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Cronaca Macerata

Macerata, si è spento Franco Clementi: maggiordomo al servizio dei grandi della terra

Macerata, si è spento Franco Clementi: maggiordomo al servizio dei grandi della terra

Deceduto ad 87 anni il professor Franco Clementi. Nella sua esistenza uno spaccato straordinario di tre anni nel corso dei quali Clementi conobbe da vicino i maggiori protagonisti della Storia mondiale post guerra.

Se n'è andato in punta di piedi, con discrezione ed eleganza: le 'cifre' della sua vita. Al centro un triennio straordinario che non avrebbe mai dimenticato. Tre anni nel corso dei quali avrebbe conosciuto i Grandi della Terra, coloro che hanno scritto la Storia del secolo scorso. A cominciare da Sir Winston Churchill, cui avrebbe con grazia 'sottratto' uno dei suoi celebri sigari, fumato a metà -dunque con dentro il dna del vincitore di Hitler - e precisamente tre anni fa all'Heritage day, da lui donato al pronipote sir Randolph Spencer Churchill, già Scuderio del Principe Carlo, ed esposto come pezzo pregiato tra i reperti storici dell'ambasciata inglese a Parigi nel palazzo appartenuto alla sorella di Napoleone, Paolina Borghese Bonaparte e dalla stessa venduto al Duca di Wellington. E dove, il maceratese Franco Clementi (Francois per Lady Jebb, consorte dell'ambasciatore Gladwyn, poi Segretario generale delle Nazioni Unite) maggiordomo appena venticinquenne, si muoveva con gran classe da protagonista, elegante e discreto.

Ma andiamo con ordine. Per il giovane Franco quello scenario straordinario si era dischiuso seguendo il consiglio paterno 'di imparare le Lingue, che' gli avrebbero aperto tutte le strade'. "Si! ma quando mio padre come una litania me lo ripeteva sull'auto che portava a Perugia me e gli amici Franco Moschini, Loris Tartuferi e Bruno Balducci, per iscriverci all’Università, io sbuffavo sul sedile! Così mentre studiavo tra Perugia ed Ancona dove mi sarei laureato, facevo lavori e lavoretti all'estero. A Londra presso famiglie 'alla pari', poi provvedendo alla cura delle caldaie dell'ambasciata del Belgio. Infine, il gran salto 'a riveder le stelle' presso quella di Sua Maestà in Francia: sarei stato il maggiordomo in sostituzione trimestrale! I tre mesi durarono invece tre anni!".

Circondato dalle stoffe pregiate e dagli articoli di gran classe (in primo piano i celebri cappelli) dei cugini Travaglini dell'omonimo negozio in via Lauri, nel centro storico di Macerata, il professor Clementi - al suo rientro aveva insegnato all'ITC Gentili, prima d'essere assunto come dirigente alla 'Bontempi' di Potenza Picena per il Canada- mi aveva raccontato dettagliatamente quello spaccato vissuto nella reggia parigina in rue de Feauborg de Saint Honore' della sorella prediletta dell'imperatore. Non solo, Franco oltre al sigaro, custodiva gelosamente ulteriori souvenir: il menù di quella indimenticabile cena del 5 novembre 1958 con Sir Winston e le targhette del bagaglio della Regina Madre di passaggio a Parigi!

Con Churchill, proveniente da Cannes, sottobraccio aveva percorso i cinque scalini all'ingresso dell'ambasciata e Lui lo aveva gratificato con un sorriso "che non ho mai dimenticato, a differenza di Nikita Kruscev che, aiutato anch'esso alla stessa maniera, neppure mi aveva guardato in faccia". Clementi ricordava ormai a memoria le portate di quella cena, cui ave a partecipato Lady Clementine che il giorno dopo avrebbe accompagnato l'augusto consorte da Charles De Gaulle per ricevere la Gran Croce di Lorena: formaggi, consommé' allo Sherry, filetto alla Tartara, purè, torta mimosa, gelato. E Don Perignon, of course! Churchill non beveva altro! Poi, ritiratosi gli uomini nel fumoir, ecco Clementi in azione. Appena Sir Winston ebbe data l'ultima boccata al sigaro, lasciato sempre a meta, ecco lo zelantissimo maggiordomo ma cratere fulmineamente ripulire il portacenere e 'furtivamente' intascare la preziosa, laicissima 'reliquia'. Missione compiuta!

Nell'autunno del 2017 dopo avermi raccontato questa vicenda, l'Ambasciata, facendo seguito all'invito già fatto inoltrare in precedenza anni prima, ricevette il 24 ottobre il prof. Clementi come ospite d'onore alle celebrazioni della sede per il bicentenario: l'Heritage day. E lui si presentò portando in dono all'erede il sigaro di Churchill, incastonato in un cofanetto di famiglia, intagliato dal maestro Rasponi (nome omen) nel secolo scorso. Sir Randoph – nel 1985 accompagnando a Recanati il Principe Carlo ospite di Casa Leopardi – aveva già risposto commosso e il sigaro in esposizione venne ammirato da una folla di tremila persone in sette ore, in fila davanti all’ambasciata!

Non solo tuttavia Churchill e Kruscev (“voleva andare all’Eliseo a piedi”) nella eccezionale Gallery di Franco Clement, celebrato ora pure in un servizio di Dagospia, con il titolo: “Parigi perduta. La dolce vita in Ambasciata, lo strepitoso romanzo di Nancy Mitford, le memorie di Diana Cooper, i ricordi del maggiordomo italiano”.

Ed allora ecco Edoardo e Wallis Simpson: “Lei sempre sorridente, ma molto contenuta, lui indimenticabile, con dentro sempre l’acuta nostalgia della Patria, elegantissimo, teneva ad una pelliccia appartenuta al padre, il re Giorgio”. Ed ecco Franco, a tu per tu con la crisi che stava per aprire le porte alla 3a Guerra mondiale: l’affair dell’U2, l’aereo spia americano su Mosca. Ike Eisenhower ed Harold Mc Millan, il premier inglese, si appartarono a discuterne nel parco nel timore di eventuali ‘cimici’ in sede. “Ed io li servì in perfetta solitudine”. La Regina Madre (“Mi disse che conosceva ed amava Ancona”), e la principessa Maggie (“lei amava Parigi e quella sera, dopo cena, s’immerse nella Ville Lumiere come in una favola cinematografica”) e Pierre Mendez France.

Tre anni indimenticabili, poi il ritorno nelle Marche. Lavorando sempre, pensando talvolta, forse, a quell’incredibile giovinezza trascorsa con i Potenti del Pianeta. Ricordi nutriti nella perfetta riservatezza in perfetto stile English, insospettabili in quel signore gentilissimo ma piuttosto solitario che viveva a Borgo Cairoli in via Moje prima di trasferirsi negli ultimi tempi in casa della figlia in viale Carradori. Poi la fine improvvisa, in ospedale per una frattura non grave. Addio, François!

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