Un cane molecolare è morto nella tarda serata di domenica, dopo aver toccato un pozzetto elettrico di un palo dell'illuminazione pubblica a San Benedetto del Tronto, rimanendo folgorato. Si è invece salvato il suo proprietario e conduttore Massimiliano Galletti.
Sul fatto sono in corso accertamenti da parte di carabinieri, vigili del fuoco, personale del servizio veterinario. Byron, questo il nome del cane, ha partecipato negli ultimi dieci anni alle attività del Soccorso Alpino e dell'Associazione Nazionale Carabinieri.
Tra queste le ricerche delle persone sotto le macerie del terremoto del Centro Italia del 2016, nell'omicidio Sarchiè, nelle ricerche dei piloti subito dopo lo schianto dei due tornado nel cielo di Ascoli Piceno nel 2014. Subito dopo l'accaduto sono stati disalimentati diversi pozzetti elettrici della zona e sono ancora in corso controlli per verificare il livello di sicurezza. Controlli accurati sono stati sollecitati anche dal sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo.
"Sono profondamente addolorato per quanto successo – dice il primo cittadino di San Benedetto – sono stato informato nella tarda serata di domenica dell’accaduto e ho dato immediate disposizioni affinché fosse fatto tutto quanto era necessario per tutelare la sicurezza pubblica. Ora attendo l’esito di queste verifiche. È un episodio incredibile nella sua drammaticità sul quale dev’essere fatta rapidamente chiarezza".
Dramma nella casa di riposo comunale di corso Vittorio Emanuele a Potenza Picena. Nel primo pomeriggio di ieri, un’ospite di 79 anni è precipitata da una finestra della struttura da un’altezza di circa quattro metri.
Stando a una ricostruzione, pare che la donna - originaria di Cingoli - si sarebbe lasciata cadere volontariamente nel vuoto. Inutile ogni soccorso.
Auto distrutta dalle fiamme a Osimo. I vigili del fuoco sono intervenuti nella nottata, in Largo Trieste, a causa di un incendio di un’autovettura che sostava nelle vicinanze di un’abitazione.
La squadra di Osimo, intervenuta con un’autobotte, ha provveduto a spegnere le fiamme utilizzando della schiuma antincendio e a mettere in sicurezza l’area dell’intervento. Non si segnalano feriti. Sul posto anche i carabinieri di zona, resta da stabilire cosa abbia innescato il rogo.
Cordoglio a Colmurano per la scomparsa di Nello Minnozzi, deceduto nella mattina di sabato 25 febbraio nella sua abitazione di Macerata, venti giorni dopo aver compiuto novantasei anni.
Era nato a Colmurano, dove ha vissuto fino a qualche anno dopo il matrimonio.Era un dipendente della provincia, distaccato all’ufficio di igiene presso l’ospedale Civile di Macerata.
Negli anni ottanta era stato un attivo sostenitore e membro della Democrazia Cristiana della nostra provincia. Conosciuto e rispettato anche negli ambienti politici romani, dove si recava frequentemente mantenendo un particolare rapporto con il senatore Danilo De Cocci.
Non ha mai mancato di dimostrare i forti legami con la comunità di Colmurano dove passava il periodo delle vacanze e partecipava a tutte le manifestazioni e le ricorrenze.
È stato socio, ma soprattutto presidente, della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Colmurano, partecipando fino all’ultimo anche alle manifestazioni organizzate da questa storica Associazione.
Mario Lambertucci lo ricorda con particolare commozione: "Ho avuto il piacere, negli anni in cui sono stato Presidente della Società Operaia di Colmurano, di parlare con lui e con malinconia, abbiamo condiviso i ricordi dei bei tempi in cui tutto sembrava essere più umano, come le manifestazioni del Carnevale dei bambini, che negli anni settanta e ottanta riscuotevano un successo enorme dovuto principalmente all’organizzazione e alla numerosa partecipazione di famiglie che provenivano da tutta la provincia".
La comunità di Colmurano si unisce al dolore della famiglia Minnozzi, in particolare a quello delle figlie, Patrizia e Silvia; della nipote Maria Stella e dei generi, Alessandro e Alberto.
La funzione religiosa sarà celebrata lunedì 27 febbraio, alle ore 10:00, presso la chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Macerata, partendo dal "Centro Funerario Città di Macerata", sito in via dei Velini 235.
Capodarco di Fermo - Un omicidio efferato, ancora senza una apparente spiegazione si è consumato ieri intorno all'ora di cena: la vittima è una donna di 85 anni, Giuseppina Traini. E' stata trovata poco dopo le 21 da uno dei due figli morta, colpita in diverse parti del corpo con un coltello rinvenuto poi nell'abitazione.
Il marito Giovanni Petrini, di 88 anni, è stato trovato in uno stato di shock fuori dall'abitazione e, secondo le prime notizie, l'uomo avrebbe confessato il gesto.
I sanitari del 118 intervenuti sul posto, allertati dal figlio, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna. Il marito, ora in stato di fermo e colto da malore, è stato trasportato all'ospedale Murri di Fermo. Sul luogo dell'omicidio la scientifica, la squadra mobile di Fermo ed il magistrato.
Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze, sembra che qualcuno abbia sentito delle grida nella serata di ieri. Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro esprime "vicinanza ai figli, ai familiari, a tutta la zona di Capodarco".
Tragico incidente a Macerata, perde la vita un uomo di 46 anni, Loris Tedeschi: ferite altre due persone. Il sinistro fatale è avvenuto questa notte, poco dopo le 2, lungo la strada provinciale 77, in contrada della Pieve, su un rettilineo.
Per ragioni in corso di accertamento da parte della polizia stradale di Civitanova Marche, una Fiat Panda vecchio modello e una Ford Kuga si sono scontrate frontalmente, coinvolgendo anche una terza vettura (una Fiat Punto).
Ad avere la peggio è stato il conducente della Panda, che ha terminato la sua corsa contro un albero. L'impatto non ha lasciato scampo al 46enne, originario di Gualdo. L'auto è andata distrutta.
Feriti anche il conducente della Ford Kuga (un 24enne) e il conducente della Fiat Punto (un 60enne, con lui a bordo anche una seconda persona, illesa), ricoverati per accertamenti all'ospedale di Macerata. Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118 e i vigili del fuoco del comando centrale di Macerata.
Un appello a non restare indifferenti contro quello che non va, a partire dai più piccoli soprusi della vita quotidiana, è stato lanciato questa mattina dal maggiore Giulia Maggi, comandante della compagnia carabinieri di Tolentino e dal luogotenente De Giorgi comandante della stazione dei carabinieri di San Ginesio, intervenuti al liceo Alberico Gentili di San Ginesio, accolti dalla 1° Collaboratrice del Dirigente Scolastico Alessandroni Tiziana per un incontro formativo sulla cultura della legalità e cyberbullismo introdotto da Santoni Emanuela, docente di Diritto ed Economia , agli alunni delle classi prima, seconda e terza degli indirizzi scienze umane e linguistico.
I militari hanno privilegiato esempi concreti: da coloro che riprendendo una scena violenta con il telefonino pensano di agire per il bene collettivo, testimoniando con le immagini un delitto, mentre in realtà come è stato illustrato dai carabinieri si tratta di fare un passo indietro, di pensare che sarà sempre l'altro ad impegnarsi per evitare la violenza. È proprio il disimpegno morale, cioè l'indifferenza per quanto sta accadendo, il primo elemento che permette ai bulli che prendono di mira una persona in condizione di particolare fragilità, di dare luogo a soprusi e vessazioni che mettono la vittima in uno stato di profonda soggezione e prostrazione psicologica. Particolarmente delicata e a rischio, come descritta dalle parole dei due militari presenti, è l’età dell’adolescenza anche se il bullismo non è reato in sé per sé può portare a commettere azioni illegali, per cui anche chi è minore viene sanzionato.
Dopo un breve esame delle diverse tipologie di reato e dei rischi che chiunque può correre di diventare vittima di un bullo, nelle parole del maggiore e del luogotenente alcuni consigli per evitare che queste violenze possano verificarsi e propagarsi. La prima cosa è il fare rete tra le diverse componenti della famiglia, della scuola ed i servizi sociali, le forze dell’ordine in chiave preventiva e anche avere il coraggio di dire che le cose non vanno, proprio perché dal silenzio e dall'appoggio di persone a lui vicine, il bullo trae la forza per continuare con le sue prepotenze. «Va bene segnalare, è giusto segnalare», lo hanno ripetuto più volte il maggiore Maggi e il luogotenente De Giorgi «basta, questo non fa ridere nessuno», un'altra frase suggerita dai militari.
È stato proiettato un video illustrativo delle molteplici attività dell'arma dei carabinieri e successivamente un breve filmato in cui Nicola Gratteri, il magistrato in prima linea contro la criminalità, avverte i giovani di essere consapevoli che un giorno prenderanno in mano il proprio futuro, che però è profondamente condizionato da come gli adulti di oggi lo hanno plasmato per asservirlo alle loro necessità di potere. È stato poi proposto l'esempio di un fatto di cronaca avvenuto a Milano, in cui un ragazzino è stato torturato su una sedia con i fili elettrici, i suoi aguzzini hanno avuto una condanna a quattro anni di reclusione.
«Chi subisce, subisce non solo dal gruppo ma anche dall’indifferenza delle masse, perché non viene riconosciuto come una persona degna di valore», ha detto il maggiore Maggi. Il luogotenente De Giorgio ha poi avvisato sui rischi connessi all'uso dei cellulari e dei social network, evidenziando come in caso di condotte illegali, conseguono responsabilità a livello familiare, civile, penale e sociale.
Toccante l’esempio di una ragazzina, che per un gesto d’affetto ripreso dai compagni di classe e amplificato dai social, è stata tacciata di essere di facili costumi, subendo un periodo di forte fragilità emotiva, connessa a depressione. In questo caso è stato evidenziato come la rete efficace, tra scuola e servizi sociali e sanitari, abbia evitato conseguenze peggiori. È stata evidenziata poi la pervasività, l’anonimato, l'indebolimento delle norme etiche, che si nascondono dietro al fenomeno del cyberbullismo, cioè tutti quegli atti vessatori che vengono rilanciati e amplificati grazie al mondo digitale.
«È come mettere qualcosa in mondovisione pubblicare sui social», hanno avvisato i militari, richiamando alla necessaria responsabilità verso sé stessi e gli altri, segnalando le situazioni più critiche, perché se certi fenomeni accadono è quando la collettività si mette i paraocchi e non si assume la responsabilità collettiva di controllare e segnalare i comportamenti socialmente devianti.
Tragedia in località Porto Potenza Picena dove un uomo – un 59enne commerciante originario di Osimo - si è tolto la vita all'interno del magazzino della propria attività. La scoperta nella tarda mattinata di oggi.
Sul posto sono giunti gli operatori sanitari del 118 e i vigili del fuoco, ma per il 59enne non c'era ormai più nulla da fare. Presenti anche i carabinieri per ricostruire l’esatta dinamica di quanto avvenuto e per i rilievi di rito. Non sembrano, comunque, esserci dubbi sulla volontarietà del gesto.
Centinaia chilogrammi di "nocciolino", un biocombustibile ricavato dalla sansa come sottoprodotto della lavorazione dell'oliva del tutto simile al pellet, risultato non a norma è stato sequestrato dai carabinieri forestali in due esercizi commerciali a Petritoli e Montefiore dell'Aso.
Il biocombustibile irregolare era stato posto in vendita senza l'etichettatura, prevista dalla legge, che ne indicasse le caratteristiche qualitative e l'eventuale presenza di sostanze potenzialmente pericolose per la salute.
L’irregolarità è stata scoperta durante una serie di controlli condotti dai militari delle stazioni carabinieri forestali di Fermo, San Benedetto del Tronto, Castignano e Amandola, coordinati dal Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaaf) di Ascoli Piceno sui combustibili per uso domestico.
I titolari delle ditte interessate sono stati sanzionati amministrativamente per un importo fino a 25 mila euro e segnalati all'autorità amministrativa competente. Il nocciolino è uno scarto di lavorazione della spremitura delle olive, quello di sansa vergine si ottiene dalla sansa vergine mediante centrifugazione. Il prodotto che ne deriva è una biomassa a tutti gli effetti con un potere calorifero che varia tra i 4,5 ed i 6,5 KWh/Kg.
Può essere messo in commercio solamente se rispetta le indicazione circa la, provenienza, tipologia del prodotto, l'importazione per il consumatore finale in lingua italiana della merce stessa, Regione carabinieri Forestale "Marche" e tutti gli altri requisiti previsti dal Codice del Consumo.
Ammonimento per violenza di genere, da parte del questore di Fermo, nei confronti di un uomo, padre di due giovani donne, che nella serata di venerdì ha aggredito la sua convivente. La Squadra Volante della polizia è intervenuta ieri sera in un'abitazione cittadina dove era stata segnalata una lite violenta, alla presenza di una delle figlie.
L'uomo aveva aggredito la compagna che gli aveva rimproverato di aver abusato di sostanze alcoliche. Una lite che non sarebbe stata un episodio isolato. Per questo motivo l'uomo è stato convocato in Questura, dove personale di polizia, qualificato e specializzato in materia di violenze domestiche, gli ha notificato il provvedimento che rappresenta una sorta di avvertimento a cambiare atteggiamento nei confronti della vittima, pena la possibilità di misure di prevenzione ancora più incisive.
Al contempo, sempre in un'ottica preventiva, all'uomo sono stati illustrati i percorsi da seguire presso le strutture specializzate della provincia in materia di gestione dei soggetti maltrattanti.
“La misura dell'ammonimento, ricorda la Questura, rappresenta, tra le misure di prevenzione adottabili dal questore, la prima forma di intervento atta a scongiurare quelle gravi forma di violenza domestica, ovvero violenza fisica, psicologica o economica, che accadono in ambiente familiare o in ambito di rapporti di coppia, con i propri coniugi o partner attuali o passati, prima che diventino fatti più gravi”.
Danneggiata da vandali la Pietra d'inciampo davanti alla porta di casa di Mario Corradetti, internato militare italiano (Imi), a Montottone, fatta installare dal figlio Rossano lo scorso 8 dicembre (leggi qui la storia di Mario Corradetti).
Rossano Corradetti aveva acquistato la Pietra dall'artista Gunter Demnig, autore delle installazioni (ce ne sono migliaia in tutta Europa), in memoria degli ebrei e dei deportati militari, civili, politici nei lager nazisti, dopo che il Consiglio regionale delle Marche aveva lasciato cadere il progetto di installarne altre.
"Un atto gravissimo. Sto andando a denunciare il fatto ai carabinieri", afferma Rossano Corradetti. Qualcuno ha cercato di staccare dalla pietra la lastra di ottone, rimasta danneggiata, con il nome di Mario Corradetti, la data di nascita e quella della deportazione.
"Mio padre - ricorda il figlio - si rifiutò di combattere accanto alla Wehrmacht e ai repubblichini di Salò dopo l'8 settembre 1943, fu fatto prigioniero a Larissa, in Grecia, dalla Luftwaffe e deportato e internato nei lager nazisti di Sandbostel e Wietzendorf".
Liberato alla fine della Seconda Guerra Mondiale riuscì a tornare a casa. È morto nel 1986. Rossano ha curato e pubblicato un Diario tratto dagli appunti e dai ricordi del padre durante la prigionia, ha trasformato la casa di Montottone in un piccolo museo dedicato alla vita nei campi di concentramento e allo status dei militari italiani internati, che viene aperta in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, e altre festività civili.
Ogni anno, in occasione del Giorno del Memoria, viene chiamato nelle scuole del territorio per raccontare la storia del padre. "Spero che non sia stata danneggiata anche la marmetta dedicata agli internati militari e l'albero di ulivo che avevo donato alla scuola media di Montottone", conclude Rossano.
AGGIORNAMENTO delle 18:00
Nessun atto vandalico alla Pietra d'inciampo di Montottone, dedicata a Mario Corradetti, internato militare italiano in un lager nazista.
"Si è trattato solo di un incidente - spiega il sindaco del piccolo comune fermano Giovanni Carelli - abbiamo installato la Pietra lo scorso dicembre con tanta cura, ma l'abbiamo lasciata leggermente più alta rispetto agli altri sampietrini per farla vedere meglio.
Durante l'ultima nevicata, uno dei mezzi spazzaneve l'ha toccata, accartocciando la copertura d'ottone. Abbiamo provveduto a una riparazione immediata: appena possibile toglieremo il sampietrino, lo faremo riparare e poi verrà nuovamente installato, questa volta all'altezza giusta".
Tre uomini di origine croata e una donna italiana, residenti tra Zagarolo e Tor Bella Monaca, sono destinatari della misura cautelare della custodia in carcere a seguito di un furto in abitazione consumato a San Severino Marche.
Il 15 gennaio, la centrale operativa della Compagnia di Tolentino ha inviato la pattuglia della stazione presso una villetta alla periferia del paese, il cui proprietario, in quel momento fuori regione, aveva avuto contezza della presenza di persone intente a rubare all’interno; ciò grazie ai sensori del sistema di videosorveglianza, installato in casa e collegato al telefono cellulare.
La vittima ha subito allertato una parente, che si trovava in zona e che, oltre ad avvisare i carabinieri, si è avvicinata con la propria auto all’abitazione parcheggiando a bordo strada in attesa della pattuglia. A quel punto la donna ha notato un’autovettura di colore scuro transitare, in quella strada isolata, a forte velocità.
In sede di sopralluogo i militari hanno verificato che gli autori del furto avevano provocato danni non trascurabili all’abitazione, forzando il cancello in ferro e la porta finestra della cucina, intrattenendosi a lungo all’interno per perpetrare il reato, alla ricerca della cassaforte, dandosi poi alla fuga perché avvedutisi della presenza del sistema di videosorveglianza interno.
In sede di denuncia, sporta dai proprietari, è emerso poi che erano riusciti a sottrarre un orologio e delle sterline, mentre i tentativi di aprire la cassaforte non erano andati a buon fine perché vi era stata l’interruzione anticipata dell’azione criminosa.
Le successive indagini, condotte nell’immediatezza dei fatti, attraverso acquisizione di fonti testimoniali e analisi dei sistemi di videosorveglianza dei comuni di San Severino Marche e Castelraimondo hanno consentito di individuare il mezzo, e di avviare le indagini.
L’attività informativa condotta dai carabinieri ha fatto emergere che abitualmente l’autovettura era utilizzata da soggetti residenti a Zagarolo e Tor Bella Monaca, controllati tempo prima in costiera romagnola.
Il confronto tra le foto segnaletiche dei presunti ladri, e i volti ripresi dalle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione e della città, ha permesso di riconoscere con certezza i quattro autori del reato, uno dei quali indossava anche lo stesso capo di vestiario in entrambi i contesti, ovvero durante il furto e in sede di foto segnalamento.
Successivi riscontri hanno consentito di verificare che il gruppo aveva alloggiato la notte precedente in un hotel di Ancona, aveva fatto tappa a San Severino Marche, ove aveva perpetrato il reato, per poi riallontanarsi verso il luogo di residenza.
Sulla base delle risultanze investigative relazionate, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di misura cautelare a carico degli indagati, per il reato di furto in abitazione in concorso.
Il 9 febbraio scorso, il Gip ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, eseguita la settimana scorsa dai militari del Norm di Tolentino e della Stazione di San Severino Marche, in collaborazione con le stazioni carabinieri di Colonna e Tor Bella Monaca, dipendenti dalla Compagnia di Frascati, ove gli indagati sono residenti.
La donna, di 47 anni, residente a Zagarolo, è stata così tradotta al carcere di Rebibbia, mentre uno dei correi, un 57enne, è stato accompagnato al carcere di Ancona; gli altri due indagati, irreperibili, sono ancora destinatari della misura.
Tutti gli indagati hanno numerosi alias e un fitto numero di precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio. I due tradotti al carcere erano stati sottoposti al regime di detenzione domiciliare fino al mese di settembre scorso.
È stato convalidato questa mattina l'arresto del 23enne egiziano che il 22 febbraio scorso, a Jesi, ha rapinato un 12enne, facendosi consegnare una felpa dopo averlo minacciato con una pistola scacciacani. Il Giudice di Ancona ha confermato l'accusa di rapina aggravata, e ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere presso la casa circondariale di Montacuto di Ancona.
Secondo la ricostruzione, nella tarda serata di mercoledì, in pieno centro, il giovane - regolare sul territorio nazionale - sarebbe stato probabilmente infastidito dallo scherzo di alcuni ragazzini che avevano suonato al citofono della sua abitazione. È sceso in strada munito dell'arma finta priva di tappo rosso, replica fedele di una Beretta modello 92 calibro 9, simile a quella in dotazione alle forze dell'ordine, e li ha raggiunti.
L'uomo, ha puntato la pistola contro uno di loro, minacciandolo e inseguendolo fino a bloccarlo qualche metro dopo. Quindi, sempre sotto la minaccia di quell'arma, lo ha costretto a consegnargli la felpa che indossava e si è allontanato a piedi.
La vittima ha subito segnalato l'accaduto al numero di emergenza 112. Immediato l'intervento sul posto dei carabinieri dell'Aliquota Radiomobile e della Stazione di Jesi i quali, grazie alle informazioni acquisite "a caldo", hanno individuato il 23enne e lo hanno raggiunto presso la propria abitazione.
Nel corso della perquisizione domiciliare, i militari hanno recuperato la felpa e la pistola, quest'ultima occultata in uno spazio comune all'interno del condominio. Nel caricatore c'erano delle munizioni a salve. Altre munizioni dello stesso tipo, una ventina circa, sono state rinvenute in casa.
Oltre cento auto controllate in 24 ore: è il bilancio di un servizio coordinato a largo raggio dei carabinieri della compagnia di Tolentino, che ha visto l'impiego di numerose pattuglie dei reparti dipendenti.
Nella fascia oraria pomeridiana e serale sono state perlustrate le vie di Tolentino e San Severino Marche, non tralasciando le frazioni e le zone isolate in un’ottica di prevenzione dei reati contro il patrimonio, e attuati numerosi posti di controllo.
In serata sono stati controllati anche bar e esercizi commerciali delle cittadine, con l’identificazione di numerose persone. I militari dell’Aliquota Radiomobile hanno elevato sanzioni amministrative per guida con patente ritirata e con tasso alcolemico di 0.80 g/l (superiore ai limiti consentiti per legge). Un quarantenne, sempre a Tolentino, è stato sanzionato per guida con patente sospesa, con segnalazione alla Prefettura di Macerata.
È morto questa mattina a Roma Maurizio Costanzo, giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore. Aveva 84 anni. Nato nella capitale il 28 agosto 1938, Costanzo ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). Ha raggiunto la grande popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk-show Bontà loro.
Il suo nome è legato anche al Maurizio Costanzo show, in onda dal 1982 su Mediaset. Tra i suoi programmi più noti, anche Buona domenica. Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collaborazione con G. Dotto), E che sarà mai? (2006), La strategia della tartaruga (2009), Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l'Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti
Anche a Tolentino la notizia della morte di Maurizio Costanzo ha destato molto cordoglio. L’amministrazione comunale, il MIumor Museo internazionale dell’Umorismo nell’Arte e la città ricordano il celebre giornalista che è stato direttore artistico della 25° edizione della Biennale dell’Umorismo nell’Arte del 2009.
Costanzo ha anche curato la mostra personale promossa dal Miumor dedicata all’artista Leo Longanesi e più volte ha ospitato al Costanzo Show sia i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, tra cui l’allora sindaco Luciano Ruffini e l’assessore Massimo Marco Seri, ma anche persone di Tolentino come ad esempio Paolo Scisciani, presidente dell’associazione Tolentino815 per parlare della rievocazione della battaglia.
Fu anche tra i primi a chiamare per esprimere la sua solidarietà e per mettersi a disposizione all’indomani dell’incendio che interessò il Teatro Vaccaj. Insieme all’Amministrazione comunale organizzò la conferenza stampa di presentazione della Biennale del 2009 al teatro Parioli.
Maurizio Costanzo scriveva nella presentazione del catalogo della Biennale di cui era direttore artistico “L’umorismo, forse, ci salverà… è un errore considerare l’umorismo come un genere minore. L’umanità ne ha scritto con curiosità e rispetto da sempre. Da Platone, per il quale esisterebbe un riso pedagogico e il filosofo sarebbe il vero maestro del riso degli altri, a Bergson che ne ha studiato gli automatismi, a Freud, che ha analizzato il motto di spirito dal punto di vista psicoanalitico.-"
"I signori togati e parrucconi dovranno prima o poi arrendersi: ridere è nobile. Ed è terapeutico, questo si sa da sempre… la risata permette di liberarci piacevolmente dai nostri impulsi nascosti e non danneggia gli altri. Un modo di scaricare gli istinti aggressivi senza aggressività. In questi anni, a volte oscuri, in cui ci sono state anche barbariche 'guerre di civiltà' ci auguriamo che 'la civiltà del sorriso' possa diventare, al più presto, il sorriso della civiltà”.
Questa mattina un uomo è precipitato dal balcone di un appartamento in via Ivo Pannaggi a Sforzacosta di Macerata. Il fatto si è verificato poco prima delle 12.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari del 118 con un'ambulanza e un'automedica che, constatati i vari traumi riportati dall’uomo dopo un volo di diversi metri, hanno richiesto il supporto dell'elisoccorso, proveniente da Ancona. Presenti anche i vigili del fuoco.
Il ferito è stato, quindi, trasferito d'urgenza all'ospedale regionale di Torrette, le sue condizioni risultano gravi. Da una prima riscostruzione sembra si sia trattato di un gesto volontario.
Grazie all’attività della polizia locale, in particolare dell’unità operativa Tutela ambientale, coordinata dal vice comandante commissario Fabrizio Calamita, che ha lavorato in sinergia con l’ufficio Ambiente del Comune, gli agenti hanno individuato un’area della città diventata ricettacolo di rifiuti e sacchetti dell’immondizia.
L’area, che si trova in via Issy les Moulineaux, corrispondente al retro dell’edificio situato in via Roma 103 e servita dalla raccolta porta a porta, era ricoperta da vegetazione ma una volta che si è provveduto a tagliarla, è stato scoperto un enorme accumulo di immondizia che la polizia locale, attraverso il Cosmari, ha completamente ripulito.
“Purtroppo persistono comportamenti incivili da parte di coloro che abbandonano i rifiuti e non praticano il corretto conferimento – interviene l’assessore al Decoro Paolo Renna - nonostante ci siano a disposizione della cittadinanza due centri di raccolta".
Si tratta di quello a Fontescodella aperto dal lunedì al sabato con orario 8 – 12.30 e 15 – 18 e la domenica, esclusi i mesi di luglio e agosto, dalle 8 alle 12.30 mentre l’altro si trova a Piediripa, in via Metauro, vicino all’area verde con i giochi, aperto invece dal lunedì al sabato dalle 8 alle 12.30 e chiuso il martedì mattina e il giovedì pomeriggio. "Come ho avuto modo di dire altre volte - ha proseguito Renna - si tratta di mancanza di senso civico e di mancanza di rispetto nei confronti degli altri cittadini, soprattutto di quelli virtuosi".
Ora, da parte della polizia locale, sono in corso le indagini per risalire ai responsabili dell’abbandono i quali saranno soggetti a pesanti sanzioni amministrative, che vanno da un minimo di 300 euro a un massimo di 3.000. Nel caso in cui poi si dovesse trattare di abbandono da parte di imprese il fatto costituirebbe reato e di conseguenza verrebbe interessata anche la Procura della Repubblica.
A seguito dei controlli eseguiti dai militari della Stazione carabinieri forestali di Recanati, è stata scoperta una vera e propria discarica di veicoli fuori uso, in evidente stato di abbandono, su un terreno agricolo circostante un’abitazione nelle campagne del comune di Montecassiano
Nei giorni scorsi la pattuglia dei forestali, unitamente al supporto della sezione della polizia stradale di Macerata, ha effettuato un controllo congiunto presso l‘area in questione, constatando l’evidente stato di abbandono di ben 52 veicoli, invasi dalla vegetazione e in alcuni casi mancanti di parti essenziali per il funzionamento, depositati direttamente sul suolo senza alcuna cautela e senza essere sottoposti ad alcun preventivo trattamento su un’area priva d’impermeabilizzazione del terreno, nonché esposti agli agenti atmosferici e al dilavamento in assenza di sistemi per il convogliamento e lo smaltimento dei reflui.
Allo stesso modo, è stata riscontrata la presenza di possibili componenti pericolosi (combustibile, batterie, olio motore, ecc), e altri rifiuti depositati in maniera incontrollata. Nello specifico 12 bombole di metano fuori uso, parti di auto (componenti meccaniche e carrozzeria,10 sportelli, 5 cofani, un blocco di motore non bonificato), pneumatici depositati alla rinfusa sia all’interno di un garage che all’aperto nell’area circostante e 20 batterie smontate per auto fuori uso.
L’intera area di circa 200 mq è stata pertanto sottoposta a sequestro preventivo ed ora il proprietario e detentore dei veicoli, titolare di un’impresa di commercio di veicoli usati, dovrà rispondere dei reati di discarica abusiva e gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, nonché attività di gestione non autorizzata dei veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali.
Manifestazioni di sdegno, di dolore e di incredulità da parte dei familiari delle vittime alla lettura della sentenza che ha assolto quasi tutti gli imputati per la strage di Rigopiano del 18 gennaio 2017.
La Procura aveva chiesto condanne molto severe, per reati che vanno dall'omicidio colposo plurimo alle lesioni colpose plurime, dal falso al depistaggio agli abusi edilizi con tutti i reati connessi; il giudice ha invece deciso di assolvere 25 imputati su 30 complessivi (leggi qui) .
I familiari in aula avevano gli occhi colmi di lacrime, mentre indossavano ciascuno una maglietta con il nome del proprio padre, figlio, moglie, sorella, morti sotto tonnellate di neve in quella struttura, divenuta una trappola mortale. Sfiduciati, dopo sei anni in cui hanno cercato giustizia: "Sono stati uccisi per la seconda volta", dice qualcuno con la voce rotta dal pianto.
Qualcun'altro ha chiesto con la voce della disperazioneb”lasciatemi parlare con il giudice" e rivolgendosi a lui “mi può rispondere signor giudice? Lei ha assolto le persone che hanno ucciso mio figlio". E una mamma, piangendo, si chiede e chiede: "Allora la colpa è degli ospiti che sono saliti in quel maledetto albergo?"
Molte le voci di dissenso dei parenti delle vittime: "Vergogna ","Ingiustizia è fatta", e di rabbia nei confronti del giudice, tanto da richiedere l'intervento delle Forze dell'ordine per blindare l'aula.
Emesso confronti della nave di Medici Senza Frontiere il primo provvedimento contro una organizzazione non governativa dopo l’introduzione del cosiddetto decreto Ong, diventato legge giovedì 23 febbraio.
La comunicazione, arrivata dopo lo sbarco del 17 febbraio scorso ad Ancona di 48 migranti a bordo, è stata riferita dallo stesso staff di Msf: ”La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l'ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona di 48 naufraghi".
Lo fa sapere Medici Senza Frontiere in merito al fermo amministrativo della nave Geo Barents e alla multa ricevuta dalla stessa Ong. Medici Senza Frontiere specifica quindi che "la contestazione non è dunque correlata con la missione che si concluse a La Spezia”.
“Stiamo valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l’accaduto. Non è accettabile essere puniti per aver salvato vite”, ha commentato Medici Senza Frontiere.