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Banchetto in onore della Dea Salus all'anfiteatro di Urbisaglia: successo per "Geminiadi"

Banchetto in onore della Dea Salus all'anfiteatro di Urbisaglia: successo per "Geminiadi"

È stato un evento straordinario che è andato sold out con oltre 200 ospiti, quello che il 30 agosto ha animato il magnifico scenario dell'anfiteatro romano di Urbisaglia: "Geminiadi – Banchetto alla Dea Salus", accogliendo persone provenienti da ogni parte delle Marche, oltre a turisti stranieri. Tra gli ospiti i sindaci di Urbisaglia Riccardo Natalini, di Tolentino Mauro Sclavi, di Loro Piceno Robertino Paoloni, di Colmurano Mirko Mari.

L'evento è stato organizzato dal comune di Urbisaglia in collaborazione con la direzione regionale Musei Marche, nell’ambito di un accordo di valorizzazione firmato dai due enti, e con Locanda Le Logge, Lama Eventi, l'associazione Gli Stronati, Nova Bellatores. ll nome Geminiadi è stato un omaggio ad un illustre cittadino della Urbs Salvia romana, Gaio Fufio Gemino, cui si deve la costruzione del teatro ed altri importanti monumenti.

 Il banchetto alla Dea Salus è stato un menu indietro nel tempo, curato dallo chef Andrea Tombolini con sua madre Natalina Mari, sulla base delle ricette tratte dallo studio degli autori Apicio, Catone e Columella. Tutti gli ospiti hanno indossato tuniche bianche, e prima, durante e dopo il banchetto, ci sono state visite guidate ed esperienze didattiche, lotte tra gladiatori, scene di vita cittadina romana con discorsi dei senatori, danze e musica.

 Ecco il menu del banchetto:

- "Gustatio": buffet con antipasti romani composti da Moretum (pecorino con erbe aromatiche), Pane depsticium (focaccia di farro) ed Epityrum (pasta di olive); Pullum numidicum (pollo arrosto); Farcimina (salsiccia apiciana); Sala cattabia (panzanella); Cicer, lentculanl et lupinum (Ceci, lenticchie e lupini); Patina lactuce (frittata con lattuga); Arista di maiale con salsa per lesso (la traduzione è incerta), Placenta (millefoglie con formaggio, miele ed alloro) e Globulos (formaggio fritto con miele e semi di papavero).

- “Prima Cena”, come i romani chiamavano il primo piatto, è “Puls, conchicia apiciana" (polenta di farro con sugo di piselli e maiale)

- "Altera Cena, Porcellus flaccianus gustum de praecoquis" (arrosto di maiale con salsa di albicocche)

- "Seconda mensa, Tyropatinam" crema romana realizzata per l'occasione dal maestro pasticcere Roberto Cantolaqua.

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