I rintocchi delle 27 “chiese” di Montesanto, gli antichi mestieri, gli angoli più nascosti e i volti di una storia che, tra passato e presente, abbraccia il futuro: il regista potentino Gianluca Grandinetti ha raccontato così, in un reportage di breve durata, che è vero e proprio manifesto, la sua Potenza Picena. Telecamera e chiavi della città alla mano, Grandinetti ha documentato le tante anime del paese, girovagando tra tradizioni e sentimenti arroccati sulla collina dell’antico borgo.
“È stata l’occasione per tornare a casa un po’ più spesso. – ha commentato il regista e film maker da anni impegnato in importanti produzioni su scala nazionale – Grazie al coordinamento di Claudia Grandinetti e al supporto dell’amministrazione comunale, in particolare dell’assessore alla Cultura, Tommaso Ruffini, sono potuto entrare in luoghi per me inesplorati. Tante porte, davanti alle quali passavo da ragazzino con il pallone in mano, senza mai andare oltre”.
“27churces – I’m comin’ home again” questo il titolo del lavoro, verrà presentato alla cittadinanza nel corso di un evento, promosso dall’amministrazione comunale, domenica 5 giugno 2022, alle 21.15 presso il Belvedere “Donatori di Sangue” (Pincio). “Un’occasione per riscoprire la nostra identità tra i fotogrammi prodotti da un grande artista come Gianluca Grandinetti, che non possiamo non ringraziare per questo importante omaggio alla città” commenta l’assessore Ruffini.
“Le persone mi hanno aperto le porte delle loro case con il sorriso – racconta ancora Grandinetti - facendomi entrare nella loro più intima dimensione. In questo ‘viaggio’ ho capito che non basta una vita per conoscere davvero un luogo, anche se lì sei nato”.
Un regalo a Potenza Picena, ma anche ai suoi cari: “Dedico questo lavoro alla mia famiglia, grazie alla quale ho potuto portare avanti tutto questo. Ogni volta che concludo un lavoro importante è mia madre la prima persona a cui mando l’anteprima. È accaduto anche con questo reportage. Ma stavolta è stato diverso: mi ha chiamato in lacrime, profondamente commossa. È stato bellissimo”.
Dopo 36 anni di permanenza nella città di Macerata, suo luogo di adozione e di elezione, il Maestro Carlo Iacomucci ha recentemente preso residenza a Monsano, in provincia di Ancona, più nello specifico nella Vallesina. Trasferimento dettato da motivi affettivi e da esigenze familiari che, in seguito alla pandemia, lo hanno visto sempre più spesso spostarsi.
Già nei due anni di pandemia gli spostamenti verso Monsano erano sempre più frequenti: Iacomucci si recava spesso presso la casa della figlia per poter essere più vicino ai nipoti e durante i periodi di permanenza ha iniziato a maturare il desiderio di rimanere stabilmente vicino alla famiglia. Durante la quarantena, il Maestro ha prodotto oltre 60 opere originali, nonostante l'assenza degli strumenti necessari come il suo prezioso torchio calcografico.
Oltre che per rimanre vicino agli affetti, quindi, Iacomucci si trasferisce anche per ritrovare un nuovo slancio artistico e seguire le nuove ispirazioni che hanno riacceso il suo percorso negli ultimi anni. A non cambiare è la predisposizione a dipingere su carta e a stampare le incisioni su carte speciali, caratteristiche derivanti dalla sua formazione giovanile alla Scuola del Libro di Urbino, sua citta' natale e di studi.
Proprio in questi giorni, il Maestro è particolarmente impegnato a sistemare il suo nuovo studio/atelier nei pressi di Jesi, situato in una posizione panoramica che si affaccia su di un bellissimo cortile verde. Lasciando Macerata per trasferirsi a Monsano, Iacomucci ha voluto affrontare una nuova sfida: un viaggio spirituale dentro di sé, per mettere a nudo i sentimenti più profondi dell'animo umano e dar loro vita con la sua colorata poetica. Un lunghissimo viaggio fatto di incisioni, dipinti, illustrazioni, tanti anni di vita vissuta e dedicata all’arte, sia come professore di discipline pittoriche che come artista.
La Compagnia della Rancia ha accolto con entusiasmo la proposta lanciata dal Consorzio Marche Spettacolo, nell’ambito di "Tohc! - Teatri Oggi Hub di Comunità": il Teatro Vaccaj (sede storica della Rancia e riferimento per le sue residenze di allestimento) sarà al centro di una maratona no-stop per vivere il teatro oltre le consuete attività di spettacolo dal vivo.
Venerdì 1 (dalle ore 12) e sabato 2 luglio (fino alle 24) il Teatro Vaccaj aprirà le sue porte per 36 ore e si metterà al servizio della comunità: un nuovo modo di pensare e vivere il teatro, che mette al centro la relazione persone-comunità attraverso uno spazio messo a disposizione di tutti, per conoscerlo e amarlo.
Il Teatro Vaccaj si trasforma così in un luogo da vivere come esperienza personale e unica, in un’atmosfera intima o collettiva, dall’alba a notte fonda, proprio come si fa nella propria casa, grazie alla quotidianità di gesti e azioni ordinarie come leggere, scattare una foto, ascoltare musica, disegnare, ricamare, giocare o fare colazione.
"Abbiamo accolto con piacere - dichiara la presidente del Consorzio Marche Spettacolo Katiuscia Cassetta - l'originale e inconsueta proposta della Compagnia della Rancia di tenere aperto il Teatro Vaccaj per trentasei ore. Queste sono, infatti, le azioni che confermano il forte spirito di comunità intorno ai tanti teatri storici delle Marche, ora candidati come patrimonio mondiale dell'umanità Unesco”.
“La Compagnia della Rancia - continua il direttore del CMS Lucia Chiatti - si distingue ancora una volta per l'originalità delle proposte e il forte senso di appartenenza al territorio dando la possibilità a tanti di avvicinarsi, incuriosirsi e visitare un luogo identitario e radicato nel territorio, un luogo che accoglie e restituisce emozioni.”
Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, nel corso del suo intervento, ha confermato il personale entusiasmo per l’iniziativa proposta: "Il progetto presentato consente di ampliare la percezione del Teatro Vaccaj come un luogo in cui ogni cittadino deve sentirsi a proprio agio, come a casa sua. Tutti potranno emozionarsi vivendo anche in modo inconsueto gli straordinari spazi del Vaccaj".
Si avvicina la settimana conclusiva della XXXIII edizione di Musicultura, a Macerata dal 20 al 25 giugno e il festival si fa in due: da un lato le serate di spettacolo allo Sferisterio, dall’altro La Controra con i concerti, le performance, gli incontri con gli autori e i recital in piazze e cortili del centro storico, tutti ad ingresso libero. I primi ospiti de La Controra 2022 sono stati annunciati oggi dall’Associazione Musicultura. “Ci aspetta un’apertura che direi folgorante – dichiara il direttore artistico Ezio Nannipieri – “due gioiose feste nella centralissima Piazza della Libertà nel nome delle espressioni più alte della canzone popolare e d’autore”.
Lunedì 20 giugno si apriranno le danze con “Ivan 25”, la prima nazionale del nuovo, atteso spettacolo con cui, a venticinque anni dalla scomparsa del padre Ivan, Filippo Graziani attinge alla sua duplice sensibilità di figlio e di artista per rendere omaggio alle canzoni e alla genialità del grande cantautore e chitarrista. Il bravissimo Filippo (voce e chitarra), sarà accompagnato dalla Tommy Graziani band, guidata alla batteria dall’altro talentuoso figlio di Ivan Graziani, Tommaso. La sera dopo, martedì 21 giugno, a salire sul palco sarà Ron che a Macerata ripercorrerà a suon di canzoni fissate nella memoria collettiva del nostro Paese i cinquant’anni di una strepitosa carriera artistica, per l’occasione in un’inedita e suggestiva formazione orchestrale.
Sul versante della canzone d’autore c’è un'altra primizia da segnalare, un appuntamento appositamente dedicato a colui che a ragione può definirsi il “padre dei cantautori”, nonché il più noto discografico italiano di sempre, Nanni Ricordi, nel decennale della scomparsa. Giovedì 23 giugno sarà proiettato in prima nazionale il docufilm Nanni Ricordi – L’uomo che inventò i dischi, scritto e diretto da Roberto Manfredi. Alla serata interverranno tra gli altri il figlio di Nanni, Camillo Ricordi, e Gino Paoli che con Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Enzo Jannacci fu tra gli artisti che Nanni, sul finire degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60 scoprì, produsse e lanciò con la sua Dischi Ricordi.
“La Controra” 2022 dà appuntamento anche a genitori e bambini, mercoledì 22 giugno, per uno stimolante incontro con Elisabetta Dami, la “mamma” di Geronimo Stilton. Le storie per ragazzi che hanno per protagonista il famoso topo intellettuale, di professione giornalista ed editore, hanno conquistato più generazioni, i libri della serie sono stati tradotti in 50 lingue e hanno venduto nel mondo oltre 153 milioni di copie, ma poco si sa della loro autrice. Scopriremo un personaggio ed una personalità fuori dal comune, un’editrice ed una narratrice di successo, una donna avventurosamente innamorata della vita. Torna a Musicultura Michele D’Andrea, che nella passata edizione riuscì nell’impresa di sintetizzare per il pubblico dello Sferisterio la storia del nostro inno nazionale con competenza e passione tali da suscitare un canto corale ed una standing ovation che per la qualità e l’intensità della partecipazione rimarranno nella memoria della manifestazione. Questa volta lo storico affabulerà gli spettatori de “La Controra” martedì 21 giugno con le vicende e le curiosità che si nascondono dietro gli inni nazionali del mondo.
In primo piano anche il concerto serale giovedì 23 giugno di Violons Barbares. Il trio franco-bulgaro-mongolo formato da Fabien Guyot (percussioni, voce), Dimitar Gougov (gadulka, voce) e Dardaanvaarchig Enkhjargal (moorin koohr, overtone singing) arriva a Macerata dopo avere elettrizzato critica e spettatori di tutti i continenti. “La loro formula sonora, ritmica e vocale è davvero originale e multiforme – osserva Nannipieri - sembra impossibile che tre strumenti acustici e tre voci possano spaziare così suggestivamente dalla dimensione energica del rock, alla complessità ritmica del jazz, alla purezza dei suoni world e folk. Il virtuosismo e la nitida visione musicale di Violons Barbares consente loro di creare un piccolo, grande miracolo musicale al quale suggerisco fortemente di assistere”.
La settimana del Festival vedrà il suo apice nelle serate finali del 24 e 25 giugno allo Sferisterio, in diretta su Rai Radio 1, radio ufficiale di Musicultura, con le esibizioni dei grandi ospiti tra cui già annunciati ricordiamo i Litfiba, Ditonellapiaga, DakhaBrakha, Violons Barbares, Manuel Agnelli, Silvana Estrada, Gianluca Grignani, Pilar, Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra e gli 8 vincitori del concorso che si sfideranno per il titolo di vincitore assoluto e il Premio Banca Macerata di 20 mila euro.
Dopo l’apertura dedicata alle sfide del futuro, la rassegna “La Filosofia in città”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Civitanova Marche con la consulenza scientifica della Società filosofica italiana, torna venerdì nella Sala del Consiglio comunale, alle ore 17 (ingresso gratuito), per affrontare il tema: “Dipende anche da noi la vita sulla terra? Che fare per darle un futuro?”.
A condurre il dibattito ci saranno le professoresse Bianca Maria Ventura e Silvia Gaetani. Il ciclo di conferenze si conclude il 10 giugno 2022, con un dibattito su: “Verso quali prospettive future si muove l’organizzazione del nostro lavoro?” con Silvia Gaetani e Renato Scatragli. “Immaginare il futuro” è un ciclo di incontri aperti a tutta la cittadinanza ed è valido ai fini dell’aggiornamento docenti.
“La formula degli incontri è, ancora una volta, quella della pratica filosofica, una forma di comunicazione molto coinvolgente'' come evidenziato dalla prof.ssa Bianca Maria Ventura, presidente della Società Filosofica Italiana sez. di Ancona e vice presidente nazionale SFI.
''Infatti - aggiunge Ventura - non prevede una relazione esperta da parte di chi parla ad un pubblico che ascolta, ma una riflessione condivisa intorno ad un problema di rilevanza “vitale” che ciascuno – non solo gli addetti ai lavori – in qualche misura ritrova dentro di sé. Le grandi questioni della filosofia, difatti, sono le stesse questioni che uomini e donne affrontano ogni giorno nel loro vivere quotidiano”.
È andata in onda ieri la puntata del programma Tv di Rai 1 “Linea Verde” tutta dedicata alle Marche e in particolare al Maceratese; i presentatori Beppe Convertini e Giuseppe Calabrese hanno viaggiato tra i territori della provincia mostrando prodotti e materie prime locali.
L'avventura è iniziata dal suggestivo borgo di Treia, dove gente del posto ha spiegato ai telespettatori l'antico gioco del pallone col bracciale ancora praticato; non poteva mancare come seconda tappa una dimostrazione della produzione del ciauscolo marchigiano, che i presentatori hanno potuto degustare nelle aziende di Belforte del Chienti.
Spazio anche alla spiritualità, Convertini e Calabrese sono andanti a visitare il 'Tibet delle Marche', il piccolissimo comune di 7 abitanti Elcito, meta amata per la sua pace e la sua natura anche dai buddisti, che arrivano qui diretti verso la faggeta di Canfaito.
Osimo, Montalto e Crispiero sono stati invece i borghi visitati dai presentatori per la produzione di una materia prima fondamentale per le Marche: il grano. Alla scoperta dell'agricoltura marchigiana, da antichi mulini in disuso fino alla storia di Nazareno Strampelli, l'agronomo di Crispiero di Castelraimondo che riusciva a seminare e far crescere il cereale anche con freddo e intemperie grazie ad accurati studi.
Il tour è proseguito nelle campagne di Macerata, dove aziende agricole coltivano frutta antica come giuggiole e visciole per produrre poi ottime confetture; il percorso non poteva non terminare sulla balconata dello Sferisterio, dove Convertini e Calabrese accompagnati da due cuoche hanno scoperto la differeneza tra i piatti tipici “princisgrassi” e “vincisgrassi”.
“Viva Falcone”: il Festival Storie propone lo spettacolo dedicato alla strage di Capaci. Nella Sala Polifunzionale (ex cinema) di Penna San Giovanni, sabato 28 maggio (ore 21.30), l’attore e regista Antonio Lovascio sarà il protagonista assoluto.
Partendo da una storia autobiografica, il racconto del monologo “Viva Falcone” passa attraverso la carne di Salvatore San Filippo, vero e proprio eteronimo di Antonio Lovascio. Salvatore narra il viaggio in Sicilia, con ironia, attraverso ricordi e azioni che lo porteranno a trasformarsi continuamente, ad entrare e uscire da molteplici personaggi e da diverse situazioni.
Salvatore si trasforma nel ragazzo delle granite il cui grido sembra un antico canto arabo, in un pupo siciliano che recita versi della Gerusalemme Liberata, nel boss Michele Greco che minaccia subdolamente Giovanni Falcone.
Con lui si attraversa la suggestiva processione dei Cassari e si approda al drammatico momento della strage di Capaci per concludere senza concludere il viaggio, lasciando aperto ogni dialogo, ogni confronto sulla Sicilia, sulla vita.
Il Festival Storie, diretto da Manu Latini, mette in rete otto borghi (Belmonte Piceno, Montappone, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Monte San Martino, Penna San Giovanni e Sant’Angelo in Pontano), la Regione Marche, le Province di Fermo e Macerata, le Unioni Montane dei Monti Azzurri e dei Sibillini, i Sistemi turistici Marca Maceratese e Marca Fermana, la Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, la Fondazione Carifermo, la Bcc Banca del Piceno, il Rotary Club Alto Fermano Sibillini.
Antonio Lovascio, laureato in Lettere Moderne, svolge la professione di attore, regista e drammaturgo. Si è formato e ha lavorato con diversi artisti tra i quali Dario Fo, Franca Rame, Lino Capolicchio, Saverio Marconi, Giorgio Barberio Corsetti, Francesco Niccolini, Eugenio Allegri, Dacia Maraini. Nel 2016 proprio con “Viva Falcone” ha vinto il premio nazionale di drammaturgia “Riviera dei monologhi”.
Dante Ferretti – La fabbrica dei sogni è il primo progetto triennale (2022/2024) dedicato al Maestro e ideato dal Liceo Artistico di Macerata, la stessa scuola da lui frequentata quando era un giovane studente della Scuola di Arte e Mestieri. Un progetto aperto, che nasce dalla collaborazione con la Fondazione Carima e l’Università Politecnica delle Marche. “Che piacere vedervi” sorride il Maestro. “Ragazzi inseguite i vostri sogni. Sempre. Questa è stata la mia scuola ed è davvero emozionante essere qui”.
A proposito del progetto che lo ha visto protagonista con i suoi bozzetti: “Avete proprio fatto una bella cosa. L’ho detto tante volte, sono a disposizione, anche per il museo”. Il progetto è curato dal professor David Miliozzi e dalla professoressa Lucia Indellicati, insieme al professor Marco Baldi dell’Università Politecnica delle Marche, e vede la collaborazione di molti docenti della scuola, tra cui il professor Marco Bozzi, il professor Jacopo Caggiano, la professoressa Cristiana Torresi, la professoressa Valentina Baldelli, la professoressa Mariangela Malvaso, la professoressa Lucia Spagnuolo, la professoressa Paola Ruffini, la professoressa Giulia Compagnucci, il professor Adriano Sandroni, il professor Loris Frenquelli e la professor Paola Consolati.
“Ringraziamo di cuore il Maestro per questa visita. Una gioia grandissima per tutti noi” afferma il dirigente scolastico Claudio Mengoni. “In attesa di quello reale, vogliamo dedicargli uno dei primi Musei virtuali delle Marche. Presto istituiremo il comitato scientifico del Premio Dante Ferretti, rivolto a tutti i giovani che si sono distinti nell’ambito creativo”.
L’opera di Dante Ferretti nasce qui, tra i nostri paesaggi, ed è di ispirazione ovunque. “Studiare l’arte di Dante Ferretti significa avvicinarsi a un artista che rappresenta il meglio del Made in Italy nel mondo” dicono il professor David Miliozzi e la professoressa Lucia Indellicati. “Un artista strepitoso, un campione di umiltà, generosità e genialità, che si mette a disposizione dei giovani per condividere le sue enormi competenze. La Fabbrica dei sogni è solo il primo passo verso il progetto del Museo, un progetto che rilancerebbe un intero territorio, un modo innovativo per raccontare e valorizzare la bellezza della nostra terra, quel saper fare che ci rende attraenti da sempre”.
"L’arte e la cultura trovano sempre maggiori punti di incontro con la tecnologia digitale. Sono moltiplicate le possibilità di realizzazione e di fruizione delle opere d’arte”, conclude il professor Marco Baldi, “Strumenti nuovi come i token non fungibili (nft) basati sulla tecnologia blockchain permettono di trasportare l’unicità di un capolavoro anche nel mondo digitale, creando innumerevoli nuove opportunità”.
Una mattinata di festa e di incontro con uno dei più grandi artisti della storia del Cinema, un momento indimenticabile per tutti i presenti. Dante Ferretti, tre premi Oscar, ha ricordato la sua lunga collaborazione con Pierpaolo Pasolini (da Il Vangelo secondo Matteo a Salò, il suo ultimo film) di cui ha recentemente inaugurato, a cent’anni dalla nascita, la mostra Conoscenza carnale, i film di Pierpaolo Pasolini, organizzata a Los Angeles dall’Academy Museum in collaborazione con Cinecittà,.
"Ho difficoltà a sintetizzare, vista la loro molteplicità, i sentimenti che provo dentro di me data l'imminenza della seconda presentazione del mio libro ‘La buona notizia’. Provo a farlo servendomi di tre parole: responsabilità, gratitudine, profezia".
Così l'autore, Giorgio Terrucidoro, racconta la vigilia dell’evento che si svolgerà sabato 28 Maggio, alle 17.30, presso l'Istituto Figlie Santa Maria della Divina Provvidenza “Villaggio delle Ginestre” (Via Nazario Sauro, 44 Recanati).
"Il primo sentimento che avverto nitidamente è la responsabilità - spiega Terrucidoro -. Per comprendere pienamente questo primo sentimento è necessario soffermare brevemente la nostra attenzione sulla tematica centrale, il filo conduttore, di questa presentazione: disabilità e gioia".
Un connubio possibile o una mera utopia? "Io sono disabile, affetto sin dalla nascita da una tetraparesi spastica, quindi confrontarmi pubbllicamente con il quesito sopra citato mi tocca sul vivo, direttamente e personalmente, elevando così notevolmente la responsabilità, appunto, in merito al mio intervento".
"Il secondo sentimento, unito strettamente al primo, è la gratitudine nei riguardi delle persone che hanno reso possibile questo evento che si svolgerà", aggiunge Terrucidoro. "Penso, in primis, alla direttrice dell'Istituto: Suor Barbara Brunalli. La direttrice ha accettato immediatamente la mia proposta. Ho avvertito subito, da parte sua, disponibilità e fiducia in me e, soprattutto, nel libro".
"La seconda persona alla quale voglio dire grazie è il dottor Fabio Corvatta per l'amicizia e la stima che sempre mi dimostra - dice l'autore -. Conosco Fabio da molto tempo, circa un quarantennio, ho avuto modo di frequentarlo in diversi momenti storici e con compiti differenti. Consigliere comunale, presidente della Cooperativa “Terra e Vita”, sindaco della nostra amatissima Recanati. Sono veramente felice, non nascondo una punta di emozione ed orgoglio, che abbia accettato di condividere con me, in qualità di direttore sanitario del 'Villaggio delle Ginestre', la presentazione del mio secondo libro".
"Rivolgo, inoltre, un sentito ringrazimento a Don Mario Menghini. Attualmente, per ragioni di età, svolge il Suo Ministero Sacerdotale nel 'Villaggio delle Ginestre', celebrando la S. Messa che quotidianamente anima e sostiene la vita dell'Istituto stesso e si relaziona costantemente con persone disabili", ricorda Terruccidoro.
Infine, la natura profetica dell'evento come auspicio. "Spero vivamente che questa presentazione sia l'inizio di un nuovo approccio, autenticamente evangelico, sia del disabile nei confronti della propria menomazione che, più in generale, delle persone normodotate che vivono, per qualsiasi ragione, con le persone disabili" conclude Terrucidoro. L'ingresso all'evento, causa covid, è consentito in base alle normative vigenti.
Si è spento ieri, 23 maggio 2022, alle ore 17 Flavio Buonaccorsi, figlio del conte Americo e ultimo discendente della storica famiglia presente nella provincia – tra Macerata, Potenza Picena e Civitanova – sin dal 1200.
Nato 1929 presso il Palazzo di via Don Giovanni Minzoni (MC), viene ricordato dalla comunità come una persona retta e morale, distinta e riservata, dedita alla famiglia, progressista e custode di una memoria storica contrassegnata anche dall’esistenza di ben due cardinali – fra questi Bonaccorso Buonaccorsi (1620-1678, a lui si deve il portico del Santuario della Madonna di San Luca a Bologna).
Sposò nel 1961 Anna Maria Arcangeli, da cui ebbe i figli Domitilla e Lorenzo. Resta “memorabile” il mancato invito da parte dell’ex amministrazione comunale di Romano Carancini in occasione dell’inaugurazione dei Musei Civici, il 21 marzo 2014. Un fatto grave secondo molti, ma che non turbò l’eleganza e la dignità del già conte Castel San Pietro in Sabina, patrizio romano, nobile di Macerata e Civitacastellana e coscritto romano
Sono attesi per domani 25 maggio (ore 17) i funerali a Pollenza, per rendere l’ultimo omaggio a Flavio Buonaccorsi.
Cavalleria rusticana ha appena festeggiato 132 anni. Era infatti il 17 maggio del 1890 quando l’Opera, prima fatica di Pietro Mascagni, andò in scena al teatro Costanzi di Roma, segnando un immediato successo che si propaga fino ai giorni nostri. Tanto che Cavalleria rusticana, tratta dall’omonima novella di Verga, è riconosciuta come una delle più importanti Opere veriste di tutti i tempi.
Questa maestosità verrà fedelmente riproposta durante Civitanova all’Opera, la Stagione Lirica civitanovese, che presenterà Cavalleria rusticana sabato 28 maggio al teatro Rossini (inizio ore 21.15).
È possibile acquistare i biglietti per Cavalleria rusticana, per Il Barbiere di Siviglia (in programma l’11 giugno) e per l’abbonamento alle due opere oltre che online (QUI) anche direttamente alla biglietteria al teatro Rossini, da mercoledì 25 a sabato 28 maggio tutti i giorni dalle 18 alle 20.
“In quest’edizione torniamo finalmente a mettere in scena rappresentazioni di qualità - le parole del Maestro Alfredo Sorichetti, direttore artistico della rassegna - e, grazie ad un cast di altissimo livello, faremo rivivere l’emozione di una storia intramontabile come Cavalleria rusticana. Civitanova all’Opera è nata nel 2018 proprio per riportare in città l’opera lirica, che mancava da quasi cinquant’anni, e siamo orgogliosi di continuare a lavorare su produzioni originali, realizzate in esclusiva per il nostro pubblico”.
La serata avrà un’appendice con l’esecuzione in prima assoluta per orchestra dell’Adagio op. 4 del compositore civitanovese Gilfredo Cattolica: del resto, il 2022 della rassegna è dedicata al ricordo di questo straordinario compositore: “Vogliamo - ammette Sorichetti - dare il nostro apporto nel riportare all’attenzione una figura di caratura come Gilfredo Cattolica, purtroppo spesso poco conosciuta ai più in città”.
Da segnalare un messaggio di forte speranza per la pace. I due personaggi comprimari di Lola e Lucia sono stati affidati a due artiste che stanno vivendo direttamente, seppur da parti opposte, la tragedia della guerra: sono la russa Aleksandra Meteleva e l’ucraina Diana Ziabchenko.
“Criminali si diventa”, l'action comedy diretta da Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli è una produzione cinematografica tutta 'Made in Marche' che ha saputo dare risalto alla regione e ottenere premi degni di nota.
Il film marchigiano ha avuto riconoscimenti in Italia e all'estero: presentato al Festival di Venezia, ha vinto il premio della Sezione Lungometraggi al 75° Festival del Cinema di Salerno e la categoria Best Foreign Film del Cannes World Film Festival 2022, superando i confini nazionali e arrivando quindi in Francia.
“La vittoria a Cannes è stata una notizia inaspettata, – ha affermato il regista Trovellesi Cesana – ci hanno contattati e poi spedito la targa. Per noi è stata una sorpresa e al contempo un traguardo importante poiché il film non era nato per il mercato, ma per tornare a credere nel settore del cinema, dopo anni difficili di restrizioni per il Covid.”
Non è stato semplice avviare la produzione di un film in un periodo di pandemia: “L'idea di girare la nostra commedia nelle Marche è stata anche una conseguenza, dopo il lockdown abbiamo deciso di soffermarci in questa regione poiché i decreti non ci permettevano di spostarci”, ha puntualizzato Trovellesi.
Nasce così l'idea di basare la trama su un fatto di cronaca marchigiano, il furto di un'opera di Raffaello. Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio del 1975, sono stati rubati dal Palazzo Ducale di Urbino tre famosi dipinti: "La Flagellazione", "La Madonna di Senigallia" di Piero Della Francesca e appunto "La Muta" di Raffaello.
“Ho già realizzato nel 2020 un documentario su quel furto, ma per il film lo abbiamo pensato come se fosse avvenuto oggi, - ha spiegato il regista - aggiungendo poi la volontà di coinvolgere nel progetto colleghi e amici marchigiani; a eccezione degli attori di punta, il cast è tutto regionale. Da qui una pellicola 'Made in Marche' a 360°.”
La commedia rappresenta un’importante occasione di promozione per i territori in cui è ambientata: i campi base sono stati Fermo, Fano e Civitanova Alta. Tra le numerosissime recensioni ricevute, tanti sono stati i commenti riguardo i luoghi scoperti con la visione di “Criminali si diventa”, che dà valore a quella definita da uno spettatore come una “parte bellissima d'Italia”.
“Io amo la mia terra, sono di Civitanova, Alessandro Tarabelli è di Filottrano e ho sempre desiderato fare un film qui. Dal punto di vista professionale è stato fantastico, abbiamo coinvolto anche studenti e stagisti”, continua Trovellesi.
“Questo è stato il nostro primo film, siamo più che soddisfatti – puntualizza infine il regista – Abbiamo sempre lavorato a documentari e docufiction; ora abbiamo in progetto un paio di nuove pellicole ambientate probabilmente all'estero, ma niente spoiler!”
Un colpo d’occhio bellissimo e accattivante accoglie i visitatori del Salone del libro, in corso di svolgimento al Lingotto di Torino. Subito si imbattono nello stand istituzionale delle Marche, sviluppato a teatro: per la logistica scelta, abbraccia le persone che entrano. “Importantissimo essere qua, subito visibili da tutti i visitatori che entrano".
"Il primo stand che viene visto è quello delle Marche – rimarca l’assessore alla Cultura Giorgia Latini - Questo stand l’abbiamo fortemente voluto per dare un’identità alla nostra regione. Siamo la regione dei teatri e non casualmente siamo riusciti a entrare nella tentative list della candidatura Unesco come regione dei teatri e stiamo lavorando al dossier”.
I teatri marchigiani, ha evidenziato Pino Insegno, ospite dello stand regionale per la presentazione del Festival Marchestorie 2022, “rappresentano un patrimonio internazionale importante. Nelle Marche ho trovato persone che vogliono lavorare assieme, attraverso un percorso integrato, per dare maggiore forza alla regione”.
L’assessore Latini ha quindi rimarcato come “i teatri fanno parte della nostra identità. Abbiamo più teatri di tutta l’Italia del sud, rispetto al numero degli abitanti e al numero dei comuni. Significa che i teatri fanno parte della nostra identità, che sono da sempre un punto di riferimento della comunità. Quindi stiamo lavorando per fare ritornare il teatro al centro delle politiche di crescita regionali. Ci tenevamo che lo stand avesse come sfondo e come scenografia il teatro proprio per dare questo messaggio al resto de paese”.
Un filo conduttore, tra cultura e turismo, lega la partecipazione della Regione al Salone del libro, con un ricco programma di eventi presentati nello stand. “Turismo e cultura rappresentano un binomio perfetto che ci consente di conseguire risultati importanti, come abbiamo visto con la vittoria di Pesaro come capitale della cultura e con Ascoli Piceno tra le top ten – ha detto Latini - C’è un grande fermento culturale nei nostri territori. Lo abbiamo visto anche con le candidature dei piccoli comuni, dei borghi, ai grandi progetti finanziati dai bandi ministeriali. Ben 83 sindaci hanno presentato dei progetti culturali di rilancio di questi territori.
Significa che si inizia a credere che la cultura possa rilanciare veramente la nostra regione, sotto il profilo turistico e attrattivo. Siamo felici che ci sia questo coinvolgimento dal basso. A Torino abbiamo presentato anche il risultato ottenuto dal Comune di Montalto delle Marche che, dopo le audizioni al Ministero, è stato riconosciuto anche come uno dei primi comuni con migliore progettualità a livello nazionale”.
Affrontando i temi dell’editoria, l’assessore ha ricordato che Torino “rappresenta una vetrina importante per il settore. Non tutte le Regioni sono presenti, la Marche sì, a sottolineare la vicinanza al comparto. A breve usciranno bandi per sostenere i nostri editori. Sono interlocutori fondamentali della nostra visione politica e culturale di rilancio delle Marche. Attraverso i nostri editori, possiamo far conoscere sempre più il nostro territorio”.
La città di Civitanova Marche è stata invitata dalla ‘Gemma Edizioni’ al Salone Internazionale del libro di Torino, a presentare, presso la sala Viola, il proprio progetto pilota di fiabe accessibili. L'Assessorato all'infanzia e alla famiglia ha infatti voluto ampliare il progetto "Una città da favola" rendendo accessibili con la LIS (lingua dei Segni) e la comunicazione aumentativa (CAA) le fiabe scritte dai bambini e ragazzi civitanovesi pubblicate.
È stata dunque legata l'iniziativa editoriale del volume cartaceo, che ha visto protagonisti come scrittori e illustratori i piccoli alunni delle città, con "Bookbox Civitanova", altra progettualità dell'Assessorato all'interno di "Civitanova Città con l'infanzia", mirata all'inclusione dei ragazzi con disabilità e già attiva da circa tre anni in sinergia con l’associazione Anffas locale.
L'Anffas quindi ha realizzato 5 brevi video, di cui uno è stato proiettato a Torino, in cui in ogni filmato la storia viene, contemporaneamente, letta a voce, interpretata in lingua dei segni e trascritta con la comunicazione aumentativa. In tal modo, con l'unica modalità del video le fiabe sono accessibili nello stesso momento a bambini normodotati, sordi e a tutti coloro che hanno difficoltà nella lettura e comprensione del testo.
La comunicazione aumentativa nella fattispecie è utile anche per bambini con autismo e sindrome di Dravet. Nel pomeriggio dello scorso 19 maggio, l'iniziativa è stata presentata a Torino, dall’assessore Barbara Capponi e dal rappresentante Anffas Simone Forani, a una platea di amministratori e rappresentanti istituzionali provenienti da tutta Italia, scuole, alunni, imprenditoria, associazioni.
Quanto presentato ha riscosso molto consenso e il plauso ottenuto è stato unanime, tanto da motivare diversi interlocutori a chiedere i contatti sia per avere accesso ai video che per avere informazioni sul progetto, in modo da poterlo replicare altrove. "Una grande soddisfazione, per tutta la città, che Civitanova possa da essere esempio e stimolo per una cultura sull'infanzia e sull'accessibilità in modo concreto, con un progetto pilota realizzato lavorando in rete – hanno dichiarato Barbara Capponi e Simone Forani - L'idea stessa di poter con un unico strumento coinvolgere tanti bambini con abilità diverse ci ha stimolato a ottenere un prodotto che potrà essere utile davvero a molti piccoli, e ci ha messo in contatto con molte realtà, creando quegli scambi virtuosi tanto importanti per la mentalità di tutti".
Il nuovo lavoro della scrittrice maceratese Letizia Evangelisti, intitolato "Il Bilico" rappresenta un viaggio nelle varie situazioni dell'anima; il testo è pubblicato dalla Casa Editrice Robin di Torino e in esso, talvolta, la poesia si intreccia con la creatività dei disegni, realizzati dall'architetto Paolo Evangelisti, pittore, critico d'Arte, docente di Disegno e Storia dell’Arte.
L'autrice, laureata in Filosofia e in Lettere Moderne, svolge attività didattica e di ricerca, ed ha già pubblicato per la Deputazione di Storia Patria per le Marche studi su: L'Oratorio del Settecento, La Filodrammatica del Casino, Il Politeama Marchetti ed Il Teatro di Prosa a Macerata.
Inoltre, ha scritto "Auschwitz e il New Humanism - Il Canto di Ulisse delle vittime della ferocia nazista", con cui ha vinto il "Premio Mario Soldati" 2010, per la critica, seguito dal volume "Lodz- lo sguardo tragico degli Innocenti", con cui è risultata tra le vincitrici del "Premio Letterario Internazionale Nabokov" 2020, partecipando anche come relatrice al progetto del Miur "Insegnare la Shoah".
Oltre alla passione per la ricerca storico-artistica, i suoi interessi l’hanno condotta ad esplorare il mondo della poesia; infatti, troviamo alcune sue poesie all'interno dell'Enciclopedia di poesia italiana contemporanea della Fondazione Mario Luzi e ora presenta il suo nuovo lavoro, che ha il fine di rappresentare quel senso di incertezza, di sospensione, di precarietà, in cui l’uomo si colloca quotidianamente, nel perenne tentativo di dare una giustificazione alla propria esistenza.
Nel libro, la poesia talora incontra l'arte, creando vere e proprie “occasioni”, grazie ai dipinti realizzati da Paolo Evangelisti, che diventano un apparato iconografico fondamentale, per delineare questa “peregrinatio” nelle varie sfaccettature dell'essenza spirituale, considerata nella cultura classica come “ànemos”, un soffio vitale.
Ecco, allora, emergere quel gioco di vicendevoli ispirazioni, con cui, ad esempio, la luce solare della poesia “Il sole m’illumina”, che fa percepire il buio interiore della precarietà, si avvicina all’immagine dell’opera “Illuminazioni”, realizzata dal fratello dell’autrice, il quale ha saputo ben rappresentare tale “situatione”, con i contrasti cromatici e le sue linee fluide.
Allo stesso modo, è stato creato “un trait d’union” tra la poesia che dà il titolo alla raccolta e l’opera pittorica, in cui viene evidenziata la coscienza dell’insicurezza, nel gioco volumetrico di poliedri, sospesi in un sistema precario di equilibri, che mostrano all’interno le tante facce della varia umanità.
Il lavoro della scrittrice maceratese, quindi, si presenta come un percorso artistico, dominato non solo dal recupero della memoria, personale e collettiva, ma anche dalla sperimentazione sinestesica; come accade, ad esempio, nel legame che si instaura tra la poesia “Pennellate di parole” e il dipinto “Giochi verbali”, in cui si assiste ad una sorta di associazione cromatico-linguistica di grande interesse.
A Macerata è stato fondato uno dei più antichi circoli letterari d'Italia: l'Accademia dei Catenati. Da Giovanni Crescimbeni a Maria Montessori fino a Torquato Tasso, tanti i nomi celebri che hanno iscritto il proprio nome nella storia - non solo letteraria - della città marchigiana.
Bisogna fare un salto al 1574, anno in cui un gruppo di letterati si raccolse intorno al professore universitario Gerolamo Zoppio con lo scopo di studiare e discutere sull'arte, la scienza, le lettere. Come detto, nomi celebri entrarono a far parte della congrega.
Dal poeta e critico letterario maceratese, Giovanni Crescimbeni, alla rivoluzionaria pedagogista marchigiana che ha dato il nome al suo metodo educativo, Maria Montessori. Non ultimo Torquato Tasso, celebre scrittore di Sorrento che si aggregò all'Accademia dei Catenati nel 1574.
Numerose le motivazioni che spinsero il poeta all'Accademia e alla città di Macerata: tra queste, uno zio Catenate, un amico di Morrovalle che lo liberò dall'ospedale di Sant'Anna e un altro zio vescovo di Macerata che si prese cura di suo padre orfano. Furono proprio la stima e la fiducia riservate da Tasso nei confronti dell'Accademia a spingerlo a una revisione speciale.
L'autore campano decise infatti di sottoporre la sua "Gerusalemme Liberata" ai Catenati ancor prima della pubblicazione a stampa. Un atto dovuto e voluto, con il bisogno di un esame esterno schietto e approfondito da parte del circolo letterario.
Ma il suo scritto non ebbe subito gran fortuna: fu infatti criticato dall'Accademia della Crusca. Entrarono allora in gioco i Catenati di Macerata, evocati da Tasso in suo favore e che mostrarono continuo sostegno e ammirazione al poeta, anche quando le polemiche da parte della Crusca continuavano ad essere alimentate.
Tra gli altri segni del passaggio del celebre scrittore di Sorrento in terra maceratese, anche alcuni documenti che dimostrano un soggiorno di Tasso a Macerata nel 1587. A riprova una lettera scritta da Orazio Capponi, fiorentino e ai tempi Vice Governatore della Marca, che lo accolse e ospitò nella città. Capponi era la persona a cui Tasso aveva inviato una lunga lettera undici anni prima nella quale riassumeva dattegliatamente in anteprima il tema della "Gerusalemme Liberata".
Si apre sabato 21 maggio, alle ore 18,00, la mostra collettiva di arti visive dal titolo “Alcheologia Fenomenica”, omaggio al maestro Alceste Lucentini, scomparso improvvisamente nel mese di gennaio. L’evento dedicato al pittore e critico d’arte fermano, è organizzato nella sede dell’associazione artistica e culturale “Deva Ars - Art, Culture & Development” in via Porta Zoppa a Civitanova Marche Alta.
Il programma si compone di quattro esposizioni, di cui la prima, inerente l’elemento del “Fuoco” e quindi del “Rosso”, ricalcando lo stesso spirito con il quale Alceste Lucentini sapeva trasformare idee e possibilità in realtà, coinvolgendo colleghi e collaboratori. In esposizione le opere di Lucentini e di Sandro Bartolacci, Claudio Fazzini, Claudio Pantana e Denise Recchi. Testo critico, Serena Pochi. Gli artisti sono stati ricevuti ieri nella sala Giunta del Comune, dal sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica.
“Alcheologia”, neologismo coniato appositamente per questa mostra, designa la ricerca nel passato storico dell’alchimia in una prospettiva d’arte moderna: il fil rouge di questa mostra è proprio il rosso, cioè il colore del fuoco, il primo degli elementi. Il colore rosso non passa mai inosservato. Da sempre nell’arte ricopre un ruolo determinante pur avendo assunto significati molto differenti nelle diverse epoche.
È il colore dell’amore e della passione, della rivoluzione e della rabbia, del sacrificio religioso e del martirio. È energia e vitalità che esplode, senza timore di invadere lo spazio intorno e gli altri colori. È uno strumento potente sulla tavolozza dell’artista che attira l’attenzione e colpisce la visione. Il rosso sopravvive tra antichità e contemporaneo arrivando fino all’astrattismo, senza perdere di intensità.
Tutte le opere esposte nella mostra sono caratterizzate dal rosso, come colore predominante, ciascuna secondo il linguaggio stilistico proprio di ogni autore. L’esposizione rimarrà aperta fino al 4 giugno 2022 Orari: tutti i giorni dal 22 maggio al 4 giugno compreso dalle 14:00 alle 20:00. La mattina su appuntamento mandando una mail a: deva.ars@hotmail.com o telefonando al 340 5643677. Ingresso libero
Gli artisti
Sandro Bartolacci - Il rosso è un elemento presente nelle opere dell’artista in maniera “determinante”. È base delle geometrie pittoriche, distingue aree e volumi, struttura la materia. Contraddistingue il centro focale, la linea d’orizzonte. Bartolacci fa del colore rosso il suo punto di forza: attraverso esso raggiunge, in modo nitido e forte, l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici.
Claudio Fazzini - In molte opere di Claudio Fazzini il rosso rappresenta il soggetto: talvolta come elemento isolato, talvolta in contrapposizione ad altri colori, talvolta sullo sfondo ma pur sempre in maniera preponderante. Il rosso del Fazzini vive sempre di vita propria: assume tonalità monocrome e diverse densità, si sfrangia nei contorni e degrada attraverso delicati passaggi verso altre tonalità.
Claudio Pantana - Nelle opere plastico-pittoriche di Pantana, il rosso diventa materia pura: sbalzato dal piano per raggiungere l’osservatore sotto forma di oggetto ben definito (piuma o neon) oppure in maniera caotica come insieme informe di materiali e sfumature. Il rosso dell’architetto è caosmosi: il reale che può semplicisticamente definirsi irrazionale o caotico così come razionale e ordinato.
Denise Recchi - La pittrice Denise Recchi rappresenta nelle sue tele il realismo del rosso, in tutte le sue gradazioni, sfumature, intrecci di luci e ombre ma è soprattutto nelle opere recenti, tendenti alle forme geometriche e astratte, che il rosso si trasforma in colore intenso e accecante. Lo stile dell’artista muta radicalmente dal reale all’astratto catturando, in maniera totale, l’interesse dello spettatore.
Civitanova Marche celebra l'arte maceratese con la mostra "Wladimiro Tulli. Cavalcare i sogni" a cent’anni dalla nascita dell'artista e quasi vent’anni dalla sua morte. La rassegna, esposta nell’Auditorium Sant’Agostino di Civitanova Alta dal 28 maggio al 28 agosto, vede collaborare il Comune di Civitanova con quello di Macerata, di Recanati, con la Fondazione Carima, la Regione Marche e infine con la figlia di Wladimiro, Carla Tulli e il fratello del Maestro, Piero Alberto.
Curata da Enrica Bruni, direttrice della Pinacoteca civica Marco Moretti e da Stefano Papetti, direttore dei Musei Comunali di Ascoli Piceno, l'esposizione di Civitanova prevede in concomitanza l’apertura straordinaria della Pinacoteca che recentemente ha inaugurato una nuova stagione e un nuovo percorso lungo il quale, accanto alle opere permanenti e le recenti acquisizioni, si potrà ammirare il dipinto di Tulli "Arcobaleno spezzato".
“Civitanova accoglie le opere più rappresentative dell’ultimo periodo della produzione di Tulli - ha spiegato la Bruni. - In mostra si potranno ammirare 21 grandi tele e 11 ceramiche che coprono un arco temporale di dieci anni e che si chiude con 'Il navigatore solitario innamorato' del 2001. Con la figlia del Maestro, Carla Tulli, abbiamo selezionato per Civitanova quei lavori che raccontano tutta l’esperienze innovativa dell'artista".
Le aperture della mostra, della Pinacoteca civica e del teatro Annibal Caro saranno il sabato e la domenica dalle 17.30 alle 20.30 nel mese di giugno; dalle 20 alle 24 nei mesi di luglio e agosto. L’ingresso sarà gratuito e così anche le visite guidate, prenotabili online. Si potrà acquistare il catalogo generale, pubblicato con la casa editrice Quodlibet, curato da Paola Ballesi e Carla Tulli.
La XXXIII edizione di Musicultura si prepara a vivere la sua fase conclusiva dal 20 al 25 giugno a Macerata. In attesa di conoscere il cartellone de “La Controra”, Musicultura annuncia oggi i primi graditi ospiti che, assieme ai vincitori del concorso, saranno protagonisti delle due serate finali di spettacolo, il 24 e 25 giugno, allo Sferisterio, la suggestiva arena neoclassica, simbolo di Macerata e delle Marche.
La prima delle due serate, il 24 giugno, vedrà sul palco le testimonianze artistiche di Litfiba, Ditonellapiaga, DakhaBrakha, Violons Barbares e le esibizioni degli otto artisti vincitori del concorso. Il 25 giugno si susseguiranno le performance di Manuel Agnelli, Silvana Estrada, Gianluca Grignani, Pilar, Emiliana Torrini & The Colorist Orchestra, nell’unica apparizione italiana dell’artista islandese nel 2022 e quelle dei quattro artisti in concorso più votati dal pubblico dello Sferisterio la sera prima.
Tutti i set saranno appositamente pensati per l’occasione, in linea con la formula di un festival che offre agli artisti ospiti un clima di libertà espressiva svincolato da logiche strettamente commerciali.
"Ci piace che al festival il coinvolgimento dei più bravi e noti artisti italiani possa convivere non solo con le idee e le sensibilità dei giovani artisti in concorso, ma anche con proposte internazionali di assoluto valore ed ancora da noi poco conosciute - ha affermato il direttore artistico Ezio Nannipieri -. È questo il caso di Silvana Estrada, giovanissima e talentuosa artista messicana, o dei Violons Barbares, un trio mongolo-bulgaro-francese che nel live sprigiona una forza inaudita.
"Per non parlare degli ucraini DakhaBrakha - prosegue Nannipieri -: li inseguivamo da anni, ci aveva colpito la loro capacità di tracciare sintesi formidabili tra la ricchissima, meravigliosa tradizione musicale del loro Paese e la modernità; averli sul palco di Musicultura, ora che una guerra devasta la loro terra, assume un significato emotivo davvero particolare".
Nelle prossime settimane si conosceranno i nomi degli otto vincitori del concorso con cui Musicultura dal 1990 tutela la dimensione artistica della forma canzone e contribuisce a scoprire e valorizzare nuovi giovani, meritevoli talenti.
Dopo i due concerti di presentazione dei finalisti, trasmessi in diretta da Rai Radio 1, la radio ufficiale del festival, il 3 e 4 maggio scorso dal Teatro Persiani di Recanati, i brani degli artisti sono in queste settimane protagonisti sempre su Rai Radio 1 per la diffusione al grande pubblico.
«Pieve Torina ha una storia antica, che affonda le sue origini ben prima dei Romani, con popolazioni picene e umbre che l’hanno abitata sin dai primordi per la sua posizione di confine. Dai recenti reperti archeologici romani e preromani emersi durante i lavori di costruzione del palazzetto dello sport abbiamo preso spunto per dar vita al progetto "Pieve Torina: percorsi di storia", una proposta di escursionismo innovativo accompagnato da racconti sul passato del nostro paese».
Il sindaco Alessandro Gentilucci presenta questa nuova iniziativa che prevede la realizzazione di quattro passeggiate adatte a persone di tutte le età nel periodo maggio/ottobre. Il primo appuntamento, fissato per la mattina di domenica 22 maggio, sarà dedicato alla storia della mezzadria e del "Museo della nostra terra". Matteo Petracci, guida ambientale e storico del territorio, condurrà i percorsi e il racconto.
«Questo progetto punta a sviluppare un turismo naturalistico e culturale legato alla valorizzazione delle unicità presenti a Pieve Torina e nei suoi borghi» sottolinea Gentilucci. «L’obiettivo è duplice: contribuire al potenziamento dell’aspetto divulgativo e di conoscenza del territorio e favorire una proposta turistica di qualità. Dopo la mezzadria parleremo della presenza longobarda, di quella romana e picena sino agli insediamenti preistorici. Un viaggio indietro nel tempo per scoprire i passaggi cruciali del passato di Pieve Torina».
La partecipazione è gratuita e la prenotazione obbligatoria (per informazioni scrivere a girastorieraccontiincammino@gmail.com). Agli iscritti verranno successivamente comunicati orario e punto di ritrovo, oltre ad alcune semplici indicazioni da seguire per godere in tranquillità la passeggiata.