dmitri Jurowski sul podio. Un cast di grande solidità vede il tenore Piero Pretti come Manrico, il baritono Franco Vassallo nel ruolo del Conte di Luna, Marta Torbidoni come Leonora e la giovane Sofia Petrovich nei panni di Azucena, artista in costante crescita dopo i recenti debutti all’Opéra di Paris.

Cuore simbolico della stagione sarà infine il 7 agosto con i Carmina Burana di Orff. Sul podio debutterà allo Sferisterio Ramón Tebar, affiancato dalle voci di Ruzil Gatin, Grisha Martirosyan e del soprano spagnolo Sara Blanch, «tra le cantanti più interessanti della sua generazione», in arrivo per la prima volta al MOF direttamente dal Festival di Salisburgo.
Anche nel 2026 il Macerata Opera Festival conferma una comunicazione visiva rinnovata e contemporanea: grazie a un utilizzo calibrato dell’intelligenza artificiale, i protagonisti delle opere diventano eroi di una potenziale saga fantasy, tra cartoon e videogioco. Centrali restano nel progetto le Anteprime Under30, strumenti fondamentali per avvicinare le nuove generazioni alla lirica. Torna anche Sferisterio Scuola, con Rigoletto e il mistero del teatro e Figaro il barbiere dell’allegra fattoria, rivisitazioni dei classici pensate per il pubblico più giovane.
Presenti in sala anche l’assessore alla cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta, la sovrintendente dell’Associazione Arena Sferisterio Lucia Chiatti e il dirigente Rai Stefano Coletta, che hanno portato il loro contributo istituzionale.

In un videomessaggio Giorgia Latini ha definito il MOF «un unicum proclamato evento nazionale, che oggi ha una legge specifica per accedere a risorse dedicate», sottolineando come debba essere sostenuto «per alzare sempre di più il livello» e lodando le iniziative che «avvicinano giovani e ragazzi all’opera».
Katiuscia Cassetta ha ribadito che «il MOF fa da padrone nella proposta culturale della città», frutto di un lavoro sinergico tra istituzioni per valorizzare lo Sferisterio, «un unicum nazionale perfettamente integrato nella rete museale», e ha sottolineato come il festival debba crescere «restando profondamente radicato nel territorio e aprendosi sempre di più ai giovani».
La sovrintendente Lucia Chiatti ha evidenziato come «si parta dalla tradizione per andare verso il rinnovamento», un percorso condiviso e visibile tanto nella scelta dei cast quanto nella comunicazione, rimarcando l’importanza di Sferisterio Scuola e di un’opera «popolare nel senso di universale», sostenuta da una forte attività di inclusione resa possibile dal contributo delle istituzioni pubbliche e private.
A chiudere l’incontro l’intervento di Stefano Coletta, dirigente Rai, che ha sottolineato «la solidarietà corale di tutte le parti che lavorano al festival» e l’impegno costante di maestranze e orchestra «per elevare il livello dello spettacolo», ricordando come l’opera sia anche «un’occasione per scoprire innovazione» e come uno dei compiti fondamentali di chi opera nella cultura sia dare spazio ai talenti che si conoscono meno.


cielo coperto (MC)
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