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L'architetto Sensini scrive ai sindaci delle città colpite dal sisma: "Pensate a un polo scolastico unitario"

L'architetto Sensini scrive ai sindaci delle città colpite dal sisma: "Pensate a un polo scolastico unitario"

Da Belforte arriva un accorato consiglio per la ricostruzione delle scuole ai sindaci delle città devastate dal sisma del 24 agosto. A parlare è l'architetto Mario Sensini che ha scritto una lettera aperta ai primi cittadini Stefano Petrucci di Accumoli, Sante Stangoni di Acquasanta Terme, Sergio Pirozzi di Amatrice, Aleandro Petrucci di Arquata del Tronto e Francesco Nelli di Cittareale.

La proposta dell'architetto Sensini di superare lo stereotipo del "dov'era e com'era", ipotizzando un polo scolastico unitario, capace di unire le forze e realmente utile alla crescita della popolazione e del territorio.

Questo il testo della lettera aperta:

"Sono un giovane pensionato-architetto che non si rassegna, ho dedicato gran parte della mia attività alla “cosa pubblica” attraversando anche le problematiche della ricostruzione del sisma Umbria/Marche del 1997, mi sento di darVi un suggerimento su un argomento: LE SCUOLE; - argomento che ho avuto modo di approfondire anche di recente, per un’iniziativa del comune dove abito, in merito all’accorpamento delle scuole dell’Istituto comprensivo “Simone De Magistris” di Caldarola (MC) - argomento che, per quanto Vi riguarda, ha a che fare con lo slogan “Com’era e dov’era”, slogan che si credeva definitivamente archiviato e che, invece, è riemerso con forza anche all’indomani del terremoto che ha colpito le Vostre terre.

Ci ha messo “un carico” anche l’architetto, senatore a vita, Renzo Piano con sue dichiarazioni post-terremoto alla stampa: “ricostruire tutto dov’era e com’era, preservando i centri storici, rispettando l'attaccamento alle case antiche, quel fortissimo rapporto affettivo che fa parte della nostra storia, della nostra natura umana, della nostra identità”. Ovviamente si è aperto un dibattito a distanza sulla questione, “Penso che sia necessario ricostruire lì dove le case erano, per mantenere il tessuto urbano e la socialità esistente, per non mandare via la popolazione”, afferma il presidente del consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Giuseppe Cappochin che aggiunge: “Non sarà possibile ricostruire con gli stessi materiali: sarà necessario utilizzare criteri antisismici, poi, però, con le finiture si potrà riproporre il contesto urbano che c’era prima, almeno nei centri storici” è certamente una precisazione sul tema “Dov’era, ma non com’era” in opposizione al “Com’era e dov’era”. “Serve un cantiere lungo due generazioni - ha dichiarato ancora Renzo Piano a La Repubblica – e con un respiro internazionale, contributi dal mondo intero perché la straordinaria bellezza dell'Italia non appartiene solo a noi, è un patrimonio dell'umanità”. ”Parliamo – ha specificato - di un intervento progettato su 50 anni e su due generazioni in tutta la dorsale degli Appennini, la spina dorsale dell'Italia da Nord a Sud".

Cari Sindaci, tutto questo lasciamolo al dibattito culturale, nel frattempo, la mia modesta esperienza sul campo mi permette di indicarVi un percorso lontano dagli slogan e diretto ad affrontare con efficacia le problematiche della ricostruzione all’interno di quell’interesse sul “patrimonio dell’umanità” di cui parla Renzo Piano; affrontate il tema della ricostruzione, non solo al di fuori degli slogan, ma anche al di fuori di tutti quei limiti burocratico-istituzionali rappresentati dai confini amministrativi di comuni, province, regioni che da tempo non corrispondono più alla realtà del nostro Paese. Allargate la Vostra attenzione ai territori per mettere al centro del dibattito locale le possibili azioni di rigenerazione degli stessi; Vi accorgerete subito come cambia il punto di vista, l’identità dei luoghi sarà preservata, dice il commissario straordinario Errani, ma il suo punto di vista è diverso.

All’interno di questo quadro di tipo territoriale ci sono le SCUOLE, nel Vostro ambito territoriale ci sono due Istituti Comprensivi, uno ad Amatrice che comprende anche le scuole di Accumoli e Cittareale sotto la provincia di Rieti, l’altro a Acquasanta Terme che comprende anche le scuole di Arquata del Tronto, sotto la provincia di Ascoli Piceno. La popolazione in età scolastica compresa tra 3 e 13 anni, in totale, è inferiore alle 600 unità (552 il dato del sito tuttitalia.it) con un minimo di 21 ragazzi a Cittareale ed un massimo di 218 ad Acquasanta Terme.

La dimensione è quella giusta per uscire dal tema della ricostruzione ed entrare nel campo della rigenerazione con un polo scolastico unitario che assorba i due Istituti comprensivi, un polo scolastico da realizzare insieme come risposta unitaria per rafforzare proprio quell’identità di cui parla il commissario Errani che altrimenti rimarrebbe confinata all’interno delle singole municipalità con effetti del tutto marginali rispetto a quel patrimonio dell’umanità di cui parla il senatore a vita. Nei Vostri territori, lungo la vallata del Tronto, ho avuto modo di riscontrare aree dismesse, aree che presentano tutti i requisiti per partecipare a quel processo di rigenerazione senza dover ricorrere all’occupazione di nuovo suolo; non cadete nella “trappola” del dibattito “com’era e dov’era”, cogliete questa “dolorosa occasione” per unire le Vostre forze e rimuovere tutti quegli ostacoli, culturali, politici, burocratici che frenano il rinnovo del nostro Paese nel nome della conservazione di un’identità che molto spesso si traduce in arretratezza, ignoranza, emarginazione e presidio di un territorio che non è più in grado di offrire qualcosa di veramente utile per la crescita della sua popolazione. Cari sindaci, Vi prego di leggere attentamente il programma e le linee guida del MIUR per le scuole innovative, capirete subito che quelle linee guida non potrebbero mai trovare applicazione in una piccola scuola di paese, mentre in ambito territoriale rappresenterebbero quell’alternativa ai “non luoghi” che caratterizzano la dispersione catturando l’attenzione di grandi e bambini. Per darvi una dimensione concreta di come potrebbe essere un polo scolastico di 5/600 ragazzi vi allego alcune immagini di un’idea progettuale, una sorta di studio-ricerca che aveva come obiettivo la riunificazione in un unico sito di tutte le scuole dell’Istituto comprensivo distribuite su cinque comuni, si tratta di una grandezza comparabile con le esigenze dei Vostri territori; ovviamente l’iniziativa, nonostante un atto di assenza del MIUR, si è bloccata per ragioni che, ad essere generosi, potremmo definire di tipo campanilistico; è doveroso annotare che oggi, le scosse che dal 24 di agosto fanno tremare anche il nostro territorio hanno reso inagibili diversi edifici scolastici oggetto di programmi di trasformazione in funzione del nuovo polo.

Cari sindaci, Vi saluto con un abbraccio di solidarietà augurandovi un buon lavoro per la rigenerazione dei Vostri territori".

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