Omicidio Pamela, DIA: “Estrema pericolosità della criminalità organizzata nigeriana”
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) nella relazione afferente al secondo semestre 2021 parlando della “criminalità organizzata nigeriana” fa riferimento alla crudele uccisione di Pamela: si legge alla pagina 414 “L’estrema pericolosità della criminalità organizzata nigeriana è dimostrata dalla sua capacità di insediarsi proficuamente in ambiti territoriali comunemente caratterizzati da un basso spessore delinquenziale e dalle gravi conseguenze talvolta prodotte nel tessuto sociale. Si fa riferimento a tale proposito all’omicidio della giovane diciottenne romana Pamela Mastropietro uccisa crudelmente a Macerata nel gennaio 2018 dal pusher nigeriano Innocent Oseghele per il quale la Corte di Cassazione si è già pronunciata in modo definitivo in ordine alle sue responsabilità lo scorso 23 febbraio”.
Ad attribuire la connotazione di “mafiosità” alla criminalità organizzata nigeriana è stata in più occasioni la stessa Corte di Cassazione, come riportato nel rapporto DIA: “(...) sotto il profilo della pericolosità economica e sociale assumono predominante rilievo i c.d. secret cults i cui tratti tipici sono l’organizzazione gerarchica, la struttura paramilitare, i riti di affiliazione, i codici di comportamento e più in generale un modus agendi relativamente al quale la Corte di Cassazione si è più volte espressa riconoscendone la tipica connotazione di “mafiosità”.
Come più volte ricordato dal legale della famiglia di Pamela, avvocato Marco Valerio Verni, dai 27 arresti ( quasi tutti i soggetti erano di nazionalità nigeriana) effettuati a Macerata all’indomani dell’udienza preliminare per l’omicidio della giovane, emerse una organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, a struttura ben organizzata che si era spartita la città di Macerata in zone di spaccio, tre per la precisione, con dei capi al vertice della piramide e a scendere i così detti “manovali”; caratteristiche queste che, insieme all’ intimidazione esercitata e all’ omertà connotano l'organizzazione criminale di stampo mafioso così come definita dalla Suprema Corte.
Il 27 ottobre scorso è stato archiviato il procedimento su due presunti complici di Innocent Oseghale, l’uomo accusato in via definitiva dell’ omicidio di Pamela: per il gip l'ipotesi investigativa che ad aiutare Oseghale potessero esserci stati due gambiani non ha trovato alcun concreto riscontro. Da un lato l’archiviazione, ma dall’altro, nella stessa pronuncia, il gip ha deciso di trasmettere copie degli atti alla Procura per valutazioni di sua competenza riguardo nuovi elementi emersi dalle indagini, contenuti nell’atto di opposizione all’archiviazione presentata dal legale dei familiari di Pamela.
L’Avvocato Verni si è da sempre strenuamente battuto insime ai familiari di Pamela affinchè il terribile omicidio venisse inquadrato in un contesto “più ampio”: pensiero supportato da una serie concreta di elementi che si trovano nelle carte del fascicolo di Pamela. A tale proposito ricordiamo due delle dichiarazioni che già nel 2019 fece il pentito di ‘ndrangheta Vincenzo Marino che era stato detenuto nel carcere di Ascoli insieme ad Oseghale, supertestimone d’accusa contro lo stesso imputato: “Tengo a precisare che a Macerata, da quanto sono venuto a sapere, si è instaurata la mafia nigeriana” ; ed ancora: “So che Oseghale è la figura referente della comunità mafiosa nigeriana a Macerata a livello di prostituzione e stupefacenti”.
Fare luce sul terribile omicidio di Pamela significa fare luce su quel “contesto più ampio” di cui parla l’avvocato Verni, mentre afferma “solo così il martirio di Pamela avrà avuto davvero giustizia”.
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