Macerata, Ricci fa il 'pugno chiuso' (di vittoria) con Schlein: "È tempo di cambiare" (FOTO)
Nel cuore di Macerata, a Piazza Vittorio Veneto, si è svolta una delle tappe conclusive della campagna elettorale del centrosinistra. Matteo Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche, è tornato nella città con il sostegno della segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein, per lanciare un messaggio chiaro a pochi giorni dal voto del 28 e 29 settembre: “È tempo di cambiare, è tempo di ridare una speranza ai marchigiani”.
L’incontro si è svolto in un clima partecipato, con l’obiettivo di sottolineare quelle che per il candidato di centro sinistra sono le carenze dell’attuale giunta regionale guidata da Acquaroli e presentare un’alternativa fatta di diritti, servizi pubblici, lavoro e futuro per i giovani.
“Se dopo cinque anni non hai combinato nulla sulle liste d’attesa e sulla sanità – ha detto Ricci dal palco – è ora di cambiare. Non possiamo continuare a sentire giustificazioni e scaricabarile. Se vanno avanti così, per spiegare i problemi della sanità finiranno per dare la colpa a Garibaldi”.
Il candidato ha puntato l’attenzione sulle mancanze della giunta Acquaroli in materia di salute mentale, disabilità, dipendenze e disturbi alimentari: “Temi scomparsi dal dibattito pubblico, che invece devono tornare centrali. Vogliamo rimettere al centro la questione sociale”.
Elly Schlein ha rafforzato il messaggio, sottolineando come il disegno della destra sulla sanità sia “preciso e pericoloso”. “Nelle Marche – ha detto – la gente paga la sanità due volte: prima con le tasse, poi per curarsi fuori regione. Noi vogliamo che la salute sia davvero un diritto, non un privilegio per chi può permetterselo”.
Tra i punti più applauditi, la proposta di introdurre un salario minimo legale, definito da Ricci come una “priorità di giustizia sociale”. “Sotto i nove euro non è uno stipendio, è sfruttamento”, ha dichiarato. Schlein ha aggiunto: “La precarietà genera paura del futuro, e noi dobbiamo combatterla”.
Grande attenzione è stata riservata anche ai giovani. Ricci ha proposto misure per favorire il rientro di chi è emigrato all’estero: “Chi torna, non pagherà le tasse per cinque anni. E per i neolaureati che restano nelle Marche, vogliamo introdurre bonus che li incentivino a restare”.
Sul fronte economico, non è mancata la critica alla recente introduzione della ZES da parte del governo: “Se dopo cinque anni la Regione ha bisogno che il governo nazionale intervenga per stimolare l’economia, significa che qualcosa non ha funzionato. Noi vogliamo aiutare le imprese ad aprirsi a nuovi mercati, non chiuderci con i dazi e la logica del nazionalismo economico”.
Ricci ha parlato anche di cultura e identità, lamentando lo scarso interesse della destra per il patrimonio artistico e culturale della regione: “Siamo la terra di Rossini, Leopardi, Padre Matteo Ricci – e non quello che si candida, ironizza – eppure la cultura viene trattata come un lusso. Va invece valorizzata e comunicata meglio”.
In chiusura, il messaggio è stato netto e condito da un 'pugno chiuso' - in segno di vittoria e scevro da ideologie politiche - rivolto al pubblico: “Se Acquaroli dopo cinque anni si nasconde dietro la maschera di Giorgia Meloni – ha detto Ricci – è la dimostrazione che non c’è un progetto per le Marche. Io invece la faccia ce la metto, e non mi nascondo. Andiamo a vincere, per dare una speranza vera a questa terra”.
Commenti