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Cronaca Macerata

Macerata, addio a Tullio Moneta: una vita da mercenario, attore e avventuriero

Macerata, addio a Tullio Moneta: una vita da mercenario, attore e avventuriero

Si è spento all’ospedale di San Severino Marche, all’età di 85 anni, Tullio Moneta, avventuriero, attore e mercenario maceratese. Cosi lo ricorda Giorgio Rapanelli coautore del libro: “Mercenario. Dal Congo alle Seychelles. La vera storia di «Chifambausiku» Tullio Moneta”, che racconta l’avventurosa esistenza del fiumano di nascita, ma maceratese d’adozione.

“Piace ricordare che combatté per due anni i ribelli Simba per conto dell’ONU con il 5 Commando mercenario anglosassone, fino a ricoprire il grado di Maggiore, ricorda Rapanelli. Come comandante volontario, insieme ad una pattuglia di volontari, quindi non coperti da assicurazione in caso di morte o di ferimento, partecipò alla liberazione di suore, ostaggi dei Simba. Salvò dall’assassinio un ragazzo poliomielitico ed una vecchia congolese, trovati in un villaggio Simba”.

“Partecipò come vicecomandante del Colonnello Mike Hoare al fallito tentativo di golpe alle Seychelles per riportare nel campo occidentale il governo di quell’isola, che era stato usurpato da un golpe filomarxista. Tullio Moneta, sotto la “copertura” di attore, ha sempre lavorato per l’”intelligence” occidentale contro quelle dell’Est sovietico, fino alla caduta del Muro di Berlino”.

“Tornò in Italia per curarsi una  ferita alla gamba destra, causata da un attentato alla sua persona. Ha passato i suoi ultimi anni a Macerata, tra un ricovero e l’altro, soffrendo stoicamente fino alla fine, avvenuta nella tarda serata di giovedì 31 marzo nell’ospedale di San Severino Marche”.

“Tullio Moneta aveva sempre combattuto per la salvaguardia della civiltà occidentale. Aveva in programma di educare alla lotta i giovani  su questa strategia,  poiché si era accorto che la nostra millenaria civiltà europea era stata tradita. Non si riconosceva, quindi,  nella nuova civiltà, imposta da interessi mondiali, che con l’Europa democratica dei popoli europei nulla ha a che vedere. Diceva che alle democrazie popolari  sono state  imposte ‘signorie e principati’, non scelte dal popolo. Quindi,  pur nel suo piccolo, c’era da fare qualcosa per ristabilire i diritti dei popoli”.

“Mi chiedeva sempre – rammenta ancora Rapanelli -  non potendolo magari farlo personalmente, di ringraziare per l’aiuto ricevuto in questi ultimi anni i Servizi sociali del Comune di Macerata, le ACLI, l’Ospedale civile di Macerata, la Clinica Marchetti, la Villa dei Pini e l’Istituto Santo Stefano, l’Ospedale Civile di Civitanova Marche,  di Treia, di Camerino e di San Severino, dove è deceduto. E la Casa di Riposo di Mogliano, dove aveva vissuto per alcuni mesi. Infine, un saluto affettuoso ai diversi amici che in Italia hanno collaborato con lui, insieme a quelli maceratesi della sua giovinezza e a quelli di recente conoscenza”. I funerali si terranno, il prossimo lunedì 4 aprile alle ore 9, presso la chiesa del Sacro Cuore a Macerata 

 

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