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"Macerata Racconta", Andrea Cangini e Coca Web: come l'abuso digitale provoca dipendenza

"Macerata Racconta", Andrea Cangini e Coca Web: come l'abuso digitale provoca dipendenza

Andrea Cangini e Coca Web sono stati i protagonisti del quinto appuntamento di “Macerata Racconta”, la manifestazione letteraria particolarmente seguita nel corso di questa edizione e che, dopo aver visto salire sul palco Matteo Saudino, Edoardo Novelli e Marco Damilano, proseguirà per tutto il weekend con gli ultimi eventi.

Si è svolta questo pomeriggio presso il Teatro della Filarmonica la presentazione del libro “Coca Web – Una generazione da salvare” scritto da Cangini, giornalista, già direttore del Resto del Carlino e attualmente Senatore della Repubblica Italiana. All’incontro hanno preso parte anche Mons. Nazzareno Marconi e il giornalista Alessandro Caporaletti.

Il volume si basa su un’indagine portata avanti dall’autore e riguardante “L’Impatto digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento” condotta con l’aiuto di neurologi, psichiatri, psicologi, pedagogisti e antropologi. I risultati della ricerca sono preoccupanti: l’abuso di smartphone e videogiochi provoca dipendenza e danni al pari della cocaina (da qui, il titolo del libro). Ansia, insonnia, stress, depressione e obesità alcuni degli altri disturbi connessi con le scoperte fatte dal team interdisciplinare.

"Questo libro mette insieme pareri di esperti ascoltati in Commissione Istruzione per aiutare il Senato a ragionare su un tema complesso come la regolamentazione del web - ha puntualizzato l'autore. - Oggi i ragazzi faticano a porre l'attenzione su qualcosa per più di pochi minuti, in più sono raddoppiati i suicidi tra adolescenti, i disturbi alimentari soprattutto tra ragazze, gli attacchi di panico e i comportamenti aggressivi".

In Italia sono oltre 100 mila le persone che soffrono di dipendenza dal web. Uno studio condotto dall’Università di Milano dimostra che su un campione di 285 studenti, più del 25% trascorre oltre 4 ore online, la rimanente parte da 1 a 3 ore. Numeri preoccupanti ma comunque ben distanti da quelli cinesi, dove il fenomeno coinvolge oltre 24 milioni di persone che non studiano e non lavorano per restare connessi alla rete.

Molto diffuso è il fenomeno dell’Hikikomori, che significa letteralmente “stare in disparte” e si riferisce a chi decide di allontanarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinunciando ad ogni contatto umano e dedicandosi unicamente al mondo virtuale.

"Con la pandemia i reati che si consumano sul web a danno dei minori sono aumentati di oltre il 70% - ha affermato Cangini, che però trova anche un lato positivo.- In questo caso se non ci fosse stato il web sarebbe stato peggio poichè attravero i social e i videogiochi i ragazzi sono rimasti in contatto tra loro. So per certo che in tanti ambiti la tecnologia è fondamentale, come in medicina, ma sui minori gli effeti a livello psicologico sono diversi."

Appuntamento a domani con la penultima giornata della rassegna.

 

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