Quando ha visto arrivare la polizia e la guardia di finanza, ha cercato di disfarsi della droga infilandosela in bocca. Ma il gesto non è sfuggito agli agenti impegnati nei controlli al terminal degli autobus di Fermo. Invitato a sputare l’hashish, il giovane – un ragazzo di origini tunisine – ha provato a liberarsene lanciandolo sulla pensilina della fermata. Un tentativo inutile: la sostanza è stata recuperata dagli agenti e sottoposta a sequestro.
Il giovane aveva nascosti circa quattro grammi di hashish. Dopo la segnalazione alla Prefettura come assuntore di stupefacenti, è stato invitato a presentarsi in Questura per regolarizzare la sua posizione. La verifica però non ha portato all’emissione di un permesso di soggiorno: il ragazzo, infatti, non possedeva i requisiti necessari e ora dovrà lasciare autonomamente il territorio nazionale per evitare il rimpatrio coatto.
Durante i controlli interforze nel capoluogo fermano sono state identificate complessivamente 148 persone e sono state elevate 30 sanzioni per violazioni al Codice della strada, con il ritiro di 4 documenti.
Intanto, a Lido Tre Archi, nel corso di un’attività parallela, l’unità cinofila della guardia di finanza ha rinvenuto quasi un etto di hashish nascosto tra le aiuole. Poco distante, sono state trovate anche cinque stecche in alluminio contenenti la stessa sostanza. La droga, sequestrata a carico di ignoti, è ora oggetto di indagini per risalire allo spacciatore responsabile.
Con una sentenza definitiva, il Tribunale ha posto fine a un lungo e complesso procedimento penale legato all’incendio dello stabilimento Orim di Piediripa di Macerata, avvenuto il 6 luglio 2018. Il giudice, Andrea Belli, ha pronunciato oggi la piena assoluzione dell’ingegner Alfredo Mancini e della società Orim, con la formula più ampia prevista dal codice: “perché il fatto non sussiste”.
Le ipotesi accusatorie erano gravi: secondo la Procura, l’incendio avrebbe trovato causa o aggravamento in presunte violazioni delle normative ambientali e antincendio. In particolare, si sosteneva che all’interno dell’impianto fossero presenti sostanze pericolose e liquidi infiammabili oltre i limiti consentiti dal certificato di prevenzione incendi. Da qui, la contestazione di responsabilità anche per il parziale inquinamento della falda acquifera e del vicino corso d’acqua, dovuto al dilavamento delle acque usate per le operazioni di spegnimento.
Dopo anni di dibattimento, arricchito da complesse perizie tecniche e un confronto serrato tra accusa e difesa, il Tribunale ha accolto in pieno la ricostruzione difensiva.
L’istruttoria ha accertato l’assoluta regolarità dell’operato della Orim, sia sul piano autorizzativo che gestionale. "Nessuna violazione ambientale, nessun superamento dei limiti di sicurezza, nessuna carenza nei controlli interni": è questo quanto è emerso dalle indagini approfondite e dai contributi dei consulenti tecnici della difesa.
Il giudice ha inoltre escluso qualsiasi responsabilità dell’azienda nella gestione dell’incendio, interamente affidata ai vigili del fuoco, i quali operarono in autonomia, facendo scelte operative poi oggetto di ampio dibattito tecnico durante il processo.
Il Tribunale ha rigettato anche le contestazioni relative all’assenza di un modello organizzativo ex D.Lgs. 231/2001, ritenute infondate alla luce dell’accurata ricostruzione fornita dalla difesa, che ha evidenziato l’esistenza di procedure rigorose e adeguate ai rischi dell’attività.
La società Orim, tramite una nota, ha espresso profonda soddisfazione per l’esito del processo: “Questa sentenza restituisce verità e serenità, riconoscendo l’integrità e la correttezza dell’ingegner Alfredo Mancini e di tutta la nostra organizzazione. Un ringraziamento speciale va agli avvocati Paolo Giustozzi, Nicola Perfetti e Donatello Prete, per la straordinaria professionalità e competenza con cui hanno affrontato questa lunga vicenda giudiziaria”.
Si era presentato come un appartenente alle forze dell'ordine, ma dietro quel profilo social c'era un truffatore. I carabinieri della stazione di Loro Piceno hanno denunciato per truffa un operaio 56enne, residente a Tolentino, già noto alle forze dell’ordine, che avrebbe raggirato una donna di 60 anni residente nell'entroterra maceratese.
L'uomo, secondo quanto ricostruito dai militari, aveva creato un falso profilo social per entrare in contatto con la vittima. Spacciandosi per un carabiniere e instaurando un clima di fiducia, era riuscito a carpire la confidenza della donna.
Quando ha scoperto che la donna era alla ricerca di un'auto usata, si è offerto di aiutarla e, poco dopo, le ha comunicato di aver trovato un'occasione imperdibile: una Fiat Punto a metano disponibile a Macerata. Fingendo di aver già versato una caparra per bloccare l'acquisto, si è recato a casa della vittima per chiedere un rimborso di 500 euro in contanti.
Ai primi sospetti della donna, che chiedeva maggiori dettagli e il contatto del venditore, l’uomo ha abbandonato velocemente l'abitazione, con la scusa di dover iniziare un turno di servizio. L'auto promessa si è rivelata inesistente.
Determinante per risalire all'identità del truffatore è stata l’attività investigativa dei carabinieri, che hanno analizzato le utenze telefoniche coinvolte e incrociato i dati con altri elementi noti alle forze dell’ordine. L'indagato è stato quindi deferito all'autorità giudiziaria.
Ha impugnato un'ascia e sfondato la porta della camera da letto dove si era rifugiata la moglie, urlandole che l'avrebbe uccisa. La donna, terrorizzata, è riuscita a fuggire e trovare riparo presso i vicini di casa, dove ha potuto chiamare i carabinieri. È accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi in una zona residenziale di Monte Roberto, in provincia di Ancona. Protagonista dell’aggressione un uomo di 50 anni, di origine macedone, arrestato dai militari con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’episodio è stato l'apice di una lunga escalation di violenze domestiche che la vittima avrebbe subito da almeno due anni. La donna ha raccontato agli investigatori una quotidianità fatta di aggressioni fisiche, insulti, minacce e atti persecutori.
L'ultimo episodio è avvenuto pochi giorni fa, quando l’uomo, accecato dalla gelosia e convinto di un presunto tradimento, ha inseguito la moglie nella camera da letto con in mano un’ascia, minacciandola di morte: "Questa sera ti ammazzo", le avrebbe urlato. Dopo averle rotto il cellulare, l’ha vista barricarsi nella stanza, ma ha provato a sfondare la porta a colpi d’ascia.
La donna è riuscita a uscire da un’altra via e a rifugiarsi nell'abitazione dei vicini, da dove ha chiamato i carabinieri. Nel frattempo, il 50enne si è recato con la stessa ascia in mano presso la casa del presunto amante della moglie, sfondando anche quella porta. All’interno però non c’era nessuno. Dopo il tentativo fallito, è tornato nella propria abitazione, dove poco dopo è stato raggiunto dai militari dell'Arma.
Non era la prima volta che la donna si rivolgeva alle forze dell’ordine. Già a gennaio aveva sporto denuncia contro il marito per un episodio avvenuto in auto: dopo un litigio, l’uomo avrebbe sfondato il parabrezza con la stessa ascia e il giorno successivo l’avrebbe picchiata, rompendole un dito. La donna aveva riportato una prognosi di 30 giorni.
Dal 2024, ha riferito ancora la vittima, il marito avrebbe iniziato a pedinarla e a controllarle il telefono, alimentando un clima costante di intimidazione. Il 50enne, difeso dall’avvocato Antonio Gagliardi, è stato arrestato e condotto in caserma. Nella giornata di oggi, la giudice per le indagini preliminari Sonia Piermartini ha convalidato l’arresto, disponendo per l’uomo gli arresti domiciliari, il divieto di comunicazione con la consorte e l’applicazione del braccialetto elettronico, che verrà attivato non appena sarà disponibile.
Intanto, la donna è sotto protezione e seguita da un centro antiviolenza del territorio. I carabinieri continuano a monitorare la situazione per garantire la sua sicurezza.
Notte movimentata a Macerata, dove gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti in seguito al tentativo di fuga di un veicolo rubato. L’episodio è avvenuto nelle prime ore del 14 aprile, nel corso di controlli ordinari sul territorio.
Una pattuglia ha intercettato una Fiat Panda sospetta in via Puccini, intimando l’alt al conducente. Alla vista della polizia, però, il conducente ha premuto sull’acceleratore, dando il via a un pericoloso inseguimento a folle velocità per le vie cittadine, percorrendo anche strade contromano.
La fuga si è conclusa all’altezza di via Niccolai, dove gli occupanti del mezzo hanno abbandonato il veicolo e sono fuggiti a piedi. Uno dei due, identificato poi come il conducente, è stato bloccato dagli agenti dopo un breve inseguimento a piedi.
Dagli accertamenti immediati è emerso che la Fiat Panda era stata rubata il giorno precedente a Recanati. All’interno del veicolo sono state trovate canne da pesca di sospetta provenienza furtiva, mentre nei pressi è stato recuperato uno zainetto abbandonato durante la fuga, contenente una torcia, un coltello, guanti da lavoro e una maschera di carnevale: oggetti che fanno ipotizzare l’intenzione di commettere reati predatori.
Il soggetto fermato è un italiano di 45 anni, pluripregiudicato, residente in un comune della provincia, privo di patente di guida in quanto revocata. È stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica per i reati di ricettazione e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Nei suoi confronti è stata inoltre disposta dal questore di Macerata la misura del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno in città per tre anni.
Fine settimana di controlli sulle strade del Maceratese da parte dei carabinieri, impegnati in attività mirate al contrasto di comportamenti pericolosi per la sicurezza pubblica. Due i principali interventi condotti dai militari in distinte località dell’entroterra.
Nel corso di un servizio di pattugliamento lungo la Strada Statale 77, nel territorio comunale di Corridonia, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Macerata hanno fermato un giovane operaio di 23 anni, incensurato, residente in un comune dell’entroterra.
Sottoposto ad accertamento etilometrico, il conducente è risultato positivo con un tasso alcolemico pari a 1,65 g/l, ben oltre il limite legale di 0,5 g/l. I militari hanno provveduto al ritiro immediato della patente di guida e all’affidamento dell’auto a una persona di fiducia. Il giovane è stato denunciato in stato di libertà all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza.
A Cingoli, invece, durante un controllo del territorio, i carabinieri della locale Stazione hanno identificato e controllato un 27enne di origini marocchine, anche lui residente nell’entroterra, trovandolo in possesso di 0,2 grammi di hashish, contenuti in un involucro in cellophane.La sostanza stupefacente è stata sequestrata, mentre al giovane è stata contestata una violazione amministrativa ai sensi dell’art. 75 del D.P.R. 309/1990. È stata inoltre inoltrata segnalazione alla Prefettura di Macerata per uso personale di sostanze stupefacenti.
I controlli dei carabinieri proseguiranno anche nei prossimi giorni, in particolare durante i fine settimana, per garantire sicurezza sulle strade e contrastare l’uso di alcool e droga tra i più giovani.
Continuano senza sosta i controlli e le attività investigative da parte dei carabinieri della provincia di Macerata, impegnati nel contrasto ai reati predatori. Nelle ultime ore, due distinti episodi di furto aggravato hanno portato al deferimento all’autorità giudiziaria di quattro persone, grazie al lavoro delle Stazioni di Porto Recanati e Civitanova Marche Alta.
A Porto Recanati, i militari dell’Arma hanno individuato e denunciato due giovani di origine spagnola, un uomo di 26 anni e una donna di 27, entrambi domiciliati a Milano. Le indagini, partite dalla denuncia di un 84enne del posto, hanno permesso di ricostruire l’accaduto: l’anziano, mentre passeggiava nel centro cittadino, era stato avvicinato da una donna straniera che aveva tentato un approccio di natura sessuale.
L’uomo aveva declinato le avances, ma solo in seguito si era accorto di non avere più al polso il suo orologio Rolex Daytona, del valore stimato in circa 25.000 euro. Grazie all'analisi dei sistemi di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a identificare sia la donna, ritenuta l’autrice materiale del furto, sia il complice che la attendeva poco distante a bordo di un'auto. I due sono stati deferiti per furto aggravato in concorso.
Civitanova Marche Alta: furto in centro commerciale, denunciate due donne. A Civitanova Marche Alta, invece, i Carabinieri hanno denunciato due donne, una 47enne di origine bosniaca con precedenti penali e una coetanea albanese incensurata, entrambe residenti nella provincia di Fermo. Le due sono ritenute responsabili di un furto di capi d’abbigliamento avvenuto lo scorso 1° marzo in un noto centro commerciale della costa.
Anche in questo caso è stato fondamentale il contributo delle immagini di videosorveglianza, che hanno consentito ai militari di ricostruire la dinamica dei fatti e identificare le due responsabili. Entrambe sono state deferite per furto aggravato in concorso. Le due operazioni confermano l’efficacia della rete investigativa e la costante attenzione delle forze dell’ordine nei confronti della sicurezza del territorio.
È stato il pianto insistente del loro bambino a salvarli. Una giovane famiglia di Fabriano – padre, madre e un bimbo piccolo – è stata colpita da una principio di intossicazione da monossido di carbonio nella notte tra sabato e domenica, ma è riuscita a mettersi in salvo appena in tempo.
Intorno all’1.30, i genitori hanno contattato il 118 dell’ospedale di Fabriano preoccupati per i continui rigurgiti del figlio e per il suo pianto inconsolabile. Anche loro cominciavano ad accusare malesseri diffusi, senza riuscire a capirne l’origine.
All’arrivo del personale sanitario, la situazione è apparsa subito sospetta. I soccorritori hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri della compagnia locale. I pompieri, grazie alle strumentazioni in dotazione, hanno rilevato un’elevata concentrazione di monossido di carbonio all’interno dell’abitazione.
La famiglia è stata immediatamente trasferita all’ospedale di Jesi, dove è stata presa in carico per le cure necessarie. Fortunatamente, nessuno è in pericolo di vita. Nel frattempo, i vigili del fuoco hanno arieggiato l’appartamento e allertato i tecnici della società che gestisce la rete del gas. Gli addetti hanno interrotto l’erogazione e identificato il problema: un malfunzionamento della caldaia posizionata all’interno dell’abitazione, da cui si è originata la pericolosa fuoriuscita di gas.
Un episodio che si è concluso senza gravi conseguenze solo grazie alla prontezza d’animo dei genitori e alla segnalazione inconsapevole del piccolo, la cui reazione ha probabilmente evitato una tragedia.
Una mattinata di apprensione si è conclusa fortunatamente senza gravi conseguenze grazie all’intervento tempestivo della polizia stradale. Un uomo, residente nel Pescarese, è stato ritrovato in stato confusionale dopo aver abbandonato la propria auto sull’autostrada A14 e aver vagato per chilometri fino a raggiungere la statale Adriatica.
Tutto è cominciato intorno alle 8 di questa mattina, quando alla sottosezione autostradale di Porto San Giorgio è giunta una segnalazione: un’auto ferma nell’area di servizio "Piceno" in direzione nord, nel territorio di Campofilone (Fermo), senza traccia del conducente. Gli agenti, giunti sul posto, hanno subito raccolto le prime testimonianze, tra cui quella di un camionista che aveva notato un uomo scendere dal veicolo e scavalcare la recinzione dell’autostrada.
È così scattata una complessa operazione di ricerca tra rovi e sterpaglie lungo il perimetro dell’A14. Le tracce dell’uomo hanno condotto i poliziotti fino alla SS16 Adriatica, dove nel frattempo erano giunte nuove segnalazioni: qualcuno lo aveva visto camminare confusamente ad Altidona, sempre in provincia di Fermo.
Poco dopo, il ritrovamento: l’uomo è stato individuato nei pressi del circolo nautico di Marina di Massignano, in provincia di Ascoli Piceno. Ancora visibilmente disorientato, è stato affidato alle cure dei sanitari del 118. Le sue condizioni, per fortuna, non destano preoccupazioni.
Resta da chiarire cosa abbia spinto l’uomo ad allontanarsi in quel modo così improvviso e pericoloso.
I Carabinieri della Stazione di Montecassiano, hanno segnalato alla Prefettura di Macerata tre giovani del posto, due di 23 anni e uno di 20, trovati in possesso di sostanza stupefacente per uso personale non terapeutico.
I militari, nel corso di servizi preventivi di controllo del territorio e di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti, hanno notato e sottoposto a controllo, nella frazione Sambucheto, i tre giovani all’interno di un garage seminterrato.
Il primo è stato trovato in possesso di uno spinello, confezionato con l’hashish, il secondo con circa due grammi di hashish e il terzo con un grammo. Le sostanze rinvenute sono state sequestrate amministrativamente e messe a disposizione dell'Autorità competente.
CIVITANOVA - Il presidente del Consiglio di Amministrazione della Civita.S, Antonio Carusone, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di aver causato gravi lesioni personali alla dipendente Lusi fattori. L'incidente è stato oggetto di un procedimento penale pendente presso il Tribunale di Macerata, con il giudice Domenico Potetti che ha disposto la prosecuzione del processo per il dibattimento. Carusone è difeso dall'avvocato Gabriele Cofanelli, mentre Fattori si è costituita parte civile con l'avvocato Olindo Dionisi.
Secondo l'accusa del Pubblico Ministero, Rosanna Buccini, Carusone avrebbe agito con “imperizia, negligenza e imprudenza, nonché nell'inosservanza delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro”, causandole “lesioni personali gravi”, che hanno avuto un impatto significativo sulla vita quotidiana di Fattori. Il danno psichico, riconosciuto e certificato dall'INail come malattia professionale, si sarebbe manifestato "con disturbi psicosomatici e psicologici gravi".
Il fatto si inserisce nel contesto di un più ampio scontro tra Fattori e la Civita.S, la società comunale che si occupa dell'accertamento e riscossione dei tributi locali, e il licenziamento di Fattori avvenuto il 29 gennaio 2020. Fattori, inquadrata al I livello come capo dei servizi tributi, ha denunciato di aver svolto mansioni superiori e sproporzionate rispetto alla sua qualifica, con l'aggravante di una gestione che ha comportato gravi problematiche psicologiche e professionali. Il licenziamento, giudicato nullo e ritorsivo da Fattori, è oggetto di un processo separato, con Fattori assistita dall'avvocato Luca D'Andrea del Foro di Ancona.
Nel frattempo, un’altra vicenda giudiziaria ha visto Fattori vittoriosa. Gli avvocati Francesco Acquaroli e Stefano Filippetti hanno ottenuto una sentenza favorevole nella causa di giustizia contabile relativa alla mancata riscossione della tassa rifiuti dovuta dall’ospedale per gli anni 2006/2012. La Corte dei Conti ha escluso la responsabilità di Fattori, definendo "inammissibile" l’appello della Procura regionale, e confermando che non vi sono profili di responsabilità a suo carico.
Nel giudizio, la Corte ha sottolineato il “clima di ostilità” nei confronti di Fattori, determinato dal suo impegno nella definizione della vicenda legata all'A.S.U.R., nonostante la sua sanzione disciplinare per essersi esposta pubblicamente sulla questione.
(L'avvocato Francesco Acquaroli)
La vicenda legale che ha visto coinvolta Fattori per anni sembra giungere a una svolta, con i legali che parlano di un “Davide contro Golia” e si dichiarano fiduciosi nell’ottenere giustizia. "La lunga battaglia legale sta mettendo in luce la competenza e onestà di Fattori, che per anni ha guidato la Civita.S con serietà e dedizione", conludono.
(Lusi Fattori)
Un drammatico incidente si è verificato nel primo pomeriggio di oggi, intorno alle 13:30, lungo la Strada Settempedana, non lontano dall’ospedale di San Severino Marche. Un giovane ciclista di 33 anni, Pietro Fabiani, residente a Montecassiano, ha perso tragicamente la vita dopo essere stato travolto da un mezzo agricolo.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri della Compagnia di Tolentino, il 33enne avrebbe perso il controllo della bicicletta, finendo a terra. Successivamente è stato travolto da un mezzo agricolo che viaggiava nella stessa direzione.
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i sanitari del 118 e i militari dell’Arma, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare: è deceduto sul colpo. I soccorritori hanno potuto soltanto constatarne il decesso.
Il tratto di strada interessato è stato chiuso al traffico il tempo necessario per consentire i rilievi tecnici e garantire la sicurezza dell’area. Le forze dell’ordine stanno lavorando per chiarire con esattezza la dinamica dell’accaduto. La notizia ha profondamente scosso le comunità di San Severino e Montecassiano. Il magistrato ha disposto un accertamento medico legale sul corpo del 33enne.
Un incidente stradale si è verificato questa mattina, poco prima delle 12, sulla superstrada (SS 77 della Val di Chienti) in direzione mare, all'uscita di Serrapetrona. Per cause da accertare, un’automobilista ha perso il controllo del veicolo, finendo contro i dissuasori di sicurezza posti lungo la carreggiata.
L’impatto ha causato diversi danni al mezzo e ha coinvolto due persone a bordo, che sono state prontamente soccorse dai sanitari del 118. Vista la gravità della situazione, è stato richiesto anche l'intervento dell'eliambulanza per il trasporto di uno dei feriti verso l'ospedale. Entrambi i coinvolti sono stati trasportati in ospedale, ma le loro condizioni non sembrano essere critiche.
Sul luogo dell'incidente sono intervenuti anche i vigili del fuoco per mettere in sicurezza l'area e la polizia stradale, che ha provveduto a ricostruire la dinamica dell'incidente e a gestire il traffico, che ha subito rallentamenti a causa dell’operazione di soccorso.
i carabinieri del N.O.R.M. – Aliquota Radiomobile – della Compagnia di Camerino hanno denunciato in stato di libertà tre cittadini di nazionalità macedone, rispettivamente di 51, 46 e 20 anni, tutti residenti nel comune di Camerino, per il reato di furto aggravato.
Nel pomeriggio di ieri, all’interno di un noto supermercato situato nel centro cittadino, i tre sono stati sorpresi mentre tentavano di asportare diversi prodotti alimentari. I militari, prontamente intervenuti, hanno accertato che la merce rubata era stata occultata all’interno dei cappotti indossati dai soggetti.
La refurtiva è stata interamente recuperata e restituita all’attività commerciale. I tre sono stati deferiti all’autorità giudiziaria competente.
Un grave incidente si è verificato nel tardo pomeriggio nel borgo alto di Belforte del Chienti, intorno alle 19:10, coinvolgendo un'automobile e una bicicletta. Un uomo di 43 anni, di origine straniera, è rimasto ferito dopo l'impatto con un veicolo mentre era in sella alla propria bici.
A seguito dello scontro, il ciclista è caduto pesantemente sull’asfalto, riportando traumi tali da rendere necessario l’intervento dell’eliambulanza. Sul posto sono giunti rapidamente i sanitari del 118 che, dopo aver prestato le prime cure, hanno richiesto il trasporto urgente all’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona.
Attualmente, la dinamica dell’accaduto è ancora al vaglio delle forze dell’ordine. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Tolentino stanno effettuando i rilievi per chiarire le responsabilità e ricostruire l’esatta sequenza dei fatti.
Grave incidente stradale nel primo pomeriggio di oggi lungo la strada statale 78 "Picena" che collega Amandola a Comunanza. Una moto e un'automobile sono entrate in collisione per cause ancora in fase di accertamento. Ad avere la peggio è stato il motociclista, che è stato sbalzato dalla sella e ha impattato violentemente sull'asfalto.
Scattato l'allarme, sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari della Potes di Amandola e l’ambulanza della Croce Rossa di Comunanza. Dopo le prime cure sul luogo dell'incidente, il centauro è stato stabilizzato e affidato all'équipe dell'eliambulanza, allertata nel frattempo dalla centrale operativa del 118.
Il motociclista è stato poi trasferito in codice rosso all’ospedale regionale di Torrette, dove sarà sottoposto ad ulteriori accertamenti e cure specialistiche. Il traffico lungo il tratto stradale interessato è rimasto bloccato per circa un’ora in entrambi i sensi di marcia, causando rallentamenti e disagi alla circolazione. Sul posto anche le forze dell’ordine per i rilievi del caso e la gestione della viabilità. L'esatta dinamica dello scontro è ora al vaglio delle autorità competenti.
Pomeriggio da incubo lungo la superstrada SS77 "della Val di Chienti", dove - intorno alle 17:00 - due incidenti hanno mandato in tilt la viabilità. A causa dei sinistri, avvenuti in rapida successione all’altezza del chilometro 107 nel territorio comunale di Civitanova Marche, la carreggiata in direzione mare è stata temporaneamente chiusa al traffico.
Il bilancio è di otto veicoli coinvolti in un maxi tamponamento a catena tra l'uscita per la zona industriale e quella per l'autostrada. Le dinamiche degli incidenti sono ancora al vaglio delle forze dell’ordine (carabinieri e polizia stradale), intervenute sul posto insieme al personale dell’Anas per gestire l’emergenza e favorire il ripristino della normale viabilità.
Nel frattempo, il traffico è stato deviato allo svincolo per l'area industriale di Civitanova. I disagi non si sono fatti attendere: la viabilità alternativa lungo la provinciale 485, in zona Santa Maria Apparente, è già congestionata, con lunghe code e rallentamenti. In superstrada si registrano incolonnamenti chilometrici sino all'altezza dello svincolo di Montecosaro.
Le autorità invitano gli automobilisti a prestare la massima attenzione e a seguire le indicazioni dei percorsi alternativi. Non si segnalano feriti gravi, ma l'entità dei danni ai veicoli è significativa. Soltanto per una persona è stato necessario il trasporto in pronto soccorso.
Prosegue l’attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti e ai reati contro la sicurezza pubblica da parte dei carabinieri del Comando Provinciale di Macerata. In diversi comuni della provincia, nelle ultime ore, sono stati effettuati mirati controlli che hanno portato a una denuncia per spaccio di cocaina e a due segnalazioni per uso personale di stupefacenti.
In particolare a Civitanova Marche, i carabinieri dell’Aliquota Operativa della locale Compagnia, insieme a una unità cinofila della Guardia di Finanza, hanno denunciato un 33enne originario di Palermo e residente a Como per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato trovato in possesso di circa 11 grammi di cocaina suddivisi in dosi, materiale per il confezionamento, un bilancino di precisione e 320 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. La droga e il denaro sono stati sequestrati.
Segnalazioni al prefetto per uso personale di droga. A Sarnano, i carabinieri della locale Stazione hanno fermato un 26enne alla guida del proprio veicolo, trovandolo in possesso di circa un grammo di hashish. La sostanza è stata sequestrata e la patente di guida è stata ritirata.
A San Severino Marche, un 23enne già noto alle forze dell’ordine è stato sorpreso nella sua auto, dalla quale proveniva un forte odore di sostanze stupefacenti. La perquisizione ha permesso di rinvenire uno spinello e oltre due grammi di hashish. Anche in questo caso è scattata la segnalazione al prefetto, il sequestro della sostanza e il ritiro della patente.
Un 24enne di origini tunisine, residente a Porto Recanati, è stato denunciato dai carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia di Civitanova Marche dopo aver utilizzato uno spray al peperoncino all’interno di una nota discoteca del luogo, il Donoma.
L’episodio si è verificato nella notte del 9 aprile. L’uso della sostanza urticante ha causato irritazioni a numerosi clienti presenti nel locale, costringendoli ad abbandonare velocemente la pista da ballo. Sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 per prestare le prime cure ad alcune persone colpite.
Il giovane è stato prontamente individuato e fermato dal personale della sicurezza del locale, che lo ha consegnato ai militari intervenuti. Nei suoi confronti è scattata una denuncia per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere e getto pericoloso di cose.
Un grave episodio di violazione della privacy è emerso all’interno di uno stabilimento produttivo di Camerano, in provincia di Ancona. Un dipendente 41enne, incensurato e residente nella stessa provincia, è stato denunciato per illecita interferenza nella vita privata dopo che è stata scoperta una microcamera nascosta nel bagno riservato alle donne.
L’allarme è scattato quando una dipendente, entrando nei servizi igienici aziendali, ha notato casualmente il dispositivo nascosto sotto il lavandino, con l’obiettivo puntato verso il water. La donna ha immediatamente segnalato l’accaduto al titolare dell’azienda, il quale ha allertato i carabinieri.
I militari, intervenuti sul posto, hanno sequestrato il dispositivo e avviato le indagini. L’analisi della memoria interna, affidata a un analista forense incaricato dalla Procura di Ancona, ha permesso di risalire a 134 fotografie scattate di nascosto nell’ottobre scorso, tutte ritraenti colleghe del 41enne mentre si trovavano in bagno.
Attraverso una dettagliata ricostruzione delle immagini e della loro datazione, gli investigatori sono riusciti a identificare l’autore del gesto, che è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria.