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Cronaca Colmurano

Colmurano, il ricordo dell'ostetrica Clorinda Cestarelli: "Prese in cura mia madre, donna dal cuore grande"

Colmurano, il ricordo dell'ostetrica Clorinda Cestarelli: "Prese in cura mia madre, donna dal cuore grande"

Come spesso accade nei paesi, una persona si conosce solo attraverso il suo soprannome o grazie a un nome convenzionale, che è un modo popolare per "iniziarla" all’esclusivo mondo della piccola comunità. Nel nostro caso, a Colmurano con il nome di Clorinda erano in molti a conoscerla. Mentre, il cognome Cestarelli suscitava in pochissimi un collegamento con lei. Quando però si nominava la sua professione, tutto il paese, come per magia, sapeva di chi si stesse parlando: lei era e rimarrà per sempre…"l’Ostetrica". 

Una "denominazione" che un tempo aveva un valore assai maggiore di quello che adesso le si attribuisce, anche perché l’Ostetrica aiutava le gestanti a mettere al mondo i loro figli principalmente nell'intimità dei luoghi dove vivevano, e questo perché la tradizione voleva che il figlio aprisse gli occhi per la prima volta...nel "suo mondo".

Era una professione che un tempo solo le donne avrebbero potuto e dovuto svolgere e nella maggior parte dei casi da sole o, con il provvidenziale aiuto di una o due donne che spesso non appartenevano alla "casa", ma amiche o semplici vicine che conoscendo molto bene la situazione cercavano di dare una mano. Il "Dottore" sarebbe stato chiamato esclusivamente nei casi in cui ci fosse stato qualche particolare problema che avesse potuto mettere a rischio la felice conclusione del comunemente chiamato “lieto evento”.

Ecco perché per quasi tutti i colmuranesi era "l’Ostetrica" a rappresentare, in più d’un senso, la nascita, la vita, il futuro, la speranza; anche se purtroppo per alcuni sfortunati quel nome non faceva pensare ad altro che alla “morte”, cioè al dolore causato durante il parto dall’irreparabile perdita di chi si amava da molto tempo ma anche dalla perdita del tanto atteso frutto di una unione che sarebbe vissuta nella buona e nella cattiva sorte.

Così come, e in casi non così remoti, dalla perdita di tutto, e cioè di una moglie e di un figlio tanto cercati, finalmente trovati, ma dolorosamente perduti per sempre in un atto d’amore. In tempi non troppo lontani un discreto numero di famiglie versava in condizioni economiche non particolarmente agiate e, tra queste, erano molte a risiedere in campagna; a volte in case assai lontane dai seppur piccoli centri abitati; quindi, non era così infrequente che le Ostetriche si dovessero recare in luoghi isolati e desolati che offrivano ambienti decisamente poco adatti a un parto, che per sua natura avrebbe potuto rivelarsi particolarmente “difficile”.

Non di rado, provenendo da quei luoghi, Clorinda sarebbe stata costretta a tornare a casa a notte inoltrata, percorrendo strade senza luci…magari sotto un violento temporale e con solo un “canestrino” di uova ancora tiepide stretto in grembo: il prezioso e sotto certi aspetti simbolico compenso di gente che non avrebbe potuto darle niente altro se non l’eterna riconoscenza.

Davanti a tutto questo Clorinda aveva reagito forgiando un carattere tutto suo, e non avrebbe potuto fare altrimenti per sopravvivere a tutto quel carico di responsabilità, a tutto quello che i suoi occhi e soprattutto il suo cuore avevano visto e provato. Era una donna decisa, forte, a volte necessariamente dura, ma al contempo dolce, amorevole, comprensiva e disponibile.

Per isperata fortuna siamo riusciti a metterci in contatto con una persona che non vuole rivelare il suo nome esclusivamente per non adombrare in alcun modo l’importanza e il valore di Clorinda e della professione che svolgeva. Considerando quello di cui stiamo parlando, non è possibile non condividere la sua scelta. Questa persona ha dato un importante contributo, sicuramente uno degli innumerevoli, che però ci permette di comprendere il grande valore umano dell’Ostetrica di un paese che fu. 

"Non ricordo quando, né chi sia stato a rendermi partecipe di un ricordo che avrei dovuto conoscere in altro modo, considerando lo stretto legame che intrattenevo con chi lo aveva vissuto in prima persona, ma che purtroppo, come spesso capitava in quei tempi, sarebbe stato altrimenti nascosto nella storia dei singoli individui semplicemente per la ferrea morale che un tempo tutti rispettavano e che non mancava di produrre una sorta di giustificabile pudore", racconta.

"Si trattava di mia madre, che a un certo punto della sua vita cominciò ad avere delle perdite nelle sue "parti intime". A quei tempi non era facile, specialmente per una donna, rivelare quel tipo di disagio, persino a un medico, che raramente era una donna - continua -. Ma per fortuna, a Colmurano, c’era chi poteva ricevere quel genere di confidenza e non solo perché si trattava di una donna, ma principalmente perché si trattava di colei che, come si diceva in paese: 'ne ha viste talmente tante da capire tutto quel che c’è da capire'. Quella preziosa e per certi versi insostituibile persona era l’Ostetrica de Cammurà, alla quale mia madre si rivolse gettando alle ortiche e con estrema leggerezza, qualsiasi tipo di titubanza".

"Clorinda, come sempre e come faceva con tutti, prese talmente a cuore la cosa da occuparsene anche personalmente, e fino a che tutto, purtroppo, si concluse drammaticamente - prosegue -. Questo ricordo potrebbe essere considerato assai banale, ma non è così; infatti, prima di trarre conclusioni affrettate ed errate vorrei che retoricamente ci domandassimo: quanti, tra coloro che conosciamo (e a questi aggiungerei noi stessi) prenderebbero talmente a cuore il problema di un'altra persona da giungere al punto di farlo diventare un loro problema e di considerarlo tale fino alla sua soluzione? A questa provocatoria domanda ne aggiungerei un’altra: quanti, tra noi, conoscendo fatti personali e assai delicati, manterrebbero questi segreti fin dentro la propria tomba?". 

"Chiedo questo perché ho appena saputo da Romano, il figlio della compianta Clorinda Cestarelli, che sua madre gli aveva a suo tempo rivelato una cosa che sul momento lo aveva particolarmente turbato: 'Quando chiuderai la mia bara, chiuderai con me anche migliaia di segreti'. Ed io, nel massimo rispetto di quelle profonde e toccanti parole mi domando: quante e quali storie sono rimaste celate in quel grande cuore talmente forte da riuscire a sostenerle tutte?". 

Ciò che avete letto è solamente un piccolo tributo fatto a un mondo che il tempo ha celato a diverse persone. Un mondo fatto di piccoli paesi dove le Ostetriche rappresentavano molto più di quello che facevano. 

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