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Credito Cooperativo, Bindelli (Bcc Civitanova): "Passi in avanti nel discorso del ministro Fraccaro"

Credito Cooperativo, Bindelli (Bcc Civitanova): "Passi in avanti nel discorso del ministro Fraccaro"

In merito all’intervento del ministro Riccardo Fraccaro presso la federazione trentina delle cooperative del 23 luglio scorso, abbiamo sentito il parere del dott. Marco Bindelli, vice presidente e amministratore delegato ai rapporti con il credito cooperativo della Bcc di Civitanova Marche e Montecosaro, 


Dott. Bindelli come interpreta l’intervento dell’altro ieri del Ministro Fraccaro presso la Federazione trentina delle cooperative?
Rispetto agli interventi precedenti vedo un passo avanti nell’interesse generale delle Bcc/Cr e penso che le sue dichiarazioni siano maggiormente in linea con la posizione espressa dal Ministro Tria la scorsa settimana e con le modifiche alla Legge di riforma delle Bcc deliberate ieri (24 luglio 2018) dal Consiglio dei Ministri.
Innanzitutto, il Ministro ai rapporti con il Parlamento non ha parlato di sospensione e azzeramento della riforma delle Bcc ma di moratoria, ossia del solo prolungamento del termine entro il quale le Bcc/Cr potranno aderire alla capogruppo mediante sottoscrizione del contratto di coesione e modifica dei propri statuti sociali, aspetto che è stato puntualmente recepito ieri dal Governo con le modifiche apportate alla Legge di riforma.
Inoltre, il fatto stesso di aver preso coscienza della difficoltà, se non impossibilità, di ripartire da zero (in effetti ha parlato di tempi molto stretti per apportare modifiche normative importanti) denota, a mio avviso, la consapevolezza di non poter rimettere in discussione tutto a scapito e a danno di famiglie e piccole imprese (e a vantaggio solo di alcune Bcc/Cr e Federazioni).
Ma è soprattutto l’annuncio conclusivo di Fraccaro, quando dice che si batterà affinché la vigilanza del credito cooperativo sia posta in capo alla Banca d’Italia (e non alla Bce), che va letto in senso molto positivo.
Se, invece, devo rilevare l’elemento che non mi ha convinto nelle dichiarazioni di Fraccaro, oltre al paradosso che, ancora una volta, un esponente di una formazione politica che ama proclamare il valore della democrazia diretta preferisce incontrare i rappresentanti (le federazioni) e non il popolo (ossia le Bcc/Cr), esso è riconducibile all’assimilazione della capogruppo alle altre banche di affari società per azioni e, a suo dire, la conseguente perdita della cooperazione. Su questo aspetto è, tuttavia, difficile rimproverare il Ministro Fraccaro quando anche diverse Bcc/Cr e federazioni hanno dimostrato di non aver ben compreso (o forse di non aver letto) la legge di riforma e le disposizioni attuative emanate a novembre 2016 dall’Organo di Vigilanza in merito ai gravosi doveri ed obblighi imposti alle capogruppo circa il mantenimento in seno alle Bcc/Cr dei valori della cooperazione e del mutualismo, oltre a quelli di garantire efficienza e competitività alle stesse.
 

In che senso interpreta positivamente la battaglia annunciata da Fraccaro per assoggettare il credito cooperativo alla vigilanza della Banca d’Italia?
Non posso immaginare che il M5S sia divenuto, di colpo, il difensore degli interessi di Banca d’Italia o dei soggetti che ci lavorano (i quali potrebbero vedere minato il proprio posto di lavoro qualora la vigilanza del credito cooperativo passasse alla Bce), ovvero, peggio ancora, che intenda introdurre nelle Bcc/Cr lo stesso meccanismo di politicizzazione delle Sparkassen tedesche. Conseguentemente, ritengo che l’intervento di Fraccaro possa essere interpretato nell’interesse delle Bcc/Cr e, quindi, delle micro imprese, degli artigiani e delle famiglie.
Credo, cioè, che il Ministro intendesse riferirsi alla non applicazione del Comprehensive Assessment alle capogruppo, dal momento che queste, avendo attivi superiori ai 30 miliardi di euro, sarebbero considerate “Banche Significative” soggette alla vigilanza diretta della Bce.
In altri termini, credo che Fraccaro, riferendosi alla volontà di mantenere la vigilanza del credito cooperativo presso la Banca d’Italia, abbia voluto dire che farà del tutto per evitare che ai clienti delle Bcc/Cr vengano applicati quei criteri rigidi e complessi pensati per le grandi aziende industriali e multinazionali che mal si adattano alle micro imprese e agli artigiani, che rappresentano i clienti-tipo delle Bcc/Cr. Anche perché, è bene ricordare, che il Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU), operativo dal 4 novembre 2014, prevede già espressamente che tutte le banche europee siano assoggettate alla vigilanza unica, esercitata direttamente dalla Bce sulle “Banche Significative” e, indirettamente, per il tramite delle Banche Centrali di ciascun Paese, sulle “Banche meno Significative”; quindi, anche il mantenimento della vigilanza presso la Banca d’Italia potrebbe avere i medesimi effetti qualora la Bce imponesse determinati criteri.


E cosa potrebbe fare il Ministro o il nuovo Governo affinché il credito cooperativo sia assoggettato alla vigilanza della Banca d’Italia nonostante le capogruppo abbiano attivi superiori ai 30 miliardi di euro ?
Potrebbero aiutare la Banca d’Italia nel tentativo, probabilmente già in atto, di convincere Ue e Bce che non ha senso applicare le medesime regole, giustamente previste per i clienti delle grandi banche europee (mega industrie e multinazionali), ai clienti delle Bcc/Cr appartenenti ai Gruppi Bancari Cooperativi, ossia ad artigiani e micro imprese.
Tecnicamente, l’art. 70 del Meccanismo di Vigilanza Unico prevede che, qualora ricorrano circostanze particolari, può essere disapplicata la classificazione prevista dallo stesso MVU che identifica i soggetti come “Significativi” in base alla loro dimensione. Se si comprendono l’originalità e le peculiarità dei Gruppi Bancari Cooperativi difficilmente non si potrà riconoscere l’esistenza delle citate circostanze particolari in grado di classificarli come “Meno Significativi”.
Questa battaglia, insieme ad altre minori modifiche che sono state annunciate, rappresenterebbe la più importante attestazione di interesse della nuova maggioranza di Governo nei confronti delle Bcc/Cr.

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