Montelupone, le "Rivelazioni" scolpite di Ermenegildo Pannocchia in mostra al Palazzetto del Podestà
La mostra "Rivelazioni" di Ermenegildo Pannocchia, inaugurata il 6 luglio presso il Palazzetto del Podestà nella piazza di Montelupone, in presenza dell’assessore alla Cultura e vice sindaco Orietta Mogliani, prosegue con successo e, al momento, resterà aperta al pubblico fino a tutto il mese di agosto. L'esposizione, patrocinata dal Comune, Fondazione Carima, Guzzini, Algam Eko, Tecnostampa, TresPex, Petit Price, è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00.
Questo percorso espositivo, nella sua essenzialità dei pezzi per motivi di spazio, offre una panoramica del suo operato artistico; dalle prime sperimentazioni fino alle opere più recenti. Le sue creazioni, esposte in numerose mostre in Italia e all'estero ( Europa, Arabia Saudita, Stati Uniti e Giappone) testimoniano una carriera che si intreccia a doppio filo con una vita dedicata alla continua ricerca e sperimentazione nel suo laboratorio incastonato tra i vicoli silenziosi del borgo monteluponese.
Ermenegildo Pannocchia ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Macerata e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti nel 1976. Sin dagli esordi, negli anni Settanta, ha esplorato le possibilità artistiche offerte dal legno; a tal riguardo i suoi primi lavori, appartenenti alla serie "mobili scultura", segnano l'inizio di un'intensa ricerca su questo materiale di cui l’opera esposta in mostra e intitolata “Reliquiario per Eleonora d’Aragona” ne è un esempio.
“ All’inizio del suo iter espressivo- scrive Armando Ginesi- egli ha scelto come materiale il legno, antico quanto il mondo, per tramutare in forma le problematiche, le sensazioni e le emozioni della contemporaneità”
Negli anni Ottanta, Pannocchia ha ampliato la sua sperimentazione includendo bronzo e terracotta, realizzando nel 1989 la sua prima scultura monumentale per un importante edificio pubblico. Dal 1990, la sua sperimentazione si è diretta verso nuovi materiali plastici e di produzione industriale, in particolare il metacrilato, integrando studi optical e cromatismo attraverso l’uso di LED. Dal 2003 questo materiale è lavorato in negativo con uno strumento di sua invenzione, una fresa ad aria compressa, una moderna sgorbia attraverso cui ricrea la fatica e la manualità del lavoro artigianale, vera essenza del fare artistico.
Cifra stilistica che attraversa gran parte della sua produzione sono i volti; questi emergono leggeri e trasparenti da blocchi compatti che, in alcuni casi, sembrano evocare delle profondità abissali.
“Le sue sculture- scrive Paolo Serafini- ci presentano una concezione dell’essere che si attua nel darsi come sospensione e come sottrarsi, sia da un punto di vista spaziale che temporale: figure e presenze fugaci ma concrete, mani, volti, che entrano ed escono dallo spazio realizztivo e da quello circostante”.
(Foto evento: Giovanni Mariotti/ Foto catalogo: Massimo Zanconi)
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