Nottata di apprensione quella appena trascorsa a Cingoli. Una lunga striscia di paura ha coinvolto il comune maceratese ma anche la vallata del Musone fino ad arrivare al mare.
Erano circa le 21 quando il custode della diga del lago di Castreccioni, nel suo normale giro di controllo, ha sentito qualcosa che non andava: un suono sordo provocato da metri cubi di acqua che fuoriuscivano dalla diga.
È bastata un’occhiata e lo sguardo esperto ha subito notato che una paratia degli scarichi di fondo, quella a valle per la precisione, si era aperta senza nessun contatto da parte dell’operatore. Immediato è scattato l’allarme, il custode ha prontamente allertato tecnici e responsabile dell’impianto ed è subito corso ad azionare la chiusura manuale della paratia a monte.
Sul posto è accorso il Presidente del Consorzio Bonifica Marche, ente responsabile della diga, subito raggiunto dai tecnici della struttura e dal personale della Protezione Civile. Contestualmente, il personale dei carabinieri è intervenuto nei punti critici subito a valle dell’impianto per controllare lo stato del fiume Musone.
L’anomala quantità di acqua fuoriuscita ha infatti subito raggiunto il letto del fiume Musone, canale naturale di deflusso delle acque, insediandosi nell’alveo e iniziando a scendere verso valle.
Il piano di emergenza, intanto, è scattato in tutti i comuni limitrofi al corso del fiume con particolare attenzione per le aree terminali del corso d’acqua, zone interessate da inondazioni proprio a causa degi straripamenti del Musone.
Il sindaco di Castelfidardo ha prontamente fatto scattare il piano di allerta, richiamando subito tutto il personale comunale alle 2.00 di questa mattina. Gli agenti del corpo della Polizia locale si sono immediatamente attivati per allertare tutte le famiglie le cui abitazioni sorgono a ridosso del fiume e nelle aree in cui, sempre secondo il piano di emergenza, vigeva la probabilità di un esondazione a seguito della massa d’acqua.
Gli agenti, i ragazzi della Protezione Civile e il sindaco personalmente, dopo aver messo in preallarme i residenti a rischio, si sono recati personalmente alle porte di quanti non erano raggiungibili telefonicamente.
E l’ondata c’è stata. Nella notte il Musone si è alzato di circa quattro metri, scendendo a due metri nelle zone previste verso mare ma gli accorgimenti del piano di emergenza e la corretta manutenzione dell’alveo fluviale hanno fatto sì che il fiume non straripasse facendo rientrare l’allarme alle 6 del mattino.
I tecnici della diga hanno poi fatto sapere che il guasto è stato originato dall’azionamento elettrico della paratia a valle dello scarico di fondo della diga, causato da un guasto elettrico, probabilmente dovuto dall’intrusione di qualche animale nei pannelli di controllo che ha causato il corto circuito comandando l’apertura della paratia.
La diga è comunque costruita secondo severi standard di sicurezza e ogni canale è provvisto di due paratie, una a valle e una a monte, controllate elettricamente ma che, in casi di emergenza come questo, possono essere azionate manualmente.
Il deflusso è stato fermato circa dopo un’ora e mezza sulla diga ma l’ondata generata ha percorso tutto il corso del fiume arrivando al mare verso le 6 di stamane. L’allarme per tutti i comuni interessati del bacino è quindi rientrato alle 6.30 lasciando tanta paura tra gli abitanti per una circostanza prevedibile ma inaspettata.
I danni finora accertati sono nella parte vicina alla diga, al Molino Bravi dove l'onda ha completamente sommerso la centrale idroelettrica che tuttora si trova sott'acqua e risulta inservibile. Si aspetterà il deflusso per iniziare a toglliere il fango ed i detriti per accertare se la stessa sia ancora recuperabile.
L'opera di presa con la saracinesca principale sul Musone, all'altezza delle Cascatelle di Cingoli, risulta ostruita completamente da detriti, pietre e fango trasportati dalla piena. I collegamenti aerei di pompaggio acque che servivano per le opere di rrigazione, sebbene posti ad altezza considerevole dal suolo, sono stati divelti dalla forza del materiale fuoriuscito dalla diga.
I titolari del Molino Bravi, fra i primi ad accorrerere sul posto, parlano di una quantità di acqua e materiali mai vista, molto superiore a quanti visuto durante il tracimamento della diga tempo indietro
Sono tuttora in corso le operazioni di rilevazione per verificare i danni prodotti dall'ondata che, sopratutto nel primo tratto, era composta perlopiù da fango e detriti.
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