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Caldarola, colpi di pistola nell’ufficio del vice sindaco. La minoranza: "Risposte che convincono solo in parte"

Caldarola, colpi di pistola nell’ufficio del vice sindaco. La minoranza: "Risposte che convincono solo in parte"

L'attesa seduta del Consiglio Comunale di Caldarola andata in scena nella serata di martedì 29 settembre è stata caratterizzata dalla risposta del primo cittadino Luca Giuseppetti in merito all'interrogazione presentata dai membri della minoranza sui due colpi di pistola esplosi dal vice sindaco di Caldarola Giovanni Ciarlantini lo scorso 31 luglio, all’interno del suo ufficio, attualmente spostato provvisoriamente in un container (leggi qui).

Nella sua risposta Giuseppetti ha sottolineato come Ciarlantini abbia operato col fine di effettuare le opportune verifiche sulle armi riconsegnate dal comandante della Polizia Municipale Giancarlo Cecchini in occasione del suo pensionamento: compito affidatogli da lui stesso. Un'operazione avvenuta all'interno del suo ufficio, in orario di chiusura e con porta chiusa a chiave. 

"Le armi erano state riconsegnate con il caricatore inserito" ha sottolineato il sindaco, che ha aggiunto come Ciarlantini, in quanto delegato, abbia "effettuato le operazioni di scarico per renderle inoffensive". Il vicesindaco ha, pertanto, provveduto allo scarico di una prima arma, avvenuto con successo. 

Al momento delle operazioni di scarico delle seconda arma, invece, "sono stati esplosi due colpi d'arma da fuoco, relativi ai proiettili lasciati indebitamente nel caricatore - ha puntualizzato il sindaco Giuseppetti -. I colpi, esplosi in maniera del tutto involontaria e con l'arma rivolta verso il terreno, non sono usciti verso l'esterno, hanno provocato un lieve danneggiamento alla struttura, che lo stesso vicesindaco a sue spese ha provveduto a riparare". 

La risposta del primo cittadino ha convinto soltanto in parte la minoranza. "Restano ancora delle questioni irrosolte - chiariscono dall'opposizione -, alcuni elementi fondamentali non sono stati trattati". 

Anzitutto tra i banchi della minoranza restano molte le perplessità legate alla mancata comunicazione tempestiva dell'episodio: "A fatto avvenuto non si è proceduto immediatamente a dare un’informativa in merito ed eventualmente a prendere i provvedimenti necessari nei confronti dei soggetti attivi del fatto, non dando nessuna notizia né ufficiale né ufficiosa si è voluto far passare l’avvenuto come di poca rilevanza".

"Il vicesindaco, anche se avente delega alla Polizia Municipale - proseguono i consiglieri di minoranza - non era tenuto a maneggiare le armi e soprattutto a procedere alle operazioni di scarico delle stesse all’interno degli uffici comunali, ma soltanto riconsegnarle nello stato originale alla stazione dei Carabinieri".

Altro elemento dirimente riguarda la pericolosità degli spari esplosi dal vicesindaco: "Il fatto che abbia operato a porta chiusa nel container, non in orario di apertura, non significa che abbia tutelato la pubblica incolumità in quanto il Comune è dislocato in un area vicina a giardini pubblici, ed è attraversato da percorsi interni pedonali liberi tra i container stessi. Per cui avendo le pallottole la possibilità di attraversare quel tipo di pareti, potevano offendere sia gli impiegati presenti in stanze vicine, sia i passanti casuali". 

"Rimane da chiarire infine se nella riconsegna delle armi alla stazione dei Carabinieri, sia stato comunicato l’evento dei colpi esplosi agli stessi, fatto rilevante anche per la conta delle munizioni effettivamente riconsegnate dal Vigile uscente" concludono gli esponenti della minoranza.

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