Smantellata dalla polizia la "setta macrobiotica". Gli adepti costretti a non prendere medicine
Una "psico-setta" attiva tra le Marche e l'Emilia-Romagna nel campo dell'alimentazione macrobiotica condizionava i suoi adepti fino al punto di schiavizzarli e propagandava l'alimentazione alternativa come terapia contro malattie altrimenti incurabili.
Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell'alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno: sono le accuse agli appartenenti ad una setta "macrobiotica" smantellata dalla polizia tra le Marche e l'Emilia Romagna.
Cinque gli indagati per le indagini delle squadre mobili di Ancona e Forlì, supportate dal Servizio centrale operativo (Sco), con accuse, a vario titolo, dall'associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ai maltrattamenti all'evasione fiscale (tasse non pagate per centinaia di migliaia di euro). Oltre a Mario Pianesi sono indagati la moglie, Loredana Volpi e altri due uomini che erano nella segreteria centrale di Upm, Giovanni Barniesi e Karl Xaver Wolfsgruber.
Secondo una prima agenzia Agi, le persone arrestate sarebbero state quattordici.
Le indagini erano state avviate nel 2013 dopo la denuncia di una ragazza, in passato vittima della setta e che ha raccontato di aver creduto ai racconti sui benefici "miracolosi" della dieta elaborata dal capo del gruppo e che, a suo dire, sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili per la medicina ufficiale. Le indagini della Polizia hanno accertato che il rigido stile di vita imposto dal maestro, attraverso le diete MA.PI, (dal nome del maestro) in numero di 5 (gradualmente sempre più ristrette e severe) e le lunghe "conferenze" da lui tenute, durante le quali si parlava per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare, erano volte a plasmare un asservimento totale delle vittime.
Attraverso il controllo dell'alimentazione e la negazione dei contatti con il mondo esterno, la setta era riuscita a gestire ogni aspetto della vita degli adepti, fino a pretendere da loro diverse donazioni di denaro. Agli indagati vengono anche contestati una serie di reati di natura finanziaria per aver evaso il pagamento delle tasse per centinaia di migliaia di euro.
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