È successo questa notte intorno alle 3.30 di notte in contrada Albanacci a Castelfidardo.Un drammatico frontale tra una Fiat Qubo che viaggiava in direzione Loreto e una Mercedes.A bordo della Fiat la vittima. Il 61enne recanatese Marino Messi, titolare di un forno in contrada Acquaviva per cause ancora in corso di accertamento è finito dentro un fosso ed è morto annegato. Viaggiava accanto a lui la moglie, Giuseppina Benigni, 58 anni, che è stata trasportata all'ospedale di Torrette e le cui condizioni nelle ultime sono molto peggiorate.Il conducente della Mercedes, un uomo di 39enne di Castelfidardo, è risultato positivo all'alcoltest per un valore illegale di 1,34 g/l ed è stato arrestato per omicidio colposo.Sulle dinamiche del sinistro indagano i Carabinieri di Castelfidardo e la radiomobile della Compagnia di Osimo. Dalle prime ricostruzioni pare che la Mercedes, dopo aver perso il controllo ha invaso la corsia opposta e si è schiantata frontalmente con la Fiat. In seguito la vittima è sbalzata fuori strada finendo in un profondo fossato di circa due metri. L'autopsia chiarirà se le cause della morte sono da attribuire alla violenza dell'impatto o se l'uomo è morto annegato.Sul posto i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Osimo che hanno estratto i corpi dalle lamiere. A carico del 39enne, è stata applicata la legge per omicidio stradale di recente entrata in vigore e dovrà rispondere al tribunale di Ancona per omicidio colposo.
La scoperta del corpo di Adriano Machella giovedì scorso alle grotte di Santa Sperandia, totalmente carbonizzato, ha lasciato profondamente addolorate le tante persone che lo conoscevano. Oggi pomeriggio sul cadavere dell'uomo si è svolto l'esame autoptico condotto dal dottor Antonio Tombolini: la salma sarà presto restituita alla famiglia per poter predisporre i funerali.Il farmacista maceratese che si è dato fuoco per farla finita era molto conosciuto ma da tempo soffriva di una depressione che non lo lasciava più vivere. Un post sui social di un amico di infanzia, ha toccato l'animo dei tanti amici che, attoniti di fronte a tale gesto, ora si chiedono se si potesse evitare una fine così tragica.Il ricordo che ci accingiamo a pubblicare è un ricordo profondamente razionale quanto struggente, dipinge un Adriano ragazzino taciturno e molto intelligente. Ricorda i tempi spensierati in cui insieme raccoglievano ciliegie dall'albero e i tempi in cui Adriano si era avvicinato all'atletica leggera e aveva scoperto di essere forte. Parole leggere e delicate dedicate da un amico per un amico, ma pesanti come mattoni. "Nel tempo delle ciliegie Adriano è morto, si è dato fuoco. Era un compagno della banda dei ragazzini delle case popolari, una banda vivacissima, chiassosa, giocosa, intraprendente, fantasiosa.In questi giorni si partecipava regolarmente al “mese di maggio” che si recitava in uno dei garage dei cinque palazzi popolari, scelto a turno anno per anno. Al termine dell’orazione, col favore delle tenebre, si andava a ciliegie, quelle che rimanevano perché non resistevamo a farle fuori già dalla prima decade del mese, quando appena prendono colore.Nella banda Adriano, che aveva un paio d’anni in più della media, era il più misurato, acuto, taciturno, come fosse già grande. Non faceva mai questione con nessuno, invece tra noi altri ragazzini i cazzotti si sprecavano così come l’amore.I nostri padri erano tutti, come si dice, “proletari”, faticavano, tanto, e noi figli eravamo la loro unica ricchezza. Suo padre era falegname, bravissimo, (quando ero ormai grande a me fece in legno il primo mixer luci nel quale l’amico Pino impiantò i cursori). Adriano scoprì che era forte nella corsa, ricordo una delle sue prime gare, noi ragazzi avevamo organizzato la festa rionale nella quale c’era anche una corsa che partiva dalle case popolari andava giù per Pisciacavalli e poi Villa Potenza, risaliva su per la Corta per ritornare in via Panfilo, io seguivo la corsa come giuria col mio dingo giallo. In partenza Pascocci detto l’Etrusco scattò come per una volata dei 100 metri, dopo 25 metri, dietro la curva, si fermò esausto. C’erano molti concorrenti, ma Adriano a Pisciacavalli già falcava solitario al comando, aveva una falcata ampia e potente. Adriano continuò a vincere tante e tante gare, divenne il nostro esempio sportivo, si allenava e vinceva. Studiò farmacia, roba tosta.Poi la vita corrente, che corre talvolta più dei sogni di un ragazzo. Caro Adriano ti lasceremo qualche ciliegia sulla pianta in questa fine di maggio."
Non si ferma la serie di furti con scasso ai danni delle auto in sosta a Civitanova.Questa volta ad essere colpita è stata l'auto del commercialista Giuseppe Tosoni."Sta diventando una triste e inarrestabile realtà qui in città. Avevo lasciato la macchina in zona Stadio e al mio ritorno l'ho trovato con il finestrino spaccato. Questa è la seconda volta in un mese e mezzo!". Tosoni ha denunciato l'accaduto ai Carabinieri e questi ultimi hanno informato la vittima di non essere stato l'unico colpito: durante la notte altre vetture hanno subito la stessa sorte."Fortunatamente - conclude il professionista - non avevo lasciato nulla all'interno se non qualche documento e scartoffia di lavoro, che hanno rubato. Il mio appello è di non lasciare assolutamente oggetti di valore in auto".
Un treno viaggiatori è rimasto coinvolto nell'incendio di una scarpata questa mattina, tra Tolentino e San Severino Marche.
Tranquilli. Era solamente un'esercitazione!
L'esercitazione denominata “Incendio in Bura” avente come oggetto “il soccorso ad un treno viaggiatori coinvolto nell’incendio della scarpata in prossimità dell’imbocco lato San Severino della Galleria Bura” è stata effettuata in mattinata dalla Protezione Civile Regionale e delle Ferrovie dello Stato.
Presenti i dirigenti della Polizia, dei Carabinieri, della Finanza, della Protezione Civile della provincia di Macerata tra cui anche Aurelio Del Medico, coordinatore tecnico del gruppo comunale di Protezione Civile del comune di Civitanova ed ex vigile del fuoco. Presenti anche un'ambulanza, un'auto medica e quattro mezzi di soccorso dei vigili del fuoco.
I vigili del fuoco hanno anche utilizzato una termocamera per monitorare le temperature all’interno dei vagoni. L'obiettivo dell’esercitazione, coordinata dalla prefettura di Macerata, è stato quello di testare i piani di emergenza delle gallerie F.S. e verificare, sul campo, i protocolli d’intesa tra i vari enti.
Una situazione di "pericolo" gestita nel migliore dei modi dai ragazzi della Protezione Civile e da tutte le forze presenti sul luogo.
https://www.youtube.com/watch?v=07UGU_G6Y6U
Viene colpito da un infarto mentre pedala. Muore sul colpo un ciclista.La vittima è Sandro Picchio, un assicuratore di Loreto di 64 anni, presidente della squadra di Volley femminile Esse-Ti. E' successo questa mattina poco dopo le 9 a Porto Recanati in località Scossicci. Immediato l'intervento del 118 e della Croce Azzurra di Porto Recanati che hanno cercato in tutti i modi di rianimare l'uomo, ma non c'è stato nulla da fare. Sul posto è stata chiamata ad intervenire anche l'eliambulanza che, però, è ritornata indietro senza paziente a bordo.Il ciclista, infatti, è deceduto praticamente sul colpo e a nulla sono valsi i tentativi di strapparlo alla morte.
La scena del crimine completamente ricostruita all'interno della caserma dei carabinieri di Foligno: sono giornate decisive quelle che si stanno vivendo per scrivere la verità sulla morte di Emanuele Lucentini, il carabiniere ucciso un anno fa nella caserma di Foligno dal collega spoletino Emanuele Armeni, tuttora in carcere per omicidio volontario premeditato.Giovedì Marco Piovan, il "super consulente" nominato dal tribunale di Spoleto, ha ricostruito la scena della tragedia e gli accertamenti balistici si sono protratti per oltre quattro ore.Nel cortile dove erano appena arrivati i due militari che smontavano dal turno di notte, l’esperto scelto dal gup Stefania Amodeo, ha ricollocato le tre auto presenti, tra cui la gazzella e la Mercedes di Lucentini, esattamente nelle posizioni in cui sono state rinvenute. Durante gli accertamenti sono stati utilizzati anche due manichini, ma soprattutto ci si è avvalsi della presenza di un esperto di armi alto 193 centimetri, ossia la medesima statura di Armeni che ha sempre sostenuto di aver esploso accidentalmente il colpo dopo essere inciampato. Sostanzialmente una controfigura del militare in carcere, voluta e portata da Piovan, che ha quindi ripetuto con molte variazioni tutti i movimenti che Armeni avrebbe potuto compiere scendendo dall’auto e inciampando.La ricostruzione della scena del crimine e gli accertamenti serviranno a confermare o meno la versione che da sempre Emanuele Armeni ha sostenuto ma alla quale gli inquirenti non credono, pur tuttora in assenza di un movente che possa giustificare in qualche modo l'omicidio. Oltre al "super consulente", era presente anche il procuratore capo Alessandro Cannevale, insieme agli avvocati e consulenti sia della difesa che della famiglia di Lucentini.Secondo le prime indiscrezioni trapelate al termine della simulazione, la versione di Armeni non avrebbe trovato conferme in questi accertamenti, così come le prime prove compiute sulla mitraglietta da cui è stato esploso il colpo non avrebbero fatto rilevare malfunzionamenti. La perizia definitiva, comunque, sarà consegnata da Piovan agli inquirenti entro i prossimi trenta giorni, mentre a metà luglio proseguirà il processo.
Tra pochi giorni il segretario regionale del Partito Democratico, Francesco Comi si arrampicherà su per la scaletta di corda. Quindi salirà per venti metri, fino alla piattaforma più alta del tendone. Poi si lancerà dal trapezio ed in diretta eseguirà un triplo salto mortale. Sì, ma di quelli senza rete. Quelli che se vanno male non parte, in un’orgia di luci colorate, l’orchestrina con le trombe a festeggiare l’acrobazia. Al contrario, nel silenzio surreale, si spegne ogni più piccola lampadina e, non visti, entrano in scena i barellieri a portar via quello che resta dello sfortunato funambulo.E’ notizia di ieri che, in qualità di indagato per le così dette spese pazze in regione, Comi abbia scelto di affrontare il processo con il rito abbreviato. Non sarà giudicato dal tribunale, ma da un giudice monocratico. Si presenterà da solo, con le sole carte processuali e senza alcun testimone a sua difesa. Ha scelto questa linea di comune accordo con Marina Magistrelli, sua avvocata difensore. Una linea immediata e diretta che lo porterà dritto dritto alla condanna oppure all'archiviazione. Una terza possibilità, col rito abbreviato, non è prevista. Il tutto entro il 17 giugno, quindi nemmeno tra tre settimane.Poteva tranquillamente optare per le lungaggini burocratiche, Comi. Poteva scegliere la strada dei rinvii, dei legittimi impedimenti, dell’obiezione vostro onore. Poteva attendere che il processo si spiaggiasse come una balena morta nell'oblio mediatico. E che tutto l’ambaradan messo in piedi dall'accusa sarebbe stato inghiottito dalle fauci del dio Kronos, cadendo verosimilmente in prescrizione. Nel frattempo, magari sarebbero passati sei o sette anni e campa cavallo. Chi se ne sarebbe più ricordato?Sessantuno dei sessantasei indagati hanno scelto, del tutto legittimamente (sia ben chiaro), questa opzione. I codici e le procedure glielo consentono e loro possono avvalersi di questa facoltà.Invece Comi, il segretario regionale del PD, che di solito si muove nell'ombra ed in punta di piedi oppure sott'acqua come quei sommergibili silenziosi dei film d’avventura, ha scelto il colpo di teatro. Ha scelto di fare banco come farebbe James Bond al tavolo di chemin. Si gioca in un colpo, un colpo solo, tutta la sua carriera politica. Lui, da solo, davanti alla Legge. Di fronte ad una giudice: la dottoressa Zagoreo.Conosco molto bene Francesco e so quanto ogni sua decisione non sia mai dettata dall'emotività, dalla pancia. Al contrario lui ogni volta studia, elabora, calcola. Valuta pro e contro ed infine si muove, fosse anche come un treno. Ma sempre camminando sulle uova per tutto il percorso. E soprattutto lasciandosi sempre aperta ed a portata di mano un’uscita di sicurezza.Se questa volta ha scelto di lanciarsi senza rete è perché è sicuro di due cose: la prima è che sulla testa del segretario regionale del PD non può pendere la spada di Damocle di una eventuale condanna; la seconda è che è altrettanto sicuro di non aver commesso nessun illecito. E che non vede l’ora di chiudere definitivamente ed al più presto questo brutto capitolo. In questo è rafforzato anche della recente pronuncia, nei suoi confronti da parte della Corte dei Conti, che lo ha assolto da ogni addebito.D’altra parte le contestazioni che gli attribuiscono, i così detti capi d’accusa, sono relativi a pochi chilometri di rimborso.Avendolo conosciuto e frequentato per qualche anno posso dire quello che direbbero tutti coloro che per qualche ragione gli sono stati vicini. E cioè che le accuse nei suoi confronti sono risibili e campate per aria. Non a caso il sostituto procuratore nell'ultima udienza ha di molto ridimensionato tutta la vicenda delle spese pazze. Ma qui le mie e le altrui opinioni contano ben poco.Resta il fatto che la gazzarra mediatica e giustizialista che sta montando, assieme ad un ignoranza asinesca sempre più diffusa, costringe una persona onesta e rispettabile ad una sorta di roulette russa morale. Solo perché si occupa di politica. Ecco, volevo semplicemente dire che questo in un Paese civile è semplicemente inaccettabile.
Nell'udienza preliminare per l'inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari e dei consiglieri regionali delle Marche, il pm Ruggero Dicuonzo ha chiesto il rinvio a giudizio per 61 dei 66 imputati, tra consiglieri regionali in carica ed ex e addetti alla contabilità dei gruppi. Gli altri cinque hanno chiesto invece il rito abbreviato: si tratta dell'ex presidente della Regione Gian Mario Spacca (in carica per due legislature fino al 2015), del segretario regionale del Pd Marche Francesco Comi, dell'ex consigliere regionale di centrodestra Giacomo Bugaro, del ex consigliere regionale di Sel Massimo Binci e di Roberto Oscar Ricci, addetto al gruppo Pd.Il gup Francesca Zagoreo ha ridefinito il calendario delle udienze: a quelle già previste il 30 maggio, il 7 e il 13 giugno, se ne sono aggiunte una il 17 giugno per discutere i riti abbreviati e una il 21 giugno per tutte le decisioni. (Ansa)
"È un atto inaccettabile, una mancanza di rispetto totale. Il vandalismo è deprecabile e ingiustificabile a prescindere, ma quando lo scenario è un cimitero, diventa addirittura inquietante".Con queste dure parole, il sindaco di Potenza Picena Francesco Acquaroli ha apostrofato quanto è successo al cimitero di Porto Potenza: alcuni vandali si sono introdotti furtivamente ed hanno danneggiato e devastato dieci lapidi. Le tombe prese di mira sono state colpite ripetutamente con una mazzetta apportando seri danni strutturali.Il movente e le dinamiche del gesto sono ancora in fase di accertamento. Sull'accaduto stanno indagando i Carabinieri che nutrono già dei sospetti sugli autori del folle atto."È uno sfregio non solo di natura materiale. Ciò che mi addolora maggiormente è il voler andare a colpire, in maniera del tutto ingiustificata, la sfera intima e affettiva di chi, in questo cimitero ha una persona cara sepolta. Mi resta difficile pensare che in una società e in una comunità come la nostra si verifichino ancora questi fenomeni" continua Acquaroli.
"Caro Sindaco le inviamo queste foto non per fare la classica polemica ma per ottenere un risultato. L'altra volta la risposta del comune non è stata sistemare questa aria verde ma eliminare fisicamente lo scivolo e gli altri giochi. Le foto rappresentano ciò che rimane di quello che dovrebbe essere un campo di calcetto dove i nostri bambini giocano facendosi anche male. Riusciamo a dedicare qualche risorsa ai nostri ragazzi? Non chiediamo molto: due porte e una pavimentazione più sicura. Grazie dai bimbi e dai ragazzi di Sforzacosta".Questa la protesta sui social di una mamma maceratese, che denunciava la situazione di degrado del campetto adiacente all'area verde della frazione di Sforzacosta. In seguito a questo abbiamo contattato la mamma che ci ha spiegato la situazione."L'area verde è pericolosa, i bambini molto spesso si fanno male. L'incuria è evidente ma il comune nonostante fosse stato già sollecitato non ha fatto nulla, se non togliere qualche gioco". Le mamme infatti avevano già segnalato questa situazione al comune ma quest'ultimo si era limitato solo ad eliminare lo scivolo e gli altri giochi.Le mamme chiedono a gran voce l'installazione di due porte da calcio e di una pavimentazione più sicura che permetta ai loro bambini di giocare e divertirsi nel campetto in totale sicurezza.
Una serie di lettere anonime con accuse circostanziate e piuttosto gravi sono state recapitate a diversi personaggi settempedani. Uno dei destinatari è Fabio Verbenesi, attualmente impegnato nella campagna elettorale come candidato consigliere nella lista civica “Città e Borghi” con Massimo Panicari sindacoAltri destinatari della missiva anonima: tutti i candidati sindaci di San Severino, il sindaco Martini, il comandante della Polizia municipale Capaldi e alla locale stazione dei carabinieri al cui comandante Pierluigi Lupo il 50enne settempedano. Sporta immediatamente querela per diffamazione.Verbenesi si sfoga: “Sono stato vittima di un attacco vile che ha toccato quanto mi è più caro: la mia famiglia, mia moglie, mio figlio e mia madre. Secondo il folle che scrive, mia moglie ed io ci divertiremmo a fare dispetti alle auto danneggiate, alle piante ornamentali ed ai citofoni, smaltirei le acque della lavatrice nelle acque bianche e scarti artigianali nei tombini. E ancora: non rispetterei i sensi di marcia obbligatori delle vie del centro storico dove risiedo per nascondere… relazioni con donne di dubbia moralità e dalle finestre del mio appartamento mia moglie ed io faremmo volare oggetti di vario tipo. Secondo chi mi attacca con la turpe modalità della lettera anonima anche mia madre avrebbe problemi con i vicini di casa.Nella lettera anche un chiaro riferimento alla lista per la quale Verbenesi si è candidato per le elezioni amministrative e al partito con il quale è iscritto "Fratelli d'Italia"."Sicuramente non mi fermerà un lettera diffamatoria. Se ne occuperanno gli organi competenti e sono sicuro che saranno gli elettori a giudicare".
È stato individuato il ladro che nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 ha scatenato il panico nel centro di Montelupone.Con un piede di porco ha scassinato ben sette diversi siti: la chiesetta La Pietà e la sede della Pro Loco entrambi accessibili dal porticato del Palazzetto dei Priori, il Centro anziani dove ha scassinato degli armadietti, la Scuola primaria, il teatro “N. Degli Angeli”, un Pub in Via degli Orti, un negozio di fiori.I tanti obiettivi scelti dal ladro sono in verità piuttosto singolari, perché non si capisce quale fosse il suo obiettivo: lo spazio espositivo de La Pietà è attualmente vuoto. Nel teatro o nel centro anziani non c'è nulla da rubare.Pur munito di cappello e fazzoletto in faccia come nei film western il bizzarro scassinatore era alla portata delle telecamere di videosorveglianza. Nonostante il travestimento l'uomo è stato individuato: si tratta di un adulto di mezza età residente in una cittadina limitrofa.Soddisfatta l'amministrazione comunale per la funzionalità del sistema di videosorveglianza sia per l’efficienza investigativa dei Carabinieri.
"Questa notte ci ha lasciato un Amico vero e un Maestro di passione, di professionalità e di umanità. Il rigore, l’amore e il coraggio con cui Marco affrontato ogni sfida, in cucina così come nella vita, sono un’eredità morale che resterà sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto. La tua intelligenza, il tuo umorismo e la tua ironia erano taglienti come i tuoi arnesi da lavoro. Oggi non piangiamo per la tua scomparsa, ma ringraziamo la vita che ci ha fatto incontrare e condividere una parte del tuo percorso".Con queste parole, sulla pagina Facebook del rinomato chef camerte che da tempo lavorava nell'anconetano, è stata annunciata la sua scomparsa.Marco è deceduto la notte scorsa, all’ospedale regionale di Torrette. Aveva solo 49 anni.Lo Chef, originario di Camerino era affetto da un tumore al pancreas e da circa due anni lottava contro la malattia che aveva colpito anche la sorella nove anni fa. Viveva da tempo a Falconara ed era uno dei più apprezzati chef in Italia.Originale e innovativo, la sua bravura lo aveva portato a rappresentare le Marche a Singapore e a Hong Kong e con l’amico e collega Mariano Faraoni aveva presentato, in vista del convegno al Politecnico di Ancona per l’Expo, alcuni piatti a base di insetti.
"Buongiorno, sono l’avvocato di suo figlio, lui ha avuto un incidente ed è senza assicurazione. Ora si trova in caserma e dobbiamo recuperare subito dei soldi per le pratiche da sbrigare immediatamente, per i danni e la cauzione. Servono 3800 euro".Con queste parole questa mattina un finto avvocato si è presentato al telefono ad una famiglia civitanovese. La truffa telefonica ormai molto famosa in tutta la regione ha colpita ancora. Si fingono avvocati e chiedono soldi, migliaia di euro, per pagare la cauzione di un fantomatico incidente di un figlio."Non sapeva nemmeno il nome di nostro figlio - racconta la vittima - perciò, non ho esitato un istante. Ho riattaccato e l'ho segnalato ai carabinieri... a proposito di caserma! Invito tutti a fare altrettanto, non cadete in questa trappola!".
Stava partecipando a un incontro promosso dal Partito Democratico all'Hotel Claudiani di Macerata, quando improvvisamente ha accusato un malore e ora si trova ricoverato all'Utic dell'ospedale di Macerata.E' la disavventura capitata ieri sera a Silvano Mercuri, conosciutissimo e stimato presidente dell'Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del lavoro) di Macerata.Mentre era in corso l'evento Costituzione del Comitato "La sanità dice sì", Mercuri si è sentito male e si è accasciato. Subito soccorso, è stato trasportato in ambulanza all'ospedale del capoluogo dove gli sono state riscontrate problematiche cardiache che ne hanno consigliato il ricovero nel reparto di terapia intensiva coronarica. Le sue condizioni sono stazionarie.
Un ristorante di sushi sotto sequestro amministrativo, ammende per tredicimila euro a uno stabilimento balneare e merce contraffatta sequestrata a un ambulante irregolare: è questo il bilancio dell'attività svolta ieri a Civitanova dai carabinieri della locale Compagnia, dai colleghi del Nas e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata insieme ad ispettori del lavoro della Direzione Territoriale del Lavoro di Macerata, nell’ambito di un servizio coordinato finalizzato al controllo del territorio.Il primo controllo ha riguardato una ditta individuale di ristorazione, nota per la preparazione del “sushi”, avente sede legale ed operativa in Civitanova Marche di cui è titolare un cinese 25enne, cui sono state contestate diverse violazioni a seguito del rinvenimento di una cella frigorifera priva di autorizzazione sanitaria e trovata presso l’abitazione privata in uso al titolare del ristorante: sequestro amministrativo per aver conservato 400 kg di pasta ripiena denominata “involtini primavera” a base di carne e pesce congelata, contenuta in 77 sacchetti, poiché priva di indicazioni utili ai fini della tracciabilità, con conseguente sanzione amministrativa di euro 1500; omesso aggiornamento NIA sanitaria (notifica inizio attività), con conseguente sanzione di euro 1000; sospensione dell’attività di stoccaggio delle derrate nella cella frigorifera rinvenuta, disposta dall’ASUR –AV3 – servizio veterinario, prontamente intervenuto a seguito del rinvenimento della merce.I controlli hanno poi riguardato una ditta individuale con sede legale a Potenza Picena e operativa a Civitanova Marche, sul lungomare Piermanni presso uno stabilimento balneare di cui è titolare un italiano 46enne che si è reso responsabile della violazione di cui: art. 136 comma 1 d.lgs. 81/2008 (testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro) per non aver redatto il documento obbligatorio PIMUS (piano manutenzione uso e smontaggio ponteggi metallici); art. 136 comma 6 d.lgs. 81/2008 per aver installato ponteggio senza personale formato appositamente; art. 14 d.lgs. 81/2008 per aver occupato due persone irregolari, a nero su un totale di numero 2 occupati per una percentuale al 100%, tale violazione ha previsto la sanzione accessoria della sospensione dell’attività imprenditoriale. Sono state contestate violazioni amministrative per un totale di euro 10.500,00 e ammende per un totale di euro 2630.Nel corso del medesimo servizio, sempre sul lungomare Piermanni è stato sorpreso un senegalese 56enne, domiciliato a Sant’Elpidio a Mare, intento a vendere 36 paia di occhiali con marchi palesemente contraffatti, che venivano sequestrati con conseguente denuncia a p.l. in quanto responsabile delle violazioni di cui all’art 474 c.p. (per avere posto in vendita o comunque detenuto per vendere oggetti con marchio di fabbrica contraffatto) e art. 648 (ricettazione) c.p..Infine, per quanto attiene alle violazioni in materia di regolare occupazione e di instaurazione dei rapporti di lavoro gli accertamenti proseguiranno con l’esame della documentazione aziendale, per la valutazione e la verifica delle corrette condizioni di lavoro, valorizzando la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici con l’irrogazione di ulteriori sanzioni pecuniarie amministrative che saranno determinate con successivi provvedimenti sanzionatori dagli Ispettori del Lavoro e dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro.
Gli inquirenti non sembrano avere dubbi: Adriano Machella si sarebbe suicidato. E per togliersi la vita ha scelto un modo tremendo: si è dato fuoco.A dissipare i dubbi è stato quello che carabinieri e vigili del fuoco si sono trovati di fronte in località Roccaccia di Treia, nella zona delle Grotte di Santa Sperandia, un luogo difficilmente accessibile e che può essere raggiunto solo da chi conosce bene quei posti. Il corpo di Adriano Machella era completamente carbonizzato, disteso su un materasso che precedentemente il farmacista aveva imbevuto di liquido infiammabile, quasi certamente benzina. Poco distante, la sua Fiat Punto grigia con la quale ha raggiunto Roccaccia per mettere in atto il suo insano gesto.Adriano Machella aveva 58 anni e di lui non si avevano più notizie da sabato scorso. Celibe, abitava in via Panfilo a Macerata, dove era nato, ed era molto conosciuto nel settore farmaceutico.Sabato si era allontanato con la sua Fiat Punto grigia facendo perdere ogni traccia. Inutili i tentativi dei familiari di contattarlo telefonicamente. I familiari speravano in un allontanamento volontario, ma fin da subito hanno temuto per la sua sorte. Machella, infatti, da qualche mese non godeva di ottima salute. E potrebbero essere stati proprio i problemi di salute a spingere il farmacista a togliersi la vita.Ora gli inquirenti stanno cercando di capire a quando risalga la morte, anche se non è escluso che il farmacista possa aver messo in atto il suo insano proposito forse domenica sera, in quanto la zona delle Grotte di Santa Sperandia nel fine settimana è meta di diversi bikers e amanti della natura e nessuno si è accorto di niente.Nella dinamica, il ritrovamento del corpo di Machella ricorda molto quello di Pietro Sarchiè e non è da escludere che il farmacista possa essere rimasto così suggestionato dalla tragica storia dell'assassinio del pescatore da cercare di riprodurre in qualche modo la scena del crimine.https://youtu.be/ljVweRlP9AA
Pochi minuti fa è stato trovato tra Treia e Cingoli, in località Roccaccia nella zona delle Grotte di Santa Sperandia, il corpo senza vita di Adriano Machella, il farmacista di 58 anni scomparso da sabato.Nato a Macerata, l’uomo era celibe e si era laureato in Farmacia all’Università di Camerino nel 1997. Residente in Via Panfilo esercitava anche il ruolo di amministratore di condominio.Sul posto i Carabinieri. In base a quanto si è appreso, il corpo di Machella sarebbe stato rinvenuto carbonizzato.(servizio in aggiornamento)
È successo questo pomeriggio a Tolentino.Vittima dell'incidente una ragazza di 17 anni che intorno alle 17 è precipitata dal parapetto antistante l'autoscuola Flaminia in piazzale Europa.Ancora da appurare le cause della caduta, probabilmente dovute alla perdita di equilibrio della ragazza seduta sul parapetto a parlare con un'amica. Nel volo ha riportato lesioni agli arti inferiori piuttosto gravi tanto che è stato ritenuto necessario l'intervento dell'eliambulanza che l'ha trasportata all'Ospedale regionale di Ancona, dove si trova ricoverata.Intorno all'accaduto indagano i Carabinieri.
Recanati è sotto choc per la tragedia che si è consumata questa mattina.Gianluca Caporaletti, l'imprenditore di 48 anni che si è tolto la vita impiccandosi all’interno della sua ditta nella zona industriale, nell’area ex Eko pare che da tempo avesse problemi con la sua azienda.Un'ennesima vittima della crisi. Il corpo senza vita è stato trovato questa mattina intorno alle otto da due operai che iniziavano il turno di lavoro. Probabilmente l’estremo gesto era stato compiuto poco prima. Tempestivo l’intervento del 118 sul posto: i sanitari, però, non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’uomo. Gianluca lascia la moglie Milena, impiegata nella ditta del cognato "Paprika", nel settore abbigliamento e due figli.In città tutti lo ricordano come un uomo molto buono e gentile, con una famiglia molto unita. Grande amante di auto d'epoca, Gianluca aveva sfilato, la settimana scorsa con una Mercedes alla manifestazione Mille Miglia.