Marco De Biagi presenta il suo nuovo thriller fantasy "Serravalle – dove i cattivi pensieri possono uccidere". Lo scrittore Marco De Biagi lancia il suo avvincente thriller fantasy "Serravalle – dove i cattivi pensieri possono uccidere", un romanzo che intreccia magia e realtà quotidiana, ambientato nello scenario suggestivo e misterioso degli Appennini, dai Monti Sibillini al borgo di Serravalle di Chienti.
Un viaggio di solitudine e creatività. Trasferitosi nel piccolo borgo marchigiano nel 2020, l’autore ha trovato nell'isolamento e nella tranquillità una fonte inesauribile di ispirazione. La sua esperienza personale si riflette nella creazione di questo romanzo, nato durante un periodo di isolamento che ha trasformato in un'opportunità per esplorare le profondità della mente umana e dei suoi demoni.
Un tributo a un territorio resiliente
"Serravalle – dove i cattivi pensieri possono uccidere" non è solo un'opera di fantasia, ma anche un omaggio al territorio marchigiano segnato dai tragici terremoti del 1997 e del 2016. Questi eventi sismici, che hanno profondamente colpito la comunità locale, giocano un ruolo cruciale nella trama del libro, influenzando le vite dei personaggi e l'ambiente circostante.
Il terremoto del 1997, con una magnitudo di circa 6.0, ha causato gravi danni in Umbria e Marche, coinvolgendo città come Assisi, Foligno, Norcia e Camerino, e provocando 11 vittime e migliaia di sfollati. La ricostruzione dopo il sisma ha rappresentato una sfida enorme, non solo a livello strutturale ma anche sociale, con numerose opere d'arte ed edifici storici gravemente danneggiati.
Una narrazione coinvolgente e personaggi indimenticabili. Il romanzo di De Biagi si distingue per la sua trama intricata e per i personaggi profondamente umani, ispirati a persone reali. La dettagliata descrizione dei luoghi e la connessione emotiva dell'autore con il territorio marchigiano rendono la lettura un'esperienza immersiva.
Promuovere il "Turismo da Romanzo". Con "Serravalle – dove i cattivi pensieri possono uccidere", l’autore spera di incoraggiare una nuova forma di turismo. I lettori sono invitati a visitare Serravalle di Chienti per scoprire i luoghi descritti nel libro e vivere in prima persona le atmosfere magiche e storiche del romanzo.
Non è solo un'avventura fantasy, ma una riflessione sulle sfide personali e collettive, sulla resilienza e sulla capacità di trovare la luce anche nei momenti più bui. Disponibile in tutte le librerie e online, "Serravalle – dove i cattivi pensieri possono uccidere" offre un viaggio indimenticabile nel confine sottile tra realtà e fantasia.
Venerdì 31 maggio, alle 18:00, presso la 'Bottega del Libro' di Macerata, in Corso della Repubblica, si terrà un evento che fornirà suggerimenti su come mantenere vivo il rapporto di coppia.
La consigliera comunale Sabrina De Padova ha pensato di trattare questa tematica a volte sottovalutata, perché - dice - "è importante alimentare il rapporto di coppia a qualsiasi età". "Spesso con i ritmi della vita frenetica, la stanchezza e lo stress può risultare difficile mantenere viva la scintilla della passione e dell'attrazione reciproca".
L'intimità di coppia è in primo luogo comunicazione: "I partner possono esprimere cura, attenzione, connessione emotiva, ma anche disagio, frustrazione, distanza - prosegue De Padova -. È importantissimo riuscire a cogliere i messaggi dell’altro, dedicando il giusto tempo per mettere a fuoco i bisogni e le necessità emotive di entrambi. Creare un clima di condivisione in cui poter esprimere senza timore paure, desideri e malesseri è il primo passo per costruire una relazione solida, in cui ci si prende cura dell'altro con reciprocità".
"Sentirsi ascoltati e accogliere le esigenze del partner rende possibile un dialogo aperto e costruttivo in cui lasciare spazio anche ad una dimensione più ludica in cui sentirsi ancora complici", conclude De Padova.
Gli argomenti verranno affrontati con la psicologa Roberta Vitelli che fornirà dei suggerimenti utili sugli atteggiamenti da tenere. Nel caso in cui il rapporto dovesse avere problemi insormontabili l’avvocata Leide Polci indicherà le possibili opzioni e modalità di una separazione. A concludere l'evento alcune letture della scrittrice Lucia Nardi, in arte Luna, già ospite del Salone del libro a Torino.
La scena musicale italiana si arricchisce di una nuova e promettente voce. LeiCannibale, nome d'arte di Giorgia Giampaoli, è pronta a presentare il suo primissimo singolo "Ian Curtis", disponibile su tutte le piattaforme di streaming musicale gà dal dal 24 maggio 2024.
“Ian Curtis" esplora il tema della liberazione dalla sofferenza di un rapporto malato, dove l’amore e l’odio coesistono portando ad una momentanea follia. Scritto dalla stessa LeiCannibale, il brano fonde sonorità alt-pop con quelle rock, creando un'atmosfera ritmata, intensa e coinvolgente, appoggiata sulla linea di basso.
Il singolo vede la collaborazione di talentuosi musicisti e produttori: Gaetano Marinelli, conosciuto artisticamente come Dezebra, ha contribuito come co-autore; gli arrangiamenti sono stati curati da Alessandro Ciucani; mentre la produzione è stata affidata a Stefano Franchi e Andrea Concu, rispettivamente bassista e chitarrista della band "Smitch In Blue Ray".
LeiCannibale, Giorgia Giampaoli, è una cantautrice indipendente di Montecosaro, in provincia di Macerata. Nata nel 1994, Giorgia ha iniziato la sua carriera musicale esibendosi nella sua regione, le Marche, e oltre, con vari progetti alternative rock. Ha poi deciso di concentrarsi sul suo progetto solista, dove mescola la sua anima alternative con la passione per il jazz. Ha approfondito questa passione conseguendo il diploma accademico di primo livello in canto jazz presso il conservatorio statale di Fermo "G.B. Pergolesi" nel 2021 e attualmente sta completando il secondo livello.
Nel 2018 fa l’opening alla band Stella Maris. Nel 2023, durante un breve tour nei paesi dell’est europa, si è esibita presso il Museo del Banato di Timisoara in Romania (capitale della cultura europea 2023). Attualmente sta lavorando a nuovi singoli e all’album di esordio.
È prevista l’uscita di un video musicale, girato e montato da Josafat Farroni (Joshua McFarrow in arte), per il 7 giugno 2024. Con "Ian Curtis", LeiCannibale fa il suo ingresso sulla scena musicale con una proposta fresca e originale, pronta a conquistare il cuore del pubblico.
Le tradizioni funerarie sono antiche quanto l’uomo e sarebbe impossibile tracciare un excursus lungo e dettagliato di ognuna di esse. Ciò che possiamo dire è che nel corso dei secoli in Occidente il rapporto con il defunto ed il significato stesso della morte è cambiato più volte.
Quel che è certo, è che si credesse o meno in una vita dopo la morte, il defunto veniva sempre “salutato” con una speciale attenzione. Gli antichi Egizi si preoccupavano di far sì che avesse tutto il necessario per affrontare al meglio la vita ultraterrena.
I Greci immaginavano i loro cari estinti in un contesto colmo di sofferenza: gli inferi. Per questo depositavano sui loro occhi delle monete, che sarebbero servite per accedere nell’aldilà. Si adoperavano poi con offerte e sacrifici in loro onore, per poterne alleggerire la condizione. Nella Roma antica, invece, le personalità più illustri ricevevano un funerale in pompa magna con cortei sfarzosi, che avevano il compito di celebrare la vita e le gesta del defunto.
Anche oggi non c’è una dimensione collettiva che valga per tutti i popoli del mondo, poiché essa varia in base alla cultura o alla religione. Sicuramente il rito funebre più diffuso in Italia è quello cattolico, che prevede la celebrazione della messa in onore del defunto. Possiamo constatare, però, alcune dinamiche che negli anni si sono rimodulate.
Siamo ad esempio meno propensi ad accettare la morte come lo eravamo un tempo, complice il progresso scientifico e l’allungamento dell’età media. A ciò si aggiunge la paura dell’ignoto, che forse nell’era in cui ogni risposta è a portata di google, diventa ancor più disarmante.
Cambia anche la modalità del rito funebre, poiché negli ultimi anni la pratica della cremazione ha conosciuto un notevole aumento. Ancora, in alcune città si può contare sulle case funerarie, che ospitano la salma, quando la casa è piccola oppure quando il decesso avviene in ospedale. È questo il caso della casa funeraria a Legnano di Luoni Onoranze Funebri, un luogo adibito al raccoglimento, dove ci si può recare per l’ultimo saluto. In questi luoghi è spesso possibile anche celebrare funerali laici, una tendenza in costante crescita.
Insomma, tra passato e presente molte cose sono cambiate e continueranno a cambiare, ma la morte scuote l’esistenza di chi è in vita e rimane sempre la necessità di dire addio nel modo che si ritiene più opportuno.
Diodato, Enzo Avitabile,Serena Brancale, Marcin, Alessandro Bianchi e Filippo Graziani sono i nomi dei primi ospiti che Musicultura annuncia in vista delle serate finali della XXXV edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore. Le loro performance si intrecceranno sul palco dello Sferisterio, il 21 e 22 giugno, con le esibizioni degli otto giovani artisti che saranno proclamati vincitori del concorso in base all’esito del vaglio, tutt’ora in corso, del Comitato Artistico di Garanzia.
La conduzione è affidata ad una coppia inedita: Paola Turci e Carolina Di Domenico, la cui unione di competenze e dinamismo, sensibilità e intensità, annuncia belle sorprese. Venerdì 21 giugno andranno in scena: Diodato, fresco della vittoria del suo secondo David per la miglior canzone originale con "La mia terra" e sempre più garanzia di profondità ed eleganza artistiche; la poliedrica e meritatamente lanciatissima Serena Brancale; il giovane chitarrista polacco Marcin, al debutto in Italia dopo avere già conquistato col suo formidabile approccio tecnico e stilistico il pubblico americano e quello di mezza Europa; Filippo Graziani, che con la pubblicazione di 'Per gli amici', album composto da otto brani inediti del padre Ivan, da lui arrangiati e interpretati, ha realizzato una delle più brillanti iniziative discografiche di questo 2024.
Sabato 22 giugno Enzo Avitabile festeggerà a Musicultura, con i Bottari e la formazione al completo, i 20 anni di Salvamm' o munno, il capolavoro discografico che segnò uno snodo fondamentale nel viaggio artistico dell’artista, che a ragione è considerato il re della world music made in Napoli. Alessandro Bianchi porterà in scena una nota d’intelligente ironia.
"Presto comunicheremo il programma completo, qualche ospite non lo annunceremo proprio, lasceremo che sia il pubblico a scoprirlo la sera stessa vedendolo comparire sul palco - ha commentato il direttore artistico Ezio Nannipieri -. Ringrazio i finalisti in concorso e invito a seguirli con attenzione: la meritano. Qui trovano una zona cerniera dove la purezza dell’ispirazione è tutelata nel suo affacciarsi al mercato. A Musicultura storie artistiche molto diverse fra loro convivono e si confrontano in libertà, senza condizionamenti, distorsioni, pressioni. Ci piace pensare che questo sia il modo migliore per gettare i semi di futuri raccolti. Auguro a tutti questi giovani artisti di mantenersi vicini alla fiamma che oggi li spinge a scrivere e cantare canzoni e spero raggiungano forme di popolarità artistica più gratificanti di quella che offre la musica quando è ridotta a prodotto massificato".
Gli artisti vincitori del concorso si esibiranno tutti e otto sia venerdì 21 che sabato 22 giugno. La somma dei voti del pubblico delle due serate consacrerà il Vincitore assoluto della XXXV edizione, al quale andrà il premio Banca Macerata di 20.000 euro.
I brani dei diciotto artisti finalisti sono attualmente al vaglio del Comitato Artistico di Garanzia, che designerà gli otto vincitori che si esibiranno allo Sferisterio di Macerata il 21 e 22 giugno. Intanto prende forma anche il ricco cartellone de "La Controra", la sezione del Festival che per l’intera settimana animerà piazze e cortili del centro storico di Macerata con più appuntamenti giornalieri completamente gratuiti, tra concerti, recital, presentazioni editoriali e arti performative. Sarà il concerto di Fabio Concato il 18 giugno ad aprire l’intensa settimana della Controra; tra gli altri nomi attesi nei luoghi più suggestivi del centro storico maceratese anche Cochi Ponzoni, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Luigi Sbriccoli, Gek Tessaro e Serena Grandi.
Sono stati affidati i lavori per la ricostruzione della Collegiata di Sant'Urbano, principale chiesa di Apiro. A curare la gara l'Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, che è il soggetto attuatore dell’intervento.
"La Collegiata di Apiro è particolarmente rilevante per la comunità locale - commenta la struttura commissariale sisma 2016 -. Grazie a un impegno costante dell'Arcidiocesi e dell'Arcivescovo Francesco Massara, in collaborazione con l’Ufficio del Soprintendente speciale per il sisma del Ministero della Cultura, con la regione e con l'ufficio speciale ricostruzione, la ricostruzione delle chiese del territorio è pienamente avviata".
"Fondamentale il confronto in questi mesi per individuare e superare eventuali problematiche, legate all’aumento dei prezzi e anche alla delicatezza di interventi che riguardano l’identità culturale e spirituale di tutto il territorio. A tal proposito, ricordiamo anche l’inaugurazione, il prossimo 15 giugno, della chiesa di San Giuseppe in piazza del Popolo a San Severino Marche, che finalmente riaprirà le porte al culto dopo un intervento da 2 milioni di euro", conclude nella nota la struttura commissariale.
"Grazie alla Struttura commissariale 2016 finalmente siamo riusciti a dare in affidamento la Collegiata di Apiro, uno dei gioielli di tutte le Marche, per la grande gioia delle nostre comunità", dichiara l’Arcivescovo Francesco Massara.
La ricostruzione della Collegiata di Sant’Urbano vale 750 mila euro, di cui oltre 520 mila euro per i lavori di restauro, ristrutturazione e consolidamento. Si tratta di un edificio di grande importanza storica e artistica, costruito negli anni '30 del XVII secolo. È nota per la 'stanza del tesoro' nella sacrestia, che conserva arredi lignei del 1774 e una raccolta di quadri, paramenti sacri, candelieri, croci in bronzo dorato e busti di santi. Questo "tesoro" è custodito dietro una robusta porta di ferro con tre chiavi, e sebbene abbia subito riduzioni nel tempo, resta di grande valore.
La stagione musicale 2024 del Coro Polifonico "Città di Tolentino" vedrà protagonisti oltre il coro anche molti altri artisti che proporranno repertori estremamente variegati, dalla musica medioevale fino a brani di cantautori italiani dei nostri giorni, per concludersi con il tradizionale concerto di Natale.
La stagione si aprirà con un concerto di assoluto valore, venerdì 24 maggio alle 21:15, presso la Basilica di San Nicola a Tolentino, dove la Form - Orchestra Filarmonica Marchigiana, il noto pianista Lorenzo di Bella, Cihat Askin al violino, i Solisti dell’Accademia di Arte lirica di Osimo e ovviamente il Coro tolentinate, diretto dal Maestro Aldo Cicconofri, si esibiranno sotto la direzione del maestro canadese Michel Brousseau.
Nel meraviglioso scenario della Basilica di San Nicola, verrà proposto un repertorio di musiche di F. Schubert, con l’esecuzione del "Concerto in Re magg". per violino e orchestra e la "Messa il Sol magg. Op.167" per soli coro e orchestra e, di L.V. Beethoven, la "Romanza in Fa magg." sempre per violino e orchestra e, in conclusione, la "Fantasia Corale in Do min. Op. 80" per Pianoforte, Soli, Coro e Orchestra.
Si avvia con questo primo grande evento anche l'esperienza della nuova presidente del Coro Polifonico, Rosalia Calcagnini che nel presentare il programma sottolinea: "Il titolo del concerto, Vienna Spirituale 'Pace e Letizia', prende spunto dalle parole della 'Fantasia Corale' di un Beethoven particolarmente ispirato da un testo scritto da J. Kuffner, musicista e compositore tedesco, inneggiante alla Pace e alla Letizia del cuore, che si possono raggiungere grazie all’arte, linguaggio universale di condivisione tra i popoli"..
"In un momento storico come quello attuale, a fronte di tutte le tensioni che si riscontrano nel mondo, il Coro Polifonico, insieme a tutti gli artisti che si esibiranno, vuole lanciare un messaggio di Pace, fondato sulla condivisione e sull’ascolto aggiunge Calcagnini -. Con l'occasione vorrei ringraziare il comune di Tolentino, nella figura del sindaco Sclavi, che ha concesso il patrocinio ed ha compartecipato l’intera stagione musicale, nonché il Consiglio Regionale delle Marche che ci ha onorati compartecipando l’evento. Inoltre, un plauso al Priore di San Nicola, Padre Giustino Casciano, con l’intera Comunità Agostiniana per la cordiale ospitalità e disponibilità e a tutti i generosi sponsor, senza i quali non sarebbe stato possibile offrire gratuitamente ai cittadini un concerto di questo livello, che vede la presenza di tanti artisti di fama internazionale".
Nel corso del concerto si esibiranno circa 40 coristi, inoltre 38 elementi dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il maestro Lorenzo Di Bella come solista al piano, Cihat Askin violino solista e ben 8 cantanti solisti dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo. Il concerto è organizzato con la compartecipazione del Consiglio Regionale delle Marche e il Patrocinio e la compartecipazione del Comune di Tolentino. Il concerto sarà ad ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria e ritiro del biglietto presso il Punto Informativo, in Piazza della Libertà, a Tolentino (tel: 375/5995865).
Un duplice evento per celebrare Ugo Caggiano, pittore e scultore marchigiano del fiabesco e del visionario. Diego De Minicis incontra Ugo Caggiano questo è il titolo dell'esposizione che verrà inaugurato Petriolo il prossimo sabato 18 maggio alle ore 17. Si tratta di un esperimento di “contaminazione” tra due figure apparentemente molto lontane dal punto di vista artistico.
Innanzitutto però è proprio la città di Petriolo che crea un legame avendo dato i natali ai due artisti a distanza di molti anni: il primo nel 1913 e l’altro nel 1941. De Minicis muore nel 1942, dopo una breve vita volontario al fronte russo. Durante la guerra, quindi, avviene questa sorta di passaggio di consegne tra i due artisti petriolesi.
"Al di là delle curiosità anagrafiche quello che è più importante sottolineare è che si tratta per Ugo Caggiano della prima uscita petriolese che va in qualche modo a siglare l’impegno che l’amministrazione comunale si è presa di valorizzare il fondo di opere che la famiglia di Caggiano ha deciso di mettere a disposizione della città di Petriolo, afferma Mario Montalboddi, architetto e curatore della mostra. Un impegno che l’attuale sindaco ha rimarcato già nell’occasione dell’apertura del Museo '900 dedicato a Diego De Minicis sul finire del 2022".
"Per la città di Petriolo Diego De Minicis e Ugo Caggiano sono i punti di riferimento dell’arte moderna e contemporanea. Diego De Minicis ha già la sua casa e prossimamente anche Ugo Caggiano troverà la sua all’interno di un centro storico devastato dal sisma 2016 e che sta cercando di risollevarsi anche attraverso la creazione di spazi culturali e museali che possano valorizzare a pieno anche il patrimonio artistico del '900 e del contemporaneo".
"È chiaro - prosegue Montalboddi - che la triangolazione dovrà perfezionarsi con la creazione dello spazio giusto per la figura certamente più rappresentativa nel '900 dal punto di vista culturale per Petriolo, vale a dire Giovanni Ginobili. Quindi Diego De Minicis ospita nel suo spazio museale alcune opere di Ugo Caggiano".
Come si diceva una sperimentazione, una contaminazione foriera di risultati del tutto inaspettati. Nello spazio che racconta la vicenda più che tragica di un artista alla ricerca di una sua dimensione dentro quel ventennio che precede la deriva bellica, un mondo pressoché in bianco e nero. All’interno di questo contesto plumbeo si insinua la visione coloratissima dell’esperienza artistica che trasmette Ugo Caggiano.
"De Minicis è un grande scultore e un grande disegnatore ed aspira alla perfezione del dettaglio seguendo un percorso tracciato in avvio dal novecentismo di Margherita Sarfatti. Ugo Caggiano è un pittore che gioca con le forme e i colori lasciandosi alle spalle qualsiasi suggestione realistica e soprattutto qualsiasi nostalgia metafisica o sogno neoclassico. Cosa che invece consuma De Minicis".
"Caggiano è figlio delle avanguardie europee da Kandinskij a Mirò per tornare poi a Wladimiro Tulli. Dalle sue opere sgorga un amore sincero per la natura e per il paesaggio (le campagne marchigiane) nella sua essenza di geometrie e colori e in questo si avvicina anche L’idea al nostro grande Osvaldo Licini".
"All’interno del Museo De Minicis sono allestite le cosiddette “Semoventi” di Caggiano, spiega ancora Montalboddi. Sculture leggere, multimateriali, filiformi che vogliono essere toccate per muoversi e librarsi nell’aria. Accanto a queste straordinarie creazioni una serie di “pietre miliari” che forse sono l’espressione più poetica di Ugo proprio perché irriducibili a un significato certo e chiuso. Nell’idea di pietra miliare si confonde l’anelito a un cammino certo e scandito ritmicamente, ma in realtà è ben presto evidente l’assenza di qualsiasi tonalità morale che lascia il posto al sogno del pellegrino avventuroso".
È invece per martedì 21 maggio alle ore 18, al teatro comunale di Petriolo, la conferenza dal titolo “Paesaggi della mente. Ugo Caggiano e l’arte non-oggettiva". L’evento prevede una lectio magistralis del professor Roberto Cresti, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Unimc e direttore artistico di Palazzo Ricci a Macerata, con la partecipazione dello stesso Mario Montalboddi. Al termine dell’evento prevista la visita al museo “Diego De Minicis”.
Prosegue all'Abbadia di Fiastra la settima tappa della mostra fotografica "Va' Sentiero | Uno sguardo lungo 8.000 km", curata da Rica Cerbarano, Sara Furlanetto e Yuri Basilicò e promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata in collaborazione con la Fondazione Giustiniani Bandini e Meridiana Experience.
Il percorso espositivo, che propone circa 100 scatti della fotografa Sara Furlanetto e un video del videomaker Andrea Buonopane, ha il duplice obiettivo di raccontare la spedizione di un gruppo di giovani volontari lungo il Sentiero Italia e di porre l’attenzione sullo stato di salute delle montagne italiane.
Da un lato quindi la bellezza e la potenza dell’immagine fotografica che, come afferma la curatrice Rica Cerbarano, "ha un ruolo importante nella rappresentazione del mondo a lei contemporaneo e nella descrizione della società che le muta intorno", e dall’altro la restituzione di un’indagine puntuale sulle Terre Alte del nostro Paese, da considerare non come mero luogo ludico bensì come serbatoi culturali di inestimabile valore.
Tra il 2019 e il 2021, il giovane team dell’Associazione Va’ Sentiero ha percorso a piedi i 7.887 km del Sentiero Italia, il trekking più lungo del mondo, animati dalla volontà di dare risposte ad alcuni interrogativi. Come stanno le nostre montagne? Chi ci vive? Quali tesori conservano e quali criticità le affliggono? Il risultato di questa straordinaria avventura è stato un altrettanto straordinario lavoro di documentazione, che ha prodotto una quantità incredibile di informazioni e dati confluiti in diversi tipi di output.
In primis il sito www.vasentiero.org che raccoglie, per ciascuna tappa del Sentiero Italia mappe, tracce gpx, informazioni culturali, tecniche e logistiche, oltre a centinaia di foto, video e articoli. La mostra fotografica ovviamente, ma anche il libro edito da Rizzoli "Va’ Sentiero. In cammino per le Terre Alte d’Italia", una moderna guida a 25 itinerari tratti dal Sentiero Italia, che ha recentemente ricevuto lo storico premio Itas dedicato alla letteratura di montagna.
Ma non finisce qui, perché sta prendendo forma anche il film della spedizione grazie ad un premio economico che l’Associazione ha ottenuto dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza. Il grande interesse nazionale e internazionale che sta riscuotendo il progetto Va’ Sentiero, vincitore nel 2022 del Grand Prix for Sustainability and Climate Action agli European Heritage Awards di Europa Nostra, è correlabile al suo grandissimo valore.
Se infatti i ragazzi del team hanno trovato le risposte alle domande che li hanno guidati lungo il Sentiero Italia, contemporaneamente hanno sollevato nuovi interrogativi e lanciato spunti su cui riflettere, relativi a temi cruciali per il futuro dei territori che hanno attraversato e del nostro Paese. Gli effetti del parossismo climatico, ad esempio, di cui siamo vittime e responsabili assieme, che in montagna sono ancora più evidenti, o dell’abbandono delle aree interne da parte di chi le abita e se ne prende cura, generando perdita di biodiversità, dissesto idrogeologico e squilibrio ambientale.
Tuttavia la spedizione ha riscontrato anche un timido cambio di rotta: un ritorno alla montagna soprattutto da parte di giovani desiderosi di sperimentare nuovi modelli di vita, di lavoro e di interazione con l’ambiente senza consumarlo. Insomma la strada fisica è stata lunga e lo sarà anche quella verso una piena riscoperta e valorizzazione di questa parte d’Italia fuori dai grandi circuiti e depredata dalle sirene dell’industrializzazione, tuttavia depositaria di un enorme patrimonio naturale, culturale e di tradizioni su cui costruire il proprio domani.
I giovani volontari di Va' Sentiero ci insegnano che c’è ancora un senso di prospettiva e di comunità per le Terre Alte italiane e ci invitano a metterci in cammino, perché camminare è un atto di rivoluzione come diceva negli anni Ottanta il "papà" del Sentiero Italia Riccardo Carnovalini.
Anche quest’anno il Comune di Mogliano ha aderito alla XVI edizione del Grand Tour dei Musei promosso dalla Regione Marche. L’emozionante iniziativa mira a far conoscere i luoghi d’arte anche dei piccoli borghi marchigiani con una serie di manifestazioni di vario genere e visite guidate.
Nelle scorse edizioni, nel piazzale Boninfanti (antistante il Museo di Arte Sacra), si sono esibiti talentuosi giovani artisti con performances poetico-musicali: anche quest' anno, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei, sabato 18 maggio alle ore 21.30, sempre all'ingresso del Museo, si potrà assistere ad un evento eccezionale: "Il cammino delle alchimie" con la poetessa Laura Cesetti ed accompagnamento musicale dei musicisti Michaela Ombrosi e Roberto Gatta. Seguirà "Notte al Museo", una visita guidata illustrata dall'assessore alla cultura Simone Settembri. Ingresso gratuito.
Dodici piazze per altrettanti spettacoli (il calendario è in via di definizione) ed un laboratorio musicale nel fine settimana. Da sabato 3 agosto a domenica 11 Maskamarke percorrerà, sostando, tutto il territorio dell’Unione Montana Potenza Esino Musone, che si prepara ad ospitare il terzo festival teatrale sulla commedia dell’arte.
L’iniziativa, annunciata nella sede dell’ente comunitario, è organizzata dalla compagnia teatrale Fabiano Valenti e si avvale della direzione artistica di Francesco Facciolli e del sostegno della Regione Marche, oltre al parziale contributo dei comuni coinvolti, e verrà presto presentata alla stampa.
“Con questa proposta unica e straordinaria il nostro territorio fa rete e accoglie con il sorriso spettacoli e serate nei dodici Comuni dell’Unione valorizzando le ricchezze dei nostri borghi che sono pieni di bellezza e carichi di storia, arte e cultura e che, anche per l’estate, sono pronti a scommettere sul turismo, una risorsa vera per la nostra economia" spiega Matteo Cicconi, presidente dell'Unione Montana Potenza Esino Musone.
"Con ferme volontà e convinzione abbiamo riproposto per il terzo anno una manifestazione che ha saputo conquistarsi la fiducia e la stima, nel tempo, aggregando sempre un numero di spettatori crescente, attento e partecipativo. Conoscenza del territorio anche con spettacoli dedicati ai ragazzi e laboratori di contenuto artistico fanno di Maskamarke un veicolo formidabile per la conoscenza e la scoperta del nostro entroterra" dichiara Renzo Marinelli, consigliere regionale.
Con spettacoli gratuiti, che permetteranno di vivere intere giornate andando alla scoperta del medio-alto maceratese, il cartellone di "Maskamarke" offrirà grande divertimento, teatrale e turistico, non escludendo l’enogastronomia ed i percorsi artistico-naturalistici, in stretta sinergia con i comuni ed i loro enti di promozione.
Arriverà anche una compagnia dalla Spagna, mentre il fine settimana proporrà, a Castelraimondo, un laboratorio musicale: "Il suono della Commedia" tamburelli e voce, dalle immagini di Callot alla prassi esecutiva sul tamburo all’italiana. Il percorso prevede l’apprendimento di alcune tecniche tradizionali rapportate all’iconografia della Commedia dell’Arte tra ‘500 e ‘600.
Si ricorda che tutti gli appuntamenti della rassegna "MaskaMarke" sono gratuiti e coinvolgeranno nell’organizzazione tutti i comuni dell’Unione Montana Potenza Esino Musone: Apiro, Cingoli, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Matelica, Pioraco, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Sefro e Treia.
Esce oggi in tutte le librerie Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile di Brendan O’Neill, in cui il noto giornalista inglese, dalla sua prospettiva libertaria, rifà il punto sulla questione dell’eresia con “gloriosa intemperanza”. «Un libro insolito e inquietante» lo definisce Michele Silenzi nella prefazione, «in estrema sintesi, una galleria di mostri generati dal sonno della ragione».
In nove capitoli – i “saggi sull’indicibile” del sottotitolo – (Il pene di lei; La caccia alle streghe; Il Covid come metafora; Islamocensura; La vergogna bianca; L’amore che non osa dire il suo nome; Viva l’odio; Gli impostori; Le parole feriscono), il caporedattore politico della rivista londinese «Spiked» passa in rassegna quelli che ritiene i temi centrali del nostro tempo, fornendo un’immagine drammatica dello spazio culturale e mentale della contemporaneità e ponendoci molte cruciali domande.
Una donna può avere un pene? L’ideologia gender sta stravolgendo la relazione tra linguaggio e realtà biologica, cercando di rimodulare la realtà attraverso una neolingua. L’Occidente sarà per sempre macchiato dal razzismo? È in corso una spaventosa riattualizzazione del concetto di razza in chiave di politiche identitarie anti-maschio-bianco, e per timore dell’accusa di “razzismo” non siamo più capaci di difendere i valori della ragione occidentale, soprattutto la libertà della donna, di fronte alle ideologie islamiste.
Moriremo presto tutti a causa del cambiamento climatico? L’esistenza umana dovrebbe essere sottoposta a una Nuova Inquisizione per questa forma di peccato originale del XXI secolo; persino il Covid diventa la metafora della nostra colpevolezza nei confronti di una Natura che si ribella e ci punisce, e per la cui salvaguardia dovremmo essere pronti a rinunciare alla nostra libertà.
Ma per l’establishment liberal europeo e anglosassone, la risposta a tutte queste domande è “sì”, e chiunque non sia d’accordo viene bollato come transfobo, razzista, negazionista. Le nuove élites governative e tecnocratiche stanno imponendo idee bizzarre, irragionevoli ed estreme, mentre nelle accademie, in teoria i luoghi per eccellenza del pensiero libero, trionfa un’ideologia repressiva che bandisce ogni forma di pensiero difforme.
Brendan O’Neill, Il manifesto di un eretico. Saggi sull’indicibile, prefazione di Michele Silenzi, Liberilibri 2024, collana Altrove, pagg. XIV-168, euro 16.00, ISBN 979-12-80447-41-8
Domani pomeriggio (mercoledì 15 maggio), a partire dalle ore 17, la biblioteca comunale “Francesco Antolisei” di San Severino Marche ospita, per la rassegna “Un caffè con l’autore”, la presentazione del libro di Maurizio Verdenelli, Otello Lupacchini, Cesare Bernabei “Mattei forever. Di verità si può morire”.
Quarta pubblicazione dedicata a Mattei per Maurizio Verdenelli, giornalista che ha lavorato per il Corriere della Sera, La Nazione e il Messaggero di cui è stato inviato speciale per i grandi eventi dell’Italia centrale, l’opera è stata scritta a tre mani con Cesare Bernabei, alto dirigente dell’Unione Europea e figlio di uno dei più grandi collaboratori del fondatore dell’Eni, e Otello Lupacchini, ex magistrato titolare di clamorose inchieste giudiziarie su Brigate Rosse, Banda della Magliana e caso Calvi.
Conducono l’incontro Lucio Biagioni, Guido Garufi e Fabrizio Grandinetti. L’ingresso è libero. Il libro racconta una storia passata ma sempre attuale: quella dell’imprenditore Enrico Mattei. Sotto la sua presidenza, l'Eni negoziò rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e un importante accordo commerciale con l'Unione Sovietica. Queste iniziative contribuirono a rompere l'oligopolio delle Sette Sorelle, che allora dominavano l'industria petrolifera mondiale. Mattei introdusse inoltre il principio per il quale i Paesi proprietari delle riserve dovevano ricevere il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti.
Morì nel 1962 in un incidente aereo nei pressi di Bascapè. Le indagini sulla morte sono durate anni e si sono sempre scontrate con gravi depistaggi.
Mercoledì 15 maggio, alle ore 17:30, presso la palazzina sud del Lido Cluana, si svolgerà la presentazione del libro "Eyes in the mirror are closer than they appear" di Lucy Ribichini. La scrittrice civitanovese sarà presente all’incontro con il pubblico organizzato dalla Biblioteca comunale “Silvio Zavatti” e dall’Assessorato alla Cultura della Città di Civitanova Marche.
Il libro parla del difficile rapporto tra padre e figlia: “una pena – scrive l’autrice - che abbraccia una speranza su un bordo instabile, un dialogo in crescendo stretto tra le quattro mura di una stanza d’ospedale, l’evasione affidata ai soli ricordi e ai nuovi inizi. Figlia e padre si rincorrono, si pensano lontani, accusano, si giustificano. Su un palcoscenico scarno ed essenziale, i due protagonisti alternano le loro voci. Di tanto in tanto l’occhio punta la luce su personaggi e comparse di questa intima vicenda familiare. Una storia, la storia di una famiglia, la storia di tutti”.
L’autrice Lucy Ribichini è nata a Civitanova Marche nel 1982. Dopo il diploma all’Istituto Tecnico Commerciale, il sogno di Giornalismo a Bologna scivola in fondo al cassetto. Si trasferisce un anno a Monaco di Baviera e torna nelle Marche per lavorare come assistente di direzione in un calzaturificio di Montegranaro, un lavoro dinamico affiancato da tanti interessi: musica, piscina, cinema, teatro, escursioni sui Monti Sibillini. La lettura, la passione più grande che condivide con la figlia è sempre stata la chiave per conoscere, fantasticare, per interpretare gli altri e svelarsi a sé stessa. La scrittura nasce in anni recenti: eventi e sensazioni hanno decantato a lungo prima di prendere la via della parola scritta.
La band marchigiana Smitch in Blu Ray, in collaborazione con l'associazione Pans Pandas ed il comune di Appignano, presenterà sabato 18 maggio alle ore 21:00 al Teatro Gasparrini di Appignano un concerto di brani inediti, tratti dall'ultimo disco "L'eco della nostra infanzia" ed il precedente Ep "Equatour", completamente nuovo e ripensato grazie alla collaborazione di sei artisti marchigiani che rivestiranno a turno i brani in scaletta con le loro peculiarità vocali, musicali, attoriali.
Gli artisti che hanno aderito all'iniziativa sono Sebastiano Pagliuca, Ferretti, And the bear, Stritti, Elena Rocchetti, JBeat. L'entrata è ad offerta libera da devolvere all'associazione Pans Pandas. La sindrome di Pandas è una patologia rara che compromette la normale funzione neurologica del cervello e provoca l'insorgenza di disturbi psichiatrici, per esempio tic, disturbo ossessivo-compulsivo, ansia, depressione, Adhd, allucinazioni. Si manifesta soprattutto tra bambini ed adolescenti.
L'evento partirà già dalle 17:00 con la proiezione del primo documentario italiano dedicato alla Sindrome di Pandas, intitolato "Piccole vite sospese: la sindrome Pandas tra evidenze scientifiche e storie personali". Ospite Cinthia Caruso, autrice del libro da cui è stato tratto il film. A seguire una tavola rotonda dove interverranno medici specializzati in malattie rare provenienti da tutta Italia.
"Da un po' di mesi a questa parte ci siamo posti un quesito importante, 'Come possiamo valorizzare il lavoro artistico che noi e tanti altri offriamo alla comunità?'. Sembrerebbe una domanda anche abbastanza egoistica nella sua filantropia, ma porsela è di fondamentale importanza - spiega Simone O'Meara, frontman degli Smitch in Blu Ray -. Da questa riflessione ci siamo subito accorti che il motivo dietro la domanda stessa e la sua provenienza, aveva come incipit una mancanza, la mancanza di una coesione e di un ambiente di condivisione".
"Tutto questo ha risvegliato in noi il dovere morale di unire coloro che si trovano nel nostro stesso ambito, quello musicale, cercando di creare una team di artisti che volesse valorizzare quel sottosuolo marchigiano ancora privo della giusta vitalità per emergere", aggiunge Simone.
"Grazie ad Alessandro Battiato siamo stati informati su di una patologia sfortunatamente sconosciuta, per quanto diffusa, a gran parte della popolazione marchigiana, la sindrome di Pans/ Pandas - racconta ancora il frontman degli Smitch in Blu Ray -. Gli invisibili in questo caso sono sottogruppo di bambini e adolescenti che improvvisamente sviluppano un'insorgenza acuta di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) e/o tic, talvolta a seguito di un'infezione da streptococco di gruppo A. Alessandro, essendone gestore, ha aperto le porte del teatro di Appignano per accogliere un evento di sensibilizzazione e raccolta fondi per la patologia".
"Per noi è un onore partecipare attivamente a questa iniziativa e coinvolgere più persone possibili per sensibilizzare quella comunità che raramente viene trascinata a perlustrare un sottobosco popolato di bambini ed artisti invisibili", conclude Simone.
La Torre civica di Macerata, appena rinnovata grazie al suggestivo allestimento multimediale, apre eccezionalmente le sue porte ai visitatori anche all’ora del tramonto e di notte. Notturni in torre è la nuova iniziativa proposta dal concessionario L’Orologio Società Cooperativa – Business Unit Sistema Museo per rendere la visita della Torre civica ancora più coinvolgente grazie alla possibilità di affacciarsi dalla terrazza panoramica durante il calare del sole.
Sabato 18 maggio, in occasione della Notte dei Musei (quando saranno aperti in notturna anche i musei civici di Palazzo Buonaccorsi e l’Arena Sferisterio), venerdì 24 e 31 maggio e tutti i venerdì di giugno la Torre sarà infatti visitabile fino alle 23.00 (con ultimo ingresso alle ore 22.30). Un’occasione davvero unica per scoprire la storia di uno dei monumenti simbolo di Macerata e per ammirare la città e il circondario dall’alto anche con una luce insolita.
La Torre Civica si presenta oggi al pubblico completamente rinnovata grazie al nuovo allestimento museale multimediale che permette una fruizione ancora più immersiva e coinvolgente. Il nuovo percorso parte dalla storia del meccanismo dell’antico orologio astronomico, racconta le vicende costruttive della torre, mostra la bellezza e la ricchezza del centro storico cittadino e arriva fino alla terrazza panoramica, con una vista che spazia dal mare Adriatico fino ai monti Sibillini. L'intervento di riallestimento ha riguardato inoltre anche la realizzazione di un nuovo progetto illuminotecnico di cui è possibile godere a pieno soprattutto in orario serale.
Orari di apertura Torre civica:
Maggio: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30 (sabato 18 maggio e venerdì 24 e 31 maggio fino alle 23.00); giugno: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 (tutti i venerdì fino alle 23.00); luglio - settembre: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Ultimo ingresso: 30 minuti prima della chiusura.
'Il cronista che amava Camerino. Luigi Avi e quella redazione/scuola del Messaggero'. È il titolo del libro/pamphlet-autori vari, Ilari editore- che viene presentato domani dalle ore 16.30, nell'aula consiliare del Comune di Camerino nel ricordo del giornalista esattamente a 25 anni dalla sua scomparsa.
L'esempio di Luigi Avi non è venuto meno nella memoria collettiva e storica della sua citta' nonostante i non pochi anni che ci separano da quel 7 maggio 1999, quando lui improvvisamente ci lascio' alla vigilia della Festa che aveva contribuito a far (ri)nascere.
Lui amava Camerino e ne era riamato. 'Gigetto' per tutti ed ugualmente per tutti il professor Luigi Avi. Già perche' il popolarissimo corrispondente del 'Messaggero' ha rappresentato un ventaglio di ruoli, ognuno allo stesso livello: eccellente. Fu Gigetto, imprenditore, insegnante di molte generazioni di camerinesi, consulente tecnico del Tribunale, allenatore di calcio, cronista (in questo 'inventore' delle testate giornalistiche dei centri diversi dal capoluogo di provincia, metodo poi adottato da tutti i giornali maceratesi e marchigiani). Avi, soprattutto, fu meraviglioso padre di famiglia. E da giovane attaccante talentuoso del Camerino Calcio ed ufficiale di complemento dell'esercito.
Di lui parleranno dopo i saluti del sindaco Roberto Lucarelli, Giorgio Bottacchiari, Giuseppe De Rosa, Franco Elisei, Guido Garufi, Giuseppe Losito, Venanzo Ronchetti, Maurizio Verdenelli. Da Treviso: Francesca Macina e Salvatore Forte. Coordina Donatella Pazzelli. Letture di Maurizio Angrletti. Sarà inoltre trasmesso un inedito video su Luigi Avi curato da Genesio Medori.
Battute finali per Macerata Racconta, il festival letterario che domani, domenica 5 maggio, chiuderà i battenti presentando gli ultimi ospiti della 14^ edizione dedicata al tema “Gli errori”.
Venerdì, intanto, è stato il giorno soprattutto di Luciano Canfora. Il filologo classico e saggista di fama internazionale è intervenuto nella sala del Cinema Italia, introdotto dalla scrittrice Loredana Lipperini, sul tema “un errore ignorare il passato”. «Dall’antico al contemporaneo, la storia è piena di errori e incomprensioni che hanno segnato epoche e forgiato ideologie, eppure troppo spesso li ignoriamo e continuiamo a ripeterli».
L’evento, come prevedibile è andato sold-out. Il luogo scelto, e il fatto che non fosse necessaria la prenotazione per accedere alla conferenza, ha creato qualche disagio agli spettatori. Infatti all’esterno del Cinema Italia già dalle 20:30 (l’inizio dell’intervento era previsto per le 21:15) si è creata una lunga fila e in molti, vista la limitata capienza del locale, non sono riusciti a entrare.
Un errore organizzativo su cui riflettere per le prossime edizioni in modo da evitare episodi analoghi e permettere a tutti gli interessati di godere di eventi di così grande richiamo, magari aprendo alla possibilità di assicurarsi un posto su prenotazione. Diritto riservato soltanto al personale docente in occasione dell'evento che ha visto Canfora come protagonista.
Nel frattempo, Il calendario degli appuntamenti prenderà il via domani alle 12, alla Galleria degli Antichi forni dove Loredana Lipperini presenterà al pubblico Valeria Parrella - scrittrice italiana che ha esordito nel 2003 con una raccolta di sei racconti intitolati “Mosca più balena” edita dalla casa editrice Minimum Fax con la quale ha vinto il Premio Campiello Opera Prima - e il suo ultimo lavoro “Piccoli miracoli e altri tradimenti”.
Libro dove Valeria Parrella torna alla forma breve che l’ha vista esordire e di cui è amatissima maestra.“Stavo pensando qualcosa tipo ‘il parquet fa più lanugine del pavimento di mattonelle’ e invece dissi: ‘Ti amo’ “. “La misura del racconto è un piccolo miracolo, un luogo della letteratura dove ‘piccolo’ non diminuisce la quantità del miracolo ma la rende esatta. In questo libro di racconti, scritto da una lettrice di racconti, poi, ci sono altri piccoli miracoli, storie inventate e raccolte all’incrocio tra l’umano e il divino, in quel punto della strada, cioè, in cui le storie quotidiane appaiono eroiche, quelle eroiche sono naturali e il destino non è altro che una delle possibili variazioni del caso. Lì, a guardare bene, c’è un pantheon in attesa di essere colto: nelle città, nei bar, sulla spiaggia, tra le lenzuola e durante una partita di tennis.
A svelare l’intersezione basta un tradimento, subìto o inferto, da sé e dall’altro; tradisce chi non riesce o non vuole aderire alle circostanze. Qui nessuno sta dove dovrebbe stare” (Valeria Parrella). Tradimenti che sono essi stessi miracoli, occasioni per fermarci un momento e cogliere l’opportunità di sfuggire a noi stessi oppure di esserlo più che mai, perché nessun modello narrativo come il racconto è in grado di regalarci illuminazioni, e nessuno ci riesce come Valeria Parrella.
Attenzione puntata anche sull’incontro fissato per le 18.30 al Teatro della Filarmonica con Vera Gheno - punto di riferimento per un corretto uso del linguaggio specialmente nel web è una sociolinguista e autrice italiana, specializzata in comunicazione digitale - che nel corso dell’incontro, valido come formazione per insegnanti ed educatori e come credito formativo per avvocati, presenterà “Grammamanti”.
Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità. Per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Perché le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo. Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.
Nel pomeriggio, alle 17, sempre agli Antichi forni Francesco Rapaccioni introdurrà Giulia Corsalini e il suo libro “La condizione della memoria”. Una vita che affiora da un ricordo portando con sé i suoi drammi sepolti e la promessa che tutto ciò che è esistito e dimenticato può esserci un giorno restituito.
Sempre alle 17, alla Bottega del Libro, attività per bambini e bambine, età 6 anni, “Storie tutte sbagliate. Giochiamo a inventare storie strampalate”.
Alle 17.30 al cine teatro Italia torna la Dozzina del Premio Strega 2024, tour ufficiale, unica tappa nelle Marche, incontro con i 12 candidati della LXXVIII edizione del più importante premio letterario italiano. parteciperanno dunque Sonia Aggio, Adrian Bravi, Paolo di Paolo, Donatella Di Pietrantonio, Tommaso Giartosio, Antonella Lattanzi, Valentina Mira, Melissa Panarello, Daniele Rielli, Raffaella Romagnolo, Chiara Valerio e Dario Voltolini.
Per Macerata Racconta gran finale con Alessandro Bergonzoni che alle 21.15 al Cinema Italia sarà protagonista di “Sviste Abagli e Strafalconi: quali differenze?” (L’errorismo nel mondo contemporaneo), “una delle menti più sorprendenti e originali del teatro italiano in una lectio inedita sull’errore”.
Alessandro Bergonzoni: poliedrico artista, autore e attore teatrale. Sperimentatore linguistico ed esploratore del comico, è una delle menti più originali dello spettacolo italiano. Ha scritto e interpretato 15 spettacoli, con i quali ha vinto i principali premi italiani, tra cui il Premio UBU nel 2009. Da anni scrive per «il Venerdì di Repubblica» e «Robinson» la rubrica Aprimi Cielo. Dal 2005 espone in gallerie e musei italiani la sua produzione artistica, creando anche performance site-specific. Tra i suoi libri ricordiamo: Le Balene restino sedute (Palma D’Oro 1990 a Bordighera), Opplero. Storia di un salto, pubblicato nel 1999 poi divenuto uno spettacolo dal titolo Grilli, cicalle ed altri erorri.
Tra gli altri suoi libri ricordiamo Non ardo dal desiderio di diventare uomo finchè posso essere anche donna bambino animale o cosa (2005); Bastasse grondare (2009) e la raccolta poetica L’amorte (2014). Al percorso artistico unisce un interesse profondo per i temi legati al coma, alla malattia e al mondo carcerario. Al cinema ha partecipato al Pinocchio di Roberto Benigni e al Quijote di Mimmo Paladino. Ha collaborato con Radio2 e Radio3 Rai e con le principali testate giornalistiche.
Il 'Nicola Vaccaj' di Tolentino in piena corsa per entrare nella... 'Champions' Unesco dei teatri marchigiani. Ci sono tuttavia soltanto 20 posti rispetto ai 62 richiesti originariamente dalla Regione e occorre 'sgomitare'.
"Il nostro teatro rinato splendidamente dalle ceneri, ha tutte le carte in regola per ottenere il pass nel circuito Unesco e stiamo lavorando attivamente per questo" , ci dice il sindaco Mauro Sclavi, un passato attoriale e un futuro di autore con il testo 'Roba da matti'' sul palcoscenico a sipario abbassato dopo gli applausi meritati (Vaccaj sold out) dai Magnifici Sette.
Cinque donne, due uomini, tutti mattatori del saggio finale del corso del Centro teatrale Sangallo diretto da Saverio Marconi. Un piccolo capolavoro alla Agatha Christie o alla Dario Argento, la piece scritta e sceneggiata dalla brillante 'scolaresca' del maestro Saverio - che sabato prossimo mette in scena a S.Angelo in Pontano la goldoniana 'Locandiera' in vista di Bologna. In una clinica 'per matti' in epoca ante Basaglia, la notte di Natale si tinge di 'profondo rosso'. La paziente Stella, bene interpretata da Ilenia Porfiri, viene uccisa con una coltellata al cuore nell'arco di un fulmineo black out durante una tombolata insieme con tutte le altre pazienti.
Il mistero in attesa della Polizia bloccata dalla neve, si rivela attraverso pillole rosa (Clozanin alias Delirycum da cui il titolo della piece) 'intercettate' in tempo dai due psichiatri mentre stanno per essere somministrate dalla infermiera. 'Mente' quest'ultpima dell'assassinio del quale sono partecipi tutte le pazienti, concertato per coprire un altro delitto. Cui stava indagando la vittima agente dell'Antidroga, introdottasi nella clinica come 'malata'. Delirycum ossia delirium con in mezzo la C del Clozanin (vedi Clozapina). Tuttavia cos'e' il delirio, la follia se non la radice stessa della poesia? È la 'fabula', la morale finale del saggio del Centro teatrale Sangallo.
Che continuera' -ha annunciato Ada Borgiani, direttrice organizzativa- con altri saggi riservati ai vari corsi istituiti per chi ama -e sono molti!- il teatro nella citta' di San Nicola. Eccellente la prova attoriale (seppure il genere femminile abbia superato quello maschile) degli 'studenti' di Marconi: Claudio Baratto, Gabriela Giammarini, Orietta Orpianesi, Nicola Pascolini, Sara Perasole, Elena Santucci, Emma Selimi, Stefania Sincini e la sopracitata Ilenia Porfiri. Filmati di Antonio De Luca. Con Ada Borgiani hanno collaborato Vittoria Gamardella ed Emma Ray Rieti. Alla messinscena ha collaborato la Compagnia della Rancia, cifra araldica del teatro 'made in' Tolentino.
Due marchigiani saranno protagonisti della lectura dantis che venerdì prossimo, alle 21.15, presso la sala consiliare del comune, verrà proposta dall’Associazione dantesca civitanovese.
Si tratta di Jacopo del Cassero, originario di Fano, e Bonconte di Montefeltro, figlio di Guido da Montefeltro, signore di Urbino. I due sono ricordati da Dante nel canto V del Purgatorio, fra coloro che, morti di morte violenta, si pentirono in extremis. Jacopo, di parte guelfa, venne assassinato dai sicari di Azzo VIII d’Este, signore di Ferrara, mentre cercava di raggiungere Venezia per una missione diplomatica. Bonconte, ghibellino, morì nel 1289 nella battaglia di Campaldino, fra fiorentini e aretini, nella quale, sul fronte opposto, combatteva Jacopo del Cassero.
Il corpo di Bonconte non fu mai trovato e questo permette a Dante di affrontare il conflitto della perpetua lotta fra il Bene e il Male, fra l’angelo della misericordia che porta Bonconte in Purgatorio e il demonio della perdizione che, vistosi privato dell’anima del ghibellino, fa scempio del suo corpo. Pochi versi e Bonconte è consegnato all’eternità. Ha scritto Borges a proposito dei personaggi danteschi: «Un romanzo contemporaneo richiede cinquecento o seicento pagine per farci conoscere qualcuno, ammesso che lo si conosca. A Dante basta solo un momento. E in quel solo momento il personaggio è definito per sempre».
Il canto V verrà introdotto dal dottor Francesco Sagripanti, dell’Associazione dantesca civitanovese. Seguirà la conversazione con i presenti.