Macerata, Csa Sisma occupa gli uffici Ast: “Negata la libertà di manifestare”. La replica: “Tutela dei cittadini”
Un gruppo di militanti del Centro Sociale Autogestito Sisma ha occupato questa mattina gli uffici della Direzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Macerata. L’azione è stata organizzata in segno di protesta contro la decisione del direttore generale Alessandro Marini di non concedere l’utilizzo degli spazi delle strutture sanitarie per la mobilitazione degli operatori e delle operatrici del settore, svoltasi lo scorso 2 ottobre nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Luci sulla Palestina. 100 ospedali per Gaza”.
Durante l’occupazione, i militanti hanno distribuito un volantino dal titolo “Marini vergogna! Con i sanitari per Gaza, liberi di manifestare”, nel quale si contesta la scelta dell’Ast, definita “vergognosa e inaccettabile”.
Nel documento, il collettivo afferma che la decisione avrebbe impedito agli operatori di “esprimere solidarietà alla popolazione palestinese”, e che l’azione odierna è stata “un modo per ribadire il diritto alla manifestazione e al dissenso”.
L’iniziativa del 2 ottobre, organizzata in numerose città italiane, aveva coinvolto oltre 300 aziende sanitarie e migliaia di operatori e operatrici del settore in solidarietà con la popolazione di Gaza.
A Macerata, nonostante il diniego dell’Ast, un gruppo di manifestanti aveva comunque organizzato un corteo spontaneo lungo corso Cairoli, conclusosi nei pressi dello Sferisterio.
In tarda mattinata è arrivata la replica ufficiale della Direzione Generale dell’Ast di Macerata, che ha voluto chiarire le ragioni del diniego: “In riferimento ai flash mob per la situazione di Gaza organizzati in varie parti d’Italia – si legge nella nota – e all’autorizzazione non concessa dall’Azienda Sanitaria di Macerata, la Direzione, pur esprimendo totale solidarietà, intende sottolineare che l’autorizzazione per gli spazi pubblici è competenza della Questura".
"Per quanto riguarda invece gli spazi aziendali, i dinieghi sono sempre e solo motivati dalla necessità di tutelare i cittadini e la loro serenità, quando si recano nelle strutture per fruire dei servizi sanitari”.
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