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Pamela e Meredith, le verità nascoste

Pamela e Meredith, le verità nascoste

Meredith e Pamela, due ragazze che non sono potute diventare donna. Uccise brutalmente per una ragione che rimane poco chiara, tanto per una che per l’altra. Vittime di omicidio in due città simili, città medio piccole, sede di Università, con molti giovani, che mettono a nudo i loro limiti solo di fronte a delle tragedie che risuonano oltre i propri confini, per diventare anche mondiali come nel caso di Meredith. E allora emerge che entrambe le città non sono calme come si credeva o voleva credere, che c’erano o ci sono zone franche sulle quali, dopo, non si può che stringere. Anche se con i delitti non c’entrano direttamente. Ma rendono ancora più fosco e allarmante il quadro. E quindi si corre ai ripari, si prende consapevolezza, per quanto a caro prezzo. Due delitti e più di un dubbio, nel caso di Meredith ormai praticamente definitivo, per Pamela ancora da chiarire.

Meredith Kercher è stata uccisa l’1 novembre del 2007 nella sua stanza da studentessa a Perugia. Accoltellata più volte, lasciata senza vita sul pavimento, coperta, forse per pudore, con il piumone del letto, chiusa dentro la cameretta dell’appartamento che divideva da poche settimane con due ragazze italiane e una americana, Amanda Knox. Indagata, processata, condannata e poi assolta in via definitiva, dopo dieci anni. Con lei Raffaele Sollecito, il ragazzo, altrettanto giovane, con cui si frequentava a quel tempo. Un terzo indagato, Rudy Guede, è stato condannato, l’unico, in via definitiva. Ma per concorso nell’omicidio, che a guardare bene, vuol dire che lui c’era: era nell’appartamento, ha avuto contatti con Meredith, ha tentato un approccio sessuale (consensuale ha sempre detto lui, ma il suo racconto non è stato mai creduto dai giudici). Ma, dicono le sentenze, non ha ucciso materialmente la studentessa inglese. Meredith è stata uccisa, da Rudy in concorso con altre persone che, dieci anni dopo, non sono Amanda Knox e Raffaele Sollecito. C’è una verità giudiziaria che giustizia sembra non consegnare alla famiglia, perché, al netto delle letture e dalle sfumature, chi ha ucciso Meredith non ha pagato per quanto commesso. Sta pagando Rudy che, probabilmente, conosce la verità su quella drammatica notte e, forse, avrebbe potuto raccontarla tutta, ma non l’ha fatto. Ha raccontato molto, ricostruito quei giorni, modificato versioni, ammesso quello che non poteva smentire: che era in casa. Non da solo, ha sempre detto. Perché, nel suo racconto, due persone, un ragazzo e una ragazza, che forse erano Amanda e Raffaele in un’altra versione, c’erano. Erano arrivate mentre lui era in bagno e, anzi, lo avevanp aggredito quando si erano visti scoperti. Questa versione dei fatti non è stata ritenuta attendibile, poteva raccontare tutta la verità? Per lui la verità è questa, non ce ne sono altre. E dopo dieci anni il mistero è ancora in parte mistero.

La verità, la stessa che dovrebbe raccontare Innocent Oseghale, il principale indagato per l’uccisione di Pamela Mastropietro nell’appartamento di via Spalato a Macerata, il cui corpo fatto a pezzi è stato chiuso in due trolley e abbandonato in campagna. Per Desmond Lucky e Lucky Awelima, presunti complici, proprio ieri è stata revocata la custodia cautelare per le accuse più gravi a loro carico: omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere (ma non significa, ha spiegato il procuratore capo  Giovanni Giorgio, che le contestazioni siano decadute). Restano in carcere con l’accusa di spaccio di eroina. Eroina che anche Pamela avrebbe assunto, ma che non ne ha provocato la morte, dicono i periti della Procura. Pamela è stata uccisa con due coltellate all’addome, poi fatta a pezzi con perizia e rapidità. Opera di una sola persona? Oseghale ha fatto da solo o ha agito in concorso con qualcun’altra come fu contestato a Rudy Guede (e come di fatto rimane nell’impianto dell’accusa)? Forse quel qualcun altro, se non fossero Lucky e Awelima, è il proprietario di quel profilo genetico che i Ris, come risulta da una delle loro perizie, hanno isolato sul corpo della 18enne. Uccisa per quale motivo? Si tratta di un movente sessuale? Anche se la violenza sessuale è stata esclusa dal gip. E allora ha ucciso per paura? Pamela si è sentita male dopo aver assunto eroina e chi era con lei ha perso la testa? Ma chi era con lei? Oseghale dice che con lui c’era Awelima la mattina del 30 gennaio. Di essere uscito quando Pamela era ancora viva e di averla già trovata nei trolley al ritorno O meglio, lo dice in una delle differenti versioni che ha fornito, coinvolgendo gli altri indagati per poi addossarsi su di lui tutte le responsabilità e quindi cambiare ancora. Dov’è la verità, appunto?
Per Meredith ormai è “tardi”, due sentenze definitive cristallizzano la situazione, pure nei dubbi. Per Pamela siamo ancora alle indagini

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