Anche Tolentino avrà il suo "Concertone" del primo maggio. L'evento, annunciato dal Comune con il supporto della Proloco Tct e dal titolo "Tolentino In-Canta: No War", si terrà nella suggestiva cornice di piazza Martiri di Montalto.
Il concerto sarà ad ingresso libero, nel rispetto delle normative Anti-Covid 19. L’evento ideato dagli organizzatori vede come protagonisti gli artisti del territorio, ed è indirizzato principalmente ai giovani, già con esperienze professionali o amatoriali, ma anche alle scuole che vorranno portare sul palco la loro voce; potranno prendere parte al concerto anche i musicisti storici della città.
"Un invito a partecipare a questa giornata di condivisione - sottolineano gli assessori Luconi e Tatò - che celebra la speranza. Vorremmo vivere - dicono - una sorta di rito collettivo per sentirsi vicini, un canto che si apre in un momento in cui c’è sempre maggiore necessità di essere uniti, in un periodo storico che ha visto, soprattutto i nostri giovani, attraversare tante vicissitudini, diverse problematiche, da quelle della pandemia ai recenti eventi della guerra in Ucraina".
"Non mancheranno le sorprese durante il concerto, sul palco di Piazza Martiri di Montalto, a fianco alle proposte musicali del territorio, saranno presenti artisti importanti e affermati del panorama nazionale, che ci regaleranno la loro musica, le loro emozioni, per un grande concerto, che magari potrà anche diventare un appuntamento annuale per la Città che si ritrova e in-canta" aggiungono Luconi e Tatò.
Il Comune ha aperto un bando per invitare i giovani musicisti del territorio a partecipare alla non-stop musicale. Si potrà confermare l'adesione entro il prossimo 15 aprile. Prima di salire sul palco si terranno delle audizioni preso il Politeama, nella giornata del 21 aprile.
L’atmosfera di piazza Martiri di Montalto sarà, inoltre, resa ancor più godibile dallo Street-food Festival, appuntamento diventato ormai tradizionale e che avrà inizio dal 28 aprile.
Recanati, nel suo grande patrimonio artistico e culturale, vanta una delle rappresentazioni più importanti e originali dell’Annunciazione che porta il suo nome “Annunciazione di Recanati” il celebre dipinto di Lorenzo Lotto databile 1534 circa, olio su tela di dimensioni 166x114 cm custodito nel Museo civico Villa Colloredo Mels.
In occasione del 25 marzo in cui si celebra il momento dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, il Comune di Recanati, in collaborazione con Iustissima Civitas, Missioni estere dei Cappuccini delle Marche, Associazione Cammino Lauretano e Sistema Museo ha organizzato la conferenza “L’Annunciazione nella tradizione recanatese: sette secoli di fede storia e arte”
“Siamo custodi di storia arte e bellezza - ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi – abbiamo la fortuna di ospitare nel nostro museo civico un uno dei capolavori del rinascimento italiano che porta anche il nome di Recanati nel mondo. Un’opera di Lorenzo Lotto, unica per l’originale impianto iconografico che nel giorno dell’Annunciazione ci ha permesso di ripercorrere la grande storia della nostra città, Recanati, intrisa di arte e fede".
Una conferenza che si tenuta nel ex granaio del Museo civico recanatese e che partendo dall’analisi del celebre dipinto del Lotto ha condotto i presenti in un affascinate viaggio nel tempo tra storia arte fede e cultura. “Ringrazio gli studiosi intervenuti per le loro interessanti e puntuali relazioni che ci hanno dato uno spunto in più per apprezzare e ammirare la storia e la bellezza che abbiamo a Recanati. – Ha affermato l’Assessore alla Cultura Rita Soccio - La cultura ha il potere di unire le diverse sensibilità e anche in questa occasione è stata una bella opportunità per lavorare tutti insieme con le Associazioni del territorio al bene comune della nostra comunità".
Il professo Marco Moroni, già Docente di Storia Economica all’Università̀ Politecnica delle Marche e responsabile centro studi Acli Marche, ha illustrato la grande vivacità dell’ambiente mercantile di Recanati, nel 1500, con la sua importante fiera a cui partecipavano ogni anno tutti i principali mercanti italiani, dalmati e greci, luogo d’incontro di Lorenzo Lotto con i suoi committenti della Fraternità dei Mercanti. Una corporazione cittadina di cui si hanno molte notizie storiche grazie agli statuti dell’arte dei mercanti del 1269.
Il Consigliere comunale Simone Simonacci ha messo in rilievo gli aspetti legati alla fede e alla storia religiosa, data la lunga devozione mariana di Recanati che ha protetto e conservato la Santa Casa fino al 1586, quando Papa Sisto V con una bolla elevò Loreto a città.Tutto accadde in quella camera che per secoli fu affidata alla custodia del popolo recanatese, meta di pellegrinaggi pubblici, organizzati dal Comune e dalle Confraternite.
L’evento straordinario e la devozione hanno alimentato nei secoli la committenza di numerose opere d'arte, la più celebre delle quali è senza dubbio l'Annunciazione di Lorenzo Lotto detta, Annunciazione di Recanati. Molte guarigioni miracolose nella storia hanno confermato la sacralità della Santa Casa e la veridicità della traslazione. Per secoli la Repubblica di Recanati e il suo popolo hanno vegliato e difeso questo luogo straordinario.
La professoressa Marta Paraventi, storica dell’arte ha contestualizzato l'Annunciazione di Lorenzo Lotto nella produzione coeva dell'artista focalizzandosi sull’indagine dal punto di vista iconografico e simbolico attraverso confronti con altri dipinti di analogo soggetto ma anche celebri sculture come quella di Andrea Sansovino del rivestimento marmoreo della Santa Casa di Loreto. Partendo dalla fonte dell'opera ovvero il Vangelo di Luca, Paraventi ha illustrato capolavori fiamminghi precedenti, come quelli di Dieric Bouts e di Tiziano, a cui Lorenzo Lotto si ispira per la sua personale visione dell'Annunciazione.
L’unicità del dipinto recanatese è rappresentata dall’espressione tenera, sincera, ingenua di Maria, una ragazza colta e investita di un compito più grande di lei, raffigurata non come futura Regina dei Cieli ma come una ragazza timida e spaventata.
Lorenzo Lotto è riuscito a raccontare il fatto evangelico dell’Annunciazione in modo diretto e immediato e nel contempo lo ha arricchito di particolari e simboli religiosi, esprimendone il significato più profondo. “Nell’Annunciazione di Recanati – ha affermato la Paraventi - Lorenzo Lotto è riuscito ad umanizzare il sacro".
Mostra alla Biblioteca Mozzi Borgetti organizzata dai giovani del FAI: il Baco da Seta a Macerata. Tornano le Giornate FAI di Primavera questo fine settimana. Il 26 ed il 27 marzo in più di trenta località delle Marche sarà possibile visitare 64 beni di rilevanza storica e artistica aperti al pubblico dal Fondo Ambiente Italiano.
A Macerata l'apertura riguarderà la Biblioteca Mozzi Borgetti, nelle cui sale antiche verrà allestita una mostra sulla produzione del baco da seta a cura dei giovani del FAI di Macerata, mentre in provincia è possibile visitare il borgo medievale di Montecassiano.
La mostra sul baco da seta, che sarà visitabile nel weekend dalle 10 alle 17 circa ed è accessibile con prenotazione sul sito del FAI, consisterà in un percorso nelle sale antiche della biblioteca, da cui sono stati recuperati trattati, manuali e illustrazioni, anche rari e di rilevanza internazionale, a partire dal '600 fino ad arrivare al secolo scorso, che riguardano il baco da seta relativamente alla coltivazione, alla vendita, alle patologie e ai metodi di impiego. L'attività di commercio e produzione del baco era difatti molto fiorente a Macerata ed in altre città marchigiane, tanto che importanti notabili del territorio avevano iniziato ad imprendere nel settore.
È il caso di Luigi Pianesi, personaggio risorgimentale di spicco, membro dell'Accademia dei Catenati e Rettore dell'Università maceratese, che nell'ultima parte della sua vita aprirà una filanda. In questo caso è stato il suo discendente, il dottor Pierluigi Pianesi, a fornire materiale ed informazioni sul suo avo per integrare la mostra.
L'esposizione proseguirà con le raffigurazioni di scene di vendita e produzione prese dagli archivi fotografici Balelli, con la Loggia del Grano, oggi sede universitaria in corso di restauro, che era centro del commercio dei gelsi. I giovani del Fondo Ambiente Italiano svilupperanno infine la parte scientifica e tecnica del mondo del baco da seta, con una spiegazione finale riguardo i processi evolutivi del baco, della sua lavorazione e del suo prodotto.
Tommaso Lorenzini e Martina Lombardelli, coordinatori del gruppo giovani, evidenziano come: «L'apertura di Macerata nasce grazie alla volontà della città di avere un FAI attivo e presente, ringraziamo infatti il Comune e la biblioteca per il patrocinio e per l'aiuto fornitoci.
La delegazione di Macerata si sta ristrutturando dopo la fine della pandemia e ci sarà presto un nuovo evento che ne decreterà la ripresa totale delle attività, nel frattempo è importante continuare ad essere attivi, in ottica di valorizzare il territorio e ampliare l'afflusso turistico, come giovani, che si sono impegnati moltissimo, ma anche come intera delegazione: alla Mozzi Borgetti così come a Montecassiano vari membri del FAI Macerata presteranno infatti servizio come volontari e saranno presenti alle visite».
Un’originale esposizione sta per essere presentata alla palazzina sud del Lido Cluana. Si intitola “Sella Curulis” e metterà in esposizione sedie d’artista realizzate da 26 autori.
La mostra, patrocinata dal Comune di Civitanova Marche e curata da Giancarlo Costanzo, è promossa dall’associazione culturale Arte con Pescara Art Evolution. Il vernissage è in programma sabato 26 marzo alle 18, con la presentazione del prof. Andrea Viozzi, storico dell’arte. “Sella Curilis” resterà aperta fino al 10 aprile, tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.30.
“L’associazione Arte ha già collaborato con Pescara Art Evolution - ha detto la presidente Anna Donati -, che organizza manifestazioni in luoghi prestigiosi. Siamo molto orgogliosi di portare questa mostra a Civitanova”.
Gli artisti presenti sono: Luciano Astolfi, Gino Berardi, Agostino Cartuccia, Alfredo Celli, Marisa Cesanelli, Ci.Co. (Cialè/Costanzo), Giuseppe Cipollone, Moreno Corallini, Andrea De Marinis, Alfredo Di Bacco, Roberto Giampaolo, Luciano Di Gregorio, Amilcare Di Paolo, Anna Iskra Donati, Gabriele Fabbri, Marco Fattori, Marilù Giannantonio, Pierpaolo Mancinelli, Fabrizio Mariani, Lucio Monaco, Maria Teresa Pancella, Luciana Puntoni, Benedetta Rossi, Lucia Spagnuolo, Paolo Tenaglia, Tiziano Aldo Tiberii. Ingresso gratuito e accesso in base alla normativa Covid-19
É stata prorogata al 27 marzo 2022 la scadenza per la chiusura delle iscrizioni al corso di formazione per volontari “Nati per la Musica” (NPM) rivolto ai residenti/domiciliati a Civitanova Marche e comuni limitrofi, organizzato in collaborazione con la Biblioteca comunale Silvio Zavatti e il Comune di Civitanova Marche.
Nati per la Musica si propone di sostenere – con il coinvolgimento di pediatri, genitori, ostetriche, personale che opera in consultori, asili e scuole – attività che mirino ad accostare precocemente il bambino al mondo dei suoni e alla musica. La finalità generale di NpM è quella di promuovere l’esperienza sonoro musicale alle famiglie e ai bambini in epoca prescolare. Il programma è promosso dall’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e dal Centro per la Salute del Bambino (CSB).
Il corso, dedicato ad un massimo di 25 iscritti, si svolgerà in due parti: formazione a distanza con visione in autonomia di video formativi su piattaforma Moodle CSB (8 ore) entro il 22 aprile 2022; webinar o incontro in presenza (6 ore) il 23 aprile 2022 dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.
Per iscriversi è necessario compilare il modulo di iscrizione online:https://form.jotform.com/220245090043341fbclid=IwAR2mTCEK4S2RRBreKDU9fwWg4vFaIsOfqDrLB8v77b9lpi0FZymoiunzi7c.
Info iscrizioni: Giulia Bidut giulia.bidut@csbonlus.org - Referente locale per informazioni sulle attività: Biblioteca Comunale “Silvio Zavatti”: tel. 0733 813837 Email: biblioteca@comune.civitanova.mc.it
Dopo “L’Assedio di Ancona”, prosegue la serie di racconti curati dall'associazione culturale “La Torre che Ride” di Potenza Picena nell’ambito di “Storie marchigiane”, rassegna storica realizzata con il patrocinio di Regione Marche, Comune di Civitanova – Assessorato alla Cultura e Azienda Speciale Servizi Cultura Turismo e Spettacolo Teatri di Civitanova.
In scena sabato 26 marzo, alle ore 21,15, al teatro Annibal Caro di Civitanova Alta, “La notte di San Giovanni. Carbonari a Macerata”. Gli incontri sono finalizzati a valorizzare il patrimonio storico delle Marche rievocando fatti, persone e costumi che ne testimoniano la peculiare identità attraverso lo strumento teatrale.
“La Notte di San Giovanni è ambientata nelle Marche del 1817 e in particolare in una Macerata dove non si è ancora spenta l’eco della battaglia di Tolentino che ha visto infrangersi il sogno murattiano contro le truppe austriache.
Carbonari e massoni, divisi socialmente e ideologicamente, sono però uniti nel voler rovesciare il governo pontificio, approfittando anche di una grave carestia che sta affliggendo le campagne da cui sperano di ricevere un contributo di lotta. La data dell’insurrezione viene fissata per il 23 giugno, la notte di San Giovanni”.
Regia di Diego Dezi, Disegno luci di Stefano Zagaglia, Costumi Sartoria TUL.MA di Massimo Eleonori. Ingresso ad offerta libera pro Anffas ed accessibile ai possessori di “Green Pass” rafforzato e mascherina FFP2. Per le prenotazioni tel. 338.7467108 in orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00.
È stato Umberto Piersanti, gradito ospite a sorpresa di ieri sera, ad inaugurare “L’amicizia amorosa”, l’appuntamento ideato nello storico teatro Annibal Caro da Sergio Carlacchiani - poeta, pittore, performer, ideatore della manifestazione Vita Vita - e dedicato ad Alda Merini. Grande è stata la partecipazione del pubblico, con un teatro pieno in cui era palpabile l’emozione dei presenti durante il prologo e nel corso dello spettacolo.
Ieri, 21 marzo, ricorreva la Giornata Mondiale della Poesia, ma il 21 marzo è anche il giorno in cui è nata la Merini: una duplice occasione per Sergio Carlacchiani, che assieme al pianista Fausto Bongelli, ha organizzato un melologo di note e parole, per ripercorrere le tappe della grande poetessa, tra le più amate del panorama italiano.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale ed ha consegnato al professor Piersanti un catalogo della mostra di Sergio Carlacchiani, organizzata lo scorso anno al Sant’Agostino. Si è poi congratulato con il direttore artistico di Vita Vita per la sua capacità di stupire sempre con le sue performance, ringraziandolo per la preziosa concessione delle registrazioni audio e video degli incontri con Alda Merini, emozionanti spaccati di vita proiettati sullo schermo durante la serata.
Parte da Recanati il messaggio di pace nella Giornata mondiale della Poesia con il progetto “Il Cammino della poesia” presentato e promosso dal Centro Studi Leopardiani in collaborazione con ‘La Repubblica Nomade’ presieduta dal noto scrittore e saggista Antonio Moresco e con il patrocinio del Comune di Recanati.
“Un’idea nata nel 2019, con l’arrivo di Antonio Moresco e delle centinaia di persone al seguito del cammino partito da Firenze e arrivato sul Colle dell’Infinito in occasione delle celebrazioni del bicentenario de L’infinito, la prima edizione prevista per il 21 marzo 2020 è stata rinviata a causa della pandemia - ha dichiarato Fabio Corvatta, presidente del Centro Nazionale degli Studi Leopardiani -. Quale migliore occasione della Giornata mondiale della Poesia per presentare questo nuovo progetto che oggi assume più che mai un’urgenza nel veicolare il messaggio di pace, denso della forza della poesia di Leopardi, strumento per unire popoli e nazioni nella condivisione di sentimenti di pace e di collaborazione tra tutti i paesi del mondo”.
Il Cammino della poesia partirà ogni anno il 21 marzo da Loreto e dopo circa quattro ore a piedi, attraversando la bellezza della natura e l’arte dei borghi marchigiani, prevede l’arrivo sull’Orto del Colle dell’Infinito, il celebre luogo che ha ispirato il genio di Leopardi nella lirica "L’infinito".
“Il messaggio di Recanati per la giornata mondiale della poesia è cominciata con le “invasioni poetiche” degli alunni dell'Istituto comprensivo Nicola Badaloni, con il suggestivo flash mob degli allievi che si sono disposti fisicamente nella Piazza Giacomo Leopardi fino a formare la fondamentale parola 'Pace' - ha dichiarato l’assessora alla Cultura Rita Soccio - E sempre oggi nella città della poesia per eccellenza e proprio dal Centro Studi Leopardiani abbiamo il piacere di lanciare il nuovo progetto intriso del messaggio Leopardiano sull’unione dei popoli con Antonio Moresco “Il cammino della Poesia”. L’idea di unire la poesia ad un cammino vero e proprio in sinergia con i Comuni circostanti in mezzo alla natura e alla bellezza artistica dei luoghi, rientra nel nostro progetto nazionale di welfare culturale per il benessere sociale delle nostre comunità.”
Non un semplice cammino, ma un vero e proprio viaggio fisico e spirituale che coinvolge le menti e i corpi dei partecipanti, le loro passioni, i loro aneliti e i loro sogni all’insegna della pace e dell’amore per il bello.
“La Poesia e la Pace, una poesia nata dal traboccamento dell'anima e dall'affratellamento tra chi vive la propria irripetibile vita su questo irripetibile pianeta - ha detto Antonio Moresco -. Una pace nata dalla libertà, dall’intensità esistenziale e dalla pienezza, come quella dal pensiero del nostro Leopardi. Questo animerà la volontà e il cuore dei partecipanti de Il Cammino della poesia.”
Antonio Moresco, tra gli scrittori italiani più apprezzati è autore di moltissime opere narrative, teatrali e di saggistica. Nel 2011 Antonio Moresco e un gruppo di scrittori della rivista 'Il Primo Amore', da lui fondata, hanno dato vita a La Repubblica Nomade organizzando ogni anno una serie di cammini in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa animati dal messaggio di speranza e dal desiderio di nascita de “Il sogno dell’Europa”.
Giornate di riprese e foto a Treia dove il giornalista Andrea Carpi, della testata nazionale per i Borghi più belli d'Italia, ha fatto visita alle bellezze della città scelte per essere inserite nella guida dal titolo "I 35 borghi imperdibili delle Marche", Edizioni del Capricorno di Torino, casa editrice a diffusione nazionale specializzata in arte, storia e turismo.
La guida uscirà in libreria in tutta Italia e in edicola in abbinamento ad alcuni dei più importanti quotidiani (è già prevista la prima uscita l'11 maggio con Il Giorno e La Nazione).
Insieme al vice sindaco David Buschittari e a Sabrina Virgili, Consigliere comunale delegato ai Borghi più belli d'Italia, ha visitato Villa Spada, il teatro comunale, il museo del bracciale, il museo archeologico e l’Accademia georgica.
Torna la prosa al Feronia di San Severino Marche. Domenica 27 marzo, alle ore 20,45, va in scena “Il malato immaginario” per la regia di Guglielmo Ferro con protagonista lo straordinario Emilio Solfrizzi. Nel cast figurano anche Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino.
Un intreccio tra comicità e il teatro dell’assurdo. Qui il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”.
“Il malato immaginario – spiega il regista, Guglielmo Ferro - ha più paura di vivere che di morire e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti".
"La tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per sé stesso quindi per un uomo sui cinquant’anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato" aggiunge il regista.
"La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti - conclude Ferro -. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo: Molière, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui”.
Memory of an angel è il prossimo concerto della Form, realizzato in collaborazione con la Rassegna Nuova Musica e con il patrocinio del Comune di Macerata. Appuntamento con la musica contemporanea per questa serata speciale che celebra i 40 anni della Rassegna Nuova Musica, lunedì 21 marzo, alle ore 21.15 al Teatro Lauro Rossi di Macerata. Sul palco, oltre all’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il violinista Daniel Rowland e il contrabbassista Daniele Roccato, diretti da Manlio Benzi.
Il programma parte dalla suite Minima Colloquia, composta da Daniele Roccato. Un lavoro scritto in un arco temporale piuttosto ampio (2009-2016), che raccoglie principalmente brani rivolti per la danza. Altri movimenti sono sorti successivamente come raccordo e complemento; il senso musicale, nascosto nel titolo, riguarda una polifonia intima, fragile e a volte impossibile. Di Minima Colloquia verranno eseguiti tre movimenti.
Seguono due opere di Stefano Scodanibbio, contrabbassista e compositore nato a Mace-rata e scomparso dieci anni fa: Joke e Alisei. I Sei Studi (dei quali fa parte Joke), scritti fra il 1981 e il 1983, rappresentano una sorta di cantiere immaginifico, di officina necessaria, nella quale abitare un lessico che risulta sempre sorprendente.
Alisei, del 1986, si basa sull’alternanza veloce fra note basse e armonici molto acuti. La distanza fra le componenti di questi trilli porta al contemporaneo manifestarsi di due piani distinti e distanti fra loro, generati dalla vibrazione di una stessa, singola corda. In un senso più descrittivo si tratta del manifestarsi, compenetrate una nell’altra, di due diverse dimensioni, una terrena, densa, corporea, e un’altra aerea, trasparente, impalpabile.
"Un omaggio dovuto della città ad un importante artista che ha ispirato molti musicisti ed appassionati ad affrontare nuovi linguaggi e che continua a sostenere attraverso la Rassegna Nuova Musica – interviene l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta – sensibilità profonde che si contaminano tra di loro, come in questo caso in cui la FORM decide di dedicare un suo concerto a Stefano Scodanibbio a dieci anni dalla sua scomparsa . Un bellissimo gesto che apprezziamo e sosteniamo".
Chiusura con il Concerto per violino e orchestra “Alla memoria di un angelo” di Alban Berg, opera ultima del compositore viennese che morì pochi mesi dopo averla terminata. L’opera fu composta in memoria di Manon Gropius, figlia di Alma Mahler, e il senso della morte che si respira in questo lavoro ha fatto spesso pensare al Violinkonzert come ad un Requiem personale. Biglietti a 12 euro, per gli studenti 4 euro, in vendita anche online su vivaticket.com.
(Foto: Fabio Falcioni)
“La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. È carta di libertà e giustizia per ciascuno di noi”. Sono le parole che l’avv. Piero Calamandrei rivolse ai giovani studenti di Milano il 26 gennaio 1955.
Parole che hanno risuonato oggi nella sala del Teatro Lauro Rossi di Macerata in occasione della 'Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera' - divenuta ricorrenza ufficiale con la legge n.222 del 23/11/2012 (art.1 comma 3) –, celebrata dalla Prefettura e l’Amministrazione Comunale in collaborazione con UniMc e i Licei Classico e Scientifico dell’ITC Gentili.
E proprio gli studenti di scuola e università hanno animato l’iniziativa attraverso contributi audiovisivi, rievocazioni storiche legate 1861 - anno dell’Unità d’Italia – e letture che hanno reso omaggio - tra gli altri - anche al giovane reporter Antonio Megalizzi, scomparso in seguito alla strage dell’11 dicembre 2018 a Strasburgo.
Suo, infatti, il racconto “Cielo d’acciaio” che i ragazzi hanno scelto per sensibilizzare vecchie e nuove generazioni all’art. 11 della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra…”
E ancora: l’art. 32 (“… tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività…”) e l’art 9 (“..lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica…”).
Tre articoli fondamentali della Carta, corrispondenti a tre degli argomenti più sentiti in questo momento storico – la guerra, l’emergenza sanitaria, lo sviluppo ecosostenibile - e ai colori stessi della bandiera, sfilati dall’entrée della sala fino al palco per tutta la durata della manifestazione.
Nella chiusura evocativa – cha dalle musiche di Pink Floyd e Jonh Lennon arrivano all’Inno di Novaro/Mameli, grazie anche al coro di UniMc – non sono mancati gli interventi di alcune delle autorità presenti, fra cui il Prefetto Flavio Ferdani, il Rettore di UniMc Francesco Adornato e il sindaco Sandro Parcaroli.
“Aprite il cuore alla bellezza, la mente alla luminosità del pensiero – le parole di Adornato ai giovani presenti in sala -. Siate sempre pronti a dialogo e al confronto. E ricordate che differenze aiutano a crescere, a costruire percorsi di pace”.
Dal palco Ferdani cita Giuseppe Mazzini per ringraziare i giovani e invitarli all’attivismo sociale: “La mia voce fu spesso voce di molti, eco di pensiero collettivo dei nostri giovani che iniziavano l'avvenire”.
“Oggi abbiamo celebrato i valori di coesione nazionale, libertà e democrazia – il pensiero in chiusura Parcaroli -. Il pensiero oggi va chi vede quei valori lesi. Dialogo e pace tornino laddove in questo momento regnano le barbarie e la distruzione. Le istituzioni devono impegnarsi sensibilizzare i giovani, nel rispetto dell'altro”.
Dal 25 marzo al 2 aprile torna ‘La settimana dell’inclusione’, organizzata per la sua quinta edizione dall’Università di Macerata e dall’Anffas, in collaborazione con la Provincia e il Comune. Tante le iniziative che animeranno la manifestazione, dagli spettacoli alle letture condivise, dai laboratori alle mostre, che avranno come comun denominatore non solo il ritorno in presenza – dopo due anni di pandemia – ma anche la sperimentazione delle nuove tecnologie e servizi volti a favorire l’inclusione di genere a trecentosessanta gradi.
Previsti convegni e incontri a tema, come quelli presieduti dalla Società italiana di pedagogia speciale (25 marzo) e legati più direttamente alla ricerca scientifica volta a produrre maggiori competenze a sostegno dei più fragili. La prospettiva internazionale vedrà anche in questa occasione la partecipazione di studiosi provenienti da Spagna, Inghilterra, California, Arizona, Brasile, Michigan, Colorado, Norvegia e Stati Uniti.
Nella conferenza stampa di presentazione del programma, sono intervenuti il Rettore di UniMc Francesco Adornato accompagnato dal direttore generale Mauro Giustozzi, il sindaco Sandro Parcaroli, gli assessori Riccardo Sacchi, Katiuscia Cassetta e Francesca D’Alessandro, il presidente Anffas Marco Scarponi e – in collegamento telematico – l’attore Cesare Bocci (che sarà presente a Macerata nel weekend del 26 e 27 marzo), la delegata al progetto 'Inclusione 3.0' Catia Giaconi, il presidenre Sipes Luigi D’Alonzo e il direttore di Grafò Comunicazione Visiva Fabio Fondi.
“Con la pandemia le differenze di genere si sono allargate – ha dichiarato Adornato – e così anche lo spettro delle fragilità. Inoltre, la situazione ucraina ci spinge a un maggiore impegno, per garantire inclusione e parità. Ai giovani studenti dico: la cultura è un ponte che attraversa gli oceani, quindi siatene i nuovi promotori e favorite sempre il dialogo. La globalizzazione oggi prevede che ci si sostenga a vicenda, anziché continuare a scontrarci”.
Grande plauso da parte del sindaco e degli assessori per il lavoro sinergico offerto sia dal Comune che dalle varie realtà associative coinvolte nell’iniziativa. “Macerata mostra il suo lato inclusivo, solidale e aperto al mondo e alla conoscenza. – ha affermato Parcaroli.
“Valorizzare e sensibilizzare la cittadinanza all’inclusione è il nostro obbiettivo principale – hanno aggiunto gli assessori Sacchi, Cassetta e D’Alessandro – e per farlo coinvolgeremo anche le scuole: dobbiamo formare le giovani menti e i cittadini di domani. Sport e cultura sono il volano dell’accoglienza senza più distinzioni di genere e disparità sociali, che rischiano di continuare a tagliare fuori i soggetti diversamente abili e fragili”.
Il taglio del traguardo di questa intensa settimana sarà il 2 aprile, in occasione della ‘Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo’. Come ricordato anche dal presidente Scarponi – “Dobbiamo continuare a riempire la cornice del nostro lavoro di attività inclusive. Il programma prevede quest'anno momenti importanti, come lo spettacolo teatrale ‘E Fuori Nevica’ di Vincenzo Salemme al Teatro Lauro Rossi (26 marzo), la maratona Stramacerata, la Convenzione Onu e disabilità, il Villaggio Anffas e tanto altro ancora. I cittadini sono chiamati a partecipare il più possibile".
Pesaro vince il titolo di Capitale italiana della Cultura 2024 su parere unanime della Commissione di valutazione dei progetti . Dopo una lunga corsa è arrivato l'annuncio ufficiale da parte del ministero della Cultura. L'assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini, non appena venuta a conoscenza della notizia ha espresso grande soddisfazione.
«Un grande orgoglio. Non ci sono altre parole. Le Marche salgono sul gradino più alto. Faccio i miei complimenti a Pesaro per aver portato a casa un risultato così prestigioso: un'ottima progettualità improntata su natura e cultura. Ma sottolineo anche la bella corsa di Ascoli, altra finalista tra le dieci, arrivata ad un passo dalla vittoria.
Le Marche sono state in grado di schierare ben due capoluoghi: un vero vanto – afferma l'assessore -. Le due città marchigiane sono riuscite a distinguersi a livello nazionale con pieno merito. Ma la vera sfida inizia ora. La Regione è pronta a sostenere entrambe le due città.
Dobbiamo ripartire dalla cultura e possiamo farlo grazie alla qualità delle nostre proposte e dei nostri progetti. Vogliamo rilanciare le nostre Marche a partire dalle aree interne: rete e progettazione integrata saranno gli obiettivi strategici della politica culturale regionale per la rigenerazione dei borghi».
La Giunta Municipale di Cingoli ha deliberato l’acquisto di tre opere d’arte del pittore cingolano Donatello Stefanucci (1896-1987) quale arricchimento della collezione di opere dello stesso Stefanucci che costituisce la raccolta più importante della Civica Pinacoteca.
I tre dipinti sono stati di recente rinvenuti sul mercato da Iwan e Yuri Fortunato della Casa d’Aste e Galleria d’Arte Picenum di Cingoli e proposti al Comune di Cingoli. “Quella di Donatello Stefanucci - ha dichiarato il sindaco Michele Vittori - è una figura prestigiosa dell’arte marchigiana del Novecento, la cui fortuna, critica e commerciale, si è andata ampliando costantemente negli anni. Una personalità che va annoverata tra i figli più illustri di Cingoli. Questa acquisizione – ha continuato il primo cittadino – si pone all’interno di un’azione di valorizzazione della figura e dell’arte di Donatello Stefanucci che l’Amministrazione comunale ha avviato e porta avanti da tempo”.
“Trattasi di tre dipinti – ha spiegato Luca Pernici, curatore della quadreria comunale - in stato di buona conservazione, di grande interesse, in quanto relativi a quel gruppo di opere del periodo cingolano (anni ’20 e ’30 del Novecento) e di soggetto cingolano (rappresentano rispettivamente: un’en-plein-air nella zona del Rio Lacque, un scorcio di via Orazio Avicenna e una veduta del cortile di Palazzo Puccetti), tra i più rari, interessanti, ricercati e quotati di Stefanucci”.
“Uno di questi in particolare – ha continuato Pernici – è di grande interesse anche documentario, per la ricostruzione della vicenda artistica e biografica del pittore, in quanto presenta ancora i cartigli originali che attestano l’invio e l’esposizione del dipinto alla prestigiosa 2^ Quadriennale d’Arte di Roma, del 1935” (a cui parteciparono artisti quali, solo per citarne alcuni, oggi celebri: Balla, Caffè, Cagli, Cascella, Licini, Mafai, Sironi).” Le tre opere – ha annunciato il sindaco - saranno a breve presentate al pubblico in una esposizione dedicata che sarà allestita in città”.
Il 12 marzo si è tenuto l’ultimo appuntamento di una serie di proposte avanzate dal Consiglio delle donne e dall’Assessorato alle pari opportunità del comune di Macerata. Protagonista è stata la presentazione de "Le maestre di Mortara", la lettura scenica su testo di Giuseppe Porzi, adattamento e regia a cura di Lucia De Luca, con attrici e attori della strana compagnia El Duende, accompagnamento musicale con violino di Serena Cavalletti e dalla chitarra di Marco Monina.
"È stato deciso di presentare gli eventi in occasione della settimana della Giornata Internazionale della Donna, per ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, ma è stata un'occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni, anche un momento, però, per riflettere sui passi ancora da compiere" ha dichiarato la presidente del Consiglio delle donne Sabrina De Padova.
"Un pensiero va a tutte le donne che ancora oggi devono lottare per i propri diritti, dalla infibulazione alle donne perseguitate dalla guerra" ha aggiunto De Padova. Lo spettacolo ha raccontato la storia delle maestre di Mortara, dieci maestre marchigiane, donne molto combattive, di età ed estrazione sociale diversa, con situazioni familiari eterogenee, che nel 1906 - ispirate da uno scritto di Maria Montessori - ottennero (per 10 mesi) il diritto al voto, ben 40 anni prima che venisse loro riconosciuto questo diritto, nel 1945, nella fase costituente.
La questione venne sentenziata da un grande giurista dell’epoca, Lodovico Mortara, Presidente della Corte D’Appello di Ancona. All’epoca si contestava una norma dello Statuto Albertino, che dava l’eguaglianza e tutti i diritti civili e politici ai cosiddetti “regnicoli”. Per Mortara, il termine “regnicoli” avrebbe compreso anche le donne, dal momento che anche loro pagavano le tasse.
La Corte di Cassazione annullò la sentenza, non potevano essere riconosciuti alle donne, diritti che non erano espressamente stabiliti dalla legge. Ci furono vari ricorsi, l’unico che le sostenne fu Mortara, il quale sosteneva che il diritto al voto delle donne andava riconosciuto, anche se non era espresso chiaramente.
La lettura scenica ha immaginato l’incontro dopo 30 anni tra le maestre e il giudice. La vice presidente Contigiani ha ringraziato per la generosa disponibilità della Compagnia El Duende e dei Musici, ricordando come sia interessante tenere sempre a mente chi, prima degli altri, si spinge in avanti perché apre nei fatti la strada per tutti, come fecero le Maestre anche rischiando un clima sfavorevole. L’evento è stato molto partecipato ed apprezzato per la bravura sia dei musicisti che degli attori.
Sarà Andrea Scanzi il protagonista del secondo appuntamento della stagione teatrale a Montelupone. Il noto giornalista e autore di teatro sarà sul palco del teatro Nicola degli Angeli sabato 19 alle ore 21.30 col suo spettacolo “E ti vengo a cercare - Voli imprevedibili e ascese velocissime di Franco Battiato”, dedicato a uno dei più grandi cantautori italiani, scomparso a maggio 2021.
Un omaggio garbato per raccontare e ringraziare un artista considerato da tutti un rivoluzionario al servizio permanente della musica italiana, capace di reinventarsi ogni volta. Andrea Scanzi, che sarà accompagnato dalla voce e la musica di Gianluca Di Febo, è già stato autore a teatro di spettacoli analoghi su Giorgio Gaber, Fabrizio De André, Ivan Graziani e Pink Floyd.
Ripercorrerà la carriera di Battiato con particolare attenzione al (lungo) periodo d’oro che va da “L’era del cinghiale bianco” a “Gommalacca”, senza dimenticare le sperimentazioni degli esordi e al tempo stesso gli ultimi lavori discografici, le cover e le tante collaborazioni. Nello spettacolo comparirà anche Battiato stesso, grazie a foto e a video che si alterneranno al racconto. L’apertura della biglietteria del teatro nel giorno dello spettacolo sarà dalle 18:30.
Ultima lezione dell’anno 2021-2022, per la rassegna "I Martedì dell'Arte", iniziativa organizzata dall’associazione “Arte” presieduta da Anna Donati, con il patrocinio del Comune di Civitanova e Azienda Teatri.
La quindicesima edizione si è aperta il 21 settembre e si concluderà domani, martedì 15 marzo, alle 18:00, con il professor Roberto Cresti, docente di Storia dell'arte contemporanea all’Università di Macerata, che concluderà il suo ciclo di incontri illustrando il tema: "L’imperialismo Americano: Richard Estes, Cluck Close e Ralph Goings”. Ingresso gratuito al cineteatro Rossini con presidi e certificazioni anti-covid.
È morto oggi all'ospedale Carlo Urbani di Jesi (Ancona) il critico d'arte e giornalista Armando Ginesi, Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Console Onorario della Federazione Russa di Ancona. A darne la notizia, via social, il figlio Marco Ginesi.
Originario di Jesi, 84 anni, Ginesi era malato da tempo. Lo scorso settembre aveva perso la moglie Anna, per 60 anni al suo fianco nell'amore per l'arte e la scoperta dei giovani talenti. "Ti raggiungerò presto", aveva scritto Armando nella sua pagina facebook pochi giorni fa. E sempre sui social, il critico d'arte aveva condannato la guerra in Ucraina, definendola "una maledizione che spezza il cuore", ma al tempo stesso condannando "l'accerchiamento della Russia da parte della Nato" con l'ingresso degli stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania).
Esperto delle Avanguardie Storiche del XX secolo, Ginesi era professore emerito di Storia dell'Arte, già ordinario all'accademia di Belle Arti di Macerata di cui è stato rettore dal 1984 al 1989. Ha collaborato con la Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, con la Bienal Internacional del Deporte en las Bellas Artes di Madrid e Barcellona e con l'Instituto de Cultura Hispanica della capitale spagnola. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche ha curato rassegne in Europa, Africa e Asia. Molte le rassegne e le esposizioni curate nelle Marche, tra cui Il Premio Internazionale d'arte "Salvi" di Sassoferrato.
Iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 1959, ha svolto per molti anni attività giornalistica collaborando con diverse testate, tra cui Il Messaggero, Corriere Adriatico, Il Resto del Carlino, Il Piccolo, Il Giornale di Sicilia, Il Tirreno di Livorno.
“Ho appreso della morte del professor Armando Ginesi, una delle voci più incisive nel panorama culturale non solo regionale, ma nazionale e internazionale in virtù dei suoi molteplici contatti con istituzioni ed università di primo piano. Una grande persona, profondo conoscitore della storia dell’arte, che ha saputo costruire ponti tra le Marche e il mondo, in particolare la Russia e la Spagna, ricevendo premi, riconoscimenti e onorificenze”.
Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, ricorda così la figura dell’illustre studioso jesino scomparso ieri all’età di 84 anni. “È stato un grande amico del nostro comune” continua Gentilucci “regalandoci alcune riflessioni e idee su Gianni Rodari che hanno arricchito il nostro premio “Fabulando” intitolato proprio a Rodari. Tutta la comunità di Pieve Torina si stringe alla famiglia nel ricordo della sua straordinaria umanità e professionalità”.
Anche l'artista Carlo Iacomucci ha voluto ricordare il critico d'arte Armando Gianesi: "Verso la fine degli anni 80 ho avuto il piacere e l'onore di conoscerlo personalmente, e d'allora i nostri rapporti artistici-culturali non si sono mai interrotti. Persona altamente preparata culturalmente nel campo delle arti visive; sensibilità, rigore e serietà professionale lo distinguevano nei suoi interventi scritti e orali".
"Tra tante collaborazioni ricordo quando nel 2003 venni segnalato a Cupramontana in un incontro in "omaggio a Luigi Bartolini" ricevendo da Comune il riconoscimento come "Incisore marchigiano distintosi per particolare qualità". Numerose sono state poi altre occasioni artistiche-culturali che hanno cementato la nostra collaborazione e la mia stima nei suoi confronti. Mi mancherà" conclude Iacomucci.
La biblioteca comunale e scolastica Mario Ciocchetti di Belforte del Chienti presenta venerdì 18 marzo, alle ore 21:15, "La cuoca - Storia di un terremoto" di Luana Troncanetti. L'iniziativa si inserisce nell'ambito della "Rassegna di Primavera 2022", che - nei mesi di aprile e maggio - prevede l'incontro con altre due autrici: Maria Laura Rosati (il 29 aprile) e Giulia Ciarapica (il 13 maggio).
La biblioteca, nata grazie alle donazioni ricevute dopo il sisma del 2016, ad oggi offre circa 7000 volumi di vari generi ai lettori e sta ripartendo dopo lo stop causato dal Covid.
L'APPUNTAMENTO - Il libro "La cuoca - Storia di un terremoto" ha ottenuto il Premio speciale della giuria "Lara Calisi carattere di Donna" al Premio città di Ladispoli e nel 2022 vince il Concorso letterario "Writer Golden Officina". Ad essere raccontata è la storia di Nunzia, finita sotto le macerie a seguito del terremoto del 1997, che ha colpito l’Appennino umbro-marchigiano.
Un ragazzo la salva e poi sparisce e l’anziana cuoca cerca di rintracciare Fausto, il nome del suo salvatore di cui ricorda solo i suoi occhi azzurri. La storia, ambientata tra Camerino e Matelica, si intreccia con quella di altre donne con esperienze di vita completamente diverse dalle quali riescono ad uscirne fuori tenendosi per mano superando guerre, muri e vite che si sbriciolano
Luana Troncanetti è nata e vive a Roma, ma ha origini marchigiane. Ha partecipato a diverse raccolte per la Perrone Editore, contribuito ad antologie per Fabbri e Comix, scritto per Kairos, Homo Scrivens, Cento autori.
Vincitrice di numerosi concorsi letterari per la sezione racconti (fra i quali il Premio Massimo Troisi, il Donna sopra le righe e il Thriller Cafè), nel 2009 pubblica “Le mamme non mettono mai i tacchi” (Boopen Led), poi edito da Galassia Arte nel 2011, e “Agrodolce” per L’Erudita nel 2016.
Nel 2019 esce il suo primo romanzo noir, “I silenzi di Roma” - Fratelli Frilli Editori, con il quale consegue il premio della critica al Concorso Internazionale Michelangelo Buonarroti e vince il secondo posto - Sezione giallo edito - al Premio Letterario Città di Ladispoli. Nel 2021 pubblica “Omicidio alla Garbatella”, sequel de “I silenzi di Roma”, sempre con la Frilli.