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Economia Macerata

"Crescita inferiore alla media nazionale ma bilanci solidi": la classifica Merloni fotografa le imprese marchigiane (VIDEO)

"Crescita inferiore alla media nazionale ma bilanci solidi": la classifica Merloni fotografa le imprese marchigiane (VIDEO)

Nel pomeriggio di ieri, 13 novembre, al Teatro della Filarmonica di Macerata, si è svolta la presentazione della 39esima dizione della Classifica delle principali imprese marchigiane, il rapporto curato dalla Fondazione Aristide Merloni insieme all’Università Politecnica delle Marche, in collaborazione con Confindustria Macerata. Un appuntamento ormai consolidato, che nel tempo è diventato un vero osservatorio privilegiato sulla vitalità e sulla solidità del sistema produttivo regionale, offrendo ogni anno una fotografia aggiornata dello stato di salute dell’economia delle Marche.

La nuova edizione della Classifica è stata elaborata sulla base dei bilanci ordinari e consolidati chiusi al 31 dicembre 2024 e analizza le performance economiche e finanziarie delle prime 500 imprese marchigiane, restituendo un quadro completo e comparato del tessuto imprenditoriale del territorio.

Sul piano dei risultati numerici, l’edizione 2024 conferma e al tempo stesso ridefinisce alcuni equilibri ai vertici della graduatoria. In testa alla classifica si colloca Ariston Group, con 2.632.700 di vendite nel 2024, a testimonianza di un ruolo consolidato nel panorama industriale marchigiano e internazionale. Al secondo posto si conferma Conad Adriatico, con 1.345.334 di vendite. La novità più significativa riguarda il terzo gradino del podio: Magazzini Gabrielli supera Tod’s e conquista la terza posizione con 1.236.521 di vendite, mentre Tod’s scivola al quarto posto con 1.046.895, sempre con riferimento all’esercizio 2024. Numeri che, oltre a raccontare la forza dei singoli gruppi, descrivono una geografia economica in evoluzione, in cui la grande distribuzione organizzata e l’industria manifatturiera continuano a esercitare un ruolo di primo piano.

La presentazione del rapporto al Teatro della Filarmonica è stata l’occasione per un confronto ampio tra accademia, impresa e istituzioni. A illustrare i contenuti della Classifica sono stati Donato Iacobucci, professore ordinario di Economia applicata all’Università Politecnica delle Marche, e Martina Orci, ricercatrice in Economia applicata della stessa Università. A moderare l’incontro il direttore del Corriere Adriatico, Giancarlo Laurenzi. Tra gli interventi istituzionali, quelli di Marco Ragni, presidente provinciale di Confindustria, e di Paolo Merloni, presidente della Fondazione Aristide Merloni, collegato in video dall’estero. In sala era presente anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

Proprio Paolo Merloni ha inquadrato il senso profondo della Classifica nel percorso di lungo periodo della Fondazione, non come semplice esercizio statistico, ma come strumento concreto di promozione dell’imprenditorialità e di lettura strategica dell’economia regionale. “Per la Fondazione, stilare una Classifica delle principali imprese delle Marche significa coniugare l'impegno a favore della ricerca con il mandato originario di promuovere e favorire l'imprenditorialità. È un modo per mettere in luce e valorizzare le possibilità, le capacità e i punti di forza delle nostre imprese, affinché siano le fondamenta per costruire il futuro”, ha dichiarato il presidente della Fondazione Aristide Merloni, rimarcando come la conoscenza approfondita della struttura produttiva sia un presupposto essenziale per orientare politiche di crescita e strategie industriali.

Dal punto di vista congiunturale, il quadro che emerge dai dati è articolato: la crescita delle principali imprese marchigiane continua a mostrare un passo leggermente più lento rispetto alla media nazionale, ma su un terreno di forte solidità finanziaria. A spiegare questa dinamica è stato Donato Iacobucci, che ha richiamato sia i nodi strutturali legati alla dimensione d’impresa, sia le prospettive di ripresa insite nella robustezza finanziaria dei gruppi leader.

“Il risultato che emerge è che anche il 2024, le principali imprese marchigiane, in particolare quelle manifatturiere hanno avuto un ritmo di crescita leggermente inferiore a quello medio nazionale. Questo è ormai un dato che ci contraddistingue purtroppo da qualche anno e che sta determinando un relativo arretramento della nostra Regione; nulla di drammatico ma di anno in anno c’è un piccolo arretramento rispetto alla media nazionale. Sembrerebbe che questo arretramento si conferma nel primo semestre 2025.

Tuttavia, accanto a questo dato non particolarmente positivo c’è da dire che nel complesso le principali imprese mostrano una situazione finanziaria molto solida e questo significa che hanno aumentato di molto la resilienza agli shock che in questi anni si stanno moltiplicando in questi anni. Questo è un elemento che fa sperare in una possibilità di ripresa. In un contesto italiano che sappiamo già di per sé essere caratterizzato da imprese di piccola e media dimensione, le Marche lo sono ancora di più; il peso degli occupati nelle imprese grandi nella nostra Regione è significativamente più basso di quello medio nazionale che già, rispetto ad altri paesi europei come Francia e Germania, è basso di per sé.

Questo crea dei problemi perché nel contesto competitivo la dimensione è rilevante sia per i processi di innovazione sia per i processi di internazionalizzazione; vediamo un sistema che nell’ultimo decennio ha penalizzato le imprese più piccole. Nella classifica prendiamo in considerazione 500 imprese che numericamente sono poche rispetto alle centinaia di migliaia di imprese che appunto caratterizzano il nostro territorio e che in prevalenza sono microimprese. Dal punto di vista del peso in termini di occupati e di valore aggiunto le imprese che noi censiamo hanno un peso veramente rilevante”.

Accanto all’analisi macroeconomica, il rapporto dedica ampio spazio alla struttura della Classifica e alla metodologia adottata, con particolare attenzione al diverso peso delle imprese per dimensione e al ruolo delle società quotate in Borsa, monitorate per cogliere l’andamento in corso d’anno. Su questi aspetti è intervenuta Martina Orci, che ha ricostruito i criteri di selezione delle aziende e i segnali che emergono dal campione osservato:

“La classifica considera le prime 500 imprese per valore delle vendite nel 2024. Le prime quattro imprese della classifica superano il miliardo di euro e sono Ariston Group, Conad Adriatico, Magazzini Gabrielli e Tod’s. Le imprese sono inserite seguendo un duplice criterio; quello dimensionale, ossia sono considerate le prime cinquecento imprese per valore delle vendite e segue anche un criterio territoriale; ovvero sono incluse le società che hanno la sede principale operativa nella Regione Marche. Inoltre, abbiamo analizzato l’andamento in corso d’anno prendendo in considerazione i risultati registrati dalle società marchigiane quotate; abbiamo analizzato nove società marchigiane quotate e abbiamo osservato che nel primo semestre del 2025 tre di queste hanno registrato una contrazione delle vendite ma sei delle società marchigiane quotate hanno registrato un incremento delle stesse”.

A chiudere l’evento le parole del presidente Francesco Acquaroli: “ I prossimi 5 anni saranno necessariamente diversi da quelli precedenti perché sono nuove le sfide che ci attendono. Dovremo mettere a terra tutti quei progetti iniziati, mi riferisco alle infrastrutture materiali e immateriali, abbiamo governato nell'era del digitale che oggi viene superato dall'intelligenza artificiale che propone nuovi orizzonti. Dobbiamo agganciare le Marche alle regioni più produttive è necessario lasciare da parte campanilismi e frammentazioni ma puntare alla massima coesione possibile. Credo che la Zes sarà fondamentale per attrarre imprenditorialità che vogliamo resti sul territorio e si radichi qui da noi. L'altro grande obiettivo di questo mio secondo mandato sarà dedicato ai giovani: è la prima cosa che dovremo fare per trattenerli nelle Marche perché sono una ricchezza per le nostre imprese alle prese con i problemi legati alla competitività”.

Nel complesso, la 39ª edizione della Classifica restituisce l’immagine di un sistema produttivo che, pur rallentato rispetto alla media nazionale in termini di crescita, mantiene una robustezza finanziaria significativa e trova nei suoi campioni industriali e commerciali un ancoraggio decisivo. La sfida per le Marche, come emerso dal dibattito al Teatro della Filarmonica, sarà trasformare questa solidità in nuova capacità di investimento, innovazione e internazionalizzazione, così da invertire gradualmente quel “piccolo arretramento” relativo e costruire, sulle fondamenta descritte dal rapporto, una nuova stagione di sviluppo.

 

 

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