Per il bene della politica... al Pd provinciale cacciateli tutti!
Il più grande suicidio di massa della storia avvenne in Guyana (Sudamerica) il 18 novembre 1978. Ben 912 persone si tolsero la vita, persuase dal loro guru, Jim Jones che era ormai in procinto di essere arrestato. Jones, quando capì che il suo “regno” era agli sgoccioli, convinse i suoi adepti ad ingerire una fiala di cianuro e quindi a spararsi un colpo di pistola alla testa.
Il senatore del Partito Democratico, Mario Morgoni, all’indomani della disfatta patita alle elezioni provinciali, sta seguendo – politicamente si intende - passo, passo le orme di Jim Jones. Come guru è di gran lunga meno popolare di Jones perché i suoi adepti si fermano a quota 38. Essi adepti però hanno firmato un documento nel quale individuano come colpevoli della sconfitta non già loro medesimi, ma “alcuni sindaci e amministratori del PD” (nella prima stesura, poi edulcorata, si leggevano addirittura i nomi di Carancini, di Fiordomo e Silenzi). Poi i perfidi alleati (Bianchini, Favia e Carrabs) che non hanno rispettato gli ordini tassativi del guru. Quindi il presidente Ceriscioli che improvvidamente ha cercato di tenere unita la sua maggioranza, piuttosto che assecondare le volontà infallibili del guru e dei suoi adepti. Inoltre Antonio Pettinari che si è candidato nonostante la terribile fatwa di Morgoni. Infine tutti quelli di centrodestra che sciaguratamente non hanno votato il candidato del PD come ha fatto invece il bravo Capponi: unico avversario serio e capace di interloquire con la setta. Di conseguenza – si legge ancora nel documento – occorre una verifica immediata in regione. Perché è ovvio che se quelli di centrodestra non votano la Formica e quelli della segreteria PD non sanno fare manco le addizioni, si apre un problema tutto politico. Mancava solo l’ordine di invasione alla Polonia affinché il documento diventasse un serio caso psicopatologico-clinico-forense da tenere sotto controllo con la massima attenzione. A latere, si segnalano le dimissioni del segretario provinciale Novelli, a distanza di dieci giorni dalla sconfitta. Però meglio tardi che mai, che con certi figuri non si è mai sicuri come va a finire.
Tutto questo teatro dei pupi, ovviamente è avvenuto sotto gli occhi sgranati ed increduli di cittadini comuni, molti dei quali alle prese con il post terremoto. Pensate la scena: esterno giorno passano le immagini di distruzione. Carriole di macerie. Volontari e vigili del fuoco che lavorano tutti infangati, vecchi che raccolgono le loro povere cose dentro abitazioni distrutte. In sottofondo salgono voci di persone che litigano sempre più forte. Urlano, insultandosi a squarciagola su di chi sia la colpa della sconfitta ad una elezione di secondo grado. Sono quelli del Partito Democratico della provincia di Macerata. Non tutti, per fortuna. Solo una piccola parte, ma quella più rumorosa che va sui giornali e trascina tutti nel fango mediatico. Evidentemente a costoro degli sfollati che dormono in tenda non gliene frega una beata fava. La loro priorità è la verifica di maggioranza in Regione. Avevo scritto tempo fa che questi comportamenti mi facevano schifo. Sono stato redarguito per il linguaggio pesante che ho usato allora. Oggi ribadisco: mi fanno schifo due volte. Anzi mi fanno proprio vomitare.
Non hanno il senso elementare delle priorità. Ma non mi meraviglio più di tanto. In fondo da una generazione di amministratori cresciuta ad omogeneizzati e video games non ci si può aspettare la percezione del senso delle cose reali. Per loro tutto è virtuale. Anche la realtà che li circonda, specie se si manifesta nella sua brutale crudezza. Si nutrono solo del loro cieco e sordo cinismo. Senza bussola e senza direzione. Si atteggiano a nuova classe dirigente, ma sono capaci solo di impartire ordini da comandanti. Un club esclusivo di frustrati incapaci di dialogare nemmeno con sé stessi. Immaturi che non sanno assumersi in prima persona le loro responsabilità. Il colpevole - come in questo caso - è sempre altrove. Bambini insomma che giocano a fare i politici, quando il loro posto sarebbe sui banchi di scuola. A disegnare al massimo aste e tondi. Una somma di fallimenti generazionali plurimi che si incontra. Si annusa, si piace, si mette assieme e assieme ordisce trame. Ordina. Impone. Mette veti. Dichiara. Scrive. Giudica. Non ascolta. Non legge. Non si informa. Non si confronta. Non media. Non arriva a compromessi. Semplicemente perché ne è del tutto incapace.
Mi chiedo se non gli faccia paura sapere che tra gli amministratori della provincia solo il 33% si riconosce nel campo del centrosinistra. Che i tanto dileggiati loro avversari dell’UDC stanno lì al 27% e dove li hanno affrontati li hanno suonati dovunque. Altro che strumenti di precisione per misurali…
Che se a livello nazionale, nel centrodestra trovassero un vero leader, loro sarebbero spazzati via come paglia in un uragano. Tuttavia piuttosto che tremare davanti a questi numeri e prendere seri e urgenti provvedimenti nei territori, per recuperare credibilità e consensi, non trovano di meglio che costruire il futuro insultando ed insolentendo il prossimo: nella fattispecie sindaci e alleati.
A questo giornale, per dire, non mandano più nemmeno i loro comunicati stampa. Beninteso, sapere che ci detestano è per noi motivo di vanto ed orgoglio che rivendichiamo con forza. Una medaglia che ci appendiamo all'occhiello ed ostentiamo con tronfia immodestia. Non vogliamo avere niente a che fare con questa paccottiglia di umanità varia e talvolta disperata che non trovando meglio da fare si è data, con palese insuccesso, alla politica.
Quello che invece facciamo è un appello a tutte le forza sane del Partito Democratico. Per il bene di tutta la politica: mettete da parte le vostre divisioni e fate fronte comune contro questa esigua minoranza capace solo di strillare contro, ma inadatta a costruire. Cacciateli via subito e poichè sono pericolosi sia per se stessi che per gli altri, metteteli in condizione di non nuocere più.
Lo dico ai vari Comi, Carancini, Fiordomo, Manzi, Silenzi, Montesi e ai tanti che stanno nell'ombra, ma che sarebbero disposti ad impegnarsi in prima persona.
Il tempo dell’attendismo e della tattica, fin qui perseguito, ha prodotto questo mostro di risultato. Ascoltate piuttosto l’appello lanciato da Renato Pasqualetti: c’è un territorio tutto da ridisegnare e una politica tutta da riscrivere. Per questo c’è bisogno di un Partito Democratico forte ed autorevole che sappia confrontarsi con tutti e non di una falange perennemente armata. Peraltro non si capisce bene contro chi...
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