C'è un'Italia appassionata e apprezzata nel mondo, che produce ricchezza puntando su qualità e innovazione. Un’Italia di cui essere orgogliosi di cui spesso, però non c’è piena consapevolezza. Il rapporto i.t.a.l.i.a.2017 – geografie del nuovo made in italy realizzato da Fondazione Symbola, unioncamere e dalla Fondazione Edison di Marco Fortis, presentato a Treia nella sessione di apertura del xv seminario estivo di symbola, nasce per raccontare questa parte del paese. Un rapporto che è arrivato alla sua terza edizione ed ha il patrocinio dei ministeri degli affari esteri, dello sviluppo economico, delle politiche agricole, dei beni e delle attività culturali e del turismo, dell'ambiente e che ci porta in viaggio tra i tanti talenti e le eccellenze italiani.
Scorrendo le pagine della ricerca scopriamo che l'italia sa essere innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente. Soprattutto sui mercati globali. Tanto che nel triennio 2014-2016 le nostre esportazioni sono cresciute di 26,7 miliardi di euro, seconda migliore performance in valore assoluto tra i 4 maggiori paesi dell’eurozona dopo la germania. Facendo guadagnare, nel 2016, alla nostra bilancia commerciale un nuovo surplus record con l’estero: 51 miliardi di euro. Da record anche il surplus commerciale manifatturiero, quello dell’italia è infatti il quinto al mondo - con 90,5 miliardi di euro al 2016 - dietro alla Cina, alla Germania, alla Corea del Sud e al Giappone. Performance sostenute da migliaia di imprese medio-grandi, medie e piccole che ci fanno competere sui mercati globali grazie alle capacità di essere flessibili, attive in tanti campi diversi e di operare con modalità quasi ‘sartoriali’. I fattori vincenti del made in italy si confermano essere la creatività, l’innovazione, il design, la diversificazione e la propensione a realizzare beni quasi “tailor made” per i clienti, anche in settori hi-tech come la meccanica o i mezzi di trasporto. Anche Per questo l’italia esprime 844 prodotti da record per saldo commerciale attivo con l’estero. Un Risultato di tutto riguardo, raggiunto grazie a una scelta decisa sulla qualità.
Apre il rapporto un’indagine condotta di ipsos sull’immagine e l’attrattività del bel paese in 19 stati, inclusa l’italia. L’analisi evidenzia come a livello globale il nostro paese rimanga uno dei più apprezzati al mondo, capace di infondere un senso di appartenenza collettivo. Siamo il primo paese al mondo nella top list delle vacanze più desiderate. L’Italia è terza, dopo stati uniti e gran bretagna, per livello di notorietà tra gli intervistati. La conoscenza del nostro paese si fonda su più aspetti: è noto l’immenso patrimonio culturale e architettonico, sono molto note e apprezzate la competenza, creatività e unicità della moda, così come molto apprezzata è l’enogastronomia. Ma lo sono anche l’apertura, la tolleranza e l’attenzione verso l’ambiente. Anche se gli italiani hanno una percezione di sé molto inferiore rispetto a quella che all’estero si ha del nostro paese.
Del resto, come ha scritto Edison, uno che di sfide se ne intendeva, “se fossimo ciò che siamo capaci di fare,rimarremmo letteralmente sbalorditi.”
“c’è un’italia - commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - in grado di parlare al mondo con i suoi talenti, la sua creatività, il suo territorio, la sua bellezza. Capace con le sue energie migliori di affrontare a testa alta le sfide per il futuro a partire da quelle del clima, di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo, della ricostruzione delle aree terremotate. Troppo spesso questo paese non ha piena coscienza delle proprie potenzialità. Tanto che è una delle nazioni al mondo in cui è maggiore la forbice tra percezione interna, spesso negativa, e percezione esterna positiva e favorevole. Un’italia che fa l’italia può essere protagonista insieme all’europa delle grandi questioni aperte che abbiamo di fronte”.
“l’italia è percepita come un bouquet di eccellenze di prodotti, di brand e di territori”. È quanto afferma il segretario generale di unioncamere Giuseppe Tripoli. “In sette anni le nostre esportazioni sono cresciute significativamente (+43%) e per saldo commerciale su quasi mille prodotti siamo leader nel mondo o nelle primissime posizioni. Da oltre dieci anni, inoltre, l’italia è in vetta per pernottamenti di turisti non europei (60 milioni di notti). E possiamo fare di più per sfruttare il nostro potenziale. Ci sono almeno 70 mila imprese potenzialmente esportatrici che potrebbero varcare i confini nazionali perché hanno tutte le carte in regola per farlo. Il digitale è un moltiplicatore di esportazioni e di innovazione e cresce quotidianamente il numero delle imprese che comincia a utilizzarlo grazie anche a industria 4.0. Ogni impresa in più che comincia a utilizzare l’e-commerce raddoppia il fatturato. E sono ancora tantissime quelle che non l’utilizzano. Sono questi i campi – conclude- sui cui le camere di commercio stanno lavorando”.
Le eccellenze italiane competitive nel commercio con l'estero.
L’italia vanta 844 prodotti, su un totale di 5.117, classificatisi primi, secondi o terzi al mondo per saldo commerciale attivo con l’estero, per un valore complessivo di 161 miliardi di dollari.
Più nel dettaglio, il nostro paese vanta 210 prodotti medaglia d'oro a livello mondiale per saldo commerciale, eccellenze che ci fanno guadagnare 51 miliardi di dollari. I nostri prodotti che si classificano al secondo posto nel mondo per saldo commerciale sono invece 344 e fruttano 68
Miliardi di dollari. Le medaglie di bronzo dell'export italiano sono invece 290 prodotti e valgono un saldo commerciale complessivo di 42 miliardi.
Industria, i settori competitivi e la forza dei distretti
La forza del made in italy è alimentata anche dai distretti industriali le cui esportazioni, dopo essere crollate vertiginosamente a fine 2009 in seguito alla recessione economica, hanno messo a segno in sette anni una crescita in valore assoluto pari a circa 30 miliardi di euro: riuscendo non solo a recuperare i livelli pre-crisi ma a portarsi abbondantemente al di sopra di essi. Nel complesso degli 844 prodotti in cui l’italia sale sul podio, 367 appartengono al comparto della automazione-meccanica-gomma-plastica e generano un saldo attivo di 81 miliardi di dollari; 247 appartengono all’abbigliamento-moda e danno origine a un surplus di 33,4 miliardi di dollari; 63 prodotti rientrano nel comparto degli alimentari-vini, con un saldo attivo di 19,4 miliardi; 41 prodotti appartengono all’arredo-casa e generano un avanzo commerciale di 14,6 miliardi. I rimanenti 126 prodotti che generano un surplus di 12,5 miliardi di dollari non appartengono a nessuna delle 4 a (alimentari-vini, abbigliamento-moda, arredo-casa e automazione-meccanica-gomma-plastica).
Aiuta il made in italy anche la scelta della sostenibilità: oltre il 26% delle nostre imprese durante la crisi hanno scommesso sulla green economy e sono quelle che hanno le performance migliori su occupazione, innovazione ed export.
Il turismo continua ad essere una delle principali leve di attrazione del nostro paese e il contributo diretto del turismo al prodotto interno lordo dell’italia, secondo i dati elaborati dal world travel and tourism council (wttc), ammonta nel 2016 a oltre 77 miliardi di dollari (pari al 4,6% della produzione nazionale), mentre se consideriamo le ricadute dirette e indirette (prodotti e servizi intermedi, spesa pubblica, investimenti, ecc.) l’intero comparto “viaggi e turismo” arriva a rappresentare l’11,1% del pil, pari a circa 186,1 miliardi di dollari. Le stime per il 2017 indicano un ulteriore incremento del 2,6% per i contributi diretti e del 2,7% per quelli totali.
Più che dal numero di arrivi, un ritratto fedele delle performance del settore viene fornito dai pernottamenti. Ebbene nel 2015 l’italia si conferma il primo paese dell’eurozona per numero di pernottamenti di turisti extra europei, con oltre 60 milioni di notti (+5,3% rispetto all’ultima rilevazione), saldamente davanti a spagna (43 milioni) e francia (40 milioni), che nello stesso periodo calano rispettivamente del 3,4% e dello 0,2%. E nel 2015, a fronte di un aumento delle presenze straniere nel nostro paese del 3,1%, nei piccoli comuni tale crescita è stata dell’8,7% e per il 2016 si attendono dati migliori.
Agroalimentare, un settore vocato alla qualità
La nostra agricoltura è fra le più sicure al mondo: siamo il paese con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici, inferiore di quasi 3,2 volte rispetto alla media europea e di oltre 12 volte quella dei prodotti extracomunitari. L’italia non ha rivali per numero di imprese che
Operano nel mondo biologico: su circa 327 mila aziende biologiche in tutta europa, nel nostro paese ce ne sono 60 mila; in francia 42 mila, in germania e in spagna circa
38 mila ciascuna. In particolare, tra le aziende biologiche che svolgono attività di coltivazione in europa, una su cinque è italiana.
È anche per questo che il settore detiene il primato in europa per valore aggiunto, con una quota che, nel 2016, rappresenta il 16% del totale dell’unione europea. Siamo secondi al mondo nell’export di vino (circa 20,6 milioni di ettolitri) dopo la spagna, e sempre secondi per valore delle esportazioni (5,6 miliardi di euro) dopo la francia.
L’italia è inoltre il paese con il maggior numero di riconoscimenti dell’unione europea per le specialità agroalimentari e in particolar modo per i vini: più di un prodotto certificato su 4 è italiano (in particolare una specialità alimentare su 5 e un vino su 3). I prodotti alimentari italiani a denominazione di origine e a indicazione geografica sono 291, di cui 166 dop e 125 igp a cui si aggiungono anche 2 stg. Nel comparto del vino l’italia conta 523 riconoscimenti, di cui 405 dop e 118 igt.
Il terzo settore
Nella produzione ed erogazione di servizi il nostro paese non raggiungerebbe mai l'attuale grado di welfare se non potesse contare sul contributo della variegata galassia del terzo settore. In italia sono oltre 6,6 milioni coloro i quali si impegnano in maniera gratuita per gli altri. Un piccolo “esercito” della solidarietà che, in questo momento storico, contribuisce a mantenere coese le comunità, ad attutire le disuguaglianze e a far fronte anche alle emergenze, non ultima quella del terremoto, in cui il supporto della protezione civile, con i suoi circa 800 mila volontari, è stato fondamentale.
L’italia è seconda in europa, dopo la francia, per incidenza di addetti dell’economia sociale sul totale dell’economia, con l’8,8%. All’interno di questa classifica, l’italia si caratterizza, rispetto ai suoi competitor europei, per una prevalenza degli occupati delle cooperative, che rappresentano il 65,9% del totale degli addetti italiani dell’economia sociale, a dimostrazione della rilevanza che la dimensione produttiva del terzo settore ha nel nostro paese. L’italia è inoltre l’unico paese europeo a contare più di un milione di cooperative, contro le 860 mila della germania, le 528 mila della spagna, le circa 308 mila della francia e le 222 mila del regno unito.
Innovazione e ambiente
L'italia è quarta in europa per spesa in ricerca e sviluppo e settima tra i paesi ocse dietro stati uniti, giappone, germania, francia, corea del sud e regno unito. In valori assoluti, la nostra spesa per ricerca e sviluppo nel 2014 è stata di 22.291 milioni di euro.
l’italia rimane uno dei paesi a maggior capacità innovativa grazie ad imprese che mostrano una spiccata attitudine all’innovazione. Nel panorama comunitario, infatti, l’italia si conferma seconda per numero di imprese innovatrici con almeno dieci addetti (54.458).
Sia per l’innovazione di prodotto che per l‘innovazione di processo il nostro paese ha performance migliori rispetto alla performance comunitaria. Nell’analisi delle innovazioni di prodotto, poi, si
Evince come le imprese italiane, riescono a introdurre innovazioni radicali in maniera più diffusa (62,8% delle innovatrici di prodotto contro una media comunitaria oltre dieci punti inferiore). Solo in francia, tra i principali paesi comunitari, si registra una quota analoga a quella italiana.
a fine marzo 2017 il numero di start-up innovative iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012 è pari a 6.880, in aumento di 135 unità rispetto alla fine di dicembre (+2%). Le start-up rappresentano lo 0,43% delle 1,6 milioni di società di capitali attive in italia (a fine dicembre l’incidenza del fenomeno era pari allo 0,42%).
Arte e cultura, un settore strategico e trainante
Fanno parte del sistema produttivo culturale e creativo (tra industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico, performing arts e arti visive, imprese creative-driven) oltre 414mila imprese, il 6,8% del totale delle attività economiche nazionali. Queste, insieme alla componente pubblica e al prezioso supporto del terzo settore, danno lavoro a 1,5 milioni di persone, il 6,0% del totale degli occupati.
Nel 2016 il sistema produttivo culturale e creativo ha prodotto un valore aggiunto pari a 89,9 miliardi di euro (circa 1,6 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente), corrispondenti al 6% della ricchezza complessivamente prodotta dal paese, e attivato nel resto dell'economia altri 160 miliardi. In tutto fa 250 miliardi: il 16,7% del totale. Confermata la crescita in segmenti tradizionali che incrociano cultura e produzione, come il design: in europa un designer su cinque parla italiano; sulle 32 categorie aggregate previste nella classificazione del registered community design, lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale, in 22 casi ci collochiamo tra i primi tre paesi per numero assoluto di brevetti conseguiti.
Si sono conclusi nei giorni scorsi i corsi di Specializzazione per Estetiste organizzati da Confartigianato Imprese Macerata, attraverso il suo ente di formazione Imprendere srl.
Con la frequentazione dei corsi ed il superamento dell’esame, le neo estetiste che hanno superato il corso di specializzazione, che rappresenta il punto di arrivo nella formazione professionale del settore, potranno ora avviare un’attività in proprio, sia a livello individuale che in altre forme di associazione.
Questi gli insegnamenti effettuati nel corso: accoglienza e orientamento, comunicazione, sicurezza sul lavoro, problem solving, nozioni di gestione aziendale, tecniche di mercato, nozione di disciplina di settore negli altri stati, disciplina previdenziale tributaria e contrattuale, cosmetologia, dermatologia, dietologia, utilizzo delle apparecchiature elettromeccaniche, cognizione di informatica, laboratorio di estetica, stage aziendale.
Le nuove artigiane estetiste che hanno ottenuto l’attestato di specializzazione sono: Sara Borroni, Vanessa Cericola, Gessica Ciarpella, Valentina Ercoli, Martina Fava, Ester Fineschi, Lucrezia Gattari, Eleonora Giovanelli, Camilla Massimiliani, Svitlana Matveyenco, Serena Michitti, Gloria Moscatelli, Elisa Pettinari, Michela Pieristè, Mara Procaccini e Desirè Romagnoli.
Si ricorda che sono aperte le iscrizioni ai prossimi corsi di qualifica e specializzazione per estetista, che si terranno a partire da Settembre 2017.
Per informazioni: Tel. 0733.366885 e - mail: formazione@macerata.confartigianato.it
“Con l’approvazione del Decreto legge per i Compro Oro e la stretta significativa sulle loro attività, in particolare sull’uso dei contanti, – dichiara Giuseppe Verdenelli, Presidente Regionale Orafi di Confartigianato Imprese - ci saranno contestualmente gravi conseguenze per le nostre gioiellerie e laboratori orafi, che comunque non hanno come attività principale la compravendita di ori usati”.
Confartigianato Imprese Macerata, a tutela dei propri associati, vuole lanciare un segnale d’allarme e puntare l’attenzione sulla delicata questione dell’antiriciclaggio e del relativo Decreto legge che, senza le opportune modifiche, andrà a danneggiare le oltre 80 attività della provincia maceratese, sulle quasi 400 imprese del territorio regionale.
Il Decreto, che interviene sulla già vigente Legge di delegazione europea n.170/2016 (art. 15 - comma 2, lettera I), prevede che ogni attività di preziosi al dettaglio, compreso quindi anche chi, ad esempio, cambia un moschettone ad un bracciale o trasforma un gioiello, dovrà iscriversi al Registro nazionale dell’OAM-Organismo Agenti e Mediatori, non ancora attivo.
Oltre a comunicare i dati del cliente attraverso il Registro, le attività dovranno aprire un conto corrente dedicato solo alle transazioni relative alla compravendita di oggetti usati e segnalare, a loro discrezione, le operazioni sospette.
“E’ inconcepibile pensare di equiparare gioiellerie e laboratori artigiani con attività commerciali che fanno esclusivamente compravendita, ovvero i Compro Oro – prosegue Verdenelli. Obbligare ad aprire nuovi conti correnti e registrare ogni singola operazione, anche semplici riparazioni o trasformazioni, renderà impossibile lo svolgimento del nostro lavoro. Giuste le severe regole per la permuta o il ritiro di oggetti dai privati, ma queste non possono e non devono essere applicate anche alle piccole operazioni di trasformazione di oro e preziosi”.
Confartigianato ritiene quindi necessari immediati chiarimenti sulle norme contenute nel Decreto Legislativo 92/2017 che penalizza fortemente l’intero settore orafo, in particolare le micro imprese, senza distinzione alcuna.
“Il nostro comparto artigianale orafo è decisamente favorevole a sostenere interventi che vadano a presidiare e prevenire azioni illecite, - conclude Giuseppe Verdenelli - purché però esse siano in linea con le effettive caratteristiche delle varie attività svolte dal nostro settore e con le esigenze degli operatori del comparto”.
“Purtroppo questo Decreto Legge non tiene affatto conto delle peculiarità delle singole attività artigianali e dell’indispensabile distinzione fra i soggetto coinvolti – afferma il Responsabile del comparto di Confartigianato Imprese Macerata, Paolo Capponi.
L’Associazione, come già avvenuto ad inizio anno, ribadisce l’importanza di modificare le norme di questo Decreto riguardanti l’attività degli artigiani orafi e le relative limitazioni da valutare nell’ambito della contrattazione. Chiediamo quindi con urgenza che venga istituito un ulteriore confronto nazionale con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le altre Associazioni di categoria coinvolte, proprio per illustrare le preoccupazioni evidenziate dai nostri associati e spiegare dettagliatamente le incongruenze del Decreto”.
Il risparmio postale resta un punto di riferimento in provincia di Macerata: secondo l’analisi dei dati relativi alle sottoscrizioni è in continuo aumento la richiesta di Libretti e Buoni Fruttiferi Postali.
Alla fine del 2016 i libretti postali sottoscritti negli uffici del Maceratese risultavano aver superato le 157 mila unità e l’aumento nella raccolta risparmio si spiega in ragione del ruolo fondamentale che Poste Italiane gioca sul territorio. Il successo del Libretto nella provincia maceratese è dovuto al fatto di essere un investimento garantito dallo Stato italiano, considerato quindi sicuro, e di essere un prodotto accessibile in ognuno dei 94 uffici dislocati in provincia.
Inoltre a tutela del risparmiatore, i pensionati che hanno richiesto l’accredito della pensione sul libretto e la carta, usufruiscono di un plafond assicurativo: la somma prelevata presso gli Uffici Postali o dagli Sportelli Automatici (sia postali che bancari) è coperta, infatti, nelle 2 ore successive, fino a 700 euro all’anno.
In tutti gli uffici postali sono attualmente sottoscrivibili due nuove offerte: Supersmart, rivolta ai titolari di libretto Smart, e il buono fruttifero a tre anni plus, che rappresentano una proposta di investimento che garantisce un rendimento interessante in relazione all'attuale andamento dei tassi di mercato.
INSERZIONI DI RICERCA DEL PERSONALE – Confindustria Macerata 05/07/2017
INSERZIONE cod. Conf 54
Confindustria Macerata ricerca per azienda settore calzature della provincia di Macerata ORLATORI / ORLATRICI con esperienza (cod. annuncio Conf 54).
Inviare il CV, con espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità’ alle disposizioni del D.Lgs 196/2003, via e-mail a: srp@confindustriamacerata.it, specificando il codice dell’ annuncio
Il presente annuncio é rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.
INSERZIONE cod. Conf 55
Confindustria Macerata ricerca per azienda settore calzature della provincia di Macerata ADDETTI AL FINISSAGGIO CALZATURE con esperienza (cod. annuncio Conf 55)
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INSERZIONE cod. Conf 56
Confindustria Macerata ricerca per azienda settore calzature della provincia di Macerata ADDETTI nelle lavorazioni di SPIANATURA delle calzature con esperienza (cod. annuncio Conf 56).
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Confindustria Macerata ricerca per azienda produttrice di fondi per calzature un RESPONSABILE DELLA MANUTENZIONE (cod. annuncio Conf 57). Si richiede laurea ingegneristica, titolo preferenziale laurea in ingegneria meccanica.
Inviare il CV, con espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità’ alle disposizioni del D.Lgs 196/2003, via e-mail a: srp@confindustriamacerata.it, specificando il codice dell’ annuncio
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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma Cgil Cisl Uil Marche e Fp Cgil Cisl Fp UilFpl:
"Cgil Cisl Uil Marche, d’intesa con le relative categorie del pubblico impiego, hanno siglato oggi con la Regione Marche l'accordo sui Centri Pubblici per l'Impiego. La firma arriva dopo un lungo confronto con gli assessori regionali Bravi e Cesetti, nel giorno della mobilitazione nazionale - con presidio #emergenzaCpi presso il ministero del Lavoro - dalle ore 14 di oggi a Roma. L’intesa siglata detta le priorità a partire dalle istanze e i bisogni dei lavoratori dei 13 Centri presenti nelle Marche e l'urgenza di riorganizzare e potenziare il servizio necessario per esercitare quel ruolo fondamentale di sostegno per lavoratori e lavoratrici, giovani, occupati e disoccupati della nostra regione. Cgil Cisl Uil Marche con Fp Cgil Cisl Fp UilFpl, in attesa delle risposte nazionali esprimono 'soddisfazione per la condivisione di un percorso che impegna da oggi il governo regionale alla stabilizzazione del personale e sulla riorganizzazione dei servizi investendo sull'omogeneizzazione delle attività dei centri per l’impiego, in termini di garanzia di qualità ed efficienza, sulla valorizzazione, formazione e riqualificazione del personale, sull'informatizzazione e sulla logistica delle sedi, sul rafforzamento della collaborazione dei servizi pubblici con i servizi privati, in una logica di collaborazione e integrazione'.
I centri per l'Impiego in questo senso sono, infatti, asse portante delle politiche attive finalizzate all'inclusione lavorativa in un territorio come quello marchigiano ancora duramente provato dalla crisi, aggravata dal terremoto nelle aree colpite, e sollecitato a realizzare nuovi modelli di sviluppo per cui l'azione di formazione, orientamento e sostegno lavorativo risulta fondamentale. 'Per questo l'investimento sui Centri per l'impiego non è più procrastinabile pur tenendo conto di un quadro nazionale ancora molto confuso e incerto riguardo le competenze e gli assetti istituzionali, nonché la carenza di risorse, tanto che i sindacati confederali e di categoria, continuano la loro mobilitazione nei confronti del Governo. L'intesa siglata oggi impegna il governo regionale a cercare con il ministero del Lavoro una soluzione per la stabilizzazione del personale a tempo determinato'. E su questo Cgil Cisl Uil non abbasseranno la guardia".
A un anno dalla sua investitura, il 28 giugno 2016, come presidente di Confindustria Macerata, Gianluca Pesarini ha voluto fare il punto, insieme al direttore Gianni Niccolò, delle attività svolte durante un incontro con la stampa che si è tenuto ieri mattina, 30 giugno, presso la sede di Confindustria in via Weiden.
“Scalare la cima di una montagna e metterci la bandierina è un’impresa. E questo è per noi fare impresa” ha chiarito Pesarini, che ha spiegato come sia fondamentale avere passione e positività per fare un buon lavoro.
Durante l’incontro è stato proiettato un video riassuntivo del suo operato. Tra gli obiettivi del programma Pesarini, l’industria 4.0 e l’internazionalizzazione, che sono le sue priorità: “L’industria è il motore pulsante del sistema economico, ma deve ancora crescere e - ha aggiunto - il mercato appetibile per il Made in Italy deve essere l’Europa”.
“Abbiamo il dovere sociale di far crescere sul nostro territorio il Made in Italy - ha spiegato Pesarini - siamo la seconda potenza europea, nonostante global tax, costo del lavoro e dell’energia pesano del 30% in più ai nostri imprenditori”.
Il presidente ha sottolineato poi il ruolo della formazione di personale specializzato e qualificato per potersi distinguere in un mercato sempre più spietato: “La nostra provincia ha due grandi poli universitari, Camerino e Macerata - ha affermato - e poi c’è l’Istao con il master di alta formazione”. Un modo per investire nelle risorse del proprio territorio e sapersele tenere strette.
In programma, nuovi servizi per le imprese che riguardano ricerca, selezione, mappatura del personale a cui si affianca il progetto Pleiades: “Un portale - ha spiegato il direttore Niccolò - che favorirà la comunicazione e la collaborazione tra le varie aziende”.
Pesarini ha poi parlato di sisma: “Confindustria è stata vicina al territorio ed è consapevole che andrà ridisegnato con nuovi insediamenti produttivi nell’entroterra”.
Sarà ricordato come un grande giorno per il Terziario. Oggi è stato infatti il giorno dell’Assemblea Pubblica 2017 Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali, l’Organizzazione pluriterritoriale che opera nelle province di Ancona, Macerata e Fermo. L’evento è stato celebrato nella prestigiosa Sala Raffaello della Regione Marche, gremita di imprenditori, autorità, istituzioni e politici, rappresentata per l’occasione dal presidente Luca Ceriscioli che ha chiuso i lavori.
Prima dell’inizio ufficiale è stata letta una missiva di saluto inviata dal Presidente Nazionale Confcommercio Carlo Sangalli nella quale si congratula “per la redazione del primo Bilancio Sociale” che “rappresenta un valore aggiunto del nostro impegno quotidiano, ricomponendo il mosaico di un territorio come quello di Marche Centrali, profondamente segnato dal sisma, dimostrando così di non arrendersi e di sfidare il futuro”. Dopo la lettura della lettera di Sangalli uno dei momenti più emozionanti dell’Assemblea con la premiazione, con una targa, della Macelleria di San Ginesio, di Eraldo e Giuseppina Bordi, che è stata fortemente danneggiata dal terremoto e che ha riaperto grazie all’aiuto di Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali che ha sostenuto la riapertura grazie all’acquisto di un modulo.
Nel cuore della manifestazione poi con il presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali dott.Giacomo Bramucci che ha tenuto un’apprezzata ed applaudita relazione nel corso della quale ha individuato il contesto nel quale opera l’Organizzazione “che rappresenta il Terziario di Mercato – le sue parole –, uno degli assi fondamentali e strategici dell’economia e della società marchigiana e cioè il Commercio, il Turismo, i Trasporti, la Logistica e Logistica Portuale, i Servizi alle Imprese ed alle Persone, le Professioni e l’Intermediazione”.
“Il Terziario di Mercato – ancora Bramucci –, identifica il 44,1% delle Imprese delle Marche (75.976 imprese al 31.12.2016) che rappresentano circa il 55% dell’occupazione. Questi sono i numeri, numeri che parlano chiaro perché identificano il peso dei nostri settori e della nostra rappresentanza. Nonostante la situazione di grave affanno ci sono tante imprese di questi settori che vogliono innovare, rinnovare e investire nella propria azienda. Questi sono i settori che possono crescere e tirare la volata alla ripresa del territorio: abbiamo uno ruolo specifico, una responsabilità che va sostenuta perché noi possiamo dare una sferzata alla crisi della fiducia”.
Chiaro dunque il richiamo di Bramucci a ridare la giusta importanza ai settori che possono permettere la tenuta economica dei nostri territori e alla rappresentanza costituita da Confcommercio Marche Centrali. Bramucci ha chiesto inoltre alla Regione Marche investimenti nel Commercio e ha lodato il buon lavoro fatto dall’ente regionale nel Turismo per ridare ai nostri luoghi la specificità di destinazione turistica dopo gli effetti post sisma.
Il tema terremoto, e l’enorme lavoro fatto da Confcommercio Marche Centrali a sostegno delle Imprese e del territorio, è stato anche toccato nella relazione sul Bilancio Sociale, il primo, a cura del prof.Massimiliano Polacco direttore generale Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali. “Il Bilancio Sociale – ha detto Polacco –, nasce con lo scopo di fornire agli stakeholder un documento di reporting che individui e definisca gli obiettivi e i target di riferimento raggiunti nel corso dell’anno così da consentire un’attività di valutazione delle performance ed introdurre, se necessarie, azioni di miglioramento per il raggiungimento degli obiettivi di interesse per gli stakeholder stessi. Si tratta di uno strumento di grande importanza ed è un ulteriore elemento di innovazione in un’Organizzazione che è in grado di guardare al futuro mantenendo salda la propria mission principale: quella della rappresentanza!”.
Anche il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha voluto guardare avanti e al futuro del territorio che governa e ha voluto sottolineare, complimentandosi con il direttore Polacco, l’importanza della progressione fatta da Confcommercio Marche Centrali in un’ottica di ottimizzazione e di vicinanza agli associati. Ceriscioli ha poi puntato l’attenzione sui fondi “da destinare al Turismo per mantenere una presenza turistica importante nella nostra regione”. “Ci siamo concentrati molto – le sue parole –, sull’aspetto turistico ma vogliamo sfruttare le opportunità offerte in particolare dai fondi europei per sostenere la Micro, Piccola e Media Impresa che è il cuore della nostra economia e ne siamo ben consapevoli. La Regione Marche ha intenzione di investire in maniera straordinaria in questo settore e seguire le richieste che sono state inserite nel documento programmatico di Confcommercio Marche Centrali”.
Grazie a un’iniziativa promossa dall’ACRI in collaborazione con Intesa Sanpaolo a favore delle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal sisma, la Fondazione Carima rende noto che è stato costituito un fondo di garanzia per le PMI dei territori terremotati di 3 milioni di euro, del quale potranno beneficiare anche le aziende della provincia di Macerata.
L’obiettivo è agevolare l’accesso al credito di piccole realtà produttive e commerciali che, soprattutto a causa degli effetti del terremoto, possono avere maggiori difficoltà nell’offrire le necessarie garanzie all’ottenimento di un finanziamento.
Nel dettaglio le micro, piccole e medie imprese di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, titolari di attività già avviate o di nuova costituzione con sede operativa ubicata in uno dei Comuni del cratere sismico, potranno complessivamente ricevere fino a 15 milioni di euro di finanziamenti per investimenti destinati al ripristino o alla riconversione dell’attività aziendale oppure per esigenze di liquidità purché non destinate al consolidamento di passività presso altre banche.
Ciò sarà appunto possibile grazie ad un Fondo di garanzia alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria e costituito presso Intesa Sanpaolo, che finanzierà a tassi particolarmente contenuti fino al 100% dei costi sostenuti dal beneficiario, per un massimo di 30.000 euro.
Le aziende interessate dovranno fare domanda, attraverso apposita modulistica, presso una filiale del Gruppo Intesa Sanpaolo e per conoscenza inviarla anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, cui è stata affidata dall’ACRI la gestione delle risorse del Fondo.
La Banca effettuerà la valutazione circa l’opportunità di concedere il finanziamento e assumerà la necessaria delibera, dandone comunicazione alla Fondazione Carisap.
A garanzia del puntuale pagamento di ogni importo dovuto a titolo di capitale, interessi corrispettivi, interessi di mora e relativi accessori e spese anche legali, ciascun finanziamento concesso dalla Banca sarà assistito da una copertura a valere sul Fondo, di importo pari all’80% del credito vantato dalla Banca.
Questa iniziativa, realizzata in sinergia con l’ACRI e con le Fondazioni associate, – ha dichiarato la Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti – rappresenta un altro passo che la Fondazione di Macerata compie per dimostrare la propria vicinanza, solidarietà e supporto alle comunità terremotate dell’entroterra maceratese, con particolare riferimento alle PMI che ne costituiscono l’humus economico-produttivo.
La Camera di commercio di Macerata intende sostenere la ripresa produttiva dell’area colpita dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 con contributi a fondo perduto, nell’ambito dell'iniziativa del Fondo di solidarietà dell’Unioncamere, al fine di riparare ai gravi danni occorsi ai beni mobili strumentali e alle scorte delle attività produttive industriali, agricole, zootecniche, commerciali, artigianali, turistiche, dei Comuni di cui al cratere sismico della provincia.
La dotazione finanziaria prevista per tale intervento è pari ad euro 763.835,75 e i contributi saranno erogati fino ad esaurimento della predetta somma. Le domande di contributo dovranno essere compilate esclusivamente su apposito modulo allegato al bando pubblicato sul sito www.mc.camcom.it, e sottoscritte in formato digitale dal legale rappresentante del soggetto richiedente e spedite esclusivamente, a pena di nullità, via PEC all’indirizzo cciaa.macerata@mc.legalmaikl.camcom.it
Le domande possono essere trasmesse a partire dalla mezzanotte del 1° luglio 2017 e fino alle ore 24 del 31 dicembre 2017. Saranno escluse le domande spedite prima del termine iniziale e dopo il termine finale. Saranno inoltre escluse le domande pervenute nei termini a partire dal momento in cui saranno esaurite le risorse disponibili.
Per ogni informazione ulteriore si invita a consultare il bando e la modulistica ad esso relativa disponibile sul sito www.mc.camcom.it e a contattare l’ente all’indirsizzo promoziokne#mc.camcom.it
Si è svolto martedì 27 giugno 2017 presso il Cosmopolitan Hotel di Civitanova Marche, l’11° Incoming per i settori Calzatura e Pelletteria organizzato da Confartigianato Imprese Macerata in collaborazione con ICE e Cna.
Gli incontri b2b, tra mattina e pomeriggio, hanno visto la presenza di 13 buyer provenienti da vari Paesi europei ed extra europei, quali Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Ucraina e Russia. Un’iniziativa molto apprezzata sia dagli operatori esteri che hanno avuto la possibilità di conoscere più da vicino le produzioni 100% Made in Italy delle 30 aziende marchigiane e non solo, sia dalle stesse aziende artigiane che, a loro volta, hanno potuto creare nuovi contatti ed instaurare rapporti commerciali per future collaborazioni con l’estero.
“Oggi i buyer hanno l’opportunità di conoscere aziende che sono l’eccellenza manifatturiera nel mondo della calzatura e della pelletteria della nostra Regione - ha dichiarato Moira Amaranti, Presidente Nazionale della Calzatura di Confartigianato Imprese. I buyer manifestano sempre il loro forte interesse per il 100% Made in Italy e gli Incoming sono una grande opportunità per le aziende del nostro territorio, perché permettono di venire a contatto con potenziali clienti esteri e di aprire nuovi mercati. In questo momento, il lavoro sul processo di internazionalizzazione è quello di cui le aziende artigiane hanno bisogno, ed è quello che Confartigianato sta facendo con sempre maggior energia ed investimenti. Contestualmente, ritengo sia fondamentale la promozione del marchio 100% Made in Italy, strumento di difesa delle piccole imprese e del consumatore”.
“I settori della Calzatura e della Pelletteria sono estremamente importanti per la nostra economia – afferma Paolo Capponi, Responsabile dell’Ufficio Export di Confartigianato Imprese Macerata – basti pensare che nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni di Calzature sono state circa 424 milioni. Il comparto Moda rappresenta il 24% dell’industria manifatturiera, con 3.863 imprese Calzaturiere attive nelle Marche. Il 100% Made in Italy è sinonimo di produzioni originali e di altissima qualità – conclude Capponi – caratteristiche ricercate e molto apprezzate in tutto il mondo. Sostenere le piccole imprese artigiane e i loro prodotti d’eccellenza è fondamentale se si vuole dare una mano alla nostra economia e far conoscere l’unicità e la bellezza del prodotto italiano”.
Ricordiamo che il prossimo importante appuntamento per le aziende locali sarà quello con la Fiera “Origin. Passions and Beliefs”, che si terrà dall’11 al 13 Luglio a Milano, in concomitanza con Milano Unica. La Fiera, a cui parteciperanno anche imprese della provincia con le loro collezioni, è pensata per far incontrare il meglio della manifattura italiana del comparto moda e accessori con i decision maker (operations manager, uffici stile) dei top brand del comparto fashion internazionale.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma Adiconsum Marche:
Al via dal 1 luglio, nelle Marche, la stagione dei saldi estivi, che terminerà il 1 settembre prossimo. Certamente i saldi costituiscono un’ottima occasione di incrementare le vendite per i commercianti, ma per i consumatori? Sono ancora un valido strumento per acquistare merce con un buon rapporto qualità/prezzo? Non dobbiamo dimenticare che è una facoltà del commerciante quella di effettuare sconti durante tutto l’anno, molto diffuso ad esempio il fenomeno delle “tessere fedeltà”, che attribuiscono la possibilità di avere prezzi scontati anche al di fuori del periodo dei saldi. Inoltre, è sempre più diffuso il fenomeno dei “pre-saldi”, ossia il meccanismo con cui i negozianti avvisano i clienti affezionati che i saldi per loro iniziano prima, attraverso lettere, e-mail, sms, telefonate e così via. Il rischio, quindi, è che al momento dell’inizio ufficiale della stagione dei saldi i capi migliori saranno già stati venduti e quindi il “popolo dei saldi” si trovi di fronte a veri e propri fondi di magazzino.
L’Adiconsum ritiene che la normativa sui saldi sia orami superata, e che sia dunque il tempo di aprire una stagione legislativa che liberalizzi realmente e progressivamente il mercato in maniera tale che i commercianti si misurino per la loro reale capacità imprenditoriale e non per normative di protezione ormai obsolete. Da considerare, inoltre, che sono sempre di più i consumatori che utilizzano il web per i loro acquisti, o che frequentano gli outlet dove durante tutto l’anno possono trovare prezzi competitivi. Tutto ciò rende certamente meno appetibile il periodo dei saldi, ma per chi volesse approfittarne ecco alcune regole da non dimenticare per evitare brutte sorprese:
Si consiglia sempre di fare un giro qualche giorno prima della data prevista per l’inizio dei saldi per essere sicuri che la merce che si troverà in negozio sia veramente quella di stagione e non un avanzo di magazzino, anche annotando o fotografando il prezzo del capo o del prodotto di nostro interesse, in maniera tale da poter verificare lo sconto effettivamente praticato;
Sull'oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d'origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; se il cartellino non riporta queste 3 informazioni è possibile rivolgersi alla Polizia Municipale, competente per tale violazione;
Se viene indicato un solo prezzo tutti gli articoli che rientrano nella voce reclamizzata devono essere venduti a tale prezzo;
I prezzi pubblicizzati devono essere praticati nei confronti di qualsiasi compratore, senza limitazioni di quantità, fino all'esaurimento delle scorte;
Fate attenzione all'eventuale presenza di merce venduta a prezzo pieno insieme alla merce in sconto;
Nel periodo dei saldi i negozianti che normalmente accettano pagamenti con bancomat o carte di credito ed espongono il relativo logo sono tenuti ad accettare i pagamenti elettronici;
Attenzione ai “saldi fittizi”, cioè quando il prezzo originale indicato sul cartellino viene aumentato, in modo che il prezzo "scontato" resti immutato anche dopo lo "sconto”. Ricordate: il riprezzamento in eccesso del prezzo originale del prodotto da parte dei commercianti costituisce una violazione della legge;
Diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati e non provati, anche se è a discrezione del commerciante consentire o meno di fare provare la merce;
Chi vuole approfittare dei saldi per fare regali faccia attenzione perché il diritto al cambio merce vale soltanto per i prodotti difettosi;
Il cambio dei capi per altri motivi, (es. colore, modello, taglia, ecc..) è a discrezione del commerciante, dietro presentazione dello scontrino fiscale. Adiconsum consiglia quindi, prima di acquistare un capo, di verificare con il commerciante la possibilità di cambiare la merce;
Indispensabile conservare lo scontrino per potere eventualmente cambiare la merce difettosa;
La riduzione dei prezzi non comporta una diminuzione dei diritti di chi compra;
Il commerciante deve cambiare il prodotto difettoso anche in saldo. Se si rifiuta di farlo o non voglia restituirvi i soldi segnalate il caso allo sportello Adiconsum che potrà assistervi.
A Macerata gli imprenditori artigiani lavorano 224 giorni per pagare i tributi e 141 per i propri consumi personali: questo significa che nel 2017 le piccole e medie imprese maceratesi hanno pagato il 61,5% di tasse (Total Tax Rate, cioè peso complessivo del fisco, nel 2016 era il 61,2%), potendo contare su un reddito disponibile pari a 19.256 euro, cioè 126 euro in meno dell’anno scorso e 981 in meno rispetto al 2011.
L’11 agosto 2017 sarà la data da segnare sul calendario: si tratta del Tax Free Day (Giorno della liberazione dalle tasse), in cui si smette di lavorare per il fisco e si inizia a guadagnare per se stessi e la propria impresa.
Sono i dati rilevati da “Comune che vai, fisco che trovi”, il Rapporto 2017 dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle Pmi, che analizza l’andamento della tassazione sulle piccole imprese in 135 città italiane, tra cui tutti i capoluoghi di provincia. La stima è riferita ad un’impresa individuale, con 5 dipendenti, un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e un negozio di 175, con 430mila euro di fatturato e 50mila euro di utili.
In relazione a questi parametri e ai numeri ricavati, Macerata si piazza all’ottantesimo posto nella classifica delle 135 città italiane analizzate dall’osservatorio.
“Nel 2016 il bis dell’anno precedente non c’è stato – commenta il Direttore Generale CNA Macerata Luciano Ramadori - il sensibile calo della pressione fiscale registrato a livello nazionale nel 2015 non ha avuto seguito. I dati riferiti a Macerata fanno registrare una variazione dello 0,3% rispetto al 2016 e anche il giorno della liberazione dalle tasse è il medesimo dello scorso anno, cioè l’11 agosto. Vuol dire che riguardo la pressione fiscale sulle imprese il quadro delineato non è diverso dallo scorso anno, con l’aggravante del sisma che ha complicato una situazione già delicatissima”.
Aggiunge il Presidente Territoriale Giorgio Ligliani: “Le analisi dimostrano che tra i problemi che impediscono lo sviluppo delle imprese italiane c’è l’elevata pressione fiscale complessiva sul reddito. Il problema dell’Italia risiede nella iniqua distribuzione del carico fiscale, tutto a svantaggio delle imprese e, in particolare, delle piccole imprese personali. Per questo CNA ha proposto al governo otto possibili soluzioni volte a ridurre la pressione fiscale garantendo, al contempo, maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro; invertire sensibilmente la tendenza di trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli; usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna”.
Le proposte CNA:
1. Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, utilizzando le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione;
2. Rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa;
3. Rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi, prevedendo delle riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto al reddito ideale suggerito attraverso i nuovi Indicatori sintetici di affidabilità;
4. Trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari;
5. Definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione per non assoggettare i soggetti all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro;
6. Rivedere al più presto i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli periodicamente ai valori di mercato a invarianza di gettito;
7. Agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni di azienda, al pari di quanto è previsto in caso di conferimenti;
8. Evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del reverse change previsti attualmente, lo split payment, la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per le quali sono riconosciute detrazioni fiscali.
Confesercenti Marche, che rappresenta e tutela la rete delle piccole e medie aziende della regione e da sempre è portavoce dello stato di salute dell’economia marchigiana, dopo una serie di incontri con le varie categorie da essa rappresentate, ritiene urgente e inderogabile sollecitare le amministrazioni locali affinché siano più attente all’applicazione e al rispetto delle norme che regolano la legittimità del lavoro onesto e rispettoso delle regole.
In particolare, Confesercenti, attraverso Federagit Marche, ha raccolto le molte testimonianze degli operatori del comparto turistico marchigiano, crollato dopo il sisma del 2016, che lamentano una continua ingerenza nella sfera di loro esclusiva competenza di soggetti non qualificati e non preposti allo svolgimento di professioni turistiche (associazioni, gruppi teatrali, pro loco, volontari, avvocati, architetti, insegnanti e quant’altro) per le quali la legge richiede regolare abilitazione e il rispetto di un regime fiscale ben preciso.
Nonostante le molte segnalazioni circa la presenza di situazioni di irregolarità che puntualmente Federagit Marche/Confesercenti Marche invia alle amministrazioni comunali e nelle quali si sollecita un maggiore e rigoroso controllo del territorio per cui la legge prevede sanzioni amministrative a favore dei comuni, l’esercizio abusivo delle professioni turistiche nelle Marche sembra essere diventato una norma paradossalmente patrocinata dagli stessi comuni.
Sostenere l’idea del volontario/abusivo che accompagna turisti, apparentemente gratis o a fronte di offerte esentasse, in giro nelle località marchigiane, significa volere, deliberatamente, affondare, direttamente ed indirettamente, un’intera economia che impiega e crea lavoro per moltissimi professionisti del settore. Daniela Perroni, presidente Federagit Macerata afferma che: “La crescita di una vera economia turistica ha bisogno di competenza a tutti i livelli, di integrazione e collaborazione tra pubblico e privato e di regole certe per poter competere adeguatamente con mercati nazionali ed internazionali in forte espansione.” Lucia Biagioli, direttrice Confesercenti Macerata, afferma quanto segue:” L’abusivismo è una piaga economica e sociale trasversale che invade tutti i settori dell’economia locale, gravando, in modo particolare, sulle piccole e medie imprese che soffrono della mancanza di controlli adeguati verso quei soggetti che esercitano attività commerciali e professionali senza le dovute qualifiche. In una realtà profondamente compromessa dal sisma del 2016, è impensabile che si possa a lungo tollerare singoli privati che organizzano viaggi a discapito delle agenzie di viaggio, che affittacamere non censiti riscuotano affitti a discapito di strutture ricettive regolarmente registrate, che pensionati si improvvisino accompagnatori e/o guide attuando una concorrenza sleale ai professionisti del settore e abituando i turisti a non pagare per i servizi ricevuti”.
Federagit Marche/Confesercenti sostiene che l’abusivismo e l’improvvisazione, spesso camuffato da volontariato, per la realizzazione di eventi turistici non siano la strada giusta da percorrere.
Roberto Borgiani, direttore di Confesercenti Marche, sottolinea l’urgenza di ripristinare il principio della legalità a cui le amministrazioni pubbliche sono vocate attraverso il perseguimento del bene pubblico con trasparenza, efficacia e competenza. A tal fine non mancherà di sottoporre la questione ai Comuni delle Marche singolarmente e attraverso l'ANCI Marche.
Nei giorni scorsi, nella sede provvisoria del Comune di Recanati, è stata sottoscritta la convenzione per l’affidamento del servizio di tesoreria comunale alla Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, per il periodo dal 1 giugno 2017 al 31 maggio 2022.
La firma sull’atto è stata apposta dal sindaco Francesco Fiordomo e dal neo Presidente e legale rappresentante della BCC, ing. Sandrino Bertini.
La BCC, dopo che il Comune di Recanati, nel novembre scorso, ha disposto l’indizione di un’ apposita gara per la scelta del nuovo contraente cui affidare questo importante servizio, è stata la sola Banca a presentare un’offerta congrua.
Sull’apertura di questo nuovo rapporto con il Comune il Presidente Bertini spiega: "La stipula della convenzione con il Comune di Recanati ritengo sia un segnale importante per il nostro Istituto in quanto conferma la rinnovata volontà di una BCC sempre pronta ad interpretare le esigenze ed i bisogni del nostro territorio, dinamica, preparata e funzionale. Si tratta, per ora, di un primo mattone di quella nuova strada che vogliamo tracciare per rilanciare la Banca, avvicinandoci al pubblico come al privato, per sostenere l’economia del territorio e, con essa, intendo i vari settori dell’artigianato, del commercio, dell’agricoltura, i professionisti, le imprese industriali e le famiglie. Vogliamo e dobbiamo aumentare i rapporti della BCC con tutte le realtà di un vasto ambito territoriale in cui siamo presenti, sostenendo le attività economiche anche mediante finanziamenti. Solo attraverso un impegno continuo e, a 360°, sarà possibile far crescere la Banca di Credito Cooperativo e, con essa, l’economia per fornire risposte concrete anche ai giovani alla ricerca di un’occupazione".
Sulla convenzione il sindaco Fiordomo si è così espresso: "Siamo contenti di poter collaborare con la Banca del territorio. La Bcc ha vinto la gara per la tesoreria ma oltre a questo servizio riteniamo che si debbano e possano sviluppare attività a sostegno delle imprese e delle famiglie".
Un contributo comunale che si aggiunge a quello del governo per un aiuto concreto alle giovani famiglie che usufruiscono del nido.
L'amministrazione comunale di Recanati prosegue gli interventi sul sociale attraverso una politica attenta, mirata e al passo con i tempi. Le famiglie con un reddito I.S.E.E. inferiore a € 29.124,55 che frequentano un asilo nido presente nel territorio comunale possono infatti beneficiare di un contributo a sostegno delle spese delle rette fino a € 4.000,00 e contemporaneamente richiedere il bonus annuale di € 1.000 erogato a partire dall’anno 2017 dall’INPS senza vincoli di ISEE.
La decisione dell’Amministrazione di rendere compatibili questi interventi di fatto permetterà alla maggior parte delle famiglie di Recanati che usufruiscono dell’asilo nido di avere un servizio a basso impatto economico con un forte abbassamento o addirittura la cancellazione della retta.
"Consapevole dell’importanza che il servizio riveste per i bambini ma anche per i genitori con un’occupazione e per quelli in cerca, l’Amministrazione comunale volge lo sguardo verso una politica governativa che mira a sostenere le famiglie nello sforzo economico richiesto dalla fruizione del servizio, aiutandole con interventi economici che vanno ben oltre l’irrisoria cifra che oggi è possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi" spiega l'assessore ai Servizi sociali Tania Paoltroni. "L’asilo nido è un servizio sociale ed educativo che in collaborazione con la famiglia sostiene e promuove lo sviluppo armonico del bambino dai 3 ai 36 mesi. In questo luogo i piccoli vivono le loro prime esperienze educative e di socializzazione conquistando fiducia in se stessi e gradualmente una loro autonomia. Il nido rappresenta, inoltre, un supporto importante per le famiglie nell’affrontare le problematicità del vivere quotidiano dando l’opportunità ai care giver di condividere le responsabilità educative. Il nido è uno spazio di gioco, apprendimento e soprattutto di crescita dove gli educatori sono chiamati ad accogliere le diversità di ciascuno, mirando a valorizzare le potenziali specificità di ogni bimbo" continua l'assessore.
"Le attività svolte all’interno dell’asilo nido sono cadenzati da attività creative, ludiche individuali e di gruppo, i ritmi sono scanditi da attività specifiche nel rispetto dell’esigenza di abitudinarietà che il bambino richiede, attraverso attività flessibili programmate e modulate sulla base delle esigenze del singolo o del gruppo".
INSERZIONE # 52
Elettromedia S.r.l., azienda leader nell’entertainment audio per il settore automotive , ricerca un Addetto Commerciale Estero per il mercato tedesco (cod. #52). Il candidato ideale dovrà essere laureato in Economia o in Lingue straniere con conoscenze in materie economiche. La funzione affiancherà l’area manager rispondendo direttamente alla Direzione Commerciale. Costituisce inoltre requisito indispensabile una buona conoscenza della lingua tedesca (parlata e scritta) e una forte propensione a viaggiare.
Inviare curriculum a: talentacquisition@elettromedia.it con espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità’ alle disposizioni del D.Lgs 196/2003 specificando il codice dell’ annuncio.
Il presente annuncio é rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.
Riceviamo e pubblichiamo da Cisl Marche:
A seguito della decisione di Unioncamere nazionale di proporre una Camera di Commercio unica per le Marche, sembra ormai scontato che il Ministero confermerà questo orientamento.
Si va verso un cambiamento radicale che può nascondere delle insidie, ma anche rappresentare un'opportunità per le Marche. La vera sfida sarà la definizione del modello della nuova Camera unica.
La Cisl Marche ritiene prioritaria la piena tutela occupazionale dei lavoratori delle cinque Camere di Commercio, dell'Unioncamere, ora in fase liquidatoria, e delle Aziende Speciali, in una ottica fondamentale di tenuta e miglioramento dei servizi al territorio quotidianamente erogati. Un obiettivo che dovrà vedere sinergicamente impegnati parte sindacale e parte pubblica. Accanto alla valorizzazione delle competenze del personale, la Cisl e la Fp Cisl Marche, ritengono fondamentale che rimanga la capacità di cogliere e sviluppare le potenzialità dei territori ed esaltare le loro specificità.
Una Camera unica Marchigiana per essere efficace deve dotarsi di un sistema in grado di garantire eque risorse e al contempo dare la possibilità ai territori di individuare le peculiari priorità di investimento.
Dopo un lungo e sfibrante dibattito sul numero di Camere di Commercio, ora il sistema camerale marchigiano deve chiudere questa fase e aprire un confronto con tutti gli attori coinvolti per costruire insieme il nuovo modello. La Cisl delle Marche resta disponibile ad offrire un contributo per la costruzione di una Camera di Commercio che sia attenta ai lavoratori e vicina alle esigenze di sviluppo dei territori.
"È il comparto manifatturiero che può contribuire a trainare la crescita delle Marche''. Così il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, nel corso del suo intervento all'Assemblea elettiva della Cna di Macerata tenuta ieri sera, 9 giugno. "Le Marche - ha ricordato in una nota - sono per il manifatturiero all'ottavo posto tra le regioni dell'Unione Europea e al primo posto in Italia. Primati che è indispensabile mantenere per impedire la chiusura delle imprese e la perdita di posti di lavoro''.
Fondamentale è puntare su cinque grandi ambiti: innovazione, formazione del capitale umano, accesso al credito, economia circolare, fondi europei. Servono "innovazione di prodotto e di processo, formazione del capitale umano, strumenti di comunicazione, internazionalizzazione, reti d'impresa''. Indispensabile inoltre è promuovere l'alternanza scuola-lavoro, le borse lavoro, di dottorati di ricerca presso le aziende delle Marche.
(Fonte ANSA)
“Da quando siamo nati, nel 1944, abbiamo sempre creduto nell’importanza di lavorare in sinergia con gli attori del territorio. Qualche mese fa ci eravamo messi in moto per cercare istituti di credito che potessero collaborare con le nostre aziende per la crescita del tessuto imprenditoriale locale, turbato da mille problematiche, dalla crisi economica al terremoto. Abbiamo trovato Banca della Provincia di Macerata, una banca espressione del territorio, con la quale lavorare a sostegno del territorio”. Il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini ha presentato così nella mattinata di oggi, venerdì 9 giugno, il protocollo d’intesa firmato dall'associazione degli industriali di Macerata e la Banca della Provincia di Macerata.
“Un partner grazie al quale – ha aggiunto Pesarini – offrire opportunità interessanti agli imprenditori che abbiano progetti per innovarsi e migliorarsi, un alleato insieme al quale guardare al futuro. Come Confindustria Macerata siamo diventati azionisti della banca con una cifra simbolica, 20mila euro”.
“Un progetto tutto a vantaggio del territorio". È così che il presidente della Banca della Provincia di Macerata Loris Tartuferi ha definito il sodalizio. “Un po’ per capacità un po’ per fortuna, siamo stati capaci di superare la fase di crisi economica che ha fatto perdere al nostro Paese grandi ricchezze. Oggi la nostra è una banca piccola ma solida, liquida, redditizia, corretta, trasparente e professionale. Credo di poter affermare che siamo un piccolo gioiello. Stiamo lavorando alla realizzazione di un progetto di consolidamento, ma per poter velocizzare la nostra crescita, così da riuscire a rispondere alle sempre maggiori richieste che ci arrivano dal maceratese, abbiamo bisogno di collaborare con le forze migliori del territorio e di implementare il nostro patrimonio. Motivo per cui siamo disponibili ad accogliere eventuali nuove adesioni per far sì che il capitale della banca cresca e che si possa dare sempre maggiore attenzione al territorio".
“Impresa e banca – ha affermato Ferdinando Cavallini, direttore della Banca della Provincia di Macerata – hanno la stessa finalità: far sviluppare l’impresa. La banca può essere e deve essere il consulente finanziario dell’imprenditore. Questa è la grande scommessa che noi andiamo a fare con questo protocollo. Abbiamo la presunzione di ritenere che sia l’unica strada possibile per la crescita del territorio. Noi vogliamo aiutare a fare impresa. Siamo pronti a svolgere il nostro servizio bancario, a dare consulenza come banca amica. Imprenditoria innovativa da una parte e dall’altra una banca che esca dagli schemi e sappia capire novità e innovazione: questa è la sfida di questo protocollo e mi sembra, seppure ambiziosa, che sia una sfida conseguibile”.
( Foto di Angela Trabocchi )