Nell’ambito del festival teatrale "Shakespeare nel Parco", ideato dalla compagnia Proscenio Teatro con il patrocinio del comune di Fermo e Amat, il 12 luglio Villa Vitali alle 21:15 ospiterà la messa in scena dell’Amleto che vede protagonisti i due noti attori teatrali e televisivi Francesco Montanari e Franco Branciaroli.
Francesco Montanari, attore di teatro diplomato all’Accademia Silvio d’Amico di Roma, cinema e serie tv, è il volto indimenticabile del Libanese nella serie Romanzo Criminale prodotta da Cattleya e Sky Cinema (2008-2010) ed è stato protagonista della fiction Il Cacciatore trasmessa su Rai 2.
Franco Branciaroli è un attore e regista teatrale fra i più importanti nel panorama italiano. Dopo il diploma presso la Civica Scuola del Piccolo Teatro di Milano, ha lavorato a lungo con nomi di spicco del teatro quali Aldo Trionfo, Carmelo Bene, Luca Ronconi, Giovanni Testori.
Oltre che in televisione, ha poi lavorato al cinema con Michelangelo Antonioni (Il mistero di Oberwald), Mikos Jancso (Vizi privati e pubbliche virtù) e Tinto Brass (La chiave, Miranda, Così fan tutte, L’ uomo che guarda).
Diretti da Daniele Sacco e insieme agli attori Sara Bertelà e Francesco Acquaroli, Branciaroli e Montanari danno vita a una rilettura dell’Amleto nella Danimarca degli anni '30 del Novecento.
Chiuso nella sala cinema del palazzo di famiglia, il principe Amleto (interpretato da Montanari) rivive - in un perpetuo incubo - la notizia della morte del padre (il cui fantasma è interpretato da Branciaroli), al quale lo lega tuttora un rapporto simbiotico. Il desiderio di vendetta nei confronti dello zio Claudio lo rende cieco, dando il via ad una dolorosa catena di morte e distruzione.
Gli ambienti sonori sono a cura di Francesco Sarcina, la produzione è di Ente Teatro Cronaca, LVF – Teatro Manini di Narni e Teatro Segreto. L’evento prevede un biglietto d’ingresso (20 euro intero - 15 euro ridotto per over 65, collaboratori e allievi di Proscenio Teatro e abbonati Teatro dell’Aquila) acquistabile nei giorni precedenti o prima dello spettacolo presso la biglietteria di Villa Vitali o online sul sito Vivaticket, mentre è a ingresso libero per i ragazzi entro i 18 anni di età.
Il 5 luglio Pieve Torina si trasforma nel “Paese di Fabulando” dando vita alla “Festa delle Fiabe”.«È un progetto in continuità con il Premio letterario Fabulando intitolato a Gianni Rodari» sottolinea il sindaco, Alessandro Gentilucci. «Quest’anno abbiamo voluto creare un evento doppio: domani, il momento per vivere l’esperienza della fiaba in modo diretto attraverso spettacoli teatrali, di fuoco, di giocoleria e magia, per stimolare l’incantamento e le emozioni nei più piccoli ma anche nei genitori».
Un mondo fantastico dove sarà possibile scivolare e rimbalzare sui gonfiabili, giocare con le bolle di sapone, ballare, mangiare zucchero filato e partecipare alla Gran Cena delle Fiabe. Lo scorso 5 giugno, invece, è stato il giorno della premiazione dei migliori elaborati che hanno partecipato a Fabulando. «Il Premio - conclude Gentilucci - incentrato su tematiche legate all’infanzia, alla scuola, ai più giovani, è organizzato e gestito in toto dal Comune di Pieve Torina ed è sinonimo di apertura, di confronto, di creatività e anche, in prospettiva, di turismo, perché legato ad un piano di promozione complessiva del territorio che punta su ambiente, benessere, servizi, buon cibo e cultura. Una sfida che Pieve Torina intende vincere». L’appuntamento nel “Paese di Fabulando” è per domani pomeriggio, 5 luglio, al Parco Rodari con ingresso gratuito a partire dalle ore 17. Si proseguirà fino a sera con uno spettacolo dedicato proprio al grande scrittore piemontese: “100 schegge di Rodari”.
Sabato 6 luglio prosegue "Buon’Estate", rassegna di arti performative a Palazzo Buonaccorsi promossa dal comune di Macerata con l'Amat, il contributo di Regione Marche e MiC. Alle ore 21 il cortile ospita "Giura che senza me mai più godrai", una lezione-spettacolo sulle Eroidi di Ovidio messa in scena da Paola Giorgi e Cesare Catà, anche autore del testo.
Quattro eroine in cerca di attrice. E la trovano, in Paola Giorgi. Fillide, Briseide, Fedra, e Ipermestra sono le mitiche ‘Heroides’ ovidiane che torneranno in vita grazie al volto e alla performance dell’artista marchigiana, pronta ad impersonarle in ‘Giura che senza me mai più godrai’. Più che uno spettacolo, una ‘lezione-spettacolo’, format ormai collaudato nel felice connubio artistico tra Paola Giorgi e Cesare Catà, che in questi ultimi anni hanno narrato in chiave innovativa ed originale molti personaggi universali della letteratura e della mitologia.
Prodotta da Bottega Teatro Marche, ‘Giura’ è una performance che sta già facendo parlare di sé ribaltando totalmente il paradigma del racconto della donna, si prepara ad attestarsi come una delle ‘perle’ più significative messe in scena da questa operosa compagnia indipendente, guidata da Agnese Paolucci e con direttore artistico la stessa Giorgi, che si sta distinguendo nel panorama della produzione teatrale di qualità.
Musicata da Ludovica Gasparri, la performance di Giorgi e Catà trasforma la celebre opera in distici elegiaci di Ovidio in quattro piccoli monologhi, nei quali ciascuna eroina viene immaginata rivolgersi al proprio uomo lontano. Quattro donne diverse, quattro diversi tipi di rapporto uomo-donna, impersonati da una sola attrice in scena che, nel tempo sospeso della lezione-spettacolo, diventa ciascuna di loro, ripercorrendone le parole, gli entusiasmi e i terrori, secondo una narrazione critica originale che contestualizza le loro storie.
E che, soprattutto, le rende assolutamente consapevoli, in modo inedito, della loro femminilità. Una cifra, questa, distintiva, nei lavori di Paola Giorgi, non nuova a portare in scena personaggi di donna per analizzare il tema del ‘femminile’ da molteplici angolazioni. Un lavoro mai facile, tanto più oggi.
L'attesa era tanta, con una lunga fila di spettatori al Teatro Lauro Rossi già mezz’ora prima dell’inizio, per la presentazione di Turandot come primo appuntamento di "Tutti all’opera", il nuovo progetto del Macerata Opera Festival per coinvolgere la città, ideato da Paolo Gavazzeni.
Con lui sul palcoscenico il direttore d’orchestra Francesco Ivan Ciampa, il regista Paco Azorín, i soprani Olga Maslova (Turandot) e Ruth Iniesta (Liù), il tenore Angelo Villari (Calaf) e il pianista accompagnatore Simone Savina. Il direttore artistico del Mof ha tracciato in breve i caratteri del compositore e gli aspetti inessenziali dell'opera, svelando insieme ai protagonisti alcuni aspetti della nuova produzione del capolavoro che debutterà allo Sferisterio il prossimo 19 luglio e che si avvia a segnare il primo sold out dell’anno.
In particolare, il direttore Ciampa ha sottolineato la capacità della musica di Puccini di arrivare nel cuore dello spettatore, travolgendolo completamente, accarezzandolo, talvolta ferendolo con alcune scelte forti che smuovono le coscienze ma che rendono l’opera sempre viva e attuale. Con il regista Azorín, Gavazzeni ha svelato che l’opera terminerà con la morte di Liù, dove cento anni fa si fermò anche la penna del compositore e come fu fatto anche alla prima esecuzione al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926.
Inoltre, presentando in anteprima uno dei costumi (firmati dal celebre stilista spagnolo Ulises Mérida) ha svelato alcuni tratti dello spettacolo, che avrà degli aspetti contemporanei ma sarà rispettoso della teatralità e dell’originale ambientazione "nel tempo delle favole", con un omaggio al luogo e alla storia del festival, una lettura aggiornata del celebre specchi di Svoboda.
I tre interpreti presenti hanno quindi interpretato al pianoforte tre celebri momenti dei loro personaggi, “Tu che di gel sei cinta” (Iniesta-Liù), “Straniero, ascolta” (Maslova-Turandot) e “Non piangere Liù” (Villari-Calaf), strappando calorosissimi applausi al tanto pubblico presente.
Prossimo appuntamento da non mancare sabato 6 luglio (Teatro Lauro Rossi, ore 19) per la presentazione di Norma con il direttore d’orchestra Fabrizio Maria Carminati, la regista Maria Mauti, i soprani Marta Torbidoni e Roberta Mantegna, il tenore Antonio Poli.
Quindi spazio alle prove d’assieme aperte al pubblico che costituiscono un’occasione unica per scoprire le professionalità e il lavoro che sta dietro alla preparazione di uno spettacolo: per conoscere in anteprima i dettagli dall’allestimento di Turandot rimangono gli ultimi posti (biglietto 10 euro intero / 7 euro under30) per lunedì 8 luglio alle ore 18 (sold out quelle delle ore 21); quindi ci saranno due sessioni di prove di Norma giovedì 11 luglio sempre alle ore 18 è alle ore 21. Con il biglietto delle prove d’assieme, gli under30 potranno acquistare anche un biglietto per uno spettacolo al prezzo speciale di 30 euro nel settore rosso.
Venerdì 5 luglio invece secondo appuntamento della nuova finestra televisiva nazionale del Macerata Opera Festival: su Classica HD (Sky canale 136) andrà in onda la seconda delle dieci “Cartoline dallo Sferisterio. 60° Macerata Opera Festival 2024” a cura del direttore artistico Paolo Gavazzeni, che ogni settimana proporrà due diversi contenuti legati alla realizzazione del festival. Dopo il primo speciale dedicato allo “Sferisterio a scuola”, venerdì 5 luglio sempre alle ore 20.10 (in replica sabato mattina, domenica pomeriggio, lunedì mattina) sarà la volta di “Sartoria e i costumi”, per conoscere da vicino il lavoro di preparazione di Turandot e Norma insieme ai costumisti Ulises Mérida e Nicoletta Ceccolini e ai sarti del festival. Le “Cartoline dallo Sferisterio” sono realizzare da Alia Simoncini con Luna Simoncini e prodotte da Piero Maranghi.
Macerata "tappezzata" da volantini contenenti frasi provocatorie riguardanti vari pregiudizi verso chi proviene dal sud, in particolare da Napoli. Lancio promozionale a effetto per il nuovo singolo di Meridio, artista emergente di origini campane, ma residente da diversi anni nelle Marche.
È proprio lo stesso Meridio a raccontarsi e a spiegare le difficoltà che un ragazzo di 25 anni ha dovuto superare per far arrivare la sua arte senza pregiudizi.
Perché Macerata è stata invasa da questi manifesti apparentemente discriminatori verso il sud?
"Questi manifesti sono provocatori, per riportare dei luoghi comuni che la gente pensa, dice, spesso anche non scherzosamente. Ho voluto creare insieme a Toty, il mio producer e direttore artistico, dei manifesti che attirassero l'attenzione con delle frasi purtroppo tristemente usate ai nostri giorni".
E cosa c'entrano i manifesti con la musica?
"Il mio ultimo singolo "Non Cambia" parla di molte cose, amore, crescita e anche il trasferimento dalla Campania alle Marche, che per me è stato molto difficile in termini di abitudini, amicizie e passioni da coltivare. "Il mio nome non cambia, questa city non cambia, le regole né il mood" cita la canzone".
In che modo questi luoghi comuni ti hanno provocato difficoltà?
"A scuola sono sempre stato il diverso, il ragazzo del sud che fa musica, spesso in dialetto ma anche in italiano con accento partenopeo, motivo di aspre critiche e preconcetti. Io voglio solo che la gente prima di giudicarmi ascolti la mia musica e ciò che voglio trasmettere, e in seguito lasci un giudizio. Non voglio essere il ragazzo di Napoli che fa musica nelle Marche, ma semplicemente un artista italiano che ha molto da comunicare.
Detto ciò voglio precisare che ho molti amici qui, fatti negli anni, anche marchigiani, che mi hanno dimostrato stima, rispetto e sostegno, nonostante non fossi del posto. In primis Andrea, il proprietario del Monterosa Records".
Parlaci del Monterosa Records
"Il Monterosa è il mio studio, ma anche la mia seconda famiglia. Partiti dal garage di Andrea, un mio caro amico, io insieme ad altri ragazzi, sia di Napoli che delle Marche, abbiamo creato uno studio di registrazione da zero, per produrre, scrivere e registrare la nostra musica. Questo posto è usato da diversi ragazzi del posto che registrano le loro canzoni e passano dei momenti di spensieratezza e arte insieme. Ecco, questa è la mia idea di musica. Musica che unisce le persone e non che le divide".
Ma quindi, tornando ai volantini, non credi sia sbagliato "imbrattare" luoghi pubblici?
"Io e il mio team siamo stati molto attenti ad attaccare, con colla facilmente rimovibile, solo in muri già usurati e pali della luce, evitando monumenti, proprietà private e qualsiasi muro pulito e/o nuovo.In ogni caso volevo mandare un messaggio forte e avevo bisogno che fosse visibile a tutti. Non nego che è anche stata un'ottima idea per promuovere la canzone e far arrivare il pezzo a più persone possibile".
Cattedrale di San Giovanni piena per il concerto di Musica Sacra Note d’organo con i maestri Andrea Inghisciano al cornetto e Marco Mencoboni all’organo. L’appuntamento musicale è stato ideato dalla Società civile dello Sferisterio eredi cento consorti che ha chiesto la collaborazione alla Diocesi di Macerata per la sua realizzazione, con il patrocinio della città di Macerata.
La serata si è aperta con il saluto del presidente della Società Civile dello Sferisterio – Eredi dei Cento Consorti, Riccardo Sinigallia, che ha brevemente ricordato lo spirito munifico dei cento cittadini maceratesi che nel 1821 diedero inizio all’impresa di edificare lo Sferisterio. Ricordo che gli attuali eredi intendono mantenere vivo presso la cittadinanza, dopo la cessione gratuita del monumento al Comune avvenuta nel 1985.
Sono state eseguite musiche sacre barocche di Merulo, Willaert, Rodio, Gregori, Pellegrini, da Viadana, Trabaci, Monteverdi, Felice Sances, Storace e Roncaglia, inframezzate da riflessioni di monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata. L’organo, suonato da Mencoboni, è stato recentemente restaurato e ha evidenziato l’eccezionale risposta acustica della cattedrale. Costruito nel 1792 dal famoso artigiano Callido, è stato portato nella Collegiata di San Giovanni nel 1812, dopo la demolizione della chiesa di San Francesco.
Il concerto ha rappresentato anche la prima occasione di presentazione del Consiglio della Società civile dello Sferisterio – eredi dei cento consorti, recentemente rinnovato, che risulta composto dal presidente, Riccardo Sinigallia, dal vicepresidente Pierluigi Pianesi, dal segretario – economo Nicoletta Minestroni, dai consiglieri Massimiliano Cingolani, Vieri Cicconi, Stefano Perugini e il sindaco pro tempore della città di Macerata.
Il dottor Walfrido Cicconi, che per oltre tre decenni ha ricoperto con impegno e dedizione la carica di presidente, è stato nominato presidente emerito: a lui va il ringraziamento per gli anni di presidenza e per le lotte sostenute atte a tenere alto il nome e il valore dell’associazione.
Dal 29 giugno 2024 al 12 gennaio 2025 i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi presentano la mostra Vis-à-vis, una riflessione inedita sulla ritrattistica settecentesca e contemporanea, a cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci, con oltre 60 opere che accostano maestri del passato e artisti del presente, italiani e internazionali
Dopo la preview del mattino dedicata alla “stampa”, l’esposizione è stata inaugurata ieri, venerdì 28 giugno, alla presenza del sindaco Sandro Parcaroli,dell'assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta e delle maggiori autorità civili e militari.
Una mostra audace ed esclusiva:“I meravigliosi spazi espositivi dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi ospitano una mostra che si inserisce all’interno di un percorso, che abbiamo deciso di avviare e stiamo proseguendo in modo magistrale - ha detto il sindaco Sandro Parcaroli - che valorizza la tradizione ‘contaminandola’, virtuosamente, con l’arte contemporanea. Vis-à-vis, una mostra audace ed esclusiva, arricchisce ulteriormente la proposta culturale della città di Macerata che sta ritrovando il suo ruolo di punto di riferimento, a livello artistico, nel panorama nazionale”.
Un percorso fatto di relazioni e connessioni
“Vis-à-vis ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, una mostra in cui il ritratto diventa metafora per capire e interpretare il contemporaneo e noi stessi che, seppur abbiamo a disposizione una serie di linguaggi e strumenti, spesso ignoriamo o sottovalutiamo la capacità degli artisti di invitarci a osservare e a osservarci – ha affermato l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Il ruolo di museo oggi crediamo sia anche quello di diventare luogo in cui la creazione dell’oggi diventi eredità per il domani, capire da dove veniamo e guardare alle creazioni dei nuovi artisti. Da qui nasce un viaggio nella ritrattistica dal 1700 a oggi in un percorso fatto di relazioni e connessioni, una rete tra artisti e curatori, prestatori e musei che insieme a tutti noi si interrogano sul senso di una mostra in un museo civico di provincia nel 2024, che però dialoga con le più grandi istituzioni nazionali ed internazionali per rinnovare una modalità espositiva che permetta anche al suo patrimonio di valorizzarsi e farsi conoscere. L’auspicio è che la mostra offra ai visitatori, che vorranno fare visita ai nostri musei, lo stupore in cui si incontrano mondi diversi, emozioni e spunti per affrontare e comprendere il presente. Un’operazione colta e raffinata che qualifica il lavoro fatto in questi anni dai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi che vorremmo sempre più far conoscere a un pubblico nuovo che vorremmo che tornasse più volte a Macerata per apprezzare ogni volta spunti e visioni nuove”.
Un originale percorso artistico
In mostra dialogano opere di autori settecenteschi - Pier Leone Ghezzi, Sebastiano Ceccarini, Carlo Magini -, artisti contemporanei - Evgeny Antufiev, Eduardo Arroyo, Matthew Attard, Luigi Bartolini, Joseph Beuys, Marco Cingolani, Michelangelo Consani, Fabrizio Cotognini, Enzo Cucchi, Thomas De Falco, Antony Gormley, Maggi Hambling, Diango Hernández, Leiko Ikemura, Jiri Kolar, Carlo Maratta, Mark Manders, Annette Messager, Fulvio Morella, Roman Opalka, Laura Paoletti, Vettor Pisani, David Reimondo, Klaus Rinke, Kiki Smith -, insieme alle prestigiose collezioni del museo, in particolare autori del ‘900 fra cui Nanda Vigo, Osvaldo Licini, Aligi Sassu, attraverso un percorso espositivo che si snoda lungo tutti i piani e le affascinanti sale di Palazzo Buonaccorsi.
Un originale incontro artistico dal Settecento, il Secolo d’oro della ritrattistica marchigiana, al Contemporaneo, che traccia le traiettorie di studio di quanto la percezione visiva - di un ritratto - sia frutto di un processo di selezione, integrazione e intuizione in cui intervengono, oltre alla facoltà visiva, il dato reale, la coscienza, l’adesione affettiva, la memoria individuale e la messa a fuoco morale.
Attraverso la selezione di opere esposte, la mostra si propone di dare conto sia dell’evoluzione del genere artistico del ritratto, sia di alcuni fra gli esemplari settecenteschi più importanti, vividi e a volte sorprendenti. Emergono così anche le diverse possibilità all’epoca affidate al pittore stesso, di caratterizzare la figura con l’ambiente circostante, di inserire elementi che richiamassero il ruolo sociale e le passioni del soggetto ritratto, tanto quanto la profondità della lettura psicologica, che dipendeva spesso anche dal livello di confidenza che legava l’artista all’effigiato.
Il percorso espositivo
La mostra si articola in tutti gli ambienti espositivi di Palazzo Buonaccorsi, dalle sale dedicate alle mostre temporanee alla Pinacoteca d’Arte Antica e Moderna fino al Museo della Carrozza. L’esplorazione assomiglia a una caccia al tesoro, una ricerca che coinvolge i visitatori nella scoperta delle opere, degli artisti, del museo e delle sue collezioni permanenti. Ogni sezione fa storia a sé, approfondendo da un’angolazione particolare la questione del volto e facendo emergere, col succedersi delle incursioni settecentesche e contemporanee, il rapporto che intercorre fra le pratiche del ritratto e la rivelazione dell’identità di un singolo individuo e di una comunità.
Le sale dedicate alle mostre temporanee, situate nell’ala ovest di Palazzo Buonaccorsi, ospitano il “faccia a faccia” tra la ricerca dell’identità umana e l’approfondimento sulla ritrattistica di uno dei pittori più rappresentativi del Settecento: Pier Leone Ghezzi (Roma, 8 giugno 1674 - 6 marzo 1755). I suoi ritratti, così come gli autoritratti, mostrano una eccezionale capacità di trattare la materia pittorica, di leggere e trasmettere la personalità del ritrattato, una dote questa a lungo perfezionata dall’uso della caricatura da lui condotta al di là dell’ambito più ristretto verso una sistematicità e un apprezzamento mai visti in precedenza.
Alla caratterizzazione dei volti perpetuata da Pier Leone Ghezzi fanno da contro altare Eduardo Arroyo, Enzo Cucchi, Annette Messager, Roman Opalka, Klaus Rinke, Laura Paoletti, Antony Gormley, Jiri Kolar e Mark Manders, che con le loro opere tendono a restituire la visione dell’umano sia sul piano individuale che su quello sociale.
Tra queste, l’installazione Isolated Bathroom / Composition With Four Colors (2010-2014) di Mark Manders - noto per le sue grandi figure in bronzo che sembrano argilla sbozzata, bagnata o scrostata - rende l’idea di sé trasferendo la visione soggettiva e la dimensione interiore allo spazio espositivo.
L’Autoritratto (fine XVII/inizio XVIII) di Carlo Maratta fronteggia l’omaggio a Van Gogh (2011) di Enzo Cucchi: entrambi artisti marchigiani di successo a Roma e portabandiera di movimenti che si richiamavano in vari modi alla tradizione.
L’Autoritratto (1754) di Pier Leone Ghezzi si specchia in quelli di Opalka; il primo registrava i cambiamenti nella propria persona rispetto al suo ruolo nella società, modulando il tutto nei diversi generi affrontati (ritratto ufficiale e caricatura), mentre il secondo ha utilizzato il suo volto quale semplice superficie atta a registrare, tra un esemplare e l’altro, lo scorrere del tempo.
Le opere nel Museo della Carrozza
Nello storico Museo della Carozza, la Pala (1983) di Joseph Beuys e l’Autoritratto (2021) di Fulvio Morella pongono una questione fondamentale: tendiamo a definire un’immagine reale perché è immediata, ma spesso ciò che si percepisce come immediato è in realtà un rapporto tra esperienza e medium.
Il ritratto si figura anche nei segni rapidi e gestuali di Maggi Hambling, nell’intreccio manuale di Thomas De Falco, nel corpus magnum di Vettor Pisani e nella narrazione di Michelangelo Consani, da cui emerge un vincolo tra animali ed esseri umani che può essere complesso tanto quanto quello che ci lega ad altre persone.
Le collezioni civiche
Le collezioni civiche del Novecento maceratese innescano un inedito ritratto di epoche apparentemente distanti, per tecnica e gusto, attraverso incursioni contemporanee.
Diango Hernàndez fa appello alla memoria, Marco Cingolani spinge il visitatore a mettersi in gioco in una dimensione pubblica e praticabile e Matthew Attard adotta un dispositivo digitale di eye-tracking come mezzo per disegnare. Nessuno di loro richiama il ricordo di un’esistenza, ma tutti richiamano il soggetto a sé stesso, affinché esegua il suo infinito ritorno a sé.
Nipote di Ceccarini, Carlo Magini (Fano, 1720 – 1806), se nella natura morta ha dato il meglio di sé, con brani di lirismo senza precedenti, non ha di certo sfigurato come pittore di ritratto, genere fratello dell’altro nella necessità di partire da un’attenta descrizione del reale poi trasfigurato dalla sensibilità pittorica dell’artista. Con i loro sorrisi enigmatici, i suoi protagonisti, spesso e volentieri imbellettati, rappresentano un intenso campionario di personalità, ricostruendo un’epoca, soprattutto gravitante intorno alla natia Fano.
Le sale del piano nobile
Le sale del piano nobile che ospitano la Pinacoteca d’Arte Antica propongono il ri-conoscimento di sé e dell’altro attraverso un cortocircuito tra uno dei più celebri pittori fanesi del Settecento - Sebastiano Ceccarini (Fano, 17 maggio 1703 - 26 agosto 1783) - e alcuni tra i più noti artisti viventi.
I lineamenti forti nei carboncini e appena accennati sulla superficie del vetro di Leiko Ikemura, i corpi che infrangono il limite tra Io e natura, tra spirito e materia, tra soggetto e oggetto di Kiki Smith, l’essere alchemico di Evgeny Antufiev, i volti delle miniature di Fabrizio Cotognini, le interazioni tra uomini e donne di David Reimondo: li riconosciamo come volti tra i volti e corpi tra i corpi, che diventano tali guardando e venendo guardati.
Il catalogo
Accompagna la mostra un catalogo edito da Cimorelli Editore che sarà presentato giovedì 18 luglio, in concomitanza con l’inaugurazione della stagione 2024 di MOF – Macerata Opera Festival. Concerto del maestra Wojciech Świętoński.
Al termine dell’inaugurazione nel cortile di Palazzo Buonaccorsi concerto del M° Wojciech Świętoński, rinomato pianista polacco docente al Conservatorio di Varsavia. Il concerto, promosso da Polovers su impulso di George Dernowski, ha voluto rappresentare un omaggio ai soldati del Generale Władysław Anders che il 30 giugno 1944 entrarono a Macerata con le truppe del Corpo Italiano di Liberazione e i partigiani della Banda Niccolò..
Buonaccorsi Rings Up
Nell’ambito della mostra Vis-à-vis, i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi presentano Buonaccorsi Rings Up, un’iniziativa espositiva nata dalla collaborazione con le istituzioni del territorio marchigiano. Il titolo prende giocosamente le mosse dall’atto quotidiano del suonare il campanello, proprio il gesto che precede un incontro. Ed ecco dunque che Buonaccorsi Rings Up permetterà, nella modalità di una sinergia espositiva e collaborativa, di far incontrare «a viso a viso» le opere esposte, gli artisti coinvolti, i visitatori partecipi e i territori circostanti. In questo modo, la mostra Vis-à-vis non termina ai Musei Civici ma prosegue attraverso le collezioni della Pinacoteca Civica Marco Moretti (Civitanova) e i Musei di Palazzo Ricci (Macerata).
Per il 2024, ci aspettiamo diverse tendenze interessanti nel campo dei quadri moderni che riflettono sia l'evoluzione del gusto artistico sia le innovazioni tecnologiche. Ecco alcune delle principali correnti emergenti:
- Ritorno alla Natura: La crescente consapevolezza ambientale sta influenzando gli artisti contemporanei a riscoprire temi legati alla natura. Aspettati quadri che incorporano elementi organici, paesaggi reinventati e colori naturali, con un'enfasi sulla sostenibilità dei materiali utilizzati.
- Tecnologia e Arte Digitale: L'integrazione della tecnologia nell'arte si intensifica, con l'uso di realtà aumentata (AR) e tecniche digitali per creare esperienze immersive. Questi quadri moderni non solo decorano uno spazio ma invitano gli osservatori a interagire attraverso applicazioni mobili che rivelano livelli nascosti dell'opera. Minimalismo Colorato: Contrariamente al minimalismo tradizionale in bianco e nero, il 2024 vedrà un'esplosione di minimalismo colorato. Questo stile utilizza forme semplici e un uso audace del colore per creare composizioni che catturano l'essenza di un soggetto con pochi tratti essenziali
- Abstract Geometrico: L'arte geometrica continua a evolversi con una fusione di forme astratte e uso innovativo di colori e texture. Questi lavori spesso giocano con la percezione dello spazio e la profondità, offrendo nuove interpretazioni di forme classiche. Cultural Cross-Over: Gli artisti moderni stanno sempre più attingendo da un ampio spettro di culture per ispirare le loro opere. Questo porta a una fusione di stili e tecniche da diverse tradizioni, riflettendo un mondo sempre più globalizzato e interconnesso.
- Arte Attivista: Con un'epoca segnata da movimenti sociali e politici, l'arte attivista guadagna spazio. I quadri moderni spesso affrontano temi di giustizia sociale, diritti umani e cambiamento politico, fungendo da catalizzatori per il dialogo e la riflessione. Uso Innovativo dei Materiali: Artisti esploreranno materiali non convenzionali nel 2024. Ciò include l'uso di tessuti riciclati, plastica, metalli e altri materiali compositi per creare texture uniche e sostenibili.
- Interazione tra Pubblico e Opera: L'arte diventa più interattiva, con quadri che richiedono la partecipazione del pubblico per completare l'opera o modificarla nel tempo. Questo può includere opere che cambiano aspetto in risposta alla presenza o al tocco del pubb.
Queste tendenze offrono un'ampia gamma di opzioni per i collezionisti e gli appassionati di arte moderna, permettendo di scegliere opere che non solo sono esteticamente piacevoli, ma che rispecchiano anche temi e preoccupazioni contemporanee.
Scegliere le opere d'arte moderna per la casa non è solo una questione di gusto personale, ma anche di considerazione per l'ambiente e gli spazi domestici in cui verranno collocate. Questa scelta può avere un impatto significativo non solo sull'estetica generale della casa, ma anche sul benessere emotivo degli abitanti.
L'arte moderna può definire o completare lo stile di un ambiente, quadri selezionati in base ai colori, allo stile e alle dimensioni degli spazi possono creare un senso di unità e flusso.
L'arte ha la capacità di influenzare l'umore e le sensazioni. Colori vivaci e composizioni dinamiche possono energizzare un ambiente, mentre toni più tranquilli e opere minimaliste possono creare un'atmosfera di calma e relax. Scegliere l'arte in funzione dell'ambiente può quindi contribuire a migliorare la qualità della vita domestica.
La dimensione e il posizionamento dell'arte invece possono influenzare la percezione dello spazio in una stanza. Grandi opere possono rendere un soffitto più alto o un ambiente più ampio, mentre opere più piccole possono essere usate per creare intimi angoli di interesse o per valorizzare spazi più piccoli o stretti.
Insomma, l'arte selezionata può dire molto sulla personalità degli abitanti e sui loro valori, le opere che scegliamo riflettono i nostru interessi personali, passioni o valori culturali.
In conclusione, la scelta consapevole dell'arte moderna per gli ambienti domestici va oltre la semplice decorazione. È un processo che considera l'interazione tra lo spazio, l'arte e gli individui, mirando a creare un ambiente che stimola, ispira e accoglie.
TENDENZE 2024 PER I QUADRI MODERNI
Nel 2024, il panorama dell'arte moderna continua a evolversi, mostrando nuove tendenze e stili che riflettono una gamma dinamica di influenze culturali, sociali e tecnologiche. Di seguito, esploriamo alcune delle tendenze chiave in termini di colori, temi e tecniche che stanno emergendo e che influenzano anche i quadri in stile moderno.
Tra i colori predominanti troviamo tonalità naturali e terrose, molti sono gli artisti che si orientano verso colori ispirati alla natura, come verdi bosco, blu profondo del mare e tonalità neutre di beige e marrone. Questi colori sono spesso utilizzati per creare un senso di calma e connessione con l'ambiente naturale.
Accanto alle tonalità terrose però, emerge un interesse per colori vivaci e audaci. Rosso fuoco, giallo limone e blu elettrico sono utilizzati per dare energia e dinamismo alle opere, spesso contrastando con sfondi neutri o scuri per massimizzare l'impatto visivo.
Tra i temi emergenti rappresentati nei quadri moderni oggi domina l'arte che esplora questioni di sostenibilità e impatto ambientale. Opere che incorporano materiali riciclati o che rappresentano visivamente gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più comuni. L'interazione tra umanità e tecnologia è un altro tema chiave, con opere che esplorano la realtà virtuale, l'intelligenza artificiale e la cybersicurezza. Questi temi sono spesso trattati con un mix di ottimismo e critica.
Infine, troviamo anche l'arte che celebra la diversità culturale, di genere e di identità, opere che esplorano queste tematiche tendono a utilizzare un'ampia gamma di simboli e narrativa visiva per comunicare messaggi potenti e inclusivi.
Infine, tra le tecniche dominanti troviamo il Mixed Media, ossia l'utilizzo di diverse tecniche e materiali in un'unica opera. Questo può includere la combinazione di pittura, scultura, elementi digitali e trovati per creare texture complesse e layer di significato.
L'arte digitale non è una novità, ma l'uso crescente della realtà aumentata per creare esperienze immersive è all'avanguardia. Gli spettatori possono interagire con l'opera attraverso dispositivi digitali per rivelare nuovi livelli di dettaglio o per cambiare l'aspetto dell'opera stessa.
Inoltre, la ripetizione di forme geometriche e la creazione di pattern complessi sono tecniche sempre più utilizzate per evocare ordine e caos contemporaneamente, riflettendo temi di complessità e connessione.
Queste tendenze non solo definiscono il panorama del trend 2024 dei quadri moderni, ma offrono anche ampie opportunità per gli acquirenti e i collezionisti di connettersi con opere che riflettono temi contemporanei e personali rilevanti.
COME SCEGLIERE IL QUADRO GIUSTO PER OGNI AMBIENTE DELLA CASA
Scegliere il quadro giusto per ogni ambiente della casa è una decisione importante che può trasformare completamente l'atmosfera di una stanza.
Per quanto riguarda il soggiorno è spesso il cuore della casa, un luogo dove famiglie e amici si riuniscono. Qui, un'opera d'arte può servire come punto focale. Scegli un'opera che si adatti alla scala della stanza, una grande tela può dominare un muro spoglio, mentre una serie di stampe più piccole può bilanciare una parete con molti mobili.
Opta per colori che armonizzino con il tuo arredamento esistente. Se il tuo soggiorno ha tonalità neutre, un'opera vivace può aggiungere un tocco di energia.
Considera in primis l'atmosfera che vuoi creare, paesaggi sereni, astratti calmanti o ritratti stimolanti possono influenzare il mood della stanza.
La camera da letto invece è un rifugio personale, quindi l'arte qui dovrebbe promuovere relax e tranquillità.
Scegli temi rilassanti, opere che evocano tranquillità, come paesaggi naturali o astratti fluidi, sono ideali. I colori devono essere rigorosamente soft come tonalità pastello, blu, verdi e grigi che possono contribuire a un ambiente rilassante.
Appendi il quadro o i quadri dove possa essere vista dalla posizione di riposo, come sopra la testata del letto.
La cucina merita un esame accurato, rappresenta infatti un luogo di creatività e spesso un centro di attività. L'arte può aggiungere un tocco di ispirazione senza sopraffare lo spazio.
Meglio optare per pezzi più piccoli che possono essere appesi in spazi liberi, come sopra un bancone o tra gli armadi.
Prediligi immagini di cibi, nature morte, o scene colorate che possono stimolare l'appetito e l'umore e considera stampe incorniciate sotto vetro, più facili da mantenere in ambienti esposti a umidità e sporco.
Anche il bagno merita un'attenzione artistica, sebbene spesso sia uno spazio trascurato.
Assicurati che l'opera sia adatta a resistere all'umidità, ideali sono quadri moderni sotto vetro o in materiali impermeabili.
Ideali sono temi rilassanti o naturalisti come paesaggi marini, acquatici o immagini tranquille possono trasformare il bagno in un piccolo santuario.
Infine, l'ufficio in casa o studio, un luogo che stimola la concentrazione e la produttività.
Considera quindi quadri moderni che ispirano o che riflettono obiettivi personali e aspirazioni dai colori vivaci come il rosso, l'arancione ed il giallo in grado di energizzare lo spazio e stimolare la creatività.
Un layout geometrico e ordinato può aiutare a mantenere una sensazione di ordine.
In generale, quando scegli quadri per la casa, considera sia l'impatto estetico che emotivo che ogni opera avrà sullo spazio. L'arte dovrebbe riflettere non solo il tuo stile personale ma anche migliorare l'ambiente e la funzionalità di ogni stanza. Esplora le risorse online come Verdelillahome, offre un’ampia gamma di scelta di qualità 100% Made in italy al prezzo più competitivo.
Nuovo esclusivo appuntamento con “Presente liberale”, il festival nazionale del libero pensiero promosso dall’Amministrazione comunale e dall’assessorato al Turismo e Eventi del Comune di Macerata con la consulenza scientifica della casa editrice Liberilibri, dedicato quest’anno al tema della censura.
La seconda edizione “Siamo tutti censurati”, inaugurata lo scorso gennaio con l’incontro “Dall’Inquisizione social dell’Algoritmo ai Nuovi Profeti della cancel culture” e con la mostra sui libri proibiti Suspectos damnare, prosegue anche nella stagione estiva con un nuovo imperdibile evento dal titolo “Libertà di parola: la minaccia delle ossessioni linguistiche”, in programma venerdì 5 luglio alle ore 19.00, in piazza Cesare Battisti a Macerata.
Ospite della serata il direttore editoriale di «Libero» Daniele Capezzone, che presenterà il suo ultimo libro E basta con ’sto fascismo, intervistato dal direttore editoriale di Liberilibri Michele Silenzi.
«“Presente liberale” arricchisce il panorama culturale della città fornendo un inedito punto di vista sul contemporaneo e negli anni, con edizioni di grande successo che ci hanno permesso di ospitare a Macerata voci autorevoli del panorama nazionale, è stato in grado di aprire un dibattito pubblico civile e stimolante offrendo spunti nuovi su questioni di rilievo che riguardano la nostra società – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli –. Un ringraziamento alla casa editrice Liberilibri per la preziosa collaborazione e per essersi confermata, ancora una volta, laboratorio di idee in grado di sviluppare confronti e discussioni su tematiche attuali».
Soddisfazione anche per l’assessore al Turismo e Eventi del Comune di Macerata Riccardo Sacchi, promotore della manifestazione: «Il percorso che abbiamo avviato nel 2022 procede nel migliore dei modi, e anzi sta superando le nostre più rosee aspettative, grazie anche ai maceratesi che hanno compreso l’unicità dell’iniziativa e hanno risposto sinora con grande partecipazione. “Presente liberale”, con il suo focus distintivo e imprescindibile sulla difesa delle libertà individuali, si configura sempre più come un evento irrinunciabile nel ventaglio delle nostre offerte turistico-culturali, che continuerà ad arricchirsi anche in futuro di altri incontri d’altissimo livello, a partire proprio da quello con Capezzone
Svelati i romanzi finalisti della terza edizione del Premio Letterario "Dolores Prato - Ccttà di Treia": quest’anno saranno sei (e non cinque) i libri a sfidarsi, visto il pari merito registrato in fase di scelta. I titoli sono: "Resta con me, sorella" di Emanuela Canepa – Giulio Einaudi editore; "Epigenetica" di Cristina Battocletti – La nave di Teseo; "Cronache private" di Valentina Parasecolo –Marsilio E; "Nella casa accanto" di Angela Giannitrapani – Progedit; "Spilli" di Greta Olivo – Giulio Einaudi editore; "La ragazza Garbatella" di Laura Eduati – Accento edizioni. La giornata dedicata alla premiazione sarà domenica 8 settembre al Teatro comunale, all’interno delle celebrazioni pratiane organizzate dal Comune. Il premio, lo ricordiamo, si caratterizza proprio per la sua declinazione al femminile, puntando i riflettori sulla scrittura delle donne.
Pensato dall’Amministrazione comunale di Treia, in collaborazione con la giornalista Lucrezia Sarnari, al Premio letterario hanno potuto concorrere le opere di narrativa italiana prodotte da scrittrici e pubblicate per la prima volta nel periodo a in volume cartaceo nel periodo 1° aprile 2023 - 26 febbraio 2024 e regolarmente in commercio.
«Una sestina di livello con romanzi e autrici molto diverse, sia per età che per argomenti trattati – commenta Lucrezia Sarnari - che ci rende orgogliosi del lavoro fatto fino a qui e che rappresenta in maniera esaustiva lo stato di salute di cui gode la letteratura prodotta da donne in questo momento storico. In questi tre anni abbiamo visto crescere l’entusiasmo intorno ad un premio che sta piano piano maturando senza perdere di vista le sue qualità principali: la cura e l’attenzione verso i lettori» conclude Sarnari. La sestina finalista sarà presentata il 2 luglio nella libreria la Scatola Lilla di Milano
Segrete corrispondenze: Diego de Minicis, Ugo Caggiano, Osvaldo Licini. Questo è il titolo dell’evento di chiusura dell’esposizione delle opere di Caggiano presso il museo Diego De Minicis di Petriolo. Chiusura importante che sarà siglata nel nome di Osvaldo Licini di cui si parlerà con la professoressa Daniela Simoni, direttrice della stessa Casa Museo Licini ed una delle voci più autorevoli per parlare dell‘artista di Monte Vidon Corrado. L'appuntamento è per domenica 23 giugno a partire dalle ore 18.
Dopo l’avvio della mostra, il 18 maggio, con il contributo del massimo conoscitore di Ugo Caggiano, il professor Lucio Del Gobbo che ha delineato l’intera parabola umana ed artistica di Caggiano si è cercato, successivamente, con l’appuntamento del 21 maggio, che ha visto protagonista il professore Roberto Cresti, di tracciare le coordinate del percorso artistico di Caggiano all’interno dell’evoluzione delle avanguardie europee del ‘900. “L’arte non oggettiva”, alla quale il docente e direttore artistico del Museo Palazzo Ricci di Macerata associa l’opera di Caggiano, affonda le radici nella prima avanguardia russa, il suprematismo di Malevic per poi propagarsi verso altri movimenti astrattisti quali il De Stijl di Piet Mondrian, Il cavaliere Azzurro di Kandinskij, Jean Miro, Paul Klee, poi Alberto Burri fino a Alexander Calder.
Nell’appuntamento di chiusura con Daniela Simoni il focus si sposterà, in parte, su alcune corrispondenze espressive che si possono ritrovare tra Caggiano e Licini ma soprattutto sulla condivisione di un’origine, di un presupposto o qualcosa che semplicemente possiamo chiamare base di partenza: questo è il territorio, la terra natìa, il paesaggio non solo in sé come fonte di ispirazione ma come vera e propria madre e materia viva anche in senso metafisico.
L’arte di Licini, che sfugge ad una definizione univoca, può essere però considerata un percorso (errante, erotico, eretico) di trasfigurazione totale e potente del paesaggio in tante direzioni: antropomorfica piuttosto che geometrica o semplicemente poetica.
Il paesaggio, l’ambiente naturale-storico della fascia medio collinare del Piceno maceratese è l’orizzonte culturale nel quale vive anche l’arte di Caggiano ed è il bene fondamentale che tutti noi, alla fine, vogliamo e dobbiamo celebrare e valorizzare perché costituisce la nostra risorsa unica e fondamentale.
In questo senso, da Petriolo, il museo Diego De Minicis tramite la figura di Ugo Caggiano vuole lanciare un messaggio di sostegno al patrimonio culturale del territorio come baricentro del lungo processo di ricostruzione post sisma.
Daniela Simoni e Mario Montalboddi dialogheranno sull’arte a partire dalla proiezione di “This Bitter Earth” il video che contiene una bellissima intervista ad Ugo Caggiano curata da Enrico Tallei poco tempo prima della scomparsa dell’artista nel 2020.
In chiusura, la famiglia Caggiano rispondendo all’impegno annunciato del sindaco di Petriolo dall’Amministrazione Comunale a realizzare la “casa di Ugo Caggiano” farà dono alla comunità di Petriolo di tre opere in segno di riconoscenza e di stimolo.
Dal 19 luglio all’11 agosto, in occasione del Macerata Opera Festival, i Musei civici di Palazzo Buonaccorsi, fatta salva la chiusura del lunedì, saranno visitabili dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10 alle 19.
I visitatori potranno godere, nel piano nobile, delle bellezze della Pinacoteca Civica ordinata nelle tredici sale affrescate e nella monumentale Galleria dell'Eneide attraverso un percorso dotato di apparati multimediali mentre al secondo piano della collezione del Novecento. Visitabile anche l’originale Museo della Carrozza.
"Una città che investe in un’offerta culturale di qualità - commenta l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - deve allo stesso tempo mettere a disposizione anche una serie di servizi integrati che accolga il turista nel migliore dei modi. Noi ci proviamo con orari più flessibili, attività, laboratori, collaborazioni tra istituzioni, scontistica e una rete museale integrata. Ci auguriamo che il visitatore che viene in citta per vari motivi possa apprezzare l’impegno e l’attenzione e possa presto tornare".
Inoltre, fino al 12 gennaio 2025, con inaugurazione il 28 giugno, sarà a Palazzo Buonaccorsi la mostra Vis-à-Vis, una riflessione inedita sulla ritrattistica settecentesca e contemporanea, a cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci, con oltre 60 opere che accostano maestri del passato e artisti del presente, italiani e internazionali.
Ad agosto, per andare incontro alle esigenze del maggior flusso turistico, l'Infopoint Macerata sarà aperto tutti i giorni (anche il lunedì) con orario continuato 10:00-19:00. Con un biglietto del Macerata Opera Family 2024, da maggio scorso ad agosto, è possibile accedere con biglietto ridotto ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, all'Arena Sferisterio e alla Torre Civica. Con un biglietto del Macerata Opera Festival 2024 la riduzione è valida per i mesi di luglio e agosto. Per usufruire della riduzione basta recarsi al museo e esibire il biglietto dello spettacolo.
A Tolentino si ricorda Giacomo Matteotti a 100 anni dalla sua morte. Per questa ricorrenza, è stata promossa un’iniziativa di grande prestigio e rilevanza culturale. Con il contributo essenziale del Comune e il patrocinio della Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, l’associazione “La Città del Sole” organizza un incontro con il professore Stefano Caretti, docente di Storia Contemporanea all’Università di Siena, uno dei massimi esperti in Italia e autore con Marzio Breda del libro appena pubblicato “Il nemico di Mussolini”, sul tema “Giacomo Matteotti. L’uomo, il politico, l’eroe”.
Il professor Caretti, oltre a numerosi studi su figure e vicende del socialismo italiano, ha dedicato gran parte della sua vita alla cura degli scritti di Matteotti, a saggi sulla sua opera di politico, alla conoscenza e divulgazione degli avvenimenti che ne hanno preceduto la tragica morte.
Il programma dell’evento prevede l’introduzione di Francesco Tiberi e sarà coordinato dal professor Enzo Calcaterra. L’evento si svolgerà il 20 giugno alle ore 21 presso il cortile di Palazzo Fidi, sede della Biblioteca comunale “Filelfica”, sito nel centro storico cittadino. In caso di pioggia, l’incontro si terrà nell’Auditorium della Biblioteca.
Verrà anche proiettato il breve documentario curato dal professor Caretti e dal regista Vittorio Giacci ”Giacomo Matteotti, l’idea che non muore”. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dall’assessore Diego Aloisi, da Enzo Calcaterra, da Francesco Pagnanelli della Città del Sole, alla presenza del consigliere delegato Luigino Luconi.
L’assassinio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924 segna l’inizio della parabola più sanguinosa e totalitaria del fascismo eppure, a cento anni di distanza dai fatti, il caso non appare chiuso in modo definitivo. Tanto che sono nate contese su chi avesse diritto di commemorarlo e fiorite ipotesi revisioniste che hanno relativizzato il ruolo di Mussolini come mandante dell’omicidio, avallando tesi come quella di una Tangentopoli in camicia nera che viene ridimensionata in queste pagine.
Il risultato è che sappiamo molto della leggenda di Matteotti, ma poco della sua breve eppure intensa parabola di vita: le origini e la famiglia di agrari, la formazione intellettuale, l’imprinting europeo maturato in viaggi di studio (da Vienna a Berlino, da Oxford a Parigi), le sue idee per un socialismo riformista, l’intransigenza e l’integrità etica.
E pure il carattere, che fece di lui l’avversario più pericoloso per il duce, come dimostrò la sua denuncia in Parlamento dei brogli elettorali e delle violenze compiute dai fascisti. A ricostruirne la figura a tutto tondo mira questa biografia che, anche sulla scorta di documenti inediti, mette in luce due cose essenziali: com’era l’uomo prima di diventare un martire, nei 39 anni che ha vissuto in maniera appassionata, e come è diventato un simbolo dell’antifascismo. Perché come è stato scritto: «Prima di lui c’era stata l’opposizione al fascismo, ma l’antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l’estate del 1924, nel suo nome».
Fino al 15 settembre i musei della città di San Severino Marche osserveranno i nuovi orari estivi con la chiusura di tutte le strutture il lunedì, salvo i festivi. Il MARec, Museo dell’Arte Recuperata a palazzo Vescovile in via Cesare Battisti, sarà aperto dal martedì alla domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Il museo archeologico “Giuseppe Moretti” di Castello al Monte, con la mostra “Morire a Septempeda tra il I e il III secolo d.C.”, saranno aperti dal martedì al giovedì dalle ore 16 alle 20, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
Il Museo della guerra, a palazzo Servanzi Confidati di via Cesare Battisti, sarà aperto dal martedì al giovedì dalle ore 16 alle 17, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Il MusET, Museo dell’elettricità e del territorio di viale Bigioli, sarà aperto su prenotazione dal martedì al sabato, domenica e festivi dalle ore 16 alle 19.
Si è conclusa sabato pomeriggio con la cerimonia di premiazione, andata in scena presso l’Auditorium Andrea Bocelli (Accademia della Musica), la XIX edizione del “Premio Ugo Betti per la drammaturgia”, importante concorso di assoluto livello nazionale organizzato dal comune di Camerino con il suo Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Camerino.
La giuria, all’unanimità, ha assegnato il premio all’opera "Il numero esatto" di Fabio Pisano, autore di Napoli. Hanno partecipato a questa edizione 22 autori provenienti da più parti d’Italia (Bari, Udine, Verona, Grosseto, Catanzaro, Bologna, Foggia, Napoli, Milano e addirittura dalla Svizzera).
La cerimonia ha vissuto l’apertura dedicata ai saluti istituzionali di Roberto Lucarelli, sindaco di Camerino, Graziano Leoni, rettore Unicam, Antonella Nalli, assessore alla Cultura, e Francesco Rosati, direttore tecnico-scientifico del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti.
Spazio poi a "Tempo e memoria in Ugo Betti", relazione a cura di Carla Carotenuto, docente di Letteratura italiana contemporanea Unimc, all’interpretazione di Ugo Betti da parte di Massimo Raiconi mentre Luca Giarritta ha eseguito musiche di Chopin, Liszt e Schumann.
Poi il momento della premiazione, introdotto da Marco De Marinis, presidente della giuria della XIX edizione del “Premio Ugo Betti per la drammaturgia” composta da Lucia Chiatti, Pierfrancesco Giannangeli, Gilberto Santini, Massimo Marino, segretaria Donatella Pazzelli. La giuria ha valutato in forma anonima i testi e i lavori si sono protratti fino ai primi giorni di giugno poi la decisione di assegnare il Premio a Fabio Pisano.
I Premi Ugo Betti per la drammaturgia e Ugo Betti per i giovani assegnati in questa settimana sono stati approvati e deliberati dal consiglio comunale di Camerino secondo quanto predisposto dai componenti del Centro studi teatrali e letterari “Ugo Betti”: il direttore tecnico-scientifico Francesco Rosati, Carla Carotenuto, Angela Amici, Sonia Cavirani e la segretaria Donatella Pazzelli.
Si è svolta nella mattinata di martedì 4 giugno 2024, presso l’Aula magna del Polo scolastico di Camerino, la cerimonia di consegna dei riconoscimenti del Premio Ugo Betti per i giovani, che ha visto un’ampia partecipazione degli studenti delle Marche con ben 85 lavori, di cui 47 della Scuola Secondaria di II grado.
La giuria, composta dal presidente Massimo Fabrizi, Paola Porfiri, Giuseppa Santancini e Paolo Verdarelli, dopo un’accurata selezione, ha premiato i vincitori con un assegno e una targa.
Ad aprire la cerimonia sono stati i saluti dell’assessore alla Cultura, Antonella Nalli, del rettore di Unicam, prof. Graziano Leoni, e del prof. Francesco Rosati, direttore tecnico-scientifico del “Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti”.
Dopo la lettura di alcune poesie di Ugo Betti a cura dei liceali di Camerino, è iniziata la premiazione dei vincitori delle categorie dei diversi ordini e gradi di istruzione: il “Paesaggio”, indirizzato alle Scuole Primarie, la “Guerra”, per le Scuole Secondarie di I grado, ed infine la “Giustizia”, per le Scuole Secondarie di II grado. Le vincitrici ex aequo di quest'ultima categoria sono state due studentesse del “Galilei”, frequentanti entrambe la classe III E, Alice Barbiere, con l’elaborato intitolato “Giustizia: tutela di un’armonia”, ed Emma Pettinari, con il lavoro individuale “Inquiete moralità”.
Particolarmente emozionante è stato il momento, in cui le alunne sono state invitate dalla giuria a leggere i loro testi.
La partecipazione al Premio regionale, favorita dalla loro docente di Lettere, prof.ssa Annalisa Campanaro, ha offerto alle brillanti alunne un’occasione per mettere in luce il loro grande talento.
Ad Alice ed Emma vanno i complimenti del dirigente scolastico, prof.ssa Roberta Ciampechini, e dell’intera comunità scolastica.
Guasco, società di produzione cinematografica e service per cinema e audiovisivi, organizza un casting per individuare comparse e figurazioni speciali del film "Strike – Figli di un’era sbagliata" per la regia di Gabriele Berti, Giovanni Nasta e Diego Tricarico, prodotto da Paco Cinematografica. Il film è tratto dallo spettacolo teatrale omonimo degli stessi tre autori-interpreti.
Si cercano persone residenti a Potenza Picena, sia uomini che donne, con età compresa tra i 18 e 70 anni. Il casting si svolgerà mercoledì 12 giugno presso l'Auditorium Scarfiotti, in via Silvio Pellico 8, con i seguenti orari: a Potenza Picena dalle 15:30 alle 17:30 comparse; dalle 17:30 alle 18:30 persone con esperienza recitativa per figurazioni speciali.
Le riprese della serie tv saranno effettuate dal 24 giugno al 6 luglio tra le province di Macerata e Ancona. Per partecipare al casting è necessario presentarsi negli orari e nel luogo indicati muniti di documento d’identità, codice fiscale e iban. Le persone selezionate saranno poi contattate dalla produzione.
Sono partiti in 1.187 e arrivano in 8 all’ultimo capitolo del lungo viaggio artistico di Musicultura 2024. Il direttore artistico Ezio Nannipieri ha svelato oggi a Roma, nella Sala Sergio Zavoli della sede Rai di Viale Mazzini, i nomi degli otto Vincitori del prestigioso concorso che dal 1990 tutela la qualità espressiva della canzone italiana e favorisce un sano ricambio artistico generazionale.
“La nostra coscienza è a posto, abbiamo reso un buon servizio alle canzoni e alla dignità di chi le scrive e le canta. – Ha affermato Ezio Nannipieri - Più in generale, dall’osservatorio del concorso registriamo che in giro voglia e capacità di concepire canzoni con passione e originalità non mancano. Il senso di Musicultura consiste nel dare voce proprio a queste energie, a una vitalità artistica che nella realtà quotidiana italiana gode di buona salute, ma che nelle vetrine ufficiali della musica è sottorappresentata, salvo poi concederle spazio con colpevole ritardo, come è già capitato in passato con tanti vincitori di Musicultura, per esempio Gian Maria Testa, Simone Cristicchi, Mannarino, Margherita Vicario, La Rappresentante di Lista, i Santi Francesi…”
Gli otto artisti Vincitori sono tutti autori dei propri brani, di seguito i loro nomi con le città di origine e i titoli delle rispettive canzoni: Nico Arezzo (Modica) - Nicareddu; Anna Castiglia (Catania) - Ghali; De.Stradis (Bologna) - Quadri d’autore; Nyco Ferrari (Milano) -Sono fatto così; Bianca Frau (Sassari) - Va tutto bene; Helle (Bologna) - Lisou; Eugenio Sournia (Livorno) - Il cielo; The Snookers (Morbegno) -Guai.
La Rai è main media partner di Musicultura con Rai Radio1, Rai 2, TgR, Rainews24, RaiNews.it, Rai Italia e RaiPlay impegnate a raccontare l’evento a tutto tondo. A testimoniare l’importante rapporto di collaborazione con la RAI gli interventi di Francesco Pionati Direttore Giornale Radio e Radio 1, Fabrizio Ferragni Direttore Offerta Estero, Giovanni Anversa Vice Direttore Intrattenimento Prime Time, Paolo Petrecca Direttore di Rainews24 e Luca Salerno Vice Direttore TgR con delega alle Marche.
A rappresentare in conferenza stampa la Regione il Presidente della Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini che ha portato i saluti del Presidente Francesco Acquaroli e del Sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, mettendo in rilievo il grande valore di Musicultura, sia per la Regione che per l’intero Paese, un patrimonio della musica e della cultura che da 35 anni scopre e valorizza le nuove tendenze della musica popolare e d’autore italiane.
La fase conclusiva della XXXV edizione del Festival della Canzone Popolare e d’Autore si svolgerà a Macerata dal 17 al 22 giugno. Gli 8 vincitori, su una rosa di 18 finalisti, sono stati designati dal Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, a cui aderirono per primi nel 1990 Fabrizio De Andrè e Giorgio Caproni e che, in questa XXXV edizione, è composto da: Francesco Amato, Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Dardust, Teresa De Sio, Giorgia, Mariangela Gualtieri, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Ermal Meta, Mariella Nava, Piero Pelù, Ron, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni e Sandro Veronesi.
A condurre le serate conclusive di spettacolo, il 21 e il 22 giugno allo Sferisterio di Macerata, sarà l’inedita coppia formata da Carolina Di Domenico e Paola Turci. Rai Radio1 seguirà la due giorni con programmi, in diretta e in differita, condotti da Duccio Pasqua, Marcella Sullo e John Vignola, Rai 2 dedicherà all’evento uno special televisivo che andrà in onda il prossimo 5 luglio e che Rai Italia diffonderà oltre i confini nazionali.
Gli 8 Vincitori si esibiranno con le loro canzoni di fronte al pubblico dello Sferisterio sia venerdì 21, sia sabato 22 giugno. Sarà proprio il voto degli spettatori a decretare il Vincitore assoluto di Musicultura 2024, al quale andranno i 20mila euro del Premio Banca Macerata.
In attesa di vedere dal vivo allo Sferisterio gli artisti in concorso, Rai Radio1 li coinvolgerà in anteprima già questa sera: a partire dalle 21:00, la radio ufficiale di Musicultura trasmetterà infatti in diretta dalla Sala A di Via Asiago il concerto degli 8 vincitori, con la conduzione di John Vignola, Duccio Pasqua e Marcella Sullo, in diretta anche su RaiPlay. Radio1 ribadisce così la propria vocazione di servizio pubblico attento alla qualità e alla creatività musicale giovanile, avendo già lo scorso mese di aprile trasmesso in diretta i due concerti di presentazione degli artisti finalisti e dato loro spazio nell’ambito del programma di John Vignola La nota del giorno.
Enzo Avitabile, Alessandro Bianchi, Serena Brancale, Diodato, Filippo Graziani, Marcin, Nada e Carlotta Proietti sono i nomi degli ospiti già confermati che si esibiranno sul maestoso palco dello Sferisterio il 21 e 22 giugno.
Venerdì 21 giugno andranno in scena: Diodato, fresco della vittoria del suo secondo David per la miglior canzone originale con “La mia terra” e sempre più garanzia di profondità ed eleganza artistiche; la poliedrica e meritatamente lanciatissima Serena Brancale; il giovane chitarrista polacco Marcin, al debutto in Italia dopo avere già conquistato col suo formidabile approccio tecnico e stilistico il pubblico americano e quello di mezza Europa; Filippo Graziani, che con la pubblicazione di “Per gli amici”, album composto da otto brani inediti del padre Ivan, da lui arrangiati e interpretati, ha realizzato una delle più brillanti iniziative discografiche di questo 2024.
Sabato 22 giugno Enzo Avitabile festeggerà a Musicultura, con i Bottari e la formazione al completo, i 20 anni di “Salvamm‘ o munno”, il capolavoro discografico che segnò uno snodo fondamentale nel viaggio espressivo dell’artista che a ragione è considerato il re della world music partenopea. Per l’occasione Avitabile verrà insignito dell’Onorificenza per Alti Meriti Artistici con cui l’Università di Macerata e l’Università di Camerino rendono annualmente omaggio nell’ambito di Musicultura a grandi protagonisti della musica e della parola. Il fascino della potente autenticità di Nada, cantautrice originale e preziosa, sarà un altro ingrediente della serata, che vedrà anche le partecipazioni speciali di Carlotta Proietti, figlia d’arte che sa testimoniare con la sua voce una raffinata romanità e quella di Alessandro Bianchi con la sua intelligente comicità.
Molti gli ospiti attesi anche a La Controra, il “festival nel festival” che da lunedì 17 a sabato 22 giugno vivrà nelle piazze e nei cortili del centro storico di Macerata con concerti, recital, incontri, dibattiti, tutti ad ingresso libero. Sarà il live di Fabio Concato il 18 giugno ad aprire musicalmente l’intensa settimana de La Controra nella centralissima Piazza della Libertà; tra gli altri nomi attesi negli angoli più suggestivi del centro storico di Macerata anche Diego Bianchi, Gigliola Cinquetti, Serena Grandi, Mimmo Locasciulli, Mauro Pescio, Cochi Ponzoni, Luigi Sbriccoli, Gek Tessaro.
La partnership tra Rai e Musicultura garantisce all’evento una copertura crossmediale articolata e qualificata. RaiRadio1, la radio ufficiale del festival già protagonista nell’iter preliminare del concorso, è pronta a seguire anche la fase finale con dirette, differite e collegamenti a cura di Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola.
Le serate di spettacolo finali del 21 e 22 giugno allo Sferisterio diverranno un programma televisivo firmato da Matteo Catalano con la collaborazione di Carolina Catalano, per la regia di Duccio Forzano. Lo speciale andrà in onda in seconda serata su Rai2 il prossimo 5 luglio. Rai Italia diffonderà il programma in ambito internazionale. Un piano editoriale integrato coordinerà tutte le attività social. Rainews24, Rainews.it e TgR con dirette, servizi e rubriche completano il quadro dell’informazione e dell’approfondimento di Musicultura.
Musicultura, attenta alle espressioni artistiche della canzone popolare e d’autore, dal 1990 rappresenta un punto di riferimento trasparente e un banco di prova credibile per le aspirazioni di tantissimi giovani artisti (a oggi complessivamente oltre 34.000).
Tutti autori dei brani che interpretano, gli artisti accedono alla fase conclusiva del concorso al termine di una lunga selezione che all’inizio ha coinvolto 1.187 artisti e 2.374 canzoni, registrando per il quarto anno consecutivo il nuovo record di iscrizioni al Concorso. Ad una prima fase di ascolto e scrematura, sono seguite accurate audizioni dal vivo, aperte al pubblico e trasmesse in streaming (oltre 700.000 visualizzazioni), che hanno consentito a Musicultura di individuare una rosa di diciotto finalisti.
Gli otto vincitori, designati ad insindacabile giudizio del Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, si esibiranno sia il 21 sia il 22 giugno allo Sferisterio di Macerata. Il voto degli spettatori (4.800 nell’arco delle due serate) designerà il Vincitore assoluto di Musicultura 2024, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20mila euro. Altri significativi riconoscimenti sono il Premio PMI per il miglior progetto discografico (€ 2,000), il Premio delle Università di Macerata e di Camerino per il miglior testo (€ 2.000), e l’ambita Targa della Critica (€ 3.000) intitolata a Piero Cesanelli, l’ideatore di Musicultura e suo direttore artistico dalla prima edizione fino al 2019.
Questa edizione di Musicultura vede inoltre l’istituzione di un nuovo, speciale riconoscimento, il Premio “La Casa in riva al Mare” (€ 2.000). A deciderne l’assegnazione a uno degli otto vincitori sarà una giuria di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione di Ancona. L’iniziativa, promossa e sostenuta dal Garante dei diritti della persona della Regione Marche Giancarlo Giulianelli, rappresenta il punto di arrivo di un più ampio progetto, che nel corso dell’anno ha visto Musicultura operare all’interno del carcere con percorsi laboratoriali a tema musicale che hanno coinvolto i detenuti e che hanno visto le canzoni trasformarsi, in un ambiente tutt’altro che facile, in formidabili passe-partout d’accesso ai sentimenti e all’immaginazione.
Le canzoni finaliste della XXXV edizione del Concorso sono raccolte nel CD Compilation “Musicultura XXXV ed. 2024”, distribuito da EgeaMusic e disponibile su tutte le principali piattaforme digitali. Gli aggiornamenti su Musicultura 2024 e sul programma completo della Controra sono su www.musicultura.it. I biglietti per le serate finali del 21 e 22 giugno sono disponibili sul circuito Vivaticket.
Primo sold out della stagione ieri sera allo Sferisterio per il Macerata Opera Family: 2.240 spettatori hanno applaudito il debutto di Turandot. Enigmi al museo, opera ispirata al capolavoro di Puccini proposta nella sezione di spettacoli del progetto “Lo Sferisterio a scuola”, realizzato dall’Associazione Arena Sferisterio in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e istruzione della Città di Macerata, prologo del festival operistico che si svolgerà dal 19 luglio all’11 agosto.
"Lo Sferisterio a scuola" è possibile grazie al prezioso contributo di un gruppo di Children partner composto da: Astea Energia (gruppo SGR), Clementoni, MIS-Marche International School e Naturneed.
I tantissimi studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado (dai 6 ai 14 anni) hanno partecipato attivamente cantando i sette brani pucciniani dell’opera imparati a scuola (senza dimenticare “Il nome suo nessun saprà” che si interseca con il celebre “Nessun dorma” del tenore) e guidati nei momenti opportuni dalla bacchetta di Sieva Borzak sul podio dell’Orchestra 1813.
In altri momenti, coinvolti da un attore-narratore, i giovanissimi spettatori – arrivati in Arena indossando anche fasce colorate di ispirazione cinese – hanno mostrato tutti insieme gli oggetti preparati in classe come ventagli e, lanterne di carta. Le repliche proseguono ogni sera sino a sabato 8 giugno, sempre alle ore 20.45. È possibile rivolgersi in biglietteria per eventuali posti disponibili last minute.
Per le 5 recite in programma sono arrivate oltre 10.500 prenotazioni, non solo da Macerata (IC Alighieri, Fermi, Mestica, e poi Convitto Leopardi, Istituto San Giuseppe), ma anche da altre località della provincia (Appignano, Civitanova Marche, Colmurano, Corridonia, Matelica, Mogliano, Montecassiano, Montefano, Monte S. Giusto, Morrovalle, Petriolo, Pollenza, Potenza Picena, Recanati, San Ginesio, San Severino, Tolentino, Treia) e dalla Regione (Fabriano, Loreto, Senigallia).
Ispirato alla celebre ultima opera del compositore toscano, in occasione del centenario della morte, Turandot. Enigmi al museo è il titolo messo in scena nel 2024 da AsLiCo per la 28ª edizione di Opera Domani, in coproduzione con Opéra Grand Avignon e Opéra de Rouen Normandie e con il patrocinio del Comitato promotore delle celebrazioni pucciniane e da ICOM International Council of Museums. Macerata è una delle tappe della tournée che sta toccando più di venti teatri italiani per far conoscere il capolavoro di Puccini a studenti e famiglie.
Turandot. Enigmi al museo è uno spettacolo partecipativo in equilibrio fra opera e teatro ispirato musicalmente al capolavoro di Puccini, con la regia di Andrea Bernard e la direzione di Sieva Borzak alla guida di un gruppo di giovani interpreti, vincitori delle ultime edizioni del celebre concorso AsLiCo; le scene sono di Alberto Beltrame, i costumi di Elena Beccaro e le coreografie Giulia Tornarolli.
Il soggetto di Turandot. Enigmi al museo (come la simile opera pucciniana) è ispirato a un’antica favola probabilmente persiana, e oggi è diventato lo spunto per portare i piccoli spettatori a scoprire una Cina magica e grandiosa, in cui – tra enigmi da risolvere, principi d’oriente, gong del destino, boia e fastosi palazzi imperiali – prende vita la storia della Principessa dal cuore di ghiaccio. Il regista Andrea Bernard ha scelto di ambientare la vicenda in un museo, dove tra i visitatori ci sono anche il giovane Calaf, con il padre Timur e Liù. Il misterioso mondo di Turandot si materializza e riverbera tra statue, ceramiche pregiate, costumi tradizionali e stampe d’epoca.
La lettura di un antico manoscritto anima le opere d’arte del museo e i visitatori vengono catapultati tra gli enigmi della Principessa Turandot, che – con l’aiuto di Ping, Pong e Pang, tre statue dell’esercito di terracotta – altro non aspetta che trovare il vero amore ed essere ricordata per sempre.
Il progetto Opera Domani da decenni ormai ha come obiettivo quello di coinvolgere e appassionare all’opera lirica il pubblico dell’età scolare. La visione dell’opera è preparata attraverso un percorso specifico con incontri di formazione per gli insegnanti e attività di preparazione in classe (ascolto di alcune arie dell’opera, preparazione dei cori, attività di movimento e coreografie anche in LIS, studio della trama e dei personaggi, approfondimento dei contenuti, costruzione oggetti da portare in teatro) differenziati secondo l’età e il livello scolastico, oltre che pensati per la condivisione anche in famiglia. La formazione degli insegnanti, realizzata durante i mesi scolastici, è inoltre accreditata presso il MIUR (ai sensi della direttiva 170/2016).
Nei giorni scorsi è giunta al Sindaco di Macerata una lettera di apprezzamento direttamente dal Ministro dell’Istruzione del Merito, per "l’impegno e la dedizione costantemente profusi dall’Associazione Arena Sferisterio nel promuovere e organizzare attività che valorizzano le potenzialità artistiche e culturali […] Tengo molto alla diffusione dell’educazione artistica e musicale e non posso che incoraggiare l’attenzione che state dedicando alla sua crescita, soprattutto considerando il coinvolgimento dei giovani e dei giovanissimi. Com’è noto, la musica svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo globale dell’individuo […] I risultati mostrano inoltre che gli adolescenti con training musicale sono anche più aperti e coscienziosi. Ci sono dunque molti buoni motivi perché perseveriate nella strada che avete intrapreso. Mi unisco dunque idealmente a voi, salutando calorosamente tutti i partecipanti e, naturalmente, augurando la migliore riuscita".
La musica e l’opera sono forme d’arte che – se proposte in modo adeguato – riescono a coinvolgere il pubblico di tutte le età e accompagnare la crescita degli individui in modo completo e profondo. Questo è ancora più vero in una realtà sociale come quella di Macerata in cui un luogo monumentale come lo Sferisterio è parte imprescindibile del tessuto urbanistico e delle attività lavorative.
Anche Turandot. Enigmi al museo è uno spettacolo accessibile per bambini e ragazzi con disabilità sensoriale: ogni recita avrà i sopratitoli e il 7 giugno sarà disponibile anche il servizio di audiodescrizione. Un’attività che è stata preceduta sabato 31 maggio da una caccia al tesoro inclusiva nei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi aperta a ciechi e ipovedenti, sordi e ipoudenti, dai 6 ai 15 anni.
Il candidato al Premio Strega 2024 Adrian Bravi arriva a Civitanova Marche, ospite del locale gruppo di lettura LibriAmo. L’autore incontrerà i lettori nel corso di un aperitivo al Caffè del teatro Cerolini in piazza della Libertà, alle ore 20:30 venerdì 7 giugno, per dialogare con loro sul suo ultimo romanzo “Adelaida”, segnalato nella longlist del prestigioso premio letterario da Romana Petri. Moderano la serata l’agente letterario Luca Pantanetti di Scriptorama e la professoressa Lorella Quintabà.
In “Adelaida” lo scrittore argentino naturalizzato italiano racconta la storia di Adelaida Gigli, una delle figure femminili più sorprendenti dell’Argentina del secolo scorso: ha nascosto armi in casa per aiutare i dissidenti, ha riso in faccia al potere, si è ribellata alle convenzioni, con atteggiamenti esuberanti e dissacranti. Adrian Bravi ci dona il ritratto inedito di una donna che ha pagato sulla propria pelle gli orrori della dittatura e della censura, ma che non hai mai smesso di combattere, come attivista e anche come artista, in particolare con le sue ceramiche. L’incontro è su prenotazione, i posti sono limitati.