Ostia: 15enne violentata da due fratelli, cugini del suo fidanzatino che ha poi diffuso il video della minore. Il ragazzino di sedici anni, che non solo non ha difeso la ragazza, ma di fatto l'ha consegnata ai suoi cugini, è indagato per pedopornografia. I due ragazzi, poco più che ventenni agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale. Negano di aver toccato la quindicenne, ma l'analisi delle chat dei telefonini proverebbe l'avvenuta violenza.
Milano: ragazzine violentate sul tram. Arrestati due 15enni per violenza sessuale di gruppo, palpeggiamenti e aggressioni verbali. Padova: violenza sessuale di gruppo nei confronti di un ventenne ubriaco, durante una festa tra coetanei. Cinque ventenni, mentre il ragazzo era crollato sotto i fumi dell'alcol, lo avrebbero spogliato e stuprato con un chiavistello. Una ragazza avrebbe ripreso la violenza, diffondendola nelle chat degli amici. Una volta risvegliatosi, la vittima, visualizzati i video, ha denunciato tutto ai carabinieri.
Superfluo dire che queste notizie che si sono susseguite nell'ultima settimana riguardano giovanissimi con gravissime lacune educative. Proprio questo presumibilmente li ha portati ad assumere un atteggiamento di indifferenza quando non anche di sfida di fronte alle regole basilari della convivenza civile.
Stiamo parlando di quindicenni, ventenni, che non solo non si rendono conto della gravità del fatto commesso, negandolo e banalizzando anche di fronte alla vittima, ma esternano all'opposto addirittura autocompiacimento per il reato commesso, attraverso la divulgazione sui social di immagini delle violenze perpetrate.
L'atto delittuoso sembra provocare negli aggressori una sorta di appagamento, tanto da farsene vanto. A questa età, la maggior parte delle volte, si agisce nel gruppo. I singoli componenti traggono forza dall'appartenenza al gruppo, quasi ciò garantisca in qualche modo l'impunità. L'identità del singolo individuo soccombe; il reato commesso in gruppo deresponsabilizza i singoli al punto tale che anche l'eventuale pena futura diventerà più tollerabile perchè condivisa.
Alcune ricerche sul fenomeno dei minori autori di reati a sfondo sessuale hanno messo in luce dati interessanti da leggere: in prevalenza il nucleo familiare di questi ragazzi non è un nucleo problematico o con gravi carenze economiche o materiali, ne' disgregato. Inoltre nell'89% dei casi questi giovani non fanno uso abituale di sostanze stupefacenti. Nell' 82% dei casi non presentano disturbi psichiatrici.
Famiglie dunque che non presentano gravi situazioni di disagio o emarginazione, ma piuttosto che sono assenti nel seguire la crescita dei figli con regole educative consone, o che, ancor peggio, ne tollerano le devianze. Giovani apparentemente "normali", senza disturbi psicopatologici, cresciuti in famiglie "normali", che mancano totalmente di empatia e crescono con un'idea di sessualità deviata.
Ancora una volta gli esperti sono concordi nel ritenere che il ruolo degli educatori e delle figure di riferimento è imprescindibile nella crescita sana dell'individuo, nella trasmissioni di valori quali la non violenza e il rispetto dell'altro, oltre che nell'educazione ad una sessualità consapevole e rispettosa dei limiti imposti dalla volontà della partner.
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