Dal 15 gennaio 2021, grazie all’utilizzo delle economie maturate, sarà possibile presentare la domanda per 160 borse lavoro destinate a disoccupati adulti (over 30) e 60 borse di ricerca destinate a giovani laureati (under 30): la Giunta regionale, nell'ultima seduta, ha rifinanziato un'attività che dal 2019 al 2020 aveva già dato ottimi risultati, con l'assegnazione di 1197 borse lavoro e 324 borse ricerca per giovani laureati.
“Viste le crescenti esigenze di ricerca di occupazione in questo periodo di difficoltà diffuso, stiamo dedicando un impegno sempre più intenso a favore dell’inserimento nel mercato del lavoro di disoccupati giovani e adulti – spiega l'assessore regionale al Lavoro e Formazione Stefano Aguzzi -. Per questo motivo, abbiamo deciso di rifinanziare le borse, prorogare la scadenza degli avvisi fino al 31 marzo 2021 e riaprire entrambi gli avvisi sul territorio regionale”.
Le risorse complessive del POR FSE 2014-2020 che la Regione ha destinato a queste misure nel 2019 e 2020 sono complessivamente 5.468.400 euro per le borse lavoro e 2.531.088 euro per le borse ricerca.
Per il 2021, i residui messi a disposizione sono pari a circa 1.200.000 euro: 730.000 sono utilizzati per finanziare le 160 borse lavoro e 470.000 euro circa per ulteriori 60 borse di ricerca.
“E’ importante, – aggiunge l'assessore Aguzzi – anche alla luce dell’impatto negativo generato dall’emergenza Covid sul tessuto produttivo e sul lavoro, continuare ad attivare strumenti di sostegno sia ai disoccupati, adulti e giovani, con basso ed elevato livello di scolarizzazione, sia al sistema economico. Questa misura del Fondo sociale europeo rappresenta un percorso integrato virtuoso: dapprima il disoccupato realizza una esperienza formativo-professionale presso un’impresa o datore di lavoro privato; al termine di questa esperienza, il soggetto ospitante o altro datore di lavoro ha la possibilità di fruire di un contributo a fondo perduto per l’assunzione del borsista con un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato, full o part time o con un apprendistato professionalizzante”.
La borsa di ricerca ha una durata di 9 mesi, quella di lavoro di 6 mesi. Gli avvisi pubblici, con tutte le informazioni utili, sono pubblicati sul sito www.regione.marche.it/Regione-Utile/Lavoro-e-Formazione-Professionale/.
La crisi economica innescata dalla pandemia Covid ha determinato perdite per l’economia italiana di ampiezza inusitata e stimate dall’Istat in una diminuzione del PIL dell’8,9%. Il dato, riferito all’intero sistema economico, cela ovviamente situazioni differenti a livello settoriale e a seconda delle caratteristiche strutturali delle imprese che compongono il nostro sistema produttivo. Diverse appaiono anche le capacità di risalire la china e di recuperare il terreno perduto nel 2021.
Partendo da questo assunto, la CNA ha realizzato l’indagine “Pensare ad un futuro senza Covid. Le aspettative delle imprese per il 2021”, dalla quale emerge che: nell’anno che abbiamo di fronte la stragrande maggioranza dei rispondenti prevede un recupero del PIL che risulterà però solo parziale;
l’indebolimento generato dalla crisi potrebbe mettere a repentaglio la continuità di una impresa su quattro anche se è ampia la quota di rispondenti che ritiene di potere recuperare le perdite già nel corso dell’anno;
-quasi l’80% delle imprese ritiene fondamentale che anche nel 2021 il Governo continui a sostenere il sistema produttivo.
Il Direttore CNA Macerata Luciano Ramadori commenta i risultati.
<<Dall’indagine condotta dal Centro studi CNA emerge innanzitutto la grande voglia di ripartire che tutto il settore produttivo italiano ha. Più di 7 imprenditori su 10 immaginano che le perdite registrate nel 2020 possano essere in piccola parte recuperate nel 2021. Solo un imprenditore su 4 crede che l’Italia sia in grado di riconquistare rapidamente i livelli pre-Covid mentre qualcuno in più, il 27%, ha paura di non farcela e di cessare l’attività nei prossimi mesi.
L’eterogeneità delle aspettative non è dovuta ad una ripartizione caratteriale tra ottimisti e pessimisti del campione intervistato, bensì ad una diversa valutazione della situazione che le imprese hanno all’orizzonte e che cambia evidentemente a seconda dei settori. Se il comparto edile, grazie alle speranze riposte nel Superbonus 110% e nelle altre agevolazioni previste per le costruzioni, è per il 47% orientato ad una aspettativa favorevole, i comparti dove la grande maggioranza delle imprese hanno subito danni economici gravissimi, come il turismo, il trasporto ed i servizi alla persona, hanno un più accentuato timore di chiusura (36% di media).
Due imprenditori su tre, in definitiva, non sono affatto convinti che se ne possa uscire fuori nel breve periodo e i consigli proposti dai nostri imprenditori sono riassumibili in tre ordini: innanzitutto che occorra continuare lungo la strada tracciata dal governo, adottando ancora la diversificazione delle zone a seconda della gravità della situazione sanitaria; poi che l’Italia proceda nel solco degli altri Paesi europei, al fine principale di mantenere invariata la posizione competitiva nazionale; infine, di evitare per quanto possibile nuovi confinamenti.
Alle nostre imprese - prosegue Ramadori - abbiamo chiesto anche le strategie e le azioni prioritarie che ritengono più efficaci per allentare il morso della crisi. Quasi quattro su cinque (il 78,7%, a essere precisi) ritengono che il governo debba garantire un adeguato sostegno alle imprese, una sorta di grido di dolore che supera il 90% nei servizi per le persone e nel turismo. Le altre priorità indicate da almeno una impresa su tre (la domanda prevedeva risposte multiple, ndr) sono gli investimenti in ricerca e istruzione nonché un massiccio piano di infrastrutturazione materiale e immateriale>>.
"Basteranno poche centinaia di euro di scoperto sul conto corrente per essere considerati insolventi e segnalati alla Centrale Rischi - rende noto l'Associazione zonale Tutela Impresa, comunica che dal primo gennaio 2021 entreranno in vigore le nuove norme Ue sul default - . Si rischia una catastrofe per tante aziende autonomi e dipendenti, già molto provati dal Covid e da ristori insufficienti".
"Infatti le Banche dovranno considerare nella loro lista nera i cosi detti 'cattivi pagatori' semplicemente se un cittadino ha un arretrato da oltre 90 giorni anche di una sola rata di 100 euro - ( 500 se si riferisce ad imprese medio-grandi)". Chiarisce a tal riguardo, il Presidente Giuseppe Tosoni, che i titolari di conti correnti – imprese o famiglie che siano – non avranno sufficienti disponibilità liquide, sui depositi non gli saranno più consentiti gli addebiti automatici.
"Si rischia pertanto un impovviso stop a pagamenti di utenze, stipendi, rate di finanziamenti vari, contributi previdenziali - spiega -Insomma chi si trova con il conto corrente scoperto, anche soltanto di 100 euro ma per tre mesi consecutivi, corre il rischio di risultare "moroso" nei confronti di vari soggetti ed il blocco del conto per addebiti automatici che non potranno più avvenire per quanto già autorizzato - sottolinea Tosoni - Per le aziende il rischio è restare senza liquidità, mandando in default non solo limprenditore ma anche dipendenti e collaboratori vari. Da lunedì quindi artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e molte famiglie non avranno più a disposizione quelle piccole forme di flessibilità a cui erano abituati e che li hanno sostenuti anche quest'anno durante i periodi di lockdown".
Poi per questo sconfinamento, il correntista, viene immediatamente segnalato alla Centrale rischi che gli può negare sia qualsiasi tipo di prestito che di mutuo, nonchè la revoca di eventuali affidamenti in essere. Una situazione che rischia di mettere nei guai milioni di italiani.
"Unica consolazione è che tale novità sta iniziando a preoccupare anche la politica, gran parte della quale sta adoperandosi per la sospensione della validità delle nuove norme, dello stesso avviso si sono dimostrate anche tutte le Associazioni di categorie, sia di Banche che di imprese, che stanno inviando una lettera congiunta alle varie istituzioni Ue - conclude Giuseppe Tosoni - Anche Tutela Impresa si è già resa parte attiva per tale iniziativa con l'augurio di vederla non sospesa ma addirittura annullata".
“Grazie all’attività di scouting dell’Assessorato al Bilancio nell’ambito delle risorse regionali, sono stati reperiti ulteriori 8,7 milioni di euro da destinare ad alcune categorie particolarmente colpite dalle restrizioni conseguenti la pandemia”. Lo annuncia l’assessore al Bilancio ed ai Trasporti Guido Castelli dopo l’approvazione del provvedimento di variazione oggi in giunta.
“Il tessuto economico e produttivo delle Marche – prosegue Castelli – sta soffrendo moltissimo e, come Regione, ognuno nell’ambito delle proprie possibilità e competenze, è nostro preciso dovere aiutare chi si trova in difficoltà perché non rimanga indietro. Per questo motivo, insieme ai colleghi Carloni e Latini abbiamo concordato che 5,9 milioni andranno a rimpinguare i provvedimenti a sostegno delle attività produttive, 1,6 milioni sono destinati ai ristori delle aziende del trasporto pubblico locale e 1,2 milioni sono stati riservati al mondo della cultura e dello spettacolo”.
“Ringrazio l’assessore Castelli – sottolinea il vicepresidente Mirco Carloni con delega alle attività produttive – per lo sforzo fatto nel reperire nuove risorse con cui potremo far scorrere le graduatorie dei bandi e dare ulteriore sostegno a tante piccole e micro imprese che stanno vivendo un momento davvero difficile a causa dell’emergenza Covid. Sono state infatti finora 8.567 le aziende che hanno presentato domanda per accedere ai contributi del bando della Regione Marche per il sostegno alla ripartenza, per un totale complessivo di 8,5 milioni di euro”.
I 5,9 milioni saranno infatti così suddivisi: 3,8 milioni come contributi alla ripartenza imprese per l’ammodernamento tecnologico; 462.500 euro come contributi alla ripartenza delle imprese per interventi di digitalizzazione; 1,5 milioni come contributi per investimento a favore delle micro e piccole imprese.
Per quanto riguarda invece i fondi riservati al mondo dello spettacolo e della cultura, la cifra di 1,2 milioni di euro si aggiunge agli oltre 2 milioni di euro già assicurati in precedenza.
“Questo stanziamento – specifica l’assessore alla Cultura Giorgia Latini – si affianca alle iniziative già assunte a favore dei soggetti di spettacolo dal vivo: parliamo di vere e proprie imprese che svolgono attività costitutiva del sistema dello spettacolo regionale ed assicurano continuità del servizio ed occupazione. Siamo perfettamente coscienti e consapevoli della durata e delle gravità della crisi, e per questo motivo ulteriori misure sono allo studio per il nuovo anno anche a seguito del confronto avvenuto con i rappresentanti dello spettacolo e del cinema e sulla base delle istanze pervenute”.
Storica firma a Civitanova, dove il Banco Marchigiano e la Banca del Gran Sasso d’Italia BCC hanno siglato il protocollo d’intesa con il quale si da il semaforo verde all’aggregazione tra i due istituti di credito, marchigiano e abruzzese. Nascerà una nuova Banca Interregionale.
Presso il quartiere generale dell’Istituto marchigiano, in viale Matteotti a Civitanova Marche, la storica intesa è stata sancita dal Presidente del Banco Sandro Palombini, dal suo Direttore Generale Marco Moreschi e dal Vice Presidente del Banco Marco Bindelli, e dai rispettivi omologhi abruzzesi, il Presidente Giulio Cesare Sottanelli (già deputato della Repubblica), il vice Presidente Gabriele Di Simone e il suo Direttore Generale f.f. Maria Concetta Di Saverio.
L’articolato percorso che inizierà fin da subito procederà in base ad un serrato cronoprogramma che vedrà la nascita ufficiale del nuovo Istituto di Credito, frutto della fusione, per il primo ottobre del 2021.
“Per la prima volta ci apriamo ad un’area extraregionale – dice il Presidente del Banco, Sandro Palombini – accettando con entusiasmo la sfida di misurarci con nuovi territori, nuovi fabbisogni e nuove attività da sviluppare. Un ulteriore step di crescita per la nostra Banca che sempre più intende porsi come punto di riferimento, ora con un orizzonte non più solamente regionale ma interregionale. E, in questo step di crescita, abbiamo deciso di unire le forze con una Banca, piccola ma virtuosa, come la Banca del Gran Sasso d’Italia”.
“E’ stata una giornata storica per i due Istituti di Credito e per il territorio – dice il Presidente della Banca del Gran Sasso d’Italia, Giulio Cesare Sottanelli – abbiamo fatto il primo passo importante di un lungo cammino, per una Banca interregionale che ci vedrà protagonisti nel mondo del Credito Cooperativo nei due rispettivi territori regionali. Tutto questo porterà benefici ai soci, al territorio, ai clienti e ai dipendenti”.
Archiviata la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra i due Istituti di Credito, ora la palla passerà alla progettazione e redazione del piano industriale di fusione tra le due Banche poi ci sarà il passaggio ufficiale con i due Consigli di Amministrazione previsti per i primi di marzo. Seguiranno vari passaggi autorizzativi da parte dell’Autorità di Vigilanza Europea, la BCE con l’ausilio della Capogruppo per poi arrivare al cruciale passaggio delle assemblee straordinarie dei Soci delle due Banche che si terranno a cavallo tra fine luglio e inizio agosto.
La stipula dell’atto di fusione avverrà a fine settembre per poi procedere allo start ufficiale, come detto, il 1 ottobre 2021. Il tutto avverrà ovviamente sotto l’egida della Capogruppo di cui fanno parte entrambe le Banche, ovvero Cassa Centrale Banca S.p.A.
La nuova Banca avrà un totale di 11.400 soci, frutto dei 9000 del Banco e dei 2.400 della Banca abruzzese; le filiali saranno 28 (25 Banco e 3 Banca del Gran Sasso d’Italia BCC), i dipendenti saranno 188 (171 quelli marchigiani e 17 i colleghi provenienti dall’Istituto limitrofo; il patrimonio complessivo sarà di 71 milioni (66 Banco, 5 Gran Sasso), mentre l’attivo patrimoniale sarà di oltre un miliardo e 100 milioni, frutto dell’oltre un miliardo del Banco e dei 64 milioni dell’Istituto abruzzese.
Alle 25 filiali del Banco Marchigiano, articolate tra le provincie di Pesaro, Ancona, Macerata e Fermo, si aggiungeranno pertanto le filiali dell’Istituto abruzzese di Pineto e Montorio al Vomano, provincia di Teramo, e quella de L’Aquila.
Ancora per quel che concerne la copertura territoriale, la nuova Banca farà registrare fin da subito numeri importanti nel mondo delle Bcc italiane per il numero di Province coperte (ben 6: Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, Teramo, L’Aquila) e di Comuni serviti per competenza (106, di cui 32 della Banca del Gran Sasso d’Italia Bcc e 74 del Banco Marchigiano).
La Banca del Gran Sasso d’Italia è stata l’ultima Banca di Credito Cooperativa autorizzata in Italia, nata ufficialmente nel gennaio del 2015 con l’allora denominazione di Banca del Vomano poi diventata Banca del Gran Sasso d’Italia nel maggio del 2017 a seguito dell’incorporazione del Comitato promotore della costituenda Banca de L’Aquila. Nel 2019 ha raggiunto il break even point, con una gestione molto virtuosa. Nel 2018 l’adesione alla Capogruppo Cassa Centrale Banca SpA.
Il Banco Marchigiano-Credito Cooperativo affonda le sue radici in due Istituti di credito marchigiani dalla storia ultradecennale e profondamente radicati nei rispettivi territori, la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro e la Banca di Suasa, dalla cui aggregazione il Banco Marchigiano è ufficialmente nato, nel dicembre del 2018.
Con la fusione con la BCC del Gran Sasso d’Italia, il Banco Marchigiano continua il suo percorso di crescita, questa volta a sud, che lo ha già portato a diventare punto di riferimento nel panorama del credito marchigiano e che ora prosegue ampliando la propria attività per la prima volta fuori regione.
Direttore, dopo un 2019 che ha visto la Bcc crescere considerevolmente, tornando ad essere la banca del territorio per i finanziamenti a famiglie ed imprese, tutto lasciava presagire che l’anno prossimo alla conclusione potesse rafforzare questo ruolo. La pandemia come e quanto ha inciso su questo percorso?
Si è trattato, e purtroppo si tratta ancora, di un periodo estremamente complicato nel quale, accanto alla operatività caratteristica, mai semplice, si sono affiancate problematiche di varia natura e per nulla vicine o simili all’attività bancaria e che hanno riguardato essenzialmente la sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ottica della tutela della salute dei dipendenti e dei clienti, con un inevitabile rallentamento del “business”. Una situazione complessiva che ha inciso fortemente, quasi sempre in senso negativo, sui programmi di ogni azienda e che ha determinato il rinvio ad un momento successivo alla fine pandemia di qualsiasi piano di sviluppo: la nostra Banca, pur nelle difficoltà del periodo, può dirsi soddisfatta dei risultati che stanno maturando in questo 2020, un anno che verrà ricordato come il peggiore vissuto dalle generazioni che avevano avuto la fortuna di non conoscere la guerra.
Siamo in una fase di transizione ma quanto è difficile gestire la stessa?
Una “fase di transizione” che sta durando veramente troppo e che presenta enormi difficoltà di gestione. La pandemia ci ha impegnati e ci sta tuttora impegnando su diversi fronti, spesso divergenti e talvolta addirittura contrapposti: relativamente alla organizzazione del lavoro, da un lato, la necessità di ridurre le presenze dei colleghi in Banca e dall’altro la richiesta della clientela di continuare ad ottenere assistenza e consulenza, esigenza particolarmente sentita in un momento di così grande difficoltà; relativamente alla problematica di assicurare sostegno all’economia, da un lato la richiesta della clientela di soddisfare le richieste di finanziamento prevedendo un basso costo e dall’altro la necessità, richiamata a più riprese dalle autorità di vigilanza e controllo, di effettuare ulteriori accantonamenti in c/economico in previsione dell’incremento delle perdite sul credito a causa della pandemia, senza considerare la pressione nel dare veloce attuazione ai “decreti covid” (finanziamenti e moratorie) pur nell’oggettiva impossibilità di far fronte con immediatezza all’elevatissimo numero di richieste concentrate nel periodo peggiore dell’epidemia. In estrema sintesi, una fase storica molto complessa che, speriamo, possa finire presto.
La Banca potrà essere un elemento di tenuta e supporto del tessuto economico?
La nostra Banca deve essere ed è un elemento di tenuta del tessuto economico nel pieno rispetto della sua vocazione di Banca locale e di Banca cooperativa. Come ho detto più volte, è comune l’interesse della Banca, delle imprese e, più in generale, della collettività: non esiste la fortuna di un attore in assenza di sviluppo e di successo degli altri soggetti economici.
In primavera la BCC si è trovata a dare assistenza agli operatori economici dei territori dove è presente e lo ha fatto anche tempestivamente, adesso è ancora emergenza. Sarà più semplice gestirla vista l’esperienza già vissuta?
Sicuramente nella prima fase siamo stati investiti da problemi prima sconosciuti e da carichi di lavoro largamente al di fuori della normalità, in un contesto organizzativo mai sperimentato in precedenza. Nella fase corrente, quella della “seconda ondata”, per intenderci, non meno complicata, possiamo avvalerci dell’esperienza già fatta, adottando modelli organizzativi in qualche modo già collaudati e con un approccio che, ripulito del disorientamento della prima fase, si adatta meglio alla complessità del nuovo contesto.
Ecosisma bonus 110%: l’occasione per far ripartire l’economia e la Banca pronta a dare il sostegno. Un bell’impegno ma anche un’opportunità per molti….
Al di fuori di giudizi di carattere politico, si tratta di una iniziativa di vitale importanza, un’iniziativa che potrà rimettere in moto decisivi settori della impalcatura produttiva del nostro paese: in primis il grande malato degli ultimi anni, l’edilizia, un settore che porta con sé volumi significativi e che trascina complementari settori che rivestono un ruolo di primo piano nel panorama economico nazionale, a cominciare dal comparto del mobile.
Come si chiuderà il bilancio di un anno “diverso per forza”? Quali le principali voci che lo hanno caratterizzato sia in termini positivi che negativi?
Nonostante le molteplici e comprensibili difficoltà, anche il bilancio 2020, dopo le note liete del 2018 (utile conseguito in extremis di ca. 900 mila euro) e di quelle ancora migliori del 2019 (5/mln di utili destinati all’incremento delle coperture sul credito deteriorato), si dovrebbe chiudere positivamente: si è consolidato il trend che vede una crescita sostenuta degli impieghi commerciali, già iniziata nel settembre del 2018, cresce la raccolta, si riduce fortemente il credito deteriorato, sia come valore assoluto che in rapporto all’ammontare complessivo dei prestiti (il cosiddetto NPL ratio, che scende al di sotto del 13% dal 33% del settembre 2018), si realizza un utile d’esercizio significativo e resta la scorta di un tesoretto di assoluto valore rappresentato dalle plusvalenze potenziali sul portafoglio titoli di proprietà della Banca. Tra gli aspetti negativi, pesa non poco l’incertezza che incombe sulla ripresa di molte attività commerciali e produttive e sul recupero dei livelli occupazionali pre-covid, elementi che hanno certamente un’incidenza prospettica negativa sui bilanci dei prossimi anni delle banche.
La pandemia ha cambiato modo di lavorare per buona parte del personale, richiesto la riorganizzazione delle sedi, facendo venire a mancare, almeno in parte, quel rapporto diretto tra il cliente e la BCC che è sempre stato alla base del successo delle banche del territorio. Nonostante ciò state prestando grande attenzione al legame che lega la banca alle famiglie, alle aziende e agli operatori commerciali tutti...
È vero. La pandemia sta cambiando e molto probabilmente cambierà per sempre abitudini che sembravano immutabili. Questo sta avvenendo anche nel mondo bancario con il massiccio ricorso allo smart working, con una nuova modalità di colloquio tra le varie anime della Banca e del Gruppo con riunioni “a distanza” e non “in presenza”, con il sempre più frequente utilizzo da parte della clientela di modalità evolute di dialogo con la Banca e con un “contenimento forzato” delle relazioni umane al quale nessuno È vero. La pandemia sta cambiando e molto probabilmente cambierà per sempre abitudini che sembravano immutabili. Questo sta avvenendo anche nel mondo bancario con il massiccio ricorso allo smart working, con una nuova modalità di colloquio tra le varie anime della Banca e del Gruppo con riunioni “a distanza” e non “in presenza”, con il sempre più frequente utilizzo da parte della clientela di modalità evolute di dialogo con la Banca e con un “contenimento forzato” delle relazioni umane al quale nessuno.
Come si presenta il 2021? Sarà un anno a due facce, nella speranza di superare la pandemia nel primo semestre e poi andare ad un forte rilancio, oppure?
Abbiamo grandi aspettative per il 2021, soprattutto ora che, con la scoperta e l’imminente arrivo del vaccino, la crisi pandemica sembra ormai avere “i giorni contati”. Certamente non saranno pochi questi “giorni contati” ma l’auspicio di poter recuperare una piena normalità nel secondo semestre dell’anno è previsione assolutamente realistica. Ed in proposito, la forte ripresa economica registratasi nel corso del periodo estivo appena trascorso, al di là dei risvolti negativi sotto il profilo della diffusione del virus, ci ha fatto capire che dopo un periodo così triste e buio la collettività è pronta a dare una spinta significativa ai consumi ed alla produzione e, quindi, è lecito pensare che ci potrà essere una ripresa molto sostenuta, al punto che possa essere preventivabile un recupero delle posizioni perdute con la pandemia in tempi ragionevolmente brevi. La BCC di Recanati e Colmurano dopo aver sostenuto il tessuto economico dei propri territori nei momenti più difficili saprà essere il motore della rinascita favorendo crescita e sviluppo e saprà svolgere bene, come sempre, il suo ruolo di moltiplicatore della ricchezza delle comunità in cui opera.
Articolo a firma dell'avvocato Paolo Maggini:
Ritengo importante richiamare l’attenzione di ogni soggetto interessato, sia esso cliente, socio o operatore in senso lato, su un punto dirimente nell’ambito del governo societario di qualsiasi impresa , in modo particolare di una banca. Parlo della capacità degli amministratori di interpretare al meglio i loro doveri e le loro responsabilità. Gli Amministratori debbono avere la costante consapevolezza che la Banca svolge un’attività tanto delicata quanto complessa, che pertanto richiede efficacia e correttezza dei Consiglieri di Amministrazione.
Da tali fattori dipende il grado di tutela che la banca offre ai propri clienti, soci e investitori. L’attuale situazione economica mette a dura prova i compiti e le responsabilità di chi amministra una banca, non solo come la nostra, qualunque banca. Esercitare oggi il mestiere del banchiere è oggettivamente difficile, prevalendo su tutto un’esigenza essenziale: occorre coniugare rafforzamento del patrimonio, crescita della redditività ed adeguata prudenza nell'erogazione del credito a fronte delle pur legittime aspettative delle imprese e delle famiglie
del nostro territorio. Non so perché ma siffatta esigenza, benché sacrosanta, non mi sottrae dal richiamo del detto “botte piena e moglie ubriaca”. Non sono compiti facili da svolgere, specie in periodi cupi come quello che stiamo sperimentando sulla nostra pelle. Ma è proprio in fasi delicate come queste che occorre fare appello a tutte le nostre migliori risorse, consapevoli che oggi più che mai l’attenzione del pubblico cresce ed il giudizio del mercato si fa più severo. Non deve sfuggire all’Amministratore
Ritengo importante richiamare l’attenzione di ogni soggetto interessato, sia esso cliente, socio o operatore in senso lato, su un punto dirimente nell’ambito del governo societario di qualsiasi impresa , in modo particolare di una banca. Parlo della capacità degli amministratori di interpretare al meglio i loro doveri e le loro responsabilità. Gli Amministratori debbono avere la costante consapevolezza che la Banca svolge un’attività tanto delicata quanto complessa, che pertanto richiede efficacia e correttezza dei Consiglieri di Amministrazione.
Da tali fattori dipende il grado di tutela che la banca offre ai propri clienti, soci e investitori. L’attuale situazione economica mette a dura prova i compiti e le responsabilità di chi amministra una banca, non solo come la nostra, qualunque banca.
Esercitare oggi il mestiere del banchiere è oggettivamente difficile, prevalendo su tutto un’esigenza essenziale: occorre coniugare rafforzamento del patrimonio, crescita della redditività ed adeguata prudenza la peculiarità della gestione bancaria né la coscienza della molteplicità degli interessi in gioco. Occorre quindi svolgere un’attività consapevole, non al di fuori delle nostre tipiche capacità di controllo e di gestione aziendale, mettendo in campo adeguata competenza, capacità di visione strategica e autonomia di giudizio, debitamente filtrando ogni indebita ingerenza.
L’Amministratore accorto e consapevole agisce in modo informato in pari tempo si rapporta al management con spirito di collaborazione ma anche con autorevolezza. Se il nostro percorso si incanala su questi binari , sarà questo il miglior segnale che potremo dare al mercato, ciò che renderà la nostra banca ancor più affidabile e capace di tutelare adeguatamente i nostri soci ed i nostri clienti.
Agli inizi di ottobre, presso la provvisoria, nuova, sede della Scuola Secondaria di Primo Grado “San Vito”, alla presenza della dirigente Scolastica Annamaria De Siena e delle Docenti Tutor Isabella Bottazzi, Antonella Chiusaroli e Paola Scorcella, si è svolta la cerimonia di premiazione della Cooperativa Scolastica ReCooperanti, con l’intervento, per la BCC di Recanati e Colmurano, del funzionario Andrea Maggini e della dott.ssa Sabrina Massaccesi, referente del progetto per la Banca.
Nonostante le difficoltà dell’anno scolastico 2019-2020, dovute al lockdown, la Cooperativa Scolastica ReCooperanti costituita dalle classi 1B e 2B a tempo prolungato, infatti, ha operato con il fine di elevare il proprio livello di qualità, tanto da meritare il premio di disposizione dalla BCC e l’attestato di merito della commissione giudicatrice.
Ciò che ha contraddistinto l’A.C.S. ReCooperanti sin dal suo atto di nascita, è il fatto di “vivere la cooperazione” nell’ottica di com- piere una missione. Dopo la missione “Recu- pero…della memoria ”, “Recupero… della meraviglia” e “Rispetto”, è stata la volta, per l’a.s.2019-2020, della missione “Umanità + Umanità”, in cui la ripetizione del termine umanità stava a sottolineare due accezioni se- mantiche diverse della parola e due ambiti di lavoro differenti ma complementari.
Nella prima parte dell’anno, infatti, la cooperativa si è occupata dell’Umanità intesa come “sentimento di solidarietà umana”, con la guida di alcuni “maestri” e dei loro motti: Don Milani con il suo “I care”, cioè ho a cuore, mi importa dell’altro; il medico-eroe Carlo Urbani con il suo “Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro”; Bruno Munari con i suoi “bambini disubbidienti”, una definizione provocato- ria dei più piccoli, come soggetti meritevoli di attenzione, da educare nel nome della libertà di pensiero e della creatività.
I prodotti a tema (calendari, segnalibri e cartoline) sono stati venduti in occasione dell’atteso evento scolastico “Natale in Biblioteca” e sono stati molto apprezzati. A partire da marzo, invece, si sarebbe dovuta approfondire l’altra accezione della parola Umanità, intesa come “genere umano ”, la comunità alla quale apparteniamo e che abbiamo il dovere di salvaguardare con la promozione di uno sviluppo sostenibile, della biodiversità e dell’alimentazione sana, con la guida dell’agronoma Ilaria Romagnoli della Cooperativa Sociale “Terra e vita” ed in collaborazione con i ragazzi diversamente abili che vi lavorano.
L’interruzione delle lezioni in presenza ha costretto gli alunni soci a lasciare in sospeso questa seconda parte del lavoro e li ha indotti a portare avanti, attraverso attività di riflessione, di introspezione e di espressione creativa il primo tema, con la produzione di un lavoro, “Lontani un metro”, che ha trovato un suo sviluppo in un testo scritto a più mani, corredato da disegni e foto e che ha costituito un’opportunità tanto inaspettata quanto proficua per “pensare la cooperazione”.
Così si è concluso l’anno cooperativo 2019- 2020 ma i ReCooperanti, nonostante le difficoltà, sono già pronti a ripartire con il consueto entusiasmo e con una nuova missione.
Raccogliendo l’invito della Capogruppo a partecipare, per l’area Retail, ad un “Progetto Pilota” per l’identificazione e il trasferimento delle “Best Practice” all’interno del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, la BCC di Recanati e Colmurano ha avviato, a far data dal 15 giugno, per un periodo di 2 mesi, uno specifico modello operativo avente lo scopo di sperimentare la migrazione dal tradizionale atteggiamento transazionale ad un più attento modello relazionale.
Il progetto ha inizialmente visto il coinvolgimento di 4 Filiali, tuttavia i risultati raggiunti hanno indicato l’opportunità di estendere il modello a tutta la rete e non solo, hanno suggerito tra l’altro la possibilità di ampliare l’iniziativa maturata per l’area Retail, su tutte le aree commerciali, ivi comprese il comparto Corporate e l’Area Private. Un cambiamento radicale, una iniziativa in cui la strategicità e la coerenza della stessa alla contribuzione del raggiungimento degli obiettivi fissati in termini di piano industriale, hanno suggerito di adottare la traccia come modello distributivo da attuare a livello di Banca. Nasce in questo modo il “Pieno Potenziale Commerciale”, un modello virtuoso basato su un «nuovo approccio commerciale» di stile relazionale che possa permettere di diffondere e rafforzare la cultura della centralità del cliente.
Un progetto che si traduce in un incremento dell’efficienza della rete vendita che potrà in questo modo garantire un maggior presidio delle strutture specialistiche e delle “attività trasversali” (Assicurativo, consulenza, internet banking, monetica, ecc.).
La scelta adottata, d’intesa con le iniziative commerciali avviate dal Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, denominato “Pacchetto consolidamento GBCI 2.0”, ha pertanto per- messo alla BCC di Recanati e Colmurano di pianificare una serie di campagne commerciali che caratterizzeranno in modo particolare la fine del corrente esercizio. Campagne commerciali sviluppate dalla BCC, a favore della propria clientela, con la volontà di orientare il proprio asse strategico da una logica di vendita verso un atteggiamento volto a focalizzare ed individuare le soluzioni ottimali per soddisfare le aspettative e le esigenze dei propri clienti.
Le Campagne attive dal mese di novembre riguardano:
- CARTE DI CREDITO (PRIVATI E IMPRESA): all’iniziativa viene agganciata una interessante Concorso a premi (fino al 28 Maggio 2021) - PREMIATI REVOLUTION : + ACQUI- STI + PUNTI ACCUMULI + PREMI IN PALIO, Link: https://www.premiati.gruppoiccrea.it/.
- POS: iniziativa “MPAY”, il Mobile Pos che permette di accettare pagamenti con tablet e smartphone.
- FORMULA CASA SICURA: campagna dedicata ai clienti che hanno già stipulato una polizza casa con Bcc di Recanati e protegge l’immobile, adibito a civile abitazione e il suo contenuto dai danni causati da terre- moto, alluvione o inondazione.
- KEY MAN: campagna volta a tutelare il patrimonio umano dell’Azienda e garantire la continuità aziendale in caso di perdita della figura professionale di riferimento. Un’assicurazione sulla Vita dell’uomo chiave è finalizzata a sostenere economicamente l’azienda nella eventualità di una prematura scomparsa di un soggetto rilevante.
- FONDO PENSIONE Aperto Aureo «PERTEMPO»: L’opportunità della previdenza complementare riguarda tutte le età: i lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, ma anche inoccupati, che abbiano compiuto un anno in meno rispetto al raggiungimento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia per il regime obbligatorio; i familiari fiscalmente a carico e i minori; i pensionati (si devono scrivere 12 mesi prima della maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia). Ai giovanissimi che, al momento dell’adesione, non abbiano compiuto 18 anni
- PAC: con particolari promozioni che prevedono riduzioni nelle commissioni di accesso per sottoscrizioni entro il 31/12/2020.
- BCC CRECO - CREDITO AL CONSUMO E CESSIONE DEL QUINTO: grazie all’offerta “Crediper Green” valida fino al 31.12.2020 e l’accesso alla cessione del quinto per clienti di età compresa tra 61-75 anni con accredito pensione.
- SVILUPPO RACCOLTA GESTITA: consulenza specifica e personalizzata per in- vestimenti in prodotti di raccolta gestita ovvero fondi/sicav e assicurativo a contenuto finanziario
Come consuetudine ci piace concludere che, consci del ruolo sociale ricoperto dalle BCC e delle maggiori responsabilità che questo impone rispetto al resto del sistema creditizio, la BCC di Recanati e Colmurano è fiera e pronta a raccogliere la sfida, nella consapevolezza che il successo della banca si traduce in un successo per il territorio e per l’intera collettività locale.
Si avvicina la fine di un 2020 destinato a rimanere per sempre nella memoria di tutti, non solo delle persone ma anche delle aziende. La BCC come ha affrontato questa situazione particolare nella prima fase e nell’attuale?
Il periodo che va dalla fine dell’inverno a tutta la primavera 2020 è stato sicuramente un periodo che solo ricordarlo fa rabbrividire. La pandemia ha colto di sorpresa tutti ed ha trovato il mondo intero completamente impreparato. Il loockdown, imposto dal governo italiano il 9 marzo 2020, ha affondato la già debole economia nazionale. Per quanto concerne l’aspetto sanitario, al fine di evitare che l’epidemia potesse diffondersi all’interno della Banca, il nostro Istituto ha cercato sin da subito di redigere protocolli molto stringenti, sia per i dipendenti, sia per la Clientela che si recava nelle varie filiali. Per quanto concerne invece l’aspetto operativo, la nostra BCC è stata sempre disponibile ad interloquire e ad incontrare tutta la Clientela che ne faceva richiesta per meglio comprendere le difficoltà e le esigenze di ogni singolo richiedente. Tutto ciò per definire gli interventi e per trovare le soluzioni più idonee per ogni singola posizione. Il gravoso lavoro svolto nella primavera scorsa ha fatto maturare nella nostra struttura preziose esperienze, che oggi ci consentono di gestire le problematiche derivanti dal secondo picco dell’epidemia attualmente in corso, senza affanno ed in modo ordinato.
Oggi più che mai le comunità hanno bisogno di una Banca che sia veramente rispondente alle esigenze del territorio: Lei ritiene che si stiano dando le risposte giuste?
Ritengo di si. In questo momento tutte le Banche stanno cercando di assistere i propri Clienti proponendo servizi, ma soprattutto fornendo la liquidità necessaria per assicurare la continuità aziendale e quindi per evitare danni permanenti alle imprese ed al sistema economico nel suo complesso. Le Banche locali stanno facendo tutto il possibile per sostenere le attività economiche del territorio, soprattutto quelle minori che per una serie di motivi sono spesso anche quelle più fragili. Una Banca di Credito Cooperativo ha nel suo DNA questa missione ed io credo che la nostra BCC stia assolvendo il proprio compito con dedizione e grande determinazione.
Tanti fattori stanno incidendo sull’andamento dell’economia, manca la serenità da parte dei consumatori e sino a quando la pandemia non sarà stata debellata, difficile pensare a situazioni di equilibrio; questo cosa comporta per la Banca?
È noto che la gente è portata a spendere di più quando c’è ottimismo, serenità e soprattutto sicurezza del posto di lavoro. Oggi molti artigiani, commercianti e professionisti hanno visto crollare drasticamente il volume del giro di affari ed in loro prevale ansia, insicurezza e pessimismo. In un contesto come l’attuale la gente tende a risparmiare e a posticipare quanto più possibile gli acquisti non strettamente necessari. Lo stesso discorso vale anche per le imprese che, preoccupate per le incerte prospettive economiche, hanno congelato i loro piani di investimento già programmati e stanno rielaborando business plan molto più conservativi. Nessuno può prevedere al momento, come e quando si possa uscire definitivamente da questa delicata situazione. Il mondo medico - scientifico ipotizza che con la ormai prossima vaccinazione, la trasmissione del virus dovrebbe affievolirsi, se non azzerare, nella seconda parte del 2021. Se ciò si dovesse avverare, l’economia tornerà a crescere e presumibilmente torneranno a crescere le richieste di finanziamento alle imprese e di mutui alle famiglie.
Anche se non si possono ancora avere dei numeri certi, dopo l’utile degli ultimi anni, come si chiuderà il bilancio dell’esercizio attuale?
Il brusco e forte calo del prodotto interno lordo italiano non poteva non impattare anche sui bilanci degli Istituti di Credito. Per ragioni prudenziali tutte le Banche hanno dovuto effettuare nel corso dell’anno ulteriori accantonamenti sui finanziamenti già erogati e ciò per tenere conto di possibili difficoltà che la crisi in atto può determinare nel processo di rimborso da parte della Clientela dei crediti concessi. Non ci sbilanciamo ancora sui dati perché non definitivi, ma possiamo ritenere che nonostante tutto l’esercizio 2020 si chiuderà per la Banca in maniera piuttosto positiva, ed in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni.
Un anno di grandi impegni per riorganizzare il lavoro anche all’interno, preparare il personale a seguire nel miglior modo i bisogni della clientela per quanto riguarda moratorie, finanziamenti e tanto altro….
Si, il 2020 è stato un anno particolarmente impegnativo per tutto il nostro organico. Il Covid19 ci ha costretti ad organizzarci per consentire ad una parte dei dipendenti di operare da casa, mentre per quanto concerne il lavoro negli uffici della sede e delle filiali, si è provveduto ad adottare tutti i protocolli via via suggeriti dalle autorità: distanziamento, igienizzazione per- sonale, sanificazioni degli ambienti. Nel periodo più critico, e cioè marzo – giugno 2020, la Direzione ha creato una task – force composta da più funzionari per esaminare e rispondere nel tempo più rapido possibile a tutte le richieste di finanza da parte della Clientela. In questo periodo la mole di lavoro inerente morato- rie e finanziamenti coperti dalla garanzia dello Stato è stata davvero enorme. Un impegno gravoso per tutta la struttura, che è stata come sempre, all’altezza della situazione fornendo le risposte nei tempi e nei termini che la Clientela si aspettava.
Lei è sempre stato convinto della forza del nostro territorio per il superamento della crisi economica ma, quando sembrava che molti potessero rialzarsi, ecco arrivare il Covid-19; crede che il prossimo sarà l’anno della ripresa?
Gli economisti prevedono per il 2021 un rimbalzo del prodotto interno lordo di tutti i principali comparti. È difficile prevedere quanto forte potrà essere questo rimbalzo perché le variabili in gioco che possono influire sono molteplici. Dipenderà dal clima di fiducia che si riuscirà a ricreare sui mercati internazionali e questo clima di fiducia sarà strettamente collegato all’efficacia dei vaccini che a breve saranno disponibili e dalla durata della protezione che potranno assicurare. Eventuali ritardi nella somministrazione dei vaccini o una efficacia parziale impatterebbero in maniera molto negativa sulla ripresa economica.
La BCC che ruolo potrà avere per aiutare i commercianti di quei settori maggiormente colpiti?
Il commercio al dettaglio è stato uno dei settori più penalizzati dalla pandemia e credo che ci vorrà del tempo per rimarginare le profonde ferite che ha subito. L’economia tornerà a crescere ma per il settore del commercio al dettaglio probabilmente questa ripresa da sola non sarà sufficiente a dargli nuovo vigore. Il commercio al dettaglio si trova schiacciato da una parte dalla crisi, dall’altra dallo strapotere dei colossi delle vendite on-line, che sfruttano le economie di scala e che godono anche di enormi vantaggi fiscali. È una partita impari ed è necessario che le autorità europee trovino il modo per regolamentare una volta per tutte il commercio elettronico in modo che i due comparti possano coesistere e convivere in modo profittevole per entrambi. La nostra BCC cercherà di incrementare gli sforzi sin qui messi in atto per mitigare le difficoltà delle categorie più penalizzate mettendo a disposizione, per il tempo necessario, tutti gli strumenti di cui dispone.
Come l’ICCREA, cui la BCC di Recanati e Colmurano ha aderito, potrà dare il suo apporto ai vari Istituti per sostenere le aziende in difficoltà?
Il ruolo di Iccrea, cioè della Capogruppo, è determinante ora e lo sarà ancora di più in futuro per il comparto del Credito Cooperativo. Molti servizi, di competenza in passato delle singole BCC, in futuro saranno forniti dalla Capogruppo. Alla Capogruppo sarà anche demandata la gestione di molte funzioni che possono essere svolte a distanza. Questo parziale accentramento presso ICCREA di diverse attività non solo assicurerà più specializzazione e maggiori competenze ma permetterà anche di contenere i costi. Le risorse che si verranno a liberare per questo parziale accentramento di alcune funzioni libererà delle risorse all’interno delle singole BCC che potranno essere utilizzate in attività più redditizie ed a tempo pieno nella gestione delle relazioni commerciali con la Clientela e nell’attività di consulenza sempre più specializzata, con la possibilità, grazie al supporto della Capogruppo Iccrea, di poter proporre un’offerta sempre più ampia ed all’altezza dei maggiori competitor presenti sul mercato. È risaputo che fare squadra, ed è ciò che faremo con la Capogruppo, consente di sfruttare appieno le sinergie e porta sempre grandi benefici.
Nonostante il Covid-19 la BCC ha dato prova della sua crescita, ha ricevuto riconoscimenti e, soprattutto la rinnovata fiducia della clientela. Quali altri obiettivi perseguire di qui a breve-medio termine?
È sotto gli occhi di tutti come il lavoro fatto negli ultimi anni stia dando i sui frutti. Mi sento in dovere, a nome dell’intero CDA, di ringraziare tutti i dipendenti per l’attaccamento all’azienda, per l’impegno profuso e la professionalità mostrata. Negli ultimi anni la Banca ha ottenuto importanti riconoscimenti da parte di noti organismi per la qualità dei servizi offerti ed ha speso tempo ed impegnato risorse umane per creare con le aziende e con le famiglie un rapporto cordiale e costruttivo. Questo importante lavoro relazionale non potrà non tradursi in nuove opportunità di crescita per il nostro Istituto per quanto riguarda gli impieghi, la raccolta e tutti gli altri servizi che la Banca può fornire alle imprese ed alle famiglie del nostro territorio.
Nel mezzo di una grave situazione economica legata alla pandemia da covid-19, sono riemerse ipotesi di riforma delle BCC, in virtù di numerose richieste provenienti dal mondo cooperativo derivanti della scarsa conciliabilità tra il sistema del credito cooperativo e la macro-vigilanza esercitata dalla BCE.
Il Governo ha manifestato di conoscere le richieste e le aspettative che vengono dalle BCC, come testimoniato dalle parole del Presidente del Consiglio che, nel corso dell’assemblea di Confcooperative del 6 ottobre 2020, ha testualmente affermato che “Il mondo cooperativo bancario sta evidentemente soffrendo, i segnali sono molto evidenti rispetto a un quadro di riforma progettato nel 2016” e che su questo tema occorre avviare e condurre un’appropriata riflessione. Non posso promettere l’esito della riflessione, ma c’è l’impegno del governo a lavorare insieme per mettere a punto le criticità e lavorare anche in sede europea perché queste criticità possano essere superate.
Lo stesso premier ha sottolineato che “La riforma era nata per rafforzare le banche di credito cooperativo dal punto di vista patrimoniale e rafforzarne la resilienza ma rischia di portare a un’eccessiva omologazione regolamentare del modello bancario con vincoli pensati per le banche cosiddette sistemiche che rischiano concretamente di frenare l’erogazione di liquidità sul territorio”.
Federcasse ha espresso apprezzamento per le parole del Premier evidenziando che le attuali regole non permettono alle BCC di assicurare la funzione di banche del territorio, connaturato alla loro struttura, alla loro funzione ed allo scopo mutualistico che ne caratterizza il mezzo ed il fine della loro attività.
Il Presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba, ha ringraziato il Presidente del Consiglio per l’impegno a sviluppare, a livello governativo, una riflessione adeguata sulla necessità di rimuovere vincoli ed ostacoli che non consentono alle BCC di svolgere la loro funzione di sostegno alle imprese ed alle famiglie del territorio.
Il tema è sensibile ed è dimostrato dalla necessità (e dalle difficoltà) che le capogruppo hanno di sostenere le BCC e di consentire, a loro volta, di svolgere l’insopprimibile ruolo di banche territoriali.
Ad ottobre 2020 Iccrea Banca ha collocato presso gli investitori istituzionali un’obbligazione “senior preferred” da 500 milioni, con scadenza nell’ottobre del 2025.
L’obiettivo è chiaro: “La nuova emissione conferma la volontà del gruppo di consolidare il proprio ruolo sui mercati finanziari domestici e internazionali nell’ottica di sostenere la crescita e lo sviluppo dei territori di riferimento delle Bcc” ha dichiarato Mauro Pastore, direttore generale di Iccrea Banca.
Il prospetto informativo dell’obbligazione spiega che l’emissione si inserisce in un più ampio programma da complessivi 3 miliardi, con “finalità di funding” e, quindi, con l’obiettivo di reperire risorse “e di migliora- mento della struttura di capitale regolamentare”.
La principale criticità di fondo che induce il credito cooperativo a chiedere un concreto intervento legislativo è costituita dal fatto che la normativa bancaria europea non riconosce le BCC come banche less significant, devalorizzandone il ruolo di banche del territorio attente alle economie locali; infatti, nell’attuale contesto normativo nazionale e comunitario, le BCC sono considerate, per via dell’appartenenza a gruppi bancari di credito cooperativo, banche di tipo significant sotto il profilo del rischio, soggiacendo allo stesso sistema di controllo ed alle medesime procedure della capogruppo.
Ciò significa che una BCC di piccole dimensioni, ad esempio con due o tre filiali, sia assoggettata alle stesse regole previste per banche di grande dimensioni, con i vincoli e le limitazioni che possono sussistere in tema di finanziamento delle PMI e delle famiglie.
In questo contesto si è inserito un emendamento del M5S al Decreto Agosto che, sostanzialmente, prevedeva la trasformazione dei due gruppi cooperativi costituiti, Iccrea e Cassa Centrale Banca in sistemi di tutela istituzionale (ISP).
Ciò avrebbe comportato per le BCC di non far più parte di un gruppo bancario c.d. significant, vigilato direttamente dalla BCE e, dunque, di poter essere considerate less signifcant riassumendo una maggiore autonomia da logiche di gruppo che impongono di agire secondo le regole comunitarie, non tenendo conto delle caratteristiche tipiche delle banche di credito cooperativo.
In particolare, tale emendamento stabiliva che le due capogruppo del credito cooperativo assumessero il ruolo di soggetto gestore del sistema ISP, previa autorizzazione della Banca d’Italia, il quale funziona con un meccanismo di garanzia incrociata tra le banche aderenti.
I sistemi ISP avrebbero conservate gli stessi “processi di classificazione, monitoraggio e controllo dei rischi delle banche aderenti”, mentre gli indirizzi strategici, le politiche di gestione e l’assunzione dei rischi sarebbero indicati dalle capogruppo.
Le capogruppo, dunque, sarebbero diventate soggetto gestore che “esercita poteri di intervento proporzionati alla rischiosità delle banche aderenti, incluso il potere di nominare, opporsi alla nomina e revocare uno o più componenti degli organi di amministrazione e controllo delle banche aderenti”.
Al medesimo soggetto gestore dovrebbero essere previamente comunicate “le decisioni di rilievo strategico quali fusioni, scissioni in- vestimenti partecipativi e immobiliari, apertura, trasferimento o chiusura di dipendenze”.
Pertanto, l’obiettivo di tale emendamento era di consentire alle BCC di conservare una limi- tata autonomia gestionale, a fronte del vantaggio di poter essere considerate less significant, non soggiacendo più alla vigilanza della BCE. Tale emendamento è però rimasto lettera morta, essendo stato dichiarato inammissibile e, dunque, stralciato, con la conseguenza che gli auspicati interventi di modifica del quadro normativo, tesi a recuperare il ruolo di banche less significant delle BCC, appaiono ancora difficili da raggiungere.
Non resta che prendere atto che la rimozione delle più evidenti criticità derivanti dalla riforma del 2016 del credito cooperativo è una questione che politicamente non solleva interesse e che sembra esservi scarsa attenzione per il delicato ruolo che le BCC svolgono nei rispettivi territori, a favore del tessuto economico locale e delle famiglie.
Perché è fuori discussione che le BCC non possono essere trattate come al pari di una banca ordinaria o, peggio ancora, alla stessa stregua di una banca di dimensioni europee.
Eppure basterebbe poco per restituire una maggiore autonomia alle BCC ed il loro posizionamento come banche less significant: sarebbe sufficiente modificare l’art. 37-bis t.u.b., eliminando l’obbligo di redigere il bilancio consolidato del gruppo bancario cooperativo, pur mantenendo ferma l’attività di direzione e coordinamento.
Ma, come spesso accade, le soluzioni semplici sono quelle più difficili da perseguire.
I Servizi Sociali del Comune di Treia in collaborazione con la Caritas cittadina, hanno aderito al Progetto Tucum: un App che permette di donare in favore delle persone più bisognose alle quali viene consegnata una tessera con la quale possono ritirare quello di cui hanno bisogno direttamente dai negozi accreditati: medicinali, spesa alimentare, visite mediche, ecc.
La tessera contiene dei crediti ponderati con l’effettivo bisogno delle persone accompagnate che vengono così guidate nel loro percorso di reinserimento sociale. I negozianti che aderiscono partecipano al progetto somministrando i prodotti a prezzi convenzionati potendo registrare solo quelli ritenuti sani (no tabacchi e alcol). Inoltre nella tessera è memorizzata la foto del beneficiario per permettere alle attività commerciali di verificarne l’identità. Dal canto suo, il beneficiario, si responsabilizza versando un contributo di partecipazione al progetto di 2€/mese.
Per sostenere le famiglie del territorio è possibile scaricare l’App Tucum e, dopo una semplice registrazione, donare in favore di “Caritas Treia” presente alla voce “Sostieni un fondo sospeso”.
Inviare un bonifico bancario alla Caritas di Treia: intestazione: Parrocchia SS Annunziata Cattedrale di Treia, Iban: IT 6 8Y03 1116 9212 0000 0000 1025, causale: Sostegno Progetto Tucum.
Maggiori informazioni su www.tucum.it
“In Consiglio Regionale sono state presentate ben tre mozioni riguardanti le crisi aziendali e il problema del lavoro, sempre più emergenti in questo periodo” dichiara l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi riferendosi alla seduta consiliare di mercoledì 9 dicembre.
“Gli stessi documenti – aggiunge l’assessore - chiedevano lo sblocco di 26 milioni di euro, a disposizione della Regione Marche ma non ancora autorizzati dal Ministero, a sostegno dei lavoratori che hanno perso il proprio impiego ed evidenziavano la disparità di trattamento tra le Marche e le Regioni del Sud, compresa la Regione Abruzzo, che beneficiano dal Governo di uno sgravio fiscale del 30%, mentre rimarrebbe esclusa la nostra regione. Mi fa molto piacere che l'Assemblea abbia accolto la mia richiesta di unire i tre documenti e fare un'unica mozione, votata da tutti i consiglieri, che così avrà più forza verso il Governo nazionale per avere più risultati".
"Ho messo in evidenza particolarmente due sofferenze - spiega ancora l'assessore -: una l'Area di Crisi del Piceno e del cratere sismico, che è a confine con le aree abruzzesi ma non gode degli stessi benefici; in secondo luogo, il perdurare della crisi della Indelfab (ex Merloni) di Fabriano che dopo anni di cassa integrazione rischia di vedere il fallimento definitivo e la messa in discussione di circa 300 posti di lavoro, solo nella nostra Regione, già dal prossimo mese di marzo”.
Aguzzi conclude: “E' chiaro che ora occorrerà concentrare su queste aree i 26 milioni per i quali si chiede lo sblocco al Governo. Come assessore ho già richiesto al Governo questi provvedimenti in sede di Nona Commissione ed ho scritto al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali una lettera congiunta con l'assessore Castelli, ottenendo un incontro online con il Sottosegretario allo Sviluppo economico e le parti sindacali”.
“Sono in arrivo i fondi straordinari per i piccoli comuni: 210 milioni di Euro da destinare al sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali dei Comuni delle aree interne. Le risorse, il cui relativo provvedimento è stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, potranno essere usate dai Comuni fino a 5.000 abitanti per mettere in campo azioni di sostegno economico in favore di piccole e micro imprese, anche per contenere l'impatto negativo causato dal Covid. Lo afferma in una nota Mirella Emiliozzi, Facilitatrice Regionale Marche del Movimento 5 Stelle.
"Il contributo medio si attesta sui 43.000 euro per un Comune con meno di mille abitanti, 71.000 euro per i Comuni delle fasce intermedie (tra 1000 e 2000 abitanti), 100.000 euro (tra 2mila e 3mila abitanti), 142.000 euro per i Comuni con una popolazione compresa tra i 3mila e i 5mila abitanti”, continua Emiliozzi, sottolineando che si tratta di “un’ulteriore opportunità di sostegno concreto alle imprese artigianali e del commercio che svolgono servizi di utilità pubblica e di prossimità, ancora più importanti dal punto di vista sociale, perché vanno incontro alle esigenze della popolazione che ha riscontrato maggiori difficoltà a spostarsi specie nella fase di emergenza sanitaria”.
Per quanto concerne il Maceratese sono previsti 482 mila euro di contributi destinati a 11 comuni. Si tratta di: Monte Cavallo (31mila euro), Bolognola (32mila), Poggio San Vicino (35mila), Ussita (40mila), Fiastra (47mila), Monte San Martino (49mila), Gualdo (50mila), Penna San Giovanni (58mila), Visso (59mila), Sant’Angelo in Pontano (68mila), Castelsantangelo sul Nera (35mila).
In questo periodo di emergenza dovuto alla pandemia molte imprese, soprattutto quelle più piccole, segnalano di avere notevoli difficoltà per accedere ai servizi pubblici. I problemi evidenziati dagli imprenditori sono un segno tangibile che lo smart working nella Pubblica Amministrazione non è organizzato meglio. La definizione stessa di smart working prevede che il lavoro da remoto e la riduzione della presenza fisica del personale negli uffici non compromettano l’efficienza del servizio fornito dai dipendenti pubblici.
Il Presidente della CNA di Macerata Giorgio Ligliani si fa portavoce delle difficoltà di molti imprenditori: “In questa fase così delicata la Pubblica Amministrazione, pur dovendo ovviamente tutelare la salute dei propri lavoratori, dovrebbe garantire anche la continuità del servizio e stimolare maggiormente l’efficienza dei dipendenti che lavorano da remoto. Le imprese, già colpite dalla pesante crisi in atto, non possono subire anche gli effetti negativi derivanti da questi problemi di fruizione dei servizi pubblici”.
Le preannunciate ipotesi di un prolungamento dello smart working negli uffici pubblici con la proroga dello stato di emergenza diventano quindi fonte di forte preoccupazione per le imprese e gli operatori professionali: “La PA in smart working – prosegue il Presidente CNA - ha accresciuto notevolmente i problemi preesistenti; difficoltà di accesso ai servizi pubblici, pratiche bloccate di fatto per lunghi periodi presso gli uffici, ottenimento di risposte da parte degli uffici in tempi eccessivamente lunghi, mancanza di riscontri in tempi brevi a fronte dell’invio di documenti e atti, difficoltà nel trovare un interlocutore con cui dialogare via mail o telefono per la gestione delle pratiche. Così proprio non va”.
Ancora Ligliani “Occorre che i quadri dirigenziali prendino atto di questa situazione. CNA auspica quanto meno che, nel più breve tempo possibile, la Pubblica Amministrazione attivi dei canali dedicati per gli operatori professionali (caf, professionisti, ecc.) che possano consentire loro di avere un costante confronto via mail e/o telefono sulle pratiche in corso; ciò al fine di risolvere velocemente eventuali criticità e snellire il lavoro sia di uffici che di operatori professionali, fornendo quindi alle imprese un servizio decente, indispensabile in questo momento di grande difficoltà”.
Il Presidente dell’Associazione di categoria invita ad una riflessione più in generale sul mondo dell’iniziativa privata che rappresenta e il mondo del pubblico impiego: “La PA dovrebbe essere al fianco delle imprese e non essere vissuta come un ostacolo o una perdita di tempo. Il mondo reale viaggia ad una velocità assai diversa; per l’imprenditore ed il mercato, i due/tre giorni di attesa per una risposta o i “ponti” lunghi, possono fare la differenza tra sopravvivere o meno”.
Il Comune di San Ginesio adotta contributi, incentivi e agevolazioni fiscali e tributarie per il triennio 2020 – 2022.
“L’Amministrazione Comunale – ricorda il Sindaco Giuliano Ciabocco - mantiene fede alle proprie linee programmatiche di erogare servizi rispondenti alle effettive esigenze della comunità ginesina, che portino benessere e creino valore, anche con misure a sostegno dell’emergenza covid-19, e che hanno visto il prezioso contributo del gruppo di minoranza e il coinvolgimento di tutta l’assemblea consiliare”.
Misure a sostegno dello sviluppo e della ripresa del tessuto economico e sociale, attraverso incentivi economici a favore dell’insediarsi di nuovi residenti e di nuove attività commerciali, di contrasto al costante calo demografico, solo in parte dovuto alle conseguenze del sisma e dell’emergenza sanitaria.
Il Sindaco di San Ginesio, coadiuvato dal suo Vice Daris Belli con delega al Bilancio e programmazione, promuovono con ogni risorsa lo sviluppo e la ripresa del tessuto economico e sociale, e l’accoglienza che il Borgo può offrire a chi decida di farne il suo centro di riferimento, favorendo l’insediarsi al suo interno di nuovi residenti e di nuove attività commerciali.
“A sostegno di contribuenti e nuclei familiari residenti - interviene il Responsabile Area Finanziaria Giulio Del Bello – il bonus annuale in favore dei nuovi nati fino a 500 euro, l’esenzione totale della TARI per in nuovi residenti e dell’addizionale IRPEF per i redditi fino a 8.500 euro. A ciò si aggiungono, per le nuove attività d’impresa che si insedieranno nel Comune, l’esenzione dal pagamento delle imposte TARI, TOSAP e sulla pubblicità del 100% nel primo anno, del 75% nel secondo anno e del 50% nel terzo anno. Ed infine per tutte le attività d’impresa esistenti nel territorio, l’esenzione totale del pagamento degli affitti dei locali di proprietà comunale nei periodi di chiusura a causa emergenza Covid-19, la riduzione della TARI per i periodi di chiusura dell’attività e l’esonero dal pagamento della TOSAP per i periodi in cui le attività sono state costrette ad usufruire degli spazi antistanti i locali per poter rispettare le misure di distanziamento sociale e per i titolari di concessioni o di autorizzazioni per l'esercizio del commercio su aree pubbliche esistenti.
Interventi che si aggiungono, nel solo anno 2020, al sostegno economico di circa 20.000 euro garantito alle Famiglie e alle preziose e professionali Associazioni territoriali nell’organizzazione dei Centri Estivi, agli investimenti fatti in manutenzione e progettualità alle scuole superiori e dell’obbligo per circa 80.000 euro nel potenziamento del servizio mezzi e trasporti, inclusi quarto autista e bus scolastico, per circa 45.000 euro, nei servizi di manutenzione viaria per circa 172.000 euro, di parchi pubblici, giardini e aree cimiteriali per circa 135.000 euro”.
La Regione Marche interviene per sostenere la ripresa delle attività dei settori maggiormente danneggiati dai provvedimenti inclusi nel DPCM del 3 novembre, soprattutto nell’ambito della ristorazione e somministrazione di alimenti e nell'ambito delle manifestazioni culturali, di intrattenimento e sportive.
Le imprese di questi settori potranno chiedere finanziamenti bancari con tasso totalmente rimborsato dal fondo regionale per l’emergenza Covid-19. A seguito dell’approvazione della Legge 47, che riforma la Legge 13, la Giunta regionale ha dato il via al nuovo strumento finanziario per le micro e piccole imprese dei settori elencati.
“Si tratta di un ulteriore intervento per oltre settanta tipologie di attività che potranno contare sul sostegno regionale per contrastare le perdite economiche imposte dalle restrizioni previste dai vari Dpcm che si sono susseguiti – evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive – Mentre i cosiddetti decreti ristoro danno contributi per la perdita di fatturato, noi pensiamo a far ripartire al meglio l’attività delle imprese. Tra questi strumenti, abbiamo anche pensato al credito. La Regione ha predisposto questo strumento per le imprese che stanno subendo pesanti penalizzazioni dal prolungamento delle restrizioni. Imprese già incluse nei precedenti provvedimenti di ristoro, che ora hanno la possibilità di sommare le agevolazioni previste”.
La legge regionale dispone uno strumento di finanziamento bancario che prevede prestiti fino a 10 mila euro, per una durata di 48 mesi, oltre ai 12 di preammortamento. Il tasso di interesse (TAN) non può superare il 2 per cento. Il contributo regionale copre integralmente i costi del finanziamento, comprendendo gli interessi e una quota minima di 50 Euro di spese accessorie (quest’ultime da ripartire tra istituto di credito e Confidi).
La procedura di accesso assegnazione risulterà semplificata. Lo strumento è già operativo.
Anche quest'anno il Comitato Piccola Industria di Confindustria Macerata ha celebrato il PMI Day, una giornata speciale per centinaia di piccole e medie imprese in tutta Italia.
"Il PMI DAY è una iniziativa di Confindustria molto importante - ha spiegato il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Gian Paolo Manzella - una giornata in cui decine di migliaia di giovani entrano negli stabilimenti delle nostre imprese e toccano con mano cos’è la produzione, cosa è “fare impresa”. È una iniziativa che porta l'attenzione su un tema centrale - il rapporto dei più giovani con il mondo economico che li circonda.”
Il Comitato Piccola Industria di Macerata, grazie anche al contributo della Camera di Commercio delle Marche che sostiene il Progetto Scuola di Confindustria Macerata, ha utilizzato la tecnologia virtuale ed il 3D per realizzare 3 tour d’impresa che hanno riprodotto una visita fisica, in un ambiente esclusivamente digitale, veicolata ai nostri sensi mediante un visore che ha consentito un’interazione in tempo reale. Le aziende in cui è stato realizzato il tour virtuale sono state Lavorcarni di San Severino Marche, Plados Thelma di Montecassiano e Centro Accessori di Civitanova Marche.
Tutto questo è stato possibile grazie alla UBISIVE srl di Civitanova Marche che ha progettato una piattaforma con contenuti in cloud resi disponibili su una apposita APP per smartphone ai 250 ragazzi dell’ ITIS E. DIVINI di San Severino Marche coordinati dalla prof.ssa Lidia Papavero e dell’ITC F.Corridoni di Civitanova Marche coordinati dal vicepreside prof. Luigi Galandrini.
Gli studenti hanno potuto partecipare sia che fossero a scuola o in modalità di didattica digitale a casa. Così un momento difficile si è trasformato in un’opportunità di poter raggiungere molti più studenti rispetto alle edizioni passate. Sauro Grimaldi, Presidente della Piccola Industria di Macerata, ha posto l’attenzione sul fatto che "Occorre diventare intraprenditori cioè persone che all'interno dell’azienda si assumono la responsabilità diretta di trasformare un'idea in un prodotto finito. È una figura per cui non esiste un preciso percorso formativo, ma le caratteristiche indispensabili sono: essere innovativi, creativi, coraggiosi, flessibili per pensare fuori dagli schemi. Infine, non può mancare il lavoro di squadra, riuscire a sviluppare doti di leadership e comunicazione collaborativa”.
Tutto è stato magistralmente coordinato da Gabriele Micozzi esperto di comunicazione e marketing, le visite virtuali sono state realizzate anche grazie alla collaborazione e supporto tecnico di Sinergia Consulenze srl.
Per far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia, il Comune di Morrovalle ha deciso di mettere a disposizione di imprese, famiglie e associazioni circa 180mila euro. Un risultato scaturito dal tavolo di confronto che si è aperto tra l'amministrazione e le minoranze nel mese di novembre con l'obiettivo di sostenere la cittadinanza in questo difficile momento. Il risultato raggiunto è stato condiviso da tutti i gruppi consiliari.
Di seguito le principali misure adottate:
COMMERCIO - Erogazioni di contributi per circa 100mila euro per sostenere le piccole attività commerciali al dettaglio, di ristorazione e artigianali di servizi alla persona colpite dalle misure di chiusura emanate dal governo
CENTRO STORICO - 22mila euro saranno destinati esclusivamente alle attività commerciali con sede nel centro storico di Morrovalle
CARITAS - Contributo di 10mila euro per sostenere le famiglie in difficoltà nell'acquisto di generi alimentari e nel pagamento di spese necessarie quali bollette o rate
CROCE VERDE - Contributo di 10mila euro per sostenere le maggiori spese che l'associazione ha sostenuto per poter erogare servizi in questo periodo di emergenza sanitario
SERVIZI SOCIALI - Stanziamento di 19mila euro per potenziare lo sportello Servizi sociali comunali, che si occuperà di rispondere alle situazioni di difficoltà
PROGETTO TAMPONI - Possibilità di effettuare tamponi rapidi su base volontaria e prima del rientro a scuola per gli alunni e i docenti sottoposti a quarantena, con costo a carico del Comune
PROTEZIONE CIVILE - Contributo di 20mila euro per l'acquisto di un automezzo
A breve verranno emanati i bandi per accedere ai contributi.
“Siamo per l’ennesima volta di fronte ad un adempimento che rischia di mettere in difficoltà le imprese per la complessità delle operazioni e per l’aggravio di costi, che si aggiunge alle criticità già insostenibili. Stiamo subendo un calo di incassi e sostenendo costi ingenti connessi agli adeguamenti per la sicurezza anti-Covid”. Queste le parole con cui Daniele Zucchini, Presidente Regionale Confartigianato Benessere, commenta l’impatto del Dl124 che, attraverso incentivi ai pagamenti elettronici, esenzione fiscale dei premi della lotteria nazionale degli scontrini e istituzioni di premi speciali per il cashless mira a contrastare evasione fiscale e contributiva e ad incentivare la digitalizzazione, ma che secondo l’associazione introduce una serie di criticità che rischiano di pesare moltissimo sulle aziende.
“A proposito della lotteria degli scontrini - aggiunge la Presidente interprovinciale di Confartigianato Estetica Rosetta Buldorini - va precisato che il recepimento del codice lotteria che il cliente deve fornire all’esercente comporta oneri molto pesanti in termini di tempo e, trattandosi di un’operazione da compiere manualmente, può essere suscettibile di imprecisioni ed errori, soprattutto se compiuta in momenti concitati dell’attività lavorativa. Se l’acquisizione è invece tramite lettore, questo comporta ulteriori aggravi economici a carico dell’esercente poiché richiede un adeguamento dei registratori telematici con costi non indifferenti. Entro il 31 dicembre tutti i registratori di cassa dovranno essere aggiornati ed adeguati a queste disposizioni, provocando ancora ulteriori costi amministrativi sempre a carico delle imprese”.
“E’ necessario un notevole abbassamento di costi e commissioni che pesano sulle imprese – commenta Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato Benessere - in particolare sui micropagamenti. Un decreto, quello in questione, che a nostro parere mette in campo strumenti che poco hanno a che fare con il contrasto all’evasione fiscale, e che richiede correttivi sia in termini organizzativi che economici. Chiediamo quindi certezza delle regole per operazioni che coinvolgono moltissime imprese del settore benessere e non solo, che possono richiedere interventi di aggiornamento su registratori telematici già installati, e soprattutto adeguata informazione alle imprese chiamate ad emettere documenti commerciali certificativi delle operazioni intercorse".
"Riteniamo infatti che la proroga dell’entrata in vigore dell’adempimento, al primo luglio anziché al primo gennaio 2021, possa essere visto come un meccanismo d’incentivazione e di ripresa nei confronti delle imprese sottoposte alle evidenti limitazioni dell’attività collegate all’emergenza sanitaria in corso e che versano conseguentemente in uno stato di comprovata e grave situazione di difficoltà” conclude D'Angelantonio.