Mercoledì 7 agosto alle ore 18.30 il taglio del nastro presso il Palazzo del Rettorato Unicam, in via Pieragostini. Sono ben 18 i capolavori che dal 7 agosto al 3 novembre 2024 torneranno a risplendere nel percorso dello spazio espositivo, grazie all’iniziativa dell’Amministrazione comunale e di Unicam. A patrocinare il tutto l’Assemblea Legislativa delle Marche e l’Associazione Corsa alla Spada e Palio, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Belle Arte e Paesaggio delle Marche.
Un’esposizione assolutamente da non perdere, per ammirare le opere anche grazie all’utilizzo della tecnologia e all’esperienza di un percorso sensoriale, per rivivere attraverso l’arte la storia di Camerino. La mostra sarà dunque aperta a cittadini e visitatori per quasi tre mesi, un’occasione unica a disposizione della Città per vivere la bellezza e la meraviglia del patrimonio della collezione civica.
“Questa esposizione temporanea rappresenta un altro passo in quel percorso che ci porterà a riappropriarci della nostra Città - spiega il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli - Grazie all’ospitalità del magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Camerino, che ha aperto le porte della sua nuova sede nel palazzo che si affaccia su via Pieragostini e sulla facciata della chiesa di Santa Maria in Via, simbolo del terremoto del 2016 che devastò la nostra zona, alcuni dei capolavori della collezione civica lasciano la sistemazione provvisoria dove sono stati relegati ormai da anni per mostrarsi in tutta la loro bellezza, meraviglie che la polvere e l’oscurità non hanno minimamente intaccato”.
“È solo una selezione- prosegue Lucarelli-di quelle opere che furono recuperate e messe in salvo grazie all’operato sinergico della Soprintendenza e del Comune, che tuttavia rappresentano la storia di una città che ha vissuto nel periodo medievale e rinascimentale il suo massimo splendore. E attraverso la scelta delle opere esposte andiamo anche a conoscere i volti di una dinastia che prese le mosse da quella Rocca Varano che il pittore camerte di fine Ottocento Napoleone Parisani ritrae in uno dei suoi quadri più rappresentativi. Un’arte da ammirare e da vivere, con l’utilizzo della tecnologia ma anche attraverso una serie di iniziative che coinvolgono i più giovani, gli stessi cittadini, gli amanti dell’arte e i turisti che negli anni non hanno mai abbandonato queste terre, segnate dalle difficoltà ma sempre ricche di fascino e accoglienza. Un ringraziamento particolare va all’Assemblea legislativa delle Marche che ha concesso il proprio patrocinio e l’invito a tutti a visitare l’arte che torna in centro”.
Sabato 3 agosto, alla presenza del sindaco di Sarnano, Fabio Fantegrossi, del presidente del Consiglio regionale delle Marche, Dino Latini, e del consigliere regionale Pierpaolo Borroni, è stata inaugurata la mostra "S. Maria tra i torrenti: il recupero dell’Abbazia di Piobbico tra arte e storia" presso la pinacoteca comunale di Sarnano, organizzata dal Centro studi sarnanesi con la collaborazione dell’Università di Macerata, l’associazione culturale "L’Ospite" e "I Tamburini del Serafino".
L’iniziativa, ideata in occasione della recente riapertura al pubblico dell'Abbazia di Piobbico, è un percorso tra documenti e immagini pensato per valorizzare il suo ricco patrimonio storico-artistico nonché il significato simbolico e identitario che la stessa tuttora riveste per la comunità.
L'abbazia di Piobbico, la cui fondazione si fa risalire all'anno 1030, rappresenta l'istituzione più antica del territorio sarnanese; a quella prima comunità di monaci è possibile ricondurre l’inizio del processo che nei secoli XI – XIII porterà alla nascita del comune di Sarnano.
Attraverso una selezione dei documenti più significativi provenienti al prezioso archivio dell'Abbazia di Piobbico (pergamene di XI-XIV secolo) viene proposta al pubblico la storia delle sue origini e del periodo di suo massimo splendore, in cui l’istituzione monastica ha giocato un ruolo estremamente determinante per i futuri assetti del territorio. Oltre agli originali sono esposte riproduzioni di importanti documenti conservati negli archivi dei comuni di Amandola, San Ginesio e Montalto Marche.
Un'apposita sezione è dedicata all'edificio abbaziale, splendida chiesa romanica, e al recente restauro reso necessario dalle pesanti lesioni subite a seguito del sisma del 2016/17. L'allestimento è stato realizzato con il contributo scientifico di Maela Carletti, Stefano Degli Esposti, Maria Franca Ghiandoni, Costanza Lucchetti, Antonio Montefusco, Francesco Pirani, con il patrocinio di numerosi enti del territorio.
All’inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli, l’assessore dell’Unione Montana Monti Azzurri, Monia Batassa e l’Abate amministratore don Marcello Squarcia. La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta fino al 3 novembre 2024.
Visto il successo riscosso dalle aperture della Torre civica nei venerdì sera di giugno, l’iniziativa verrà riproposta per tutto il mese di agosto estendendola anche al sabato.
La Torre civica, infatti, con il nuovo allestimento museale multimediale, sarà aperta tutti i giorni, dalla domenica al giovedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, il venerdì e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 23 con l’ultimo ingresso possibile fino a 30 minuti prima.
“Vista la numerosa e sempre crescente presenza di visitatori in città per le tante iniziative culturali offerte, ci impegniamo costantemente per accogliere tutti al meglio e offrire ad ognuno la possibilità di godere appieno delle bellezze della nostra città – interviene l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Investire in cultura significa anche investire in servizi e flessibilità di orari e opportunità per andare incontro a tutti i desideri e gusti di chi sempre più sceglie la nostra città per una visita turistica. Un pubblico che arriva da tutta Italia e dal nord Europa principalmente, un pubblico che sa apprezzare godere appieno delle tante opportunità che riusciamo ad offrire. Un lavoro costante che non finisce mai e ha bisogno degli input di tutti quelli che vorranno collaborare a rendere sempre più accogliente Macerata”.
Apertura non stop anche per l'Infopoint Macerata di piazza della Libertà fruibile tutti i giorni con orario continuato dalle 10 alle 19.
Per quanto riguarda i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, che in queto periodo, fino al 12 gennaio 2025, stanno ospitando la mostra “Vis-à-vis. Ritratti moderni e contemporanei” durante il Macerata Opera Festival ovvero fino all'11 agosto, saranno aperti con orario continuato dalle 10 alle 19 con chiusura il lunedì. Nel periodo di Ferragosto, dal 13 di questo mese, i Musei rimarranno aperti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Il giorno di Ferragosto e per la festa di San Giuliano, Palazzo Buonaccorsi, l'Arena Sferisterio, la Torre Civica e l'Infopoint saranno regolarmente aperti.
Infine gli orari di visita dello Sferisterio: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Il 3 e il 4 agosto a San Ginesio, uno dei borghi i più belli d'Italia nonché riconosciuto anche come il Borgo degli Attori, prenderà il via l’XI edizione del "Festival del Mimo e del Teatro gestuale", a partire dalle 17:30 fino a tarda sera.
La ricca programmazione vede clown, fantasisti,mimi di fama nazionale ed internazionale esibirsi sul palcoscenico più antico del mondo, la piazza. Con tecniche diverse gli artisti parleranno direttamente al cuore e all’anima del pubblico attraverso il linguaggio del gesto.
Graditissima quest’anno la presenza di Piero Massimo Macchini stand up comedian e generoso artista marchigiano, che al festival recupera le sue origini con uno spettacolo tutto muto, “Fuori-Porta”, insieme a Paolo Frighi.
Andrea di Cosimo, vincitore del premio Takimiri nel 2020, ritorna al festival con il suo nuovo spettacolo “Extravaganza Show”, mentre Alice Bella fonderà pantomima e contact juggling con la delicata performance “Mima e la Valigia del sogno”. Filippo Brunetti con “Sax-oh”, rivisita il clown musicale tradizionale, alla ricerca di un gesto collettivo e condiviso col pubblico, un gesto che diventa la musica di un’orchestra improvvisata.
E poi arrivano le "Clownesse!". Federica Fattori è Eva Q, in “Dimmi di sì”, uno spettacolo muto di magia comica che si ispira alla figura dei cialtroni, e Jessica Da Rodda in “Ops” ci presenterà la severa Karina, personaggio assurdo e clownesco fuori dal tempo.
Gli spettacoli sono gratuiti. Previste anche le mostre dei Maestri Cinzia Cotini, Maurizio Ermanni e Marco Franchini e il tradizionale mercatino dell’artigianato artistico in Piazza A. Gentili. Novità di quest’anno: il Festival si apre su una nuova piazza, piazza Holland, con una nuova postazione spettacolo e un punto ristoro allestito di tutto punto con tipicità ed eccellenze del territorio.
La direzione artistica è curata da Vera Vaiano, performer, clownessa, formatrice teatrale. Il Il festival è sostenuto dal Comune di San Ginesio e organizzato con la collaborazione della Proloco. Si ringraziano i commercianti e gli imprenditori che hanno sostenuto l’evento.
Il festival "Archi in Villa Baruchello" fa tappa a Civitanova e, con l’Azienda dei Teatri e il Comune, propone Archi nel Chiostro: l’appuntamento è in programma domenica 4 agosto alle 21:30 nel chiostro di Sant’Agostino con il Rasumowsky Quartett Bern in un concerto dal titolo "Le note della Nostalgia". L’evento è ad ingresso libero.
Il Quartetto Rasumowsky Bern è sinonimo di creazione musicale emozionante da oltre 20 anni. Con passione ininterrotta e un suono individuale, l'ensemble si dedica ai grandi capolavori, ma sorprende anche continuamente con scoperte.
Attualmente è impegnato nella prima registrazione in epoca contemporanea dell’opera completa della musica da camera di Sergei Taneyev, tra le migliori del periodo tardo romantico, oltre che nell'onorare per il mezzo secolo dalla sua scomparsa, Shostakovich con una serie di programmi incentrati sui suoi quartetti per archi.
Riconosciuto a livello internazionale nel mondo musicale classico, il quartetto è composto da musicisti che rappresentano un’unione europea più fisica che politica: Dora Bratchkova, italo-bulgara, è professoressa all'Università di Musica di Mannheim e primo violino di spalla della Radiofilarmonica tedesca Saarbrücken Kaiserslautern; Andrea Saxer, svizzera, ha studiato presso l'Accademia Internazionale di Musica Menuhin con Alberto Lysy e Yehudi Menuhin e con la Camerata Lysy ha tenuto concerti in Europa occidentale e orientale e in Sud America; Gerhard Müller, tedesco-svizzero, membro dei Deutschen Händel-Solisten è stato anche per 11 anni direttore del Musikschule Konservatorium Bern; Alina Kudelevic, bielorussa-svizzera, diplomata al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca con il massimo dei voti.
Ha lavorato per diversi in orchestre rinomate tra cui Dso Berlin, Orchestra Sinfonica di Bochum, violoncellista solista della Rheinische Philharmonie State Orchestra e dell'Orchestra di Zurigo. Il programma del concerto propone due importanti quartetti in Fa maggiore: Il primo di W.A. Mozart ed il secondo di A. Dvořák.
Chiude con oltre mille visitatori, in soli due mesi d’apertura, la mostra di respiro regionale “WunderKammer Marche”, percorso espositivo ideato e curato dall’ingegner Oronzo Mauro, con allestimenti d’arte dell’architetta Shura Oyarce Yuzzelli, che in dieci isole ha saputo ricostruire sapientemente una vera e propria “camera delle meraviglie” raccontando natura, terra, mare, abitare, agricoltura, meccanica, elettricità, calcolo, istruzione e digital delle Marche, unica regione d’Italia al plurale.
Organizzato dalla Città di San Severino Marche insieme alla Pro Loco settempedana e al Comune di Castelraimondo e con i contributi dell’Università Politecnica delle Marche, della Fondazione Salimbeni, della Fondazione Marche Cultura, dei Musei di San Severino, dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e dell’associazione MaMa Marca Maceratese col supporto della Regione Marche per mezzo del Bando Unico 2023/2024 “Eventi espositivi di valenza regionale”, l’evento espositivo ha seguito l’esempio di quelle che, proprio nelle Marche, furono le “camere delle meraviglie” e che permisero di aprire gli studioli di Federico da Montefeltro nei suoi palazzi ducali di Urbino e di Gubbio intorno agli anni ’80 del 1400.
Domenica scorsa la sede espositiva dell’ex chiesa di Santa Maria della Misericordia, in piazza Del Popolo, ha ospitato anche il terzo e ultimo momento divulgativo collegato all’iniziativa che ha permesso di parlare delle “mirabilia” e di come le moderne tecnologie rendano i beni culturali fruibili secondo schemi nuovi. L’interessante dibattito ha visto come relatori il professor Alessandro Delpriori, docente dell’Università degli Studi di Camerino, e il professor ingegnere Paolo Clini, responsabile del gruppo di ricerca Distory Heritage dell'Università Politecnica delle Marche.
10 titoli per 17 appuntamenti nella nuova stagione 2024-25 del Teatro Lauro Rossi di Macerata promossa dal Comune con l’AMAT e il contributo di Regione Marche e MiC.
Oltre agli spettacoli, la stagione – che si compone delle due tradizionali sezioni della Prosa e di Finalmente Domenica!, rassegna per tutta la famiglia - offre anche importanti occasioni di approfondimento e condivisione dell’esperienza teatrale con Gente di Teatro, ciclo di incontri con gli artisti protagonisti delle rappresentazioni e Scuola di platea collaudato e prezioso progetto che coinvolge i ragazzi delle scuole medie superiori.
“Un nuovo calendario con 17 incontri che ci terranno compagnia da ottobre a marzo con spettacoli di indiscussa qualità con i migliori registi ed artisti nazionali – afferma l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. La conferma di un’attenzione costante al nostro pubblico che vediamo crescere ogni anno, un pubblico eterogeneo, appassionato e curioso di scoprire, insieme a tutti noi, come il teatro ci possa ancora e sempre emozionare, aiutare a riflettere sul nostro tempo, su una ‘bellezza’ possibile e auspicabile da coltivare costantemente nell’animo umano”.
Lucrezia Lante della Rovere e Arcangelo Iannace diretti da Francesco Zecca inaugurano il programma il 29 e 30 ottobre con Non si fa così di Audrey Schebat. Francesca e Giulio, in apparenza, sembrano una coppia stabile e solida fino a quando Francesca, pianista di fama mondiale, tornata inaspettatamente da un viaggio di lavoro scopre che Giulio, affermato psicanalista, si prepara a commettere l’irreparabile.
Aspettando Re Lear di Tommaso Mattei, con Alessandro Preziosi, che firma anche la regia, e, tra gli altri, Nando Paone attende il pubblico il 28 e 29 novembre. Lo spettacolo si concentra sul momento chiave dell’intera tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce Lear proprio mentre vaga nella landa desolata per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie.
Si intitola Re Chicchinella l’ultimo spettacolo di Emma Dante in scena al Teatro Lauro Rossi il 17 e 18 dicembre, sempre adattato da una fiaba de Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerelle, meravigliosa raccolta di novelle in lingua napoletana di Giambattista Basile. Dopo La Scortecata e Pupo di zucchero, con Re Chicchinella la regista conclude il progetto con cui ha attraversato, insieme a un pubblico sempre commosso e appassionato, l’immaginifico universo dello scrittore campano affidandone l’interpretazione a Carmine Maringola e una numerosa compagnia composta da sedici attori.
Ferzan Ozpetek torna a teatro con il nuovo adattamento scenico di uno dei suoi successi cinematografici, Magnifica presenza che giunge a Macerata il 7 e 8 gennaio. Il regista, tra i più amati del nostro cinema, fa rivivere in teatro uno dei suoi film cult portando con sé in questa avventura Serra Yilmaz, Tosca D’Aquino ed Erik Tonelli, grandi protagonisti di questa commedia tra illusione e realtà, sogno e verità, amore e cinismo, cinema, teatro e incanto.
La proposta del Teatro Lauro Rossi incrocia la ricerca di Virgilio Sieni e la sua danza organica al nostro tempo il 31 gennaio e 1 febbraio con Sonate Bach, undici coreografie sul “dolore degli altri”, gli uomini, le donne, i bambini uccisi, massacrati, mutilati in guerre, conflitti, faide ed esplosioni. Corpi che cadono, legami che si perdono in esodi, assedi e stragi. Undici date emblematiche conducono a Sarajevo, a Kigali in Rwanda, a Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul, accompagnate dagli undici brani che compongono le tre Sonate di Bach. Una danza che afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza, il gesto.
Il 20 e 21 gennaio la scena è per Giusto di Rosario Lisma, storia surreale, buffa e dolente di una diversità nel mondo contemporaneo e un invito a superare le certezze che ci proteggono e i limiti che da soli ci siamo dati. «Ho scritto Giusto – racconta Rosario Lisma – con l’intento appassionato di riscattare gli invisibili della nostra società contemporanea sempre più competitiva e arrabbiata. Il mio eroe è come un fiore delicato e luminoso in una discarica comica di individualismo sfrenato. Giusto è un inno alla gentilezza e all’anticonformismo. È il baluardo dell’uomo buono in un mondo spietato. Ho sempre amato i perdenti, gli incompresi. Per fortuna il teatro mi dà la possibilità di descrivere la realtà e la gioia di ribaltarla».
La stagione in abbonamento si avvia alla conclusione il 22 e 23 marzo con Vicini di casa, pièce che forte del successo riscosso in Spagna, approda per la prima volta in Italia, adattamento di Los vecinos de arriba di Cesc Gay. La commedia indaga, con divertita leggerezza, inibizioni e ipocrisie del nostro tempo. In scena, diretti da Antonio Zavatteri e affiancati dai talentuosissimi Alessandra Acciai e Alberto Giusta, due fra gli interpreti più versatili e sensibili della scena non soltanto teatrale italiana, Amanda Sandrelli e Gigio Alberti. Un quartetto affiatato e irresistibile, che invita lo spettatore a riflettere su pregiudizi e tabù.
Insieme alla stagione teatrale torna anche Finalmente domenica!, rassegna di teatro per tutta la famiglia, sempre al Teatro Lauro Rossi con tre appuntamenti. Si inizia il 17 novembre con Sapiens. L’ultimo Neanderthal di Principio Attivo Teatro e si prosegue il 9 febbraio con Cappuccetto Rosso. Una fame da lupo! di Teatrodelleisole e il 30 marzo con Ouverture des saponettes. Un concerto per bolle di sapone di Michele Cafaggi.
Carlo Iacomucci, ed altri artisti, sono stati ricevuti ieri 31 luglio 2024 , nella Sala consiliare del comune di Macerata per un ringraziamento ufficiale in considerazione delle importanti donazioni effettuate.
Il maestro urbinate Iacomucci, che nella città di Macerata ha a lungo lavorato riscuotendo successi e riconoscimenti, ha donato delle opere pittoriche e delle acqueforti che riguardano Macerata e dintorni, realizzate negli anni della sua permanenza a Macerata (opere dal 1987 al 1989); a tal riguardo il professore ha insegnato ventitrè anni discipline Pittoriche all’Istituto Statale d’Arte di Macerata e ha abitato per 36 anni nella "Città dell’Opera", operandovi artisticamente .
Il Maestro nel 2021 ha ricevuto, dal sindaco Parcaroli e dal Prefetto, l’onorificenza di commendatore della Repubblica Italiana, con decreto del Presidente della Repubblica, per motivi artistici e culturali.
Iacomucci, che è uno degli artisti più rappresentativi delle Marche, ama definirsi “incisore da sempre che quando non incide dipinge”. La donazione ha contribuito così ad arricchire il già corposo patrimonio artistico-culturale cittadino.
L’assessore alla cultura ha espresso profonda riconoscenza, a nome dell’amministrazione comunale e di tutta la città: “Un arricchimento non solo per il patrimonio culturale cittadino ma anche nel rapporto tra istituzioni e artisti", hanno dichiarato Sandro Parcaroli e Katiuscia Cassetta.
L’assessore Silvano Iommi ha parlato di Macerata come “Atene delle Marche” e ha lodato la generosità dei Maceratesi, esempio e motore per tutta la Regione.
La dottoressa Giuliana Pascucci, responsabile scientifica e gestione delle Collezioni dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, citando Baudelaire ha parlato della donazione come atto immateriale che arricchisce tutta la città.
San Ginesio, ormai riconosciuto come il "Borgo degli Attori", nell’ambito della programmazione di eventi dedicati alle arti teatrali, rende omaggio al grande fotografo Marcello Norberth, nato a San Ginesio il 16 gennaio 1937 e scomparso lo scorso 5 marzo. Sarà inaugurata il 3 agosto, alle ore 18:00, la mostra "Marcello Norberth - La prima Retrospettiva dedicata al Maestro della fotografia di scena italiana".
Attraverso la sua arte Marcello Norberth ha reso immortale il volto dei più celebri attori italiani. La mostra - a cura dal figlio di Marcello Norberth, Luca Manfrini - sarà allestita presso il Loggiato dei Lumi - Via G. Matteotti, San Ginesio, ed è promossa dal comune di San Ginesio e dalla Proloco, con il patrocinio dell'Assemblea legislativa della Regione Marche e realizzata in collaborazione con l'associazione culturale Ginesio Fest.
Il sodalizio più celebre e durevole di Norberth fu quello con Luca Ronconi, ma numerosissime anche le collaborazioni con altri illustri registi tra cui Eduardo De Filippo, Squarzina, Castri, Orazio Costa, Peter Stein, Missiroli, Cobelli, i Magazzini e molti altri.
Norberth, oltre ad avere dedicato parte del suo lavoro alla fotografia di scena, si cimentò nell’immortalare attraverso i suoi ritratti i più importanti attori; De Filippo, Lollobrigida, Gassman, Lisi, Accorsi, Benigni e molti altri hanno voluto che il suo sguardo si posasse su di loro e li immortalasse in istanti di grande unicità.
La retrospettiva, è curata dal figlio di Marcello Norberth, Luca Manfrini, che racconta così il "ritorno" di suo padre, nella città natale: "Marcello Norberth torna nella sua terra, simbolicamente attraverso le sue fotografie. Un ritorno o meglio un incontro con la sua regione e luoghi di origine, un territorio che non ha mai scordato ma che per lui è stato fonte di continua ispirazione ed orgoglio".
Nell'ambito della quinta edizione del Ginesio Fest a San Ginesio, luogo di nascita del fotografo, viene proposta una retrospettiva di parte della sua vastissima produzione. Per la prima volta nelle Marche ci sarà la possibilità di ammirare una selezione di fotografie di scena che raccontano i più importanti spettacoli teatrali del '900 e gli attori che ne sono stati protagonisti attraverso la straordinaria visione artistica di Norberth.
"A lui sono state dedicate in passato, mostre e approfondimenti, e lo spessore delle immagini che lascia sono degne di un libro di testo su quanto i migliori e anche i più complessi registi hanno saputo realizzare" racconta Gianfranco Capitta su il Manifesto. È stato uno dei maestri della foto di scena italiana. Il suo nome è legato a tanti grandi registi.
"Fotografare un allestimento teatrale a livello alto è atto artistico in sé. Non facile. Esige una conoscenza millimetrica dell'allestimento. Nonché una certa familiarità anche con la personalità degli attori. Occorre essere nelle loro corde" così scrive di lui Rita Italiano su La Stampa.
"Norberth - scrive ancora Luca Manfrini - oltre ad avere dedicato parte del suo lavoro alla fotografia di scena, si cimentò attraverso i suoi ritratti ai più importanti attori italiani ad una continua ricerca della fotogenicità. De Filippo, Lollobrigida, Gassman, Lisi, Accorsi, Benigni e molti altri hanno voluto che il suo sguardo si posasse su di loro e li immortalasse in istanti di grande unicità".
Gli organizzatori ringraziano l'architetto Alessia Scarpeccio per la collaborazione all’allestimento, Elisa Straffi, presidente della Proloco di San Ginesio, Cristina Perna e Manfredi Mangano dell’Associazione Ginesio Fest, Flavia Cortonicchi per la consulenza e Niccolò Fano per il testo critico.
L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 3 agosto, alle ore 18, presso il Loggiato dei Lumi, in via G. Matteotti, a San Ginesio. Seguirà brindisi inaugurale con degustazione prodotti tipici. Apertura da sabato 3 agosto a sabato 4 ottobre. Apertura dal lunedì al sabato 9.30-12.30/17.00-19.00. Saranno programmate aperture straordinarie durante il Ginesio Fest dal 18 al 25 agosto.
Arriva al Cinema Cecchetti di Civitanova Marche L’Anima Salva e per l’occasione l’Azienda Teatri di Civitanova e il Civitanova Film Festival propongono un nuovo incontro con l’autore Giovedì 1° agosto, alle 21.15, il film verrà proiettato alla presenza della regista Federica Biondi e dell’attore Simone Riccioni. Seguirà un dibattito.
La pellicola, un thriller con qualche tocco horror, vede nel cast Paolo Calabresi e Samuele Sbrighi ed è stato girato nel Fermano e nel Maceratese.
La trama del film: "Dalla notte in cui un’anziana signora, suocera del sindaco, muore, in paese si registra ogni giorno un nuovo decesso, sistematicamente identificato come suicidio, ossia una debolezza privata, una colpa personale che non richiama le responsabilità della comunità di Settèmani, ritratta colpevolmente indifferente, intenta a conservare la serenità collettiva".
Doppio appuntamento all’insegna della scoperta del centro storico recanatese per la settimana che va dal 22 al 28 luglio.
Mercoledì 24 luglio torna 𝗥𝗲𝗰𝗮𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗧𝗼𝘂𝗿, visita guidata e teatralizzata del centro storico di Recanati. In compagnia di una Guida turistica e di un attore, che interpreta Giacomo Leopardi, si potranno scoprire le curiosità sulla storia della città, la Piazza, i Palazzi più antichi, le Chiese, i Monumenti, i Luoghi Leopardiani, fino ad arrivare al suggestivo Parco del Colle dell’Infinito. L’iniziativa sarà in replica anche il 31 luglio, il 7, 14, 21, 28 agosto, sempre alle ore 18.00.
Venerdì 26, invece, la quarta tappa di Recanati Insolita, passeggiate in compagnia delle guide turistiche Chiarenza Gentili Mattioli e Stefania Caporalini alla scoperta di luoghi, storie e personaggi insoliti della città di Recanati. Frutto della collaborazione tra Comune di Recanati, Associazione Operatori Turistici, Università d’Istruzione Permanente Don Giovanni Simonetti di Recanati (Uniper) e circuito museale “Infinito Recanati”, per l’occasione si visiteranno i chiostri di Sant’Agostino, Santo Stefano e il Convento dei Cappuccini.
Mega, la Meta Gallery di Popsophia, continua la sua ricerca estetica nella fenomenologia della percezione e propone un nuovo progetto espositivo. Partendo dall’adagio popolare “chi nasce tondo non può morire quadrato”, la mostra di Popsophia vuole esplorare gli aspetti filosofici connessi alla “quadratura del cerchio” Il problema dei problemi, quello che dall’antichità ad oggi ha tenuto sveglie le menti più brillanti di ogni epoca. Una sfida che gioca fra virtualità e geometria per osservare ciò che è impossibile e irrazionale formulare.
Questo percorso espositivo virtuale (visitabile con visori Vr) e modulare nella sua concezione architettonica esplora le figure geometriche e le opere d'arte, offrendo una nuova prospettiva sull'interazione tra arte e tecnologia.
MeGa, in sintonia con i principi di ordine algoritmico e parametrico, esplora nuove forme di narrazione combinando riflessione filosofica e fenomeni pop della cultura di massa. La mostra invita i visitatori a immergersi in un ambiente mutevole e metamorfico, plasmato da suoni e immagini, offrendo un’esperienza estetica e cognitiva senza precedenti
Nel percorso della mostra, ideata da Lucrezia Ercoli, curata da Evio Hermas Ercoli e realizzata dai designer e sviluppatori Alessandro Nardi, Leonardo Nardi, Mirko Verdecchia e Riccardo Preterossi, sarà possibile compiere un viaggio fra quelle figure solide, che hanno rappresentato grandi interrogativi culturali: semplici prodotti della geometria o l’ossessione della perfezione per gli artisti di ogni tempo? Sarà possibile ammirare anche le meraviglie del Nastro di Moebius esempio di superficie non orientabile che sconvolge la nostra percezione ordinaria o il triangolo di Penrose anche conosciuto come “triangolo impossibile”.
In totale saranno sei le esperienze percettive che faranno parte del percorso che, rispetto ai precedenti appuntamenti espositivi, all’interno della galleria virtuale e modulare si arricchisce di un tappeto sonoro che rende la visita unica e irripetibile
La mostra sarà visitabile all’interno della palazzina sud del Lido Cluana nelle serate del 26, 27 e 28 luglio dalle 21 alle 23.30. La mostra immersiva è visitabile con il supporto di un tutor, il catalogo è in omaggio alla fine della visita. È obbligatoria la prenotazione, l’ingresso è gratuito.
La mostra "Rivelazioni" di Ermenegildo Pannocchia, inaugurata il 6 luglio presso il Palazzetto del Podestà nella piazza di Montelupone, in presenza dell’assessore alla Cultura e vice sindaco Orietta Mogliani, prosegue con successo e, al momento, resterà aperta al pubblico fino a tutto il mese di agosto. L'esposizione, patrocinata dal Comune, Fondazione Carima, Guzzini, Algam Eko, Tecnostampa, TresPex, Petit Price, è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00.
Questo percorso espositivo, nella sua essenzialità dei pezzi per motivi di spazio, offre una panoramica del suo operato artistico; dalle prime sperimentazioni fino alle opere più recenti. Le sue creazioni, esposte in numerose mostre in Italia e all'estero ( Europa, Arabia Saudita, Stati Uniti e Giappone) testimoniano una carriera che si intreccia a doppio filo con una vita dedicata alla continua ricerca e sperimentazione nel suo laboratorio incastonato tra i vicoli silenziosi del borgo monteluponese.
Ermenegildo Pannocchia ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Macerata e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti nel 1976. Sin dagli esordi, negli anni Settanta, ha esplorato le possibilità artistiche offerte dal legno; a tal riguardo i suoi primi lavori, appartenenti alla serie "mobili scultura", segnano l'inizio di un'intensa ricerca su questo materiale di cui l’opera esposta in mostra e intitolata “Reliquiario per Eleonora d’Aragona” ne è un esempio.
“ All’inizio del suo iter espressivo- scrive Armando Ginesi- egli ha scelto come materiale il legno, antico quanto il mondo, per tramutare in forma le problematiche, le sensazioni e le emozioni della contemporaneità”
Negli anni Ottanta, Pannocchia ha ampliato la sua sperimentazione includendo bronzo e terracotta, realizzando nel 1989 la sua prima scultura monumentale per un importante edificio pubblico. Dal 1990, la sua sperimentazione si è diretta verso nuovi materiali plastici e di produzione industriale, in particolare il metacrilato, integrando studi optical e cromatismo attraverso l’uso di LED. Dal 2003 questo materiale è lavorato in negativo con uno strumento di sua invenzione, una fresa ad aria compressa, una moderna sgorbia attraverso cui ricrea la fatica e la manualità del lavoro artigianale, vera essenza del fare artistico.
Cifra stilistica che attraversa gran parte della sua produzione sono i volti; questi emergono leggeri e trasparenti da blocchi compatti che, in alcuni casi, sembrano evocare delle profondità abissali.
“Le sue sculture- scrive Paolo Serafini- ci presentano una concezione dell’essere che si attua nel darsi come sospensione e come sottrarsi, sia da un punto di vista spaziale che temporale: figure e presenze fugaci ma concrete, mani, volti, che entrano ed escono dallo spazio realizztivo e da quello circostante”.
(Foto evento: Giovanni Mariotti/ Foto catalogo: Massimo Zanconi)
“Chi quel gong percuoterà,apparire la vedrà,bianca al pari della giada, fredda come quella spada è la bella Turandot!”
Nello scenario suggestivo e unico dell’arena neoclassica dello Sferisterio, è la prima della Turandot di Puccini ad aprire la stagione del Macerata Opera Festival, che quest’anno giunge alla sua 60esima edizione. La struggente storia d’amore e morte, ambientata “a Pechino al tempo delle favole”, è affidata al regista spagnolo Paco Azorín, che firma la nuova produzione dopo il successo di Otello del 2016, e alla bacchetta di Francesco Ivan Ciampa.
Tra il pubblico, in attesa dell’apertura dei cancelli, molti appassionati di lirica e curiosi che si affacciano per la prima volta, indossando i loro abiti più eleganti, sgargianti ma anche quelli più sobri e casual.Sullo spiazzale antistante lo Sferisterio anche gruppi sparsi di giovani che immortalano il momento in attesa di prendere il loro posto sui palchetti.
La serata ha visto la partecipazione di numerose istituzioni locali, tra queste il rettore dell'Università di Macerata John McCourt: “ Con l’apertura operistica di Macerata inizia ufficialmente l’estate; aspettiamo una grande serata, grandi cantanti, un’opera meravigliosa e un sold out che dà molta soddisfazione. E’ l’inizio di una bellissima stagione: Turandot, la Norma, la Bohème. Faccio parte del Cda del Macerata Opera Festival e lavoriamo anche per cercare di rendere più accessibile l’opera a tutti, organizzando anche opere teatrali intorno alle opere che vengono presentate. Inoltre, saremo qui con Radio Rum con lo scopo di promuove tra i giovano questo bellissimo mondo dell’opera perché,a volte, sembra un po’ lontana ma occorre avvicinarli anche a questa realtà”.
Altro commento rilasciato ai nostri microfoni è quello del presidente della Regione Francesco Aquaroli: " Il Mof è importante da un punto di vista culturale perché ci posiziona come una meta ambita al di fuori della nostra regione e dall'altra parte è importante perché ci aiuta sicuramente a promuovere la nostra Regione dal punto di vista turistico. Una sinergia di aspetti che possono essere non solo fondamentali per Macerata ma anche per tutto il nostro territorio".
Dunque, sotto una luna quasi piena che si riverbera sui tetti, la Turandot di questa sera porterà sulla scena un'occasione unica di spettacolo e di meditazione.
Con le premiazioni di due distinti concorsi, è terminata la quinta edizione dell’Appennino Foto Festival, promosso dall’associazione Photonica3. Grande partecipazione anche per gli eventi accolti nell’ultimo fine settimana trascorso. Sabato 13 luglio il Festival ha fatto tappa all’Istituto Comprensivo De Magistris di Caldarola che ha ospitato la cerimonia di premiazione del 1° Concorso Nazionale di Foto e Videotrappolaggio “Lorenzo Lambertucci”.
L’evento, organizzato da L’occhio nascosto dei Sibillini, realizzato in collaborazione con Scubla Srl, ha visto trionfare la 24enne Serena Gnappa, con il suo racconto "Life History Folletti di Bosco” che ha dichiarato: "Il francolino di monte (Tetrastes bonasia) è un piccolo tetraonide presente in Italia in ambiente montano e subalpino. Poco conosciuto e poco studiato, è particolarmente difficile da contattare per via della sua indole estremamente schiva e il suo piumaggio molto mimetico. In questo breve montaggio, ho riassunto e narrato i momenti salienti del ciclo di vita di questi piccoli “folletti di bosco” in un’area dove ho provato a ricercarli con le fototrappole.”
La vittoria della piemontese arriva dopo quella che ha decretato il primo posto nel concorso Asferico con Barbara Dall’Angelo. Un’altra donna dunque riesce ad imporsi in un concorso nazionale e questo davvero particolare perché dedicato al foto e videotrappolaggio, tecnica in cui foto e videocamere a infrarossi sono in grado di attivarsi quando rilevano il movimento per cogliere l'immagine degli animali selvatici nel loro ambiente naturale. Emozionante a Caldarola il ricordo di Lorenzo Lambertucci, appassionato componente di Photonica3 e fondatore de L’occhio nascosto dei Sibillini.
Per lui i suoi amici di sempre, con cui ha condiviso la grande passione per la natura e per la fotografia naturalistica, hanno realizzato un bellissimo video pieno di sue immagini. Presente in tutte le tappe del Festival sua moglie Silvia e i figli Mattia e Greta. Dopo il racconto del naturalista e fotografo Gianluca Damiani, domenica 14 luglio il Festival ha fatto tappa al Campus Simonelli Group a Belforte del Chienti con una partecipatissima premiazione del concorso IBC Photo Awards (Italian Biodiversity and Conservation Photo Awards), contest fotografico naturalistico che celebra e promuove la straordinaria biodiversità italiana promosso da Wildlta, presieduta da Dario Rocchi.
Il vincitore assoluto della seconda edizione è stato Stefano Cerbai con lo scatto “Lo specchio della vita”. Il Festival dunque anche quest’anno ha celebrato i grandi valori della sostenibilità ambientale, della biodiversità, del rispetto e della natura. Lo ha fatto offrendo una grande luce di rinascita, tramite la fotografia naturalistica e grazie ai numerosi turisti provenienti da tutta Italia e da diversi Stati italiani, motivati e spinti a frequentare l’entroterra maceratese attratti da questi temi, incrementando la fruizione dei territori grazie a quelle forme di turismo lento, rispettoso e sostenibile di cui sicuramente questi territori hanno bisogno.
“E’stata una edizione davvero importante per noi. Il festival continua a crescere, a portare tanti turisti e tanti locali a frequentare questi piccoli comuni e ad informarsi sui diversi temi proposti. Voglio ringraziare tutto lo staff, tutti gli sponsor privati che ci hanno sostenuti, i Comuni e tutte le istituzioni che hanno ancora una volta creduto nel Festival. Un grazie a tutte le associazioni e le organizzazioni che sono state nostre partner. Non è stato facile quest’anno per noi realizzare il Festival ma lo abbiamo fatto per ricordare il nostro grande amico Lorenzo, non potevamo deludere Lollo perché ci teneva tanto ad AFF. Ogni tappa del Festival è stato giustamente ricordato".
Fino al prossimo 28 luglio ai Comuni di Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo e Serrapetrona lasceremo allestite ben 8 mostre di cui cinque in collaborazione con la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche FIAF che raccontano i paesi coinvolti.
Il Fondo Musicale del Centro Nazionale di Studi Leopardiani si è impreziosito grazie alle due nuove composizioni per voci e strumenti, create da Federico Verrigni. Queste opere, ispirate a “La ginestra” e “Alla Luna”, sono state eseguite per la prima volta il 25 gennaio 2024 al Teatro Mazzacorati di Bologna e l’8 giugno successivo nella Sala Bossi del Conservatorio “G. Martini”, dove Verrigni è studente del Biennio di composizione.
Accompagnato da Paola Ciarlantini, che ha studiato il fondo, Federico Verrigni ha consegnato personalmente le sue composizioni al presidente del CNSL, Fabio Corvatta. Il giovane compositore ha espresso il suo entusiasmo dicendo: “Ringrazio sentitamente per la splendida e calorosa accoglienza il presidente del CNSL. Considero quanto avvenuto oggi come un traguardo per la mia vita oltre che per la mia carriera di compositore e spero che possa essere la prima di una lunga serie di altrettanto piacevoli collaborazioni con il Centro Nazionale di Studi Leopardiani”.
Attualmente, il Fondo Musicale del Centro Nazionale conserva oltre 230 partiture, sia manoscritte che stampate, su supporti analogici e digitali. Dopo un importante intervento di catalogazione e riorganizzazione nel 2021, l’inventario del fondo viene costantemente aggiornato con tutte le nuove donazioni, come quella de “L’infinito” musicato da Massimo Varini e recitato da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Il Presidente Corvatta ha espresso la sua gratitudine verso Federico Verrigni per il suo contributo.
La scrittrice maceratese Paola Verole Bozzello si è classificata prima al Premio letterario dell’Università delle Tre Età di Civitanova Marche. Nel corso della cerimonia che si è svolta domenica 14 luglio, nello spazio della Pinacoteca di Civitanova Alta, sono stati assegnati i riconoscimenti ai finalisti alla sesta edizione del concorso che quest’anno ha avuto come tema la libertà.
Il racconto “Tana libera tutti” della Bozzello ha conquistato la giuria lettori, degli studenti e la giuria tecnica.
Al secondo posto: “La ruota della fortuna” della civitanovese Barbara Malaisi e al terzo è arrivato “Stelle” di Daniela Duca di Roma. I due i racconti menzionati: “Fin che morti non separi” di Gian Paola Pintus di Oristano e “Il paese della libertà” di Lucia Farabosco di Sapri.
La serata è stata presentata da Daniela Gurini ed ha visto alternarsi le performance dei musicisti Maurizio Serafini, Fabio Capponi, Valeria Romitelli e dell’attrice Pamela Olivieri.
Il Premio è stato organizzato in collaborazione con il circuito delle Unitre nazionali ed il patrocinio della città di Civitanova Marche, dell’azienda Teatri e dell’I.I.S. “Leonardo da Vinci”.
“Siamo soddisfatti per la grande partecipazione al concorso, sono stati 72 gli elaborati che ci sono pervenuti da tutta Italia sul tema della libertà - ha detto la presidente Unitre Marisa Castagna. Ringrazio quanti hanno collaborato alla riuscita del Premio che riproporremo a primavera”.
Grande partecipazione ieri nello spazio multimediale San Francesco di Civitanova Alta, per il vernissage di Anna Donati “Iskra”, che ha messo in mostra una selezione di 120 opere, realizzate dal 2001 al 2024, e raccontate nel progetto espositivo “La fiamma che arde" firmato dal professor Stefano Papetti e curato dall’architetto Luciano Mei.
Per l’occasione sono intervenuti il consigliere regionale Pierpaolo Borroni, che ha portato i saluti del governatore Francesco Acquaroli, il sindaco Fabrizio Ciarapica insieme al presidente del Consiglio comunale Fausto Troiani e all’assessore Roberta Belletti, il presidente dell’azienda Teatri Maria Luce Centioni con il direttore Paola Recchi e il Cda, i critici d’arte professor Roberto Cresti e Stefano Papetti.
L’artista Donati, ringraziando le autorità presenti e le tante persone intervenute, ha esternato la propria soddisfazione di aver avuto l’onore di realizzare questa personale nella sua città, e in uno spazio così prestigioso come il San Francesco che ospiterà fino all’8 settembre le più significative opere della sua ricerca artistica: dall’astrattismo geometrico alla scultura, attraverso materiali diversi tra loro che creano un dialogo cromatico e materico con lo spettatore.
“Iskra – ha spiegato Papetti - in lingua russa significa scintilla, è il nome d’arte scelto da Anna Donati, artista marchigiana, già allieva di Remo Brindisi durante gli anni di studi all’Accademia di Belle Arti di Macerata che, dopo una carriera nel mondo della moda e della grafica, inizia a dedicarsi dagli anni Novanta esclusivamente all’arte. L’incendio non si limita alla creazione pittorica, ma scende concretamente nella vita per avere un’influenza nel sociale, nella lotta alle ingiustizie. In mostra sono esposte anche le recenti sculture in stoffa della serie conflitti, che ricordano dei sudari insanguinati, tributo da parte dell’artista alle vittime delle guerre in corso tra l’Ucraina e la Palestina; Donati prende infatti una posizione significativa davanti alle ingiustizie e ai drammi della società contemporanea".
“Anna Donati lavora per pure analogie, guidata senza pregiudizi estetici dal pensiero della forma, che è la vera forma del suo lavoro, in un labirinto di riflessi senza centro e senza un verso di marcia stabilito: il nome «Iskra», in russo «scintilla», dà fondamento alla sua identità e indica un’accensione come un effetto e una causa. La seguiamo in questo percorso riepilogativo che porta, in realtà, al proprio inizio” ha detto Roberto Cresti.
“L’Amministrazione comunale ha voluto celebrare la straordinaria carriera artistica di una sua concittadina – ha sottolineato il sindaco Fabrizio Ciarapica. Sono particolarmente emozionato per questo progetto, Anna è senz’altro un’esponente di spicco della nostra comunità, sono tanti e alti i suoi contributi alla vita culturale, come succede per i Martedì dell’Arte, una rassegna che coinvolge tanti appassionati”. La mostra è corredata da un catalogo edito da Grafiche Fioroni, con testi critici a cura di Stefano Papetti e Roberto Cresti.
Anna Donati studia all’Istituto d’Arte e si perfeziona all’Accademia Belle Arti di Macerata. Con il suo secondo nome: Iskra, dai primi anni Novanta si dedica solo all’arte. Suoi Maestri sono gli antesignani del Futurismo, Klee e Kandinskij.
Dai 14 ai 19 anni figurinista presso azienda confezioni femminili “Rogin”, dai 20 ai 38 anni stilista presso la sartoria “Emilia Cavalli” pret-a-porter donna, dai 18 ai 22 anni disegnatrice presso gli architetti Renzo Perugini e Aldo Tomassini Barbarossa, dai 22 ai 24 anni arredatrice presso la ditta “Marcelletti”, dai 29 ai 35 anni progettista grafico-pubblicitaria presso la ditta “Publidia” di Alfredo Paoletti, dai 36 ai 38 anni disegnatrice presso l’architetto Aldo Tomassini Barbarossa. Per cinque anni ha insegnato pittura e disegno presso l’Università della Terza Età, nel1999 è stata impegnata come esperta presso l’Istituto S. Stefano in corsi di disegno e pittura rivolti a soggetti con problemi psicomotori.
Il meglio di Musicultura 2024 andrà in onda su Rai 2 in seconda serata lunedì 15 luglio e lo stesso giorno Rai Italia diffonderà il programma in ambito internazionale agli oltre 120 milioni di spettatori disseminati nei cinque continenti: Europa, America, Asia, Africa e Oceania.
Condotto dall’inedita coppia Carolina Di Domenico e Paola Turci, il programma di Rai 2 proporrà nella suggestiva scenografia dello Sferisterio di Macerata le esibizioni live di Enzo Avitabile, Serena Brancale, Diodato, Filippo Graziani, Nada, Marcin e Carlotta Proietti.
Con loro i vincitori del prestigioso concorso di Musicultura, Nico Arezzo, Anna Castiglia, De.Stradis, Nyco Ferrari, Bianca Frau, Helle, Eugenio Sournia e The Snookers. Su Rai 2 si potranno rivivere le intense emozioni della giovanissima Anna Castiglia eletta dal pubblico dello Sferisterio Vincitrice Assoluta del Festival 2024, alla quale sono andati gli ambiti 20 mila euro del Premio Banca Macerata.
Il programma televisivo, firmato da Matteo Catalano e dal direttore artistico del Festival, Ezio Nannipieri, per la regia di Duccio Forzano, vede anche la partecipazione di Rai Radio1, la radio ufficiale di Musicultura, che ha seguito l’evento con Duccio Pasqua, Marcella Sullo e John Vignola. Completano e impreziosiscono il racconto del Festival RaiNews 24, RaiNews.it, TgR, Rai Italia, RaiPlay e RaiPlaySound.
Seguitissima dai mass media nazionali, Musicultura si riconferma un attrattore culturale e turistico delle Marche peculiare, una primaria vetrina che promuove tutto l’anno il territorio grazie ai prodotti multipiattaforma che il Festival produce e diffonde anche in collaborazione con Rai, main media partner del Festival.
Dall’inizio dell’anno, le diverse fasi della manifestazione sono state documentate da 14 dirette streaming sui social e su RaiPlay che hanno raggiunto 3 milioni di utenti, da 7 special di Rai Radio1 trasmessi in diretta da Macerata e da Recanati, seguiti da oltre 2 milioni di radioascoltatori.
Spettacoli live, dirette streaming e radiofoniche di Rai Radio1, servizi e speciali dedicati su Tg1, Tg2, Tg3, Rai News 24, Rainews.it, RaiTgr, Rai Italia, Gr1, Gr2, Gr3, e centinaia di articoli realizzati dalle principali testate giornalistiche nazionali che hanno seguito direttamente il Festival, il tutto condito dai numerosi contenuti web e social, sono il mix trasversale di comunicazione che Musicultura ha offerto per la promozione della canzone popolare e d’autore e della regione Marche anche per l’edizione 2024.
Il lungo percorso di Musicultura culminerà lunedì 15 luglio con lo special in onda su Rai 2 e su Rai Italia, due ore di grande musica e spettacolo dal cuore delle Marche, che il Festival da anni contribuisce a far conoscere ed apprezzare a milioni di Italiani della penisola e dei cinque continenti nel mondo.
Sabato 13 luglio 2024 verrà inaugurata, a partire dalle ore 18, la mostra “1+1=3 | Elementi di Biomimica” dell’artista Roberto Giacomucci, nella prestigiosa cornice del Museo Civico di Villa Colloredo Mels, nel cuore del centro storico di Recanati.
Una selezione di opere che definisce, negli spazi della Sala Adelaide Gigli, un percorso espositivo di particolare rilievo creativo, con risvolti estetici e concettuali corroborati da una peculiare tecnica di realizzazione dei lavori che trae origine anche dalla conoscenza e confidenza con materiali e lavorazioni industriali.
Roberto Giacomucci (Ancona, 1960) è infatti già noto per la sua premiata attività di architetto e designer (giacomuccidesign.com), grazie ad una carriera per importanti progetti e brand italiani con creazioni che più volte gli sono valse la menzione al Compasso d’Oro.
La curatela della mostra, patrocinata dal Comune di Recanati, è stata affidata a Giorgio d’Orazio, curatore indipendente legato in particolare alla figura di Joseph Beuys, il Maestro della Difesa della Natura.
Sono 13 i “dittici” esposti, ovvero coppie di opere di dimensione 70x100 cm, incorniciate in metallo, dal valore cromaticamente evocativo e in dialogo fra loro; un corpus di lavori che determina un’impaginazione visuale dello spazio, complice anche un particolare allestimento, capace di suggestionare per varietà e potenzialità visiva: dimensioni aniconiche in cui lo sguardo può interrogarsi sulla percezione di una reale evidenza quanto del celato dalla realtà dell’opera.
“È così che la Natura, grazie al filtro dell’artista, può ritrovare la propria immagine attraverso un “fare” antropizzato, - si legge nelle note del curatore che accompagnano la mostra, - “un “inganno” che evidenzia la polivalenza della materia quando incontra il sentimento creativo, la visione poetica. È il caso della “biomimica” di Roberto Giacomucci, una “imitazione” della natura attraverso l’uomo che diventa sintonizzazione della vita su frequenze di equilibrio ad alto contenuto di bellezza. Le opere, questi “elementi di biomimica”, danno lo spunto al concetto sottinteso alla mostra, 1+1=3: è la somma dei dittici esposti, così come il rapporto visivo tra fruitore e opera, a creare una sinergia di due elementi capace di produrre un risultato maggiore della semplice somma degli stessi”.
La mostra, visitabile fino a metà settembre, chiuderà con un finissage, il sabato 14 settembre 2024 a partire dalle ore 18, durante il quale sarà presentato e distribuito il catalogo di “Roberto Giacomucci. 1+1=3 | Elementi di Biomimica”, con immagini delle opere, testi critici e biografici sull’artista.